News dal Parlamento

E adesso torniamo al Mattarellum

Dunque, è notizia di queste ore che abbiamo un nuovo Presidente del Consiglio incaricato. Si tratta di un politico di esperienza, Paolo Gentiloni, Ministro degli Esteri uscente. A lui l’incarico di formare un nuovo Governo, evidentemente di transizione e nel segno della continuità. Non gli si può che augurare buon lavoro, visto come si sono svolti gli eventi in quest’ultima settimana.

D’altra parte, l’esito del referendum costituzionale è stato netto e chiaro: gli italiani hanno manifestato chiaramente la propria decisione di mantenere il bicameralismo paritario e la stessa organizzazione dello Stato. E bene ha fatto Matteo Renzi a rassegnare le proprie dimissioni, proprio perché è stata bocciata la riforma per cui era stato nominato Presidente del Consiglio.

Concordo anche con l’invito del Presidente Mattarella di cercare di scrivere una legge elettorale con tutti i gruppi presenti in Parlamento, anche se oggi, alla luce delle consultazioni, la vedo molto dura. Sempre facile urlare, ma poi quando si deve fare carico del governo del paese, alcuni movimenti non riescono proprio a farlo e antepongono il proprio tornaconto.

Tuttavia, non ritengo opportuno trascinare all’infinito la discussione: se si conferma la non volontà di condividere il percorso, è giusto che il Pd si assuma questa responsabilità con i gruppi che vogliono dare il loro apporto, approvi una legge elettorale per la Camera e il Senato e poi si vada a elezioni immediatamente.

Sono, inoltre, favorevole a trovare una soluzione alla legge elettorale che preveda un premio di maggioranza e che non si torni a un proporzionale. In queste ore ho firmato una proposta di legge che restituisca il Mattarellum, una legge che non ha subito giudizi da parte della Corte Costituzionale, una legge che rende contendibili a tutti le elezioni.

 

Buon cibo, vita sana

Secondo i dati forniti dal rapporto Eurostat a ottobre, in Europa la percentuale di adulti con obesità, che circa 10 anni fa era del 10-14 per cento, oggi arriva quasi al 16 per cento, con un deterioramento della salute evidenziabile in un aumento del diabete, dell’ipertensione, della dislipidemia, dei disturbi cardiovascolari e dell’infarto, come pure del cancro e di molte altre patologie degenerative. Particolarmente preoccupante è il fenomeno dell’insorgenza della obesità infantile che predispone alla obesità in età adulta e che si accompagna sempre di più a patologie in età pediatrica come l’aumentata insorgenza di diabete e ipertensione.

Per questo, in settimana, alla Camera, abbiamo approvato una mozione sulle iniziative per promuovere una corretta alimentazione, in particolare al fine di prevenire l’obesità infantile. Abbiamo, perciò, impegnato il Governo a mettere in atto, entro sei mesi, concrete iniziative di intervento che consentano la gratuità dei percorsi diagnostici e di prevenzione dell’obesità per i minori di età inferiore ai 12 anni; a predisporre un’attività di monitoraggio uniforme a livello nazionale per misurare il tasso di allattamento al seno in termini di percentuale delle mamme italiane; a predisporre apposite iniziative di lunga prospettiva per la prevenzione e la cura dell’obesità infantile; ad attivarsi, quanto prima, per una rapida adozione di specifiche linee guida in materia, sul modello di altri Paesi europei, che rappresenteranno un primo passo per dare indicazioni pratiche volte ad indirizzare in ma niera uniforme la pediatria italiana, per prima, e le famiglie nella corretta alimentazione; a promuovere politiche per una sana alimentazione tra bambini e adolescenti, riducendo l’assunzione di alimenti non salutari e bevande zuccherate; a implementare le iniziative finalizzate a incentivare l’attività fisica e a ridurre comportamenti sedentari tra bambini e adolescenti; a promuovere la cultura della nutrizione e della salute, anche attraverso le istituzioni scolastiche.

