News dal Parlamento

Un Augurio di Buona Pasqua

Questa News vi arriva con qualche ora di anticipo e ne approfitto per farvi i miei migliori Auguri di una Santa Pasqua.

Pensando alla giornata odierna voglio anche ricordare quanto avvenuto a Bruxelles; nelle difficoltà e nei momenti più cupi c’è sempre la via di luce che ci porta fuori dalle nostre paure ed angosce. Ora serve solo una unità nazionale ed europea di contrasto al terrorismo, cosa che abbiamo già sperimentato negli anni ’70-’80 in Italia.

Il resto serve solo ad interessi personali e di certo non al “bene comune”.

Un nuovo credito cooperativo

Questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato la conversione in legge del decreto legge sulle misure urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la gestione collettiva del risparmio, che ora passa al Senato per l’approvazione definitiva.

Questo nuovo provvedimento si inserisce nel più ampio disegno di ristrutturazione della normativa che regola il sistema bancario, con l’obiettivo di rafforzare gli istituti bancari e sostenere più efficacemente l’economia reale e la crescita.

Quattro gli ambiti di intervento: la riforma delle Banche di credito cooperativo; la garanzia dello Stato sulla cartolarizzazione delle sofferenze; le disposizioni fiscali relative alle procedure di crisi; le norme in materia di gestione e di tutela del risparmio.

Attesa, dunque, la riforma che ridisegna il sistema del Credito cooperativo italiano, introducendo forti elementi di innovazione e al tempo stesso mantenendone integra l’identità, lo spirito mutualistico e il rapporto con il territorio di appartenenza. Nodo centrale della riforma – che recepisce largamente il progetto di autoriforma proposto dallo stesso sistema del Credito cooperativo – è l’obbligo di aderire a un gruppo bancario cooperativo che abbia come capogruppo una società per azioni. La società capogruppo svolgerà attività di direzione e coordinamento sulle singole Bcc, in base agli accordi definiti dal cosiddetto “contratto di coesione”, che stabilirà anche il complesso delle garanzie solidali. Prevista la possibilità di non adesione al gruppo attraverso la cosiddetta wayout, ovvero la “clausola d’uscita”, e di creare sottogruppi territoriali.

Lo stesso provvedimento contempla, inoltre, importanti misure a beneficio dei consumatori: viene disinnescato l’invio di 50mila cartelle esattoriali agli italiani attraverso un emendamento che estende lo sconto del 30% sul pagamento delle multe anche quando vengono pagate in via telematica (home banking, ecc.) alla scadenza dei 5 giorni previsti per il saldo; per il 2016 si riduce drasticamente l’imposta di registro, ipotecaria e catastale, delle vendite di immobili in esito a procedure esecutive (misura fissa di 200 euro anziché il 9% del valore di assegnazione); viene definitivamente chiarito il divieto di anatocismo, ovvero l’odiosa pratica bancaria, cui viene messo fine, che, facendo pagare interessi su interessi, gonfia progressivamente la somma da restituire alla banca in caso di prestiti.

Migranti, prorogata la Commissione

In Aula abbiamo anche votato la modifica della delibera del 17 novembre 2014, con la quale la Camera ha istituito la Commissione monocamerale d’inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza, nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e nei centri di identificazione e di espulsione. In particolare, si è approvata una proroga della durata dei lavori fino alla fine della legislatura e un’integrazione dei compiti della Commissione, motivata sia dall’esigenza di approfondire maggiormente un fenomeno che negli ultimi mesi ha assunto dimensioni crescenti, sia dalla necessità di tener conto delle novità introdotte successivamente all’istituzione della Commissione, in particolare con il decreto legislativo che ha riformato il sistema di accoglienza dei migranti.

In particolare, viene previsto che l’inchiesta abbia ad oggetto non solo il sistema di accoglienza e di identificazione, ma anche il sistema di espulsione dei migranti.

