On. Cova: “Valorizziamo il patrimonio agroalimentare come quello artistico, culturale e paesaggistico”

È intervenuto anche l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, oggi, mercoledì 10 dicembre 2014, in Aula, alla Camera, nell’ambito della discussione sulle linee generali della proposta di legge ‘Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare’.

“Valorizzare la biodiversità vegetale e animale consente di arricchire il patrimonio genetico del nostro territorio – ha detto Cova in Aula –. Evita l’erosione genetica e salvaguarda la proprietà dei territori, valorizzandone le produzioni tipiche. Aspetto che in questo periodo, a pochi mesi dall’Expo e con l’italian sounding che imperversa, è di fondamentale importanza per le nostre eccellenze agroalimentari”.

E mantenere le produzioni tradizionali “dà valore aggiunto ai territori ed evita lo spopolamento di quelli a rischio, come la collina e la montagna – ha aggiunto Cova –. Valorizziamo, dunque, la nostra biodiversità come valorizziamo e manteniamo i nostri patrimoni artistico, culturale e paesaggistico. Sono tutti aspetti della nostra bellezza italiana”, ha sottolineato il parlamentare Pd.

Roma, 10 dicembre 201 4

News dal Parlamento

 

 

Meno manette, più garanzie

Giornalisticamente è stato definito uno stop alle manette facili per chi è in attesa di giudizio. E in effetti la proposta di legge parlamentare che alla Camera abbiamo approvato, in terza lettura e a larga maggioranza (303 favorevoli, 21 contrari e 72 astenuti), apporta “Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali” e alla legge che regola le visite a persone affette da handicap in situazione di gravità. Il testo ora torna al Senato.L’obiettivo del provvedimento è restituire natura di extrema ratio alla carcerazione preventiva, rendendo più stringenti i presupposti e le motivazioni e ampliando le misure alternative. Quindi, la custodia cautelare in carcere potrà essere disposta soltanto quando siano inadeguate le altre misure coercitive o interdittive o il pericolo di fuga o di reiterazione del reato saranno non solo concreti, ma anche attuali.Per privare della libertà una persona, il giudice dovrà accertare altri presupporti, come i precedenti, i comportamenti, la personalità dell’imputato. E la sua motivazione dovrà essere articolata al punto da giustificare perché disattende gli argomenti della difesa. Aumentano, inoltre, da 2 a 12 mesi i termini di durata delle misure interdittive, come la sospensione dell’esercizio della potestà genitoriale, di pubblico ufficio o servizio, il divieto di esercitare attività professionali o imprenditoriali. Tuttavia, queste misure non valgono per i delitti di mafia e associazione terroristica, per i quali resta la presunzione assoluta di idoneità alla misura carceraria. Per gli altri delitti gravi (omicidio, violenza sessuale, sequestro di persona per estorsione) varrà una presunzione relativa: niente carcere se si dimostra che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure.

Per l’attenzione che ho sempre avuto sul tema della carcerazione, considero questo provvedimento un passo avanti, perché le modifiche sono dirette, nel loro complesso, a ridurre il sovraffollamento carcerario e a dare diversa dignità a chi è costretto. Accenno anche al fatto che la proposta disciplina il diritto di visita del genitore detenuto al figlio portatore di handicap grave.

Tra una mozione e un canone

In settimana abbiamo approvato una serie di mozioni che si sono occupate di argomenti disparati, ma anche molto attuali e alcuni urgenti. Una serie di queste chiedevano iniziative volte alla separazione societaria della infrastruttura della rete di telecomunicazione e alla definizione del relativo modello di governance. In sostanza, il tema è sempre quello della rete Internet ad alta velocità e a banda larga. Il Paese non è al passo con i tempi, su questo aspetto. Bisogna cominciare a lavorarci seriamente, partendo, appunto dagli assetti aziendali, per accelerare lo scorporo della rete fissa telefonica dai servizi, fondamentale per garantire la libera concorrenza del mercato e la tutela dei consumatori con migliori prezzi e servizi, dicono le mozioni. Abbiamo votato anche dei testi che prevedono iniziative per l’impiego di parte del risparmio previdenziale per interventi a sostegno dell’economia. Il presupposto è che l’indirizzo politico adottato dal Governo è quello di utilizzare il risparmio previdenziale per operazioni di finanziamento dell’economia reale, ma le mozioni sono state un motivo per parlare delle casse professionali, del loro futuro, della previdenza integrativa, dei fondi pensione, di come riallineare la previdenza italiana a quella europea. Ancora due argomenti importanti, come le iniziative in materia di diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, con particolare riferimento alla revisione del Regolamento dell’Unione europea noto come “Dublino III”: nei fatti, la sua applicazione è di difficile gestione e il principio generale che stabilisce, secondo cui i Paesi responsabili dell’esame di una domanda di protezione internazionale, “anche di coloro che hanno varcato illegalmente le frontiere di uno Stato membro”, sono quelli di prima accoglienza, presenta notevoli criticità a causa del numero sempre crescente di migranti. E ancora una serie di mozioni caldeggiano interventi a favore del Mezzogiorno. Infine, le mozioni sul canone Rai. È evidentemente considerato da tutti una tassa quanto meno antiquata, da rivedere. I documenti che abbiamo approvato in Aula chiedono non solo che venga rivista o, addirittura ricalcolata, ma anche più certezza e meno complicazioni per coloro che intendono disdire l’abbonamento televisivo o esserne esentati in maniera facile, veloce e certa.

