“Selezione genetica in stalla: le regole per avere davvero il controllo di quanto succede”

Dati genetici, produttivi, qualitativi e riproduttivi messi a disposizione delle singole aziende agricole. Fine della commistione controllore controllato fra chi raccoglie i dati e i centri genetici che poi commercializzano materiale seminale. Collaborazione tra le figure professionali presenti in stalla per avere consulenza e assistenza tecnica con un veterinario e agronomo aziendale che possano dare rilancio alla produzione agricola italiana. È questo che chiede l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, al termine delle audizioni in XIII Commissione Agricoltura della Camera, nell’ambito dell’esame del disegno di legge disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo, agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura.

 

“In Italia, con circa 11 milioni di tonnellate di latte prodotte e circa 1.700.000 bovine da latte presenti, abbiamo una produzione per capo di circa 63 quintali, che è più bassa rispetto ad altre nazioni europee che li allevano al pascolo, quindi sono meno ‘ottimizzati’ e con costi più inferiori”, spiega Cova.

 

Dunque, secondo il parlamentare Pd, “le capacità di selezione genetica nel nostro Paese vanno ampiamente migliorate, ed è necessario rimettere mano al settore zootecnico per una diversa organizzazione del lavoro”. E propone tre soluzioni, presentate anche sul tavolo delle audizioni: “I dati devono essere messi a disposizione delle aziende di modo che la consulenza aziendale sia basata su numeri reali. Secondo punto: deve finire questa sovrapposizione di figure tra controllore e controllato, per cui chi fa la selezione genetica e certifica i dati non può appartenere alla stessa associazione. Infine, coloro che collaborano in stalla e aiutano gli allevatori nelle loro scelte devono fare squadra. È l’unico modo per avere un controllo di quanto succede”.

 

Roma, 20 ottobre 201 5

 

News dal Parlamento

Non più stranieri, ma nuovi italiani

Li chiamano i nuovi italiani e adesso lo sono davvero: alla Camera abbiamo approvato la nuova legge sulla cittadinanza per i minori figli di stranieri. Ovvero, il primo passo verso l’integrazione degli immigrati e dei loro figli, residenti legalmente in Italia da tanto tempo, e che nel nostro Paese hanno deciso di lavorare, vivere, crescere una famiglia, integrandosi nella nostra società. Ecco le novità.

La nuova legge è rivolta a ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri o arrivati prima del compimento del dodicesimo anno di età che risultino in possesso di alcuni requisiti costitutivi. Quindi, sono stati introdotti due istituti innovativi e distinti che agevolano l’acquisto della cittadinanza per i minori figli di stranieri: si tratta del cosiddetto ius soli temperato, inteso non tanto come luogo di nascita, ma come luogo di radicamento, di integrazione, di crescita, basato sul legame della persona con il territorio, e dello ius culturae che consente l’acquisto della cittadinanza a chi abbia una formazione scolastica in Italia, assimilando ai nati in Italia anche coloro che arrivano prima di compiere i 12 anni.

 

Quel diritto all’affetto

Il secondo importante provvedimento approvato questa settimana, riguarda la cosiddetta continuità affettiva. La nuova norma ridefinisce il rapporto tra procedimento di adozione e istituto dell’affidamento familiare, allo scopo di garantire il diritto alla continuità affettiva, appunto, con la famiglia affidataria del minore di cui sia dichiarata l’adottabilità. Non si tratta, però, di trasformare l’affido in adozione, ma di tutelare le relazioni significative maturate da un minore in un prolungato periodo con la famiglia affidataria.

Ora si introduce, dunque, nell’ordinamento un principio innovativo: il rapporto affettivo continuato e stabile nel tempo è un bene prezioso, che il legislatore non può non considerare all’interno della disciplina delle adozioni, dove il minore deve essere sempre più al centro dell’attenzione.

 

E ora il negazionismo è un’aggravante

Da oggi il negazionismo è un’aggravante. Dando il via libera, alla Camera, a una proposta di legge già approvata in prima lettura al Senato, abbiamo fatto in modo che d’ora in poi si punirà con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6mila euro chiunque faccia propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. In maniera analoga, con la reclusione da sei mesi a quattro anni viene punito chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza. Vengono vietati, inoltre, organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza sempre per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi: chi vi partecipa, chi li promuove o li dir ige è sanzionabile con pene detentive (nel primo caso da sei mesi a quattro anno, negli altri due da uno a sei anni).

Inoltre, viene introdotto un aggravamento della pena nei casi in cui la propaganda, la pubblica istigazione e il pubblico incitamento all’odio si fondino “in tutto o in parte sulla negazione della Shoah ovvero dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”, come definiti dallo Statuto della Corte penale internazionale.

