News dal Parlamento

Giustizia più digitale con mille nuovi assunti

Tra le novità importanti di questa settimana, l’approvazione, alla Camera, della Conversione in legge del decreto recante la proroga dei termini previsti dalle disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico. Spiego meglio: il decreto legge del 30 giugno scorso interviene sulla disciplina del processo amministrativo telematico, posticipando di sei mesi, dal 1 luglio 2016 al 1 gennaio 2017, il termine a decorrere dal quale tutti gli atti del processo amministrativo dovranno essere sottoscritti con firma digitale. Proprio in questi giorni ha compiuto due anni l’introduzione della telematica nel processo civile. Anche il processo amministrativo è a pieno titolo coinvolto in questo percorso di innovazione, che è destinato ad accorciare le distanze tra il giudice amministrativo e i cittadini. Le ragioni della proroga risiedono nelle necessità successive alla predisposizione in corso delle regole tecnico-operative per questo processo, non potendo prescindere, come è accaduto per il processo civile e per quello penale, dalla gradualità dell’introduzione e dell’aggiornamento dei meccanismi di recepimento di questo nuovo modello.

Inoltre, molto importante, il decreto-legge introduce disposizioni relative alle assunzioni di personale amministrativo da parte del Ministero della Giustizia che avranno effetti positivi sia sul processo di digitalizzazione che sull’intero comparto. Si tratta del primo concorso pubblico per il personale della giustizia dopo circa 20 anni di blocco di assunzioni, e l’inserimento del provvedimento in forma di emendamento in un decreto-legge già in discussione dimostra la volontà di voler arrivare nel più breve tempo possibile alla pubblicazione dei bandi di concorso per l’assunzione di mille nuove figure che dovranno contribuire a risolvere il problema della carenza di personale organizzativo degli uffici giudiziari.

Il Ministero viene quindi autorizzato, per il triennio 2016-2018, ad assumere a tempo indeterminato fino a 1.000 unità di personale amministrativo non dirigenziale. Nuovi assunti che saranno inquadrati nei ruoli dell’amministrazione giudiziaria e potranno essere selezionati sia bandendo nuovi concorsi che attingendo da graduatorie ancora valide. L’aumento del personale è destinato a supportare i processi di digitalizzazione degli uffici e a completare il processo di trasferimento allo Stato dell’obbligo di corrispondere le spese per gli uffici giudiziari precedentemente a carico dei Comuni.

Farmaci: meno spesa, più innovazione

In Italia la spesa farmaceutica rappresenta percentualmente il 13,1 per cento delle risorse che lo Stato annualmente impegna per la sanità. A fronte di un settore così rilevante anche sul versante della tutela della salute, sono stati progressivamente introdotti strumenti di monitoraggio e di governance della spesa e di controllo dell’appropriatezza dell’uso dei farmaci. Ma secondo l’ultimo consuntivo pubblicato dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, sulla spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera, relativa al 2015, si sono superati i 18 miliardi di euro, sforando il tetto programmato di 1,880 miliardi di euro. Nel 2020 si arriverà a 35 miliardi di euro, anche a causa della produzione di nuovi e costosi farmaci.

Ecco perché in settimana abbiamo approvato una mozione concernente iniziative relative al regime dei farmaci e dei relativi rimborsi da parte del Servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento alla questione dei cosiddetti farmaci innovativi. L’atto impegna Governo ad assumere iniziative per rimodulare i registri tenuti da Aifa per i farmaci ad alto costo e di particolare impatto sanitario, chiudendo quelli non più utili alla luce delle nuove informazioni; per mantenere il fondo per i farmaci innovativi adeguatamente finanziato e definire in modo chiaro e dettagliato cosa si intende per farmaci innovativi, nonché i parametri di rimborsabilità sulla base di risultati clinici significativi; a favorire una maggiore concorrenza nel mercato farmaceutico; a velocizzare l’introduzione nel nostro Paese dei farmaci già autorizzati da Ema (l’agenzia europea del farmaco); ad attivare al più presto la sperimentazione al fine di introdurre anche in Italia uno o più validi farmaci generici, e non solo un brand, per la cura dell’epatite C (Hcv) in tutti i suoi stadi di gravità al fine di poter curare tutti i pazienti registrati presso il Servizio sanitario nazionale, anche con la stipula di un protocollo di intesa per la sperimentazione su volontari tra il Ministero della Salute e le aziende produttrici dei farmaci generici.

