News dal Parlamento

 

Un Presidente europeista in una giornata bellissima

Una giornata bellissima quella di sabato 31 gennaio 2015, data dell’elezione di Sergio Mattarella a nuovo Presidente della Repubblica. Il percorso fatto per arrivare a questo nome è stato completamente diverso dall’esperienza di due anni fa, quando venne rieletto Giorgio Napolitano. Intanto, c’è stata una condivisione maggiore all’interno del nostro gruppo. Poi, il confronto fatto con le altre forze politiche è stato correttamente relazionato dalla nostra delegazione. La scelta infine è stata votata dal gruppo, mentre, se ricordate, nel 2013 pochi votarono Franco Marini e su Romano Prodi addirittura non si andò al voto.

Sicuramente questo iter ha smentito chi ha speso migliaia di parole sul fatto che nel Patto del Nazareno ci fosse anche il nome del Presidente della Repubblica (mi auguro che si possa ricredere) e ha cercato di trovare il più largo consenso possibile sulla figura di Sergio Mattarella. E così è stato con i 665 voti. Mi preme sottolineare subito una caratteristica del nuovo Presidente ed è la sua cultura europeista che nasce dall’idea degasperiana. Una Europa delle persone e dell’integrazione dei popoli, dunque. Al contrario, in questi anni l’idea che è cresciuta con la maggioranza di centrodestra è stata quella dei tecnici che decidevano tutto e badavano ai numeri e poco alle persone. Il compito di Mattarella sarà anche questo: dare un’anima alla nostra bella Europa.

Come si combatte il doping

Ho depositato la risoluzione che mette i primi punti fermi nella lotta al doping. Con me ci sono un’altra sessantina di parlamentari: abbiamo firmato tutti insieme quel documento che impegna a far chiarezza e vuole richiamare l’intenzione a riportare l’Italia alla normalità, perché in questo momento stiamo vivendo nell’emergenza, dal punto di vista della verifica dei casi di doping tra gli atleti professionisti. Ho ripetuto che serve un’agenzia terza che ci tolga dall’impaccio di una situazione in cui controllore e controllato, cioè il Coni, coincidono. La legge 376/2000 già la prevede, basta applicarla.

E per quanto riguarda la proposta del presidente del Coni Malagò a proposito dell’aiuto che potrebbero dare i Nas, ho dichiarato che questo nucleo dei carabinieri risponde esclusivamente alla Magistratura, non certo al Comitato olimpico. Ci mancherebbe solo questo.

Vi aggiungo, in sintesi, i compiti che deve avere per me l’Agenzia nazionale antidoping, indipendente sia dal Coni che dal Governo e con una propria autonomia finanziaria, riprendendoli direttamente dal testo della risoluzione: “L’organizzazione dei controlli antidoping; il prelievo dei campioni biologici e le loro analisi; lo sviluppo dei procedimenti disciplinari riguardanti i tesserati delle diverse federazioni sportive nazionali o la stessa Agenzia; il rilascio dell’autorizzazione di uso a fini terapeutici di farmaci vietati per doping; l’attività di ricerca; l’attività di prevenzione; la partecipazione ad attività internazionali; i rapporti con il Governo, con i Ministeri competenti in tema di controlli antidoping e con i diversi organismi sportivi”. Sapete già che la vorrei guidata da un Commissario di indubbia autonomia rispetto alle Federazioni sportive e al Coni e di comprovata professionalità e competenza specifica, come è stato fatto con Cantone per Expo. Ora la risoluzione va solo discussa e votata.

Ma perché proprio questo argomento?

Scusate se mi dilungo ancora sullo stesso tema, la lotta al doping, ma in questi giorni alcune persone mi hanno chiesto perché non dedico la mia attività parlamentare ad argomenti più seri come il lavoro o il superamento della crisi. Devo dire che anche nei mesi scorsi mi veniva chiesto perché perdevo tempo con le questioni riguardanti l’agricoltura, quando – mi veniva detto da alcuni – il rilancio economico passa da altro. Ma teniamo presente che l’esportazione italiana mette il comparto agricolo al primo posto e in crescita del 7-8% ed è ancora il secondo comparto per Pil.

