News dal Parlamento

Europa, serve la strada del coraggio

Settimana dedicata all’Europa, questa appena passata. Alla Camera abbiamo approvato la legge europea e abbiamo ascoltato le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, in vista della seduta di Consiglio europeo di fine giugno.

Quest’ultimo, aveva al centro dell’ordine del giorno la grande questione legata al migration compact e alle politiche sulla sicurezza e sull’immigrazione. Renzi ha incentrato il suo intervento soprattutto sul commento alla Brexit, dicendo che si tratta di un voto che va rispettato, di cui va preso atto, voltando pagina e cercando di cogliere ciò che c’è di positivo dalla fase e dalla stagione che si apre. Ma l’analisi ha messo anche in evidenza un fatto: laddove c’è maggiore tensione sociale, lì si è registrato un consenso molto più forte all’ipotesi di uscita dall’Europa, come se fosse la responsabile della crisi, anche economica e industriale, che conosciamo. Dunque, serve una nuova partenza al centro della quale, per Renzi, vanno messi i posti di lavoro.

E per quanto riguarda la posizione dell’Italia dentro l’Europa, Renzi ha parlato di “casa”, sostenendo che noi non immaginiamo di andarcene da casa nostra, perché pensiamo che l’Europa sia il luogo da lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti, proprio come facciamo con la casa alla quale siamo affezionati. Ma sappiamo anche che, così com’è, questa casa non è accogliente come in passato. Dobbiamo essere in grado di mettere al centro quei valori che, peraltro, l’Italia, ha posto al centro della propria azione di Governo.

In effetti, settant’anni di pace dentro questa casa non sono stati un grazioso colpo di fortuna, ha detto ancora il Presidente, ma la conseguenza dell’azione di leader coraggiosi, che ebbero al centro della propria azione un’idea di orizzonte sul futuro, un’idea di valori condivisi, che, partendo dal carbone e dall’acciaio, seppero creare le condizioni di una comunità. Oggi deve prevalere questo senso di responsabilità per le prossime generazioni, ma può essere fatto soltanto a condizione di scegliere la strada del coraggio.

 

E intanto meno infrazioni

Subito dopo, abbiamo approvato le Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2015-2016, già passate al vaglio del Senato.

Si tratta, indubbiamente, di un provvedimento complesso che recepisce nell’ordinamento italiano delle normative europee anche al fine della riduzione del contenzioso. In realtà, il Governo italiano ha già raggiunto risultati importanti nell’adeguamento del diritto interno a quello europeo. Le procedure di infrazione si sono ridotte da 119 a 86, di cui 16 sull’ambiente, 9 sulla libera circolazione delle merci, 8 in materia di fiscalità, dogane e affari interni, 7 in materia di affari economici e finanziari. E con l’approvazione di questa legge si chiudono altre 4 procedure di infrazione, facendo quindi scendere il numero complessivo a 82 e si risolvono altre 10 procedure di preinfrazione.

Quali le novità? In materia di giustizia, ad esempio, è stata introdotta un’apposita sezione recante disposizioni sull’indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti e l’estensione del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di stampo mafioso delle richieste estorsive. Si è intervenuto anche in tema di diritti delle persone, come ad esempio il permesso di soggiorno individuale per minori stranieri, che rappresenta un segnale di avanzamento per le politiche dell’infanzia e per le politiche dell’integrazione europea, provando a costruire un vero legame di fiducia con i cittadini di domani. Si è proceduto allo stralcio dell’articolo sulle disposizioni relative all’indicazione del Paese d’origine sull’etichettatura dei prodotti alimentari, confluendo in un autonomo disegno di legge affinché il Made in Italy venga percepito chiaramente come una risorsa per tutta l’Europa e non un ostacolo alla libera concorrenza. Come Paese stiamo insistendo per una tracciabilità e trasparenza generalizzate e diffuse dei prodotti e della filiera.

 

Un passo avanti sulle banche

Il cosiddetto Decreto Banche, ovvero la Conversione in legge del decreto recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione, già approvato dal Senato, è stato il provvedimento più importante che abbiamo licenziato questa settimana alla Camera.

Il decreto legge sulle banche ha l’obiettivo fondamentale di creare le condizioni per migliorare il funzionamento del sistema bancario e permettere quindi il consolidamento della ripresa. Il provvedimento punta per questo innanzitutto a rimuovere gli ostacoli e le lungaggini che hanno fin qui impedito al sistema creditizio di svolgere il suo fondamentale ruolo economico a favore di famiglie e imprese. Si creano strumenti che facilitano l’accesso al credito per le piccole e medie imprese e si evita, attraverso il pegno non possessorio, che la richiesta di un finanziamento possa tradursi nel blocco dell’attività imprenditoriale o in ripercussioni sui beni personali dell’imprenditore.

Il decreto provvede infine a rimborsare i risparmiatori che avevano acquistato le obbligazioni subordinate dai quattro istituti di credito (Banca popolare dell’Etruria, Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Chieti) poi falliti. A quelli truffati toccherà un rimborso automatico dell’80 per cento dell’investimento, mentre chi ha investito i propri soldi consapevole dei rischi, potrà far valere i propri diritti con un arbitrato davanti all’Anac di Cantone.

 

Più università per tutti

Secondo un rapporto internazionale dell’Ocse, risalente al 2015, solo il 42% degli italiani inizia gli studi universitari, valore che è il più basso in Europa, a fronte di una media europea del 63% e di valori massimi che superano l’80%. Gli studenti universitari italiani dovrebbero, quindi, aumentare almeno di metà, anche solo per raggiungere la media europea, addirittura raddoppiare per raggiungere i Paesi più avanzati. Secondo il medesimo rapporto, l’Italia, per percentuale di laureati nella fascia 25-34 anni, occupa adesso l’ultimo posto nell’Ocse con il 24%, a fronte di una media europea del 39 per cento: il numero dei laureati italiani dovrebbe, quindi, aumentare di oltre il 60%.

