Benessere animale

On. Cova: “Chi non sterilizza il proprio animale, paghi le tasse al Comune per la lotta al randagismo”

Chi non sterilizza il proprio animale da compagnia o chi non provvede a una opportuna sistemazione delle cucciolate, rischiando così di aumentare il fenomeno del randagismo, dovrà contribuire economicamente, attraverso il versamento di contributi, al sostegno degli enti locali che in questo modo possono mantenere i canili. È il passaggio più ‘forte’ della mozione sul benessere animale presentata e discussa oggi, giovedì 4 settembre 2014, nell’Aula della Camera, da Paolo Cova, parlamentare del Pd, di professione veterinario.

Quello di Cova è stato quasi un appello: “Dobbiamo assolutamente intervenire sulle cucciolate: il randagismo si combatte così. La prevenzione è meglio della cura. Dunque, il proprietario deve sterilizzare il proprio animale, per evitare gli abbandoni che vedono il loro picco subito dopo Natale, perché non c’è una vera cultura del benessere animale”.
Cova ha toccato molti temi in questo senso, partendo da un assunto: “Il benessere animale stabilisce l’importante rapporto tra uomini e animali. Ricordiamoci che l’Unione europea li consideri esseri senzienti. Ecco perché è importante accrescere, a partire dai più giovani, il concetto di proprietà responsabile degli animali, che se non viene capito completamente porta, appunto, ai fenomeni di randagismo, ancora fin troppo presenti in Italia e in moltissimi paesi dell’Ue”.

Altra questione importante per il veterinario buiatra Cova è “ciò che è stato fatto in questi anni per il benessere degli animali da reddito in termini di investimento da parte degli allevatori, ma a loro bisogna fornire dati tecnici coerenti, scientificamente supportati e uniformi sulle buone pratiche animali”.
Pure sulla sperimentazione c’è ancora molto da lavorare, secondo Cova: “È effettivamente necessario fermarsi su forme diverse e alternative di ricerca che abbandoni quella sugli animali. L’Unione europea deve incentivare altre modalità e lo può fare”.

E per quanto riguarda il commercio degli animali da affezione, il parlamentare Pd ha chiesto di “fare chiarezza sulle norme, perché il traffico di cuccioli avviene in età così prematura che il tasso di mortalità è altissimo. Ma per fare questo serve anche una corretta informazione a giovani, ragazzi e, in generale, a ogni cittadino europeo che devono capire l’importanza di non richiedere cuccioli così piccoli”.
Infine, Cova ha auspicato un intervento del Ministero di Grazia e giustizia sul problema dell’affidamento degli animali posti sotto sequestro, “non solo quelli che arrivano dall’estero in condizioni precarie, ma anche quelli maltrattati: forse non è noto, ma spesso vengono affidati allo stesso proprietario che è stato crudele con loro”.

Roma, 4 settembre 2014

AGRICOLTURA METROPOLITANA TRA NATURA, AMBIENTE E SOCIETÀ

MARTEDI’ 2 SETTEMBRE 2014

alle ore 18.00

presso Carroponte via Granelli Sesto San Giovanni

AGRICOLTURA METROPOLITANA
TRA NATURA, AMBIENTE E SOCIETÀ

partecipano

Ermete Realacci presidente Commissione ambiente
Camera dei Deputati,

Gioia Gibelli vicepresidente Società italiana
di ecologia del paesaggio,

Agostino Giambelli agronomo,
Paolo Cova deputato,

Stefano Bocchi Università degli Studi Milano,
Francesca Terzoni area agricoltura Pd metropolitano

Ci pensiamo mai alla nostra Libertà?