Su tutto un altro piano, vorrei dire che si ripete la stessa situazione nel caso del doping: inutile chiedere ai politici di combattere la malavita, la corruzione o l’evasione se poi siamo i primi ad accettare che lo sport (lo sport: l’attività più sana che dovrebbe esserci sotto tutti i punti di vista) sia truccato. Se vogliamo riportare alla normalità questo Paese, si deve partire proprio dalle base. Uno sport sano, pulito ed etico!

Mi auguro che nessuno dei nostri giovani si debba trovare di fronte alla scelta di doparsi o smettere di gareggiare ad alto livello se crede nel valore della disciplina. Vorrei che la salute dei nostri cittadini venga prima di un primato o una medaglia truccata e che la lotta al commercio di farmaci illegali o artefatti o allo spaccio di stupefacenti (fenomeni legati anche al doping e gestiti dalla malavita) sia una risposta all’illegalità. Forse è tempo perso per qualcuno, ma sono battaglie che vanno fatte perché ci siamo dimenticati di combatterle in questi anni, girandoci dall’altra parte. E le conseguenze sono state nefaste per tutti, perché ignorare o rimanere indifferenti di fronte a qualsiasi tipo di malaffare, porta conseguenze che, alla fine, fanno danno a ogni singolo cittadino.

Paolo Cova

Lotta al doping: depositata risoluzione firmata da 60 parlamentari: Malagò e il Coni ci affianchino in questa battaglia

Sono circa 60 i parlamentari che hanno sottoscritto la risoluzione per la lotta al doping, depositata pochi minuti fa dal primo firmatario e​ propositore, l’on. Paolo Cova del Pd, maratoneta e ultramaratoneta che sta conducendo una battaglia contro questo grave malcostume italiano, con l’on. Laura Coccia.

“Con questa risoluzione vogliamo riportare l’Italia alla normalità, perché in questo momento stiamo vivendo purtroppo nell’emergenza, dal punto di vista della verifica dei casi di doping tra gli atleti professionisti”, dice senza mezzi termini Cova.

E ripete quello che sta affermando ormai da settimane: “Serve un’agenzia terza che ci tolga dall’impaccio di una situazione in cui controllore e controllato coincidono – ricorda facendo chiaro riferimento al Coni –. La legge 376/2000 già la prevede: è ora di applicarla”.

Sulla soluzione proposta nei giorni scorsi dal presidente del Coni Malagò, l’on. Cova è chiaro: “I Nas rispondono alla Magistratura, non al Comitato olimpico. Anzi, ci mancherebbe solo questo ulteriore conflitto. Non complichiamoci la vita nel mondo dello sport, ma piuttosto semplifichiamocela: l’​Agenzia terza è la soluzione giusta”.

La risoluzione chiede proprio questo al Governo: “Creare una Agenzia Nazionale Antidoping indipendente sia dal Coni che dal Governo con una propria autonomia finanziaria e non soggetta a tutela da parte dei Ministeri, le cui competenze devono riguardare l’organizzazione dei controlli antidoping; il prelievo dei campioni biologici e le loro analisi; lo sviluppo dei procedimenti disciplinari riguardanti i tesserati delle diverse federazioni sportive nazionali o la stessa Agenzia; il rilascio dell’autorizzazione di uso fini terapeutici di farmaci vietati per doping; l’attività di ricerca; l’attività di prevenzione; la partecipazione ad attività internazionali; i rapporti con il Governo, con i Ministeri competenti in tema di controlli antidoping e con i diversi organismi sportivi; ad attivare, così come è previsto dalla Legge 376/2000, i Laboratori regionali di base per effettuare analisi del sangue a tutela della salute e per prevenire il doping nei giovani e tra gli sportivi amatoriali, conferendo inoltre mandato alla costituenda Agenzia Nazionale Antidoping perl’organizzazione di indagini connesse con il doping”.

Un’agenzia indipendente anche da un punto di vista finanziario e “senza alcun aggravio per lo Stato”, poiché le si attribuirebbero “i fondi attualmente trasferiti su base annua al Coni e alla Commissione di Vigilanza per i controlli e il contrasto al doping”.