Ecco perché, in settimana, abbiamo approvato una mozione concernente iniziative volte a favorire l’accesso agli studi universitari, con particolare riferimento ad un’equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale.

L’atto impegna il Governo ad assumere iniziative per stabilizzare definitivamente il fondo integrativo per il diritto allo studio; ad aggiornare e rendere maggiormente omogenei a livello nazionale i requisiti di merito dello studente e di reddito e patrimonio della famiglia (cioè il valore Isee) per accedere alle prestazioni del diritto allo studio universitario; a stabilire i criteri di ripartizione del fondo integrativo statale sulla base dei fabbisogni regionali e rendere vincolante per le regioni lo stanziamento di risorse proprie; a stabilizzare su base pluriennale le cifre e i criteri di allocazione e di ripartizione del fondo di finanziamento ordinario delle università statali; ad adottare idonee iniziative per garantire, almeno a livello regionale, la presenza di corsi di studio in grado di soddisfare le diverse esigenze culturali e di formazione degli studenti.

 

Latte e carni suine più tracciabili

E in linea con quanto l’Italia sta chiedendo, sempre più, all’Europa, appunto, la scorsa settimana ho depositato, in Commissione Agricoltura della Camera, una risoluzione che pone al centro la tracciabilità del latte bovino e delle carni suine nei sistemi Dop e la separazione dalle linee di produzione “non Dop”. In sostanza, come la filiera della mozzarella di bufala Dop ha beneficiato di un provvedimento analogo, così deve essere anche per le Dop​/Igp​ degli altri prodotti lattiero-caseari da latte bovino​​ ​e delle carni suine. Non mi stancherò mai di dire che in Italia abbiamo prodotti di eccellenza tali che vanno tutelati, non solo per il lavoro dei produttori, ma anche per il rispetto nei confronti dei consumatori.

La risoluzione parte dalla considerazione che l’Italia ha una posizione di rilievo nell’ambito del settore lattiero-caseario mondiale, ma il mercato continua a essere gravato da una situazione di offerta abbondante, tanto che il 2016 si è aperto con una conferma della situazione di criticità come già nel 2015. Inoltre, la suinicoltura ha per il Paese un valore strategico, con ​i​ suoi 26mila allevament​i suinicoli, de​i​ quali oltre 4.500 fornit​ori​ di materia prima per le Dop, ma le quotazioni dei suini vivi da inviare al macello e destinati al circuito dei prodotti Dop sono inferiori ai costi di produzione ormai da diversi anni.

Quindi, è indispensabile introdurre per entrambe le filiere sistemi di tracciabilità in grado di rendere ​certa per il consumatore​ ​l’origine​ ​dei prodotti lattiero-caseari Dop​/Igp e i tagli ottenuti da animali allevati nell’ambito del circuito tutelato dalle stesse certificazioni, che presentano caratteristiche qualitative particolari, legate al rispetto dei disciplinari di produzione e costantemente controllate da organismi terzi.

Ecco perché la risoluzione impegna il Governo a istituire un sistema di tracciabilità della filiera dei prodotti lattiero caseari Dop​/Igp​ e dei prodotti da carni suine Dop​/Igp​, in modo che gli allevatori, i trasformatori e gli intermediari siano obbligati ad adottare nelle proprie attività sistemi idonei a garantire la rilevazione e la tracciabilità del latte e delle carni prodotti, ​ma anche ad ​attuare la procedura per cui la lavorazione di prodotti che arrivano da allevamenti che non sono all’interno del Dop/Igp ​avvenga in spazi dedicati​ e separati​.

 

Venerdì 8 luglio alla Festa PD a Melzo

 

Venerdì 8 luglio 2016 alle ore 21.00 alla Festa del Pd a Melzo farò da moderatore ad un incontro con il Ministro Martina e con Ettore Prandini vice Presidente Nazionale Coldiretti e con rappresentanti delle organizzazioni sindacali sul tema “ Mondo agricolo, innovazione per lo sviluppo”

Paolo Cova

Latte, formaggi e salumi: una risoluzione per una tracciabilità del Dop/Igp​ che superi persino l’etichettatura

Una risoluzione che pone al centro la tracciabilità del latte bovino e delle carni suine nei sistemi Dop e la separazione dalle linee di produzione ‘non Dop’. È quello che chiede una risoluzione, depositata in XIII Commissione Agricoltura della Camera, dall’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd.

“Come la filiera della mozzarella di bufala Dop ha beneficiato di un provvedimento analogo, così deve essere anche per le Dop​/Igp​ degli altri prodotti lattiero-caseari da latte bovino​​ ​e delle carni suine – spiega Cova –. Non mi stancherò mai di dire che in Italia abbiamo prodotti di eccellenza tali che vanno tutelati , non solo per il lavoro dei produttori, ma anche per il rispetto nei   confronti dei consumatori”.

 

La risoluzione parte dalla considerazione che l’Italia ha una posizione di rilievo nell’ambito del settore lattiero-caseario mondiale,   ma il mercato continua a essere gravato da una situazione di offerta abbondante, tanto che il 2016 si è aperto con una conferma della situazione di criticità come già nel 2015. Inoltre, la suinicoltura ha per il Paese un valore strategico, con ​i​ suoi 26mila allevament​i suinicoli, de​i​ quali oltre 4.500 fornit​ori​ di materia prima per le Dop, ma le quotazioni dei suini vivi da inviare al macello e destinati al circuito dei prodotti Dop sono inferiori ai costi di produzione ormai da diversi anni.

