News dal Parlamento

Fondi all’altra informazione

 

Questa settimana alla Camera abbiamo approvato l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione dando le deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria, della disciplina dei profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti.

Il provvedimento prevede una ridefinizione della platea che può accedere ai contributi del sostegno pubblico all’editoria secondo due linee di fondo, ovvero una maggiore trasparenza e una migliore definizione della piccola editoria. L’obiettivo è privilegiare in particolare il tema del no profit e delle cooperative di giornalisti, mentre si escludono, in maniera molto chiara, sia i fogli di partito sia le società quotate in Borsa.

Inoltre, si è voluto assicurare diritti, libertà, indipendenza e pluralismo dell’informazione a livello locale e nazionale; incentivare l’innovazione nell’informazione e nella rete di distribuzione e vendita; incentivare le imprese del settore a investire e acquisire posizioni di mercato sostenibili nel tempo; sviluppare nuove imprese editrici anche nel campo dell’informazione digitale; garantire che al contributo pubblico corrispondano capacità economica e imprenditoriale, una reale esistenza sulla base delle copie vendute, e la capacità di raccogliere fondi diretti.

Quindi i fondi sono destinati a imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale sia detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti non aventi fini di lucro, editrici di quotidiani e periodici espressione delle minoranze linguistiche, enti senza fini di lucro, cooperative giornalistiche, associazioni dei consumatori, quotidiani e periodici in lingua italiana editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero, imprese ed enti che editano periodici per non vedenti e per ipovedenti.

Non riceveranno fondi gli organi di informazione di partiti, movimenti politici e sindacali, tutte le imprese editrici di quotidiani e periodici facenti capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in borsa, periodici specialistici di carattere tecnico, aziendale, professionale o scientifico.

 

 

 

Che il commercio sia equo. E solidale

 

Un’altra importante approvazione è stata quella della proposta di legge per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale, primo provvedimento di questo tipo a livello nazionale e atteso da almeno dieci anni. Uno degli obiettivi fondanti di questa legge è, infatti, la promozione dell’economia solidale, favorendo l’accesso al mercato nazionale delle merci del commercio equo e promuovendo una concorrenza leale che incoraggi anche i distretti equo e solidali.

La legge indica le definizioni di commercio equo e solidale e di accordo di commercio equo e solidale, nonché di filiera. Gli enti di promozione, anch’essi senza scopo di lucro e con un ordinamento interno a base democratica, presidiano la promozione e il sostegno delle filiere, attraverso la concessione in licenza di uno o più marchi, che possono essere utilizzati in riferimento ai prodotti la cui conformità a standard internazionalmente riconosciuti è certificata da organismi di certificazione accreditati. I soggetti vengono resi visibili ai cittadini, alle imprese e ai consumatori attraverso un apposito elenco nazionale tenuto dalla Commissione per il commercio equo e solidale.

Il cuore della legge è l’attenzione particolare rivolta alla tutela della filiera, anche per evitare infiltrazioni degli “equofurbi” e proteggere i consumatori e quella che è la vera, reale produzione equa e solidale. Si istituisce, inoltre, una giornata nazionale da celebrare annualmente, con la collaborazione degli enti iscritti all’elenco.

 

 

 

Stampa, mai più minacce

 

Questa è stata anche la settimana in cui sono state illustrate, discusse e approvate due fondamentali relazioni, seguite a un’indagine, per il vivere civile. Una riguardava lo stato dell’informazione e la condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere dalla quale abbiamo scoperto che ogni anno in Italia circa 300 giornalisti subiscono intimidazioni e attacchi, e il numero è in crescita. Da qualche anno è aumentato il numero dei giornalisti a cui lo Stato garantisce una scorta per tutelare la loro incolumità. E dall’indagine sono emerse in particolare quattro importanti tendenze: la maggior parte dei tentativi di intimidazione avviene in provincia, al di fuori del palcoscenico nazionale; spesso i bersagli sono piccole testate giornalistiche, radio o canali televisivi di piccol e dimensioni; a essere particolarmente in pericolo sono i giornalisti freelance, i quali in caso di vertenze legali vedono messa in gioco la loro stessa sopravvivenza finanziaria; un carente pluralismo nel panorama mediatico di determinate regioni va a vantaggio delle mafie; le mafie hanno capito che i media sono un importante strumento di potere e per questo cercano di influenzarli a proprio vantaggio o addirittura di impossessarsene.

Dalla relazione è parso chiaro, dunque, che per contrastare il tentativo delle nuove mafie di condizionare l’informazione è necessario rafforzare il giornalismo e i giornalisti e contrastare la precarietà della professione, perché giornalisti impiegati in modo stabile sono più forti e possono lavorare in maniera più coraggiosa. Sono inoltre necessarie le tutele contro le denunce per diffamazione spesso mezzo di pura intimidazione a danno di giornalisti.

È, dunque, importante che a tutti i livelli della società, e anche della politica, si parli sempre più spesso di quanto sia importante avere organi di informazione liberi e giornalisti coraggiosi che lottano contro la criminalità organizzata.

Al termine della relazione abbiamo approvato una risoluzione con la quale abbiamo impegnato il Governo a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni e i problemi evidenziati.

