News dal Parlamento

Via libera a un’altra riforma: la giustizia penale

Questa settimana, alla Camera, abbiamo proceduto ad approvare un’altra riforma. Sono state infatti approvate le modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e per la durata ragionevole dei processi nonché all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena.

Ecco le principali novità. Estinzione del reato per condotte riparatorie: nei reati procedibili a querela il giudice dichiara estinto il reato, sentite le parti e la persona offesa, quando l’imputato ripara interamente il danno mediante restituzione o risarcimento ed elimina le conseguenze del reato. Ampliamento dei diritti della parte offesa: a 6 mesi dalla denuncia la persona offesa ha diritto di conoscere lo stato del procedimento, esercitando così un potere di controllo e stimolo all’attività del pm. Alla persona offesa, inoltre, si dà anche più tempo per opporsi alla richiesta d’archiviazione, che nel caso di furto in abitazione dovrà in ogni caso esserle comunicata. Furti e rapine: aumenta la pena minima per furto in abitazione da 3 a 6 anni, per furto aggravato, da 2 a 6 anni, e rapina semplice, da 4 a 10 anni, e aggravata. Voto di scambio politico-mafioso: le pene passano dagli attuali 4-10 anni a 6-12. Tempi certi per l’indagine: il rinvio a giudizio o l’archiviazione dovranno essere chiesti dal pm entro 3 mesi.

Un passo importante di questa riforma riguarda, come avrete letto, le intercettazioni. Il Governo dovrà predisporre norme per evitare la pubblicazione di conversazioni irrilevanti ai fini dell’indagine e comunque riguardanti persone completamente estranee, attraverso una selezione del materiale relativo alle intercettazioni. Nessuna restrizione dunque quanto ai reati intercettabili, ma anzi si semplifica il ricorso alle intercettazioni per i reati contro la pubblica amministrazione. Nella delega non c’è alcuna previsione di pene carcerarie a carico dei giornalisti. E per quanto riguarda, invece, le registrazioni fraudolente, è prevista la delega per punire fino a 4 anni la diffusione di captazioni fraudolente di conversazioni tra privati diffuse al solo fine di recare a qualcuno danno alla reputazione e all’immagine. La punibilità è esclusa quando le riprese o le registrazioni costituiscono pr ova di un processo o sono utilizzate per l’esercizio del diritto di difesa e del diritto di cronaca. Infine, ma non da ultima, la riforma dell’ordinamento penitenziario: il Governo, sulla base di precise linee guida, è delegato a risistemare l’ordinamento penitenziario facilitando tra l’altro il ricorso alle misure alternative, eliminando automatismi e preclusioni all’accesso ai benefici penitenziari, valorizzando il lavoro e riconoscendo il diritto all’affettività. Dai benefici restano comunque esclusi i condannati all’ergastolo per mafia e terrorismo e i casi di eccezionale gravità e pericolosità.

 

Protezione civile più omogenea

Alla Camera abbiamo anche dato l’ok alla delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della Protezione civile, che ora passano all’esame del Senato. È un risultato importante per il rafforzamento della Protezione civile, che già oggi rappresenta un’eccellenza nazionale. Il provvedimento mira, infatti, a rendere più pronta e omogenea per cittadini, istituzioni e imprese, la capacità di intervento nelle emergenze e soprattutto dà certezza di gestione anche nella fase successiva alle calamità. Si prevede inoltre una durata limitata e certa nel tempo di gestione del post emergenza, un sistema organizzativo policentrico che implementi una migliore definizione dei livelli di coordinamento intermedi e rafforzi la partecipazione dei cittadini, organizzati nel volontariato, nella costruzione di una vera e diffusa cultura della prevenzione con finalità di pianificazione, conoscenza ed esercitazione contro le emergenze.

È necessario investire energie e risorse per rafforzare la cultura della previsione, della prevenzione e della mitigazione del rischio, una maggiore consapevolezza nei cittadini e in tutti coloro che hanno un ruolo e una responsabilità nella risposta all’emergenza. C’è poi bisogno di affrontare con maggiore efficacia e omogeneità territoriale la gestione delle catastrofi e il ripristino delle condizioni di sicurezza.

 

Novità per chi va per mare

Agli appassionati di turismo per mare farà piacere sapere che abbiamo approvato anche il disegno di legge delega per la riforma del codice della nautica da diporto. E non saranno pochi coloro che ne sono interessati: l’Italia conta 1 milione e mezzo di appassionati di barca, da chi ha il gommone a chi possiede natanti di lusso.

Il provvedimento mira, appunto, all’integrazione fra nautica da diporto e turismo, ma con modifiche sostanziali che avranno anche il fine di arrivare a una migliore definizione del porto turistico. Cosa cambia? Intanto si istituisce la figura professionale dell’istruttore di vela con il relativo possesso di brevetto; poi si regolamentano le sanzioni per chi conduce unità da diporto in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ma anche per chi causa danni ambientali; si prevedono interventi per l’accesso dei disabili nei porti turistici; si stabilisce una limitazione delle emissioni sonore e gassose di scafi e motori; vengono semplificati gli adempimenti a carico dei diportisti, la destinazione d’uso per la nautica minore delle strutture demaniali che presentino caratteristiche idonee per essere utilizzate quale ricovero a secco di piccole unità, la regolamentazione dell’attività di locazione d ei natanti oggi rimessa a una moltitudine di ordinanze locali.

 

Ripresa all’orizzonte

Con il voto della Camera, questa settimana abbiamo approvato definitivamente anche il rendiconto generale dello Stato per l’anno 2014 e

l’assestamento di bilancio per l’anno 2015. A favore del rendiconto 269 voti, contrari 126; l’assestamento di bilancio ha ottenuto, invece, 287 “sì” e 159 “no”.

Posto che sarebbe complicato riportare le cifre nel dettaglio, da questi due documenti emerge che negli ultimi anni si sono messe le basi per uscire dalla crisi ed entrare in una fase di piena ripresa. Anzi, il 2015 è stato un anno più positivo del previsto e per il 2016 si prevede un consolidamento della crescita.

 

Pubblico impiego, si rinnovino i contratti

Solo chi lavora nella pubblica amministrazione può ricordarlo, ma nel 2010 era stato emanato un decreto che prevedeva misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica che aveva determinato, per quanto concerne il pubblico impiego, il congelamento dei trattamenti economici per tre anni, con la finalità del contenimento delle spese. Quindi, niente aumenti retributivi, scatti e classi di stipendio collegati all’anzianità di ruolo e senza possibilità successiva di recupero.

 

Nei giorni scorsi abbiamo votato una mozione che prevede iniziative volte a sospendere o revocare il blocco della contrattazione nel pubblico impiego. L’atto ha impegnato il Governo, che ha ereditato quel decreto e altre misure di contenimento della contrattazione collettiva nel pubblico impiego, a favorire la chiusura degli accordi ai fini della conclusione rapida, e comunque entro il 2015, del processo di ridefinizione dei comparti, anche con soluzioni innovative, e a prevedere, nell’ambito della prossima manovra finanziaria, adeguate risorse da destinare al rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Paolo Cova