News dal Parlamento

Famiglie e imprese al centro del Def

Questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato il Documento di economia e finanza 2016 che prevede una crescita del Pil pari all’1,2% e un indebitamento netto al 2,3% del Pil, con un progressivo miglioramento nei prossimi anni.

Il Def affronta la situazione economica del Paese e sta in equilibrio tra la capacità di guardare alla situazione reale e alle difficoltà presenti. Il documento evidenzia bene che la situazione è complicata, ma ci dice anche che l’Italia cresce, pur in presenza di questo contesto internazionale non facile. E le incertezze sono legate al quadro geopolitico, in primis alle vicende terroristiche. Tuttavia, dopo lunghi anni di recessione, la crescita ha innescato il suo processo, che è chiaramente legato alle scelte fatte da questo Governo, alle riforme, ad esempio. Innanzitutto il Pil, pur ridimensionato, ha un segno positivo, poi c’è un intervento sulla pressione fiscale, inoltre è in atto un processo lento di riduzione del debito. E la politica di crescita è basata su investimenti e consumi.

Contestualmente al Def, è stata approvata una risoluzione che impegna il Governo a conseguire i saldi programmatici di finanza pubblica in termini di indebitamento netto rispetto al Pil; a dare piena attuazione ai contenuti del Programma nazionale di riforma, al fine di conseguire gli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità; a predisporre gli interventi necessari a far risalire il rapporto tra investimenti e Pil; a proseguire l’azione di rilancio del Mezzogiorno; a promuovere la contrattazione decentrata; a promuovere politiche fiscali orientate alla famiglia e misure di sostegno alla natalità; a rafforzare le misure in favore della ricerca; a promuovere l’eccellenza e il merito, sostenendo gli atenei e i programmi di ricerca innovativi in grado di attrarre un sempre maggior numero di ricercatori italiani e stranieri di qualità; a individuare misure per favorire la transizio ne verso una manifattura sempre più digitalizzata e interconnessa, un’economia circolare e la sostenibilità ambientale, attraverso l’utilizzo più efficiente delle risorse e lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili; a promuovere ulteriori interventi per la crescita, la concorrenza e la competitività delle imprese; a proseguire nell’azione di rafforzamento del sistema bancario; a procedere nell’azione di riforma del sistema tributario; ad assicurare che l’azione di spending review in ambito sanitario sia condotta attraverso recuperi di efficienza senza riduzione dei servizi.

 

Europa di crescita, immigrazione e diritti

E tra i provvedimenti importanti e necessari approvati questa settimana, alla Camera, ci sono anche la Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2015 e la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2015.

Ricordo, brevemente, di cosa si tratta. L’articolo 29 della legge n. 234 del 2012, che ha operato una riforma organica delle norme che regolano la partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, stabilisce che, con cadenza annuale, il Governo predisponga un disegno di legge contenente le deleghe necessarie per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea. Per l’anno 2015 la legge contiene le disposizioni di delega necessarie per l’adozione delle direttive dell’Unione europea stabilite ufficialmente per tutti gli Stati aderenti e riguardano tutti gli ambiti delle nostre azioni.

Nella Relazione programmatica 2015, invece, il Governo aveva tratteggiato un’ampia panoramica delle attività e delle priorità che il nostro Paese intendeva perseguire in Europa nei successivi 12 mesi. Emergeva con chiarezza un doppio filo conduttore: da un lato, la volontà del Governo di rilanciare i processi europei, stimolando un approccio più politico da parte delle istituzioni di Bruxelles; dall’altro, la determinazione nel perseguire obiettivi ambiziosi, per consentire all’Europa di recuperare slancio e capacità di iniziativa.

A un anno di distanza, ci è stato tratteggiato un bilancio positivo per l’azione di governo, ma in chiaroscuro per lo stato dell’Unione. Perché se è vero che nel corso del 2015 abbiamo centrato una serie di importanti risultati, è anche vero che molto resta da fare per assicurare quel nuovo inizio, quel cambio di marcia auspicato tanto dalla Presidenza italiana dell’Unione nel 2014 quanto dalla Commissione Juncker.

Tre ambiti su tutti è bene sottolineare: crescita, immigrazione e diritti fondamentali. Non c’è dubbio che, anche grazie alla forte spinta italiana, l’Europa abbia cominciato nel corso del 2015, a porre davvero la crescita al centro delle sue priorità. Nella seconda parte dell’anno, però, si è avuto l’impressione di una progressiva perdita di velocità.

Lo stesso percorso è stato seguito sulla crisi migratoria. Il Governo italiano ha avuto un ruolo centrale nel ridefinire le politiche europee in quest’ambito. Gli ultimi mesi del 2015 hanno però fatto emergere una serie di difficoltà di attuazione e in alcuni casi delle divergenze fra Stati membri, che dimostrano come la strada da percorrere sia ancora lunga.

Infine, e più in generale, gli eventi del 2015 hanno evidenziato ancora di più la necessità di un rilancio europeo che parta dai valori fondamentali comuni, che tuteli lo Stato di diritto anche all’interno dell’Unione e che promuova una nuova politica dei diritti e delle libertà fondamentali, utilizzando pienamente tutti gli strumenti politici e giuridici a disposizione dell’Unione.

 

Giudici di pace: via alla riforma

Via libera definitiva, inoltre, anche alla Delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace, che riguarda le principali figure di magistrato onorario, ovvero i giudici di pace, i giudici onorari di tribunale e i vice procuratori onorari.