A guidarla un “Commissario di indubbia autonomia rispetto alle Federazioni sportive e al Coni e di comprovata professionalità e competenza specifica”, come è stato fatto con Cantone per Expo, aggiunge Cova.

La risoluzione verrà ora esaminata e votata dall​a​ Commission​e parlamentare competente​.

Roma, 30gennaio 2015

News dal Parlamento

Le caratteristiche di un Presidente

 

L’elezione del nuovo Presidente della Repubblica costringe i Grandi Elettori a una riflessione approfondita a cui voglio contribuire con le seguenti considerazioni, nella speranza che esse possano servire a mantenere la discussione nei giusti binari, evitando che, del tutto impropriamente, si scarichino su questa scelta tensioni politiche interne e ad essa evidentemente estranee.

La valutazione della migliore candidatura non può prescindere da un’attenta analisi della funzione che il Presidente della Repubblica svolge all’interno e all’esterno del Paese. La durata settennale del suo mandato – che supera quella di una semplice legislatura – indica con chiarezza che la scelta del Presidente deve essere figlia di una visione politica di lungo termine, che coniughi le valutazioni inevitabilmente legate all’attualità politica con le ragioni della stabilità e della continuità delle istituzioni repubblicane. Sotto questo profilo e in questo senso, ritengo di poter individuare tre caratteristiche fondamentali sulle quali misurare il profilo della o del candidato.

Intanto, nel suo rappresentare l’unità nazionale, punto di riferimento e ancoraggio del Paese anche nei momenti di crisi, deve essere figura dotata di grande senso delle istituzioni, interprete del più alto interesse nazionale, attrice o attore imparziale teso a contribuire al migliore equilibrio tra i poteri. Allo stesso tempo deve essere capace di ascolto della voce dei cittadini, capace di mettersi in sintonia con il loro “sentire” e di essere interprete credibile delle aspirazioni a una più esigente etica civile.

Poi, deve essere in grado, sul piano internazionale, di interloquire in modo autorevole con gli altri partner istituzionali, così come di porsi come punto di riferimento in occasioni di incontri internazionali, in particolare incarnando la forte vocazione europeista del nostro Paese, soprattutto oggi che il progetto europeo appare messo in discussione da più parti.

Infine, deve possedere una sensibilità politica che gli consenta di accompagnare con lealtà ed energia il processo di riforma delle istituzioni e dell’intera società italiana, avviato in questa difficile fase storica dall’attuale Parlamento, contribuendo a far sì che esso si svolga nel rispetto della dialettica democratica e quale frutto del più ampio coinvolgimento delle forze politiche, sociali e culturali della Repubblica.

Montagna, l’Imu “salta” in zona Cesarini

Giovedì, assieme ad altri circa 200 colleghi del PD, avevo firmato una lettera per il Presidente Matteo Renzi e il Ministro dell’Economia Piercarlo Padoan in cui esprimevamo tutta la nostra preoccupazione per la situazione che si stava venendo a creare sulla vicenda dell’Imu per i terreni agricoli di montagna. Venerdì il Governo ha trovato la soluzione e, con un Consiglio dei Ministri straordinario, ha risolto il problema fissando nuovi criteri per il pagamento, con esenzione totale per 3.456 comuni – tenete conto che prima erano 1.498 – e parziale per 655 comuni. La decisione dell’esecutivo è arrivata nel pomeriggio dopo che, in mattinata, si era tenuto un incontro tra lo stesso Ministro Padoan e quello delle Politiche agricole Maurizio Martina.

La decisione è arrivata in zona Cesarini, come si direbbe in gergo calcistico, perché la scadenza del pagamento era fissata per lunedì 26 gennaio. Per ufficializzare la scelta che ha fatto a vantaggio di moltissimi agricoltori, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge contenente “Misure urgenti in materia di esenzione Imu”, in modo da ridefinire, appunto, i parametri precedentemente fissati, ampliandone la platea.

Nel dettaglio, il testo prevede che a decorrere dall’anno in corso l’esenzione dall’imposta municipale propria si applichi ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati come totalmente montani, ricompresi nell’elenco predisposto dall’Istat, e ai terreni agricoli, e a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni classificati come parzialmente montani. E i criteri si applicano anche all’anno di imposta 2014.