Ci pensiamo mai alla nostra Libertà?
Girando i giorni scorsi, per una breve vacanza, per i luoghi dove è avvenuto lo sbarco in Normandia il 6 giugno 1944 mi sono posto spesso questa domanda.
Davanti a tanti ragazzi che gratuitamente si sono sacrificati, ben sapendo che molti tra loro nemmeno avrebbero raggiunto la spiaggia, sono rimasto molto turbato.
Colpisce la decisione di sacrificarsi per la libertà di persone che non si conoscono, spesso di un’altra nazionalità con abitudini, a volte, molto diverse dalle proprie. Sacrificarsi anche per quanti sarebbero venuti dopo, per noi, perché fossimo liberi: liberi di scegliere, liberi di pensare, liberi anche di non voler essere tali.
E come stride questa decisione se si pensa che, ora, si fa fatica a trovare persone disponibili a dedicare un po’ del proprio tempo per il volontariato. Tutti impegnati e poco disponibili per gli altri, assistiamo al prevale dell’individualismo e dell’egoismo così lontani dall’altruismo che ha mosso quei giovani.
Vorrei, poi, fare un’altra considerazione. In ogni museo che ho visitato, filmato che ho visto, documento proposto appare chiaro che il nazismo e il fascismo hanno causato una enorme tragedia umana, caratterizzata da morte, distruzione infinito dolore.
Non ci sono tentennamenti su questo giudizio, non ce ne possono essere. Per questo meraviglia osservare quanto si sta cercando di fare in Italia in questi ultimi anni.
Un conto è adoperarsi per favorire un clima di riconciliazione e di pacificazione. Un conto è negare quanto accaduto, scordarsi di quei totalitarismi che, giorno dopo giorno, hanno annullato la libertà delle persone fino ad arrivare a distruggerle annullandole nei lager.
Visitando i tanti cimiteri di guerra è risultato chiaro questo concetto: rispetto per il dolore e la sofferenza del singolo, ma resta netto il giudizio morale su chi è stato causa di questa sciagura.
Infine un’ultima osservazione. E’ possibile comportarsi come turisti che entrano ed escono dalle vicende degli uomini davanti alla Storia: indifferenti, preoccupati esclusivamente della propria vita e dei propri impegni. Non curanti che siamo anche noi chiamati in causa, interpellati perché tutto non sia accaduto invano. Come evitare questo rischio? Mi è stato suggerito un brano del testo di Erich Fromm, “Avere o essere?”, che sintetizza bene quello che intendo dire. Lo riporto, a chiusura di queste brevi righe, lasciando alla vostra riflessione il loro commento.
“La democrazia può resistere alla minaccia autoritaria soltanto a patto che si trasformi, da democrazia di spettatori passivi, in democrazia di partecipanti attivi, nella quale cioè i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private.”

News dal Parlamento

La maggioranza vuole la pace

Prima di congedarmi per una breve pausa estiva e di raccontarvi l’ultima, intensa settimana romana, mi soffermo con alcune semplici riflessioni sul conflitto israelo-palestinese, rimandandovi infine al pensiero che il Cardinale Martini espresse in proposito nel 2003.

La mia riflessione è che dopo l’incontro in Vaticano dell’8 giugno 2014 tra Papa Francesco, il presidente israeliano e quello palestinese, gli estremisti dei due Paesi hanno pensato bene di dare fuoco alle polveri per non correre il rischio che si arrivasse alla pace. Come sempre, una minoranza che vive dell’odio e della violenza teme ogni operatore di pace perché ridurrebbe all’insignificanza la sua presenza. Per queste persone sono meglio il dolore e la guerra, piuttosto che perdere lo spazio che in questo terribile modo si sono guadagnate. Queste opposte fazione non hanno mai imparato a governare in contesti pacifici. Ma in mezzo c’è la maggior parte dei palestinesi e degli israeliani che vogliono la pace e la fine di questo conflitto.

E ora vi lascio alle parole del Cardinale Martini. Se le volete leggere cliccate qui.

Il Pil e la ricetta Padoan

Inutile nasconderlo: nessuno di noi si aspettava quel dato. Eravamo tutti più fiduciosi nella ripresa. Invece, il Pil, quell’importantissimo Prodotto interno lordo che dà la misura della salute di un Paese, è risultato ancora negativo, scendendo dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. E la diminuzione del valore aggiunto, ci ha detto l’Istat, è avvenuta in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Non è stata sufficiente nemmeno la produzione industriale di giugno, ripartita dopo due mesi di cali.

