On. Cova: “Farmaci in nero usati nelle stalle: servono più controlli”

On. Cova: “Farmaci in nero usati nelle stalle: servono più controlli”

Farmaci veterinari in nero usati nelle stalle, dichiarati distrutti e reimpiegati come normali medicinali. E chi controlla, forse non lo fa con le dovute attenzioni. È l’ennesima denuncia dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, che sulla questione ha presentato un’interrogazione a risposta scritta rivolta al Ministro dell’Interno e a quello della Salute.

“L’ European surveillance of veterinary antimicrobial consumption (Esvac), nella sua ultima relazione sul consumo di farmaci veterinari, indica l’Italia come terzo Paese europeo per consumo in Europa – fa sapere Cova nell’interrogazione –. Nella relazione annuale al Piano nazionale integrato (Pni) 2015 del Ministero della Salute sulla farmacosorveglianza vengono indicate tutte le attività svolte per verificare la tracciabilità del farmaco veterinario e l’uso corretto negli animali da reddito e da compagnia. La relazione indica un livello minimo di controlli annui diversificati a secondo delle strutture interessate per verificare la tracciabilità del farmaco prima di arrivare all’utilizzatore finale. In particolare, nelle attività di commercio all’ingrosso viene effettuata una ispezione annua; nelle farmacie e parafarmacie i controlli annui sono pari al 33%; nelle ditte produttrici di medicinali veterinari e nelle attività di vendita al dettaglio e all’ingrosso si fa una ispezione annua”.

In questi anni i media riportano che “diverse attività giudiziarie hanno mostrato l’uso di farmaci veterinari e umani in nero negli allevamenti da animali da reddito, mercato creato dalla complicità tra i diversi attori della filiera”, ma soprattutto, sottolinea il parlamentare Pd, “un punto di debolezza nella catena della tracciabilità dei farmaci è la loro possibile distruzione occasionale, se questa non viene realmente monitorata, in particolare nella fase di distribuzione, quando abbiamo grandi quantitativi di farmaci che transitano”.

Ai Ministri Cova chiede se “siano a conoscenza di attività di commercio all’ingrosso, ditte produttrici di medicinali veterinari e attività di vendita al dettaglio e all’ingrosso, farmacie o parafarmacie, segnalate per avere una anomala distruzione occasionale di farmaci”. E “se gli organi preposti alle ispezioni previste dal Pni abbiano verificato nelle varie strutture che distruzioni di confezioni di medicinali veterinari non siano anomale o siano superiori alla media e superiori alla distruzione occasionale di farmaci umani e possano configurare una possibile commercializzazione nel mercato del nero dei medicinali veterinari”.

Roma, 13 gennaio 2017

 

On. Cova: “La denuncia fatta da Donati non è archiviata: il Ministro Lotti intervenga in modo deciso contro il doping”

“L’archiviazione del procedimento della Procura Federale del Coni contro il prof. Sandro Donati non significa che è stata messa per sempre una pietra sopra a quello che l’allenatore ha segnalato sul fenomeno del doping anche nei gruppi sportivi militari durante le audizioni nelle Commissioni congiunte Istruzione e Affari sociali della Camera. Spero, cioè, che non si pensi che ora tutto possa tornare come prima e si possa fare finta che i nostri gruppi sportivi militari siano esenti dal fenomeno del doping”: è questo il senso dell’interrogazione appena presentata dall’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, rivolta al Ministro dello Sport Luca Lotti, al quale chiede di guardare cosa accade proprio in quei gruppi sportivi, in particolare quelli militari, di cui ha parlato Donati. Cova, senza usare mezzi termini, chiede al Ministro di intervenire per sanare le situazioni di doping. E nell’interrogazione riassume la situazione che si è creata.
 
“Le Commissioni Cultura, scienza e istruzione e quella Affari sociali della Camera stanno esaminando l​a risoluzione sull’istituzione di un’Agenzia nazionale antidoping – ricorda Cova –. Nel corso della discussione è intervenuto tra gli altri il dott. Gualtiero Ricciardi, direttore dell’Istituto superiore di sanità, il quale ha affermato che il doping in Italia è ormai un problema di salute pubblica. Inoltre, ha sostenuto che non vi sono argini alla diffusione delle sostanze dopanti nello sport a livello sia giovanile e dilettantistico, sia professionistico. Persino i genitori degli adolescenti impegnati nello sport spingono i figli ad accrescere le proprie potenzialità facendo ricorso a queste sostanze, tanto che il doping costituisce la prima causa di morte infantile e giovanile”.
 