 

Per Cova “è indispensabile introdurre per entrambe le filiere sistemi di tracciabilità in grado di rendere ​certa per il consumatore​ ​l’origine​ ​dei prodotti lattiero-caseari Dop​/Igp e i tagli ottenuti da animali allevati nell’ambito del circuito tutelato dalle stesse certificazioni, che presentano caratteristiche qualitative particolari, legate al rispetto dei disciplinari di produzione e costantemente controllate da organismi terzi”.

 

Ecco perché la risoluzione impegna il Governo “a istituire un sistema di tracciabilità della filiera dei prodotti lattiero caseari Dop​/Igp​ e dei prodotti da carni suine Dop​/Igp​, in modo che gli allevatori, i trasformatori e gli intermediari siano obbligati ad adottare nelle proprie attività sistemi idonei a garantire la rilevazione e la tracciabilità del latte e delle carni prodotti”, ​ma anche ad ​attuare la procedura per cui la lavorazione di prodotti che arrivano da allevamenti che non sono all’interno del Dop/Igp ​avvenga in spazi dedicati​ e separati​.

Se vuoi leggere risoluzione clicca su risoluzione Tracciabilità latte carni suine

 

Roma, 29 giugno 2016

News dal Parlamento

Apro questa news con un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito e sostenuto il neo sindaco Beppe Sala e aggiungo il mio personale apprezzamento per la nuova squadra che si avvia al lavoro.

  

 Europa, il sogno interrotto dei giovani

E alla fine la maggioranza degli abitanti della Gran Bretagna ha deciso di uscire dall’Europa. Penso che l’esito di questo referendum ci riporti purtroppo indietro negli anni, quando a prevalere era l’identità individuale degli Stati. Cioè, è mancata una visione unitaria dell’Europa.

Sicuramente non possiamo nasconderci che in questi anni l’Ue abbia dimostrato dei limiti nella propria politica, in particolare quella economica, ma accanto a questo sono stati portati avanti dei valori inestimabili che hanno permesso alle giovani generazioni di fare esperienze lavorative e di studio liberamente dentro il continente. E penso che noi dobbiamo guardare proprio ai giovani e non interrompere il loro sogno.

 

Un bilancio semplice e trasparente

La riforma del bilancio dello Stato è il provvedimento più importante che abbiamo approvato questa settimana, alla Camera. Con le modifiche di legge votate il documento contabile diventa semplice e trasparente. I provvedimenti, infatti, ora non saranno più due, ovvero legge di Stabilità e Bilancio, appunto, ma uno solo composto di due sezioni: la prima centrata su misure legislative, che prendendo il posto della vecchia Stabilità, fisseranno gli obiettivi di finanza pubblica; la seconda contenente, invece, le previsioni di entrata e di spesa. Ecco perché la struttura del nuovo bilancio sarà molto più semplice, con notevole vantaggio in termini di trasparenza.

Semplicità e trasparenza saranno favorite anche dalla mancata ammissione degli interventi localistici e micro-settoriali, che confluiranno in un fondo ad hoc, utilizzato come collegato. Questa separazione tematica permetterà alla legge di Bilancio di occuparsi di questioni di impatto solo macro-economico. Al loro interno, si annoverano importanti innovazioni: il superamento delle clausole di salvaguardia (che daranno un forte impulso alla spending review), la garanzia del rispetto delle scelte dei contribuenti rispetto all’utilizzo dell’8 e del 5 per mille, l’introduzione del Bes (un indicatore di bilancio equo e sostenibile), l’accesso alle banche dati per il costante monitoraggio delle leggi di spesa, la trasparenza sui derivati inseriti in bilancio e quadri prospettici semplici per la lettura congiunta di missioni, programmi e azioni.

Importante anche il passo avanti fatto sul tema del bilancio di genere. È stato infatti approvato l’emendamento che obbliga il Mef alla presentazione di una relazione annuale alle Camere per riferire sulla sperimentazione e sui risultati del bilancio di genere nella pubblica amministrazione e negli enti locali. Ora il testo passa all’esame del Senato.

 

Educatori e professionali

Questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato il testo unificato delle proposte di legge sulla Disciplina delle professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e di pedagogista.

L’obiettivo principale di questo provvedimento è la valorizzazione delle competenze scientifiche e professionali di educatori e pedagogisti, secondo il principio che in questi mestieri non ci si improvvisa. Anzi, per rispondere alle numerose e nuove problematiche nell’ambito educativo, sociale e sanitario, è necessario un alto profilo professionale.

Si tratta, infatti, di una galassia variegata e professionalmente fragile di circa 200mila persone, alcune con titolo, altre senza, e di una giungla di titoli e ambiti lavorativi. Queste figure professionali operano negli ambiti dell’infanzia, ma anche in tutto l’arco della vita, nei luoghi molteplici della famiglia, della disabilità, dell’immigrazione, del carcere, della tossicodipendenza, delle case famiglia, delle comunità territoriali, della formazione aziendale, dell’inclusione e della tutela dei soggetti fragili e svantaggiati, della promozione del benessere.

Con questa proposta di legge si creano le condizioni per produrre un decisivo miglioramento nella qualità dei servizi, si potenzia un’affermazione dei diritti dell’infanzia e una diffusione della qualità della cura educativa per tutte le persone in situazioni di fragilità e per coloro che sono in cammino sui sentieri educativi. Inoltre, si afferma la forte volontà di rilanciare i servizi sociali e sanitari, considerando necessario dotarli di adeguate figure professionali.

 

Via alle gare per i beni culturali

I cosiddetti servizi gestionali, amministrativi e culturali negli istituti e luoghi della cultura statali in Italia, quindi l’accoglienza per il pubblico, l’assistenza culturale, i servizi di biglietteria, le visite guidate, la gestione degli spazi, le mostre e il servizio di caffetteria e il bookshop, da molti anni stanno vivendo una situazione di stallo e difficoltà, in quanto gestiti in regime di proroga.