 

Per una sanità migliore

Con una mozione approvata in Aula, abbiamo impegnato il Governo a intervenire per definire una completa e corretta funzionalità del sistema sanitario nazionale, assumendo iniziative per aumentare le risorse economiche del fondo sanitario per il 2016 già a partire dal prossimo disegno di legge di stabilità. Inoltre, a garantire l’entrata in vigore in tempi rapidi e comunque entro la fine del 2015 dei nuovi livelli essenziali d’assistenza, nonché del nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili; a proseguire nell’attuazione del Patto della salute firmato tra le Regioni e il Governo nel luglio 2014, anche sollecitando i tavoli di lavoro insediati a portare a termine i compiti loro assegnati; a proseguire sulla strada dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, favorendo il cambiamento culturale, l’aggiornamento dei professionisti, nonché la collaborazione tra medici di famiglia e specialisti, rinviand o, dopo un periodo di sperimentazione e di monitoraggio di due anni, la definizione delle misure sanzionatorie nei confronti dei medici che dovessero prescrivere prestazioni inappropriate; a predisporre ogni iniziativa atta a sbloccare il turn-over ed a superare il precariato sia nel settore medico che in quello infermieristico.

 

Renzi e l’Italia che ha ragione

In vista del Consiglio europeo che si è tenuto a metà settimana, il Presidente Matteo Renzi è venuto alla Camera a illustrare la situazione e quale sarebbe stata la posizione italiana in seno agli organismi europei. Il tema caldo toccato è stata, naturalmente, la questione dell’immigrazione.

A distanza di sei mesi dal Consiglio europeo straordinario dell’aprile 2015, richiesto dall’Italia dopo il terribile naufragio di 700 immigrati, sulla questione dell’immigrazione l’Italia ha avuto ragione, l’Europa no. L’Italia aveva colto la complessità del problema con un approccio non legato all’isteria del momento, ma ad una visione strategica. E mentre il nostro Paese ha sostenuto fin da subito che era tempo di cambiare la politica dell’Unione europea su questi temi, solo oggi Francia e Germania riconoscono un principio molto semplice: l’Accordo di Dublino è finito. Non lo è formalmente, non lo è tecnicamente, ma dovrà essere modificato.

Ora qual è la politica strategica che abbiamo sul Mediterraneo e nel Medio Oriente? Per l’Italia il Mediterraneo è il cuore dei prossimi decenni di sviluppo dell’Italia e dell’Europa. Il Mediterraneo è il centro, con tutti i pro e tutti i contro, la Siria e i suoi conflitti, il blocco terroristico per primi. Tuttavia, non si risolvono i problemi internazionali con soluzioni spot, ma costruendo occasioni di dialogo e di confronto, le più ampie possibili.

 

Doping: le dimissioni che fanno pensare

Una notizia di questi giorni dovrebbe far saltare sulla sedia il mondo dello sport: le dimissioni del professor Fabio Pigozzi dalla Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive del Ministero della Salute. Non è un atto da sottovalutare, ma il segnale dell’insopportabile conflitto tra controllore e controllato nel sistema antidoping italiano. La deroga al Regolamento Wada, fatto nel 2007 per istituire sia la Commissione che la Coni-Nado, sta mostrando tutti i suoi limiti. La richiesta di molti deputati che si risolva questa vicenda con una agenzia terza a questo punto diventa urgente.

​Un esempio è il silenzio della Procura antidoping​ che​ si era attivata celermente dopo la mia interpellanza parlamentare​ sui 65 atleti che non avevano dato la reperibilità​, ma dopo le prime audizioni tutto è finito nel nulla,​ sperando che ci dimenticassimo di loro. Se ci fosse indipendenza tra controllori e controllati, le risposte ci sarebbero state subito e alcuni atleti non sarebbero andati alle Olimpiadi di Londra!

E la domanda che mi pongo è: la terzietà della Coni-Nado e della Procura Antidoping, visto che siamo in prossimità delle Olimpiadi di Rio, è simile a quella di Londra 2012?

 

Cun, il Ministero intervenga

Ho aderito a un’interrogazione sulla Cun, le Commissioni uniche nazionali in agricoltura. Nelle disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, è stato introdotto un articolo che prevede norme per la trasparenza nelle relazioni contrattuali nelle filiere agricole. In particolare, dispone, in presenza di commissioni uniche nazionali, la sospensione dell’autonoma rilevazione, da parte delle borse merci locali, riguardante le categorie merceologiche per cui sono state istituite le Commissioni uniche nazionali.