Rivelazioni agghiaccianti, per Cova, che, appunto, hanno trovato conferma anche nell’audizione di Donati, il quale non solo ha confermato quanto esposto da Ricciardi, ma ha chiamato in causa precise responsabilità degli enti nazionali preposti. Cova stesso, del resto, aveva presentato due interpellanze urgenti sul tema, nel corso del 2015, e, nonostante gli impegni assunti dal Governo, “risulta che il fenomeno in Italia non stia arretrando e l’esposto presentato dal Coordinamento dei gruppi sportivi militari e di Stato nei confronti di Donati per il contenuto dell’audizione resa innanzi alle Commissioni riunite della Camera, e l’annessa richiesta alla Procura della Federazione italiana di atletica leggera di deferimento al Tribunale federale, sono un’evidente ammissione di incapacità di cogliere la gravità del problema. Invece di preoccuparsi di combattere il doping anche tra i proprio atleti hanno pensato di combattere chi lotta da sempre contro il doping”.
 
Roma, 11 gennaio 2017

News dal Parlamento

La lunga strada della legge elettorale

Abbiamo appena iniziato un anno che sarà davvero impegnativo. Le questioni sul tavolo sono molte, prima fra tutte quella della legge elettorale, sulla quale voglio tornare ancora per fare alcune considerazioni.

La prima riflessione è che il centrodestra è completamente imploso e fatica a trovare un leader e a presentarsi in modo unitario. Per cui spinge per un proporzionale, in modo da poter mantenere gli attuali 5-6 gruppi in cui si è frazionato in Parlamento. Ma voglio ancora una volta essere chiaro: il proporzionale è la legge perfetta per chi preferisce esaltare il proprio particolare e l’individualismo rispetto a una visione unitaria.

La seconda considerazione deriva dal fatto che qualsiasi legge elettorale sconterà quanto previsto dalla Costituzione che prevede premio di maggioranza al Senato e premio su base nazionale alla Camera. Inoltre, teniamo sempre presente che i due bacini elettorali sono diversi: alla Camera vota chi ha almeno 18 anni, mentre al Senato chi ne ha almeno 25.

Dovremo fare i conti sempre con questi punti fermi, visto che non è cambiato nulla, e ragionare partendo da qui. Insomma, mi sembra che la strada non sia né breve, né agevole a differenza di quello che veniva detto in campagna elettorale.

 

Via libera al salvataggio di Mps

Uno degli ultimi atti approvati dalla Camera prima della pausa natalizia è stata la risoluzione con cui abbiamo autorizzato il Governo a emettere titoli del debito pubblico, fino a un massimo di 20 miliardi di euro per l’anno 2017, per l’eventuale adozione di provvedimenti finalizzati ad assicurare la stabilità economico-finanziaria del Paese, il rafforzamento patrimoniale del sistema bancario e la protezione del risparmio. In sostanza, si tratta di tutelare i risparmiatori (con meno di 100.000€ sul conto) nel caso di situazioni rischiose per le banche. Nel caso specifico i timori, come sappiamo, sono rivolti alla situazione del Monte dei Paschi di Siena.

Qualora si rendesse necessario, dice la risoluzione, l’aggiornamento del quadro programmatico di finanza pubblica e del piano di rientro, dipendente dalla tipologia di interventi adottati e dall’entità delle risorse utilizzate, dovrà essere definito con i prossimi documenti di programmazione. In sostanza permettiamo al Governo di intervenire per garantire liquidità ed evitare il bail in, ossia il rischio che gli azionisti e i creditori della banca possano essere chiamati a contribuire con i propri fondi all’assorbimento delle perdite.