 

 

 

Lotta dura alla contraffazione

 

La seconda relazione trattata riguardava le possibili proposte normative in materia penale in tema di contraffazione, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.

Da un’indagine svolta dal Censis, poco più di un anno fa, è emerso che, soprattutto fra i giovani consumatori, l’acquisto di prodotti contraffatti, magari di capi di abbigliamento, scarpe, occhiali, musica, viene considerato un comportamento accettabile e non un reato. Il tema è, dunque, molto serio, sia per i numeri, che per la sua capacità di innovarsi, di occupare nuovi spazi di mercato, fino a ieri assolutamente inimmaginabili. Tant’è come ci hanno detto i colleghi che se ne sono occupati, la relazione è scaturita dall’ascolto delle principali procure impegnate sul fenomeno, del mondo produttivo, delle forze dell’ordine, delle Agenzie delle dogane, dei Ministri di Giustizia, Attività Produttive e Politiche agricole e ha evidenziato il grande impegno che tutti ci stanno mettendo, ma anche una serie di handicap del sistema di contrasto alla contraffazione nel Paese. Lim iti che vanno dalle Procure sommerse di lavoro alla sovrapposizione delle norme in vigore, dall’azione delle forze dell’ordine che necessita di più coordinamento all’insufficiente azione europea e internazionale. Il testo, inoltre, esamina le norme in vigore, quelle di prevenzione, quelle previste dal Codice civile e in sede penale e le direttive comunitarie, ne sottolinea l’evoluzione, l’inutile stratificazione, l’obsolescenza, affronta terreni nuovi come il commercio on line, la dimensione comunitaria e internazionale con i Trattati, a partire dal Ttip, con i problemi legati all’Italian sounding. Perché la contraffazione, ci è stato detto a chiare lettere, è un ambito scelto, oggi, come luogo di investimento e di diversificazione dell’attività per pezzi della criminalità organizzata e mafiosa nazionale e internazionale.

Alcune risposte sono già arrivate, come il corso di specializzazione sulla materia per i magistrati, l’insediamento di un pool di magistrati ed esperti per mettere a punto proposte di riforma dei reati in materia agroalimentare, l’aggiornamento delle norme in materia agroalimentare, gli interventi contro il caporalato. Inoltre, il Pd, a breve, presenterà una sua proposta di legge per aggiornare il sistema, le norme e le forme di coordinamento dell’azione di contrasto. Anche in questo caso, poi, abbiamo approvato una relazione per impegnare il Governo a intraprendere ogni iniziativa utile a contrastare il fenomeno.

 

 

 

A sostegno della famiglia

 

La popolazione residente in Italia è sostanzialmente arrivata alla crescita zero, ovvero il rapporto tra nati e morti, e i flussi migratori, a differenza di ciò che si può pensare, riescono a malapena a compensare il calo demografico. L’invecchiamento della popolazione, la crisi economica, la precarietà sono conseguenze e cause di questa situazione.

Ecco perché abbiamo approvato una mozione in cui si impegna il Governo ad assumere iniziative normative per incrementare la quota di bilancio statale destinata alle politiche di sostegno alle famiglie e per incrementare l’occupazione femminile, prevedendo incentivi per le imprese che assumono a tempo indeterminato manodopera femminile; a prevedere, come negli altri Paesi europei, la contribuzione figurativa e il riconoscimento previdenziale per i lavori di cura; a rafforzare le politiche sociali di sostegno alla maternità e alla paternità; a dare continuità alla misura del bonus bebè; a sviluppare iniziative per promuovere la genitorialità; a garantire l’accesso alle mense scolastiche a tutti i bambini; a favorire e stabilizzare le politiche di conciliazione dei tempi di cura, di vita e di lavoro; ad assumere iniziative per interventi, anche di tipo fiscale, per il sostegno alle famiglie più disagiate.

 

 

 

Anche muratori e gruisti tra gli usuranti

 

Ho aderito a una proposta di legge di modifica al decreto legislativo concernente il riconoscimento di attività usuranti per gli operai edili e per i lavoratori in altezza. Il decreto aveva, infatti, dettato una disciplina organica della materia dei lavori usuranti, volta a consentire agli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti l’accesso al pensionamento in via anticipata, rispetto a quanto stabilito per la generalità dei lavoratori. Ma ora si intendono inserire in questa categoria anche coloro che lavorano nell’edilizia o in altezza, ovvero su scale aeree, con funi a tecchia o parete, su ponti a sbalzo, su ponti a castello installati su natanti, su ponti mobili a sospensione. A questi lavori sono assimilati quelli svolti dal gruista, dall’addetto alla costruzione di camini e dal copritetto.

Invece per quanto concerne i lavoratori del comparto edile, queste persone operano in un ambiente con elevato rischio sia sul fronte delle malattie professionali, sia su quello degli infortuni sul lavoro, sottoposti a continui sforzi che fanno della categoria stessa, uno dei settori più usuranti dal punto di vista fisico. Ho firmato con convinzione, perché mi sembra doveroso verso questa categorie di lavoratori.

 

 

 

Cari lettori,

ricordo che venerdi 11 marzo ore 21.00 al circolo Pd di Gorgonzola vi aspetto per l’annuale rendicontazione. Clicca sulla locandina.