È toccato al presidente Matteo Renzi riportarci alla realtà, dopo un momento di sbigottimento: nel 2012, ci ha ricordato, abbiamo fatto meno 2,4%. Nel 2013 meno 1,6%. Nei primi sei mesi del 2014 siamo a meno 0,3%.

Secondo l’Europa è semplicemente una ripresa ritardata, seppure in linea con le previsioni di altre istituzioni, come Fmi, il Fondo monetario internazionale, e la Banca d’Italia.

Un dato negativo, ma con aspetti positivi – produzione industriale e consumi, appunto – anche secondo il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, venuto in Aula a riferire sugli interventi in materia di revisione della spesa pubblica alla luce degli attuali vincoli di bilancio.

Il titolare del Tesoro è stato chiaro: se ne esce solo continuando con la strategia del Governo, ovvero riforme strutturali, semplificazioni, aumento della competitività. E rendendo permanente, nella legge di Stabilità, il bonus di 80 euro, per il quale è prematuro abbandonarsi a valutazioni sul suo impatto a soli tre mesi dall’introduzione in busta paga, ha detto. Secondo Padoan, infatti, la revisione della spesa è e resta al centro della strategia del governo perché indispensabile per il raggiungimento della crescita.

Per questo, il Ministro vede, a partire dal 2015, una fase di ripresa più decisa e sostenuta, mentre considera “sbagliato e fuorviante prendere in considerazione un quadro macroeconomico di pochi trimestri per valutare l’efficacia e l’impatto delle azioni di governo”.

La prospettiva per Padoan è, dunque, quella di attuare una “revisione delle agevolazioni e delle detrazioni fiscali per garantire un miglioramento dei conti pubblici di 3 miliardi nel 2015, 7 nel 2016 e 10 nel 2017. Viceversa si deve procedere con la revisione della spesa”.

A tutta energia

A tarda sera, e dopo aver votato anche la questione di fiducia, con 299 voti favorevoli e 152 contrari, alla Camera abbiamo approvato il decreto competitività, che contiene misure per il settore agricolo, la tutela ambientale e l’efficientamento energetico dell’edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, ma anche l’importante intervento per il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche.

Volevo soffermarmi su quest’ultimo punto, ovvero le misure per il settore energetico. Se gli interventi sono volti soprattutto a portare un risparmio sugli oneri generali di sistema delle tariffe elettriche a favore delle piccole e medie imprese, con una riduzione dei costi a carico, ad avvantaggiarsene possono anche essere cittadini e famiglie.

In generale, l’obiettivo del Governo è quello di pervenire a regime a un risparmio in bolletta pari a circa il 10 per cento del costo attuale per le Pmi. Inoltre, alcune forme di autoconsumo di energia, come le reti interne di utenza, che nella normativa vigente versavano i corrispettivi tariffari e gli oneri di sistema solo sull’energia prelevata dalla rete, con le nuove norme devono concorrere al pagamento di una quota di questi oneri in relazione all’energia consumata e non prelevata dalla rete, cioè su quella autoprodotta.E gli oneri per lo svolgimento dell’attività del Gestore dei servizi energetici relativi ai meccanismi di incentivazione e sostegno alle imprese in materia di fonti rinnovabili ed efficienza energetica, non ricadranno più su consumatori, imprese e famiglie, ma saranno posti a carico delle imprese elettriche.

Ulteriore, importante semplificazione, soprattutto per chi ha già o vorrebbe dotarsi di energia alternativa, il decreto stabilisce che l’installazione di impianti solari fotovoltaici e termici sui tetti di edifici non sottoposti a vincolo non è subordinata all’acquisizione di atti amministrativi di assenso.