Ma chiariamo alcuni comportamenti
Nel frattempo, come deputati Pd, siamo usciti pubblicamente a chiedere un chiarimento alla Banca centrale europea. Siamo rimasti stupiti, infatti, sia per i contenuti che per la forma, della singolare lettera che, come abbiamo appreso da sintetiche notizie stampa, la vigilanza della Bce avrebbe inviato al Monte dei Paschi di Siena il giorno successivo al Natale.
Si tratta di una lettera inusuale nei tempi e che cambia di fatto i requisiti per l’aumento di capitale dell’istituto senese, portando l’ammontare complessivo richiesto a 8,8 miliardi di euro dai 5 iniziali. Altrettanto stupore hanno destato anche le irrituali e inappropriate dichiarazioni, attribuite al presidente della Banca federale di Germania, Jens Weidmann, sulla modalità di intervento dello Stato italiano e sulle presunte questioni aperte di Mps.
Per quanto ci riguarda, chiederemo ai Ministri Padoan e Alfano, ai quali intendiamo presentare una interrogazione, di fornirci elementi chiarificatori in merito alla lettera della Bce e ai suoi contenuti, in particolare su quali siano stati i parametri della rivalutazione condotta in termini così anomali. Per quanto riguarda invece le dichiarazioni stampa del presidente della banca centrale tedesca, chiediamo di capire a qual titolo esse siano state rese alla stampa, se in veste ufficiale o privata. Non vorremmo che si creassero spiacevoli precedenti e modalità di lavoro sbagliate. Ad oggi, infatti, non ci risulta che i vertici di Banca d’Italia siano mai intervenuti pubblicamente e in tempo reale in merito ad atti di questo tipo del governo tedesco o della banca centrale tedesca. Altrettanta correttezza ci auguriamo venga posta in essere nei nostri confronti per il futuro.

 

Ratificata la Torino-Lione

Prima di chiudere l’anno, alla Camera abbiamo anche discusso e approvato il disegno di legge di Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per l’avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, fatto a Parigi il 24 febbraio 2015, e del Protocollo addizionale, con Allegato, fatto a Venezia l’8 marzo 2016, con annesso Regolamento dei contratti adottato a Torino il 7 giugno 2016.

 

Veterinari: ancora un’aggressione 

Mi è toccato segnalare pubblicamente un ennesimo episodio di intimidazioni nei confronti di un veterinario pubblico. E ancora una volta nell’ambito dell’Asl di Mantova, oggi confluita nell’Ats Val Padana. Sono stato, dunque, il primo firmatario di un’interrogazione a risposta scritta al Ministro della Salute e a quello dell’Interno raccontando la situazione che si è venuta a creare.

Ho raccontato, così, che il 12 dicembre una veterinaria pubblica dipendente è stata aggredita fisicamente e verbalmente, anche con minacce, nello svolgimento delle sue funzioni per conto della Asl di Mantova presso un macello del mantovano. Per la stessa azienda sanitaria lavora il veterinario pubblico dipendente che il 4 marzo 2016 è stato colpito, riportando gravi danni con una prognosi di 30 giorni, da persona rimasta ignota mentre si trovava nel parcheggio del macello nel quale doveva prestare servizio.

Non si tratta di fenomeni isolati in Italia: i dati raccolti dal Sivemp, il Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica, dicono che ci sono state 31 aggressioni da luglio 2008 a luglio 2012 e comunque si tratta solo dei casi segnalati tra gli associati sulla base delle denunce presentate all’autorità giudiziaria o alle Asl. Il fenomeno, però, è molto più ampio. Perché molte aggressioni avvengono in luoghi isolati e privati, in totale mancanza di telecamere di sorveglianza o di personale addetto alla sicurezza, di conseguenza privi di elementi probanti che sostengano la denuncia, a cui, quindi, nella maggior parte dei casi, si rinuncia a far seguito.

Qualcosa aveva cominciato a muoversi, visto che l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori e sull’attività di medicina veterinaria pubblica era stato convocato presso il Ministero della Salute il 24 gennaio 2014, ma da allora non si sono avuti ulteriori incontri nonostante altri fenomeni di minacce subite dai medici veterinari.

Nell’interrogazione chiedo, dunque, quali iniziative intendano mettere in atto i Ministeri interrogati per garantire la sicurezza dei medici veterinari pubblici dipendenti nello svolgimento del proprio lavoro e se il Ministero della Salute intenda riprendere i lavori dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli operatori e sull’attività di medicina pubblica per valutare quali iniziative mettere in campo per evitare ulteriori minacce e aggressioni.

 

Il Pd di domani

Sabato 14 gennaio 2017, a partire dalle 10, nel salone Vito Gallina della cooperativa Degradi di via F.lli Zanzottera 14, a Figino (Mi), il Coordinamento Pd Milano Municipio 7 promuove un seminario, rivolto alle iscritte e agli iscritti e aperto alle elettrici e agli elettori del centrosinistra, sul tema “Il Partito democratico e la società italiana contemporanea: funzione, compiti e responsabilità”, a cui io parteciperò per parlare di ambiente.