Paolo Cova

News dal Parlamento

Stop ai conflitti d’interesse

Importante approvazione questa settimana, alla Camera: con 218 voti favorevoli, 94 contrari (M5s e Sel) e 8 astenuti, abbiamo approvato le Disposizioni in materia di conflitti di interessi, che ora passano all’esame del Senato. Il provvedimento interviene a disciplinare la risoluzione dei conflitti di interesse dei titolari di cariche di governo nazionale e i titolari di cariche di governo regionale, sostituendo la normativa vigente.

Ecco quali sono le principali disposizioni introdotte. Intanto, sono previsti puntuali obblighi dichiarativi in capo ai titolari delle cariche di Governo, e conseguenti sanzioni, differenziate nelle ipotesi di incompleta o mancata dichiarazione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, o di dichiarazioni tardive o ancora mendaci. Poi, viene introdotto un rafforzamento del regime delle incompatibilità per le cariche di Governo.

Ma la vera novità rispetto alla legge Frattini, che valeva fino a ora, è la possibilità, nelle ipotesi più rilevanti, di risolvere la propria posizione conflittuale, anche in via preventiva, attraverso le misure tipiche per la soluzione del conflitto di interessi, ossia mediante l’affidamento in gestione dei beni e delle attività patrimoniali, attraverso la sottoscrizione di un contratto di gestione, oppure, se non sussistono altre misure possibili per evitare il conflitto di interessi, la vendita su richiesta dell’Autorità, dei beni e delle attività rilevanti. Questo avviene quando il titolare della carica di governo nazionale possieda, anche per interposta persona o tramite società fiduciarie, partecipazioni rilevanti nei settori della difesa, del credito, dell’energia, delle opere pubbliche di preminente interesse nazionale, delle comunicazioni e dell’editoria di rilevanza nazionale,dei servizi pubblici erogati in concessione o autorizzazione, in imprese operanti nel settore pubblicitario, oppure quando la concentrazione degli interessi patrimoniali e finanziari in capo al titolare della carica di governo siano tali da condizionare l’esercizio delle funzioni pubbliche ad esso attribuite o da alterare le regole di mercato relative alla libera concorrenza.

Per i membri del Parlamento viene rivista la disciplina della ineleggibilità, prevedendola per coloro che hanno il “controllo”, e non la rappresentanza legale, di società che risultino vincolate allo Stato con contratti pubblici di lavori, servizi e forniture di notevole entità economica, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica. Per i consiglieri regionali viene introdotta una normativa di principio in questo senso.

Una risoluzione contro il doping

La mia personale lotta al doping sta per prendere il volo: mercoledì 2 marzo, la risoluzione che mette le basi per regole diverse e più stringenti, comincerà a essere esaminata nelle Commissioni congiunte Cultura e Sanità della Camera dei Deputati.

È arrivato il momento di chiedere al Governo l’impegno a creare un’Agenzia nazionale antidoping terza, ossia indipendente sia dal Coni che dallo stesso Governo, con una propria autonomia finanziaria. Questo sarà il primo e fondamentale passo per combattere e fermare una volta per tutte il malcostume del doping, sia nello sport professionistico, sia giovanile che amatoriale. Fenomeno che non falsa solo i risultati sportivi, ma danneggia gravemente la salute degli atleti e alimenta anche il malaffare. La vicenda dei whereabouts che ha coinvolto l’atletica italiana, ha mostrato come l’attuale sistema di controllo non abbia funzionato e debba essere riformato con un Agenzia terza.

Tra i punti più importanti, la risoluzione impegna il Governo a superare la norma che conferisce a Coni-Nado l’attività di controllo antidoping sulle attività sportive agonistiche di livello nazionale e internazionale, a creare un’Agenzia nazionale antidoping indipendente, appunto, che assorba la Commissione di vigilanza e l’Agenzia Coni-Nado,​ a conferire a questa Agenzia terza l’organizzazione dei controlli e degli esami​ e i procedimenti disciplinari, a nominare un commissario autonomo​ che realizzi questa agenzia​.

Le provocazioni degli industriali

Alcuni industriali del latte stanno proponendo contratti palesemente sotto i costi di produzione. Ebbene, non solo non lo possono fare, ma danneggiano tutta l’importante filiera lattiero-casearia. Invece, il percorso fatto finora da parte di questa filiera, con l’accordo sottoscritto dai soggetti interessati al Ministero delle Politiche agricole, deve essere la strada per darle valore. Filiera che, unita, può ottenere buoni risultati.

Resta il fatto che, rispetto a come si stanno comportando certi industriali, l’art. 62 e il Decreto 51 non consentono di fissare prezzi sotto i costi di produzione e il Garante della concorrenza e del mercato ora ha tutti gli strumenti per vigilare e sanzionare, come è avvenuto all’estero. Il mio invito è davvero quello di tenere un comportamento consono a quanto deciso, per il bene non solo dei produttori, ma di tutta questa importante filiera che termina – e gli industriali lo sanno bene – con il consumatore finale.