A oggi risultano costituite solo due Cun, sui conigli e sui suini, ma risulterebbe ancora mancante la norma ministeriale che dovrebbe definire le modalità di funzionamento delle Cun e individuare criteri per assicurare adeguata rappresentanza e partecipazione nelle medesime, agli imprenditori provenienti dai territori nei quali i settori di riferimento sono più significativi. Inoltre, risulterebbero difficoltà di funzionamento delle Cun già costituite.

Al Ministro dell’Agricoltura chiediamo se sia a conoscenza di tutto questo e quali iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere in merito.

 

Ricetta veterinaria, digitalizzata ma complicata

Il Ministero della Salute ha dato il via libera al sistema informatizzato per la digitalizzazione e la tracciabilità dell’intera filiera dei medicinali veterinari e alla sperimentazione dell’utilizzo della ricetta elettronica anche per gli animali.

Con il nuovo sistema i veterinari non dovranno far altro che introdurre i dati del medicinale prescritto utilizzando tablet, smartphone o un pc tradizionale. Ma la ricetta semplificata rischia di non essere tale per chi opera su singoli animali all’interno delle stalle piccole, per le scorte di farmaci degli allevamenti zootecnici e anche per quanto concerne gli animali da compagnia. Anzi, la novità rischia di far aumentare la percentuale di proprietari che nemmeno acquista il farmaco.

Per questo ho presentato un’interrogazione in cui chiedo se il Governo è a conoscenza delle criticità inerenti la questione delle prescrizioni per singolo animale e se non intenda valutare l’opportunità di verificare l’introduzione di alcune modifiche finalizzate a rafforzare la tracciabilità del percorso del farmaco, piuttosto che creare una gestione complessa e onerosa per tutti senza certezze di efficacia in settori in cui né chi prescrive, né quanto è prescritto ricade sui bilanci pubblici.

 

Vaccinarsi è un obbligo. Verso gli altri

Si fa un gran parlare, in questi giorni, della questione dei vaccini. Dopo essere intervenuto pubblicamente sul tema, ho aderito e firmato una proposta di legge che chiede misure per il rafforzamento delle coperture vaccinali.

Il pdl parte dal presupposto che le vaccinazioni della popolazione sono una misura preventiva di grande importanza e che l’efficacia dei vaccini è proporzionale alla loro diffusione. È necessaria una larga copertura vaccinale affinché vi possano essere benefici per un’intera collettività in termini di miglioramento della salute generale, di riduzione delle malattie infettive e della conseguente mortalità.

L’obiettivo della legge sarebbe, dunque, quello di intervenire affinché le campagne vaccinali in Italia non perdano la loro efficacia per effetto del tasso vaccini sempre più basso. Nel dettaglio si vieta l’accesso alle scuole dell’obbligo o agli esami a quanti siano sprovvisti del certificato di vaccinazione. Si prevede che il Ministero della Salute e le Regioni promuovano annualmente una campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione, ostacolando le informazioni errate e le false notizie. Si rendono obbligatorie le vaccinazioni infantili contro il morbillo e la pertosse.

Paolo Cova

Dimissioni di Pigozzi: segnale del conflitto tra controllore e controllato. Per il doping serve l’agenzia terza

On. Cova: “Dimissioni di Pigozzi: segnale del conflitto tra controllore e controllato. Per il doping serve l’agenzia terza”

 

Le dimissioni del professor Fabio Pigozzi dalla Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive del Ministero della Salute sono un campanello d’allarme. Lo dice l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, che sul tema dei controlli antidoping sta conducendo una battaglia.

 

“Le dimissioni del prof. Pigozzi dalla Commissione di vigilanza doping sono un segnale importante dell’insopportabile conflitto tra controllore e controllato nel sistema antidoping italiano – spiega Cova –. La deroga al Regolamento Wada, fatto nel 2007 per istituire sia la Commissione che la Coni-Nado, sta mostrando tutti i suoi limiti. La richiesta di molti deputati che si risolva questa vicenda con una agenzia terza diventa urgente”.

 

E precisa: “​Un esempio di tutto questo è il silenzio della Procura antidoping​ che​ si era attivata celermente dopo la mia interpellanza parlamentare​ sui 65 atleti che non avevano dato la reperibilità​, ma dopo le prime audizioni tutto è finito nel nulla,​ sperando che ci dimenticassimo di loro – fa presente il parlamentare Pd –. Se ci fosse indipendenza tra controllori e controllati, le risposte ci sarebbero state subito e alcuni atleti non sarebbero andati alle Olimpiadi di Londra!”.​

 

Cova non può non porsi, a questo punto, una domanda: “​La terzietà della Coni-Nado e della Procura Antidoping, visto che siamo in prossimità delle Olimpiadi di Rio, è simile a quella di Londra 2012?”.

