Indicizzazione e interprofessione previste nel decreto agricoltura: così si portano fuori le aziende dalla crisi

Un nuovo sistema strategico di gestione del latte e del settore lattiero caseario che risolva il problema legato al prezzo pagato ai produttori con l’indicizzazione e investa sull’interprofessionale. Di questo ha parlato oggi, lunedì 15 giugno 2015, l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, nel suo intervento durante la discussione, alla Camera, sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi.

 

“In questi anni il latte è stato pagato agli allevatori a un costo inferiore al suo valore dall’industria – ha ricordato Cova –. Eppure, i prodotti lattiero-caseari trasformati danno valore aggiunto alla materia prima. Il risultato? L’abbandono della zootecnica con il risultato che dal 1996 a oggi ci sono 500mila vacche da latte in meno. E questo perché gli allevatori non ottengono un prezzo adeguato a mantenere aperte le aziende”.

 

Ora, invece, ha sottolineato il parlamentare Pd, “il decreto chiede di indicare parametri certi per il prezzo del latte, ma anche molta attenzione al prodotto trasformato perché l’industria paga un prezzo di molto inferiore rispetto a quanto lo rivende al consumatore. Inoltre, prevede che il prezzo fissato abbia una durata di almeno 12 mesi che è una garanzia per i produttori”.

L’eccessiva volatilità dei prezzi pagati alla fonte in questi anni ha portato anche a un’altra conseguenza, ha fatto presente Cova: “Gli allevatori hanno fermato i loro investimenti e poiché il mercato è molto frazionato, è importante che il decreto preveda anche l’interprofessione, che significa un tavolo dove dare un contributo unitario, una migliore strategia di vendita del prodotto”.

 

Indicizzazione e interprofessione non sono le uniche due strade per portare fuori le aziende dalla crisi, ha detto ancora Cova: “L’eccesso dell’ultimo anno ha portato a splafonare: grazie a un mio emendamento approvato già in Commissione Agricoltura, costoro vedranno riconosciuta una riduzione del 6% della multa. E, novità, il beneficio ricadrà anche su coloro che hanno splafonato del 100%. Con il principio della compensazione si permetterà a tante aziende di superare questa ulteriore difficoltà. E grazie a quanto prevede il decreto, tutta la filiera potrà camminare insieme con un unico obiettivo: valorizzare il prodotto finale”.

 

Roma, 15 giugno 2015

News dal Parlamento

Cosa cambia in nome dell’Europa

Con 310 voti a favore, 21 contrari (Lega e Fdi) e 95 astenuti (M5S e Fi), alla Camera abbiamo approvato la Legge europea 2014, che ora va al Senato.

Questo provvedimento rappresenta, insieme alla legge di delegazione europea, uno dei due strumenti di adeguamento all’ordinamento dell’Unione europea. In particolare, vi sono inserite le disposizioni finalizzate a porre rimedio al non corretto recepimento della normativa dell’Ue nell’ordinamento nazionale, nei casi in cui il Governo abbia riconosciuto la fondatezza dei rilievi mossi dalla Commissione europea nell’ambito di procedure di infrazione o di pre-infrazione.

Ecco che allora i vari articoli intervengono sulle materie più disparate: la libera circolazione delle merci, abrogando la disciplina relativa alla commercializzazione degli apparecchi ricevitori per la televisione in tecnica analogica, oramai obsoleti; numerose disposizioni riguardano la libera circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali, come l’importazione di prodotti petroliferi da Paesi terzi, il Codice delle comunicazioni elettroniche, i servizi di radiodiffusione sonora in onde medie a modulazione di ampiezza o le disposizioni del Codice della proprietà industriale relative alle domande di brevetto o di marchio.

In materia di giustizia e sicurezza, vengono apportate modifiche alla disciplina dell’immigrazione e dei rimpatri, rendendoli più stringenti. Sui trasporti si interviene sui requisiti per il rilascio delle patenti di guida, sui requisiti richiesti agli esaminatori e si provvede all’eliminazione di alcune limitazioni alla guida dei minorenni titolari di patenti.

Altre novità riguardano la materia fiscale, il lavoro e la politica sociale, quindi anche la salute e la sicurezza dei lavoratori nei cantieri temporanei o mobili, la salute pubblica e la sicurezza alimentare – in particolare si interviene sul sistema di identificazione degli animali della specie bovina negli scambi intracomunitari –, la materia ambientale, modificando la disciplina relativa alla cattura di uccelli a fini di richiamo e intervenendo sui divieti relativi al commercio di specie di uccelli viventi.