Latte: il prezzo dell’arroganza

Alcuni industriali del latte hanno deciso di sottoporre ai loro allevatori un prezzo del latte al litro per il contratto di fornitura per la nuova campagna produttiva, inferiore a quanto stabilito dagli accordi. Un’arroganza inaccettabile che arriva fino a stracciare quanto deciso da tutta la filiera, a gennaio, alla presenza del Ministro Martina. Le lettere mandate ai conferenti con il contratto da sottoscrivere, infatti, prevedono proprio una indicizzazione diversa da quella di Ismea e un calcolo del prezzo del latte legato ai mercati europei, senza considerare la tipicità italiana.

Insomma, è come se costoro si fossero inventati una propria indicizzazione, senza rispettare il costo di produzione. Perciò, ho proposto provocatoriamente al Governo e al Ministro di trasferire i fondi del pacchetto latte, destinato a questi industriali, agli allevatori che sono penalizzati dal loro atteggiamento. Perché chi garantisce ancora la produzione italiana di qualità deve avere tutto il nostro sostegno, mentre chi pensa solo di ‘fare cassa’, penalizzando la produzione primaria, non deve avere il nostro aiuto.

“Prezzo del latte al ribasso? Allora i fondi statali destinati agli industriali vengano subito trasferiti agli allevatori”

“L’arroganza di alcuni industriali della trasformazione del latte è arrivata a stracciare gli accordi sottoscritti da tutta la filiera, a gennaio, alla presenza del Ministro Martina: le lettere mandate oggi ai conferenti con il contratto da sottoscrivere prevedono una indicizzazione diversa da quella di Ismea e un calcolo del prezzo del latte legato ai mercati europei, senza considerare la tipicità italiana”, commenta l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, a proposito delle proposte formulate da alcuni industriali per il contratto di fornitura del latte per la nuova campagna produttiva.

“Che cosa hanno fatto costoro? Si sono inventati una propria indicizzazione? Non vogliono rispettare il costo di produzione? Chiedo immediatamente al Governo e al Ministro di trasferire i fondi del pacchetto latte, destinato a questi industriali, agli allevatori che sono penalizzati dal loro atteggiamento – incalza Cova, con una controproposta provocatoria –. Chi garantisce ancora la produzione italiana di qualità deve avere tutto il nostro sostegno. Chi pensa solo di ‘fare cassa’, penalizzando la produzione primaria, non deve avere il nostro aiuto”.

Roma, 25marzo 2016

Andremo fino in fondo su Uranio Impoverito

“Proseguono le audizioni in commissione uranio impoverito. Sta finalmente emergendo che le gravi malattie di molti militari italiani nascono in un contesto di multifattorialità che prescinde dalla dimostrazione di uno stringente nesso di causalità”, dichiara Diego Zardini, capogruppo Pd in Commissione. “L’audizione di oggi del professor Trenta ha rafforzato la nostra determinazione ad andare fino in fondo. Se nella precedente audizione, infatti, Trenta aveva tenacemente sostenuto l’assenza di ruolo nelle malattie dei nostri militari della radioattività dell’uranio impoverito, questa mattina ha confermato le sue dichiarazioni rese in tribunale, autonomamente rilevate dalla Commissione, che incolpavano le nanoparticelle derivanti dall’esplosione dei proiettili arricchiti all’uranio depleto (“L’uranio depleto è il mandante, le nanopolveri l’esecutore”). Nessuna reticenza può impedirci di svolgere il nostro ruolo, lavoreremo assieme per ricostruire la fiducia tra istituzioni e cittadini, tra Stato e militari: il patto deve essere chiaro. Il nostro impegno è che questa sia l’ultima commissione di inchiesta su questi temi, perché saremo stati capaci di far luce sui fatti, senza intenti punitivi, ma per ottenere giustizia e garantire salute e sicurezza a tutti i cittadini e lavoratori come previsto dall’art. 32 della Costituzione Italiana. Crediamo che solo così lo Stato avrà svolto il suo ruolo fino in fondo”.

News dal Parlamento

Come ti dono il cibo

 

  Contro lo spreco alimentare la Camera c’è. Questa settimana abbiamo, infatti, approvato, in prima lettura, le disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi. Ora il testo passa all’esame del Senato.