Abbiamo, perciò, approvato una mozione concernente l’affidamento di questi servizi, con particolare riferimento allo svolgimento di procedure di gara, con cui si impegna il Governo ad avviare e concludere quanto prima le procedure di gara per la gestione dei servizi aggiuntivi nei principali complessi museali italiani; a coinvolgere, con procedure trasparenti, i principali operatori nazionali e internazionali e ottenere un’elevata qualità dei servizi e contestualmente condizioni ottimali, anche in termini di profitto, per l’amministrazione; a garantire che le scelte relative al numero di procedure di gara, da svolgere per ciascun sito, demandate ai singoli direttori dei musei e dei poli museali in relazione alla esigenze e alle peculiarità della struttura e del relativo piano di valorizzazione, siano operate secondo criteri di efficienza e di efficacia della gestione, dando adeguata motivazione delle scelte tecnico discrez ionali operate in relazione ai costi, alla tipologia e alla specificità del servizio richiesto; ad adoperarsi affinché, in tempi brevi, la società in house Ales spa costituisca la divisione specializzata per la gestione dei servizi aggiuntivi nei musei e negli istituti culturali pubblici così da consentire ai direttori dei musei di poter operare la scelta migliore e più funzionale, in termini di valorizzazione del sito e di efficienza ed efficacia della gestione, per l’affidamento del servizio; a pubblicare, sul sito istituzionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e sui siti dei musei e degli istituti culturali oggetto dei bandi, il testo integrale di tutti i bandi relativi alla concessione dei servizi aggiuntivi, il loro esito e gli introiti previsti che derivino dall’aggiudicazione del bando; a garantire adeguata tutela dei lavoratori attualmente impegnati nei servizi aggiuntivi, assicurandosi che l’affidament o dei servizi aggiuntivi nei musei e negli istituti culturali avvenga nel rispetto della clausola sociale.

 

Nel nome della mozzarella

In settimana abbiamo approvato anche la relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana, già votata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo, che ne aveva deliberato lo svolgimento, per un approfondimento tematico ancora nel settembre 2014.

La scelta di studiare questo fenomeno traeva spunto dalle caratteristiche di eccellenza di questo prodotto della filiera lattiero-casearia italiana, che trova nella storia agroalimentare nazionale il suo più adeguato riconoscimento. Un lavoro secolare, che ha fondato la sua solidità sulla passione, sulla competenza e sull’ingegno di agricoltori e allevatori.

La relazione si proponeva di verificare lo stato di attuazione delle leggi vigenti e il loro effettivo impatto sul settore, al fine di dare un contributo a tutelare l’identità dei prodotti italiani dalle frodi e dalle contraffazioni alimentari e di favorire la competitività e la specificità qualitativa delle aziende italiane operanti nel settore. Al termine dell’inchiesta sono state proposte alcune linee di intervento, che partono da un principio: se l’obiettivo è quello di preservare l’eccellenza della mozzarella, è dunque necessario definire un’adeguata architettura di base del sistema pubblico di supporto alle attività di allevamento, produzione e commercializzazione, secondo dei filoni di intervento.

Ad esempio, consentendo un’appropriata politica di destagionalizzazione della lattazione delle bufale, ma anche rendendo effettiva ed assoluta la performance della tracciabilità. Un altro filone sul quale sarà necessario un impegno è rappresentato da un crescente coinvolgimento dei consumatori nella difesa della qualità dell’italianità del prodotto. E in questo senso la commercializzazione di formaggi freschi a pasta filata senza l’indicazione in etichetta degli ingredienti favorisce la produzione di mozzarelle che nulla hanno a che fare con le caratteristiche tipiche della nostra. Ancora, serviranno una tutela delle denominazioni d’origine e delle indicazioni di provenienza geografica; un sistema dei controlli più efficace; e soprattutto la scelta di un modello di sviluppo per il settore.

 

Schwazer: la Wada risponda subito

Un’altra vicenda, emersa questa settimana, e che mi ha toccato da vicino, riguarda la nuova accusa di doping al marciatore Alex Schwazer. Un’ipotesi che mi fa male e mi sconvolge, sia che sia vera, sia che sia una notizia falsa. Ma voglio proporvi anche su questo una riflessione.

Intanto, la mia fiducia nel prof. Sandro Donati, nel prof. Dario D’Ottavio, nel prof. Mario De Benedictis e nel dott. Benedetto Ronci, che rappresentano lo staff che segue Schwazer, resta invariata e la loro serietà, professionalità, onestà, correttezza e competenza sono una garanzia per tutti noi.

Secondo aspetto, il recupero di Schwazer ha un suo motivo proprio perché va nell’ottica di aiutare una persona che ha dichiarato di essersi dopata e ha fatto un passo indietro. Allo stesso modo, il progetto e lo studio di ricerca fatto in questo anno può e deve essere motivo per approfondire il tema della lotta al doping.

Adesso, però, è urgente avere delle risposte chiare e nette in tempi molto brevi dalla Wada, onde allontanare il sospetto che si usi un atleta per screditare persone che si sono spese, in tutti questi anni, per la lotta al doping e per cercare di portare la situazione alla legalità.

Infine, non mi stancherò mai di dire che il sistema dell’antidoping in Italia va riformato. E la strada è quella dell’agenzia terza.