Se vuoi leggere programma clicca sulla locandina

Paolo Cova

On. ​ ​Cova: “Ennesima aggressione a veterinario pubblico nel mantovano. Intervengano i Ministri della Salute e dell’Interno”

COMUNICATO STAMPA

 

On. Cova: “Ennesima aggressione a veterinario pubblico nel mantovano. Intervengano i Ministri della Salute e dell’Interno”

 

Ancora un episodio di intimidazioni nei confronti di un veterinario pubblico. E ancora una volta nell’ambito dell’Asl di Mantova, oggi confluita nell’Ats Val Padana. Per alcuni parlamentari del Partito democratico si è passato il segno e così gli on.i Paolo Cova, primo firmatario, Marco Carra e Giorgio Zanin hanno presentato oggi, mercoledì 4 gennaio 2017, un’interrogazione a risposta scritta al Ministro della Salute e a quello dell’Interno raccontando la situazione che si è venuta a creare.

“Il 12 dicembre una veterinaria pubblica dipendente è stata aggredita fisicamente e verbalmente, anche con minacce, nello svolgimento delle sue funzioni per conto della Asl di Mantova presso un macello del mantovano – fanno sapere –. Per la stessa azienda sanitaria lavora il veterinario pubblico dipendente che il 4 marzo 2016 è stato colpito, riportando gravi danni con una prognosi di 30 giorni, da persona rimasta ignota mentre si trovava nel parcheggio del macello nel quale doveva prestare servizio”.

Non si tratta di fenomeni isolati in Italia, spiega Cova: “I dati raccolti dal Sivemp, il Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica, dicono che ci sono state 31 aggressioni da luglio 2008 a luglio 2012 e comunque si tratta solo dei casi segnalati tra gli associati sulla base delle denunce presentate all’autorità giudiziaria o alle Asl. Il fenomeno, però, è molto più ampio. Perché molte aggressioni avvengono in luoghi isolati e privati, in totale mancanza di telecamere di sorveglianza o di personale addetto alla sicurezza, di conseguenza, privi di elementi probanti che sostengano la denuncia, a cui, quindi, nella maggior parte dei casi, si rinuncia a far seguito”.

Qualcosa aveva cominciato a muoversi, dicono i parlamentari Pd: “L’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori e sull’attività di medicina veterinaria pubblica è stato convocato presso il Ministero della Salute il 24 gennaio 2014, ma da allora non si sono avuti ulteriori incontri nonostante altri fenomeni di minacce subite dai medici veterinari”.

Ecco perché Cova chiede, con l’interrogazione, “quali iniziative intendano mettere in atto i Ministeri interrogati per garantire la sicurezza dei medici veterinari pubblici dipendenti nello svolgimento del proprio lavoro e se il Ministero della Salute intenda riprendere i lavori dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli operatori e sull’attività di medicina pubblica per valutare quali iniziative mettere in campo per evitare ulteriori minacce e aggressioni”.

 

Roma, 4 gennaio 2017

 

 

Grazie alle Forze di Polizia

Esprimo il mio Plauso all’operato dei due Agenti della Polizia di Stato  che grazie alla loro professionalità e coraggio hanno fermato il sospettato attentatore della strage di Berlino.

Al poliziotto rimasto ferito auguro la pronta guarigione.

Quanto avvenuto  conferma che il sistema di sicurezza  italiano funziona,  anche se  migliorabile, e nonostante  ci siano i soliti denigratori che dicono il contrario.

Il Sicomoro

Carissime e carissimi,

con questo numero 16/2016  ‘il Sicomoro’ invia a tutti l’augurio di buon Natale e di un buon Anno nuovo 2017, che dia speranza e fiducia, a partire dai più giovani.

 

Temi di attualità: referendum, smog, ricorrenza piazza Fontana, l’Europa di fronte a Trump, ricordo di Tina Anselmi, nota natalizia. Se vuoi leggere clicca qui.

 Per questo Natale lanciamo a tutti l’invito al  Concerto d’organo che si terrà venerdì 23/12 alle ore 18.30-20.00 presso la Chiesa di via S.Antonio 5- Milano   (via Larga).

Paolo Cova

News dal Parlamento

Gli impegni del nuovo Governo

Settimana importante questa che si è appena conclusa. È stato dato avvio, infatti, al nuovo Governo. E per questo il Presidente del Consiglio incaricato, Paolo Gentiloni Silveri, ha chiesto la fiducia alla Camera con un discorso lungo e articolato che vi sintetizzerò.