Inoltre, per la produzione di biometano da impianti nuovi o riconvertiti si prevede l’autorizzazione unica e la procedura abilitativa semplificata, mentre viene prorogato dal 30 giugno al 31 dicembre il termine per la tassazione degli impianti cogenerativi, ovvero di produzione combinata di energia elettrica e calore.

Ok ai veterinari aziendali e al Modello 4

Tra i consulenti aziendali d’ora in poi saranno annoverati anche i veterinari, per quanto riguarda il comparto zootecnico. E per gli allevatori presto sarà più facile compilare il Modello 4, quello necessario per il trasporto degli animali. I miei due ordini del giorno sul tema sono stati approvati, in veste di raccomandazioni, nell’ambito della discussione sul decreto competitività.

Come avevo già spiegato nella scorsa news, il primo si occupa dell’aspetto della consulenza aziendale, per la quale ho chiesto di aggiungere quella zootecnica veterinaria e la figura del veterinario aziendale.

L’altro ordine del giorno riguarda la dematerializzazione del Modello 4, quello usato per il trasporto degli animali, noto per le complicazioni che comportava nella compilazione e per le multe che scaturivano dagli errori, che così potrà essere realizzato all’interno del sistema Banca dati nazionali dell’Anagrafe zootecnica sul sito del Sistema informativo veterinario, tranne un’eventuale copia cartacea al trasportatore.

Primo passo per la riforma

Anche del primo, atteso passo della riforma della pubblica amministrazione avevo già raccontato nel dettaglio la scorsa volta. Ora che il decreto legge è stato approvato definitivamente dalla Camera, vi ricordo brevemente cosa cambia e correggo il tiro su qualche aspetto modificato all’ultimo minuto dal Governo.

Ricorderete, in linea di massima, la maggiore flessibilità negli enti locali con le assunzioni a termine e l’anticipo di pensione per i manager pubblici, così come il taglio dei compensi dei membri dei consigli di amministrazione delle società partecipate e la mobilità obbligatoria fino a 50 chilometri per i dipendenti pubblici, tranne in alcuni, specifici casi di vincoli familiari. Tagli ai Tar e, progressivamente, alle Camere di commercio sono rimasti.

Purtroppo, però, per il momento, la mancanza di coperture ha fatto saltare la cosiddetta ‘Quota 96’, cioè il pensionamento a settembre di 4mila insegnanti, se avessero accettato di riscattare il trattamento di fine rapporto alla data prevista dalla riforma Fornero. Inoltre, non è stato possibile nemmeno abbassare l’età pensionabile per primari e docenti universitari.

Tuttavia, sul primo fronte, quello degli insegnanti penalizzati, il presidente Renzi ha assicurato che se ne rioccuperà entro fine agosto.

Ordine giorno Veterinario aziendale e modello 4

Ho presentato due Ordini del Giorno collegati al Decreto legge 91/2014 “Competitività” che riguardavano l’introduzione del Veterinario aziendale come responsabile della consulenza aziendale zootecnica. Se lo vuoi leggere clicca su 140804 Veterinario aziendale consulenza aziendale

Mentre l’altro riguardava la dematerializzazione del Modello 4 e alcune sue modifiche. Se lo vuoi leggere clicca su 140805 demater mod IV

Competitività: per la zootecnia ora c’è il consulente veterinario.

On.Cova: “Competitività: per la zootecnia ora c’è il consulente veterinario. E niente più complicazioni e multe per il trasporto degli animali”

Tra i consulenti aziendali d’ora in poi saranno annoverati anche i veterinari, per quanto riguarda il comparto zootecnico. E nel contempo, in quest’ambito, c’è una buona notizia per gli allevatori: sarà presto più facile compilare il Modello 4, quello necessario per il trasporto degli animali. Due novità rese possibili dall’approvazione avvenuta oggi, mercoledì 6 agosto 2014, in Aula alla Camera, dei due ordini del giorno, in veste di raccomandazioni, sul tema, presentati dall’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, nell’ambito della discussione sul decreto competitività.