 

Roma, 13 ottobre 201 5

News dal Parlamento

Siamo in concorrenza

Questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato la Legge annuale per il mercato e la concorrenza. In estrema sintesi, il primo provvedimento che intende consentire un’attività periodica di rimozione dei tanti ostacoli e freni, normativi e non, ancora presenti nei mercati dei prodotti e dei servizi e che produrrà questi effetti: una maggiore concorrenza per migliorare l’efficienza del sistema economico, ridurre il costo dei servizi, aumentare la scelta; una riduzione delle rendite da monopolio, dunque più equità sociale e nuove opportunità; sconti sulle polizze Rca auto per chi accetta di installare la scatola nera con i costi a carico delle compagnie; più notai: da 1 ogni 7mila abitanti a 1 ogni 5mila; regole per garantire il passaggio al mercato libero dell’energia in modo graduale e più risparmi per i consumatori; meno vincoli per chi cambia fornitore di telefonia o television e.

Ma nella legge si parla anche di fondi pensione, servizi bancari, distribuzione cinematografica, servizi postali (a partire dal 10 giugno 2017 non sarà più solo Poste Italiane a occuparsi dei servizi legati alle notificazioni e comunicazioni di atti giudiziari e di quelli riguardanti le multe), ambiente, servizi professionali (nuove regole per le società tra avvocati e in particolare tra giovani professionisti), sanità (più concorrenza e più chiarezza nella distribuzione farmaceutica e per le farmacie la possibilità di restare aperte più a lungo), trasporti (maggiori tutele per gli utenti dei servizi di trasporto di linea), turismo (possibilità per gli alberghi di offrire tariffe più vantaggiose).

 

Pensioni e assunzioni: le novità nel Def

Abbiamo dato voto favorevole anche alle due risoluzioni che accompagnano la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2015, che rivede le previsioni economiche e di finanza pubblica contenute nel Def dell’aprile 2015, al fine di adeguare il quadro previsionale finanziario per l’anno in corso e per quelli successivi ai mutamenti nel frattempo intervenuti negli andamenti economici.

Una delle risoluzioni, quella che ha dato il via libera al rinvio del pareggio di bilancio e che aveva bisogno della maggioranza assoluta, cioè 316 voti favorevoli, è passata con 342 sì e 159 no. Questo documento ha inoltre autorizzato l’aumento del rapporto deficit/Pil programmatico nei limiti massimi, cioè al 2,4%, dal 2,2% attualmente previsto, tenendo conto anche dell’ulteriore flessibilità che potrebbe essere concessa dalla Ue per il cosiddetto “sconto migranti”, ovvero un ulteriore 0,2%.

L’altra risoluzione, quella di maggioranza, è passata con 339 voti a favore, 159 contrari e 6 astenuti, e impegna il Governo, tra l’altro, a prorogare gli sgravi per le assunzioni stabili e a introdurre flessibilità in uscita per le pensioni. Inoltre, vengono previsti interventi sugli esodati, per il contrasto alla povertà assoluta e all’esclusione sociale, in materia di tutela del lavoro autonomo, per il Sud, la famiglia, le tasse, gli investimenti. Altre misure riguardano l’opzione donna per tutte le lavoratrici che maturino i requisiti anagrafici e contributivi previsti entro il 31 dicembre 2015, lo stop sulla prima casa e il rafforzamento degli strumenti a favore degli affitti, la cancellazione dell’Imu sui terreni agricoli e sui macchinari cosiddetti imbullonati, la progressiva riduzione dell’imposizione sugli utili d’impresa, la proroga degli eco-bonus, il programma dei pagamenti dei debiti comm erciali delle pubbliche amministrazioni, un sistema di finanziamento delle Città Metropolitane e degli enti di area vasta, la difesa del suolo e la salvaguardia del territorio, a partire dalle aree maggiormente esposte al rischio idrogeologico, la lotta all’evasione fiscale, la spending review.

 

Più chiarezza sui venditori di energia

Come sappiamo tutti, sono sempre numerose le segnalazioni degli utenti che lamentano l’invio di bollette incongrue, dagli importi esagerati imputati a sostanziosi conguagli, da parte delle società venditrici di energia. Secondo le associazioni dei consumatori sarebbero state commesse gravi violazioni del codice del consumo nella fatturazione di queste bollette a causa di conteggi errati, con l’addebito di consumi stimati, ma non effettivi, e di errori di valutazione e verifica, determinati da sistemi di calcolo imprecisi e poco trasparenti. Il cittadino non ne può più, perché poi è suo onere togliersi dagli impicci creati da queste spiacevoli situazioni.