Un codice contro la corruzione

Mai come in questi giorni si sentiva l’esigenza della proposta fatta da un collega di adottare un Codice di condotta dei parlamentari, sul modello di quanto fatto da tempo da altri Paesi. Lo strumento, raccomandato dal Consiglio d’Europa, intende aiutare i parlamentari a uniformare i propri comportamenti pubblici a criteri di trasparenza e correttezza. Il principio è che per combattere corruzione e abusi sono essenziali buone leggi e buoni controlli, ma anche buoni costumi. Il proponente vuole spezzare il meccanismo che ha trascinato il nostro Paese, anche nel 2014, al 69esimo posto nella graduatoria mondiale dell’indice di corruzione del Paese, che danneggia i cittadini, le istituzioni, le imprese, i giovani.

Cosa dovrebbe contenere un codice che va in questo senso? Norme finalizzate a garantire che i comportamenti dei deputati risultino informati a principi di onestà, integrità, trasparenza, responsabilità, diligenza ed esemplarità a tutela del buon nome del Parlamento italiano e delle istituzioni repubblicane, a criteri di serietà e di rispetto dell’altro e, nella gestione e nell’utilizzo di risorse pubbliche, di sobrietà, di trasparenza ed efficienza. Ma anche procedure finalizzate a prevenire e rimuovere situazioni di conflitto di interessi. E sanzioni, pure pecuniarie, nel caso di infrazione a queste basilari regole.

Più chiarezza nell’accoglienza

L’interrogazione cui ho aderito proprio in queste ultime ore, va un po’ nel senso del codice di cui ho appena scritto. Parte, infatti, dalle vicende che hanno coinvolto un numero fin troppo rilevante di noti dirigenti e responsabili di incarichi istituzionali nell’amministrazione comunale di Roma. Ma al di là di quanto accaduto e dei necessari e doverosi accertamenti da parte della Magistratura, l’interrogazione pone l’accento soprattutto su un aspetto: uno dei filoni principali dell’indagine ha riguardato le attività criminali connesse alla gestione dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo, e più in generale alle attività connesse alla gestione dei flussi migratori. L’interrogazione chiede, perciò, di conoscere quali siano i criteri di assegnazione degli appalti riguardanti la gestione dei Cie, dei Cara e dei Cda e se e quali verifiche amministrative vengano compiute sui soggetti vincitori degli appalti e sull’utilizzo dei fondi, una volta assegnati. Inoltre, quali iniziative urgenti intenda adottare il Ministro dell’Interno, per quanto di sua competenza, al fine di garantire la massima pubblicità e trasparenza dell’azione amministrativa e dell’operato delle stazioni appaltanti.

Incontro sulla Scuola

E’ terminato il periodo si confronto sulla scuola proposto dal Governo, ma il dibattito continua e la necessità di comprendere e confrontarsi non ha fine. Per questo partecipo ad un incontro a Parabiago Sabato 13 dicembre dalle ore 15,30 presso il Circolo PD in Via Santi Gervaso e Protaso.

Se vuoi vedere il volantino clicca qui.

Paolo Cova

“Ci siamo!”