 

Non dimentichiamo le stragi di guerra

Nella fase finale della seconda guerra mondiale, in particolare nel triennio 1943-1945, l’Italia si è liberata dalla dittatura e dall’occupazione straniera anche grazie alla Resistenza, alla Guerra di liberazione e al sacrificio di migliaia di donne e uomini, civili e militari. Ma dobbiamo ricordare anche il sacrificio di decine di migliaia di cittadini trucidati dagli occupanti nazisti e dai militi della Repubblica sociale in Italia e all’estero, in particolare nel corso della fase finale della seconda guerra mondiale e di cui ancora poco diffusa è la conoscenza e la memoria.

Oltre 2.300 fascicoli riguardanti questi eccidi, che hanno causato dai 15 ai 20mila morti per gran parte anziani, donne e bambini, nell’immediato dopoguerra furono sottratti ai magistrati militari territoriali e occultati.

Alcuni processi sono stati celebrati e numerose condanne all’ergastolo comminate, anche se nessun condannato ha poi, nei fatti, scontato un solo giorno di prigione, soprattutto per il rifiuto del Governo della Germania ad applicare l’esecuzione delle pene comminate.

Ecco perché in settimana, alla Camera, abbiamo approvato una mozione sulle iniziative di competenza in relazione alle stragi naziste del 1943-1945, con particolare riferimento all’esecuzione in Germania delle sentenze di condanna emesse dai tribunali italiani. L’atto impegna il Governo ad adoperarsi perché sia assicurata l’esecuzione anche in Germania, sotto il profilo civile e penale, delle sentenze di condanna dei criminali tedeschi, emesse dai tribunali italiani; ad assumere iniziative presso la Repubblica federale tedesca per far sì che ai primi atti di riparazione compiuti facciano seguito iniziative concrete e consistenti volte alla ricostruzione di una memoria storica condivisa e alla riparazione morale per le vittime da parte della Germania, secondo le richieste formulate da molte associazioni e dall’Anpi; ad assumere iniziative per continuare a sostenere l’attuazione dei progetti promossi da enti e associazioni competenti volti a creare una memoria condivisa del tragico passato di guerra degli anni 1943-45; ad attivare tutti gli strumenti volti a favorire la conoscenza e lo studio delle vicende sopra richiamate; ad adottare iniziative atte a facilitare, sostenere e promuovere studi e ricerche storiche, anche a livello territoriale.

 

Firmata l’etichettatura

Il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e quello dello Sviluppo economico Carlo Calenda hanno firmato il decreto interministeriale concernente l’indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattiero-caseari, in attuazione del regolamento Ue relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Ora sarà possibile indicare con chiarezza per il consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte Uht, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini.

La firma è seguita al parere positivo delle Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato e all’intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni. Come avevo già spiegato, con questo nuovo sistema, una vera e propria sperimentazione in Italia, sarà possibile indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti, visto che il provvedimento si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale. Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato.

In fase di approvazione in Commissione Agricoltura della Camera, avevo dichiarato il voto favorevole del Pd, sottolineando come l’intervento fosse atteso da molto tempo dagli operatori del settore e dai consumatori che richiedono maggiore tracciabilità dei prodotti che consumano. Al riguardo ho ricordato anche che in passato era stata scelta la strada dell’indicazione Made in Italy che però non garantiva l’origine delle materie prime. Il decreto è dunque volto a valorizzare la produzione tipica italiana ed è fondamentale per il comparto primario. Su questo ho anche ribadito la grande battaglia condotta in Europa dal Governo italiano nel senso da sempre auspicato pure dalla stessa Commissione.

 

 

Ratifiche prima del ponte

Lunga serie di ratifiche, prima del ponte dell’Immacolata. Abbiamo, infatti, discusso e approvato la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell’Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015; la Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l’8 luglio 2013; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall’altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force, con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014.

