“Selezione genetica in stalla: le regole per avere davvero il controllo di quanto succede”

Dati genetici, produttivi, qualitativi e riproduttivi messi a disposizione delle singole aziende agricole. Fine della commistione controllore controllato fra chi raccoglie i dati e i centri genetici che poi commercializzano materiale seminale. Collaborazione tra le figure professionali presenti in stalla per avere consulenza e assistenza tecnica con un veterinario e agronomo aziendale che possano dare rilancio alla produzione agricola italiana. È questo che chiede l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, al termine delle audizioni in XIII Commissione Agricoltura della Camera, nell’ambito dell’esame del disegno di legge disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo, agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura.

 

“In Italia, con circa 11 milioni di tonnellate di latte prodotte e circa 1.700.000 bovine da latte presenti, abbiamo una produzione per capo di circa 63 quintali, che è più bassa rispetto ad altre nazioni europee che li allevano al pascolo, quindi sono meno ‘ottimizzati’ e con costi più inferiori”, spiega Cova.

 

Dunque, secondo il parlamentare Pd, “le capacità di selezione genetica nel nostro Paese vanno ampiamente migliorate, ed è necessario rimettere mano al settore zootecnico per una diversa organizzazione del lavoro”. E propone tre soluzioni, presentate anche sul tavolo delle audizioni: “I dati devono essere messi a disposizione delle aziende di modo che la consulenza aziendale sia basata su numeri reali. Secondo punto: deve finire questa sovrapposizione di figure tra controllore e controllato, per cui chi fa la selezione genetica e certifica i dati non può appartenere alla stessa associazione. Infine, coloro che collaborano in stalla e aiutano gli allevatori nelle loro scelte devono fare squadra. È l’unico modo per avere un controllo di quanto succede”.

 

Roma, 20 ottobre 201 5