“Il primo dei miei ordini del giorno si occupa dell’aspetto della consulenza aziendale, per la quale ho chiesto di aggiungere quella zootecnica veterinaria e la figura del veterinario aziendale – spiega Cova –. Questa norma consentirà di garantire che l’attività di consulenza sia fatta dal veterinario aziendale, come, del resto, già previsto da una legge del 1999, specificandone anche i compiti”.

L’altro documento riguarda, appunto, “la dematerializzazione del Modello 4, quello usato per il trasporto degli animali, noto per le complicazioni che comportava nella compilazione e per le multe che scaturivano dagli errori. In sostanza, ho chiesto che quel documento sia realizzato all’interno del sistema Banca dati nazionali dell’Anagrafe zootecnica sul sito del Sistema informativo veterinario, e che eventualmente al solo trasportatore possa essere rilasciata una copia cartacea. Grazie all’ordine del giorno, il modello viene semplificato anche nella parte che impone di conoscere i trattamenti e le somministrazioni farmaceutiche effettuati sugli animali”, aggiunge Cova.

A questo punto, una volta approvato il decreto, “il Governo sarà tenuto ad attuare queste due raccomandazioni, agevolando una volta di più l’attività di chi vive e lavora nel comparto zootecnico”, conclude il parlamentare Pd.

Roma, 6agosto 2014

Quote latte, è caccia ai debitori….

L’edizione Metropolitana de “Il Giorno” ha dedicato un articolo alle quote latte.

Riporta anche un mio intervento su questo tema che mi sembra importante focalizzare. Ad oggi ci sono indagini in atto che stanno verificando le false dichiarazioni sul latte prodotto in Italia, lo stesso GIP chiede di continuare l’attività investigativa su questo reato. Se vuoi leggere clicca su  articolo giorno quote latte

 

News dal Parlamento

Tutti i numeri della Pa

Con 286 voti favorevoli, 132 contrari e 2 astenuti, alla Camera abbiamo proceduto con l’approvazione di un altro passo importante per il funzionamento della nostra Repubblica: il disegno di legge di conversione del decreto sulle misure per l’efficienza della pubblica amministrazione e degli uffici giudiziari. Il provvedimento contiene vari interventi in materia di lavoro pubblico, di organizzazione della pubblica amministrazione, di semplificazione, di incentivazione della trasparenza e correttezza delle procedure nei lavori pubblici, norme in materia di giustizia che vanno nella direzione di uno snellimento del processo amministrativo e dell’attuazione del processo civile telematico.

Nel dettaglio, il decreto è quello che prevede che i dirigenti pubblici possano andare in pensione a 62 anni, cioè 4 in anticipo rispetto alla riforma Fornero, ad eccezione dei magistrati, che potranno restare in servizio fino a 70 anni e dei medici e i professori universitari, che potranno lavorare fino a 65 anni. Viene poi risolto anche il problema della cosiddetta “quota 96”, che consentirà a 4mila insegnanti di andare in pensione a settembre se accetteranno di riscattare il trattamento di fine rapporto alla data prevista dalla riforma Fornero.

Buone novità anche per gli enti locali che avranno più margini di manovra per le assunzioni a tempo determinato e per i contratti a termine. Grande dibattito ha sollevato la questione delle Camera di commercio: per ora vale il taglio degli importi dovuti che sarà graduale nei prossimi tre anni, partendo da un meno 35% nel 2015, meno 40% nel 2016 e meno 50% nel 2017.

Per gli statali la mobilità sarà obbligatoria, ma non verrà applicata ai dipendenti pubblici che hanno figli al di sotto dei tre anni, disabili e che godono del congedo parentale. Inoltre i criteri saranno stabiliti più avanti e solo dopo aver consultato i sindacati.

Per quanto riguarda Expo, l’unità operativa speciale dovrà operare fino alla completa esecuzione dei contratti di appalto di lavoro, servizi e forniture e al massimo fino al 31 dicembre 2016. Potranno, poi, essere commissariate anche le società appaltatrici dei lavori coinvolte nelle inchieste per corruzione.