Questo è lo slogan che l’Azione Cattolica nazionale ha adottato per la Festa del Tesseramento dei propri soci.
Uno slogan che dice che i soci, noi soci, ci siamo e siamo presenti in questa nostra società. Non stiamo alla finestra a guardare ma siamo partecipi a secondo delle proprie vocazioni personali e nei propri ambiti di lavoro e di volontariato. Immersi nel tessuto di questa nostra realtà.
Uno slogan che dice che ci siamo “insieme” come associazione e come gruppi. Insieme ad altre persone vogliamo costruire, innervare il mondo in cui viviamo. In una società individualista, vogliamo rimarcare che da soli non si va da nessuna parte. Con la condivisione e con lo spezzare il pane si può dare speranza.
Uno slogan che non deve restare tale ma si deve concretizzare con le nostre vite di soci.
Buon 8 Dicembre 2014!

News dal parlamento

 

 

Il vero volto del Jobs Act

Alla fine i voti favorevoli sono stati 316 e voglio anche rivelarveli in dettaglio: 250 del Pd, 22 di Scelta civica, 16 di Ncd, 14 del Misto, 12 di Popolari per l’Italia, 1 della Lega, 1 di Fratelli d’Italia. E così, in prima lettura, alla Camera abbiamo approvato la legge delega al Governo in materia di “Riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”, quello che da tutti è conosciuto come Jobs Act.
Ma soprattutto, per l’intera settimana l’approvazione della legge delega sul lavoro ha occupato buona parte delle vicende politiche, in particolare riferite a ciò che stava avvenendo all’interno del Pd. Mi spiace pensare che questa vicenda passerà solo come una delega sull’art. 18, mentre, appunto, ci sono molti altri capitoli che avranno risvolti importanti per i lavoratori.
Entro immediatamente nel tema dicendo che ho votato a favore della legge proprio per i tanti aspetti positivi e provo a enunciarne alcuni: riduzione delle forme contrattuali a tempo determinato; agevolazioni per favorire l’assunzione a tempo indeterminato; estensione degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori a tempo determinato che ora non ne beneficiano; estensione delle garanzie alle donne in maternità che lavorano a tempo determinato; blocco dei licenziamenti in bianco; possibilità di scambio di ore lavorative e giorni di ferie tra lavoratori; revisione del sistema delle politiche attive per i lavoratori in cassa integrazione.
Sul tanto discusso articolo 18, invece, sono state introdotte modifiche e il reintregro in caso di discriminazione. Voglio precisare che chi già beneficia dell’art 18 continuerà ad usufruirne, mentre saranno solo i nuovi contratti a tempo indeterminato che avranno le tutele crescenti.

Clicca su jobsacttesto preparato dal Gruppo Pd della Camera

Una manovra che parla di numeri

In queste ore, dopo il voto di fiducia, abbiamo approvato, in prima lettura, la Legge di Stabilità, cui seguirà il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2015 con il bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017.
Sinteticamente, spiego di cosa si tratta. Il bilancio di previsione è il principale documento contabile per l’allocazione, la gestione e il monitoraggio delle risorse finanziarie dello Stato. È un atto con forma di legge, con cui ogni anno il Parlamento autorizza il Governo a prelevare e utilizzare le risorse pubbliche nella propria attività amministrativa. Assieme alla legge di stabilità compone la manovra triennale di finanza pubblica, ossia le misure necessarie a raggiungere gli obiettivi programmatici indicati nel Def, il Documento di economia e finanza.

Cosa c’è, dunque, nella manovra della legge di stabilità 2015? La conferma del bonus Irpef di 80 euro, l’esclusione della componente lavoro dall’Irap, la totale decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, la temporanea possibilità per i lavoratori del privato di scegliere di avere in busta paga un anticipo del Tfr, una riduzione di tasse e contributi su imprese e famiglie che nessun Governo ha mai fatto in queste dimensioni, le misure di spending review, il rafforzamento della lotta all’evasione fiscale.
Complessivamente, gli interventi ammontano a circa 32,4 miliardi di euro per il primo anno, a 45,8 miliardi nel 2016 e a 46,3 nel 2017. E, ripeto, delle misure contenute nella legge di stabilità beneficeranno innanzitutto i cittadini, le famiglie e le imprese, dunque, l’intera economia.
Per quanto riguarda il bilancio dello Stato, l’avanzo passa da 40,5 miliardi di euro nel 2015 a 67,3 nel 2016 e 74,9 miliardi nel 2017. Il risparmio pubblico (la somma delle entrate tributarie ed extra-tributarie diminuita delle spese correnti) mostra valori positivi e crescenti con un più 6,5 miliardi a partire dal 2016 e 10,4 nel 2017.