Il futuro del latte

Venerdì 4 marzo 2016, alle 20, all’Itas di Codogno, in provincia di Lodi, interverrò alla tavola rotonda “Latte italiano: quale futuro?”, organizzata dagli allevatori lodigiani con il patrocinio del Comune. Assieme a me ci saranno Angelo Rossi, responsabile del Clal, Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad Italia, Marco Minardi, del Consorzio latte italiano “Sogno o realtà”, e i rappresentanti degli industriali del latte e delle organizzazioni di categoria. Nell’occasione verrà presentata la campagna informativa rivolta al consumatore e intitolata “100% latte italiano”. Se vuoi leggere la locandina clicca qui

Scoprire Milano

Mi fa piacere segnalare che l’Associazione musicale MusicalMente di Landriano (Pavia) propone “Milano ritrovata”, un percorso di tre visite guidate per scoprire aspetti sconosciuti della metropoli.

La prima si terrà domenica 20 marzo 2016, con partenza alle 15, durata della visita 90 minuti con meta il Museo del Teatro alla Scala. Il gruppo minimo deve essere di 20 persone e il costo è di 13 euro, comprensivo del biglietto d’ingresso.

Domenica 17 aprile 2016, sempre alle 15, si visiterà la Milano nuova, ovvero il rinnovato quartiere Garibaldi, sempre per una durata di 90 minuti e un gruppo minimo di 20 persone. Costo della visita 10 euro. C’è tempo fino al 14 marzo per confermare e pagare.

Infine, domenica 22 maggio 2016, alle 15, la visita, della durata di 140 minuti, sarà al Cimitero monumentale. Sempre 10 euro, tempo per prenotarsi entro il 14 aprile.
Le visite guidate sono a cura di Milano Guida. Per conferme e prenotazioni contattare Antonia Pallottini cell. 347 9297376 o scrivere a musicalmentelandriano@hotmail.it, clicca qui per la locandina.

Cari lettori,

vi anticipo che, come ogni anno, ho programmato nel mese di marzo due incontri di rendicontazione del lavoro svolto in Parlamento, per maggiori informazioni clicca qui.

Paolo Cova

Industriali del latte propongono contratti sotto i costi di produzione. È un’inutile provocazione e non serve a nessuno

“Alcuni industriali del latte stanno proponendo contratti palesemente sotto i costi di produzione: non lo possono fare e comunque danneggiano tutta l’importante filiera lattiero-casearia”, denuncia l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd e componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, a proposito di quanto sta succedendo nel mondo della produzione lattiero-casearia.

“Il percorso fatto finora da parte della filiera, con l’accordo sottoscritto dalle parti interessate al Ministero delle Politiche agricole, deve essere la strada per darle valore. Filiera che, unita, può ottenere buoni risultati”, ribadisce, non per la prima volta, il parlamentare Pd.

“Resta il fatto che, rispetto a come si stanno comportando certi industriali, l’art. 62 e il Decreto 51 non consentono di fissare prezzi sotto i costi di produzione e il Garante della concorrenza e del mercato ora ha tutti gli strumenti per vigilare e sanzionare, come è avvenuto all’estero – conclude Cova –. L’invito è quindi a tenere un comportamento consono a quanto deciso, per il bene non solo dei produttori, ma di tutta questa importante filiera che termina – e gli industriali lo sanno bene – con il consumatore finale”.

Roma, 26 febbraio 2016

La mia risoluzione contro il doping sta per iniziare l’iter. Presto l’impegno per un’Agenzia nazionale antidoping terza e indipendente

La battaglia contro il doping sia nello sport professionistico, sia giovanile che amatoriale, sta per segnare una svolta: la prossima settimana, mercoledì 2 marzo 2016, la risoluzione che mette le basi per regole diverse e più stringenti, comincerà a essere esaminata in Commissioni congiunte Cultura e Sanità della Camera dei Deputati.

“Finalmente potremo chiedere al Governo l’impegno a creare un’Agenzia Nazionale Antidoping terza, ossia indipendente sia dal Coni che dallo stesso Governo, con una propria autonomia finanziaria – spiega l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd e proponente della risoluzione –. Questo sarà il primo e fondamentale passo per combattere e fermare una volta per tutte il malcostume del doping. Fenomeno che non falsa solo i risultati sportivi, ma danneggia gravemente la salute degli atleti e alimenta anche il malaffare”.

E l’esempio è presto fatto per Cova: “La vicenda dei whereabouts che ha coinvolto l’atletica italiana, ha mostrato come l’attuale sistema di controllo non abbia funzionato e debba essere riformato con un Agenzia terza”.

Tra i punti più importanti, la risoluzione impegna il Governo a superare la norma che conferisce a Coni-Nado l’attività di controllo antidoping sulle attività sportive agonistiche di livello nazionale e internazionale, a creare un’Agenzia nazionale antidoping indipendente, appunto, che assorba la Commissione di vigilanza e l’Agenzia Coni-Nado,​a conferire a questa Agenzia terza l’organizzazione dei controlli e degli esami​ e i procedimenti disciplinari, ​e a nominare un commissario autonomo​ che realizzi questa agenzia​ .