È ora di regolare le unioni civili

Questa settimana, in Aula, sono state discusse alcune mozioni relative alla trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso. Come sapete, è successo un po’ di tutto su questa materia: molte coppie hanno contratto, appunto, un matrimonio all’estero e hanno chiesto al proprio Comune di poterlo vedere riconosciuto in Italia. Alcuni sindaci lo hanno fatto, altri no, altri ancora sono stati smentiti dai loro Prefetti. Va messo ordine. L’unica mozione approvata alla Camera è stata quella del Pd che ha impegnato il Governo, ad adottare le misure necessarie per garantire un eguale trattamento delle medesime situazioni su tutto il territorio nazionale. Ma anche a intervenire, nell’ambito delle proprie prerogative, a legiferare sul tema delle unioni civili.

Meno denaro contante, più sicurezza

Questa settimana, inoltre si è  discusso di mozioni riguardanti la circolazione del denaro contante. I motivi sono tanti. Ad esempio, il costo del contante che, secondo la Banca d’Italia, ripartito tra istituti bancari e imprese, è di circa 8 miliardi di euro l’anno, pari allo 0,6% del prodotto interno. Ma c’è anche la necessità di contrastare il riciclaggio e l’evasione fiscale che, secondo il rapporto presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze, assume nel nostro Paese dimensioni ancora molto ampie e complesse. Inoltre, l’adozione anche nella pubblica amministrazione di strumenti di pagamento digitali può avere effetti positivi in termini di riduzione dei costi e dei rischi connessi, come di maggiore efficienza nella gestione dei servizi al cittadino.

Si impegna, perciò, il Governo a definire in tempi brevi l’attuazione del regolamento Ue sui tetti alle commissioni interbancarie nelle parti in cui è lasciata la facoltà al Paese membro di adottare determinate misure, con la finalità di ridurre il costo dei mezzi di pagamento elettronici in Italia, e ad assumere iniziative normative volte, da una parte, a incentivare gli strumenti di pagamento elettronici e a ridurne il costo e, dall’altra, contestualmente e condizionatamente, a valutare l’opportunità di rivedere la disciplina vigente in tema di uso del contante, ponendo l’Italia in linea con gli altri Stati europei che adottano restrizioni sulla circolazione della carta moneta e hanno raggiunto una significativa diffusione dei mezzi di pagamento diversi dal contante.

Trattati e accordi: le novità

Settimana di ratifiche, questa. Abbiamo, dunque, approvato la ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo italiano e l’Organizzazione mondiale della Sanità – Ufficio regionale per l’Europa – concernente l’Ufficio europeo Oms per gli investimenti in salute e per lo sviluppo; la ratifica ed esecuzione dell’Accordo di associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e l’Ucraina, dall’altra; l’adesione della Repubblica italiana alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla riduzione dei casi di apolidia (soggetti privi di cittadinanza), fatta a New York il 30 agosto 1961; la ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kazakhstan di cooperazione nel contrasto alla criminalità organizzata, al traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, di precursori e sostanze chimiche impiegat e per la loro produzione, al terrorismo e ad altre forme di criminalità. Provvedimenti che passano ora all’esame del Senato.

Sono stati inoltre approvati in via definitiva la ratifica ed esecuzione del Trattato in materia di assistenza giudiziaria penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani; la ratifica ed esecuzione del Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani; la ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l’esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori.

Parliamo di latte

Vi anticipo un incontro, organizzato dalla collega di Commissione Agricoltura Veronica Tentori, cui parteciperò e che si terrà sabato 20 giugno, alle 10.30, nella sala conferenze Sandro Pertini della Biblioteca comunale di Bulciago, sul tema “Le prospettive della zootecnia: dalla nuova Pac al Decreto latte”. Il programma prevede i saluti del sindaco Luca Cattaneo, l’intervento mio, della collega Tentori e di Antonio Ciappesoni, allevatore e presidente dell’Associazione provinciale Allevatori Como-Lecco, oltre a quello di esponenti della Fiera zootecnica di San Gaetano e di allevatori e produttori locali.

L’obiettivo dell’incontro è parlare della fase di grandi cambiamenti che coinvolgono l’intero settore della zootecnia e del lattiero caseario, considerando la fine del regime delle quote latte, gli scenari del mercato agroalimentare internazionale e l’entrata in vigore della nuova Politica agricola comunitaria 2014-2020.

Ma sarà anche l’occasione per confrontarsi sulle strategie messe in campo dal Governo attraverso il cosiddetto Decreto latte ora in discussione alla Camera, in cui è previsto un rafforzamento degli strumenti contrattuali e una migliore organizzazione interprofessionale della filiera, oltre alla declinazione dei punti di intervento previsti per il Fondo per la qualità del latte, introdotto nell’ultima Legge di stabilità.

Paolo Cova

 

 

 

News dal Parlamento

Class action per legge

Con un sì unanime – 388 voti a favore, nessun contrario e un astenuto – alla Camera abbiamo approvato la legge sulla class action. Una proposta che ha come scopo quello di assicurare efficienza all’amministrazione della giustizia, migliorando la disciplina dell’azione di classe, intesa come strumento di attuazione in via collettiva dei diritti.