Le principali novità sono l’introduzione di uno statuto unico della magistratura onoraria in ordine alle modalità di accesso, alla formazione e al tirocinio, alla durata e decadenza dell’incarico, alla revoca e alla dispensa dal servizio, alle incompatibilità, ai trasferimenti, alla responsabilità disciplinare, alla disciplina delle indennità; la riorganizzazione dell’ufficio del giudice di pace, posto sotto il coordinamento del presidente del tribunale; l’unificazione della magistratura giudicante onoraria mediante il superamento della distinzione tra giudice di pace e Got (giudici onorari di tribunale) e l’istituzione del giudice onorario di pace (Gop); l’istituzione di una specifica struttura organizzativa dei Vpo (vice procuratori onorari) presso le Procure; la rideterminazione del ruolo e delle competenze dei magistrati onorari (in particolare, l’utilizzo, a regime, de i giudici onorari di pace nell’ufficio del processo presso i tribunali ordinari nonché, in limitate ipotesi, come componenti del collegio; l’aumento delle competenze, soprattutto civili, dell’ufficio del giudice di pace).

Niente casa ai violenti

 

Ho aderito a una proposta di legge in materia di decadenza dall’assegnazione dell’alloggio di edilizia residenziale pubblica per gli autori di delitti di violenza domestica. Una proposta seria e importante e rivolta a “penalizzare” chi risulti condannato, anche in via non definitiva, per taluni delitti commessi all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner.

Le ragioni risiedono, come le cronache testimoniano e le vicende giudiziarie comprovano, nell’esigenza di rafforzare quel nucleo primigenio di misure urgenti volte a inasprire, per finalità dissuasive, il trattamento punitivo degli autori di atti di violenza contro le donne e ogni altra vittima di violenza domestica, nonché a introdurre misure di prevenzione finalizzate alla anticipata tutela delle vittime potenziali di queste condotte.

L’iniziativa è volta a evitare che di un alloggio di proprietà pubblica possa farsi un uso contrario alla legge destinando l’immobile a scopi illeciti, consistenti nel compimento di condotte reiterate, abituali, ai danni di persone e connotate da violenza, umiliazione, minaccia e sopraffazione fisica e morale, sovvertendone in questo modo la natura, tramutandolo sostanzialmente in un luogo di reclusione ove infierire a danno dei conviventi.

Paolo Cova

 

Il Sicomoro

Carissime e carissimi,

in questo numero del Sicomoro trovate articoli sul Referendum, Europa, testimonianza di valori e povertà a Milano, natalità e riproposta del tema del cibo come continuità con Expo. Oltre ad un mio articola su doping e antidoping.

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Puoi trovare i singoli articoli anche sulla pagine www.noifuturoprossimo.it

Ciao Paolo Cova

News dal Parlamento

25 aprile

La Ricorrenza del 25 aprile è il momento per ricordare ad ognuno di noi che la Libertà è un bene prezioso che vive nel rispetto per ogni persona.

 

L’acqua: il primo dei diritti

Nuovi Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque sono stati approvati questa settimana alla Camera. L’obiettivo che ci siamo posti è quello dell’acqua bene comune e diritto universale. Ma anche di buona qualità, erogata senza interruzioni e a un costo sostenibile. Il provvedimento passa ora al Senato per l’approvazione definitiva.

Cosa è cambiato, dunque, dopo la proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 e il referendum del 2011? Ora, abbiamo dato il via libera alla legge che definisce i princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque riportando il tema all’interno dell’ordinamento europeo. Cuore della legge è, appunto, la definizione dell’acqua come bene naturale e diritto umano universale e in quanto tale il diritto all’acqua potabile di qualità e ai servizi igienico-sanitari deve essere garantito senza interruzioni; l’acqua è un bene comune e tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili; l’acqua costituisce una risorsa che è salvaguardata e utilizzata secondo criteri di efficienza e solidarietà, responsabilità e sostenibilità; l’erogazione giornaliera per l’alimentazione e l’igiene umana, in quanto diritto umano universale, si basa sul quantitativo minimo vitale gratuito di 50 litri giornalieri che viene garantito anche in caso di morosità; l’uso dell’acqua per il consumo umano è prioritario rispetto all’uso per l’agricoltura e per l’alimentazione animale; per tutti gli altri usi è favorito l’impiego dell’acqua di recupero.

Il servizio idrico integrato può essere affidato anche in via diretta a favore di società interamente pubbliche in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europeo e, per quanto riguarda il finanziamento del servizio, le norme stabiliscono che sia finanziato dalla tariffa del servizio stesso, dalle risorse nazionali nonché dalle risorse europee destinate alla realizzazione delle opere necessarie ad assicurare i livelli essenziali su tutto il territorio nazionale.

 

Casa Gramsci monumento nazionale

Questa settimana, alla Camera, abbiamo anche votato e approvato la Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza. Perché questa scelta? Come molti altri monumenti italiani, la Casa Gramsci è un luogo di memoria, di storia, nel quale le vicende personali ed esistenziali di Antonio Gramsci si intrecciano, negli anni della sua formazione, con quelli della storia dell’Italia. L’idea era che il Parlamento dovesse al Paese la memoria storica di Gramsci, e lo dovesse a lui, deputato sardo ingiustamente arrestato dai fascisti, in palese violazione dell’immunità parlamentare prevista dallo Statuto Albertino.

La casa di Gramsci a Ghilarza, in provincia di Oristano, è il luogo dove ebbe inizio la vicenda esistenziale del politico comunista che restò fortemente legato alla sua terra. Quella casa custodisce parti importanti della storia gramsciana, di quell’intellettuale che, nonostante le fatiche, le privazioni e la barbarie del carcere, continuò ad offrire il suo punto di vista sulla società contemporanea.