La finalità del provvedimento è quella di ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici o di altro genere, attraverso il perseguimento di diversi obiettivi. Tra questi, vi è il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari ai fini dell’utilizzo umano, e di prodotti farmaceutici e di altro genere, ai fini della solidarietà sociale; la riduzione della produzione dei rifiuti, la promozione del riuso e del riciclo attraverso l’estensione del ciclo di vita dei prodotti; la promozione delle attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei cittadini, con particolare riferimento ai giovani; il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.

 

Vengono semplificate le misure per la cessione gratuita degli alimenti che favoriscano la solidarietà sociale e destinata a favore di persone indigenti. Le eccedenze alimentari non idonee al consumo umano possono essere cedute, inoltre, per il sostegno di animali o per altre destinazioni, come il compostaggio. È poi consentita la cessione a titolo gratuito delle eccedenze di prodotti agricoli in campo o di allevamento, idonei al consumo umano e animale.

Sono previste specifiche disposizioni per i prodotti finiti della panificazione e per i derivati dagli impasti di farina prodotti negli impianti di panificazione che non necessitano di condizionamento termico. Gli alimenti dovranno essere selezionati in base ai requisiti di qualità e di igiene. Ancora, viene ampliata la platea dei soggetti autorizzati a effettuare le distribuzioni gratuite e le categorie dei prodotti che possono essere cedute gratuitamente alle persone indigenti. Il provvedimento detta infine disposizioni dirette a incentivare la donazione alle Onlus di medicinali non utilizzati, correttamente conservati e non scaduti.

 

Non più auto blu

 

Alla Camera abbiamo approvato, in prima lettura, con 387 voti favorevoli, 19 astenuti (Fi) e nessuno contrario, la proposta di legge sulle disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni, le cosiddette auto blu. La nuova disciplina conferma l’obiettivo di riduzione della spesa relativa a queste macchine.

In particolare, viene prorogato al 31 dicembre 2017 il generale divieto per tutte le amministrazioni pubbliche di acquistare autovetture o di stipulare contratti di leasing per averle. L’uso dell’auto è consentito solo per singoli spostamenti per ragioni di servizio, escludendo in ogni caso gli spostamenti tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio.

Le pubbliche amministrazioni comunicano, entro il 31 dicembre di ogni anno, al Dipartimento della funzione pubblica e pubblicano sui propri siti istituzionali il numero e l’elenco delle autovetture di servizio. E in caso di inottemperanza a questo obbligo è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di 500 a un massimo di 10mila euro a carico del responsabile della mancata pubblicazione.

 

 

In Europa qualcosa non va

 

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi è intervenuto alla Camera, come è consuetudine, prima della seduta del Consiglio europeo.

Renzi ha subito ricordato che l’incontro sarebbe stato il terzo in un mese, segnale che qualcosa non va e che non si stanno prendendo le decisioni necessarie in tema di migrazione, ma anche in altri settori meno visibili della vita quotidiana delle istituzioni europee.

La questione migratoria è, dunque, la principale nell’agenda di molti Paesi. Perciò andrebbe reinserita in un quadro più chiaro, più normale, più logico. Ma sembra sia piuttosto difficile, in presenza di una mancanza di attuazione delle decisioni, che pure l’Unione europea aveva preso segnando un passo in avanti non banale, quando aveva finalmente accettato l’idea degli hotspot, delle relocation, dei rimpatri. Gli hotspot sono stati fatti, le riallocazioni e i rimpatri no. È evidente, dunque, che questo è il primo tema da affrontare: quanto si riesca a dar corso alle decisioni prese.

Il secondo tema è l’accordo con la Turchia. Mentre l’Italia ha sempre tenuto la stessa posizione, a prescindere dai Governi, almeno nel primo decennio di questo secolo, non altrettanto si può dire per altri Paesi. Oggi la situazione è tale per cui, in sintesi, è giusto cercare di fare l’accordo con la Turchia, ma non a tutti i costi. Ci sono dei principi che per noi sono inderogabili: i diritti umani, la libertà di stampa, i valori costitutivi, l’identità del nostro continente. C’è bisogno di un’Europa che, quindi, agevoli la conclusione dell’accordo con la Turchia, mantenendo salda la propria coerenza e la propria fedeltà ai valori costitutivi.