La class action ora potrà essere intrapresa da tutti coloro che avanzino pretese risarcitorie, anche modeste (oggi lo strumento è riservato sostanzialmente ai consumatori e alle loro associazioni). Ci saranno a seguito incentivi economici, in particolare a sostegno dell’attività di coloro che propongono la class action.

Rispetto al passato viene definita più puntualmente la procedura da seguire, introducendo meccanismi che consentano di portare a conclusione l’azione, e rinnovata la disciplina del compenso per i difensori, in caso di accoglimento della domanda, riconoscendo loro la cosiddetta “quota lite”.

L’azione sarà sempre esperibile in relazione a “diritti individuali omogenei” e a “interessi collettivi” da ciascun componente della classe, anche mediante associazioni cui dà mandato o comitati cui partecipa. Quanto all’oggetto, all’accertamento della responsabilità, alla condanna al risarcimento del danno e alla condanna alle restituzioni, si aggiunge l’inibitoria nei confronti degli autori delle condotte lesive.

I destinatari sono imprese ed enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità. La si propone al tribunale, che deve valutarne l’ammissibilità entro un mese dalla presentazione dell’azione, che può essere riproposta in caso di reiezione con un titolo diverso.

In caso di condanna il giudice può procedere direttamente alla liquidazione individuale di ogni singolo aderente all’azione, o stabilire un criterio omogeneo di calcolo per la liquidazione dei singoli assegnando alle parti un termine massimo di 90 giorni per trovare un accordo sulla liquidazione del danno e le restituzioni.

 

Nuove regole per l’estradizione

Questa settimana abbiamo dato un altro importante via libera: con 328 sì, 68 no (M5S e Lega) e 9 astenuti, abbiamo approvato la ratifica della Convenzione di Bruxelles del 2000 sull’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri Ue e la delega al Governo per l’adeguamento della normativa italiana, oltre alla delega per la riforma dell’estradizione. Ora il testo passa al Senato.

Il provvedimento consentirà lo svolgimento di una serie di doverose rogatorie internazionali presentate dalla magistratura italiana, ma più in generale il testo mira a semplificare e rendere più efficaci le formalità e le procedure relative alle richieste di assistenza giudiziaria, introducendo forme e tecniche specifiche di collaborazione rafforzata con le autorità giudiziarie degli altri Paesi europei. Contempla, ad esempio, la possibilità di svolgere audizioni mediante videoconferenza e teleconferenza, di creare squadre investigative comuni, di effettuare intercettazioni di telecomunicazioni, operazioni di infiltrazione e consegne sorvegliate. Risponde, insomma, a una sempre più accentuata esigenza di collaborazione internazionale sul piano delle indagini e su quello processuale per garantire un’efficace azione di contrasto alla criminalità. Verranno così perfezionati strumenti convenzionali preesistenti e appartenenti ad altri ambiti giuridici, come il patto di Schengen, per migliorare la collaborazione giudiziaria in materia penale attraverso un’assistenza giudiziaria rapida, efficace, compatibile con i principi fondamentali del diritto interno degli Stati membri e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

 

Ancora sul doping. E i gruppi militari

Forse ricorderete che sulla questione doping e gruppi sportivi militari avevo presentato un’interrogazione a febbraio, allo scopo di avere chiarezza su quanto la pratica scorretta incidesse sulle performance degli atleti di Stato. Ma non ho mai ricevuto risposta e ora ho depositato anche un’interpellanza, sottoscritta da 30 colleghi del Pd. In sostanza, chiediamo ai comandanti responsabili dei gruppi sportivi militari di sapere come hanno vigilato sui propri atleti in occasione delle scorse olimpiadi. Inoltre, poiché siamo nel pieno della preparazione olimpica, dispiacerebbe che gli errori del passato non siano stati superati: ecco perché è importante capire cosa è stato messo in atto per evitare che accada ancora.

Nel dettaglio, nell’interpellanza ripeto le domande già fatte ai Ministri competenti: se i comandanti dei Gruppi sportivi erano a conoscenza che atleti di tutte le discipline sportive appartenenti al proprio gruppo sportivo non avevano provveduto a inviare il modulo della propria reperibilità come previsto dal Codice antidoping del Wada e quale sistema di controllo interno abbiano messo in atto in questi anni per prevenire il mancato invio della reperibilità e del possibile uso di sostanze dopanti da parte dei propri atleti; se i comandanti dei Gruppi sportivi, dopo le notizie delle agenzie di stampa sugli interventi fatti dalla Procura di Bolzano a settembre 2014, si siano attivati per verificare che i propri atleti non fossero nella condizione di aver disatteso a questo obbligo di inviare la reperibilità e quali provvedimenti abbiano messo in atto nei confronti degli atleti che avessero eventualmente disatteso a questo obbligo; se gli atleti appartenenti ai gruppi sportivi che risultano convocati per chiarimenti dalla Procura antidoping, abbiano concordato una linea difensiva comune assumendo un unico studio legale a difesa e se tale percorso sia stato condiviso e concordato dai comandanti e responsabili dei gruppi sportivi.