Oltre tutto, oggi, quella casa è da tempo adibita a museo e a centro di documentazione e ricerca. Dunque, per le istituzioni repubblicane quel luogo ha un valore importante perché è parte costitutiva dell’identità italiana, dove il passato si fa presente e futuro, la memoria e la cittadinanza consapevole si intrecciano e camminano insieme, per usare le parole delle colleghe e dei colleghi che sono intervenuti durante il dibattito.

 

La bellezza di Luca

Sabato 30 aprile 2016, alle 17, nell’auditorium comunale di Montevarchi (Arezzo), parteciperò a un incontro-dibattito particolare. Verrà, infatti, presentato il libro del mio caro amico e compagno di maratone Luca Panichi, dal titolo emblematico: “La bellezza del mio cancro”.

Saremo presenti in tanti, non solo autorità del luogo, ma anche rappresentanti delle associazioni sportive e medici oncologi. Tutti uniti attorno a Luca e alla forza che ha nell’affrontare le asperità della vita.

 

P.A.N.E. Parco Agricolo Nord Est

Sabato 30 aprile 2016 alle ore 9.00, a Vimercate, partecipo e intervengo al Convegno organizzato dal Parco Agricolo Nord Est dove si parla del nuovo parco nato dalla fusione di tre Plis. Una occasione per parlare di agricoltura e ambiente e cultura.

 

 

Paolo Cova

il Sicomoro

Carissime e carissimi,

in questo numero del Sicomoro sono trattate problematiche di attualità riguardanti corruzione, unioni civili, adozione, Europa, impegno di cattolici nella scadenza amministrativa, città metropolitana; si segnala inoltre un volume che studia la modalità di comunicazione di Matteo Renzi.

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News dal Parlamento

È tempo di riforma

La notizia della settimana, per quanto riguarda i lavori della Camera, la sapete tutti: con 361 voti a favore, 7 contrari e 2 astenuti, abbiamo approvato le Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione.

Riassumo qui i passi salienti del più importante provvedimento di questa legislatura, che ora dovrà passare il vaglio del referendum confermativo previsto per ottobre. La vera novità è la composizione del nuovo Senato della Repubblica che ora si comporrà di 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e di 5 senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica. I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono con metodo proporzionale i senatori fra i propri componenti (74) e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori (21). Ad ogni Regione è assegnato un numero di rappresentanti proporzionale alla propria popolazione, che non può essere inferiore a due. L’elezione del Senato avviene in conformità con le scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasion e delle elezioni regionali.

La sola Camera dei Deputati, essendo eletta direttamente dal corpo elettorale, rappresenta la Nazione e partecipa alla determinazione dell’indirizzo politico, accordando e revocando la fiducia al Governo. Sono di esclusiva competenza della Camera dei deputati la deliberazione dello stato di guerra a maggioranza assoluta dei componenti del collegio; l’approvazione delle leggi di amnistia e indulto a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti; l’autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali di natura politica, o che prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi; l’autorizzazione a sottoporre il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri alla giurisdizione ordinaria per i reati commessi nell’esercizio delle funzioni. La sola Camera dei deputati può essere sciolta dal Presidente della Repubblica.

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune (che non è più integrato dai delegati regionali): per l’elezione è richiesta la maggioranza dei due terzi del collegio nei primi tre scrutini, quella dei tre quinti del collegio dal quarto al sesto scrutinio e la maggioranza dei tre quinti dei votanti (non più la maggioranza assoluta) dal settimo scrutinio in avanti.

Le Province cessano di essere un’articolazione territoriale della Repubblica ed è abrogato ogni riferimento ad esse dal testo della Costituzione. È riformato l’istituto del regionalismo differenziato. Le Regioni ordinarie che abbiano un bilancio in equilibrio tra entrate e spese possono chiedere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in alcune delle materie di legislazione esclusiva dello Stato, ovvero l’organizzazione della giustizia di pace; le disposizioni generali e comuni per le politiche sociali; le disposizioni generali e comuni in materia di istruzione, ordinamento scolastico, istruzione universitaria e programmazione strategica della ricerca scientifica e tecnologica; le politiche attive del lavoro, istruzione e formazione professionale; il commercio con l’estero; la tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, ambiente ed ecosistema, ordinamento sportivo; le disposiz ioni generali e comuni sulle attività culturali e sul turismo; il governo del territorio.

Polfer a Rogoredo: subito dal Ministro

La riapertura del posto di Polizia ferroviaria nella stazione di Milano Rogoredo è stata al centro di un incontro che ho avuto, sabato mattina, con la dirigente del comparto regionale della Polfer. Come ricorderete, avevo già presentato l’anno scorso un’interrogazione al Ministro dell’Interno Angelino Alfano, il quale mi aveva risposto che la questione, ovviamente legata al tema della sicurezza nella stazione, era seguita con attenzione e che, nell’ambito del progetto di riordino della ‘specialità’, si prevedeva l’apertura dell’ufficio a Rogoredo, con propria dotazione e mezzi.

L’incontro con la dirigente è stato molto costruttivo e mi ha permesso di avere un quadro chiaro della presenza e dell’attività della Polfer in Lombardia. Ma soprattutto con lei ci siamo confrontati sulla possibilità della riapertura dell’ufficio di Rogoredo, anche appunto in base alla situazione attuale del servizio e alla disponibilità di personale. Parto, infatti, dal principio che dentro una stazione come quella di Rogoredo non basta certo un’unità per risolvere le questioni che si sono venute a creare in questi anni.

