On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico
COMUNICATO STAMPA
On. Cova: “Uova contaminate: urgente porre in sede Ue la questione dell’etichettatura degli alimenti”
La notizia che anche in Italia vi sarebbero due campioni positivi di uova contaminate con l’insetticida Fipronil, ha spinto l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, a sollecitare la questione etichettatura anche a livello europeo.
“È quanto mai urgente porre in sede Ue la questione dell’etichettatura dei prodotti alimentari che contengono uova, per giungere alla definizione di un nuovo sistema di tracciabilità maggiormente trasparente e vincolante, che certifichi ai consumatori la provenienza e la qualità delle materie prime impiegate – invita Cova –. Già è stato fatto per alcuni alimenti, ora questo campanello d’allarme deve indurci a intervenire per le uova. Anche il rispetto dell’uso dei farmaci deve essere omogeneo in tutta Europa, come noi ci impegniamo per la tracciabilità del nostro farmaco”.
vi invio i miei auguri per alcuni giorni di riposo e ne approfitto per consegnarvi un piccolo brano suggeritomi da un lettore delle mie news e che mi sembra possa essere uno spunto di riflessione per questo periodo estivo.
Nel 390-360 a.c. Platone nel VIII libro de “La Repubblica” scriveva…
La sete di libertà
Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà,si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistonoalle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni.E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padreimpaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è piùrispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui,che i giovani pretendano gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi, e questi, per non parere troppo severi, danno ragione ai giovani.In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi èpiù riguardo per nessuno.In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia.
Prima della pausa estiva, alla Camera abbiamo approvato il decreto legge recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, il quale contiene misure finalizzate a favorire la crescita economica ed occupazionale nelle regioni del Sud.
Quattro sono le priorità: l’introduzione di nuovi strumenti per incentivare i giovani imprenditori e per il sostegno alla nascita e alla crescita di imprese; l’individuazione di aree geografiche (Zes) dove favorire l’insediamento agevolato di imprese; la semplificazione e la velocizzazione di taluni procedimenti amministrativi, con particolare riguardo alla realizzazione di investimenti e all’operatività degli enti territoriali; il sostegno alla formazione, all’occupazione e alla riduzione delle situazioni di disagio sociale.
Gli interventi in favore dei giovani e per la nascita di nuove imprese si articolano intorno a 2 importanti interventi: “Resto al sud”, per favorire la permanenza nel Mezzogiorno di giovani imprenditori, di età compresa fra 18 e 35 anni, che non dispongono di mezzi propri per avviare un’attività produttiva; una procedura sperimentale per l’individuazione delle terre abbandonate e incolte e di beni immobili in stato di abbandono che possono essere concesse, per la durata di nove anni rinnovabili una volta, ai giovani per rafforzare le loro opportunità occupazionali e di reddito.
Le Zone economiche speciali sono, invece, aree geograficamente delimitate all’interno delle quali sono riconosciute, alle imprese che vi si insediano, condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi. Secondo quanto previsto, le Zes si concentreranno nelle aree portuali e nelle aree ad esse economicamente collegate.
Altro punto centrale del provvedimento sono le semplificazioni, finalizzate all’accelerazione degli investimenti pubblici e privati. Mentre in relazione agli interventi per la coesione territoriale si introducono disposizioni per favorire la ricollocazione dei lavoratori espulsi dai processi produttivi, per contrastare la povertà educativa minorile e la dispersione scolastica, e per affrontare situazioni di particolare degrado in comuni dove si registra una massiva concentrazione di cittadini stranieri.
Cosa succederà con la Libia
Questa settimana abbiamo affrontato e discusso la relazione delle Commissioni Affari esteri e comunitari e Difesa sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell’Italia alla missione internazionale in supporto alla Guardia Costiera libica, al termine della quale abbiamo approvato una risoluzione.
L’atto autorizza la partecipazione e impegna il Governo a continuare tutte le azioni di cooperazione, dialogo e diplomazia con i Paesi del confine meridionale della Libia e con i Paesi di provenienza dei flussi migratori, cercando con essi soluzioni più adeguate alla risoluzione del problema; a operare a livello diplomatico nelle opportune sedi internazionali e nell’ambito delle relazioni bilaterali affinché nessuna iniziativa unilaterale non coordinata possa pregiudicare l’efficacia della missione; a continuare ad attivare da subito ogni iniziativa diplomatica per smantellare il modello di business delle reti del traffico e della tratta di esseri umani; a determinare conseguenze concrete per quelle organizzazioni non governative che, non sottoscrivendo il codice di condotta, si sono poste fuori dal sistema organizzato di soccorso in mare; a concordare con le autorità libiche intese tecniche stringenti con riferiment o alla destinazione dei migranti soccorsi in mare; a sostenere al più presto l’istituzione di centri di protezione e assistenza nel territorio libico per i migranti soccorsi in mare; in parallelo, a continuare ad elaborare programmi operativi e progetti di cooperazione in territorio africano nelle aree di partenza e passaggio del flusso migratorio al fine di ridurre la pressione sulle coste libiche; a velocizzare l’esame delle richieste di asilo e provvedere alle operazioni di rimpatrio dei migranti che non ne hanno diritto; ad assumere tutte le misure possibili affinché la gestione dei migranti, senza distinzioni tra richiedenti asilo e migranti economici, da parte delle autorità libiche avvenga nel rispetto degli standard di diritto umanitario internazionale.