Sono loro i primi tutori della legalità. E devono essere di esempio per tutti gli atleti professionisti e amatoriali.

 

Abbasso la Xylella

Sull’emergenza fitosanitaria, causata dal batterio Xylella fastidiosa, che ha colpito gli alberi di ulivo in Puglia e di cui si è parlato molto in questi mesi proprio per i danni che ha provocato, abbiamo approvato una serie di mozioni che prevedono interventi urgenti. Principalmente impegniamo il Governo ad affrontare e a risolvere con immediatezza la fase di crisi economica degli agricoltori e dei vivaisti, che, rispettivamente con l’abbattimento delle piante di olivo e con la sospensione o l’annullamento dei contratti e delle forniture, perdono la loro fonte di reddito e di sopravvivenza.

Inoltre, l’impegno è a incentivare la ricerca per studiare il patogeno, l’insetto vettore, e individuare ogni misura idonea a prevenire e curare gli ulivi e le altre specie vegetali attaccate dalla Xylella fastidiosa, salvaguardando l’aspetto paesaggistico, ambientale e produttivo dei territori colpiti. Per questo il Governo dovrà assumere iniziative per prevedere per tutti gli agricoltori danneggiati dalla Xylella fastidiosa la sospensione dell’Imu agricola e la proroga delle scadenze delle rate di credito agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario dalle imprese agricole.

Tra gli impegni, anche quello ad adoperarsi, in particolare in sede comunitaria, per realizzare un regime di aiuti destinati a finanziare piani di intervento per l’emergenza fitosanitaria con specifiche misure sovvenzionate, in relazione al valore dei raccolti distrutti e dei frutti pendenti non raccolti delle piante arboree estirpate.

 

Il Governo si occupi della Sardegna

Dalla Puglia alla Sardegna. Nella stessa seduta abbiamo votato unanimemente altre mozioni che prevedono interventi per l’isola. I testi approvati sono relativi tra l’altro a temi quali servitù militari, crisi occupazionale e produttiva dell’Isola, calamità naturali abbattutesi sulla regione, difficoltà nei collegamenti con l’Italia e interni.

Il Governo è stato da noi, perciò, impegnato a superare le criticità esistenti, tenendo nel debito conto gli interessi territoriali in base anche al principio della leale collaborazione tra enti e comunque nel pieno rispetto degli interessi di cui è portatrice la Regione autonoma della Sardegna; a prestare un’attenzione particolare in termini di assunzione di responsabilità e di riconoscimento delle specificità della realtà e delle problematiche della Sardegna, affinché possano essere superate e orientate a una valorizzazione delle vocazioni principali dell’isola stessa; a inserire nell’agenda dei lavori del Governo la questione Sardegna, anche attraverso l’istituzione di uno specifico tavolo di lavoro congiunto Stato-Regione per l’esame urgente delle vertenze ancora aperte e per definire, in particolare, tutte le iniziative utili a garantire la loro risoluzione in tempi certi.

 

Un premio alle tematiche del socialismo

Attraverso la formula della proposta di legge, in Aula abbiamo votato l’istituzione del “Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno” e le disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell’archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921.

Il premio sarà conferito il 25 settembre di ogni biennio, a partire da quest’anno, per un ammontare totale di 40mila euro, a coloro che tratteranno temi ispirati alle tematiche del socialismo nel XXI secolo in Italia e nel mondo; ai conflitti sociali e alle lotte politiche tra passato e futuro; al socialismo e al Mezzogiorno; ai cambiamenti istituzionali regionali e locali avvenuti nel Mezzogiorno d’Italia nel XX secolo e previsioni per il XXI secolo; allo studio del fenomeno della violenza politica, sia verbale che fisica, del suo sviluppo, delle sue forme, degli strumenti per combatterla; agli ideali di giustizia, di solidarietà e di pace in Italia e nel mondo; al riformismo e alla democrazia nel Mezzogiorno d’Italia.

Inoltre, alla Fondazione Giuseppe Di Vagno è concesso un contributo straordinario una tantum, per l’anno 2015, pari a 100mila euro per la riorganizzazione, la redazione degli inventari, il potenziamento, l’automazione, l’informatizzazione e la dotazione di risorse umane, la definitiva e permanente apertura al pubblico della biblioteca e dell’archivio storico della memoria democratica pugliese, collocati nella sede della Fondazione

Doping nei gruppi sportivi militari e delle forze di polizia: dopo l’interrogazione, chiedo spiegazioni con un’interpellanza

Doping e gruppi militari: l’on. Paolo Cova aveva presentato un’interrogazione a febbraio per avere chiarezza su quanto la pratica scorretta incidesse sulle performance degli atleti di Stato. Ma non ha mai ricevuto risposta e ora ci riprova con un’interpellanza.

