News dal Parlamento

Esito Referendum

Nel momento in cui parte questa news dal Parlamento non abbiamo ancora i dati definitivi del Referendum Costituzionale. Rimando alla prossima settimana un commento .

 

 

Ripartiamo dal bilancio

Dopo alcune settimane di discussione, nei giorni scorsi, alla Camera, abbiamo approvato il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019 , la Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e il bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019.

La legge guarda soprattutto agli investimenti, alla produttività e alla coesione sociale. Cercando di perseguire l’obiettivo di rilanciare la crescita, introduce il Pacchetto competitività che punta a rafforzare le imprese e a rilanciare gli investimenti pubblici.

Sul fronte della riduzione delle tasse, diviene operativo il taglio dell’Ires, che passa dal 27,5 al 24 per cento. Si punta anche all’innovazione e al futuro attraverso misure che premiano il merito e valorizzano le potenzialità dei giovani, in particolare per quanto riguarda i settori della cultura, della scuola e dell’Università, ma soprattutto prosegue lo sforzo di sostenere chi ha bisogno, con un aumento delle risorse per la lotta alla povertà e per la sanità e con le misure a favore dei pensionati e delle famiglie con figli. Il bilancio contiene, poi, le misure per affrontare l’emergenza terremoto e la delicata questione migranti.

Complessivamente, considerando anche il Decreto fiscale di ottobre, la manovra per il prossimo triennio ammonta a circa 26,7 miliardi di euro nel 2017, a 23,3 miliardi nel 2018 e a 24,4 miliardi nel 2019.

Per saperne di più sulle principali misure previste, a questo link il dossier preparato dal Gruppo Pd alla Camera.

 

Ex Apa senza risorse regionali

Questa settimana sono dovuto intervenire a favore delle preziose ex Apa lombarde, le associazioni degli allevatori, ancora una volta cadute sotto gli strali dell’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia. L’Associazione allevatori Milano-Lodi ha lamentato il mancato trasferimento di risorse da parte della Regione, costringendo a tagliare i controlli funzionali per la tenuta del libro genealogico e per la selezione genetica. Inoltre, l’assessore è riuscito a far chiudere il servizio di assistenza tecnica agli allevatori; ciononostante ha dato la colpa al Ministero delle Politiche agricole.

Ovviamente, nulla di più sbagliato, considerato che già a giugno il Ministero ha emanato la circolare sul sistema di consulenza aziendale in agricoltura. L’assessore, non nuovo a queste uscite, in una personale lotta contro Roma e il Governo, ha attaccato frontalmente il dirigente dell’Apa che ha denunciato pubblicamente la situazione, definendolo un “funzionario incauto”. Ma questo non è altro che un modo per intimidire chi sta facendo solo il proprio mestiere, per altro molto bene, da anni. Invece, l’esponente leghista avrebbe fatto bene a leggere la circolare e a provvedere a finanziare la consulenza aziendale.

Non solo: la Conferenza Stato-Regioni ha stabilito un riparto di più di 6 milioni di euro. Siamo, cioè, passati da un riparto del 23% dei fondi con i governi di centrodestra, al 28,2% dell’attuale Governo, mentre l’assessore ha fatto solo un’opera di ostruzionismo, proprio in Conferenza Stato-Regioni, opponendosi alle decisioni dei colleghi e per un unico obiettivo: far chiudere il Sata, il sistema di assistenza tecnica delle Apa.

Il “nostro” assessore dovrebbe preoccuparsi di dare la quota regionale per i controlli funzionali e non inventarsi altre scuse. A meno che l’obiettivo sia proprio quello di far decadere queste associazioni lombarde così importanti per il mondo degli allevatori nostrani.

 

Semplice come il vino

In Commissione Agricoltura della Camera abbiamo approvato all’unanimità, in sede legislativa, il testo unico sulla viticoltura e la produzione del vino, che quindi diventa, dopo 30 anni, definitivamente legge. L’obiettivo fondamentale di questa nuova norma, che ha l’appoggio delle sigle del settore, è semplificare, tagliare la burocrazia e quindi valorizzare il patrimonio rappresentato dal vino italiano.

Ricordo solo qualche dato del comparto: nel 2015 il fatturato record è stato di 9,7 miliardi di euro, soprattutto grazie all’export, ovvero 5,4 miliardi. Nel 2016, l’Italia ha conquistato il primato mondiale nella produzione stimata in circa 49 milioni di ettolitri, davanti persino alla Francia, attestatasi su un calo del 10%, quindi su circa 42,9 milioni di ettolitri.

Ora, il testo unico sul vino accorpa in una sola legge di 90 articoli tutte le normative sparse che finora hanno regolato il settore. Tra le novità previste c’è anche un capitolo ad hoc per la salvaguardia dei vigneti storici al fine di promuovere interventi di ripristino, recupero e salvaguardia specialmente nelle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o di particolare pregio paesaggistico.

Il testo unico prevede anche una disciplina dell’attività di enoturismo, che riguarda l’accoglienza e l’ospitalità dei turisti presso vigneti e cantine. Tra le principali novità ci sono poi le semplificazioni per le comunicazioni da effettuare all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari in merito alla planimetria dei locali degli stabilimenti enologici. Ed ancora la facoltà per i vini Dop e Igp di poter apporre in etichetta la denominazione di qualità.

Per quanto riguarda la tutela del patrimonio viticolo nazionale viene stabilito che possono essere impiantate, reimpiantate o innestate soltanto le varietà di uva da vino iscritte al Registro nazionale delle varietà di viti e classificate per le relative aree amministrative come varietà idonee.

C’è anche un capitolo dedicato ai “vigneti eroici e storici”, cioè situati in aree vocate alla coltivazione della vite o su terreni che hanno una pendenza superiore al 30%. Nasce, infine, lo schedario viticolo nel quale registrare tutti i vigneti.

 

Via libera alla canapa

E per contro, la Commissione Agricoltura del Senato ha approvato, in sede deliberante, il disegno di legge sulla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa.

La legge prevede che gli ambiti di utilizzo consentiti per la canapa coltivata siano alimentari e cosmetici, prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori; semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico; materiale destinato alla pratica del sovescio; materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia; materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati; coltivazioni dedicate alle attività didattiche e dimostrative, nonché di ricerca da parte di istituti pubblici o privati; coltivazioni destinate al florovivaismo.

I controlli sui campi sono effettuati dal Corpo forestale dello Stato, mentre il Ministero delle politiche agricole, compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato, destina annualmente una quota delle risorse disponibili a valere sui piani nazionali di settore di propria competenza, nel limite massimo di 700mila euro, per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa. Vengono, infine, promosse azioni di formazione in favore di coloro che operano nella filiera della canapa e diffondono, attraverso specifici canali informativi, la conoscenza delle sue proprietà e dei suoi utilizzi nel campo agronomico, agroindustriale, nutraceutico, della bioedilizia, della biocomponentistica e del confezionamento.

Paolo Cova