Ancora, il decreto stabilisce l’assunzione di 1.030 vigili del fuoco e salva le sezioni distaccate dei Tar, che si trovano nelle città sedi di Corti d’appello (Salerno, Reggio Calabria, Lecce, Brescia e Catania). La soppressione delle altre sedi slitta dall’ottobre 2014 a luglio 2015. Novità anche per chi vuole insegnare all’università: saranno sufficienti 10 pubblicazioni anziché 12 per presentare la candidatura e saranno rivisti i criteri di valutazione.

 

L’agricoltura fa i bilanci

Nelle ultime settimane sono stato nominato relatore per il Rendiconto del bilancio dello Stato per l’esercizio finanziario 2013 e l’assestamento 2014 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Ho avuto, dunque, l’onore e l’onere di portare, appunto, una relazione all’esame dei colleghi. Ai quali ho ricordato che nell’ambito del più generale processo di taglio della spesa pubblica avviato dal 2011, il Ministero ha provveduto a una revisione degli assetti organizzativi che ha rideterminato la dotazione organica, portando a una riduzione dei posti di funzione dirigenziale e del personale non dirigenziale.

Il riordino ha comportato nel 2013 la riduzione del numero degli enti vigilati che da 9 sono passati a 6, di cui uno in liquidazione. Per quanto riguarda altri aspetti gestionali, ho sottolineato un punto che mi sta particolarmente a cuore, come sapete: la Corte dei conti ha riscontrato notevoli criticità nella gestione degli interventi per il recupero del prelievo supplementare dovuto dagli allevatori nell’ambito del regime delle quote latte. E le cause dei ritardi stanno nelle responsabilità dei molteplici soggetti istituzionali operanti nel settore, nella confusione della normativa, delle procedure, delle competenze, nella incertezza sui dati di produzione.

Al riguardo, la Corte dei conti ha segnalato anche che il mancato recupero comporta una probabile rivalsa sulla generalità dei contribuenti e che questo modo di procedere consente di mantenere sommerso un debito a carico del bilancio statale. Infatti, la Commissione europea ha già disposto l’avvio di una procedura di infrazione.

Ho chiuso il mio intervento auspicando che nei prossimi anni il debito a carico del bilancio statale sia contabilizzato in modo più trasparente, ma ho chiesto anche una maggiore conoscenza della situazione finanziaria del Sian, il Sistema informativo agricolo nazionale, partecipato al 51% da Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura e della stessa AGEA.

 

Veterinari e tracciabilità per essere competitivi

Lunedì 4 agosto, in Aula, riprenderemo l’esame del testo del decreto competitività e io ho presentato in proposito due emendamenti che riguardano il veterinario aziendale e la dematerializzazione del famigerato Modello 4 per il trasporto degli animali.

Come ricorderete, il decreto legge “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale” prevede interventi di carattere fiscale per il rilancio dell’economia, per accelerare il pagamento dei debiti arretrati delle pubbliche amministrazioni, norme in materia di revisione ed efficienza della spesa pubblica. Lunedì ripartiremo con la discussione sulle linee generali e a seguire ci sarà l’esame del disegno di legge di conversione. Le disposizioni riguardano tra l’altro anche il settore agricolo ed è in quest’ambito che entro a gamba tesa. Il primo dei miei emendamenti si occupa dell’aspetto della consulenza aziendale, per la quale chiedo di aggiungere quella zootecnica veterinaria e la figura del veterinario aziendale. Se lo volete leggere cliccate qui.

Questa norma consentirebbe di ampliare la consulenza aziendale anche al comparto zootecnico e di garantire che sia fatta dal veterinario aziendale, come già previsto da una legge del 1999.

L’altro emendamento riguarda la dematerializzazione del Modello 4, quello usato per il trasporto degli animali e di cui vi avevo già scritto tempo addietro per le complicazioni che comportava. Qui lo potete leggere.