Ecco perché alla Camera abbiamo approvato una mozione che impegna il Governo a favorire, per quanto di competenza, nel caso in cui l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ravvisasse comportamenti illegittimi da parte dei gestori dei servizi, che venga assicurato il diritto degli utenti a non effettuare il pagamento per conguagli considerati errati ovvero a ricevere tempestivamente il rimborso delle somme eventualmente già versate ma non dovute. Inoltre, abbiamo chiesto di promuovere l’emanazione di più appropriate modalità e tempistiche di fatturazione e conguaglio, anche tenendo conto delle innovazioni tecnologiche (contatori e reti intelligenti, elettrotecnologie, domotica), che siano volte a ridurre, a vantaggio del cliente finale, i casi di fatture con consumi sottostimati cui facciano seguito conguagli di importo elevato, così come i casi di fatture con consumi sovrastimati rispetto ai co nsumi effettivi. L’impegno è anche a garantire un capillare monitoraggio dei mercati retail del gas e dell’energia elettrica verso la piena liberalizzazione.

 

L’importanza di vaccinare i bambini

L’Organizzazione mondiale della sanità è in allarme in quanto sono ormai troppi i genitori che evitano di vaccinare i neonati nel timore che possano esserci gravi conseguenze di salute, dimenticando che proprio i bambini, in assenza di adeguata copertura vaccinale, sono i soggetti più a rischio di contrarre malattie infettive e che la prevenzione svolge un ruolo fondamentale per evitare l’insorgere di malattie.

In questi anni anche in Italia sono diminuite le vaccinazioni che lasciano scoperti da una protezione fondamentale tanti piccoli. Spesso questo fenomeno avviene dopo aver letto su Internet o sui social notizie in merito che sono per lo più false e prive di fondamento. E la scelta di questi genitori avviene senza aver consultato i medici e senza aver letto articoli o documentazione scientifici.

Sul tema ho firmato un’interrogazione al Ministro della Salute al quale viene chiesto quali misure intenda adottare per far fronte alla bassa percentuale di vaccinazioni in atto e se ritenga necessario avviare una profonda e diffusa campagna d’informazione e sensibilizzazione.

Non possiamo permettere che la disinformazione produca danni più grandi di quelli che questi cittadini credono di evitare, non solo ai propri figli, ma anche a quelli degli altri, considerato che l’efficacia dei vaccini è proporzionale alla loro diffusione.

 

Una legge per le badanti

Ho sottoscritto un progetto di legge sulla deducibilità e la detraibilità degli oneri e delle spese sostenuti dalle famiglie per gli addetti all’assistenza personale, in una parola le badanti. Sono, infatti, necessarie alcune modifiche all’attuale contesto normativo al fine di sostenere le famiglie rafforzando le previsioni di legge che già oggi consentono di dedurre o detrarre gli oneri e le spese connessi all’instaurazione di lavoro domestico. Questa previsione consentirebbe, tra l’altro, di porre un freno al significativo tasso di irregolarità che contraddistingue il comparto, permettendo quindi di tutelare tutti quei lavoratori del settore oggi occupati in “nero”.

Le famiglie, nella loro qualità di datori di lavoro domestico, sostengono tutti gli obblighi e gli oneri che in materia gravano sul lavoro dipendente e non beneficiano di alcun sostegno da parte dello Stato, se non attraverso una parziale deducibilità degli oneri previdenziali e la detraibilità al 19% dei costi per l’assistenza personale destinata a soggetti non autosufficienti.

La proposta di legge si propone, dunque, di rafforzare gli strumenti di sostegno fiscale a favore delle famiglie che per necessità o per scelta decidono di avvalersi della collaborazione professionale di un addetto all’assistenza personale contribuendo anche all’emersione di forme di irregolarità nella conduzione dei rapporti di lavoro.

Paolo Cova

 

Approvati emendamenti Legge sulla Canapa

Oggi in Commissione Agricoltura della Camera abbiamo approvato gli emendamenti alla Proposta di Legge sulla Canapa.

Un passo molto importante per consentire agli agricoltori di diversificare le proprie produzioni ed intercettare le necessità di alcuni settori produttivi. Attualmente la produzione di canapa In Italia è marginale mentre potrebbe contribuire a fornire materia prima per i settori manifatturieri del packaging, alimentari con semi e oli, industriali come fibra ed altro.