Abbiamo poi approvato la Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sui servizi aerei, con Allegato, fatto a Roma il 24 settembre 2002, con Accordo per l’introduzione di emendamenti, fatto a Roma il 16 aprile 2012; b) Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, con Allegati, fatto ad Algeri il 22 gennaio 2013; c) Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam, con Allegati, fatto a Roma il 21 giugno 2013; d) Accordo di cooperazione nel campo dei trasporti marittimi tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, fatto ad Algeri il 14 novembre 2012; e) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla regolamentazione reciproca dell’autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Pristina il 24 luglio 2014; f) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla regolamentazione reciproca dell’autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 19 settembre 1997; g) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di sua altezza serenissima il Principe di Monaco concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Roma l’8 novembre 2012; h) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Montenegro sulla regolamentazione reciproca dell’autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 12 marzo 2014; i) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla regolamentazione reciproca dell’autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto ad Ancona il 15 ottobre 2013; l) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell’Azerbaijan sul trasporto marittimo, fatto a Roma il 14 luglio 2014; m) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Andorra concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Bruxelles il 19 maggio 2015.

Paolo Cova

Al mondo dell’ippica serve chiarezza sulle ipotesi di riforma e gli interventi del Parlamento

Le questioni del mondo dell’ippica italiano sono al centro di un’interrogazione a risposta immediata, in Commissione Agricoltura della Camera, presentata all’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd. Con un decreto ministeriale del 2016 è stata ridefinita la nuova classificazione degli ippodromi italiani, redatta sulla base dei criteri individuati circa un anno fa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ricorda Cova nel documento. “Questi criteri non furono sottoscritti dalle associazioni di categoria e dalle società di corse, mentre alcuni Comuni, proprietari degli ippodromi, presentarono anche ricorso al Tar di Roma”, precisa il parlamentare.

A luglio scorso, il Parlamento ha conferito una delega al Governo per il riassetto del settore ippico da attuare entro il 25 agosto 2017. “La nuova classificazione potrebbe, pertanto, inficiare il lavoro svolto dal Parlamento stabilendo criteri che sarebbero vincolanti anche dopo l’attuazione della delega sulla riforma del settore ippico e penalizzerebbe diversi ippodromi in termini economici ed occupazionali anche dopo l’attuazione della delega – fa presente Cova –. Numerose associazioni di categoria hanno sollevato rilievi e proteste su quella che si prospetta come una classificazione penalizzante in particolare per gli ippodromi che fino ad ora hanno avuto una buona partecipazione di pubblico e un’adesione qualificata nelle corse in programma”.

Classificazione che “non offre risposte alla richiesta del mondo dell’ippica di un intervento mirato e tempestivo del Governo sulla questione, anzi, al contrario la soluzione prospettata rischia di mettere una ipoteca sull’intera filiera produttiva non tenendo in alcun conto dell’indotto di alcuni dei più rinomati ippodromi”.

Per questo nell’interrogazione Cova chiede “quale sia la posizione del Ministero sulla questione e se ritenga opportuno modificare i criteri e il contenuto della nuova classificazione degli ippodromi nazionali, affinché ne scaturisca una nuova definizione che consenta di poter arrivare alla corretta applicazione della riforma del settore ippico italiano”.

Roma, 12 dicembre 2016

Referendum, consultazioni e ritorno al Mattarellum

Dopo alcuni giorni dall’esito del referendum Costituzionale mi sembra opportuno fare alcune considerazioni a freddo su quanto avvenuto.
• Il risultato è netto e chiaro, gli italiani hanno manifestato chiaramente la propria decisione di mantenere il bicameralismo paritario e la stessa organizzazione dello Stato.
• Ritengo giusta la decisione del Presidente del Consiglio di rassegnare le proprie dimissioni proprio perché è stata bocciata la riforma per cui era stato nominato Presidente del Consiglio.
• Concordo con l’invito del Presidente Mattarella di cercare di scrivere una legge elettorale con tutti i gruppi presenti in Parlamento.
• Non ritengo opportuno trascinare all’infinito la discussione; se ,dall’esito delle consultazioni del Presidente Mattarella non c’è una volontà condivisa, è giusto che il PD si faccia carico di questa responsabilità con i gruppi che vogliono dare il loro apporto ed approvi una legge elettorale per la Camera e il Senato e poi si torna ad elezioni immediatamente.
• Sono favorevole a trovare una soluzione alla legge elettorale che preveda un premio di maggioranza e che non si torni ad un proporzionale. In queste ore ho firmato una proposta di legge che restituisca il “ Mattarellum” , una legge che non ha subito giudizi da parte della Corte Costituzionale, una legge che rende contendibile a tutti le elezioni.