Terrorismo, un’inchiesta sulle periferie

Una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e del degrado delle città italiane e delle loro periferie: è la richiesta di istituzione che abbiamo approvato nei giorni scorsi alla Camera. L’obiettivo è proprio studiare e conoscere le condizioni di vita e di sicurezza delle periferie per contribuire a recuperare un gap di conoscenza degli universi urbani italiani e per venire incontro a un’urgenza dettata dalla vita reale e dagli eventi che, giorno dopo giorno, si susseguono, anche con la necessità di comprendere e governare le nuove forme relazionali tra etnie e culti religiosi diversi, per una migliore convivenza e integrazione e la prevenzione della radicalizzazione del terrorismo.

La Commissione ha il compito di accertare lo stato del degrado e del disagio sociale delle città e delle loro periferie, a partire dalle aree metropolitane, con particolare attenzione all’evoluzione della situazione socio-economica e alle implicazioni sociali e della sicurezza, in relazione alla diversa struttura urbanistica e alla densità spaziale delle periferie nonché alle diverse tipologie abitative, produttive e dei servizi; alla composizione sociale della popolazione dei quartieri periferici; alle realtà produttive presenti nei territori delle periferie, nonché ai tassi di occupazione, di disoccupazione, di lavoro sommerso e di lavoro precario; alle forme di marginalità e di esclusione sociale, considerando anche l’incidenza della povertà in termini assoluti e relativi; all’offerta formativa, alla distribuzione delle risorse e dei servizi collettivi, alla presenza di migranti.

La Commissione dovrà anche accertare il ruolo delle istituzioni territoriali, le

modalità previste e messe in opera per favorire la partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla gestione delle politiche rivolte alle periferie. Avrà poi il compito di acquisire le proposte operative che provengono dalle istituzioni territoriali, dalle associazioni locali, dalle parrocchie, dai sindacati e dalle altre organizzazioni di categoria.

E una volta acquisiti gli elementi oggettivi e le proposte operative che provengono dalle città italiane ed europee nelle quali si è raggiunto un buon livello di integrazione, dovrà riferire alla Camera proponendo interventi, anche di carattere normativo, al fine di rimuovere le situazioni di degrado. Con un’attenzione particolare a una questione di stretta attualità: l’inclusione e la sicurezza per prevenire i fenomeni di reclutamento di terroristi e di radicalizzazione.

Via libera a trattati e accordi

Nuova serie di ratifiche, in chiusura di settimana, alla Camera. Abbiamo infatti dato il via libera alla Ratifica ed esecuzione del Memorandum d’Intesa sulla lotta alla criminalità tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012; alla Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di cooperazione tra il Ministero dell’Interno della Repubblica italiana e il Ministero degli Affari interni della Repubblica di Azerbaijan, firmato a Roma il 5 novembre 2012.

Inoltre, abbiamo votato la Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: Accordo tra la Repubblica italiana e Bioversity International relativo alla sede centrale dell’organizzazione, fatto a Roma il 5 maggio 2015; Accordo tra la Repubblica italiana e l’Agenzia spaziale europea sulle strutture dell’Agenzia spaziale europea in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 12 luglio 2012, e Scambio di Note fatto a Parigi il 13 e il 27 aprile 2015; Emendamento all’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite sullo status dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite in Italia del 16 settembre 2003, emendato il 28 settembre 2006, fatto a Torino il 20 marzo 2015; Protocollo di emendamento del Memorandum d’intesa fra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo all’uso da parte delle Nazioni Unite di locali di installazioni militari in Italia per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative del 23 novembre 1994, con Allegato, fatto a New York il 28 aprile 2015.

News dal Parlamento

Il localismo che non fa bene

Riprendo volutamente il titolo dell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera di venerdì scorso, a firma di Giuseppe De Rita: “La legge di Stabilità superi la politica dell’emendamento”. Un testo che mi ha colpito immediatamente per la sua estrema semplicità e chiarezza. Devo dire che può apparire addirittura scontato e banale per le affermazioni che vengono fatte.