I Risparmi della Camera dei Deputati
Il Conto consuntivo per l’anno finanziario 2016 e il Progetto di bilancio per l’anno finanziario 2017 della Camera dei deputati sono stati votati sempre in questi giorni. E dai documenti è emerso che nel 2017 la Camera restituirà al bilancio dello Stato 80 milioni di euro: si tratta della restituzione più consistente mai operata da Montecitorio.
Le restituzioni complessivamente operate a favore del bilancio dello Stato, nella legislatura in corso, ammonteranno così a 200 milioni di euro. Aggiungendo a questa somma i 150 milioni di euro rispetto alla previsione di bilancio dello Stato nel triennio 2013-2015, i contribuenti avranno risparmiato, per il funzionamento della Camera, dal 2013 al 2017, 350 milioni di euro.
Sempre nel 2017, la spesa per il funzionamento della Camera, che ammonta a 950,4 milioni di euro, scende di 15,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente. È così che, per il sesto esercizio consecutivo, la spesa segna una riduzione rispetto al picco massimo registrato nel 2011: anche questo è un risultato per larga parte realizzatosi nel corso della XVII legislatura. Inoltre, sempre al netto delle restituzioni al bilancio dello Stato, la spesa di funzionamento per il 2017, detratti gli oneri previdenziali, è pari a 551,4 milioni di euro, inferiore del 2,57 per cento rispetto all’anno precedente.
Tutti i risparmi sopracitati sono il frutto di una gestione oculata della Camera, consentendo comunque lo svolgimento della reale attività politica a salvaguardia della democrazia.
Fincantieri, l’Italia non molla
Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo economico, ha riferito, questa settimana, alla Camera sulla vicenda dell’acquisizione da parte di Fincantieri dei cantieri navali Stx Saint-Nazaire. Il Ministro ci ha spiegato che Stx France, dopo varie vicende, si è venuta a trovare sotto il controllo della coreana Stx Offshore & Shipbuilding, che deteneva il 66,66 per cento delle azioni dei cantieri di Saint-Nazaire, in partecipazione con lo Stato francese, che aveva il 33,33 per cento dell’impresa. I cantieri francesi, a causa delle difficoltà economiche e finanziarie della controllante, sono stati messi in vendita. Il 19 ottobre 2016 il tribunale di Seul ha avviato la procedura pubblica di vendita delle quote di Stx France in capo al gruppo coreano Stx in amministrazione controllata. Fincantieri, in accordo con il Governo francese, il 27 dicembre 2016 ha presentato la sua offerta vincolante sulla base di un prezzo di 80 milioni di eu ro. Il 3 gennaio 2017 Fincantieri è stata selezionata come preferred bidder dal tribunale di Seul, essendo peraltro stata l’unica ad aver presentato un’offerta. Dopo mesi di trattative, il 12 aprile scorso Fincantieri ha firmato con il Governo francese un accordo che definiva la struttura della compagine azionaria, gli elementi fondamentali della governance e le linee guida del piano industriale. Il Governo francese, tuttavia, manteneva il diritto di prelazione sull’acquisizione esercitabile entro il 29 luglio.
In dettaglio, l’accordo prevedeva una compagine azionaria ripartita tra Fincantieri, con il 48,66 per cento delle azioni; un’istituzione finanziaria italiana, identificata nella Fondazione CrTrieste, con il 6 per cento; il Governo francese, con il 33,34; Dcns, oggi Naval Group, con il 12 per cento.
Il 19 maggio scorso, Fincantieri ha firmato il contratto di acquisto. Il 31 maggio il Presidente Macron ha manifestato la volontà di rivedere gli accordi sottoscritti tra il gruppo italiano e il Governo Hollande, dando, di fatto, mandato al Ministro dell’economia di avviare con gli interlocutori italiani un ulteriore confronto, che ha avuto luogo lo scorso 5 giugno a Roma.
In quella sede l’Italia ha chiarito che riteneva la sostanza dell’accordo preso con il precedente Governo non modificabile. La vicenda ha preso una brusca accelerazione lo scorso 27 luglio, data in cui il Governo francese ha annunciato di voler esercitare il diritto di prelazione. La posizione del Governo italiano è stata sempre ferma e chiara: l’Italia e Fincantieri hanno dato tutte le garanzie quanto al mantenimento dell’occupazione e alla protezione delle tecnologie. E non si muoveranno di un millimetro dalla posizione sul controllo dei cantieri.