Roma, 2 5 febbraio 2016

News dal Parlamento

Collegato e innovativo

 

Importante approvazione, questa settimana, per il settore di cui mi occupo, quello dell’agricoltura e dell’allevamento: alla Camera abbiamo, infatti, approvato il disegno di legge sulle “Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo, agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura”, il cosiddetto Collegato agricolo. Ritengo che sia un provvedimento che dà risposte adeguate alle esigenze dei produttori, tra l’altro in un momento di espansione del settore, che garantisce tutela alle filiere produttive e ai consumatori. Poiché è stato modificato alla Camera, ora torna al Senato.

 

Molte le disposizioni innovative, come l’introduzione di specifiche sanzioni per il bracconaggio nelle acque interne; l’inserimento di una delega al Governo per la riforma del sistema ippico nazionale, attualmente in difficoltà; l’introduzione delle basi per colmare il vuoto legislativo che riguarda i numerosi birrifici italiani che hanno lanciato sul mercato la birra artigianale; un sistema di riconoscimento certo dei prodotti del settore apistico; la valorizzazione della filiera del riso, anche come espressione del valore culturale e ambientale.

 

Ma il punto caratterizzante di questo provvedimento è l’attenzione ai giovani agricoltori, attraverso misure che permettano il loro ingresso in agricoltura. Il disegno di legge prevede la delega al Governo per adottare un decreto che favorisca i processi di affiancamento nella gestione delle imprese agricole, puntando sul trasferimento delle competenze e delle tradizioni dagli imprenditori ultra 65enni, o pensionati, ai giovani agricoltori tra i 18 e i 40 anni. Inoltre, si istituisce la Banca delle terre agricole, grazie alla quale, gratuitamente, sarà possibile venire a conoscenza di tutte le terre abbandonate e delle modalità per acquisirle, consentendo ai giovani agricoltori senza terra di poter iniziare una attività agricola.

 

 

 

Genetica zootecnica più trasparente

 

Nell’ambito della discussione sul Collegato agricolo ho presentato un ordine del giorno sul tema della genetica zootecnica, approvato dall’Aula. Un aspetto importante e fondamentale che affronta questo provvedimento è quello della delega alla revisione della legge n. 30​/91 che è un passaggio importante perché riguarda tutto il sistema che interviene sulla genetica e sulla gestione della nostra biodiversità zootecnica, in tutti i comparti, bovino, suino, equino, ovicaprino. In questi anni abbiamo assistito a una ritardata applicazione e a una estrema
farraginosità della burocrazia della legge. Ma non è solo questo il punto: serve proprio un sistema di gestione dei libri genealogici che offra ai nostri agricoltori dati certi e informazioni che garantiscano un continuo miglioramento degli allevamenti. Inoltre, se nella delega si chiede di preservare la biodiversità zootecnica ital iana, il mio ordine del giorno va ​nella direzione di garantire agli allevatori che ogni dato raccolto sia libero da conflitti di interessi e che il controllore non sia anche il controllato.

 

Pochi giorni fa, anche a livello di Commissione europea, è stato approvato un nuovo regolamento, ora al vaglio del Parlamento europeo, che va nell’ottica di riformare tutto il sistema della gestione dei libri genealogici e della commercializzazione del mercato genetico. L’approvazione di questo regolamento europeo che riguarda le associazioni di allevatori, le Apa, e la commercializzazione del materiale germinale, è un motivo per la politica per intervenire in modo strutturale e offrire nuove prospettive per il futuro della zootecnia.

 

Nel dettaglio, l’ordine del giorno ha impegnato il Governo a “rivedere l’attuale normativa in materia di controlli funzionali e valutazioni genetiche del bestiame al fine di garantire che l’esercizio di tali funzioni pubbliche avvenga nel rispetto dei principi della concorrenza; prevedere il riconoscimento del principio che i soggetti che hanno la gestione dei libri genealogici e dei registri anagrafici, dei controlli funzionali fenotipici e le associazioni di razza non devono avere partecipazioni o interessi nella commercializzazione di materiale germinale e seminale”.

 

 

 

Crisi in banca: il risparmiatore va informato

 

Tutti abbiamo presente la crisi che, a partire dal 2007, ha evidenziato una condizione di precarietà del sistema finanziario europeo. In questo, la vulnerabilità delle banche ha indotto l’Unione europea a porre in atto una serie di interventi volti a definire una disciplina più rigorosa per quanto concerne i requisiti patrimoniali richiesti alle banche, in modo da garantire la solvibilità, anche per le banche italiane. Ecco perché, alla Camera, abbiamo approvato una mozione sul tema delle iniziative in materia di gestione delle crisi bancarie e di tutela dei risparmiatori, con particolare riferimento all’applicazione dello strumento del cosiddetto bail-in (ovvero “garanzia interna”: niente più soldi pubblici per salvare le banche in difficoltà).

 

L’atto impegna il Governo a promuovere, nelle sedi europee, un approfondimento delle problematiche connesse all’attuazione della direttiva sul bail-in, la 2014/59/UE, al fine di proporre, entro il 1° giugno 2018, le modifiche che si rendano opportune, in base a quanto previsto dall’articolo 129 della direttiva medesima; a favorire la corretta applicazione delle regole finalizzate a impedire il collocamento degli strumenti più rischiosi presso clienti al dettaglio non in grado di comprenderne l’effettivo rischio, e al contempo di meccanismi finalizzati ad assicurare una piena e consapevole informazione dei risparmiatori; a sostenere nelle sedi negoziali europee la più rapida introduzione del terzo pilastro dell’Unione bancaria, relativo alla tutela dei depositi, nel rispetto di un principio di equilibrio tra la condivisione del rischio e la sua riduzione.