News dal Parlamento

Esito Referendum

Nel momento in cui parte questa news dal Parlamento non abbiamo ancora i dati definitivi del Referendum Costituzionale. Rimando alla prossima settimana un commento .

 

 

Ripartiamo dal bilancio

Dopo alcune settimane di discussione, nei giorni scorsi, alla Camera, abbiamo approvato il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019 , la Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e il bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019.

La legge guarda soprattutto agli investimenti, alla produttività e alla coesione sociale. Cercando di perseguire l’obiettivo di rilanciare la crescita, introduce il Pacchetto competitività che punta a rafforzare le imprese e a rilanciare gli investimenti pubblici.

Sul fronte della riduzione delle tasse, diviene operativo il taglio dell’Ires, che passa dal 27,5 al 24 per cento. Si punta anche all’innovazione e al futuro attraverso misure che premiano il merito e valorizzano le potenzialità dei giovani, in particolare per quanto riguarda i settori della cultura, della scuola e dell’Università, ma soprattutto prosegue lo sforzo di sostenere chi ha bisogno, con un aumento delle risorse per la lotta alla povertà e per la sanità e con le misure a favore dei pensionati e delle famiglie con figli. Il bilancio contiene, poi, le misure per affrontare l’emergenza terremoto e la delicata questione migranti.

Complessivamente, considerando anche il Decreto fiscale di ottobre, la manovra per il prossimo triennio ammonta a circa 26,7 miliardi di euro nel 2017, a 23,3 miliardi nel 2018 e a 24,4 miliardi nel 2019.

Per saperne di più sulle principali misure previste, a questo link il dossier preparato dal Gruppo Pd alla Camera.

 

Ex Apa senza risorse regionali

Questa settimana sono dovuto intervenire a favore delle preziose ex Apa lombarde, le associazioni degli allevatori, ancora una volta cadute sotto gli strali dell’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia. L’Associazione allevatori Milano-Lodi ha lamentato il mancato trasferimento di risorse da parte della Regione, costringendo a tagliare i controlli funzionali per la tenuta del libro genealogico e per la selezione genetica. Inoltre, l’assessore è riuscito a far chiudere il servizio di assistenza tecnica agli allevatori; ciononostante ha dato la colpa al Ministero delle Politiche agricole.

Ovviamente, nulla di più sbagliato, considerato che già a giugno il Ministero ha emanato la circolare sul sistema di consulenza aziendale in agricoltura. L’assessore, non nuovo a queste uscite, in una personale lotta contro Roma e il Governo, ha attaccato frontalmente il dirigente dell’Apa che ha denunciato pubblicamente la situazione, definendolo un “funzionario incauto”. Ma questo non è altro che un modo per intimidire chi sta facendo solo il proprio mestiere, per altro molto bene, da anni. Invece, l’esponente leghista avrebbe fatto bene a leggere la circolare e a provvedere a finanziare la consulenza aziendale.

Non solo: la Conferenza Stato-Regioni ha stabilito un riparto di più di 6 milioni di euro. Siamo, cioè, passati da un riparto del 23% dei fondi con i governi di centrodestra, al 28,2% dell’attuale Governo, mentre l’assessore ha fatto solo un’opera di ostruzionismo, proprio in Conferenza Stato-Regioni, opponendosi alle decisioni dei colleghi e per un unico obiettivo: far chiudere il Sata, il sistema di assistenza tecnica delle Apa.

Il “nostro” assessore dovrebbe preoccuparsi di dare la quota regionale per i controlli funzionali e non inventarsi altre scuse. A meno che l’obiettivo sia proprio quello di far decadere queste associazioni lombarde così importanti per il mondo degli allevatori nostrani.

 

Semplice come il vino

In Commissione Agricoltura della Camera abbiamo approvato all’unanimità, in sede legislativa, il testo unico sulla viticoltura e la produzione del vino, che quindi diventa, dopo 30 anni, definitivamente legge. L’obiettivo fondamentale di questa nuova norma, che ha l’appoggio delle sigle del settore, è semplificare, tagliare la burocrazia e quindi valorizzare il patrimonio rappresentato dal vino italiano.