Il professionista non va in pensione
La Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani ha denunciato la mancata applicazione di un emendamento alla legge di Bilancio 2017 che consente di cumulare tra di loro, gratuitamente, i versamenti di contributi effettuati a diverse gestioni. Con questa norma i lavoratori iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria, come la gestione separata dell’Inps e contemporaneamente le casse professionali, possono esercitare il cumulo dei periodi assicurativi.
Le Casse professionali, come nel caso di quella dei veterinari (Enpav), devono perciò comunicare con lettera formale al Ministero del Lavoro e all’Inps l’accettazione delle domande di cumulo dei propri iscritti, come previsto dalla normativa.
In caso contrario, l’Inps non può attivarsi per il pagamento delle pensioni. Il risultato è che ci sono professionisti che potrebbero già essere in pensione, ma stanno ancora attendendo.
Noi abbiamo fatto di tutto perché venisse sanata questa anomalia nella legge di bilancio, ma adesso siamo allibiti, perché gli enti previdenziali non rispettano le regole. Il diritto resta sulla carta, ma la colpa è solo e unicamente degli enti previdenziali e il meccanismo riguarda tutte le casse dei liberi professionisti.
La Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani denuncia la mancata applicazione di un emendamento alla legge di Bilancio 2017 che consente di cumulare tra di loro, gratuitamente, i versamenti di contributi effettuati a diverse gestioni. Con questa norma i lavoratori iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria, come la gestione separata dell’Inps e contemporaneamente le casse professionali, possono esercitare il cumulo dei periodi assicurativi.
“Ma se le Casse Professionali, come nel caso di quella dei veterinari (Enpav), non comunicano con lettera formale al Ministero del Lavoro e all’Inps che accetteranno le domande di cumulo dei propri iscritti, non si può applicare”, denuncia l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd.
Perciò, “se non viene mandata avanti questa documentazione, l’Inps non può attivarsi per il pagamento delle pensioni. Il risultato è che ci sono professionisti che potrebbero già essere in pensione, ma stanno ancora attendendo”, denuncia a sua volta Cova.
“Noi abbiamo fatto di tutto perché venisse sanata questa anomalia nella legge di bilancio, ma adesso siamo allibiti, perché gli Enti Previdenziali non rispettano le regole. Il diritto resta sulla carta, ma la colpa è solo e unicamente degli enti previdenziali. E il meccanismo riguarda tutte le casse dei liberi professionisti”, fa sapere il parlamentare Pd.
Si è fatto un gran discutere questa settimana dei due provvedimenti che abbiamo approvato alla Camera. Per questo, come sempre, mi piace riportare un po’ di chiarezza nella discussione. La prima, importante proposta di legge è sulle Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali.
Punto primo: con questa legge vengono ricalcolati i vitalizi anche per gli ex parlamentari che sono gli unici a cui è rimasto. Punto secondo: si equipara il trattamento pensionistico di deputati e senatori a quello dei dipendenti pubblici.
L’obiettivo della legge è cioè ricalcolare con un criterio totalmente contributivo anche l’importo delle pensioni attualmente erogate agli ex parlamentari. Premesso che la riforma del 2012 ha già abolito i vitalizi e dunque i trattamenti pensionistici per i parlamentari in carica dall’attuale legislatura sono già calcolati con il contributivo (banalmente, tanto versi, tanto avrai, come qualsiasi altro lavoratore), dall’entrata in vigore della legge tutti i parlamentari, passati, attuali e futuri, percepiranno pensioni calcolate secondo i principi legge Fornero. Questo comporta, per chi sarà parlamentare dalla prossima legislatura, un innalzamento dei requisiti anagrafici richiesti per l’accesso al sistema pensionistico, che saranno identici a tutti gli altri dipendenti pubblici.
Ovvero, i parlamentari eletti dalla prossima legislatura percepiranno la pensione, come tutti gli altri lavoratori, a 66 anni e 7 mesi. L’importo delle 12 mensilità sarà quello ottenuto moltiplicando il montante contributivo individuale per i coefficienti di trasformazione in vigore per i lavoratori dipendenti e autonomi. Per i deputati della presente e delle scorse legislature valgono invece le regole della riforma del 2012: 65 anni per una sola legislatura, 60 anni per chi ne ha più di una. Inoltre, i contributi versati dai parlamentari saranno gestiti dalle Camere. L’erogazione degli assegni resta in capo al Parlamento.
Non solo: aumentano i casi di sospensione nell’erogazione della pensione. Ora viene sospesa nel caso in cui l’ex parlamentare assuma una qualunque carica pubblica o all’interno di enti pubblici o enti privati in controllo pubblico. Prima la sospensione scattava solo se il parlamentare era rieletto in Parlamento, nazionale o europeo, in un consiglio regionale, nominato componente del Governo, assessore regionale o titolare di incarico istituzionale per il quale la Costituzione o altra legge costituzionale prevede l’incompatibilità con il mandato parlamentare. La pensione di reversibilità è totalmente equiparata alle regole della legge Fornero.