 

 

 

Ma che sia mobilità vera

 

Un efficiente trasporto pubblico locale, urbano, extraurbano e ferroviario, è un obiettivo fondamentale per garantire il diritto alla mobilità di tutti i cittadini, che deve essere perseguito unitamente a una politica per la mobilità sostenibile, che garantisca sicurezza e efficienza degli spostamenti e riduzione dell’impatto ambientale.

 

Ecco perché abbiamo approvato una mozione che impegna il Governo ad assumere iniziative per garantire risorse adeguate certe e stabili nel tempo per il trasporto pubblico locale; a definire e sottoscrivere un nuovo contratto per il servizio universale, in particolare per gli Intercity, ai fini della riqualificazione e del potenziamento del servizio regionale e migliorando l’offerta e l’integrazione con gli altri modi di trasporto; a definire i requisiti essenziali dei contratti di servizio di trasporto pubblico locale tra l’amministrazione concedente e gli operatori del settore; ad adottare tutte le iniziative di competenza necessarie a sviluppare nelle aree urbane e nelle regioni a maggior densità insediativa un servizio efficiente, una mobilità pubblica incentrata su ferrovie suburbane e metropolitane, integrata con il servizio di trasporto pubblico urbano e con una rete di percorsi ciclabili, sviluppando sistemi di traspo rto pubblico multimodale, con progressivo riequilibrio modale dalla gomma al ferro e alla mobilità sostenibile; ad adottare tutte le iniziative di competenza per il potenziamento delle linee metropolitane e in generale dei mezzi pubblici; ad incentivare i sistemi di trasporto intelligenti; a sostenere la mobilità ecologica alternativa.

 

 

 

Poli chimici: Governo intervenga

 

Dopo il lavoro svolto dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, questa settimana, alla Camera, abbiamo discusso e approvato due distinte risoluzioni sulle relazioni sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica nel sito di interesse nazionale di Venezia-Porto Marghera, e sulla situazione delle bonifiche dei poli chimici il “Quadrilatero del Nord” (Venezia-Porto Marghera, Mantova, Ferrara, Ravenna), già approvate dalla stessa Commissione.

 

Nel caso di Porto Marghera, le indagini svolte dalla Commissione di inchiesta hanno portato alla conclusione più eclatante che l’ufficio del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche, nella veste di committente dei lavori, per conto dello Stato, non ha mai esercitato, né esercita tuttora, alcun effettivo controllo sia sul sistema di assegnazione, da parte del Consorzio Venezia Nuova, dei subappalti, relativi al Mose e alle bonifiche, sia sulla congruità dei corrispettivi corrisposti alle ditte subappaltatrici. E l’assenza di controlli ha consentito al Consorzio Venezia Nuova di assegnare gli appalti alle ditte consorziate, in violazione della normativa sulle gare d’appalto, del codice sui contratti pubblici e delle direttive europee.

 

Nel caso del Quadrilatero il tema è quello delle bonifiche in siti storicamente destinati a produzioni chimiche e petrolchimiche, che poi si lega a quello delle strategie industriali complessive in questi settori. In questo caso, secondo la Commissione d’inchiesta, la continuità nella presenza di aziende interessate all’evoluzione dei siti, destinata a concludersi con la piena restituzione a legittimi usi produttivi, può essere garanzia di continuità di interlocuzione pubblico-privato che a questo risultato deve tendere.

 

In ogni caso, le due risoluzioni approvate impegnano il Governo a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, le Regioni e gli enti territoriali interessati.

 

 

 

Renzi, l’Europa, l’immigrazione

 

In vista del Consiglio europeo, come è prassi, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è venuto in Aula per le sue comunicazioni a riguardo. Tanti, come sempre, gli argomenti toccati, ma tra questi Renzi ha ricordato che in tutti i Paesi dell’Unione europea il sentimento della paura e della preoccupazione corre il rischio di avere un ruolo da protagonista nel passaggio elettorale. Per quanto riguarda, invece, l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, per il Presidente sarebbe una sconfitta per l’intera Europa, sia perché saremmo meno forti senza uno dei Paesi più importanti, sia perché sarebbe interrotto il percorso di allargamento avviato dall’Ue.

 

Sull’immigrazione, poi, ha detto che secondo lui oggi in Europa c’è una diversa sensibilità che non significa assunzione di responsabilità, ma solo un percorso complicato che va avanti in modo disallineato. In questo senso, il principio di Dublino che continua a essere in vigore è sbagliato, non funziona. E bisogna avere la consapevolezza che una strategia non può essere solo donare un obolo a un singolo Stato per risolvere le questioni. Non si risolve la crisi di Aleppo senza che la vicenda siriana non veda almeno una tregua. Non si risolve il problema immigrazione se non si affronta la complessità del problema, non solo della Siria ma anche del Libano, della Giordania, dei Paesi balcanici e dell’Africa.