 

Comitato del Si Zona 4

 

Sabato 2 luglio 2016 dalle ore 10.30-12.30 in Piazza Ovidio raccolta firme per svolgere il Referendum Costituzionale

Paolo Cova

On. Cova: “Caso Schwazer: fiducia nei professionisti, ma risposte chiare e nette in tempi molto brevi dalla Wada”

CAMERA DEI DEPUTATI

 

On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico

 

COMUNICATO STAMPA

 

On. Cova: “Caso Schwazer: fiducia nei professionisti, ma risposte chiare e nette in tempi molto brevi dalla Wada”

 

“La mia fiducia nel prof. Sandro Donati, nel prof. Dario D’Ottavio, nel prof. Mario De Benedictis e nel dott. Benedetto Ronci resta invariata e la loro serietà, professionalità, onestà, correttezza e competenza sono una garanzia per tutti noi”, lo dice l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, da sempre paladino della lotta al doping, commentando quanto sta accadendo attorno al marciatore Alex Schwazer, accusato di essere ricaduto nella trappola del doping.

“Il recupero di Schwazer ha un suo motivo proprio perché va nell’ottica di aiutare una persona che ha dichiarato di essersi dopata e ha fatto un passo indietro – continua Cova –. Allo stesso modo, il progetto e lo studio di ricerca fatto in questo anno può e deve essere motivo per approfondire il tema della lotta al doping”.

Adesso, per Cova, “è urgente avere delle risposte chiare e nette in tempi molto brevi dalla Wada, onde allontanare il sospetto che si usi un atleta per screditare persone che si sono spese, in tutti questi anni, per la lotta al doping e per cercare di portare la situazione alla legalità”.

Infine, ancora una volta, l’appello di Cova: “Non mi stancherò mai di dire che il sistema dell’antidoping in Italia va riformato. E la strada è quella dell’agenzia terza”.

Roma, 24 giugno 2016

Paolo Cova

On. Cova: “Brexit ci riporta indietro negli anni e rischia di interrompere il sogno di tanti giovani”

CAMERA DEI DEPUTATI

 

On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico

 

COMUNICATO STAMPA

 

On. Cova: “Brexit ci riporta indietro negli annie rischia di interrompere il sogno di tanti giovani”

 L’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, commenta il voto sulla Brexit, a poche ore dai risultati: “L’esito del referendum in Gran Bretagna ci riporta indietro negli anni, quando a prevalere era l’identità individuale degli Stati. È mancata una visione unitaria dell’Europa. Non possiamo nasconderci che in questi anni l’Europa abbia dimostrato dei limiti nella propria politica, in particolare quella economica, ma accanto a questo sono stati portati avanti dei valori inestimabili che hanno permesso alle giovani generazioni di fare esperienze lavorative e di studio liberamente dentro il continente. Noi dobbiamo guardare proprio ai giovani e non interrompere il loro sogno”.
Roma, 24 giugno 201 6

Paolo Cova

 

News dal Parlamento

Costituiamo il Comitato del Si di Zona 4!

Il tema della Riforma Costituzionale ha attraversato questi primi anni della legislatura e dopo l’approvazione in Parlamento deve essere approvata anche con il Referendum confermativo. Invito tutte le persone interessate a sostenere la Riforma, alla nascita del Comitato del Si di Zona 4 che si terrà Sabato 25 giugno 2016 alle ore 10.00-12.00 presso il Circolo di via Mecenate 25 a Milano.

Se volete approfondire il tema della Riforma Costituzionale vi metto due link dove potete trovare materiale preparato dal centro studi della Camera.

 

Il link è  http://www.camera.it/temiap/d/leg17/ac0500n e questa la sintesi  http://www.camera.it/temiap/d/leg17/ac0500q

Ti aspetto.

 

   

Più sereni “Dopo di noi”

Era stato un impegno preso con i genitori e ora è diventato realtà: questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato il testo unificato delle proposte di legge sulle Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, il cosiddetto “Dopo di noi”.

Una vera e propria rivoluzione nelle politiche sociali, che si costruisce già oggi, quando i genitori ci sono ancora, con politiche di aiuto concreto e misure integrate che mettono la persona disabile al centro di un progetto individuale. L’obiettivo è, infatti, quello di una progressiva presa in carico della persona con disabilità già durante l’esistenza in vita dei genitori e con il suo pieno coinvolgimento nelle scelte di vita.

Ecco le principali novità finanziate con 270 milioni: l’introduzione dell’istituto giuridico del trust, per salvaguardare il patrimonio da utilizzare per il figlio; la cancellazione dell’imposta di successione e donazione per i genitori, ad esempio per la casa di proprietà; la riduzione di aliquote e franchigie e le esenzioni per l’imposta municipale sugli immobili; l’innalzamento dei parametri sulla deducibilità per le erogazioni liberali e le donazioni; la detraibilità delle spese per le polizze assicurative, con l’incremento da 530 a 750 euro della detraibilità dei premi per le assicurazioni sul rischio morte; l’istituzione presso il Ministero del Lavoro del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, con una dotazione di 90 milioni di euro per quest’anno, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni annui da l 2018 in poi.

E quattro linee guida a supporto di soluzioni abitative o gruppi-appartamento che riproducano le condizioni della casa familiare; interventi per la permanenza temporanea in una soluzione abitativa extrafamiliare per far fronte a eventuali situazioni di emergenza; forme innovative di residenzialità, come le soluzioni alloggiative di tipo familiare e di co-housing, con sostegno al pagamento degli oneri di acquisto, locazione, ristrutturazione e alle forme di mutuo aiuto; accrescimento di consapevolezza, abilitazione e sviluppo delle competenze per una gestione autonoma della vita quotidiana.

Infine, una nota che ho già espresso sui social: come nel primo passaggio, il M5s ha votato contro. Una pratica che mette in atto, ormai, a prescindere. Ma in questo specifico caso i grillini hanno dimostrato solo una cosa: non hanno la minima attenzione al bene delle persone e ciò solo in nome di un’opposizione fine a se stessa.