Ricordo solo qualche dato del comparto: nel 2015 il fatturato record è stato di 9,7 miliardi di euro, soprattutto grazie all’export, ovvero 5,4 miliardi. Nel 2016, l’Italia ha conquistato il primato mondiale nella produzione stimata in circa 49 milioni di ettolitri, davanti persino alla Francia, attestatasi su un calo del 10%, quindi su circa 42,9 milioni di ettolitri.

Ora, il testo unico sul vino accorpa in una sola legge di 90 articoli tutte le normative sparse che finora hanno regolato il settore. Tra le novità previste c’è anche un capitolo ad hoc per la salvaguardia dei vigneti storici al fine di promuovere interventi di ripristino, recupero e salvaguardia specialmente nelle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o di particolare pregio paesaggistico.

Il testo unico prevede anche una disciplina dell’attività di enoturismo, che riguarda l’accoglienza e l’ospitalità dei turisti presso vigneti e cantine. Tra le principali novità ci sono poi le semplificazioni per le comunicazioni da effettuare all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari in merito alla planimetria dei locali degli stabilimenti enologici. Ed ancora la facoltà per i vini Dop e Igp di poter apporre in etichetta la denominazione di qualità.

Per quanto riguarda la tutela del patrimonio viticolo nazionale viene stabilito che possono essere impiantate, reimpiantate o innestate soltanto le varietà di uva da vino iscritte al Registro nazionale delle varietà di viti e classificate per le relative aree amministrative come varietà idonee.

C’è anche un capitolo dedicato ai “vigneti eroici e storici”, cioè situati in aree vocate alla coltivazione della vite o su terreni che hanno una pendenza superiore al 30%. Nasce, infine, lo schedario viticolo nel quale registrare tutti i vigneti.

 

Via libera alla canapa

E per contro, la Commissione Agricoltura del Senato ha approvato, in sede deliberante, il disegno di legge sulla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa.

La legge prevede che gli ambiti di utilizzo consentiti per la canapa coltivata siano alimentari e cosmetici, prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori; semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico; materiale destinato alla pratica del sovescio; materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia; materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati; coltivazioni dedicate alle attività didattiche e dimostrative, nonché di ricerca da parte di istituti pubblici o privati; coltivazioni destinate al florovivaismo.

I controlli sui campi sono effettuati dal Corpo forestale dello Stato, mentre il Ministero delle politiche agricole, compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato, destina annualmente una quota delle risorse disponibili a valere sui piani nazionali di settore di propria competenza, nel limite massimo di 700mila euro, per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa. Vengono, infine, promosse azioni di formazione in favore di coloro che operano nella filiera della canapa e diffondono, attraverso specifici canali informativi, la conoscenza delle sue proprietà e dei suoi utilizzi nel campo agronomico, agroindustriale, nutraceutico, della bioedilizia, della biocomponentistica e del confezionamento.

Paolo Cova

 

Il Sicomoro

Carissime e carissimi,

    il Sicomoro esce affrontando ancora il tema del Referendum con un mio articolo sulla responsabilità al voto. Ma trovate anche approfondimenti su alternanza scuola-lavoro, ambiente.

Se lo vuoi leggere clicca Sicomoro

  Con alcune persone dell’Associazionismo e delle istituzioni abbiamo preparato anche un Appello al voto con alcune motivazioni.

Sperando di poterti essere di aiuto se lo vuoi leggere clicca su Appello

  Ciao

Paolo Cova

 

Ex Apa lombarde: l’assessore leghista blocca le risorse. A rischio un servizio utilissimo e di qualità

È ancora scontro tra le ex Apa lombarde​, le associazioni degli allevatori, e l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia. L’Associazione allevatori Milano-Lodi ha lamentato il mancato trasferimento di risorse da parte della Regione, costringendo a tagliare ​i controlli funzionali per la tenuta del libro genealogico e per la selezione​ genetica,​ proprio perché le risorse regionali non sono arrivate. “Inoltre, l’assessore è riuscito a far chiudere il servizio di assistenza tecnica agli allevatori – denuncia l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd –. Per Fava, però, la colpa è del Ministero delle Politiche agricole”.