Perciò, già dalla prossima settimana mi attiverò presso il Ministero dell’Interno per capire la tempistica, oltre che la reale possibilità di riaprire un ufficio adeguatamente fornito di uomini e mezzi. Cercherò queste ulteriori risposte, in modo da mettere un punto fermo alla vicenda nel giro di un paio di mesi.

La bellezza di Luca

Sabato 30 aprile 2016, alle 17, nell’auditorium comunale di Montevarchi (Arezzo), parteciperò a un incontro-dibattito particolare. Verrà, infatti, presentato il libro del mio caro amico e compagno di maratone Luca Panichi, dal titolo emblematico: “La bellezza del mio cancro”.

Saremo presenti in tanti, non solo autorità del luogo, ma anche rappresentanti delle associazioni sportive e medici oncologi. Tutti uniti attorno a Luca e alla forza che ha nell’affrontare le asperità della vita.

P.A.N.E. Parco Agricolo Nord Est

Sabato 30 aprile 2016 alle ore 9.00, a Vimercate, partecipo e intervengo al Convegno organizzato dal Parco Agricolo Nord Est dove si parla del nuovo parco nato dalla fusione di tre Plis. Una occasione per parlare di agricoltura e ambiente e cultura.

Paolo Cova

Dopo l’incontro con la dirigente, prossima settimana dal Ministro dell’Interno per l’ufficio Polfer di Rogoredo

La riapertura del posto di Polizia ferroviaria nella stazione di Milano Rogoredo è stata al centro di un incontro che nella mattinata di oggi, sabato 16 aprile 2016, l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, ha avuto con la dirigente ​del comparto ​regionale della Polfer. Cova aveva presentato già l’anno scorso un’interrogazione al Ministro dell’Interno Angelino Alfano, “il quale aveva risposto che la questione, ovviamente legata al tema della sicurezza nella stazione, è seguita con attenzione e che, nell’ambito del progetto di riordino della ‘specialità’, si prevede l’apertura dell’ufficio a Rogoredo, con propria dotazione e mezzi”, ricorda lo stesso parlamentare.

Oggi l’incontrocon la dirigente è stato “molto costruttivo e mi ha permesso di avere un quadro chiaro della presenza e dell’attività della Polfer in Lombardia – prosegue Cova –. Ma soprattutto ci siamo confrontati sulla possibilità della riapertura dell’ufficio di Rogoredo, anche appunto in base alla situazione attuale del servizio e alla disponibilità di personale. Parto, infatti, dal principio che dentro una stazione come quella di Rogoredo non basta certo un’unità per risolvere le questioni che si sono venute a creare in questi anni”.

Ecco perché Cova ha deciso, sulla base della risposta ottenuta dal Governo a fine dicembre​ e dal confronto odierno​, di attivarsi già dalla prossima settimana “presso il Ministero dell’Interno e capire la tempistica, oltre che la reale possibilità di riaprire un ufficio adeguatamente fornito di uomini e mezzi. Cercherò queste ulteriori risposte, in modo da mettere un punto fermo alla vicenda nel giro di un paio di mesi”.

Roma, 16aprile 2015

News dal Parlamento

Verità per Regeni

Il Ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni è venuto in settimana a informarci alla Camera sugli sviluppi del caso Regeni. Per come si sono messe le cose ora, però, sappiamo tutti che la posizione è già superata con il rientro del nostro ambasciatore dall’Egitto.

Tuttavia, voglio ricordare alcuni passaggi dell’intervento di Gentiloni per vedere se riescono a fare un minimo di chiarezza. Il Ministro ha ricordato che è stata troncata la giovane vita di un ragazzo italiano esemplare, laureato a Cambridge, ricercatore all’American University de Il Cairo, uno dei tanti giovani italiani che studiano o lavorano nel mondo. Ha ricordato, poi, che siamo rimasti colpiti per il modo in cui il giovane è stato atrocemente torturato e ucciso. Altro aspetto umanamente importante è la lezione di compostezza e di dignità che hanno dato i suoi genitori, un esempio, ha detto Gentiloni, per l’intero Paese.

Ma ecco la storia. Giulio Regeni scomparve la sera del 25 gennaio a Il Cairo. Il nostro ambasciatore si mobilitò nelle ore immediatamente successive avendo colloqui anche con la Consigliera nazionale per la sicurezza del presidente Al-Sisi. Gentiloni stesso parlò con il suo collega Sameh Shoukry, Ministro degli Esteri, sollecitando il suo intervento per fare quanto possibile per capire le ragioni di questa scomparsa. Purtroppo, il corpo, fu poi ritrovato il 3 febbraio e immediatamente venne chiesta dall’Italia la possibilità che i nostri investigatori partecipassero alle indagini. Assenso dell’Egitto all’invio di nostri investigatori a Il Cairo arrivato il giorno dopo.

Gentiloni ci ha tenuto anche a dire che il fatto che l’Egitto sia un Paese chiave della regione e che sia certamente un nostro alleato molto importante nella lotta contro il terrorismo, non deve essere considerato e non è stato considerato come un ostacolo alla ricerca della verità. Eppure, dopo una prima fase di informativa sulle indagini in corso, la collaborazione tra il nostro team investigativo e le autorità egiziane si è rivelata, con il passare del tempo, generica e insufficiente.