 

Un’amministrazione digitalizzata

Tra le iniziative approvate questa settimana, anche l’Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni statali e locali e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Una decisione che si basa sulla premessa che lo sviluppo di una società moderna è fortemente correlato alla capacità di utilizzare adeguatamente le tecnologie informatiche, sia nel settore pubblico, sia in quello privato. Benché nella pubblica amministrazione si sia fatta avanti con sempre maggior forza la consapevolezza che la digitalizzazione sia uno strumento imprescindibile per il corretto funzionamento della macchina amministrativa, e nonostante le ingenti risorse destinate a questo scopo negli ultimi anni, i risultati a oggi conseguiti non sono adeguati agli obiettivi e alle aspettative di semplificazione e di riduzione degli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese, come pure di contenimento dei costi di funzionamento delle stesse amministrazioni.

Verrà, dunque, istituita una Commissione d’inchiesta monocamerale con il compito di verificare il livello di digitalizzazione raggiunto dalle amministrazioni centrali e locali, sia sotto il profilo della dotazione tecnologica, sia sotto quello, altrettanto rilevante, delle competenze dei soggetti responsabili del settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle pubbliche amministrazioni.

Lo scopo è quello di individuare possibili soluzioni, anche di carattere normativo, adeguate a portare il livello di digitalizzazione e informatizzazione delle pubbliche amministrazioni in Italia al livello di quello degli altri Paesi europei.

 

Ok all’intesa con la Soka Gakkai

Uno dei disegni di legge che abbiamo approvato alla Camera riguarda le Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Istituto Buddista italiano Soka Gakkai, in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione, già approvato dal Senato.

La Costituzione prevede, infatti, che i rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose diverse dalla cattolica siano regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze ed esistono già numerosi altri accordi con istituti religiosi. La storia di questa intesa è molto lunga: il testo è stato elaborato dalla Commissione interministeriale per le intese con le confessioni religiose dopo che l’Istituto Soka Gakkai ha ottenuto la personalità giuridica nel 2000 e già nel 2001 aveva avviato la discussione.

La Soka Gakkai riunisce coloro che in Italia aderiscono e praticano l’insegnamento fondato dal Buddha Nichiren Daishonin ed è stata fondata a Tokyo nel 1930. Lo statuto dell’istituto promuove in Italia i valori della pace, della cultura e dell’educazione, coessenziali alla concezione buddista, e per realizzare questo scopo si impegna nel dialogo interreligioso e organizza momenti di riflessione e approfondimento nella società. La sede nazionale è a Firenze.

Il provvedimento riconosce l’autonomia dell’istituto liberamente organizzato secondo i propri ordinamenti, la piena libertà religiosa e specifica che i ministri di culto godano del libero esercizio del loro ministero.

 

Malattie ereditarie, obbligatoria la diagnosi precoce

Via libera anche alle Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie, norma diretta a rendere obbligatoria, appunto, con l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza, l’effettuazione dello screening neonatale per la diagnosi precoce di patologie ereditarie.

A questo scopo, la legge di stabilità 2015 aveva previsto, in via permanente, l’incremento, pari a 5 milioni di euro dell’autorizzazione di spesa prevista per lo screening neonatale, anche in via sperimentale, per la diagnosi precoce di patologie metaboliche ereditarie.

Inoltre, la norma contenuta nella legge di stabilità 2014 ha disposto che il Ministro della Salute adotti un decreto ministeriale per l’avvio dello screening neonatale per questo tipo di diagnosi, per la cui terapia, farmacologica o dietetica, esistano evidenze scientifiche di efficacia terapeutica o evidenze scientifiche.

Ora, questa proposta di legge, ha messo in atto quanto già stabilito precedentemente, prevedendo anche un Centro di coordinamento sugli screening neonatali, istituito presso l’Istituto superiore di sanità, volto a favorire la massima uniformità nell’applicazione sul territorio nazionale della diagnosi precoce neonatale.

 

Un altro passo avanti sull’ambiente

In via definitiva abbiamo approvato, poi, il provvedimento volto a istituire il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente nonché a disciplinare l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, l’Ispra.

Ancora una volta, questa riforma si pone l’obiettivo di contrastare l’illegalità ambientale e tutelare le imprese più innovative. Con il provvedimento si dà, infatti, finalmente al Paese un’organizzazione efficace ed efficiente del sistema dei controlli che garantisca il rispetto delle norme, ma anche quella complessa attività di monitoraggio e di raccolta dati che serve per migliorare il grado di conoscenza dei numerosi fattori ambientali.

La nuova legge conferisce maggiore autonomia alle Agenzie e all’Ispra, definisce in maniera chiara il rapporto fra controllore e controllato, richiede un surplus di professionalità a chi dovrà dirigere le organizzazioni che, pur rimanendo strutture tecniche strumentali, formuleranno pareri che saranno vincolanti per le autorità competenti.

Si costruisce un vero e proprio sistema a rete coordinato dall’Ispra. Rimane la completa autonomia dei livelli regionali e si realizzano sinergie fra gli enti, che oggi sono lasciate alla buona volontà delle persone. Si mettono in rete i numerosi laboratori provinciali, si integrano le specializzazioni tecniche maturate all’interno delle singole agenzie. Si determinano livelli di prestazione tecnica ambientale uniformi per tutto il territorio nazionale.

Insomma, una legge che rappresenta una risposta importante nella direzione di un rafforzamento della credibilità del sistema pubblico dei controlli ambientali, garantendo maggiore omogeneità e certezza per i cittadini e per le imprese su tutto il territorio nazionale.