 

“Dopo non aver ricevuto risposta all’interrogazione fatta alcuni mesi fa, oggi, con 30 colleghi del Pd, richiediamo ai comandanti responsabili dei gruppi sportivi militari di sapere come hanno vigilato sui propri atleti in occasione delle scorse olimpiadi – spiega Cova –. Inoltre, siamo nel pieno della preparazione olimpica e dispiacerebbe che gli errori del passato non siano stati superati. Allora è importante capire cosa è stato messo in atto perché non accada più”.

 

Cova reitera, perciò, le sue domande ai Ministri competenti, ovvero chiede di sapere “se i comandanti dei Gruppi sportivi erano a conoscenza che atleti di tutte le discipline sportive appartenenti al proprio gruppo sportivo non avevano provveduto a inviare il modulo della propria reperibilità come previsto dal Codice antidoping del Wada e quale sistema di controllo interno abbiano messo in atto in questi anni per prevenire il mancato invio della reperibilità e del possibile uso di sostanze dopanti da parte dei propri atleti”.

Ma anche “se i comandanti dei Gruppi sportivi, dopo le notizie delle agenzie di stampa sugli interventi fatti dalla Procura di Bolzano a settembre 2014, si siano attivati per verificare che i propri atleti non fossero nella condizione di aver disatteso a questo obbligo di inviare la reperibilità e quali provvedimenti abbiano messo in atto nei confronti degli atleti che avessero eventualmente disatteso a questo obbligo”.

Infine, “se gli atleti appartenenti ai gruppi sportivi che risultano convocati per chiarimenti dalla Procura antidoping, abbiano concordato una linea difensiva comune assumendo un unico studio legale a difesa e se tale percorso sia stato condiviso e concordato dai comandanti e responsabili dei gruppi sportivi”.

 

“Occorre fare chiarezza in un settore sportivo che tocca direttamente le forse armate della nazione, cioè i primi tutori della legalità che devono essere di esempio per tutti gli atleti professionisti e amatoriali”, conclude il parlamentare Pd.

​Se vuoi leggere l’interpellanza clicca su 150212-Forze armate

 

Roma, 4 giugno 2015

Decreto legge n.51 su emergenze in agricoltura e latte

Mercoledì 3 giugno 2015 inizia la discussione degli emendamenti al Decreto n.51 su emergenze in agricoltura e latte in commissione Agricoltura della Camera.

Chi fosse interessato può trovare il testo del decreto cliccando su DL-agricoltura e può leggere la scheda di lettura preparata dall’Ufficio Studi della Camera cliccando su C. 3104 Schede di lettura.

Mi sembra opportuno segnalare anche gli emendamenti presentati in commissione e sui quali domani si inizia la discussione e le votazioni. Potete leggere il fascicolo cliccando su C. 3104 FASCICOLO EMENDAMENTI_2015 05 26 (1).

Fra questi trovate anche quelli che ho presentato.

I punti importanti riguardano il tema dell’interprofessione del latte e la percentuale per accreditarla. Il decreto propone il 20% perché è un settore molto frastagliato e diviso, ma aumentare la percentuale consentirebbe di avere una interprofessione più rappresentativa.

Altro punto è l’indicizzazione del prezzo del latte che ritengo debba considerare anche il costo che paga il consumatore. Ad oggi abbiamo che i produttori vengono pagati sempre meno ma i consumatori continuano a pagare di più. Questo consente agli industriali di guadagnare di più senza che ne traggano beneficio anche i consumatori e i produttori. Quello che è avvenuto in questi anni è stato il continuo abbandono degli allevatori.

Infine ci sono emendamenti che riguardano le compensazioni delle quote latte. Ritengo che sia necessario ampliare la platea di allevatore che possano beneficiare della compensazione, ma rispettando il limite del 6% massimo di compensazione per rispettare anche gli allevatori che sono stati entro questo limite imposto dalla legge.

News dal Parlamento

Decreto latte: i miei suggerimenti

Alla Camera stiamo lavorando sul Decreto legge n. 51, ovvero quello che prevede “Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale, e di razionalizzazione delle strutture ministeriali”. Ho presentato una serie di emendamenti all’articolo 2.

Per quanto riguarda le norme che regolano i contratti, ho depositato alcune mie proposte per fronteggiare la crisi del settore lattiero-caseario e garantire un ordinato e sostenibile superamento del regime delle quote latte. In un emendamento suggerisco di modificare il comma dove si prevedono le modalità per calcolare i costi medi del prezzo del latte al produttore poiché ritengo   che vada collegato alla spesa del consumatore, per evitare eccessi, sia per il latte crudo sia per i derivati.   Insomma, la battaglia che, come sapete, sto portando avanti da tempo.