E le Regioni si devono adeguare ai principi della legge, altrimenti arriverà un taglio del 50% delle somme previste nei bilanci per questa voce. In ciò devo dire che la Lombardia aveva già fatto dei passi avanti in questo senso addirittura nella scorsa legislatura.
Questo è quanto. Tutto il resto sono chiacchiere.
Vaccini: ecco come funziona
Altro tema, altra polemica. Con aggressione: dopo che abbiamo approvato la Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, alcuni colleghi sono stati aggrediti all’uscita da Montecitorio da persone che credono nella democrazia e nella libertà di scelta, ma non consentono ad altri di scegliere e votare liberamente. Comunque la si pensi, arrivare allo squadrismo fascista direi proprio che non è il caso.
Cosa dice questa legge? Dopo che in questi mesi sono state diffuse molte notizie false, prive di qualunque fondamento scientifico, che hanno descritto i vaccini come pericolosi per la salute, abbiamo deciso comunque di farci carico delle preoccupazioni, andando a recepire le indicazioni di tutta la comunità scientifica, nazionale e internazionale. Perciò, con l’unico scopo – ripeto: l’unico scopo – di proteggere la salute dei nostri figli, abbiamo reso obbligatori 10 vaccini, anziché 4 come prima, e ne vengono individuati altri quattro consigliati e raccomandati, ma di libera scelta.
Ma vorrei essere chiaro: perché è così importante vaccinarsi? Perché al contrario di un normale farmaco che tutela la salute del singolo, i vaccini oltre al singolo tutelano anche l’intera comunità, la cosiddetta immunità di gregge, e rappresentano una prevenzione di sanità pubblica.
Nel dettaglio, i vaccini obbligatori sono l’anti-poliomielitica, l’anti-difterica, l’anti-tetanica, l’anti-epatite B, l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae di tipo b. Quelli obbligatori “a tempo”, cioè solo fino al 2020, sono l’anti-morbillo; l’anti-rosolia; l’anti-parotite; l’anti-varicella. Quelli consigliati sono l’anti-meningococcica B e C; l’anti-pneumococcica; l’anti-rotavirus. Le dieci vaccinazioni obbligatorie saranno realizzate attraverso due sole somministrazioni, una esavalente e una quadrivalente.
Inoltre, chi è già immune da alcune malattie, potrà ricevere somministrazioni singole. L’obbligatorietà riguarda i bambini da 0 a 16 anni e i minori stranieri non accompagnati. I bambini da 0 a 6 anni non in regola con le vaccinazioni, non potranno accedere all’asilo nido, alla scuola d’infanzia e alla scuola materna. I bambini dai 7 ai 16 anni che non abbiano fatto tutte le vaccinazioni potranno essere iscritti a scuola e vaccinati successivamente, nei termini previsti dal calendario vaccinale. Ho spesso sentito dire che è una legge anticostituzionale, mi permetto di segnalare che fino al 1999 in Italia era obbligatorio vaccinarsi per andare a scuola! Inoltre l’art.32 della Costituzione dice che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…..”
Vigevano-Malpensa: altri soldi buttati via
Regione Lombardia vuole fare la strada Vigevano-Malpensa a tutti i costi. Alla faccia di ciò che pensa il territorio. Lo hanno detto chiaramente due assessori regionali che si sono recati a Magenta per presentare i prossimi passi dell’iter di realizzazione del progetto in una conferenza stampa. Cioè, per loro è un’opera fondamentale, tanto che la Regione è disposta anche a metterci dei soldi. Cosa ne pensino i cittadini pare non interessare granché agli uomini di Maroni.
Invece, Regione Lombardia dovrebbe porsi la domanda di come ha investito in questi anni in strade, prima di annunciarne di nuove: la fallimentare Pedemontana, incompleta e senza traffico perché troppo costosa e quindi con l’utenza che continua a usare le strade locali; la Brebemi, l’autostrada più cara e più inutilizzata forse di tutta la Penisola; la Teem che fa il paio con quella precedente e si ritrova a servire fondamentalmente un traffico tutto locale.
Ora, la Giunta lombarda insiste nel voler gravare i suoi cittadini di costi per realizzare un’altra inutile arteria viaria, la Vigevano-Malpensa, che comporterà solo la distruzione di territorio prezioso all’agricoltura. Almeno questi assessori abbiano il coraggio di dire ai nostri coltivatori che vogliono asfaltare le campagne e che sono contro le produzioni italiane e lombarde.
Un bando sui Cammini
Tempo fa mi occupai dei Cammini, ovvero l’attenzione agli antichi percorsi, spesso destinati ai pellegrinaggi, che ancora sui nostri territori si possono individuare e seguire, solitamente a piedi. Ebbene, è online il primo bando nazionale del progetto.