Nel suo articolo De Rita scrive che la prossima legge di Stabilità deve prevedere misure con traguardi di medio e lungo termine, superando la schizofrenia della politica di questi ultimi decenni fatta di emendamenti localistici o frammentari. Chiunque potrebbe dire e scrivere queste cose perché sono la base di ogni azione di governo, ma poi prevale l’individualismo parlamentare e dei territori che non hanno più una visione di insieme di comunità. Il vero schiaffo all’antipolitica si può dare se passiamo da questa fase di frammentazione a una politica che guarda a lungo termine, non solo a parole ma con i fatti. Uno sforzo che deve fare tutta la classe politica e deve essere sollecitata anche dai nostri elettori.

Basta pretendere politiche lungimiranti, ma poi aspettare che l’eletto del collegio e del territorio porti a casa l’emendamento magico che risolve i problemi locali e senza visione! L’individualismo e il frazionamento hanno avvelenato la politica e hanno fatto perdere la speranza nel futuro, facendo crescere il populismo.

Mano tesa ai nostri Comuni

Proprio nell’ottica di evitare un localismo che sembri populismo, ci stiamo pensando noi a tendere la mano ai nostri Comuni ed enti locali, in un momento in cui ci sono risorse da investire dopo i tagli degli anni scorsi. Perciò, questa settimana, alla Camera, con 271 voti a favore, 109 contrari e 2 astenuti, abbiamo approvato il decreto legge sulle misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali, che ora passa al Senato. Questo provvedimento comprende un insieme di interventi che riguardano i comuni, le regioni e la vita quotidiana dei cittadini: vengono previste assunzioni straordinarie, detassazioni, indennizzi, finanziamenti e semplificazioni burocratiche.

Ecco alcune delle principali misure approvate: finanziamenti per la viabilità e i trasporti locali e regionali; maggiori possibilità di assunzioni per i comuni con lo sblocco del turn-over; piano straordinario di assunzioni per scuole d’infanzia e asili nido; sostegno ai comuni per affrontare l’accoglienza dei minori non accompagnati; stanziamento di 10 milioni per le famiglie delle vittime del disastro ferroviario in Puglia; assunzioni straordinarie per i vigili del fuoco, più 400 unità; stanziati i risarcimenti per i malati di Talidomide; ridotte le sanzioni per chi non ha rispettato il Patto di Stabilità 2015; stop alla tassazione addizionale sui diritti di imbarco aeroportuali per il 2016; proroga al 2020 delle concessioni per le spiagge per garantire la continuità delle attività turistiche e degli investimenti; semplificazione delle procedure burocratiche in materia sanitaria, ambientale e agricola; stanziamento di 136 milioni nel triennio 2016-2018 per i comuni che estinguono anticipatamente i mutui Cassa depositi e prestiti; 80 milioni in quattro anni ai comuni che siano stati colpiti da sentenze esecutive, il cui onere sia superiore alla metà del proprio bilancio, relative a tragedie quali crolli di scuole e fatti simili, per evitare oltre al danno, cioè il dissesto del comune, la beffa ovvero il fatto che i familiari delle vittime non ricevano il giusto risarcimento; aiuto ai comuni in procedura di pre-dissesto, per evitare che vadano in dissesto; azzeramento del taglio per le città metropolitane, che hanno quindi le stesse identiche risorse dello scorso anno; aiuto ai comuni terremotati di Abruzzo, Emilia e Toscana.

Inoltre, c’è dell’altro sul fronte dell’agricoltura: viene autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per il 2016 per sostenere i produttori di latte interessati dalla pianificazione dell’offerta volta alla riduzione dei livelli produttivi e si va a correggere le storture della legge Zaia che costringeva gli allevatori a pagare 70 milioni di euro in più. Nel medesimo articolo si rifinanzia, per un importo di 6 milioni di euro per il 2016 e di 4 milioni per il 2017, il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti al fine di consentire l’acquisto e la distribuzione gratuita di latte.

E intanto tracciamo latte, formaggi e carne suina

Tra gli ordini del giorno cui è stato dato il via libera nell’ambito della discussione del decreto sugli enti locali, anche quello a mia firma sulla tracciabilità dei prodotti lattiero-caseari. Il mio atto impegna il Governo a istituire un sistema di tracciabilità della filiera dei prodotti lattiero caseari Dop/Igp e dei prodotti da carni suine Dop/Igp, in modo che gli allevatori, i trasformatori e gli intermediari siano obbligati ad adottare nelle proprie attività sistemi idonei a garantire la rilevazione e la tracciabilità del latte e delle carni suine prodotte e dei quantitativi dei prodotti derivanti dalla trasformazione del latte bovino e delle carni suine utilizzate.