Innanzitutto, ha fatto presente che quello che sta iniziando a operare è un Governo di responsabilità, garante della stabilità delle istituzioni ed è un Governo che intende concentrare tutte le proprie energie sulle sfide dell’Italia e sui problemi degli italiani. Gentiloni ha, poi, rivendicato il grande lavoro fatto negli anni dal precedente Governo, i risultati ottenuti, che hanno messo in moto le energie dell’Italia e che ci vengono riconosciuti a livello internazionale. Ha sottolineato ancora la scelta coerente e non obbligata di Matteo Renzi, ma ha anche deciso di lasciare alla dialettica tra le forze politiche il dibattito sulla durata del nuovo Governo.

Tra le priorità, l’intervento nelle zone colpite dal terremoto. Poi alcuni importanti impegni internazionali: tra un paio di settimane l’Italia entrerà nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e assumerà la Presidenza di turno del G7; la partecipazione al primo importante appuntamento con il Consiglio europeo con la discussione in corso sul rinnovo del cosiddetto Regolamento di Dublino, sul modo in cui la crisi siriana sta definendo i rapporti tra l’Unione europea e la Russia, in un momento di transizione per l’amministrazione americana, la sicurezza interna, il contrasto alla criminalità organizzata, le politiche di accoglienza, di rimpatrio, della gestione condivisa con le amministrazioni locali della questione.

Sul terreno economico, il Governo intende rafforzare la ripresa che, seppure ancora molto lentamente, si sta manifestando anche nel Paese. Ripresa che verrà accompagnata con le grandi infrastrutture, con il piano straordinario dell’industria 4.0, con un nuovo slancio alla green economy. È in questo quadro che verranno affrontati anche i problemi legati al sistema bancario.

L’impegno del Governo sarà molto importante sul piano sociale, per completare la riforma del lavoro e per attuare le procedure riguardanti le norme sull’anticipo pensionistico, con un occhio di riguardo alla parte più disagiata della classe media, intesa sia come lavoro dipendente che come partite Iva. Ma si intende ridare slancio anche a tre grandi azioni di riforma che sono in corso: quella della pubblica amministrazione, la riforma del processo penale, il libro bianco della difesa.

 

Sisma: si ricostruisce

Come primo atto, nei giorni stessi, alla Camera abbiamo approvato in via definitiva la Conversione in legge del decreto-legge recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016.

Il provvedimento garantisce interventi sul territorio in piena trasparenza con lo scopo di mantenere viva l’integrità del tessuto umano e produttivo delle aree colpite dai terremoti di agosto e ottobre 2016. Via libera dunque al finanziamento per la ricostruzione sia delle prime che seconde case nell’area del cratere con contributi fino al 100% delle spese, a specifiche misure a sostegno dei settori zootecnico, agricolo, agroindustriale e turistico, alla possibilità di delocalizzare attività commerciali in strutture all’interno dei comuni, ai finanziamenti agevolati a tasso zero per le nuove imprese, all’introduzione della busta paga “pesante”, ovvero consegnata al lordo delle trattenute, e alla sospensione per i pagamenti di acqua, luce, gas, bollette telefoniche, canone Rai e pagamenti assicurativi.

Importanti anche il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo dei sindaci, l’aumento del personale degli enti locali e le norme per estendere i tecnici.

Infine, disposizioni che favoriscono l’auto-organizzazione dei cittadini i cui interventi possono essere previsti nelle ordinanze, facilitati e sostenuti. Allo scopo di garantire trasparenza e legalità viene istituita una “struttura di missione” del Viminale e un apposito elenco di professionisti abilitati.

Per l’attuazione di questi interventi immediati sono stati stanziati  oltre 260 milioni di euro, a cui vanno aggiunti gli interventi previsti nella legge di Bilancio 2017 che ha stanziato a favore dei territori colpiti dallo sciame sismico, 7,1 miliardi di euro, di cui 6,1 miliardi (100 milioni di euro per l’anno 2017 e 200 milioni di euro annui dall’anno 2018 all’anno 2047) per la concessione del credito d’imposta maturato in relazione all’accesso ai finanziamenti agevolati, di durata venticinquennale, per la ricostruzione privata e 1 miliardo di euro (200 milioni di euro per l’anno 2017, 300 milioni di euro per l’anno 2018, 350 milioni di euro per l’anno 2019 e 150 milioni di euro per l’anno 2020) per la concessione dei contributi per la ricostruzione pubblica.