Vengono, cioè, assegnati 43 immobili pubblici in concessione gratuita per 9 anni a imprese, cooperative e associazioni costituite in prevalenza da under 40. Da oggi, fino all’11 dicembre, è possibile scaricare il bando unico nazionale nella sezione Gare e Aste/Immobiliare dell’Agenzia del demanio, riguardante i 30 immobili di proprietà dello Stato in gara. Si tratta di case cantoniere, torri, ex caselli ferroviari e vari fabbricati distribuiti su tutto il territorio nazionale. Nei prossimi giorni, anche gli altri enti locali coinvolti pubblicheranno sui rispettivi siti istituzionali i bandi dei 13 beni di loro proprietà inseriti nell’iniziativa.
Per partecipare alla gara è necessario presentare una proposta che non prevede l’offerta di un canone: la valutazione si baserà unicamente sugli elementi qualitativi del progetto presentato che dovrà essere coerente con la filosofia e le finalità del progetto Cammini e Percorsi.
Qui trovate il link http://www.agenziademanio.it/opencms/it/notizia/Cammini-e-Percorsi-online-il-primo-bando-nazionale-del-progetto
Venerdì sono qui
Per chi è già in vacanza o chi abita nei ditorni, vi informo che venerdì 4 agosto alle ore 21.00 sono a Selvino presso Mostra Missionaria via Monte Rosa 31 a parlare di “Ius soli: un diritto?”
Un ottima notizia la pubblicazione del bando per l’assegnazione di 43 immobili pubblici per il progetto Valore Paese-Cammini e Percorsi. Saranno assegnati 43 immobili pubblici in concessione gratuita per 9 anni a imprese, cooperative e associazioni costituite in prevalenza da under 40.
Parte oggi e dura fino al prossimo 11 dicembre 2017, saranno assegnate case cantoniere torri ex caselli ferroviari e fabbricati distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Se vuoi vedere il bando puoi cliccare su
http://www.agenziademanio.it/opencms/it/notizia/Cammini-e-Percorsi-online-il-primo-bando-nazionale-del-progetto
L’Italia metta uno stop alla vendita di armi a Paesi del Medio Oriente in guerra e convochi subito una Conferenza di pace, a Roma, con le nazioni coinvolte e con Federica Mogherini in qualità di Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. Sono le richieste contenute nel mio intervento durante la discussione sulle mozioni concernenti la situazione di crisi nello Yemen, con particolare riferimento all’emergenza umanitaria e all’esportazione di armi verso i Paesi coinvolti nel conflitto.
Le questioni da affrontare sono due: la produzione e la vendita di armi e la situazione umanitaria in Yemen. Non nascondiamoci dietro un dito: è in atto una illiceità nella fornitura di armi a Paesi in guerra come l’Arabia Saudita. Di fatto, questa guerra viene fatta con bombe prodotte in Italia. Certamente non basta smettere di produrre armi per risolvere questi conflitti. Non dobbiamo pensare di poterci lavare la coscienza aggrappandoci a semplici proposte o rivolgendoci unicamente al rispetto delle leggi.
Citando Giorgio La Pira come uomo di pace, ho chiesto al Governo di non essere timido sul commercio delle armi e sul rispetto della legge 185/90, che contiene le norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento. Serve un intervento deciso che porti l’Italia a essere un Paese che non triangola armi e non sia la via di transito di armi vendute ad altre nazioni belligeranti, che oltretutto non sono rispettose dei diritti umani e compiono violenze sui civili.
Un percorso in cui va coinvolta anche l’Unione europea e che deve tendere a un’azione di bando delle armi e della fabbricazione di armi: chiediamo all’Ue di essere protagonista di questa battaglia con noi contro la produzione e la vendita di armi. Ci sarà bisogno di tanto lavoro ostinato e continuo, non solo per questo obiettivo, ma anche per intervenire con gli aiuti umanitari a sostegno di quelle popolazioni stremate. Si discute animatamente dell’emergenza immigrati, ma anche il conflitto in Yemen sta giocando un ruolo notevole in questo. Si parla di lotta al terrorismo, ma la situazione disastrosa, sotto l’aspetto umanitario, in Yemen, è parte di questo problema.
I conflitti nel Corno d’Africa negli anni scorsi avevano portato le popolazioni a migrare verso lo Yemen e poi verso l’Arabia Saudita. Ora la guerra spinge queste persone a cercare rifugio verso l’Europa, andando ad alimentare l’emergenza profughi sotto gli occhi di tutti e tanto contestata.
Se vuoi vedere il mio intervento clicca su
Preveniamo la radicalizzazione
Prevenzione, intelligence, repressione: sono le tre parole dell’importante proposta di legge che abbiamo approvato, questa settimana, alla Camera: le Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento di matrice jihadista, che ora passa al Senato.