 

E ancora, sarà cruciale nel 2016 ribadire ciò che abbiamo scritto sulla pietra dei nostri provvedimenti: chi non ha diritto ad essere accolto deve essere rimpatriato a livello europeo. L’Italia è il paese che ha fatto più rimpatri, ma questi non sono così significativi come potrebbero essere se vi fossero invece accordi fatti direttamente dall’Ue con una prospettiva di cooperazione. E nello stesso tempo chi ha diritto all’accoglienza non può essere trattato in 28 modi diversi.

 

 

Paolo Cova

Il Sicomoro

Carissime e carissimi

il Sicomoro  di questo mese riporta l’informazione che domenica 21 febbraio alle ore 12.30 l’attuale via Arcivescovado sarà intitolata al Card. Carlo Maria Martini. Inaugurano il Sindaco Giuliano Pisapia e il Card. Angelo Scola.

Segnalo, inoltre, che la Messa delle 11.00 sarà celebrata in Duomo (e NON in  S.Fedele, come precedentemente indicato).   Nell’occasione il Sicomoro analizza altre problematiche attualmente in vivace discussione in Parlamento e nel Paese, quali le unioni civili (pg.3) e la città metropolitana (pg.4). Se vuoi leggere clicca qui.

 

Puoi trovare i singoli articoli anche sulla pagine www.noifuturoprossimo.it

Ciao Paolo Cova

Genetica zootecnica: con il mio odg più trasparenza ​tra libri genealogici​ e commercializzazione

 

 

Nell’ambito della discussione sul disegno di legge sulle “Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo, agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura”, che si ​è tenuta in​ queste ore alla Camera, è intervenuto anche l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, che ha presentato un ordine del giorno sul tema della genetica zootecnica, approvato dall’Aula.

“Un aspetto importante e fondamentale che sta affrontando questo collegato all’agricoltura è quello della delega alla revisione della legge n. 30​/91 che è un passaggio importante perché riguarda tutto il sistema che interviene sulla genetica e sulla gestione della nostra biodiversità zootecnica, in tutti i comparti, bovino, suino, equino, ovicaprino – ha spiegato Cova –. In questi anni abbiamo assistito a una ritardata applicazione e una estrema farraginosità della burocrazia ​ della legge. Ma non è solo questo il punto: serve proprio un sistema di gestione dei libri genealogici che offra ai nostri agricoltori dati certi e informazioni che garantiscano un continuo miglioramento dei nostri allevamenti”.

Altro aspetto importante sottolineato da Cova, il fatto che “nella delega si chiede di preservare la biodiversità zootecnica italiana. E anche il mio ordine del giorno, appena approvato, va ​nella direzione di garantire agli allevatori che ogni dato raccolto sia libero da conflitti di interessi e che il controllore non sia anche il controllato”.

Non solo: solo pochi giorni fa, “anche a livello di Commissione europea, è stato approvato un nuovo regolamento, ora al vaglio del Parlamento europeo, che va nell’ottica di riformare tutto il sistema della gestione dei libri genealogici e della commercializzazione del mercato genetico – ha ricordato, infine, Cova –. L’approvazione di questo regolamento europeo che riguarda le associazioni di allevatori, le Apa, e la commercializzazione del materiale germinale è un motivo per la politica per intervenire in modo strutturale e offrire nuove prospettive per il futuro della zootecnia”.

Nel dettaglio, l’ordine del giorno ha impegnato il Governo a “rivedere l’attuale normativa in materia di controlli funzionali e valutazioni genetiche del bestiame al fine di garantire che l’esercizio di tali funzioni pubbliche avvenga nel rispetto dei principi della concorrenza; prevedere il riconoscimento del principio che i soggetti che hanno la gestione dei libri genealogici e dei registri anagrafici, dei controlli funzionali fenotipici e le associazioni di razza non devono avere partecipazioni o interessi nella commercializzazione di materiale germinale e seminale”.

 

Roma, 18 febbraio 201 6

News dal Parlamento

Milleproroghe e tante novità

Questa settimana, alla Camera, abbiamo dato il via libera al Milleproroghe, il decreto legge che affronta lo stato di attuazione di numerose leggi, rettificandone le scadenze per raggiungere più efficacemente gli obiettivi previsti. Ora il testo passerà al Senato.

Tra gli aspetti più rilevanti ci sono alcune misure a sostegno di lavoratori e imprese, come la possibilità di prorogare i contratti ai precari delle provincie e delle città metropolitane, l’aumento dell’importo dei contratti di solidarietà in particolari situazioni e la proroga, in alcune circostanze, dell’esonero dal pagamento del contributo di licenziamento a carico del datore di lavoro.

Nuove disposizioni anche sulla trasparenza dei bilanci di partiti e movimenti politici, come l’obbligo di trasmettere agli organi preposti il rendiconto, il verbale di approvazione dello stesso, i relativi allegati e il giudizio sul rendiconto della società di revisione. È stata introdotta anche una sanzione di 200mila euro per chi non ottempera a questo obbligo. Il M5S non presenta il proprio bilancio ed ancora una volta dimostra che per loro la trasparenza sui soldi è un aspetto che va preteso ma mai praticato nei propri confronti.

Altri, specifici interventi di proroga riguardano l’edilizia scolastica, le norme antiterrorismo, gli interventi emergenziali, la ricerca.