Il ragionamento alla base della mia richiesta è che l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea: 280 Dop, Igp, Stg e 523 vini Docg, Doc, Igt. Il sistema delle indicazioni geografiche dell’Unione europea favorisce il sistema produttivo e l’economia del territorio, tutela l’ambiente, in quanto il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità, sostiene la coesione sociale delle comunità.

Inoltre, i prodotti agroalimentari Dop e Igp nei comparti lattiero-caseario e delle carni suine, sono dotati di un proprio disciplinare di produzione che ne garantisce la tipicità del prodotto e la localizzazione. E un Regolamento europeo del 2012 considera che sempre di più, i cittadini e i consumatori dell’Ue chiedono qualità e prodotti tradizionali e si preoccupano del mantenimento della varietà della produzione agricola. Quindi, così come fatto per la mozzarella di bufala campana Dop, ovvero una serie di misure per la sicurezza alimentare e la produzione, al fine di assicurare la più ampia tutela degli interessi dei consumatori e di garantire la concorrenza e la trasparenza del mercato del latte di bufala, si può fare per tutti gli altri prodotti lattiero-caseari e per le carni suine. Il Governo si è detto d’accordo.

L’Italia contro il terrorismo

È un triste elenco quello che in questi giorni ci troviamo a fare: nomi di città e numero di morti. Che sia il terrorismo o il gesto di folli isolati con le più vari e discutibili motivazioni, l’Europa e il mondo sono sotto attacco. Per questo, in settimana, abbiamo approvato le Norme per il contrasto al terrorismo, nonché la ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione del terrorismo, della Convenzione internazionale per la soppressione di atti di terrorismo nucleare, del Protocollo di Emendamento alla Convenzione europea per la repressione del terrorismo, della Convenzione del Consiglio d’Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo, del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione del terrorismo. Inoltre, abbiamo dato il via libera anche alla Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sulla cooperazione di polizia e doganale tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero.

Il provvedimento sul terrorismo va a modificare e istituire alcune fattispecie di diritto penale con la finalità di adeguare il nostro ordinamento interno alle convenzioni ratificate. In particolare, i tre nuovi delitti riguardano, per quanto concerne gli atti contro la personalità internazionale dello Stato, il finanziamento di condotte con finalità di terrorismo, la sottrazione di beni o denaro sottoposti a sequestro per prevenire il compimento di atti con finalità terroristica. Per quanto concerne gli atti contro la personalità interna dello Stato, i nuovi delitti sono atti di terrorismo nucleare, ovvero detenzione e produzione di materiale od ordigno radioattivo con finalità di terrorismo, utilizzo di materiale radioattivo o danneggiamento di un impianto nucleare.

La Convenzione mira, inoltre, a favorire gli sforzi degli Stati membri nella prevenzione del terrorismo, da un lato, definendo come fattispecie a rilevanza penale quegli atti che possono indurre alla commissione di reati di terrorismo, quali la pubblica istigazione, il reclutamento e l’addestramento, dall’altro, rafforzando la cooperazione in materia di prevenzione, sia a livello interno, sia internazionale.

Le nuove figure di reato sono, dunque, oggi anche la pubblica provocazione, l’istigazione, il reclutamento e l’addestramento di attività terroristiche, che si concretizzano nella fornitura di istruzioni per la fabbricazione, l’uso di esplosivi, armi da fuoco, sostanze nocive e pericolose e metodologie specifiche volte alla commissione proprio degli atti terroristici.

Salviamo la laguna

Nei giorni scorsi, con i colleghi deputati Giorgio Zanin, Oreste Pastorelli, Francesco Prina e Andrea Causin abbiamo visitato la splendida laguna di Venezia per conoscere e comprendere le sue grandi risorse e opportunità. Ci è parsa, tuttavia, anche molto chiara la criticità ambientale a causa del passaggio continuo delle navi, oltre che delle imbarcazioni turistiche o destinate al trasporto dei tanti che visitano la città, che con la velocità mettono a rischio l’ecosistema lagunare.

Le barene – quella specie di isolotti di terra argillosa e vegetazione tipica che emergono a mosaico dall’acqua – sono erose e questo crea pericoli per il delicato equilibrio ambientale. Anche la pesca e la riproduzione di pesci e molluschi sono a forte rischio. Questa visita ha, dunque, rappresentato un primo incontro per provare a trovare delle soluzioni che ora si concretizzeranno in atti parlamentari.