 

Una stabilità molto sociale

 

Mi fa piacere segnalare che nella legge di stabilità, da poco approvata, è stato riservato un occhio di riguardo alla spesa sociale, che cresce del 67%, passando dai 1.860 milioni del Governo Letta ai 2.760 milioni del Governo Renzi, mentre partivamo da capitoli completamente azzerati a fine 2011.

Le misure più importanti hanno riguardato il 5 per mille, attestatosi sui 500 milioni di euro, con una copertura adeguata, a far sì che la cifra ipotizzata sia reale; per quanto riguarda, poi, il servizio civile la legge di stabilità ha previsto 115milioni di euro nel 2015 e 113 milioni nel 2016 e 2017; come ho già avuto modo di dire, il fondo per la non autosufficienza è passato da 350 a 400 milioni; quello per le politiche sociali si è attestato a 315 milioni; 20 milioni serviranno, invece, a finanziare le misure per promuovere l’inserimento nel mondo del lavoro dei disabili; 250milioni andranno alla social card, la carta acquisti ordinaria per il 2015.

Ancora, per la riforma del terzo settore viene autorizzata la spesa di 50 milioni per l’anno 2015, di 140 milioni per il 2016 e di 190 milioni annui a decorrere dal 2017. E se un po’ meno del 2014, 18 milioni, sono destinati al Fondo politiche per la famiglia, 202 milioni vanno alle famiglie con nuovi nati e 45 milioni alle famiglie numerose.

Ripeto quello che vi avevo già comunicato sulle donazioni, per le quali il tetto del limite delle detrazioni fiscali sale da 2mila a 30mila euro, e sulla cooperazione internazionale cui vengono destinati 180 milioni, 10 in più rispetto al 2014. Aumento di 5 milioni di euro anche per l’acquisto di derrate alimentari che si attesta a un totale di 10.

 

 Paolo Cova

News dal Parlamento

Grazie, Presidente

Questa settimana ho vissuto le dimissioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dalla sua carica. Per me è un solo e grande “grazie”. Ha vissuto il suo incarico in una fase storica difficile sia per la nostra nazione, sia per tutto il contesto internazionale, con alla base un sistema economico che ha mostrato i suoi limiti e le tensioni fondamentaliste diffuse nel mondo.

In questa situazione ha mantenuto una continuità, ha evitato strappi che potessero lacerare ulteriormente il nostro tessuto sociale, ha chiesto a gran voce un rinnovamento, ha garantito tutti.

Per questo non posso far altro che dire a gran voce: grazie, Presidente!

 

Doping: subito l’ente terzo

Come vi avevo annunciato, il Governo, con il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, ha risposto alla mia interpellanza urgente sulla lotta al doping nello sport. Presentando i contenuti del documento, ho ribadito alcuni punti fermi, ripetuti poi durante la conferenza stampa che ho tenuto con una dei colleghi co-firmatari nel pomeriggio: serve una separazione netta tra controllori e controllati. Ecco perché è necessaria un’agenzia terza che, come nel caso di Expo con il commissario Cantone, sia rigida nelle verifiche e anche nelle penalità conseguenti. Ce lo chiede anche la Wada, la World Anti-Doping Agency, che pretende che a fare le verifiche sia un organismo indipendente.

Sono stato molto netto sulla necessità dei controlli: nessuno deve pensare di sfuggire, ho detto al Governo, anzi, i controlli devono essere il primo deterrente all’uso di qualsivoglia sostanza. Ecco perché è fondamentale il principio della reperibilità degli atleti, spesso usata come escamotage per evitare le verifiche e gli ultimi casi, che hanno coinvolto sportivi famosi e pluripremiati, lo dimostrano. Ma non mi sono limitato alle richieste e ho fatto anche una proposta concreta per rendere subito operativo il nuovo organismo, dicendo che i soldi che oggi vengono dati dal Governo al Coni per i controlli antidoping vengano trasferiti immediatamente a questa nuova agenzia terza che potrebbe mettersi così subito a lavorare.