Pertanto oggi si è fatto un grande passo avanti, ora il Presidente della Commissione XIII farà richiesta della procedura legislativa che consentirà di essere inviata al Senato per una sua definitiva approvazione

DOPING, UNA LEGGE PER USCIRNE

Cari amici,
ho il piacere di invitarvi all’incontro pubblico “DOPING, UNA LEGGE PER USCIRNE”, che avrà luogo dalle ore 20.30 di venerdì 9 ottobre presso l’Auditorium Vendramini di Pordenone (a fianco del Municipio), dove interverrò in merito alla proposta di legge.

locandina

 

On.Cova: “Sui vaccini basta disinformazione: il Ministro intervenga”

L’Organizzazionemondiale della sanità è in allarme: sono ormai troppi i genitori che evitano di vaccinare i neonati nel timore che possano esserci gravi conseguenze,dimenticando che proprio i bambini, in assenza di adeguata copertura vaccinale, sono i soggetti più a rischio di contrarre malattie infettive e che laprevenzione svolge un ruolo fondamentale per evitare l’insorgere di malattie. Lo dice anche l’interrogazione a risposta scritta al Ministro della Salute che l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, ha sottoscritto.

“In questianni anche in Italia sono diminuite le vaccinazioni che lasciano scoperti da una protezione fondamentale tanti bambini – spiega Cova –. Spesso questo fenomeno avviene dopo aver letto su Internet o sui social notizie in merito che sono per lo più false e prive di fondamento. E la scelta di questi genitori avviene senza aver consultato i medici e senza aver letto articoli o documentazione scientifici”.

L’interrogazionechiede al Ministro quali misure intenda adottare per far fronte alla bassa percentuale di vaccinazioni in atto e se ritenga necessario avviare una profonda e diffusa campagna d’informazione e sensibilizzazione sul tema.

“Nonpossiamo permettere che la disinformazione produca danni più grandi di quelli che questi cittadini credono di evitare, non solo ai propri figli, ma anche a quelli degli altri, considerato che l’efficacia dei vaccini è proporzionale alla loro diffusione”, conclude Cova.

Roma, 6ottobre 2015

News dal Parlamento

La lezione di Ingrao

Non posso non iniziare questa newsletter senza ricordare una figura di primo piano della politica italiana del nostro dopoguerra. Come saprete, la settimana che si è appena conclusa è stata segnata dalle esequie di Pietro Ingrao, la cui camera ardente è stata allestita giustamente in Parlamento. Per anni Ingrao è stato parlamentare e anche Presidente della Camera dei Deputati e in essa gli abbiamo portato tutti omaggio. Mi soffermo su questo evento proprio per ricordare brevemente l’uomo Ingrao, ma soprattutto per sottolineare alcune considerazioni, anche personali, che mi hanno aiutato a commemorare questa figura politica.

Quello che ci ha appena lasciati, dopo una lunga vita, è stato un uomo che ha mantenuto la sua sobrietà e anche un rapporto molto stretto con la famiglia, le sue figlie e gli amici, pur ricoprendo ruoli di primo piano nella politica e nelle istituzioni. Ma proprio questi legami forti e mai allentati hanno innervato la sua azione politica e gli hanno permesso di restare con i piedi per terra e a contatto con la realtà.

Ingrao era un uomo preparato e studioso, che non improvvisava nulla ed era un attento osservatore. Certamente doti che ora farebbero fatica a bucare i media, ma che riempirebbero di sostanza la nostra vita politica. Una dimostrazione lo sono i discorsi, fatti nella sua lunga militanza. Ascoltateli: sono sempre attualissimi e non immaginereste mai che risalgono a trent’anni fa.

 

Il rilancio passa dalla concorrenza. E dalla Calabria

Per quanto riguarda l’attività di questa settimana, alla Camera abbiamo cominciato a discutere la legge annuale per il mercato e la concorrenza, ovvero misure estremamente importanti per il Paese, perché concorrono alla crescita, accrescono l’efficienza del sistema economico e aumentano la competitività delle imprese. Tra i temi che tratta la norma vi sono le RcAuto, le assicurazioni, l’energia, la telefonia e le telecomunicazioni, i professionisti.

La trattazione riprenderà, dunque, la prossima settimana.

Invece, abbiamo approvato un’importante mozione per il sud, quella che chiede al Governo di impegnarsi per portare finalmente a conclusione i lavori dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e potenziare il sistema dei trasporti della regione, in particolare l’alta velocità, il sistema portuale e aeroportuale.

In sostanza, si chiede che venga dato impulso a tutti i programmi in corso da parte dei Ministeri competenti e degli enti e delle società partecipate, integrando la programmazione degli investimenti per la Calabria nel settore delle infrastrutture e della logistica, adoperandosi affinché siano potenziati i collegamenti lungo le principali direttrici nazionali e regionali, assicurando un’integrazione modale con porti, aeroporti e stazioni ferroviarie.