Paolo Cova

Lo schiaffo al populismo

Riprendo volutamente il titolo dell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera di oggi venerdì 22 luglio 2016 a firma di Giuseppe De Rita dal titolo “La legge di Stabilità superi la Politica dell’emendamento”.
Un articolo che mi ha colpito immediatamente per la sua estrema semplicità e chiarezza.
Devo dire che può apparire addirittura “scontato” e “banale” per le affermazioni che vengono fatte. Nel suo articolo De Rita scrive che la prossima legge di Stabilità deve prevedere misure con traguardi di medio e lungo termine superando la schizofrenia della politica di questi ultimi decenni fatta di emendamenti localistici o frammentari.
Chiunque potrebbe dire e scrivere queste cose perchè sono la base di ogni azione di governo, ma poi prevale l’individualismo parlamentare e dei territori che non hanno più una visione di insieme di comunità.
Il vero schiaffo all’Antipolitica si può dare se passiamo da questa fase di frammentazione ad una politica che guarda a lungo termine, non solo a parole ma con i fatti.
Uno sforzo che deve fare tutta la classe politica e deve essere sollecitata anche dai nostri elettori.
Basta pretendere politiche lungimiranti ma poi aspettare che il politico del collegio e del territorio porti a casa l’emendamento magico che risolve i problemi locali e senza visione!
L’individualismo e il frazionamento ha avvelenato la politica e ha fatto perdere la Speranza nel futuro, ma ha anche fatto crescere il populismo.

Decreto enti locali: un aiuto concreto ai nostri Comuni e all’agricoltura

Con 271 voti a favore, 109 contrari e 2 astenuti, la Camera ha approvato, questo pomeriggio, il decreto legge sulle misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali, che ora passa al Senato. Tra gli ordini del giorno cui è stato dato il via libera anche quello a firma dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, sulla tracciabilità dei prodotti lattiero-caseari.

“Il mio atto impegna il Governo a istituire un sistema di tracciabilità della filiera dei prodotti lattiero caseari Dop/Igp e dei prodotti da carni suine Dop/Igp, in modo che gli allevatori, i trasformatori e gli intermediari siano obbligati ad adottare nelle proprie attività sistemi idonei a garantire la rilevazione e la tracciabilità del latte e delle carni suine prodotte e dei quantitativi dei prodotti derivanti dalla trasformazione del latte bovino e delle carni suine utilizzate”, spiega Cova.

La necessità nasce, secondo il parlamentare Pd, dal fatto che “sempre di più i cittadini e i consumatori dell’Unione europea chiedono qualità e prodotti tradizionali e si preoccupano del mantenimento della varietà della produzione agricola. Inoltre, in questo modo si favoriscono e si tutelano il sistema produttivo e l’economia del territorio, oltre che l’ambiente, e si sostiene la coesione sociale delle comunità”.

Ma sul fronte dell’agricoltura c’è dell’altro: “Viene autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per il 2016 per sostenere i produttori di latte interessati dalla pianificazione dell’offerta volta alla riduzione dei livelli produttivi. Inoltre, si va a correggere le storture della legge Zaia che costringeva gli allevatori a pagare 70 milioni di euro in più – prosegue l’esponente Pd –. Inoltre, nel medesimo articolo si rifinanzia, per un importo di 6 milioni di euro per il 2016 e di 4 milioni per il 2017, il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti al fine di consentire l’acquisto e la distribuzione gratuita di latte”.

Cova ricorda poi l’importanza dell’insieme del provvedimento approvato oggi: “Questo decreto comprende un insieme di interventi che riguardano i comuni, le regioni e la vita quotidiana dei cittadini – fa presente il parlamentare –. Tra le misure approvate ci sono infatti finanziamenti per la viabilità e i trasporti locali e regionali; maggiori possibilità di assunzioni per i comuni con lo sblocco del turn-over; un piano straordinario di assunzioni per scuole d’infanzia e asili nido; sostegno ai comuni per affrontare l’accoglienza dei minori non accompagnati; assunzioni straordinarie per i vigili del fuoco con più di 400 unità; riduzione delle sanzioni per chi non ha rispettato il Patto di Stabilità 2015; semplificazione delle procedure burocratiche in materia sanitaria, ambientale, oltre che agricola; azzeramento del taglio per le città metropolitane, che hanno quindi le stesse identiche risorse dello scorso anno”.