Le vere novità sono l’istituzione di un Centro nazionale sulla radicalizzazione presso il Dipartimento delle libertà civili e dell’immigrazione del Ministro dell’Interno; l’elaborazione annuale da parte del Crad di un piano strategico nazionale di prevenzione e di recupero dei soggetti coinvolti nei fenomeni di radicalizzazione; la creazione di un Comitato parlamentare che svolga attività conoscitiva dei fenomeni della radicalizzazione e dell’estremismo violento di matrice jihadista, dedicando particolare attenzione alla verifica del rispetto dei diritti e delle libertà delle donne e dei minori; la previsione di una formazione specialistica, anche per la conoscenza delle lingue, rivolta al personale delle Forze di polizia e delle polizie municipali, delle Forze armate, dell’amministrazione penitenziaria, dei docenti e dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado e delle universit&agrav e;, dei servizi sociali e socio-sanitari; l’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura che elabori linee guida sul dialogo interculturale e religioso, finalizzate a diffondere la cultura del pluralismo e a prevenire episodi di radicalizzazione in ambito scolastico.
Sono previsti anche progetti per lo sviluppo di campagne informative, attraverso piattaforme multimediali che utilizzino anche lingue straniere, e la realizzazione da parte della Rai di una specifica piattaforma multimediale per la messa in onda di prodotti informativi e formativi in lingua italiana e araba.
Derivati più trasparenti
Gli strumenti finanziari dei contratti derivati stipulati dal Ministero dell’Economia e delle finanze e la loro trasparenza sono stati al centro di una mozione che abbiamo votato nei giorni scorsi.
L’atto impegna il Governo a rendere disponibile sul sito web del dipartimento del tesoro relativo al debito pubblico con maggiore frequenza, preferibilmente su base trimestrale, l’aggiornamento dei dati, oggi disponibili solo annualmente, relativi a nozionali e valori di mercato del portafoglio derivati, stock dei titoli di Stato valorizzato non solo al valore nominale ma anche al valore di mercato, indicatori di rischio con e senza impatto dei derivati. Inoltre, impegna a chiarire nel rapporto annuale sul debito i legami fra le diverse pubblicazioni statistiche in materia di derivati, dando contezza dei relativi impatti su saldi e stock di finanza pubblica, integrando l’informazione ove necessario.
Europa: ricetta elettronica per i farmaci veterinari
Abbiamo dato il via libera anche alle Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2017, il testo che adegua la legislazione italiana a quella europea e interviene a sanare le infrazioni aperte nei confronti dell’Italia per non aver adempiuto agli obblighi dell’Unione. Ora passa al Senato.
Il provvedimento introduce rilevanti novità sul piano dei diritti dei cittadini, estendendo l’aggravante di negazionismo e la perseguibilità anche della grave minimizzazione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, intervenendo sulla disciplina dell’indennizzo delle vittime dei reati intenzionali violenti. Sono state, inoltre, varate importanti norme sull’energia, in primo luogo, la fissazione dei tetti di al di sotto dei quali è possibile l’incentivazione diretta delle fonti rinnovabili. Sono state approvate modifiche agli oneri relativi alle imprese energivore per energia elettrica e gas.
Ma soprattutto sono state approvate le misure per la tracciabilità e la prescrizione dei farmaci veterinari. In proposito, ho presentato degli emendamenti all’art. 2, quello che, appunto, tratta la ricetta elettronica per i medicinali veterinari somministrati ad animali destinati alla produzione alimentare. Ed è stato approvato l’emendamento che estende l’uso della ricetta elettronica anche per i mangimi medicati, la tracciabilità del farmaco anche per le parafarmacie e la tracciabilità per chi acquista i farmaci nei vari passaggi. Ritengo che sia un articolo che va a garanzia della tracciabilità del farmaco veterinario e soprattutto a garanzia dei consumatori.
Contestualmente, abbiamo dato parere positivo alla Relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea riferita all’anno 2017 e sul Programma di lavoro della Commissione per il 2017, approvando una risoluzione che impegna il Governo a continuare a svolgere un ruolo attivo e propositivo nel dibattito in corso sulle prospettive dell’integrazione europea; a intervenire affinché sia data priorità all’obiettivo di rafforzare la capacità competitiva delle economie europee; a perseguire questi obiettivi in primo luogo nella prospettiva del necessario superamento delle politiche di austerità alla base del Fiscal Compact; ad adoperarsi affinché siano perseguite e realizzate compiutamente le politiche per la stabilizzazione non soltanto della finanza pubblica, ma anche dei sistemi creditizi; a seguire attivamente l’attuazione del progetto dell’Unione dell’energia; a dar seguito alle iniziative già avviate e preannunciate per rendere più efficace la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata; a gestire i flussi migratori non come mera emergenza ma come un fenomeno che rischia di assumere carattere strutturale.
Venezuela in crisi
Angelino Alfano, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ha riferito, questa settimana, alla Camera, sulla grave crisi che sta colpendo il Venezuela. Una crisi senza precedenti che colpisce un Paese dove vivono almeno 150mila connazionali, la cui sicurezza è messa a rischio.