In sostanza, chiedo che quel documento sia dematerializzato e realizzato all’interno del sistema Banca dati nazionali dell’Anagrafe zootecnica sul sito del Sistema informativo veterinario e che al solo trasportatore venga rilasciata una copia cartacea, semplificando la compilazione e la trasmissione dei dati di trasporto degli animali e la loro tracciabilità.

 

 

Veterinario Aziendale ed emendamenti

Ho presentato due emendamenti al Decreto 91/2014 .

In particolare riguardano la Consulenza Aziendale dove chiedo di aggiungere la consulenza zootecnica veterinaria e la figura del veterinario aziendale. Se lo vuoi leggere clicca su 140730 Vetaziendale decr 91.

L’altro emendamento riguarda la dematerializzazione del Modello 4 usato per il trasporto degli animali. Se lo vuoi leggere clicca su 140730 demater mod 4.

 

News dal Parlamento

Signori, si taglia

Come tutte le strutture, anche istituzionali, anche noi, alla Camera, abbiamo un bilancio da approvare. E parla proprio delle spese di funzionamento di questo ramo del Parlamento. Così, in settimana sono passati il consuntivo 2013 e il piano 2014, i quali dimostrano, senza ombra di dubbio, come si sia avviata una rigorosa politica di riduzione e di razionalizzazione della spesa della Camera. Snocciolo i numeri per far capire.

Cominciamo con i 78,3 milioni di euro che sono l’esatta cifra della riduzione di spesa nel 2014 rispetto al 2012. Cifra composta dai primi 50 milioni del piano di riduzione triennale, che si concluderà nel 2015 e che sarà in tutto di 150 milioni, e dalla restituzione allo Stato di 28,3 milioni. In particolare, le spese di funzionamento del 2014 si riducono, rispetto all’anno prima, di 17,7 milioni di euro e si attestano ai livelli del 2007.

In tutto, tra 2013 e 2014 si sono risparmiati 138,3 milioni di euro, perché anche l’anno scorso la riduzione è stata di 50 milioni e la restituzione allo Stato di 10. Il trend continuerà: per il 2016, grazie all’adozione di un insieme di misure di contenimento particolarmente consistenti, si prevede una riduzione di spesa di circa 66 milioni di euro.

Che cosa si è tagliato, e in molti diranno “finalmente”? Per fare qualche esempio, da interventi sulla riduzione dei rimborsi delle spese telefoniche dei deputati si sono recuperati circa 1,2 milioni, dai trasporti 320mila euro, dalla ristorazione 900mila euro. Persino la stampa del materiale, in tempi di tecnologia estrema che rende superfluo l’uso della carta, ha portato un risparmio di 100mila euro.

In prospettiva ci può essere un taglio di altri 31 milioni di euro l’anno per effetto del tetto alle retribuzioni del personale, di cui avrete sentito parlare, e dalla rescissione dei contratti di affitto dei Palazzi Marini.

 

Carcere disumano, scatta il rimborso

Sapete quanto ci tengo alla dignità dei detenuti e alla correttezza nell’applicazione delle pene e delle misure restrittive. Considero, perciò, un ulteriore passo avanti, l’approvazione, in prima lettura, alla Camera – ora al Senato –, del disegno di legge di conversione del decreto legge che prevede il risarcimento in favore dei detenuti reclusi in “condizioni inumane” e gli ulteriori interventi in materia penitenziaria tesi a risolvere il problema del sovraffollamento carcerario.

Il decreto, in particolare, prevede rimedi di tipo risarcitorio in favore di detenuti e internati che siano stati sottoposti a trattamenti inumani o degradanti, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo; restringe gli ambiti di applicazione della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari; stabilisce che il magistrato di sorveglianza possa avvalersi dell’ausilio di personale volontario; introduce nuovi obblighi di comunicazione per magistrati o tribunali di sorveglianza, circa i provvedimenti relativi alla libertà personale di soggetti condannati da corti internazionali; disciplina le modalità di esecuzione del provvedimento che dispone gli arresti domiciliari; estende ai maggiorenni di età inferiore a 25 anni le norme di favore previste dal diritto minorile sui provvedimenti limitativi della libertà personale; modifica l’ordinamento del Cor po di polizia penitenziaria.