Roma, 21 luglio 2016

News dal Parlamento

Una settimana difficile

Si chiude una settimana difficile per l’Europa e il mondo intero. I fatti che tutti conosciamo ci hanno lasciati sgomenti e feriti da un lato e perplessi e preoccupati dall’altro.

Al di là della scontata vicinanza alle persone colpite dalla violenza di Nizza, bisogna però fare una riflessione: il sistema di prevenzione francese, evidentemente, va messo a punto, deve funzionare meglio. Non può sfuggire nulla, anche quando si tratta di un cosiddetto “lupo solitario” o comunque, come pare oggi, un soggetto non completamente incardinato nell’organizzazione del terrore. Ma quando accadono fatti del genere, dobbiamo interrogarci su come stanno andando le cose anche nel nostro Paese: l’odio e il continuo astio verso gli immigrati, anche quelli presenti da anni e comunque inseriti nella nostra società, rischia di far percepire ad alcuni di essi di non far parte di una comunità a cui di fatto appartengono magari da un’intera vita. La deriva che potrebbe svilupparsi è proprio questa e la colpa non è di chi chiede di considerare queste persone come part e della nostra società, ma di chi cavalca a fini elettorali la situazione di alta tensione che si è creata.

Altrettanto delicato il discorso sulla Turchia. Ogni ora che passa segna una novità su come, chi e perché avrebbe ispirato i fatti. Certo è che in alcune condizioni, nel momento in cui la politica fa fatica a decidere, qualcuno potrebbe pensare di usare soluzioni drastiche per risolvere le questioni. Invece, l’unica soluzione possibile è quella di una politica sobria, etica e dai risultati concreti, come quella che si sta vedendo in Italia in questi anni. Dove il rispetto della democrazia e dei diritti umani prevale sempre.

 

Abbasso la povertà

Un passo avanti concreto per contrastare la povertà: questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato la Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali, in totale oltre un miliardo e mezzo di euro messi a disposizione per chi è in difficoltà e che evidentemente danno fastidio a chi parla ma non fa mai niente.

Le misure approvate servono per dare un reddito di inclusione e più servizi sociali a chi vive in povertà assoluta, a partire dalle famiglie, numerose o con figli disabili, e dai disoccupati over 55. È l’intervento più importante mai varato in Italia contro la povertà assoluta, in modo concreto, sostenibile ed efficace perché rivolto a chi ha davvero bisogno.

Con questo provvedimento, che passa ora all’esame del Senato, si mettono a disposizione nuove e ingenti risorse, impiegate per erogare contributi economici e servizi alla persona, oltre che per favorire percorsi di inclusione lavorativa e sociale. Non solo, dunque, la novità del reddito di inclusione, ma una riforma organica e strutturale del sistema delle politiche sociali che risponde a principi di equità, di efficacia nell’accesso e nell’erogazione delle prestazioni.

Si tratta di uno strumento universale, operante su tutto il territorio nazionale e permanente nel tempo, le cui risorse vengono dal Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, che ha già messo in campo uno stanziamento di 900 milioni per il 2016, e un miliardo a partire dal 2017 e che prevede la possibilità di incremento attraverso stanziamenti da altri provvedimenti di legge fino a coprire interamente la platea in condizione di povertà assoluta, cioè di coloro che non possono disporre dell’insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso.

Un approccio che tiene conto della persona, vista non solo nella sua condizione economica, ma con una valutazione multidisciplinare del bisogno. I progetti di attivazione e di inclusione sociale divengono, così, personalizzati per il nucleo familiare e predisposti da una equipe costituita dagli ambiti sociali territoriali, più vicini al soggetto coinvolto, con la partecipazione anche degli altri servizi interessati. Per farlo è necessario un cambiamento nel funzionamento del sistema dei servizi sociali, con un maggiore impegno in termini di controllo, di presa in carico, di monitoraggio e valutazione, nonché di capacità di relazione tra i Comuni e gli altri enti del territorio.

Il provvedimento prevede anche il riordino delle prestazioni di natura assistenziale finalizzate al contrasto della povertà, il rafforzamento delle forme di gestione associate ai servizi sociali e l’istituzione di un coordinamento per garantire su tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni.