Il Venezuela attraversa una situazione sempre più difficile: le proteste di piazza durano ormai da tre mesi, con un pesantissimo saldo in termini di vite umane, feriti e arrestati. Vi è il concreto rischio che le violenze possano degenerare a tal punto da sfuggire al controllo tanto del Governo quanto dell’opposizione. Vi sono purtroppo già chiari segnali che si sta andando in questa direzione. Il Governo continua a mantenersi intransigente sulla convocazione dell’Assemblea costituente prevista per il 30 luglio. Ma il sistema di voto previsto per la Costituente non è esattamente coerente con i criteri di suffragio universale e di libera ed eguale partecipazione all’espressione delle scelte individuali.
Il Paese è ora a un bivio: da una parte, la strada verso la soluzione negoziata fra le parti; dall’altra, la strada verso il caos. Alfano ha assicurato che l’Italia continuerà ad operare per favorire la mediazione tra le parti, di concerto con l’Unione europea e, in particolare, con i Paesi che insieme al nostro hanno le più consistenti comunità residenti.
Riforestazione contro piromani
E alla Camera abbiamo parlato anche dell’emergenza incendi sulla quale è intervenuto a riferire il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Il quadro è abbastanza allarmante: dal 10 al 17 luglio sono stati richiesti oltre un terzo degli interventi antincendi dall’inizio dell’anno, oltre 300 in una settimana e oltre 950 dall’inizio dell’anno, la cifra più alta dal 2007 a oggi.
È, dunque, una situazione particolarmente critica per due ordini di motivi. Da un lato, abbiamo la forte siccità che sta caratterizzando la stagione estiva con temperature al di sopra della media e una ventilazione che favorisce il propagarsi degli incendi; dall’altro, c’è la gravissima recrudescenza di episodi dolosi che rappresentano la stragrande maggioranza delle cause degli incendi che ancora oggi siamo chiamati a fronteggiare. Di fronte a questo insopportabile crimine contro la natura e contro ognuno di noi, il Governo sta mettendo in campo tutte le azioni e tutto il personale, esercito compreso, disponibile. Serve, però, anche una fortissima azione repressiva contro i piromani per la quale oggi le forze dell’ordine e la magistratura dispongono di una normativa più adeguata grazie proprio al lavoro del Parlamento e del Governo. La recente legge sugli ecoreati ha, infatti, introdotto strumenti attesi da decenni contro chi fa scempio dell’ambiente.
Galletti ha annunciato poi il lancio di un programma nazionale di riforestazione delle aree protette colpite dagli incendi per il quale ha previsto un primo stanziamento di 5 milioni di euro.
Uranio: tuteliamo militari e civili
La Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito ha approvato questa settimana la relazione intermedia. Nel confronto, in Commissione, tra deputati e membri della amministrazione della Difesa è risultato chiaro come ci siano margini di manovra per migliorare le condizioni di lavoro nell’ambiente militare. È assolutamente necessario tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro dei militari e dei civili nell’ambito della Difesa e mettere in atto tutti gli interventi per salvaguardare anche l’ambiente in cui operano, come, ad esempio, i poligoni militari.
Per questo ho auspicato di continuare a lavorare come fatto finora e soprattutto far proseguire l’iter legislativo per dare maggiori e migliori garanzie a chi lavora nell’ambito di questa importante amministrazione.
È stato approvato, nell’ambito della discussione del disegno di legge Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2017, che si sta tenendo in queste ore alla Camera, l’ordine del giorno, a prima firma dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, che impegna il Governo a chiarire, in sede europea, alcune questioni chiave sul trattamento dei nitrati.
Il dispositivo dell’odg impegna “a valutare opportunità di chiarire che appare necessario distinguere la responsabilità del sistema agricolo rispetto a quelle dei sistemi civili ed industriali, avvalendosi dello studio al riguardo condotto dall’Ispra, con riferimento alle fonti di inquinamento da nitrati. Conseguentemente chiarire che le zone vulnerabili debbono essere individuate tenendo conto dei carichi derivanti anche da eventuali fonti di pressione di origine non agricola, quali il livello di inquinamento esistente; la tipologia e consistenza delle attività svolte nelle aree che risultano compromesse; le possibili fonti di pressione; eventuali elementi e fonti naturali di inquinamento, preesistenti o indipendenti da quello antropico; il rapporto di causa ed effetto tra i diversi fattori, vale a dire, l’individuazione di quanto ciascuno degli elementi naturali o antropici incide sull’inquinamento esistente o rischia di aggravarlo e, quindi, la tipologia ed il livello di inquinamento che ogni fonte di pressione è in grado di causare”.