 

A che punto è il Ttip

Il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha tenuto alla Camera un’informativa urgente del Governo relativa al negoziato tra l’Unione europea e gli Stati Uniti sull’accordo di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, noto come Ttip che, ha detto, viene considerato come un punto di svolta nelle relazioni economiche internazionali, capace di portare l’Italia in una nuova fase della globalizzazione, con vantaggi anche per l’Europa. In premessa, Calenda ha ricordato che dagli anni Novanta i Paesi avanzati hanno iniziato un rapido processo di apertura dei propri mercati ai prodotti di Paesi allora emergenti, che invece mantenevano sostanzialmente intatte le loro protezioni. L’idea di fondo era che occorresse accordare loro vantaggi competitivi per sviluppare economie produttive che si sarebbero poi evolute in economie di consumo aperte ai nostri prodotti. Ma a oggi permane un’asimmetria, che ha determinato da un lato una diminuzione delle differenze tra le aree del mondo, dall’altro una forte pressione sulla classe media dei Paesi avanzati, che vede nell’internazionalizzazione squilibrata dell’economia un generatore di ingiustizie inaccettabili.

In questo contesto nascono i grandi negoziati lanciati dagli Usa: la Ttip, in particolare, vede profilarsi una grande area di libero scambio tra Paesi che accettano regole del gioco equilibrate e standard elevati, un’alleanza che, una volta compiuta, metterà insieme il 60 per cento del Pil.

Secondo il Ministro, dunque, il Ttip ha innanzitutto l’obiettivo di riportare il timone della globalizzazione nelle nostre mani: si tratta cioè di un indispensabile antidoto agli squilibri causati dalla globalizzazione. Inoltre, il Ttip potrebbe essere particolarmente vantaggioso per l’Italia, anche perché i dazi e le barriere non tariffarie, oggi presenti negli Usa, colpiscono, in particolare, i settori di nostra specializzazione: dal tessile alle calzature, dall’agroindustria alla ceramica. Barriere regolamentari che ricadono soprattutto sulle nostre piccole e medie imprese. E allo stesso tempo in nessun caso il Trattato potrà portare a un abbassamento degli standard. Su questo punto entrambi i negoziatori sono stati molto chiari: se convergenza ci sarà, sarà verso l’alto.

Ma il Governo su un punto è chiaro: sostenere che il Ttip è importante, non vuol dire affatto essere pronti a chiuderlo a ogni costo. Il rischio che un equilibrio negoziale non sia raggiunto è più che concreto. I due punti più sensibili sono gli appalti pubblici e le indicazioni geografiche. Riguardo al settore lattiero caseario, ad esempio, la posizione Usa è stata, per ora, accomodante, con la possibilità di darvi piena liberalizzazione. Esistono, poi, altri numerosi comparti che beneficerebbero dell’accordo, soprattutto in tema di convergenza degli standard: dal settore automobilistico e dei motoveicoli al farmaceutico. Riguardo ai prodotti tessili gli ostacoli sulle caratteristiche dei tessuti e l’etichettatura sembrano avviarsi a soluzione; sono in discussione ulteriori temi che riguardano, tra l’altro, lo sviluppo sostenibile, l’ambiente, l’energia e le materie prime, le Pmi, la protezione dei lavoratori, l’anticorruzione.

 

Suinicoltura sulla strada giusta

Questa settimana il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha convocato, a Brescia, il Tavolo della suinicoltura, cominciando a dare alcune risposte al settore.

Tra gli interventi già previsti la compensazione Iva sulle carni e la moratoria dei debiti. Anche la promozione dei prodotti della filiera ai consumatori ha un ruolo fondamentale per il settore. Accanto a questo, va nella giusta direzione la proposta di un marchio unico nazionale per i regimi di qualità che aiuti a valorizzare tutti i tagli di carne suina, come avevo richiesto anche nella mia risoluzione in Commissione Agricoltura della Camera, così da aumentare il valore di tutta la carcassa e una maggiore entrata agli allevatori.

Insomma, dal mio punto di vista, siamo sulla strada giusta e fa bene il Ministro a fissare un tavolo di verifica per proseguire su questa linea anche con interventi strutturali da concordare.

 

 

Paolo Cova

News dal Parlamento

A Milano Voto Beppe Sala

Domenica 19 giugno 2016 ci sarà il ballottaggio per la scelta del sindaco che amministrerà Milano nei prossimi 5 anni.

Il mio sostegno pieno va a Beppe Sala perché ha subito mostrato una attenzione ai quartieri più disagiati con la volontà di risolvere i problemi.

Vuole continuare con il promuovere Milano come città internazionale che si rende ospitale ai turisti valorizzando sempre più il nostro patrimonio culturale.

Infine prosegue sulla strada intrapresa di rendere Milano sempre più vivibile in termini ambientali.

Un partito trasparente

Nel nome della trasparenza e della partecipazione, questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato, in prima lettura, le Disposizioni in materia di partiti politici, movimenti e gruppi politici organizzati, un testo unificato frutto dell’elaborazione di 22 proposte di legge che ora passerà al Senato. Due gli assi portanti: garantire una maggiore trasparenza nella gestione, anche economica, delle organizzazioni di tipo politico e favorire la più ampia partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica del nostro Paese.

Per potersi presentare alle elezioni qualsiasi partito, movimento o gruppo politico organizzato dovrà fornire, se privo di statuto, una dichiarazione di trasparenza in cui si dichiara ufficialmente chi è il rappresentante legale del partito, quali sono gli organi, la loro composizione e le relative attribuzioni e soprattutto le modalità di selezione dei candidati alle elezioni.

Nei propri siti Internet i partiti dovranno istituire un’apposita e accessibile sezione “Trasparenza”, in cui saranno pubblicate le procedure previste per l’approvazione degli atti che lo impegnano, il numero, la composizione e le attribuzioni degli organi deliberativi, esecutivi e di controllo, le modalità della loro elezione e la durata dei relativi incarichi. Nella stessa sezione saranno pubblicati anche i dati economici, come i rendiconti di esercizio e l’elenco dei beni mobili e immobili e degli strumenti finanziari intestati al partito, movimento o gruppo.