 

Più chiarezza per l’ippica

Le questioni del mondo dell’ippica italiano sono al centro di una mia interrogazione a risposta immediata, che ho presentato in Commissione Agricoltura. Con un decreto ministeriale del 2016 è stata, infatti, ridefinita la nuova classificazione degli ippodromi italiani, redatta sulla base dei criteri individuati circa un anno fa dal Ministero delle politiche agricole. Questi criteri non furono sottoscritti dalle associazioni di categoria e dalle società di corse, mentre alcuni Comuni, proprietari degli ippodromi, presentarono anche ricorso al Tar di Roma.

A luglio scorso, il Parlamento ha conferito una delega al Governo per il riassetto del settore ippico da attuare entro il 25 agosto 2017. La nuova classificazione potrebbe, pertanto, inficiare il lavoro svolto dal Parlamento stabilendo criteri che sarebbero vincolanti anche dopo l’attuazione della delega sulla riforma del settore ippico e penalizzerebbe diversi ippodromi in termini economici e occupazionali anche dopo la sua attuazione.  Numerose associazioni di categoria hanno sollevato rilievi e proteste su quella che si prospetta come una classificazione penalizzante in particolare per gli ippodromi che fino ad ora hanno avuto una buona partecipazione di pubblico e un’adesione qualificata nelle corse in programma.

Classificazione che non offre risposte alla richiesta del mondo dell’ippica di un intervento mirato e tempestivo del Governo sulla questione, anzi, al contrario la soluzione prospettata rischia di mettere una ipoteca sull’intera filiera produttiva, non tenendo in alcun conto dell’indotto di alcuni dei più rinomati ippodromi.

Per questo nell’interrogazione chiedo quale sia la posizione del Ministero sulla questione e se ritenga opportuno modificare i criteri e il contenuto della nuova classificazione degli ippodromi nazionali, affinché ne scaturisca una nuova definizione che consenta di poter arrivare alla corretta applicazione della riforma del settore ippico italiano.

 

Aler, tutt’altro che un’eccellenza

Conosco da tempo le condizioni in cui sono costretti a vivere gli inquilini delle case Aler di piazzale Gabrio Rosa, a Milano e capisco come possano essere arrivati al limite dell’esasperazione: il degrado in cui vivono e la presenza di persone estranee ai palazzi rendono le loro esistenze al limite del sopportabile. Nelle scorse settimane, ho ricevuto le ennesime segnalazioni per le condizioni disumane in cui sono costretti a risiedere nelle proprie abitazioni gli inquilini Aler di quel complesso di edifici e gli inquilini del Calvairate-Molise e Salomone.

Ora, mi viene da fare una riflessione: si parla spesso di Regione Lombardia come di un ente capace di eccellenze, ma non sa per nulla come gestire le proprie case. A meno che il concetto di eccellenza per Maroni e i suoi non sia il modo con cui tratta il proprio patrimonio edilizio. Un modo sotto gli occhi di tutti.

E penso anche che dal centrodestra arrivano ogni giorno insegnamenti su come si deve combattere il degrado e l’insicurezza, ma poi non riesce a dare case dignitose e accoglienti alle persone oneste e corrette che pagano profumatamente gli affitti, totalmente incapace com’è di offrire luoghi vivibili.

L’amministrazione regionale si limita, piuttosto, a chiedere ad altri quello che dovrebbe fare Aler, ovvero la lotta alle occupazioni abusive e al degrado. Ed è inutile parlare di contratti di quartiere, finanziati dal 2004 e mai andati a buon fine, perché l’Azienda è costantemente senza fondi. Forse è giunto il momento di dire che Regione Lombardia non è proprio un’eccellenza e che tiene i propri inquilini in condizioni disumane.

Rimangono solo da ringraziare i lavoratori di Aler che, senza mezzi e risorse, si trovano a cercare di mitigare le difficoltà causate da chi ha amministrato l’Azienda negli ultimi 20 anni.

 

Via libera all’accordo sul latte

Un’ottima notizia, questa settimana, l’accordo sottoscritto tra organizzazioni sindacali degli allevatori, cooperative e organizzazioni dei produttori con Italatte sul prezzo del latte,  che prevede una quotazione minima di 37 centesimi al litro a gennaio per salire a 38 a febbraio ed arrivare a 39 a marzo e aprile.