Per rendere efficace il mio intervento, ho usato parole forti che spero siano state ascoltate non solo dalla politica, ma soprattutto da chi di sport vive. Perché per me c’è un valore etico che va tutelato prima di tutto: meno medaglie sul petto, ma più pulite. E per quanto riguarda il nuovo organismo di controllo, ho anche detto che non ci serve una spolverata cambiando semplicemente le persone sedute sulle varie poltrone del mondo dello sport, ma è urgente una gestione diversa di esso. Ecco perché è così importante un ente terzo, dove il compito principale viene affidato al vertice. Non ho citato a caso Cantone, che ha ricevuto l’incarico di commissario di Expo per la sua storia, la sua etica, la sua preparazione.

A seguito dell’interpellanza si è verificato immediatamente un risultato inaspettato: dopo quasi quattro anni, la Procura antidoping del Coni ha convocato 65 atleti che si erano scordati di dare la propria reperibilità per i controlli a sorpresa o alcuni di essi avevano saltato i dovuti controlli.

Chi volesse vedere il mio intervento in Aula clicchi sul link:https://www.youtube.com/watch?v=z_Qod4RG4oM ad esso è seguita poi una conferenza stampa dove ho ribadito i concetti, qui c’è il link:https://www.youtube.com/watch?v=gAlmUP9EWmk

 

Imu di montagna, l’agricoltore non ci guadagna

Si è fatto un gran dibattere sull’esenzione dall’Imu dei terreni agricoli. Avevo già avuto modo di spiegare che risultavano esenti da imposta, anche per il 2014, tutti i terreni agricoli di valore pari o inferiore a 6000 euro, se erano di proprietà di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali.  Inoltre, il Decreto legge n. 66/2014 ha disposto una limitazione dell’esenzione dei terreni agricoli ricadenti in aree montane e di collina in base all’altitudine del comune cui appartengono. Ma in buona sostanza, veniva meno il concetto di area svantaggiata, vuoi perché se il centro del comune è a un’altitudine inferiore, non è detto che il terreno sia ubicato dentro il range previsto, vuoi perché spesso piccole comunità situate anche non molto in altezza, vivono, comunque, una situazione di svantaggio economico.

Per questo ho sottoscritto convintamente una risoluzione che impegna il Governo “a rivedere i criteri di definizione delle aree svantaggiate e montane per l’esenzione dall’Imu dei terreni agricoli, individuando una griglia di criteri definiti sulla base delle caratteristiche pedoclimatiche, per tener conto delle difficoltà oggettive di coltivazione, e sulla base delle caratteristiche socio-economiche delle aree interessate per tener conto degli indici di infrastrutturazione e di organizzazione delle filiere agricole, nonché delle dimensioni e del reddito aziendale”. Inoltre, il documento chiede di istituire un tavolo di confronto con le organizzazioni agricole e con gli enti locali per l’individuazione degli indici più rappresentativi di questi nuovi criteri, e di prorogare nel contempo la data di scadenza del pagamento oltre il termine previsto del 26 gennaio, fino alla definizione della vic enda, tenuto conto anche che in proposito pendono ricorsi al Tar.

 

La verità su Moro

Vi preannuncio con largo anticipo un appuntamento che ritengo di fondamentale importanza per i temi trattati e che ho contribuito a organizzare. Sabato 14 febbraio 2015, a partire dalle 10, a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, in sala Alessi, si terrà un incontro dal titolo “Chi e perché ha ucciso Aldo Moro”. Si tratta del racconto della vicenda del presidente della Dc, rapito e ucciso dalla Brigate Rosse, attraverso la lettura dei documenti di Stato. Oltre a me, interverranno Marco Granelli, assessore del Comune di Milano, Andrea Fanzago, vicepresidente del Consiglio comunale milanese, il sindaco Giuliano Pisapia, il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. La relazione è affidata a Gero Grassi, vicepresidente del Gruppo Pd della Camera.

Faccio anche sapere che questa iniziativa non è estemporanea, ma sta girando letteralmente tutta l’Italia, nei centri maggiori, come in quelli più piccoli e io mi sono sentito di sposarla in pieno. Se vuoi vedere il volantino clicca qui.

Paolo Cova

“Domani la risposta del Governo sul doping”

Si parlerà di lotta al doping domani, venerdì 16 gennaio 2015, alla Camera dei Deputati. A sollevare il velo su un problema di vasta portata e di forte impatto per lo sport italiano, con tutte le implicazioni che comporta, l’interpellanza urgente presentata pochi giorni fa dall’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, cui verrà data risposta durante la seduta mattutina.