Qual è il punto, ora, per il Ministro? Acquisire la documentazione mancante; evitare di accreditare in qualsiasi modo verità distorte o di comodo; accertare chi fossero i responsabili della probabile messa sotto osservazione di Giulio Regeni nel periodo precedente alla sua scomparsa; accettare l’idea che l’attività investigativa possa vedere un ruolo più attivo degli investigatori italiani in Egitto. La ragione di Stato, ha concluso Gentiloni, ci impone innanzitutto di difendere fino in fondo e nei confronti di chiunque la memoria di Giulio Regeni. E per ragione di Stato l’Italia non si rassegnerà all’oblio su questa vicenda e non consentirà che venga calpestata la sua dignità.

 

Fibrosi polmonare tra le malattie rare

Si stima che in Europa il numero di soggetti affetti da malattie rare sia compreso tra i 25 e i 30 milioni. Tra le numerosissime malattie rare è annoverata la fibrosi polmonare idiopatica, patologia cronica, progressiva e irreversibile a esito infausto, che determina la formazione di tessuto fibrotico-cicatriziale a livello polmonare con conseguente declino della sua funzionalità. In Italia la fibrosi polmonare idiopatica non è ancora riconosciuta a livello nazionale come malattia rara: solo le autorità sanitarie di Piemonte e Toscana l’hanno inserita tra queste e hanno identificato un codice di esenzione che permette l’accesso gratuito a tutte le prestazioni diagnostiche, gli esami di controllo, le terapie e i supporti socioassistenziali.

Per questo, in settimana, alla Camera, abbiamo approvato una mozione volta al riconoscimento della fibrosi polmonare idiopatica come malattia rara e a garantire una più efficace e omogenea assistenza sanitaria. Il testo impegna il Governo ad assumere, per quanto di propria competenza e ferme restando le attribuzioni esclusive delle regioni in materia sanitaria, tutte le iniziative necessarie volte al riconoscimento della fibrosi polmonare idiopatica come malattia rara e a prevedere omogenei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale; ad adottare le necessarie determinazioni volte a superare le note disomogeneità regionali e ad assicurare, indipendentemente dall’età del paziente, l’accesso a carico del servizio sanitario nazionale di tutti i trattamenti di diagnosi e cura sia in termini clinici, che di affiancamento psicologico; a prevedere iniziative volte a favorire il supporto e la formazione del personale sanitario; a promuovere campagne informative e l’integrazione dei centri di riferimento italiani nelle reti europee delle malattie; ad attivarsi per promuovere azioni di monitoraggio sull’effettiva operatività dei centri di riferimento regionale per le malattie rare, nonché a prevedere dei censimenti aggiornati circa l’incidenza e la mortalità della patologia.

 

Canone, servono chiarimenti

Sul nuovo sistema di riscossione del canone Rai se ne sono sentite di tutti i colori. Per questo alla Camera abbiamo approvato una mozione su presupposti e modalità di riscossione del canone di abbonamento per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive. L’atto impegna il Governo ad adottare con la massima sollecitudine il decreto interministeriale attuativo del nuovo regime di pagamento del canone Rai, chiarendo i punti sinora rimasti incerti e sui quali si stanno montando campagne allarmistiche e di disinformazione; ad assumere iniziative per chiarire ai cittadini che il canone è dovuto per il possesso di un apparecchio tv in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente o tramite uno strumento esterno; a valutare la possibilità per i prossimi anni di assumere iniziative normative volte a considerare a favore dei cittadini italiani resid enti permanentemente all’estero ed iscritti all’Aire l’esenzione o la riduzione del canone Rai sugli immobili da essi posseduti in Italia; a valutare l’opportunità di differire, in prima applicazione, i termini di presentazione della dichiarazione di non detenzione degli apparecchi televisivi; a informare periodicamente il Parlamento sull’andamento del nuovo sistema di applicazione ed esazione del canone radio-televisivo, in particolare con riferimento agli effetti sul contrasto del fenomeno dell’evasione del medesimo e alle procedure di condivisione delle diverse banche dati, nel rispetto del diritto alla privacy degli utenti.

 

Somalia, per me è “no”

Altra serie di ratifiche, questa settimana. Abbiamo, dunque, discusso e approvato i disegni di legge di Ratifica ed esecuzione del Trattato di estradizione e del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013. Abbiamo votato, poi, la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l’8 febbraio 2011 e la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di cooperazione in materia di difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 settembre 2012.

Discorso a parte merita l’approvazione della Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo federale della Repubblica di Somalia in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 settembre 2013. E qui mi sono distinto dal resto del Gruppo. Prima, infatti, ho sostenuto e votato a favore del rinvio della ratifica a novembre, quando anche l’Onu avrebbe fatto alcune valutazioni in merito. Poi, visto che non è stato accolto il rinvio, ho votato in dissenso contro la ratifica, perché ritengo che questo accordo vada a ufficializzare uno Stato che non ha il rispetto dei diritti umani, in particolare verso i bambini e i ragazzini, usati senza ritegno nelle guerre. Ma anche perché si tratta di uno Stato che fa triangolazione di armi per altri Paesi non a norma. Non ero l’unico a pensarla così, ma un numero esiguo di colleghi ha preferito uscire dall’Aula al momento del voto. Personalmente ho ritenuto, invece, importante restare e votare in dissenso, perché su questi temi non si deroga.

 

Referendum sulle Trivelle

Domenica 17 aprile è indetto il referendum che chiede ai cittadini se consentire agli impianti che stanno recuperando gas e petrolio entro le 12 miglia marine di completare l’estrazione fino ad esaurimento o interromperlo al termine della concessione.

Personalmente andrò a votare, il voto è sempre un diritto anche se per i referendum può essere inteso come un voto, e voterò NO.