Cova spiega meglio il contenuto del suo atto: “Per quanto riguarda il processo di pre-infrazione a cui siamo sottoposti, deve essere chiaro che le fonti di inquinamento sono differenti, come verificato dallo studio e dal monitoraggio di Ispra. Questo consentirebbe di promuovere una modifica normativa in modo da inserire, tra i criteri di riferimento per la perimetrazione delle zone vulnerabili, l’obbligo di valutazione, da parte delle Regioni, delle concorrenti fonti di inquinamento. Ora diventa sempre più necessario che la risoluzione Zanin sui nitrati approvata dalla Commissione Agricoltura, venga attuata”.
On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico
COMUNICATO STAMPA
On. Cova: “Uranio impoverito: approvata la relazione intermedia. Ora continuiamo a lavorare per tutelare militari e civili”
La Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito ha approvato questa mattina la relazione intermedia. “Nel confronto, in Commissione, tra deputati e membri della amministrazione della Difesa è risultato chiaro che ci siano margini di manovra per migliorare le condizioni di lavoro nell’ambiente militare – commenta a caldo l’on Paolo Cova, parlamentare del Pd e componente dell’organismo di inchiesta –. È assolutamente necessario tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro dei militari e dei civili nell’ambito della Difesa e mettere in atto tutti gli interventi per salvaguardare anche l’ambiente in cui operano, come, ad esempio, i poligoni militari”.
Per questo Cova auspica di “continuare a lavorare come fatto finora e soprattutto far proseguire l’iter legislativo per dare maggiori e migliori garanzie a chi lavora nell’ambito di questa importante amministrazione”.
On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico
COMUNICATO STAMPA
On. Cova: “Yemen: bando alla vendita di armi e subito una Conferenza di pace a Roma”
L’Italia metta uno stop alla vendita di armi a Paesi del Medio Oriente in guerra e convochi subito una Conferenza di pace, a Roma, con le nazioni coinvolte e con Federica Mogherini in qualità di Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. Sono le richieste contenute nell’intervento dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, durante la discussione di questo pomeriggio sulle mozioni concernenti la situazione di crisi nello Yemen, con particolare riferimento all’emergenza umanitaria e all’esportazione di armi verso i Paesi coinvolti nel conflitto.
“Le questioni da affrontare sono due – ha detto Cova nell’intervento –: la produzione e la vendita di armi e la situazione umanitaria in Yemen. Non nascondiamoci dietro un dito: è in atto una illiceità nella fornitura di armi a Paesi in guerra come l’Arabia Saudita. Di fatto, questa guerra viene fatta con bombe prodotte in Italia. Certamente non basta smettere di produrre armi per risolvere questi conflitti. Non dobbiamo pensare di poterci lavare la coscienza aggrappandoci a semplici proposte o rivolgendoci unicamente al rispetto delle leggi”.
E citando Giorgio La Pira come uomo di pace, il parlamentare Pd è stato esplicito: “Chiedo al mio Governo di non essere timido sul commercio delle armi e sul rispetto della legge 185/90, che contiene le norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento. Serve un intervento deciso che porti l’Italia a essere un Paese che non triangola armi e non sia la via di transito di armi vendute ad altre nazioni belligeranti, che oltretutto non sono rispettose dei diritti umani e compiono violenze sui civili”.
Un percorso in cui va coinvolta anche l’Unione europea e che deve tendere a “un’azione di bando delle armi e della fabbricazioni di armi: chiediamo all’Ue di essere protagonista di questa battaglia con noi contro la produzione e la vendita di armi. Ci sarà bisogno di tanto lavoro ostinato e continuo, non solo per questo obiettivo, ma anche per intervenire con gli aiuti umanitari a sostegno di quelle popolazioni stremate. Si discute animatamente dell’emergenza immigrati, ma anche il conflitto in Yemen sta giocando un ruolo notevole in questo. Si parla di lotta al terrorismo, ma la situazione disastrosa, sotto l’aspetto umanitario, in Yemen, è parte di questo problema”.
Cova ha, infatti, ricordato che “i conflitti nel Corno d’Africa negli anni scorsi avevano portato le popolazioni a migrare verso lo Yemen e poi verso l’Arabia Saudita. Ora la guerra spinge queste persone a cercare rifugio verso l’Europa, andando ad alimentare l’emergenza profughi sotto gli occhi di tutti e tanto contestata”.
Non solo: “Le persone stipate nei campi profughi in Yemen e la popolazione stremata da questa difficoltà umanitaria, i bombardamenti sui civili e sulle strutture sanitarie sta diventando terreno fertile per l’Isis. Al contrario, un Paese unito e senza conflitti interni diventa un vero argine al proselitismo delle forze terroristiche e consente di frenare l’espandersi indiscriminato del sedicente Stato islamico. Proprio per questi motivi è urgente un intervento di assistenza, segnalato anche dalle Nazioni unite che indicano un alto rischio di carestia e la diffusione di un’epidemia di colera, dopo che già 10mila persone sono state uccise, secondo l’Onu”.
Se vuoi vedere video intervento clicca sul link https://www.youtube.com/watch?v=TWD8sj1ovu0
Roma, 17 luglio 2017