 

Novità per l’Ilva

Importante anche l’ok alla Conversione in legge del decreto sulle disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo Ilva. Vengono introdotte, infatti, nuove disposizioni riguardanti la modifica e l’attuazione del Piano ambientale e sanitario e i diritti e gli obblighi degli acquirenti o affittuari del complesso aziendale. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

Ora, si individua una nuova e più articolata procedura per la cessione, disponendo che, qualora le offerte presentate nel termine del 30 giugno 2016 prevedano modifiche o integrazioni al Piano ambientale o ad altro titolo autorizzativo necessario per l’esercizio degli impianti, i relativi progetti di modifica e le proposte di nuovi interventi siano valutati da un nuovo Comitato di esperti nominato dal Ministero dell’Ambiente.

Le modifiche del Piano ambientale e sanitario devono in ogni caso assicurare standard di tutela ambientale coerenti e compatibili con le previsioni del Piano stesso. Il decreto pone inoltre a carico dell’amministrazione straordinaria (e non più dell’acquirente o affittuario) l’onere di rimborso dei 300 milioni di euro ad essa erogati nel 2015 ed estende all’aggiudicatario della procedura di cessione l’autorizzazione alla prosecuzione dell’attività produttiva nello stabilimento e alla commercializzazione dei prodotti.

Si prevede poi la restituzione dei finanziamenti statali, che i commissari del Gruppo Ilva avevano titolo ad acquisire al fine esclusivo dell’attuazione e della realizzazione del Piano ambientale (pari a 600 milioni di euro per l’anno 2016 e 200 milioni di euro per l’anno 2017), che deve avvenire nell’anno 2018, ma subordinatamente al pagamento di tutti i crediti prededucibili di tutti gli altri creditori della procedura di amministrazione straordinaria nonché dei creditori privilegiati.

 

Sui binari della sicurezza

Quella appena terminata è stata una settimana difficile anche per il territorio italiano. Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime del disastro ferroviario pugliese per la grave perdita subìta, e ai feriti che se rimargineranno i danni fisici, chissà mai quelli dell’anima. Tuttavia, mi preme sottolineare un aspetto: non è che il binario unico sia necessariamente sinonimo e causa maggiore di incidenti e danni o di arretratezza.

È vero, invece, che sulla tratta in cui è avvenuta la sciagura era previsto il raddoppio: qui l’errore è stato di ritardare i fondi strutturali europei che non erano ancora disponibili. A ciò si aggiunga la lentezza della procedura burocratica italiana che, tra un permesso e una concessione, fa passare gli anni, e il danno è fatto. Ma se questi sono gli errori gravi, allora poi non si contestino provvedimenti oltre modo importanti per il nostro Paese come lo Sblocca Italia, che libera risorse e cerca di sveltire le pratiche.

Di quello che è successo in Puglia ci ha parlato, in questi termini, anche Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, durante un’informativa urgente del Governo. E ci ha spiegato la situazione: la Bari-Barletta è una linea ferroviaria regionale lunga 70 chilometri con un bacino di utenza di circa 700mila abitanti. La gestione della linea è curata dalla società Ferrotramviaria, che vi opera in qualità sia di gestore dell’infrastruttura sia di impresa ferroviaria. La proprietà dell’infrastruttura è della Regione Puglia. La linea è elettrificata e a scartamento normale, a doppio binario nel tratto Fresca San Girolamo-Ruvo, circa 33 chilometri, mentre per i restanti 37 chilometri è a binario unico. La circolazione dei treni avviene con blocco automatico bidirezionale da Bari a Ruvo mediante l’Acei, l’apparato centrale elettrico a itinerari di Bitonto, e gli A cs, gli apparati centrali statici di Terlizzi e Ruvo, e con blocco telefonico da Ruvo a Barletta.

La tratta a binario unico sarà interessata da lavori di raddoppio – affidamento da parte della Regione Puglia, su fondi europei regionali 2007-2013, poi trasportati con un progetto ponte sulla seconda programmazione 2014-2020 –, con un bando di gara già pubblicato e con il termine ultimo per la presentazione dell’offerta fissato al 19 luglio.

La sicurezza della circolazione ferroviaria nella tratta è regolata tramite il meccanismo del consenso telefonico: con questa procedura sulla sezione di linea può essere presente un solo treno per volta. Tuttavia, è il sistema meno sicuro e le tecnologie oggi disponibili sono molteplici e si adattano ai diversi regimi di esercizio in relazione alle caratteristiche della rete, alla frequenza dei convogli e alla velocità di esercizio.