Essendo impianti già attivi da decenni, ritengo che debbano finire la propria opera di estrazione.

 

News dal Parlamento

Una Pace Possibile

Giovedì 14 aprile 2016 alle ore 21.00 parliamo delle Proposte di legge sui Corpi Civili di Pace e di interventi non armati con l’On. Giorgio Zanin, l’On. Simona Malpezzi e il sottoscritto a Carugate presso il Circolo Matteotti in via Garibaldi.

Tracciabile, cioè non replicabile
Alla Camera abbiamo approvato il testo unificato delle proposte di legge sulle disposizioni per l’introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti, finalizzato alla tutela del consumatore e contro la contraffazione. Dopo l’ok in prima lettura – nessuno voto contrario –, ora il testo passa al Senato.
Il provvedimento è volto a migliorare l’accesso alle informazioni che consentono la tracciabilità dei prodotti, al fine di promuovere il diritto all’informazione dei consumatori e a tutelarne gli interessi. Le finalità della proposta di legge sono anche quelle di promuovere e incentivare i produttori che volontariamente si dotino di tecnologia per la tracciabilità dei propri prodotti.
La premessa di questa decisione sta nel fatto che in Italia si parla di perdita di vendite dovuta alla contraffazione di prodotto per circa 5 miliardi, con una sottrazione di almeno 80mila posti di lavoro. La contraffazione riguarda capi di alta moda, la piccola pelletteria, la calzatura, il vino, i farmaci, l’occhialeria, i ricambi d’auto, gioielli e bigiotteria, parti meccaniche, valvole e così via.
Vengono, così, introdotte nuove modalità di etichettatura dei prodotti, che ne garantiscano la tracciabilità e offrano informazioni estese ai consumatori. Queste informazioni saranno collegate a un codice identificativo non replicabile, ottimizzato per le applicazioni per smartphone e tablet, che conterrà riferimenti, riscontrabili anche per via telematica, ai dati del produttore, dell’ente certificatore della filiera del prodotto, dei distributori.
Il sistema di tracciabilità presenterà tre peculiarità: consentirà a tutti i cittadini un’informazione puntuale, trasparente e dettagliata sui prodotti; eviterà contraffazioni e frodi; permetterà alle imprese di garantire la qualità dei prodotti e dei materiali attraverso un sistema in grado di promuoverne la diffusione sui mercati globali.

Unione europea avanti tutta
E questa settimana abbiamo anche votato e approvato la relazione e la risoluzione relative al lavoro svolto dalla Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea riferita all’anno 2016, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2016 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell’Unione europea.
In sostanza, l’anniversario della stipula dei Trattati di Roma, che cadrà il prossimo anno, offrirà l’opportunità di verificare l’idoneità dell’attuale assetto dell’Unione europea e delle sue politiche a rispondere adeguatamente alle sfide e ai problemi che l’Europa è chiamata ad affrontare, in particolar modo in un momento difficile come questo.
Per quanto riguarda l’Italia la scelta delle priorità ci appare pienamente condivisibile: l’Agenda per la migrazione; l’avvio del piano per la ripresa degli investimenti; l’Unione per l’energia; il completamento dell’Unione bancaria e l’avvio di una discussione sulla flessibilità.
E se la Relazione programmatica attribuisce importanza primaria alla sfida della piena adesione al progetto europeo, che deve tornare ad essere percepito dai cittadini come utile, efficace e a loro vicino, con la risoluzione sono stati fissati i punti su cui l’Italia deve soffermarsi per essere protagonista attiva nella ridefinizione del progetto politico europeo, a partire dallo sviluppo delle politiche di occupazione e integrazione.
A conferma di ciò, la risoluzione impegna il Governo, come primo punto, a consolidare il proprio ruolo nel percorso di rilancio dell’integrazione politica europea, che sola può offrire una risposta ai problemi globali che l’Europa è chiamata a fronteggiare.

Olio sotto controllo
Abbiamo approvato un’altra importante relazione, ovvero quella sulla contraffazione nel settore dell’olio di oliva, già passata al vaglio della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo. La risoluzione che l’accompagna ha impegnato il Governo su alcuni precisi punti, ovvero a operare per il miglioramento dei controlli sulla produzione dell’olio extravergine, al fine di garantire il rispetto dei disciplinari di produzione e la salvaguardia delle caratteristiche organolettiche; promuovere iniziative per la definizione in sede pubblica di metodi per la certificazione su basi scientifiche delle caratteristiche organolettiche del prodotto e l’origine geografica; introdurre anche per l’olio il sistema di certificazione della merce e del trasporto oggi adottato per il vino; introdurre un registro ufficiale delle rese produttive dell’olivo; monitorare il profilo del deposito delle partite di olio nel corso dell’anno.

L’Isee va rivisto
Come sapete, in Italia l’erogazione di molti interventi e servizi sociali è connessa alla situazione economica del nucleo familiare del richiedente, ponderata attraverso l’indicatore della situazione economica equivalente, meglio conosciuto come Isee, istituito dal decreto legislativo del 1998, quale prova dei mezzi per l’accesso alle prestazioni agevolate. Nel 2011 l’Isee è stato riformato, ma come strumento presenta ancora delle difficoltà.
Per questo, alla Camera, abbiamo votato una mozione, concernente le iniziative in relazione alla revisione dell’Isee, che impegna il Governo a dare attuazione a una sentenza del Consiglio di Stato in riferimento ai nuclei con persone con disabilità, ponendo così fine alla situazione di incertezza applicativa e operativa che di fatto lede i diritti dei cittadini a ricevere le prestazioni di cui hanno diritto; a mantenere l’Isee quale strumento utile a contribuire a determinare chi ha diritto di accedere a prestazioni di sostegno al reddito o a determinare l’eventuale compartecipazione alle rette per servizi pubblici, ma predisponendone la revisione e la semplificazione, tenendo conto di quanto emerso dalle esperienze fatte e in collaborazione con i Comuni e le Regioni; a valutare la necessità di intervenire con urgenza e con le opportune iniziative normative per evitare che si generi una situazione di incertezza normativa con conseguenze potenzialmente dannose per i nuclei più fragili.