Il lavoro svolto dal Parlamento e dal Ministro delle Politiche agricole in questi anni per fare interventi strutturali sta cominciando a dare i primi risultati. Voglio ricordare solo due provvedimenti: l’inserimento dell’indicizzazione nella contrattazione e i contratti annuali, intesi a evitare di vedere il latte finire oggetto di speculazioni.

Inoltre, anche favorire le aggregazioni dei produttori e dare la possibilità alle organizzazioni sindacali di trattare il latte ha accentrato in parte l’offerta e consentito di togliere gli allevatori dalla pressione degli industriali. Infine, l’etichettatura e la tracciabilità del latte e dei prodotti lattiero caseari, attese da decenni, hanno dato la svolta.

Ora, spero che si vada ancora di più verso una aggregazione dei produttori di latte e verso la capacità di entrare direttamente nella filiera con la trasformazione e la creazione dell’interprofessione.

Paolo Cova

Ottimo l’accordo sul prezzo del latte. Ora via all’interprofessione

“Ottima notizia l’accordo sottoscritto tra organizzazioni sindacali degli allevatori, cooperative e organizzazioni dei produttori con Italatte”, lo dichiara l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, dopo la notizia dell’intesa siglata tra le parti.

 

“Il lavoro svolto dal Parlamento e dal Ministro delle Politiche agricole in questi anni per fare interventi strutturali sta cominciando a dare i primi risultati – prosegue Cova –. Voglio ricordare solo due provvedimenti: l’inserimento dell’indicizzazione nella contrattazione e i contratti annuali, intesi a evitare di vedere il latte finire oggetto di speculazioni”.

 

Per Cova anche “favorire le aggregazioni dei produttori e dare la possibilità alle organizzazioni sindacali di trattare il latte ha accentrato in parte l’offerta e consentito di togliere gli allevatori dalla pressione degli industriali”.

Infine, “l’etichettatura e la tracciabilità del latte e dei prodotti lattiero caseari, attese da decenni, hanno dato la svolta”.

 

Ora, conclude il parlamentare Pd, “spero che si vada ancora di più verso una aggregazione dei produttori di latte e la capacità di entrare direttamente nella filiera con la trasformazione e la creazione dell’interprofessione”.

 

Roma, 15 dicembre 2016

 

Case Aler di piazzale G. Rosa: tutt’altro che un’eccellenza della Regione Lombardia di Maroni

“Gli inquilini delle case Aler di piazzale Gabrio Rosa, a Milano, sono esasperati: il degrado in cui vivono e la presenza di persone estranee ai palazzi rendono le loro esistenze al limite del sopportabile”, lo denuncia l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, dopo aver ricevuto le ennesime segnalazioni per le condizioni disumane in cui sono costretti a risiedere nelle proprie abitazioni gli inquilini Aler di quel complesso di edifici e gli inquilini del Calvairate-Molise e Salomone.
 
“Si parla spesso di Regione Lombardia come di un ente capace di eccellenze, ma chenon sa proprio come gestire  le proprie case– attacca Cova –. A meno che il concetto di eccellenza per Maroni e i suoi non sia il modo con cui tratta il proprio patrimonio edilizio. Un modo sotto gli occhi di tutti”.
 
Il parlamentare Pd ricorda anche che dal centrodestra arrivano ogni giorno insegnamenti su come si “deve combattere il degrado e l’insicurezza, ma poi non riesce a dare case dignitose e accoglienti alle persone oneste e corrette che pagano profumatamente gli affitti, totalmente incapace com’è di offrire luoghi vivibili”.
 
Ed è inutile, per Cova, che dall’amministrazione regionale “si chieda ad altri quello che dovrebbe fare Aler, ovvero la lotta alle occupazioni abusive e al degrado. Come inutile è anche parlare di contratti di quartiere, finanziati dal 2004 e mai andati a buon fine, perché l’Azienda è costantemente senza fondi. Forse è giunto il momento di dire che Regione Lombardia non è proprio un’eccellenza e che tiene i propri inquilini in condizioni disumane”.
 
Rimangono solo da ringraziare “i lavoratori di Aler che, senza mezzi e risorse, si trovano a cercare di mitigare le difficoltà causate da chi ha amministrato l’Azienda negli ultimi 20 anni”.
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