Cani, mai più randagi

Ho finalmente depositato la mia proposta di legge di modifica della precedente norma sul randagismo, risalente al 1991, intitolata “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo e introduzione per i proprietari e per i detentori dell’obbligo di sterilizzazione dei cani”.

Se la norma del ‘91 ha segnato un passo importante e significativo nella lotta al randagismo e alla sua prevenzione, rimane però, a oggi, un fatto: il sistema dell’anagrafe canina non ha ancora raggiunto il suo pieno funzionamento e questo lascia ancora delle zona d’ombra che consentono l’abbandono dei cani. Dal canto loro, gli enti locali, che devono applicare la legge, hanno riscontrato diverse difficoltà e il fenomeno del randagismo sta creando problemi importanti alle amministrazioni comunali. Quindi servono forme di prevenzione più efficaci rispetto a quelle attuali.
Il cuore della mia proposta sta, perciò, nella promozione della sterilizzazione dei cani di proprietà, che consentirebbe di limitare il numero dei cuccioli potenzialmente abbandonabili. Se, invece, non si vuole ricorrere a questa pratica per il proprio animale d’affezione, i proprietari versino un contributo – dice la mia legge – che vada a sostegno delle amministrazioni, le quali lo useranno per la prevenzione al randagismo, con una piena vigilanza sui cani, e per l’incentivazione dell’anagrafe canina che, come sapete, prevede l’inserimento dei microchip.

Se passa questa norma si potrebbe favorire lo svuotamento dei canili. Oltre che migliorare enormemente il benessere degli animali, che potrebbero tornare a una vita normale e ritrovare una casa calda e dei nuovi “amici”.

Chi paga l’Imu e chi incontra il lupo

Ho aderito ad alcune interrogazioni rivolte al Ministro delle Politiche agricole. La prima chiede di rivedere il criterio per l’applicazione dell’Imu nelle zone montane o svantaggiate al di sotto dei 600 metri. A quanto pare, gli unici terreni veramente esenti dal pagamento della tassa saranno quelli situati nei comuni che hanno un’altitudine di almeno 600 metri, mentre tra i 280 e i 600 saranno esentati solo i terreni posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali, e sotto i 280 metri tutti dovranno pagare l’intera imposta per il 2014. Se fosse effettivamente così, ad esempio, in provincia di Viterbo l’esenzione totale sarebbe eliminata in 58 comuni su 60, per effetto dell’applicazione del solo criterio altimetrico. Ma il concetto di zona svantaggiata non può riferirsi solo alla quota in cui si trova il Comune. L’interrogazione chiede, perciò, al Ministro se non ritenga opportuno che siano presi in esame altri parametri di svantaggio, come i dati socio- economici dei territori interessati.
L’altra interrogazione riguarda un tema che per l’agricoltura e l’ambiente sta diventando piuttosto importante. Si tratta della rinnovata presenza in Italia di esemplari di lupo e dell’impatto che ha sull’altra fauna, anche di allevamento, e sull’agricoltura, appunto.
Il documento chiede, perciò, quali siano i dati in possesso del Governo sulla consistenza della specie protetta del lupo sul territorio nazionale, quale sia l’andamento demografico della popolazione dei lupi negli ultimi anni e quali siano le perdite ufficiali per l’agricoltura attribuite all’azione di questi animali. Ma anche quali misure di tutela della biodiversità e delle attività agricole e di allevamento, siano attualmente in essere e come, in caso, intenda agire il Governo.

Nitrati: non è solo “colpa” dell’agricoltura

In Commissione Agricoltura della Camera abbiamo approvato una risoluzione sul processo di revisione della direttiva europea in materia di inquinamento da nitrati. Il documento impegna il Governo a promuovere il processo di revisione della direttiva sulla base dei dati scientifici oggi disponibili e dei monitoraggi effettuati, tramite lo studio di Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ma chiede anche di tenere conto dell’analisi delle fonti di inquinamento da nitrati distinguendo la responsabilità del sistema agricolo rispetto a quella dei sistemi civili e industriali. Il dubbio è, cioè, che la colpa non sia solo delle lavorazioni effettuate nelle campagne, ma anche, in larga parte, da una situazione di inquinamento generale al limite del collasso. E ce lo dice proprio lo studio di Ispra che le fonti zootecniche di inquinamento sono minoritarie rispetto alle altre.