Ok agli accordi sull’ambiente
Altra serie di ratifiche di accordi, questa settimana. Abbiamo perciò discusso e approvato la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell’Uruguay riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 26 agosto 2014 e già approvato dal Senato; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Monaco sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo, fatto a Monaco il 2 marzo 2015; la Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Santa Sede in materia fiscale, fatta nella Città del Vaticano il 1° aprile 2015; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato del Liechtenstein sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo e Protocollo Aggiuntivo, fatto a Roma il 26 febbraio 2015; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo quadro globale di partenariato e cooperazione tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall’altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2012.
Inoltre, abbiamo ratificato i seguenti accordi in materia ambientale: Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Doha l’8 dicembre 2012; Accordo tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l’Islanda, dall’altra, per quanto concerne la partecipazione dell’Islanda all’adempimento congiunto degli impegni dell’Unione europea, dei suoi Stati membri e dell’Islanda per il secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Bruxelles il 1 aprile 2015; Protocollo relativo alla cooperazione in materia di prevenzione dell’inquinamento provocato dalle navi e, in caso di situazione critica, di lotta contro l’inquinamento del Mare Mediterraneo, fatto alla Valletta il 25 gennaio 2002; Decisione II/14 recante emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Sofia il 27 febbraio 2001; Decisione III/7 recante il secondo emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Cavtat il 1° – 4 giugno 2004; Protocollo sulla valutazione ambientale strategica alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, fatto a Kiev il 21 maggio 2003.

Pubblicità o verità?
Mi è capitato di imbattermi in un’immagine piuttosto eloquente: sulla cisterna per il trasporto del latte di un camion appartenente a un’azienda trasformatrice, ho visto campeggiare la scritta “latte 100% italiano” e, se il messaggio non fosse stato abbastanza chiaro, “Genuinità italiane”. E questa forma di pubblicità mi ha indotto a presentare un’interrogazione.
Perché? Se il Governo e il Ministro della Politiche agricole hanno sempre messo in atto interventi di politiche a tutela dei prodotti italiani e della tracciabilità dei nostri prodotti agroalimentari, è anche vero che l’Italia importa quasi il 60% del latte che trasforma in prodotti lattiero caseari, ma comunque resta la prima nazione al mondo per il numero di prodotti Dop e Igp nel settore lattiero caseario, prodotti tipici riconosciuti a livello mondiale per la propria qualità. Abbiamo sempre detto, poi, che il consumatore deve essere informato con una etichettatura facilmente comprensibile sull’origine del latte e la sua zona di provenienza. Di conseguenza, la pubblicità che viene operata dalle industrie di trasformazione dovrebbe essere improntata alla trasparenza e alla corretta informazione del consumatore.
Per questo nell’interrogazione ho chiesto di sapere se l’azienda di trasformazione lattiero casearia in questione usa solo latte italiano in tutti i propri impianti per poter scrivere sulla propria pubblicità 100% latte italiano e se tutti i prodotti lattiero caseari trasformati da questa azienda sono fatti con il solo latte italiano. Eventualmente se provengono da impianti esteri e poi importati in Italia con lo stesso marchio italiano. E, in modo più diretto, ho chiesto anche se l’azienda di trasformazione in oggetto acquista latte estero, cagliate estere o latte ricostituito estero e se il consumatore non è stato eventualmente tratto in inganno da questa pubblicità.

“Latte italiano al 100%: attenzione alle pubblicità di certe aziende di trasformazione”

L’immagine è eloquente: sulla cisterna per il trasporto del latte dell’azienda trasformatrice campeggia la scritta “latte 100% italiano” e, se il messaggio non fosse chiaro, “Genuinità italiane”. Ma all’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, sorge più di qualche dubbio su quelle affermazioni, tanto da indurlo a presentare un’interrogazione.

“Il Governo e il Ministro della Politiche agricole hanno sempre messo in atto interventi di politiche a tutela dei prodotti italiani e della tracciabilità dei nostri prodotti agroalimentari – ricorda Cova –. L’Italia importa quasi il 60% del latte che trasforma in prodotti lattiero caseari, ma comunque resta la prima nazione al mondo per il numero di prodotti Dop e Igp nel settore lattiero caseario, prodotti tipici riconosciuti a livello mondiale per la propria qualità. E il consumatore deve essere informato con una etichettatura facilmente comprensibile sull’origine del latte e la sua zona di provenienza”.

Di conseguenza, “la pubblicità che viene operata dalle industrie di trasformazione dovrebbe essere improntata alla trasparenza e alla corretta informazione del consumatore”.

Per questo Cova chiede di sapere “se l’azienda di trasformazione lattiero casearia in questione usa solo latte italiano in tutti i propri impianti per poter scrivere sulla propria pubblicità 100% latte italiano e se tutti i prodotti lattiero caseari trasformati da questa azienda sono fatti con il solo latte italiano. Eventualmente se provengono da impianti esteri e poi importati in Italia con lo stesso marchio italiano”. E in modo più diretto chiede di sapere “se l’azienda di trasformazione in oggetto acquista latte estero, cagliate estere o latte ricostituito estero e se il consumatore non è stato eventualmente tratto in inganno da questa pubblicità”.