Per quanto riguarda nello specifico le politiche agricole, viene prorogata al 30 giugno 2016, limitatamente alle operazioni di pagamento e riscossione riferite all’annualità 2015 e alle annualità precedenti, l’autorizzazione a favore del dirigente delegato del Ministero delle Politiche agricole e forestali a effettuare pagamenti e riscossioni utilizzando il conto di tesoreria dell’ex Assi, l’Agenzia per lo sviluppo del settore ippico.

 

Sulla Corea del Nord bisogna intervenire

Per quanto sia un Paese chiuso a ogni forma di comunicazione con l’esterno che non sia decisa dal regime, sappiamo tutti in che condizioni versa la Corea del Nord. A inizio anno Pyongyang ha reso noto di aver condotto con successo un test con una bomba all’idrogeno e in effetti il sisma che è stato registrato in quell’area sembrerebbe avvallare l’ipotesi. Altri test sembra siano stati fatti con bombe atomiche a fissione nel 2006, nel 2009 e nel 2013. Per non parlare delle centinaia di migliaia di persone, come denunciato più volte da Amnesty International e confermato di recente dall’Onu, che sono detenute in campi di prigionia politica e in altre strutture del Paese, senza aver commesso alcun reato.

Ecco perché, alla Camera, abbiamo approvato una mozione che impegna il Governo ad adoperarsi in tutte le sedi internazionali, in particolare l’Onu e l’Unione europea, al fine di bloccare la pericolosa escalation militare in una regione già resa fragile da dispute territoriali e con la contemporanea presenza di tre potenze nucleari come la Cina, La Russia e gli Stati Uniti. Inoltre, a evidenziare e condannare le violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Corea del Nord e a intervenire, per quanto di propria competenza, presso i pertinenti fori multilaterali cui l’Italia partecipa e a collaborare con i principali partner regionali asiatici, affinché possano cessare al più presto le gravi violazioni dei diritti umani, si possa mettere fine alle esecuzioni capitali e si possano chiudere i campi di prigionia e “rieducazione”.

 

Un impegno per i frontalieri

Come molti sanno, le province di Como e Varese, ma in parte anche Lecco e Sondrio, contano un numero sostenuto, oltre 60mila, di lavoratori frontalieri, cioè coloro che ogni giorno si recano al lavoro in Canton Ticino e nei Grigioni. Negli ultimi anni, però, soprattutto nella Svizzera italiana, è montata una campagna di vera e propria ostilità verso questi cittadini, al punto che il Governo di Bellinzona ha chiesto a quello di Berna di rivedere i patti che regolano i rapporti tra i due Paesi e che risalgono al 1974. Un nuovo accordo fiscale è stato già in parte approvato, ma crea non poche preoccupazioni nei frontalieri, anche perché il clima, in Canton Ticino, in particolare, non si è affatto stemperato.

Abbiamo, perciò, approvato una mozione che impegna il Governo a richiedere un chiarimento formale alla Confederazione elvetica in merito alle decisioni discriminatorie assunte dal Canton Ticino in contrasto con gli accordi di libera circolazione delle persone; a rivalutare l’accordo tra Italia e Svizzera in materia fiscale in relazione alla formulazione, da parte delle competenti autorità federali e cantonali svizzere, di specifiche assicurazioni formali tendenti ad escludere la validità e l’applicazione di qualsivoglia iniziativa discriminatoria e lesiva dell’accordo di libera circolazione delle persone intercorrente tra Unione europea e Confederazione elvetica nei confronti di cittadini italiani occupati o occupabili in Svizzera e di aziende italiane potenzialmente interessate al mercato elvetico, nonché alla rimozione di ogni forma di discriminazione sin qui messa in campo, compresa l’individuazione da parte dell a Svizzera di una soluzione euro-compatibile di adeguamento della propria legislazione al risultato del voto popolare sull’iniziativa del 9 febbraio 2014 (che vorrebbe reintrodurre il contingentamento delle entrate di cittadini); ad assumere iniziative per garantire, per quanto di competenza, che nel disegno di legge di ratifica si provveda ad assicurare ai comuni di frontiera l’equivalente dell’attuale ristorno delle imposte versate dai lavoratori frontalieri; ad assumere iniziative, anche in sede europea, tese a garantire il rispetto delle norme che regolamentano il riconoscimento delle qualifiche professionali in forza dell’accordo tra l’Unione europea e la Svizzera; ad assicurare che nel prosieguo del processo negoziale sia data adeguata attenzione alla specificità del comune di Campione d’Italia; ad assumere iniziative per prevedere che l’eventuale extra gettito derivante dall’entrata a regime del trattamento fiscale Irpef dei frontalieri venga destinato a potenziar e le infrastrutture nelle zone di confine.

 

Recente accordo sull’indicizzazione del prezzo del latte bovino

 

Lunedì 15 febbraio 2016 alle ore 20.45 in Via Verdi 9 a Vizzolo Predabissi (Mi) presso la Sala Consigliare del Comune vi invito ad una serata di aggiornamento relativa al “Recente accordo sull’indicizzazione del prezzo del latte bovino”.
In particolare la mia relazione approfondirà il processo per indicizzare il prezzo del latte e il rapporto con i costi di produzione.

 

Paolo Cova