Per quanto riguarda, invece, le quote latte, chiedo che per le aziende vengano inserite una o piu classi di compensazione nel caso ci sia ancora disponibilità di quota e per evitare che vengano fatte pagare multe in eccedenza a quelle che effettivamente dobbiamo pagare alla Ue. Tali aziende rientrano in piu scaglioni progressivi con tetti di riferimento che vanno : dal 12% al 20%, dal 20% al 30%, dal 30% al 50% e oltre il 50% .Resta comunque il vincolo del 6% di compensazione per evitare che gli allevatori che hanno rispettato da subito la norma di legge, si vedano penalizzati.

 

 

Per i Psr la Lombardia non c’è

L’assessore regionale all’Agricoltura ha sempre assicurato che la Lombardia sarebbe stata la prima a ottenere i fondi del Programma di sviluppo rurale, perché aveva presentato la documentazione tempestivamente, e che semmai erano le altre regioni in ritardo. Invece, guarda caso, la Commissione europea ha dato il via libera ai finanziamenti del Psr al primo gruppo di italiane e la Lombardia non c’è.

Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Provincia autonoma di Bolzano possono iniziare a sostenere lo sviluppo agricolo dei propri territori, mentre la nostra regione resta a bocca asciutta. Mi viene un dubbio: non è che nonostante le granitiche certezze dell’assessore gli altri si sono attivati più celermente?

Qualunque sia il motivo, a metà dell’anno, la Lombardia, che è la prima regione agricola d’Italia, non è fra le prime a vedere partire il Psr e le aziende agricole lombarde devono ancora aspettare e sono costrette a vedere congelati 1.150 milioni di euro che sarebbero una vera boccata di ossigeno per il sistema agricolo lombardo. Forse alle tante parole devono seguire i fatti!

 

A tavola con noi parlamentari

Per chi non lo sapesse, dal 28 maggio al 7 giugno, a Pregnana Milanese, nell’area feste di via Gallarate, si sta tenendo la Festa de l’Unità 2015. E ve lo dico perché domenica 7 giugno, alle 12, se volete fare un salto a Pregnana, potrete partecipare all’interessante iniziativa intitolata “A pranzo con il Partito democratico” che si tiene proprio al ristorante della festa. Un’occasione di incontro e di scambio cui parteciperò assieme ai colleghi parlamentari Eleonora Cimbro e Vinicio Peluffo. Clicca qui per la locandina.

 

Due “Expo” in mostra

Mi preme segnalarvi questa iniziativa. La Fondazione Carlo Perini, con il patrocinio del Comune di Milano, ha organizzato la mostra documentaria di stampe e fotografie “Dall’esposizione internazionale di Milano del 1906 a Expo 2015”, che si tiene nella Sala Torretta della Villa Scheibler, in via Felice Orsini, 21, a Milano.

La mostra rimarrà aperta fino al 31 ottobre e si può visitare durante gli orari di apertura della Villa Scheibler. Per informazioni tel. 02/88445360.

Paolo Cova

 

 

News dal Parlamento

Linea dura contro la corruzione

Sono particolarmente fiero di annunciare la vera notizia della settimana dalla Camera, dove abbiamo approvato il disegno di legge che introduce pene più severe per i reati di corruzione, concussione e peculato, anche prevedendo la restituzione dell’intero maltolto, e fatto tornare un reato penalmente perseguibile il falso in bilancio. Voglio anche che siano chiari i numeri e gli schieramenti: 280 sono stati i voti favorevoli, 53 quelli contrari e 11 gli astenuti. Abbiamo detto “sì” noi del Pd, mantenendo una promessa importante fatta agli elettori, Sel, Scelta Civica, Per l’Italia, Area Popolare, gli ex 5 stelle di Alternativa Libera. Hanno detto “no” – e lo sottolineo – Forza Italia e M5S. La Lega si è astenuta. Adesso il provvedimento è approvato in via definitiva, senza modifiche rispetto al testo del Senato e diventa così legge.

Qualche dato. Salgono da 6 e 10 anni di detenzione le pene minima e massima per i pubblici ufficiali che compiono il reato di corruzione propria. Aumenta di 2 anni la pena per la corruzione in atti giudiziari che andrà da un minimo di 6 a un massimo di 12 anni di reclusione. Con le nuove norme le pene potranno arrivare anche a 26 anni di carcere nel caso di associazione mafiosa. Chi è accusato di avere commesso il reato di concussione, corruzione per l’esercizio della funzione e in atti giudiziari, induzione indebita e peculato potrà accedere al patteggiamento della pena solamente se restituirà il prezzo del profitto del reato. Aumenta la pena per i pubblici ufficiali che passa da 5 a 6 anni per corruzione per l’esercizio della funzione. L’imprenditore che si macchia del reato di corruzione non potrà accedere agli appalti pubblici per 5 anni.