Questo perché la Calabria si pone obiettivi europei per la crescita, lo sviluppo, i servizi e le infrastrutture e la competitività del sistema produttivo, cercando una collocazione tale che da realtà problematica, periferica e marginale possa diventare un territorio privilegiato del Mediterraneo, grande bacino di scambi, frontiera di possibilità da cogliere.

 

Un uomo chiamato Calderoli

Siamo abituati alle sue intemperanze e anche alle sue boutade. Ma Roberto Calderoli – ecco: l’esatto contrario di una persona come Pietro Ingrao – questa volta ha davvero esagerato. Nella figuraccia.

Come ricorderete, solo pochi giorni fa, aveva presentato al Senato, dove esercita la sua funzione pubblica, 72 milioni di emendamenti. Tranquilli: un programma informatico li sforna a man bassa e cambia dall’uno all’altro nient’altro che le virgole. Non parliamo di sostanza, ma di ostruzionismo addirittura ridicolo. Faccio questa considerazione perché mi preme che la Politica non venga ridicolizzata in questo modo per poter apparire sui media come vera forza che fa ostruzionismo.

In questi anni queste azioni ad effetto colpiscono l’opinione pubblica ma sono vuote di reale sostanza ed interesse per il bene delle persone.

 

Pordenone contro il doping

Venerdì 9 ottobre, alle 20.30, sarò all’auditorium dell’istituto Vendramini, a Pordenone, a parlare di “Doping, una legge per uscirne”, ovvero presenterò la mia proposta per arginare il grave fenomeno che avvelena lo sport. Vorrei ricordare che assieme a me ci sarà Alessandro Da Ponte, ematologo e medico sportivo, che modererà la serata e l’assessore alla Cultura del Comune di Pordenone, Claudio Cattaruzza. L’evento si tiene nell’ambito degli appuntamenti “Aspettando la maratonina”, legati alla decima Maratonina internazionale “Città di Pordenone” che si svolgerà l’11 ottobre.

Se vuoi leggere la locandina clicca qui

 

News dal Parlamento

Via libera a un’altra riforma: la giustizia penale

Questa settimana, alla Camera, abbiamo proceduto ad approvare un’altra riforma. Sono state infatti approvate le modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e per la durata ragionevole dei processi nonché all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena.

Ecco le principali novità. Estinzione del reato per condotte riparatorie: nei reati procedibili a querela il giudice dichiara estinto il reato, sentite le parti e la persona offesa, quando l’imputato ripara interamente il danno mediante restituzione o risarcimento ed elimina le conseguenze del reato. Ampliamento dei diritti della parte offesa: a 6 mesi dalla denuncia la persona offesa ha diritto di conoscere lo stato del procedimento, esercitando così un potere di controllo e stimolo all’attività del pm. Alla persona offesa, inoltre, si dà anche più tempo per opporsi alla richiesta d’archiviazione, che nel caso di furto in abitazione dovrà in ogni caso esserle comunicata. Furti e rapine: aumenta la pena minima per furto in abitazione da 3 a 6 anni, per furto aggravato, da 2 a 6 anni, e rapina semplice, da 4 a 10 anni, e aggravata. Voto di scambio politico-mafioso: le pene passano dagli attuali 4-10 anni a 6-12. Tempi certi per l’indagine: il rinvio a giudizio o l’archiviazione dovranno essere chiesti dal pm entro 3 mesi.

Un passo importante di questa riforma riguarda, come avrete letto, le intercettazioni. Il Governo dovrà predisporre norme per evitare la pubblicazione di conversazioni irrilevanti ai fini dell’indagine e comunque riguardanti persone completamente estranee, attraverso una selezione del materiale relativo alle intercettazioni. Nessuna restrizione dunque quanto ai reati intercettabili, ma anzi si semplifica il ricorso alle intercettazioni per i reati contro la pubblica amministrazione. Nella delega non c’è alcuna previsione di pene carcerarie a carico dei giornalisti. E per quanto riguarda, invece, le registrazioni fraudolente, è prevista la delega per punire fino a 4 anni la diffusione di captazioni fraudolente di conversazioni tra privati diffuse al solo fine di recare a qualcuno danno alla reputazione e all’immagine. La punibilità è esclusa quando le riprese o le registrazioni costituiscono pr ova di un processo o sono utilizzate per l’esercizio del diritto di difesa e del diritto di cronaca. Infine, ma non da ultima, la riforma dell’ordinamento penitenziario: il Governo, sulla base di precise linee guida, è delegato a risistemare l’ordinamento penitenziario facilitando tra l’altro il ricorso alle misure alternative, eliminando automatismi e preclusioni all’accesso ai benefici penitenziari, valorizzando il lavoro e riconoscendo il diritto all’affettività. Dai benefici restano comunque esclusi i condannati all’ergastolo per mafia e terrorismo e i casi di eccezionale gravità e pericolosità.