In particolare, per compensare la violazione della Convenzione sui diritti dell’uomo, il decreto introduce, appunto, risarcimenti per i detenuti reclusi in “condizioni inumane” che vanno dallo sconto di pena, con un abbuono di 1 giorno ogni 10 passati in celle sovraffollate, al rimborso in denaro di 8 euro per ogni giornata in cui si è subito il pregiudizio.

E per dimostrare che non si tratta di chiacchiere, da qui al 2016 per i risarcimenti saranno disponibili 20,3 milioni di euro.

 

No al pascolo brado per i suini

Questa settimana la Commissione Affari sociali della Camera ha approvato una risoluzione di cui ero firmatario e che ho fortemente sostenuto, in cui si chiedono interventi a tutti i livelli per effettuare approfonditi controlli ed evitare ulteriori contagi negli allevamenti di suini italiani, attualmente colpiti da due emergenze sanitarie, soprattutto in alcune regioni italiane: la peste suina africana e la malattia vescicolare suina.

Vi avevo già anticipato, qui nella news, il danno che queste due malattie stanno provocando a tutto il settore suinicolo e di trasformazione, limitandone le esportazioni e la commercializzazione dei prodotti ed anche se non ci sono pericoli per la salute pubblica, è necessario cercare di intervenire per eradicarle. Come? Lo spiega la risoluzione: vietando il pascolo brado che è il principale serbatoio di questa infezione, iniziata 36 anni fa, e dando mandato al presidente della Regione Sardegna – il territorio più colpito – di abbattere i capi infetti. Il documento chiede soprattutto di assicurare la vigilanza su ristoranti, trattorie, negozi di alimentari, agriturismi e altre entità ricettive dove va garantita la somministrazione di alimenti di provenienza suina lecita, certificata e sicura.

 

Un riconoscimento alla Liberazione

Ho sottoscritto una proposta di legge molto semplice, visto che si compone di due soli articoli, ma di grande efficacia e, credo, dovuta da tempo: l’istituzione del riconoscimento di Cavaliere della Liberazione.

Il collega che l’ha proposta chiede, in sostanza, che in occasione delle celebrazioni del 70° anniversario del 25 aprile, che si terranno il prossimo anno, venga conferita l’onorificenza ai partigiani, combattenti e reduci, militari e civili, uomini e donne che hanno contribuito alla lotta di Liberazione dal fascismo e dal nazismo. Potete immaginare come non abbia avuto alcun dubbio nel sostenere immediatamente un’azione che forse andava fatta prima.

Ho aderito anche a un’interrogazione sull’Ismea, l’Istituto dei servizi per il mercato agricolo alimentare, che svolge diverse attività, sia relative ad analisi dei mercati dei diversi settori produttivi, sia per lo sviluppo e il sostegno di impresa. Tra i vari strumenti, utilizza il subentro in agricoltura, agevolando l’insediamento di giovani agricoltori, la riassegnazione dei terreni agricoli per bando a giovani laureati e diplomati, la vendita di terreni agricoli per asta pubblica e la riassegnazione dei terreni agricoli assegnati per bando. Per fare questo, Ismea attiva strumenti finanziari come il fondo di riassicurazione e l’attivazione di garanzie per l’accesso al credito. Ma con la crisi degli ultimi anni gli agricoltori, sempre di più, hanno riscontrato difficoltà nel pagamento delle rate di ammortamento dei vari prestiti.

L’interrogazione, presentata da una collega del Pd, chiede al Governo conferma della situazione e soprattutto cosa intenda fare per affrontare la situazione di morosità ed evitare perdita di terreni e chiusura di aziende.