E a proposito di Turchia, Renzi ha ribadito, ricordando gli attentati terroristici della scorsa settimana, l’approccio italiano al problema: investimenti nel campo della sicurezza, della cyber security, della presenza di forze dell’ordine, accanto all’attenzione ai fenomeni culturali, educativi, di investimento nelle periferie.

Infine, il Consiglio europeo, secondo noi, deve affrontare in maniera diversa le questioni della crescita. Renzi ha ricordato che nei primi mesi del mandato italiano siamo riusciti ad affermare il principio della flessibilità e il tema degli investimenti, che sono la chiave per cambiare la politica economica in Europa. Altre strade, si stanno rivelando fallimentari.

 

Ratificati estradizione e titoli di studio

 

Settimana di ratifiche, questa. Abbiamo, infatti, discusso e approvato la Ratifica ed esecuzione del trattato di assistenza giudiziaria in materia penale e del trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013, già approvato dal Senato; la Ratifica ed esecuzione del Memorandum d’intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 30 gennaio 2013, anch’esso già approvato dal Senato; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo che istituisce un’associazione tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l’America Centrale, dall’altra, fatto a Tegucigalpa il 29 giugno 2012; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese, con Allegati, firmato a Pechino il 4 luglio 2005, già approvato dal Senato.

 

Una moratoria che dà sollievo

 

Durante questa settimana, il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha sottoscritto, assieme al presidente dell’Abi Antonio Patuelli, un protocollo d’intesa per il rilancio del settore lattiero caseario, decidendo una moratoria di 30 mesi dei debiti bancari degli allevatori italiani.

Posso solo dirmi soddisfatto, perché si tratta di un altro intervento diretto che aiuta i nostri allevatori da latte in questo momento di grave crisi. Più volte avevano chiesto di intervenire per una moratoria sui debiti e dare, in questo momento difficile, un momento di respiro alle aziende.

Coloro che hanno fatto investimenti in questi anni e hanno migliorato le proprie aziende con interventi strutturali, si sono trovati, infatti, in grave difficoltà con il calo del prezzo del latte. E finalmente, ora, questo accordo consente agli allevatori di guardare al futuro senza l’assillo dei debiti contratti.

Moratoria per gli allevatori: occasione di respiro per le nostre aziende

“Un altro intervento diretto che aiuta i nostri allevatori da latte in questo momento di grave crisi”, commenta così l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd e componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, la moratoria di 30 mesi dei debiti bancari degli allevatori italiani, decisa oggi, mercoledì 16 marzo 2016, da un protocollo d’intesa per il rilancio del settore lattiero caseario, sottoscritto dal Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli.

“Più volte gli allevatori hanno chiesto di intervenire per una moratoria sui debiti e dare, in questo momento difficile, un respiro alle aziende – aggiunge Cova –. Coloro che hanno fatto investimenti in questi anni e hanno migliorato le proprie aziende con interventi strutturali, si sono trovati, infatti, in grave difficoltà con il calo del prezzo del latte. Questo accordo consente agli allevatori di guardare al futuro senza l’assillo dei debiti contratti”.

Roma, 16 marzo 2016

News dal Parlamento

Un po’ di appuntamenti

Apro questa news ricordandovi alcuni miei appuntamenti per la prossima settimana. Venerdì 18 marzo, alle 21, alla Coop Ortica di via San Faustino 3, a Milano, vi incontrerò volentieri per raccontarvi un altro anno di vita da parlamentare e fare con voi una verifica di quanto successo, buttando uno sguardo un po’ più approfondito sulle riforme. Qui il volantino.

 

Sabato 19 marzo, alle 15.30, al Circolo Pd “Gino Giugni” di via Astesani 27 , ad Affori, sempre Milano, parlerò, assieme al collega Francesco Laforgia, di legge di stabilità 2016. Clicca su volantino.

 

Una riforma “civile”

Alla Camera abbiamo approvato la delega al Governo con le disposizioni per l’efficienza del processo civile che lo riformerà con l’obiettivo di ottenere una giustizia più veloce, più efficiente e più vicina alle esigenze dei cittadini. Ora il testo passa al Senato.