 

Protezione civile più omogenea

Alla Camera abbiamo anche dato l’ok alla delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della Protezione civile, che ora passano all’esame del Senato. È un risultato importante per il rafforzamento della Protezione civile, che già oggi rappresenta un’eccellenza nazionale. Il provvedimento mira, infatti, a rendere più pronta e omogenea per cittadini, istituzioni e imprese, la capacità di intervento nelle emergenze e soprattutto dà certezza di gestione anche nella fase successiva alle calamità. Si prevede inoltre una durata limitata e certa nel tempo di gestione del post emergenza, un sistema organizzativo policentrico che implementi una migliore definizione dei livelli di coordinamento intermedi e rafforzi la partecipazione dei cittadini, organizzati nel volontariato, nella costruzione di una vera e diffusa cultura della prevenzione con finalità di pianificazione, conoscenza ed esercitazione contro le emergenze.

È necessario investire energie e risorse per rafforzare la cultura della previsione, della prevenzione e della mitigazione del rischio, una maggiore consapevolezza nei cittadini e in tutti coloro che hanno un ruolo e una responsabilità nella risposta all’emergenza. C’è poi bisogno di affrontare con maggiore efficacia e omogeneità territoriale la gestione delle catastrofi e il ripristino delle condizioni di sicurezza.

 

Novità per chi va per mare

Agli appassionati di turismo per mare farà piacere sapere che abbiamo approvato anche il disegno di legge delega per la riforma del codice della nautica da diporto. E non saranno pochi coloro che ne sono interessati: l’Italia conta 1 milione e mezzo di appassionati di barca, da chi ha il gommone a chi possiede natanti di lusso.

Il provvedimento mira, appunto, all’integrazione fra nautica da diporto e turismo, ma con modifiche sostanziali che avranno anche il fine di arrivare a una migliore definizione del porto turistico. Cosa cambia? Intanto si istituisce la figura professionale dell’istruttore di vela con il relativo possesso di brevetto; poi si regolamentano le sanzioni per chi conduce unità da diporto in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ma anche per chi causa danni ambientali; si prevedono interventi per l’accesso dei disabili nei porti turistici; si stabilisce una limitazione delle emissioni sonore e gassose di scafi e motori; vengono semplificati gli adempimenti a carico dei diportisti, la destinazione d’uso per la nautica minore delle strutture demaniali che presentino caratteristiche idonee per essere utilizzate quale ricovero a secco di piccole unità, la regolamentazione dell’attività di locazione d ei natanti oggi rimessa a una moltitudine di ordinanze locali.

 

Ripresa all’orizzonte

Con il voto della Camera, questa settimana abbiamo approvato definitivamente anche il rendiconto generale dello Stato per l’anno 2014 e

l’assestamento di bilancio per l’anno 2015. A favore del rendiconto 269 voti, contrari 126; l’assestamento di bilancio ha ottenuto, invece, 287 “sì” e 159 “no”.

Posto che sarebbe complicato riportare le cifre nel dettaglio, da questi due documenti emerge che negli ultimi anni si sono messe le basi per uscire dalla crisi ed entrare in una fase di piena ripresa. Anzi, il 2015 è stato un anno più positivo del previsto e per il 2016 si prevede un consolidamento della crescita.

 

Pubblico impiego, si rinnovino i contratti

Solo chi lavora nella pubblica amministrazione può ricordarlo, ma nel 2010 era stato emanato un decreto che prevedeva misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica che aveva determinato, per quanto concerne il pubblico impiego, il congelamento dei trattamenti economici per tre anni, con la finalità del contenimento delle spese. Quindi, niente aumenti retributivi, scatti e classi di stipendio collegati all’anzianità di ruolo e senza possibilità successiva di recupero.

 

Nei giorni scorsi abbiamo votato una mozione che prevede iniziative volte a sospendere o revocare il blocco della contrattazione nel pubblico impiego. L’atto ha impegnato il Governo, che ha ereditato quel decreto e altre misure di contenimento della contrattazione collettiva nel pubblico impiego, a favorire la chiusura degli accordi ai fini della conclusione rapida, e comunque entro il 2015, del processo di ridefinizione dei comparti, anche con soluzioni innovative, e a prevedere, nell’ambito della prossima manovra finanziaria, adeguate risorse da destinare al rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Paolo Cova