Ma Cova precisa: “Niente di più sbagliato, considerato che già a giugno il Ministero ha emanato la circolare sul sistema di consulenza aziendale in agricoltura. Invece di attaccare il dirigente dell’Apa che ha denunciato pubblicamente la situazione, l’assessore avrebbe fatto bene a leggere la circolare e a provvedere a finanziare la consulenza aziendale”.

Inoltre, “la Conferenza Stato-Regioni ha stabilito un riparto di​ più di​ 6 milioni di euro – fa sapere ancora Cova –. Siamo passati da un riparto del 23% dei fondi con i governi di centrodestra al 28,2% dell’attuale Governo, mentre l’assessore ha fatto solo un’opera di ostruzionismo in Conferenza Stato-Regioni, opponendosi alle decisioni delle altre Regioni per un unico obiettivo: far chiudere il​ Sata, il sistema di assistenza tecnica delle Apa”.
Anzi, rincara il parlamentare Pd, “Fava si preoccupi di dare la quota regionale per i controlli funzionali e non trovi altre scuse. A meno che l’obiettivo sia proprio quello di far decadere queste associazioni lombarde così importanti per il mondo degli allevatori nostrani”.

Infine, un commento al modo con cui “l’assessore apostrofa il dirigente Apa, definendolo un ‘funzionario incauto’. Non è altro che un modo per intimidire chi sta facendo solo il proprio mestiere, per altro molto bene, da anni”.

Roma, 30 novembre 2016

News dal Parlamento

Più chiarezza in etichetta

Questa settimana, alla Camera, abbiamo continuato l’esame della legge di bilancio 2017. Con 348 voti a favore e 144 contrari abbiamo votato la questione di fiducia posta, a nome del Governo, dalla Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, sull’approvazione dell’articolo 1 del disegno di legge. Abbiamo, quindi, concluso l’esame degli articoli e degli ordini del giorno presentati. Lunedì 28 novembre è previsto il voto finale.

Intanto, con grande soddisfazione, annuncio che il Decreto su etichettatura del latte e dei prodotti lattiero-caseari è arrivato alla Camera, dove verrà espresso il parere delle Commissioni competenti. Si tratta di un passo avanti notevole e importante che era stato richiesto da anni dai produttori di latte. Ed è un intervento strutturale sulla tracciabilità del prodotto e a garanzia dei consumatori. Questo Governo e questo Parlamento hanno fatto un grande servizio agli allevatori e ai consumatori perseguendo l’obiettivo assieme all’Unione europea. Ora siamo vicini alla sua applicazione, dopo il parere della Camera e del Senato.

Tecnicamente è previsto un periodo di prova fino al 2019 ed entro 180 giorni l’industria di trasformazione deve mettersi in regola con il sistema di etichettatura. Più nel dettaglio, l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari prevede l’utilizzo in etichetta di alcune diciture: dovranno essere indicati il Paese di mungitura e il Paese di condizionamento o di trasformazione. Nel caso in cui coincidano, basterà scrivere “origine del latte” e, accanto, il nome del Paese. Nel caso in cui le operazioni avvengano in più Paesi, bisogna indicare se fanno parte o meno della Ue.

E per favorire una migliore informazione dei consumatori, il Ministero delle Politiche agricole può fare campagne di promozione dei sistemi di etichettatura, ma soprattutto le indicazioni sull’origine devono essere indelebili e riportate in etichetta in modo da essere visibili e facilmente leggibili, cioè non devono essere in nessun modo nascoste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni. Insomma, la massima trasparenza alla base di tutto.

 

Gli ultimi appuntamenti sul referendum

Giovedì 1 dicembre, dalle 21 alle 23, sarò alla parrocchia San Giovanni Laterano, in piazza Bernini, a Milano, per partecipare all’incontro “Le ragioni del Sì e le ragioni del No – Capire per scegliere”. Assieme a me, a parlare di referendum costituzionale, ci sarà Matteo Forte, consigliere comunale. Coordinerà la serata Caterina Antola, presidente del Municipio 3.