Mi piace anche ricordare che la risoluzione prevede una sorta di premialità per gli agricoltori virtuosi, quelli che cioè dimostrino di adottare buone pratiche per innalzare l’efficienza dell’azoto e di somministrarne quantitativi efficienti e commisurati al fabbisogno delle colture.

Paolo Cova

Tutela del lattiero-caseario e superamento delle quote latte: per la prima volta un Ministro propone un piano strategico

On. Cova: “Tutela del lattiero-caseario e superamento delle quote latte: per la prima volta un Ministro propone un piano strategico”

“Per la prima volta un Ministro dell’Agricoltura si siede a un tavolo e ​fornisce​ dei punti ben precisi che hanno l’obiettivo di r​ilanciare i​l settore lattiero-caseario e di stabilire​ un impegno chiaro del Governo a supporto della filiera​, u​na volta per tutte, per mantenere​ un prezzo equo per il latte. Lo stesso sistema deve portare a un superamento dell​a fine delle​ quote”, lo dice l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, nei giorni in cui il Governo sta mettendo sul piatto una serie di proposte per il settore.

Cova ricorda i cinque punti cardine del Piano strategico di valorizzazione​ e di impegno del Governo: “Il miglioramento della qualità del latte, la campagna di educazione alimentare, la promozione sui mercati esteri dei grandi formaggi italiani, la revisione della normativa sui prodotti trasformati, la richiesta alla Commissione europea di accelerare l’attuazione del regolamento sull’etichettatura. Sono tutte questioni ​ che supportano il settore lattiero-caseario e ne aiutano il rilancio ”.

E ora, ricorda Cova, riferendosi anche al convegno tenutosi oggi a Mantova e organizzato dalla Cia, dal titolo ‘Oltre le quote latte, il futuro del sistema lattiero caseario in Italia’, “dobbiamo arrivare alla fine del regime delle quote, previsto per il 2015, già preparati. Ecco perché serve subito una progettualità che va nel senso dei cinque punti enunciati dal Ministro​ e che preveda delle organizzazioni di prodotto che siano veramente un contraltare alla Gdo”.

Roma, 27 novembre 2014

Approvata risoluzione sui nitrati: ricerca, premialità e confronto con l’inquinamento civile e industriale

On. Cova: “Approvata risoluzione sui nitrati: ricerca, premialità e confronto con l’inquinamento civile e industriale”

La XIII Commissione Agricoltura della Camera ha approvato oggi, giovedì 27 novembre 2014, una risoluzione sul processo di revisione della direttiva europea in materia di inquinamento da nitrati. Soddisfatto l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, che sottolinea, in particolare, l’importanza dell’aspetto della ricerca e della premialità per gli allevatori.

“La risoluzione impegna il Governo a promuovere il processo di revisione della direttiva Nitrati sulla base dei dati scientifici oggi disponibili e dei monitoraggi effettuati​, tramite lo studio Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) – spiega Cova –. Ma chiede anche di tenere conto dell’analisi delle fonti di inquinamento da nitrati, distinguendo la responsabilità del sistema agricolo rispetto a quella dei sistemi civili e industriali. Vogliamo, cioè, accertare quanto sia colpa delle lavorazioni effettuate nelle campagne e quanto derivi da una situazione di inquinamento generale al limite del collasso. Lo studio Ispra ci dice che le fonti zootecniche di inquinamento sono minoritarie rispetto alle altre”.

La risoluzione contiene anche altri passaggi fondamentali per il tema nitrati: “Bisogna rivedere tempestivamente le aree vulnerabili, basandosi su dati scientifici aggiornati e tenendo conto, ancora una volta, delle altre fonti di inquinamento– continua il parlamentare Pd –. Il Governo deve poi individuare e attuare efficaci strumenti per garantire la proporzionalità e l’adeguatezza delle misure di contenimento dell’apporto di nitrati applicate al settore agricolo. È necessario, inoltre, che venga modificato il decreto ministeriale che dispone un unico periodo per il divieto di spandimento degli effluenti zootecnici, delle acque reflue, dei concimi azotati e degli ammendamenti organici, prevedendo la possibilità di stabilire la suddivisione del termine in due fasi annuali,​ rispettando il ciclo della natura”.

Infine, una sorta di premio agli agricoltori virtuosi, come sottolinea Cova: “Impegniamo il Governo a sostenere una mediazione con la Commissione europea per il superamento del regime delle deroghe individuali e per la definizione di una a validità generale per gli allevatori che dimostrino di adottare buone pratiche per innalzare l’efficienza dell’azoto e di somministrarne quantitativi efficienti e commisurati al fabbisogno delle colture. Solo a loro potrà spettare di alzare il limite”.