Il provvedimento modifica, inoltre, il Codice civile in materia di falso in bilancio. Le false comunicazioni sociali, attualmente sanzionate come contravvenzione, tornano ad essere un delitto, punibile con la pena della reclusione, da 1 a 5 anni, in caso di società non quotate in borsa, mentre nelle società quotate sarà punito con un minimo di 3 sino a un massimo di 8 anni di reclusione.

 

Una scuola buona e rivoluzionata

La riforma della scuola è stata approvata in prima lettura alla Camera. Quello che si propone è l’autonomia scolastica, la continuità nella didattica, un’offerta formativa più efficiente, flessibile e aggiornata, strumenti più efficaci di raccordo con il mondo del lavoro.Ricordo che saranno più di 100mila i nuovi insegnanti assunti, verranno fatti cospicui investimenti nell’edilizia scolastica, sono previsti 500 euro l’anno per l’aggiornamento e l’attività culturale di ogni docente.

Il fulcro del provvedimento sta nel compimento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, risalente a una legge del 1997 ma mai pienamente applicata. Viene introdotto il Piano triennale dell’offerta formativa, sulla base del quale le scuole sono chiamate a indicare il fabbisogno dei docenti, del personale Ata, delle infrastrutture e delle attrezzature. L’offerta formativa deve essere capace di rispondere alle esigenze specifiche del territorio e di rafforzare l’insegnamento di alcune discipline. Inoltre, nel secondo biennio e nell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado viene introdotta la possibilità per gli studenti di scegliere insegnamenti opzionali.

Per quanto riguarda i docenti, saranno assunti a tempo indeterminato e assegnati dal direttore di ogni ufficio regionale agli ambiti territoriali di dimensione inferiore alla Provincia o alla Città metropolitana e, di qui, ripartiti nelle scuole sulla base dei Piani approvati dagli istituti. E per una più efficiente allocazione del personale, è prevista la costituzione, entro il 30 giugno 2016, di reti fra scuole dello stesso ambito territoriale. Nel contempo, i docenti di ruolo conservano la titolarità nella scuola di appartenenza.

Per la tanto discussa figura del dirigente scolastico: la riforma gli affida la garanzia di un’efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali, richiamando esplicitamente il rispetto delle competenze degli organi collegiali. Ma attenzione: anche i presidi saranno sottoposti a valutazione triennale, attraverso verifiche esterne potenziate, che dovrà essere coerente con il profilo professionale, con l’incarico triennale e sarà connessa alla retribuzione di risultato.

 

Sì a più collaboratori negli istituti comprensivi

Nelle more del provvedimento sulla scuola, è stato approvato anche un mio ordine del giorno sugli istituti comprensivi, in cui ricordo che questi organi sono composti da più plessi scolastici e con un numero elevato di studenti, nei casi più complessi superiore a mille se non anche a 2mila.

A seguito della verticalizzazione, si è giunti a una dirigenza scolastica unica in questi istituti comprensivi, con la presenza di un collaboratore vicario con distacco e dei collaboratori del dirigente senza distacco orario.

L’odg impegna, dunque, il Governo a favorire una piena consapevolezza delle possibilità offerte dall’organico per il potenziamento, anche con riguardo alla attribuzione di incarichi di collaborazione con il dirigente scolastico ai docenti.

 

Riabilitati i fucilati della Grande guerra

Proprio nel giorno in cui ricorrono i 100 anni dall’inizio del conflitto che diventò una carneficina, vi comunico che alla Camera abbiamo approvato una serie di disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale appunto durante la prima Guerra mondiale. Non so quanto sono noti questi episodi, ma in quei terribili anni almeno un migliaio di soldati, e forse molto di più, furono condannati a morte per motivi disciplinari o giustiziati sul campo per atti di ribellione. Un altro imprecisato numero di giovani venne ucciso durante i combattimenti da “fuoco amico”, in realtà per impedire che arretrassero dalle posizioni assegnate. Tutto in nome di un codice militare ottocentesco.

Oggi a costoro è stata restituita la dignità. La proposta di legge dice che è avviato d’ufficio, in deroga a quanto disposto dal codice penale e dal codice penale militare di pace, il procedimento per la riabilitazione dei militari delle Forze armate italiane che nel corso della prima Guerra mondiale abbiano riportato condanna alla pena capitale. In conseguenza della riabilitazione sono estinte le pene accessorie, comuni e militari, nonché ogni effetto penale e penale militare delle sentenze di condanna alla pena capitale emesse dai tribunali militari di guerra, compresa la perdita del grado eventualmente rivestito.

E soprattutto i nomi di questi uomini saranno inseriti nell’Albo d’oro per le onoranze ai caduti, e per chiedere loro perdono, in un’ala del complesso del Vittoriano di Roma, verrà affissa una targa in bronzo che ne ricorda il sacrificio. Il testo lo deciderà il risultato di un concorso riservato agli studenti delle scuole medie superiori.