 

Nel documento Cova chiede di capire come mai il sistema di controllo non sia abbastanza preciso e trasparente e per quale motivo la Commissione per la Vigilanza e il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive non abbia affrontato la questione del conflitto di interesse tra controllore e controllato. Ma anche perché la Commissione può verificare la correttezza solo dei giovani atleti e dei settori amatoriali, ma non degli atleti professionisti e di vertice che sono monopolio assoluto del Coni.

 

E alle 14, nella Sala stampa della Camera , in via della Missione 4, a Roma , seguirà una conferenza stampa con l’on. Cova che illustrerà la risposta ricevuta e i prossimi passi che intende compiere per proseguire una battaglia appena iniziata contro un malcostume assolutamente dannoso per gli sportivi.

 

Roma, 15 gennaio 2015

 

 

News dal Parlamento

Parigi e quei fuochi di violenza

I fatti avvenuti a Parigi mi spingono a fare alcune brevi considerazioni. Mi sembra necessario e urgente arrivare a risolvere le situazioni di guerra che, da anni, sta attraversando il mondo mediorientale. Penso agli avvenimenti in Iraq, alla situazione in Palestina e al rapporto fra le popolazioni israeliana e palestinese e alla vicenda siriana. Questi conflitti all’interno delle realtà mediorientali e poi fra questi e il mondo occidentale sono il bacino che consente al terrorismo di legittimarsi. Su questo campo le nazioni occidentali e l’Europa devono spendersi di più.

Altra considerazione è che gli estremisti si legittimano a vicenda, da una parte e dall’altra. Chi vuole avere voce in capitolo e mostrarsi al mondo oppure avere visibilità, si mette sempre in posizioni estreme e la presenza del suo omologo all’opposto lo aiuta ad avere forza per continuare la lotta. Penso che vadano prosciugati gli estremi e che non si debba cedere in facili considerazioni per diventare anche noi parte di coloro che accendono i fuochi che infiammano la violenza.

 

E l’Italia si difende così

Su quanto avvenuto nei giorni scorsi nella capitale francese, alla Camera abbiamo ascoltato l’informativa del Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Molte le informazioni fornite dal responsabile del dicastero. Innanzitutto, il fatto che uno dei killer di Parigi era noto alle forze di polizia italiane come appartenente alle filiere islamiche dirette in Iraq, ma non era mai stato sul territorio nazionale. Alfano ha fatto sapere che dopo l’attentato è stato disposto l’immediato rafforzamento dei dispositivi di vigilanza, mentre il monitoraggio degli obiettivi sensibili proseguirà con grandissimo impegno. L’attenzione è stata posta non solo ai siti istituzionali e ai luoghi di culto, ma anche alle sedi di giornali e tv e rispetto a personalità pubbliche che, in ragione della loro attività politica, potrebbero essere oggetto di attenzioni terroristiche.

Anche l’Italia, ha detto Alfano, è toccata dal fenomeno dei “foreign fighters”, ovvero cittadini con passaporti europei che ingrossano le fila delle milizie dello Stato Islamico in Siria e in Iraq, ma in misura sensibilmente minore rispetto ad altri paesi occidentali. Le forze dell’ordine stanno cercando di intercettarne e monitorarne eventuali tentativi di rientro in Italia, controllando ogni spostamento. Risultano 53 le persone finora coinvolte nei trasferimenti verso i luoghi di conflitto che hanno avuto a che fare con l’Italia nella fase di partenza o anche solo in quella di transito. Sono previste anche nuove misure contro la minaccia rappresentata dal terrorismo molecolare, cioè fatto dal singolo che si addestra magari da solo sul web: tra le norme, il ritiro del passaporto, pene contro chi organizza gli spostamenti dei foreign fighters, stop alla vendita di precursori di esplosivi, black list dei siti a rischio.