Roma, 30 marzo 2016

La mia anagrafe degli eletti

Carissime e carissimi,

mi sembra importante mantenervi aggiornati sulla mia rendicontazione di quanto ho fatto nel corso del 2015 e anche le retribuzioni che ho ricevuto come Deputato. Riconosco il limite di questa email che non riesce a spiegare tutto, ma resto sempre a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti e poi ci sono le iniziative sul territorio per un contatto personale.

ATTIVITA’ ALLA CAMERA DEI DEPUTATI NEL 2015

  • Ho sottoscritto 13 Proposte di Legge presentate da colleghi deputati, ho sottoscritto una Proposta di modifica del Regolamento della Camera.
  • Sono stato primo firmatario di due Interpellanze Urgenti sul tema del “Doping e Sistema Antidoping” discusse in Aula.
  • Sono stato primo firmatario di otto interrogazioni a risposta scritta ed una interrogazione a risposta in Commissione. Ho presentato una Risoluzione in Commissione Affari Sociali e Cultura Istruzione , sempre su Agenzia Terza Antidoping, ma non essendo membro di tale commissione non potevo essere primo firmatario.
  • Ho presentato 3 Ordini del Giorno, come primo firmatario, uno sui vicari della scuola, uno sul prezzo latte bovino e uno sui cammini storici.
  • Alla fine di ottobre sono stato nominato membro della Commissione di Inchiesta su Uranio Impoverito e danni da vaccini e amianto.

 

Vi segnalo anche le mie presenze alle votazioni nel 2015:

  •  ho partecipato a 7396 votazioni (98,38%) su 7518, se vuoi vedere lo specifico di ogni seduta puoi cliccare qui

 

  • Sono stato assente due giorni; una giornata per partecipare ad una fiera agricola e un altro giorno stato assente per malattia.

 

  • Mentre da inizio legislatura dal 15 marzo 2013 a dicembre 2016 ho partecipato a 14174 votazioni (97,36%) su 14558, se vuoi leggere lo specifico clicca qui Preciso che alcune votazioni sono senza registrazione per cui non compaiono.

 

  • Mi risulta difficile indicare le mie presenze totali in Aula perché sono senza registrazione. Potete leggere solo quelle dove sono avvenute votazioni con registrazioni di voto dall’allegato precedente.

 

  • ​ L​e mie presenze alla Commissione Agricoltura o Uranio Impoverito o alle Commissioni, dove ho sostituito altri colleghi non possono essere rendicontate, non avendo tutte obbligo di registrazione. Infatti le audizioni, i comitati ristretti e più convocazioni giornaliere di commissione vengono registrate solo nella prima occasione mentre per le successive non vi è l’obbligo.

 

RETRIBUZIONI nell’anno 2015

 

  • L’indennità parlamentare è stata di 98.471,04€ lorda da cui vanno tolte 38.145,35€ di trattenute direttamente dalla Camera che subiranno una ulteriore trattenuta con la presentazione del mio Mod. Unico 2016; lo scorso anno è stato di circa 3.000€.

 

  • Ho percepito 44.280,00€ come contributo per la mia attività politica, da questa somma ho versato 18.000,00€ al PD nazionale+21.400,00€ al PD metropolitano+1.500€ al PD regionale+3.250€ ai Circoli PD+ 2700€ ad associazioni di volontariato per un totale di 46.850,00€.

 

  • La diaria è stata di 40.481,16€ che ho usato sia per vitto e alloggio a Roma, sono alloggiato in albergo, sia per essere versato in parte al PD, sia per la mia attività politica in quanto il contributo che ricevo viene dato quasi completamente al PD.

 

  • Ho ricevuto 14.194,80€ per spese di viaggio e spese telefoniche.

Mi permetto di fare una osservazione:quest’anno ho ceduto 46.850€ e se mi fossi semplicemente dimezzato la diaria,come dichiara qualche movimento, avrei rinunciato a 30.000€. Credo che sia una notevole differenza! Ognuno tragga le proprie conclusioni.

 

INFORMAZIONI PATRIMONIALI

  • Il mio reddito principale non è più dato dalla mia professione di medico veterinario libero professionista dei bovini da latte e da carne. Dalla nomina a Deputato mantengo solo una piccola parte di lavoro della mia professione per garantire una continuità di lavoro in caso di una mia mancata rielezione. Sono un libero professionista e non sono in aspettativa.

 

  • Non sono membro di nessun Consiglio di Amministrazione, la stessa cosa vale per mia moglie,le mie figlie, mia mamma o le mie sorelle.

 

  • Non possiedo pacchetti azionari, ugualmente mia moglie e le mie figlie.

 

  • Vivo con la mia famiglia in un appartamento acquistato negli anni’90 da privati ed è in proprietà al 50% con mia moglie.

 

  •   Allego documento con altre proprietà ereditate con la morte di mio padre e le relative quote di possesso. I terreni hanno destinazione agricola. Nel 2014 è’ stato aggiunto un pezzo di terreno agricolo in comproprietà con i miei famigliari.

 

Resto a vostra disposizione per ogni eventuale chiarimento. Vi ringrazio per le continue sollecitazioni, richieste e suggerimenti. Sono un arricchimento per me.

Un grazie ancora per la bella esperienza che sto vivendo e che è possibile solo con il vostro voto e sostegno.

 

Ciao,

Paolo Cova