Roma, 27 novembre 2014

Se vuoi leggere Risoluzione clicca su RISOLUZIONE Nitrati 2014 11 27

Se vuoi leggere Relazione ISPRA clicca su Relazione_ISPRA Nitrati

News dal Parlamento

Dall’America meno contraffazioni

 

In settimana, alla Camera, abbiamo approvato le mozioni relative all’accordo di partenariato per il commercio e gli investimenti tra Unione europea e Stati Uniti d’America noto come Transatlantic trade and investment partnership (Ttip). Nei testi la Camera impegna il Governo ad agire, in particolare nella fase del semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, affinché siano concretamente valorizzate le previsioni delle Direttive di negoziato sul partenariato circa l’impegno della Commissione europea a sviluppare, nel corso della trattativa, un dialogo regolare con tutte le parti interessate della società civile per consentire un avanzamento dei rapporti rispetto all’impostazione del mandato originario. È un modo, un po’ burocratese, per dire che Europa e America devono migliorare l’accordo di scambio. E in che senso è presto detto: prima di tutto sul fr onte della sicurezza alimentare.  Anzi, su quest’ultimo punto, il Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in audizione alla Camera, ha assicurato che l’accordo non comporterà alcuna riduzione della sicurezza alimentare di cui godono oggi i cittadini europei per facilitare le imprese o favorire l’arricchimento delle multinazionali, in quanto tutte le garanzie verranno mantenute e semmai migliorate. Il mandato prevede espressamente il diritto delle parti di valutare e gestire il rischio. In sostanza, è sancito il diritto di precauzione, affinché nel mercato europeo non entrino prodotti a rischio, come, ad esempio, la carne con gli ormoni o il pollo trattato con la clorina.

Nella mozione proposta dal Pd sul tema, il Governo viene impegnato a riaffermare la necessità per il settore alimentare del riconoscimento delle indicazioni geografiche e del contrasto dell’italian sounding, favorendo semmai le nostre piccole e medie imprese.

  

Cie e Cara: il Parlamento verifica

Con 348 favorevoli e 59 contrari, alla Camera abbiamo approvato l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione e sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (Cda), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e nei centri di identificazione ed espulsione (Cie). La commissione sarà composta da 21 deputati, avrà la durata di un anno e gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. In sintesi, la Commissione dovrà accertare che in questi centri non si siano verificati condotte illegali e atti lesivi dei diritti fondamentali e della dignità umana e se non siano stati praticati trattamenti disumani o degradanti nei confronti dei migranti. Venissero eventualmente alla luce questi episodi, dovrà ricostruire in maniera puntuale le circostanze in cui si siano verificati. Dovrà anche indagare sui tempi e le modalità di accoglienza o trattenimento, verificare che venga data effettiva e puntuale applicazione alle disposizioni e alle garanzie a tutela degli stranieri espulsi e trattenuti, l’adeguata tenuta dei registri, l’efficacia dell’attuale sistema dei Cie sotto il profilo dell’identificazione delle persone. Su un altro fronte, la Commissione dovrà controllare la correttezza delle procedure adottate per l’affidamento della gestione dei centri, esaminando le convenzioni stipulate con gli enti gestori e accertando eventuali responsabilità relative alla mancata offerta dei servizi.

Da ultimo, ma non meno importante, i deputati dovranno capire se, sotto il profilo economico, l’attuale sistema è sostenibile o, a parità di risorse impiegate, non siano eventualmente possibili nuove e diverse soluzioni normative per la gestione della questione dell’immigrazione.

Paolo Cova

 

Audizione Ministro Martina su TTIP

Il 19 novembre 2014 c’è stata l’audizione del Ministro per le politiche agricole e forestali Maurizio Martina sul tema del trattato TTIP.

Alcune mie considerazioni:

  •  Gli atti sono pubblici e diffusi come previsto dalla Commissione Europea
  •  Per il settore agroalimentare viene mantenuto il Diritto di Precauzione per cui senza certezze scientifiche non si consente la commercializzazione di alimenti trattati.
  •  Mantenimento delle indicazioni di produzione
  •  Gli OGM non sono tema di questo trattato

Se vuoi leggere la relazione del Ministro Martina clicca su Ministro Martina su TTIP