L’Italia è in pericolo? Per Alfano non ci sono segnali che la indichino come esposta a specifici rischi, ma indubbiamente le ragioni di un’eventuale insidia terroristica sono rinvenibili nel fatto che ospita la massima autorità del cattolicesimo, a volte additata nei messaggi di Al Bagdadi tra i possibili bersagli. Il Ministro ha anche voluto rassicurare che sia moschee che altri luoghi non vengono trascurati nelle analisi di intelligence investigativa, così come sono tenuti sotto stretto controllo i flussi migratori.

 

Riforme, si vota

Questa settimana abbiamo iniziato a votare la riforma costituzionale, iniziando dagli emendamenti al disegno di legge che porta il complicato titolo di “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato.

Procederemo per gradi, cercando di arrivare il prima possibile a una definizione del nuovo bicameralismo. E magari prima che inizino le votazioni per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

 

No al doping e al suo mondo torbido

Nei giorni scorsi ho iniziato una nuova battaglia, dopo quella sulle quote latte che conoscete bene. In questo momento mi sta a cuore provare a sostenere la lotta all’uso del doping nello sport. E se per alcuni i problemi dell’Italia, in questo momento, sono altri, faccio presente che non è sano lasciare che giovani sportivi si rovinino la vita, alimentando nel contempo il malaffare che sta dietro all’uso di queste sostanze e trascinando anche quello che dovrebbe essere un buon esempio per i più piccoli, lo sport, appunto, nel fango dell’inganno. Perciò, se il Governo e il Parlamento sono impegnati strenuamente nel tentativo di risollevare il Paese dal baratro nel quale è precipitato negli ultimi vent’anni di gestione di centrodestra, io, nel mio piccolo, voglio portare all’attenzione di tutti un tema che rappresenta un altro dei tanti aspetti, tra l’altro torbido, della situazione in cui ci siamo trovati.

Ho depositato perciò un’interpellanza urgente, di cui sono primo firmatario, che chiede al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute, di capire come mai il sistema di controllo non sia abbastanza preciso e trasparente e per quale motivo la Commissione per la Vigilanza e il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive non abbia affrontato la questione del conflitto di interesse tra controllore e controllato. Ma anche perché la Commissione può verificare la correttezza solo dei giovani atleti e dei settori amatoriali, ma non degli atleti professionisti e di vertice che sono monopolio assoluto del Coni. Chiedo, quindi, di istituire un organismo indipendente di controllo come è avvenuto da tempo nella maggior parte dei Paesi europei. La legge esiste già, è la 376/2000 che aveva cancellato il grave conflitto tra il controllore e il controllato. Adesso bisogna davvero cambiare il sistema che viene accettato nel nostro Paese, perché questo vuol dire cambiare anche uno sport che rischia di accettare il doping senza reagire.

 

Servizi alla persona in tempo di crisi

Vi segnalo, infine, un appuntamento cui parteciperò sabato 17 gennaio 2015, alle 10, nella sede del Pd di Sesto San Giovanni, in via Fiorani 1. Il titolo dell’incontro è “Servizi alla persona e crisi economica: binomio (im)possibile?”. Oltre a me, interverranno Giovanni Fosti, ricercatore Cergas dell’Università Bocconi; Roberta Perego, assessore alle Politiche sociali e sanitarie di Sesto S. Giovanni; Ezio Casati, collega deputato del Pd; Sara Valmaggi, vicepresidente del Consiglio regionale. Introduce e modera Alessandro Salvatori, della segreteria Pd di Sesto S. Giovanni con delega al Welfare.

Se vuoi leggere il volantino clicca qui.

Paolo Cova

 

Le reazioni all’interpellanza sul doping

L’interpellanza sul doping presentata oggi ha suscitato diverse attenzioni.

Il problema è molto serio e deve essere risolto, la legge c’è e deve solo essere applicata risolvendo il conflitto tra controllore e controllato.

Hanno scritto una giornalista freelance, runner e blogger su http://vadodicorsa.wordpress.com/2015/01/08/uninterpellanza-affinche-la-lotta-al-doping-diventi-una-priorita/

Ho scritto anche Repubblica.it http://www.repubblica.it/sport/vari/2015/01/08/news/interrogazione_camera_su_doping-104537653/

e anche Atleticalive http://www.atleticalive.it/11112/il-doping-arriva-in-parlamento-interpellanza-parlamentare-sui-whereabouts/