Sul fronte delle donazioni viene prevista una dichiarazione sottoscritta congiuntamente dal donatore e dal ricevente per le donazioni e i contributi superiori a 5mila euro annui destinati a un partito, gruppo parlamentare, eletto o candidato al Parlamento sia italiano che europeo, a un consigliere regionale, provinciale, metropolitano e comunale, a dirigenti e leader di ogni livello.

Infine, tutti gli iscritti a partiti o movimenti avranno il diritto di conoscere chi sono gli altri iscritti: l’apposita anagrafe non sarà on line, per ragioni di privacy, ma dovrà essere consultabile dagli iscritti stessi.

Non si istiga con il negazionismo

Ed è stata approvata anche la legge che disciplina le sanzioni penali in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, il cosiddetto negazionismo.

Il provvedimento, che interviene su un tema importantissimo e sensibile non punisce il negazionismo secondo il paradigma dei reati di opinione, la cui dubbia costituzionalità è a tutti nota, ma interviene sull’istigazione a delinquere e a commettere gravi delitti che si fondi sul negazionismo e non la manifestazione di un proprio pensiero.

Se manca dunque l’istigazione a delinquere fatta con il concreto pericolo della sua diffusione, la negazione di un determinato genocidio non può essere punita. Non si vogliono colpire le opinioni, ma coloro che, in nome anche di teorie negazioniste, istigano alla violenza o commettono e conducono degli atti di violenza. Insomma, si sanziona un comportamento, una condotta, non un’intenzione, un giudizio o un parere, per quanto ignobile e per quanto menzognero o falso esso possa essere.

Suini, ridiamo slancio alla filiera

Questa settimana il Ministro delle Politiche agricole ha risposto a una mia interrogazione sul tema della Cun, la Commissione unica nazionale suini. La filiera nazionale suinicola, infatti, con circa 4mila allevamenti, 70 macelli e 200 prosciuttifici è un settore di forte rilevanza economica, ma sta vivendo, negli ultimi anni, un periodo di grande difficoltà, con continue chiusure di allevamenti. Si è assistito anche a una contrazione della consistenza delle scrofe attive nel circuito tutelato, dovuta in parte all’adeguamento alle normative europee in materia di protezione e benessere animale introdotte dalla direttiva 2008/120/Ce. Tuttavia, l’istituzione della Cun non sta dando i risultati attesi e il prezzo viene fissato in modo unilaterale da parte degli allevatori e non viene poi rispettato, soprattutto da parte dei macellatori e dei trasformatori.

Per questo, dunque, sono molto soddisfatto dell’impegno assunto dal ministro Martina a intervenire sul sistema di funzionamento della commissione per ridare slancio alla filiera, attraverso, soprattutto, un rafforzamento delle gestioni aziendali.

A parlar di agricoltura

Domenica 19 giugno 2016 , alle ore 18.00, alla Festa de l’Unità di Fallavecchia, interverrò al dibattito sul tema “Agricoltura, territorio e ambiente”. Assieme a me ci saranno l’on. Chiara Braga, responsabile Ambiente del Pd, Luca Elia, sindaco di Baranzate, Marco Re, segretario del Pd Est Ticino, Gioia Gibelli, consigliere Parco del Ticino, Dario Olivero, rappresentante degli agricoltori, Leonardo Morici, segretario del Circolo “R. Chiodini”.

Paolo Cova

Il Tavolo della suinicoltura sulla strada giusta: moratoria dei debiti, promozione della filiera, marchio unico nazionale

“Il tavolo di filiera del settore suinicolo ha cominciato oggi il suo lavoro e le proposte del Ministro Martina intendono iniziare a dare alcune risposte”, lo dice l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, al termine del Tavolo della suinicoltura, convocato dal Ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina alla Camera di Commercio di Brescia.

“Mi sembra importante ricordare gli interventi già previsti di compensazione Iva sulle carni e di moratoria dei debiti – continua Cova –. Anche la promozione dei prodotti della filiera ai consumatori ha un ruolo fondamentale per il settore. Accanto a questo, va nella giusta direzione la proposta di un marchio unico nazionale per i regimi di qualità che aiuti a valorizzare tutti i tagli di carne suina, come avevo richiesto anche nella mia risoluzione in Commissione Agricoltura della Camera, così da aumentare il valore di tutta la carcassa e una maggiore entrata agli allevatori”.

Per Cova, quindi, “siamo sulla strada giusta e fa bene il Ministro a fissare un tavolo di verifica e per proseguire su questa linea anche con interventi strutturali da concordare”.

Roma, 14 giugno 2016

Allevamenti. Cova (Pd), molto bene impegno a sostenere filiera suinicola Lo ha detto ministro Martina al question time della Camera

“Siamo molto soddisfatti per l’impegno assunto oggi dal ministro Martina ad intervenire sul sistema di funzionamento della commissione unica nazionale suini (CUN), per ridare slancio alla filiera attraverso, soprattutto, un rafforzamento delle gestioni aziendali”. Lo ha detto Paolo Cova, deputato del Pd, durante il question time di Montecitorio dove il ministro delle Politiche agricole ha risposto alla interrogazione del Pd. Cova ha spiegato che “La filiera nazionale suinicola, con circa 4000 allevamenti, 70 macelli e 200 prosciuttifici è un settore di forte rilevanza economica ma sta vivendo, negli ultimi anni, un periodo di grande difficoltà con continue chiusure di allevamenti; si è assistito anche ad una contrazione della consistenza delle scrofe attive nel circuito tutelato, dovuta in parte all’adeguamento alle normative europee in materia di protezione e benessere animale introdotte dalla direttiva 2008/120/Ce. Tuttavia, l’istituzione della CUN non sta dando i risultati attesi e il prezzo viene fissato in modo unilaterale da parte degli allevatori e non viene poi rispettato, soprattutto da parte dei macellatori e dei trasformatori. Per questo è molto importante l’intervento annunciato dal ministro martina”.