 

Il latte? Paghiamolo come quello tedesco

Questa settimana, in Commissione Agricoltura, abbiamo ascoltato gli industriali che si occupano della trasformazione e distribuzione del latte in Italia, i quali hanno chiesto di togliere l’indicizzazione del prezzo del latte​ pagato​ ai produttori​ in base ai costi di produzione​, ovvero di eliminare l’unico sistema per pagarlo il giusto.

Proprio loro che sono gli stessi che lo stanno pagando indicizzandolo a quello tedesco. ​Inoltre distorcono il mercato vincolandolo a un prezzo massimo (0,429 euro) oltre al quale​ non dare di più agli allevatori, nonostante le possibili variazioni al rialzo del mercato.

Non ho potuto esimermi dall’intervenire, dicendo a costoro che, seguendo il loro esempio, possiamo indicizzarlo alla realtà e al mercato italiani. Altrimenti, l’alternativa è far pagare al consumatore il prezzo del latte fresco come quello tedesco!​

 

E domenica al voto

A pochi giorni dalle elezioni amministrative, faccio un po’ di “endorsement”, come si dice oggi, ad alcuni candidati che ritengo assolutamente validi.

 

A Parabiago c’è una studentessa di 22 anni, Laura Schirru, che si candida nella lista del Pd per sostenere Alessandra Ghiani sindaco. Mi sembra una bella prospettiva tutta al femminile e il cui slogan racchiude una filosofia: “C’è bisogno di futuro”.

 

Ancora una donna, ma questa volta a Corsico: suggerisco Nadia Maria Landoni, assessore uscente alla Partecipazione, associazionismo, sport, politiche giovanili, che si ricandida assieme alla sindaco uscente Maria Ferrucci. Anche in questo caso donne, anche in questo caso lista Pd.

 

Infine, Cologno Monzese. Il Partito democratico mette in pista Alessandro Del Corno e con lui mi fa piacere suggerire i nomi di Antonio De Monte e Samantha D’Antico. Entrambi coniugati e genitori, vengono dal mondo dell’insegnamento. De Monte ha un ruolo apicale in un’università milanese, D’Antico è docente di informatica in un istituto tecnico. Mettono a disposizione della comunità le loro esperienze professionali e le loro competenze. Che di questi tempi non è poco.

 

 

On. Cova: “Niente Psr per la Lombardia: le aziende agricole ​lombarde ​vedono congelati 1.150 milioni di euro che sarebbero una boccata di ossigeno”

L’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, commenta la notizia della mancata approvazione da parte della Commissione europea del Programma di sviluppo rurale della Lombardia, nonostante, dice, “la Regione​ Lombardia​ e in particolare l’assessore all’Agricoltura abbiano sempre assicurato di aver presentato la documentazione per primi”. Eppure, insiste Cova, “oggi la Lombardia resta a bocca asciutta e altre 4 regioni hanno ottenuto il via libera ufficiale: forse si sono attivate più celermente​”.

 

Dunque,  a metà dell’anno, “la Lombardia, che è la prima regione agricola d’Italia, non è fra le prime a vedere partire il Psr – continua il parlamentare Pd –. E se ora abbiamo la conferma che Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Provincia autonoma di Bolzano possono iniziare a sostenere lo sviluppo agricolo dei propri territori, le aziende agricole lombarde devono ancora aspettare e vedere congelati 1.150 milioni di euro che sarebbero una vera boccata di ossigeno per il sistema agricolo lombardo. Forse alle tante parole devono seguire i fatti!”.

 

Roma, 27 maggio 2015

Gli industriali ​non ​vogliono indicizzare il ​prezzo del ​latte​.​ Ma perché loro lo hanno indicizzato ​a quello tedesco

La XIII Commissione Agricoltura della Camera ha ascoltato in audizione gli industriali che si occupano della trasformazione e distribuzione del latte in Italia. E l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, che si sta battendo per un prezzo equo ai produttori del prezioso oro bianco, non ha perso occasione per intervenire.

 

“Gli industriali hanno chiesto di togliere l’indicizzazione del prezzo del latte​ pagato​ ai produttori​ in base ai costi di produzione​, ovvero di eliminare l’unico sistema per pagarlo il giusto – spiega Cova –. Ma poi sono loro stessi che lo stanno pagando indicizzandolo a quello tedesco. ​Inoltre distorcono il mercato vincolandolo a un prezzo massimo (0,429 euro) oltre al quale​ non dare di più agli allevatori, nonostante le possibili variazioni al rialzo del mercato”.

 

“Allora seguiamo il loro esempio e indicizziamolo alla realtà e al mercato italiani – dice provocatoriamente il parlamentare Pd –. L’alternativa è far pagare al consumatore il prezzo del latte come quello tedesco!”.​

 

Roma, 20 maggio 2015