Questo provvedimento da un lato riduce il peso della burocrazia, semplificando le procedure e favorendo l’uso delle moderne tecnologie, e dall’altro specializza l’offerta di giustizia, attraverso l’istituzione del tribunale delle imprese e con l’ampliamento delle competenze del tribunale della famiglia e della persona.

Con la riforma della disciplina del tribunale delle imprese, le sezioni saranno rinominate “sezioni specializzate per l’impresa e il mercato”, con l’attribuzione di nuove specifiche competenze riguardanti controversie su pubblicità ingannevole e concorrenza sleale, azioni di classe, controversie su accordi di collaborazioni nello scambio di beni e servizi, controversie in materia di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.

Alle sezioni specializzate circondariali dovranno essere attribuite in via esclusiva in primo grado le controversie relative a separazioni e divorzi, rapporti di famiglia e procedimenti relativi alla filiazione fuori dal matrimonio, i procedimenti sulla decadenza dalla potestà sui figli e sulla eventuale reintegrazione, controversie sulla condotta del genitore pregiudizievole ai figli, contrasto sull’esercizio della potestà dei genitori .

Alle sezioni specializzate distrettuali, poi, dovrà essere attribuita in primo grado la competenza sui procedimenti per adozioni di minori non accompagnati e minori richiedenti asilo, procedimenti in materia civile, penale e amministrativa.Inoltre, la riforma delle procedure di esecuzione forzata prevede, quanto alla vendita di beni immobili, il ricorso alla modalità telematica. Per i beni mobili si prevede l’impignorabililtà dei beni di uso quotidiano e degli animali da compagnia, anche se di valore. Quanto all’espropriazione di beni indivisi, ci sarà maggiore tutela dei comproprietari non debitori.

 

Libia, questione delicata

Sui fatti di Libia, questa settimana, è venuto a riferire in Aula il Ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni, che ci ha informati sul ruolo dell’Italia in relazione agli sviluppi della situazione. Purtroppo, lo scenario già complicato di quel Paese si è incrociato con la vicenda drammatica del sequestro dei nostri connazionali. Gentiloni ha ricordato come si sono svolti i fatti, con il sequestro del personale della Bonatti, risalente ancora a luglio scorso, e il tragico finale.

Ha detto che non sono emersi elementi di riconducibilità a formazioni di Daesh in Libia, non è mai giunta alcuna rivendicazione e, tra le principali ipotesi in corso, la più accreditata è quella di un gruppo criminale filoislamico operante tra Mellitah, Zuara e Sabrata. Quindi, sulla base delle evidenze emerse, i quattro connazionali sono stati nelle mani dello stesso gruppo durante tutta la durata del sequestro. Gentiloni ci ha tenuto anche a chiarire che non è stato pagato alcun riscatto.

A cinque anni dalla caduta di Gheddafi, il Paese è diviso, frammentato, attraversato da un’altissima conflittualità, con la presenza di Daesh e di altre formazioni terroriste jihadiste. Di fronte a questo quadro, il Ministro ha sottolineato che l’interesse dell’Italia è quello di evitare una ulteriore degenerazione di questa situazione, che questa disgregazione in atto si accentui per evitare un collasso definitivo della Libia che la trasformerebbe stabilmente in una polveriera a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste, oltre ad accentuare una crisi umanitaria che è già incipiente.

Per questo serve un Governo legittimo, capace di riconciliare le diverse aree del Paese (la Tripolitania, la Cirenaica, il Fezzan, ma anche tantissime altre sottozone in cui si divide), capace di riprendere gradualmente il controllo del territorio, come hanno sancito i cosiddetti accordi di Skhirat e la successiva risoluzione delle Nazioni Unite. Questo Governo legittimato farà le sue richieste ed è sullo scenario di queste, anche in termini di sicurezza, che sta lavorando la comunità internazionale. Un percorso a ostacoli con il rischio della crescita della minaccia terroristica, ma che va affrontato e senza farsi trascinare in avventure inutili e perfino pericolose per la nostra stessa sicurezza nazionale, ha concluso Gentiloni.