Qui la locandina

 

 

LA RIFORMA PASSO PASSO

 

Dal Presidente della Repubblica al Cnel

E infine l’ultima parte della riforma letta passaggio per passaggio.

 

Testo vigente art.83 Testo modificato art.83
Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. identico
All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato. Abrogato
L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea.

Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi della assemblea. Dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell’assemblea. Dal settimo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti.

 

 

 

 

Testo vigente art.99 Testo modificato art.99
Il Consiglio nazionale dell’economia edel lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa Abrogato
È organo di consulenza delle Cameree del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Abrogato
Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge. Abrogato

 

 

 

Commento

Presidente della Repubblica

L’articolo 21 del testo di legge costituzionale interviene sull’elezione del Presidente della Repubblica, ovvero l’articolo 83 della Costituzione, da parte del Parlamento in seduta comune. In particolare, viene soppressa la vigente previsione che dispone che all’elezione del Presidente della Repubblica partecipino anche tre delegati regionali (uno per la Valle d’Aosta), alla luce della nuova composizione del Senato di cui fanno parte i rappresentanti delle Regioni e degli enti locali. Inoltre, viene modificato il sistema dei quorum per l’elezione del Capo dello Stato da parte del Parlamento in seduta comune, prevedendo la maggioranza dei due terzi dei componenti per i primi tre scrutini; la maggioranza dei tre quinti dei componenti dal quarto scrutinio; la maggioranza dei tre quinti dei votanti dal settimo scrutinio. Attualmente, per i primi tre scrutini è necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti, mentre dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. Il testo approvato dal Senato in prima lettura prevedeva sempre la maggioranza dei due terzi dell’assemblea fino al terzo scrutinio, dal quarto la maggioranza dei tre quinti e, a partire dal nono scrutinio, la maggioranza assoluta.

L’articolo 22 del testo di legge costituzionale modifica l’articolo 85 della Costituzione sopprimendo, in primo luogo, il riferimento alla convocazione dei delegati regionali per l’elezione del Presidente della Repubblica, in linea con il nuovo articolo 83. Inoltre, è confermata la vigente previsione costituzionale che stabilisce che quando il Parlamento si riunisce in seduta comune il Presidente e l’Ufficio di presidenza sono quelli della Camera dei deputati (art. 63 della Costituzione). Al contempo, peraltro, è attribuito al Presidente del Senato il compito di convocare e presiedere il Parlamento in seduta comune per l’elezione, quando il Presidente della Camera esercita le funzioni del Presidente della Repubblica, nel caso in cui questi non possa adempierle. Infine, si interviene sulla disciplina della convocazione del Parlamento in seduta comune per procedere all’elezione del Presidente del la Repubblica nel caso di scioglimento o quando manchino meno di tre mesi alla sua cessazione, facendo riferimento allo scioglimento della sola Camera dei deputati, in quanto per il nuovo Senato, in considerazione della nuova composizione, non è previsto scioglimento.

L’articolo 23 del testo di legge costituzionale modifica l’articolo 86 della Costituzione in materia di esercizio delle funzioni del Presidente della Repubblica, in caso egli non possa adempierle, e di convocazione del collegio elettorale per l’elezione del nuovo Presidente, in caso di impedimento permanente, morte o dimissioni. In particolare, è novellato il primo comma, prevedendo che l’organo chiamato ad assumere la supplenza sia non più il Presidente del Senato, ma quello della Camera. È modificato, di conseguenza, il secondo comma attribuendo al Presidente del Senato (e non più a quello della Camera come previsto nella formulazione vigente) il compito di convocare il Parlamento in seduta comune per l’elezione del Presidente della Repubblica in caso di impedimento permanente, morte o dimissioni di quest’ultimo.