 

Settant’anni di voto

L’8 marzo alla Camera è stato festeggiato nel modo che può essere più consono a un Parlamento: abbiamo, infatti, approvato una mozione sulla ricorrenza del settantesimo anniversario del voto alle donne che cadrà esattamente il prossimo 2 giugno, assieme al settantesimo della Repubblica Italiana. Ricordiamo sempre che fino al 1946 le nostre connazionali non potevano partecipare né attivamente, né passivamente alle elezioni politiche. Al termine del primo conflitto mondiale, nel 1918, il suffragio fu esteso a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto il ventunesimo anno di età e a coloro che avessero prestato servizio nell’esercito mobilitato. Ma per le donne ci vollero ancora decenni.

La mozione impegna, perciò, il Governo a promuovere, nel corso del 2016, iniziative di ampio respiro, di carattere nazionale e locale, per ricordare le figure delle ventuno Madri Costituenti, anche attraverso la realizzazione di programmi televisivi e radiofonici; a promuovere in tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado momenti dedicati alla commemorazione di queste donne; a promuovere e a rafforzare la tutela dei diritti delle donne; a promuovere le condizioni che favoriscono la trasformazione nelle relazioni di genere per renderle egualitarie; ad assumere iniziative per garantire alle donne l’effettiva partecipazione e la possibilità di assumere la leadership a tutti i livelli decisionali, politici, economici e sociali.

 

Prato non deve ripetersi

 

La scorsa settimana avevamo votato una relazione sul tema della contraffazione. A questa è seguita una più specifica, riferita al solo settore tessile, in particolare sul caso del distretto produttivo di Prato, già approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.Dallo studio del distretto tessile di Prato è emerso uno stretto legame tra contraffazione e lavoro in nero, come testimoniato anche dalla tragica vicenda dei lavoratori cinesi morti nel rogo di un capannone-dormitorio a Prato nel dicembre 2013. Dopo quella vicenda vi è stato un salto di qualità della lotta alla contraffazione, perché è emerso chiaramente il legame tra l’illegalità delle imprese, la violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, lo sfruttamento del lavoro in nero e i legami con la criminalità organizzata e le filiere internazionali della contraffazione.

Abbiamo, perciò, approvato una risoluzione per impegnare il Governo a favorire l’applicazione dei modelli di coordinamento e di stretta integrazione tra le diverse istituzioni competenti sperimentati a Prato, quali i Patti per la sicurezza finalizzati al contrasto specifico della contraffazione; ad adottare le opportune misure, anche nella predisposizione di provvedimenti concernenti il lavoro illegale o il caporalato, per contrastare la contraffazione colpendo il lavoro in nero; a promuovere la certificazione etica delle filiere produttive; a garantire la tracciabilità dei prodotti; a realizzare un efficace contrasto al fenomeno degli illeciti finanziari; a prevedere che i proventi derivanti dalle sanzioni irrogate per le irregolarità riscontrate sulla sicurezza del lavoro possano essere destinati ad interventi sul territorio per accrescere la sicurezza nei luoghi di lavoro e il contrasto della contraffazione nei territori interessati.

 

Marzabotto non ci sta

 

Nei giorni scorsi ho aderito senza indugi all’interrogazione, presentata in Commissione Esteri, scaturita a seguito della notizia, appresa dal Comitato Onoranze ai caduti di Marzabotto, di un riconoscimento attribuito da un comune tedesco ad un ex Ss condannato per l’eccidio dell’autunno del 1944.

Nell’atto si chiede se il Governo italiano non intenda muovere ogni passo in sede politica e diplomatica nei confronti del Governo tedesco affinché quest’ultimo si attivi direttamente per la immediata revoca dell’assurda onorificenza.

 

Paolo Cova

 

Sicomoro

Carissime e carissimi

questo Sicomoro  presenta un mio articolo sull’importante legge “Dopo di noi” , due note che richiamano ad una grande spiritualità (abbraccio fra Papa e Patriarca russo e il senso della pena), la necessità di coesione in Europa utile anche di fronte ad una parte di mondo che si apre (Iran), qualche criterio sui consumi.

Si segnala anche un Laboratorio promosso da Città dell’uomo.

Se vuoi leggerlo clicca qui