 

Scioglimento della Camera e rapporto di fiducia

L’articolo 24 del testo di legge costituzionale novella l’articolo 88 della Costituzione riferendo il potere di scioglimento del Presidente della Repubblica alla sola Camera dei deputati, in quanto il Senato diviene organo a rinnovo parziale, non sottoposto a scioglimento. L’articolo 25 del testo di legge costituzionale modifica l’articolo 94, che disciplina la fiducia al Governo. In considerazione delle modifiche apportate dall’articolo 1 del disegno di legge all’articolo 55, che attribuiscono alla sola Camera dei deputati la titolarità del rapporto di fiducia con il Governo, vengono di conseguenza adeguate le previsioni dell’articolo 94 che attualmente fanno riferimento ad entrambe le Camere. Il Senato della Repubblica resta quindi esterno al rapporto di fiducia, che si instaura solo tra il Governo e la Camera dei deputati.

 

Reati ministeriali

L’articolo 26 del testo di legge costituzionale novella l’articolo 96 della Costituzione, limitando alla sola Camera il potere di autorizzare la sottoposizione del Presidente del Consiglio e dei Ministri alla giurisdizione ordinaria per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni.

 

Principi sull’amministrazione

L’articolo 27 del testo di legge costituzionale modifica il secondo comma dell’articolo 97 della Costituzione: il testo vigente afferma che le leggi sull’amministrazione (attività e organizzazione dei pubblici uffici) debbono assicurare il rispetto del buon andamento e dell’imparzialità dell’amministrazione. L’intervento emendativo aggiunge a questi due principi anche quello della trasparenza.

 

Soppressione del Cnel

L’articolo 28 del testo di legge costituzionale abroga integralmente l’articolo 99 che prevede, quale organo di rilevanza costituzionale, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Le disposizioni finali e transitorie definiscono i profili amministrativi della soppressione del Cnel, prevedendo la nomina di un commissario straordinario entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, a cui affidare la gestione per la liquidazione e la riallocazione del personale presso la Corte dei Conti.

Paolo Cova

Latte e caseari: arriva l’etichetta con l’indicazione di origine e di lavorazione. Tempi stretti per mettersi in regola

Il Decreto su etichettatura del latte e dei prodotti lattiero-caseari è arrivato alla Camera, dove verrà espresso il parere delle Commissioni competenti. L’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, si dice soddisfatto del risultato raggiunto: “Si tratta di un passo avanti notevole e importante che era stato richiesto da anni dai produttori di latte – commenta –. Ed è un intervento strutturale sulla tracciabilità del prodotto e a garanzia dei consumatori. Questo Governo e questo Parlamento hanno fatto un grande servizio agli allevatori e ai consumatori, appunto, perseguendo questo obiettivo assieme all’Unione europea. Ora siamo vicini alla sua applicazione, dopo il parere della Camera e del Senato”.

Tecnicamente è previsto “un periodo di prova fino al 2019 ed entro 180 giorni l’industria di trasformazione deve mettersi in regola con il sistema di etichettatura”, sintetizza Cova.

Più nel dettaglio, l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari prevede l’utilizzo in etichetta di alcune diciture: “Dovranno essere indicati il Paese di mungitura e il Paese di condizionamento o di trasformazione – spiega ancora il parlamentare Pd –. Nel caso in cui coincidano, basta scrivere ‘origine del latte’ e, accanto, il nome del Paese. Nel caso in cui le operazioni avvengano in più Paesi, bisogna indicare se fanno parte o meno della Ue”.

E per favorire una migliore informazione dei consumatori, “il Ministero delle Politiche agricole può fare campagne di promozione dei sistemi di etichettatura, ma soprattutto le indicazioni sull’origine devono essere indelebili e riportate in etichetta in modo da essere visibili e facilmente leggibili, cioè non devono essere in nessun modo nascoste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni. Insomma, la massima trasparenza alla base di tutto”, conclude Cova.

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Pubblicato Decreto Etichettatura Latte

Roma, 25 novembre 2016

Pubblicato Decreto Etichettatura Latte

Il Decreto su etichettatura del latte e dei prodotti lattiero caseari è arrivato alla Camera dove verrà espresso il parere delle Commissioni competenti.
Un notevole passo in avanti che è stato richiesto dai produttori latte da anni. Questo Governo e questo Parlamento hanno perseguito questo obiettivo con l’Unione Europea ed ora siamo ad un passo dalla sua applicazione dopo il parere della Camera e del Senato.
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