In generale, la rete delle cosiddette ferrovie secondarie esistente in Italia ha un’estensione totale di oltre 3mila chilometri. Molte di queste sono caratterizzate da standard tecnologici più evoluti, altre reti presentano caratteristiche diverse. Nella rete delle ferrovie secondarie sono ancora presenti 2.700 chilometri di linea a binario unico. Su queste, le tecnologie adottate sono diverse, ma da anni sono in corso interventi di ammodernamento tesi a raddoppiare le linee a semplice binario, nel caso in cui la domanda di trasporto lo giustifichi. Detto ciò, sia chiaro che la sicurezza non è garantita dalla presenza dei due binari. Anche binari unici sono molto sicuri, quando sono applicate tecnologie avanzate. Purtroppo un sistema come quello del consenso telefonico, che lascia interamente all’uomo la possibilità di intervento, è oggi considerato maggiormente a rischio.

Ue, nuove regole per l’assistenza giudiziaria

Tra i provvedimenti approvati questa settimana, anche la Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell’Unione europea, fatta a Bruxelles il 29 maggio 2000, e delega al Governo per la sua attuazione e per la riforma del libro XI del codice di procedura penale, oltre a modifiche alle disposizioni in materia di estradizione per l’estero: termine per la consegna e durata massima delle misure coercitive.

Per riassumere, la Camera ha approvato definitivamente, in terza lettura, il provvedimento che autorizza la ratifica della Convenzione di Bruxelles del 2000 sull’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell’Unione, e delega il Governo a dettare disposizioni di adeguamento interno.

Cosa succede ora? La legge delega, appunto, il Governo a emanare, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per l’attuazione della Convenzione, individuando alcuni principi e criteri direttivi. I quali, in particolare, dovranno garantire l’assistenza giudiziaria anche nei procedimenti per l’applicazione di sanzioni amministrative; disciplinare la restituzione delle cose pertinenti al reato; disciplinare la procedura per il trasferimento a fini investigativi di persone detenute; disciplinare gli effetti processuali delle audizioni compiute mediante videoconferenza; prevedere la possibilità per i pubblici ministeri e la polizia giudiziaria di ritardare i provvedimenti di competenza laddove vi siano delitti per i quali è consentita l’estradizione, al fine di poter procedere alla cattura dei responsabili; prevedere l’applicazione del principio di reciprocità nei confronti di Regno Unito e Irlanda; disciplinare la procedura per svolgere le intercettazioni all’estero; prevedere la responsabilità civile e penale a carico dei funzionari stranieri che, nell’ambito delle consegne sorvegliate sul nostro territorio, causino danni nell’adempimento della missione.

 

Ecco chi ha penalizzato gli allevatori

Finalmente, due sentenze di altrettanti Tar dicono chiaramente chi ha creato e voluto il fondo per gli interventi nel settore lattiero-caseario e che ha costretto gli allevatori a pagare più multe. Ero tra gli accusati, assieme al Pd, al Ministro alle Politiche agricole e al Governo. Invece, le sentenze scrivono “e 71,65 milioni di euro sono trasferiti al fondo per gli interventi nel settore lattiero-caseario di cui all’art. 8-bis comma 1 del DL 10 febbraio 2009 n. 5”. Questa legge ha un nome e un cognome (Luca Zaia) e una forza politica (Lega, ma anche centrodestra) che l’ha sostenuta pienamente.

È stato riconosciuto dai giudici completamente valido anche il mio emendamento che consente una riduzione del 6% della multa, beneficio che ricadrà anche su coloro che hanno splafonato del 100%, così che con il principio della compensazione si permetterà a tante aziende di superare questa ulteriore difficoltà.

Quindi, ora è chiara una volta per tutte la risposta alla domanda sui chi ha penalizzato l’agricoltura: Zaia, la Lega, il centrodestra con la famosa legge. Invece, noi, il Pd, il Ministro Martina, il Governo Renzi abbiamo compensato le perdite dei nostri allevatori, abbiamo approvato una moratoria di 30 mesi dei loro debiti bancari, abbiamo abolito l’Irap alle imprese agricole, abbiamo aumentato le compensazioni Iva per le cessioni di latte fresco e di animali vivi della specie bovina e suina, concesso circa un centesimo al litro latte per tre mesi, favorito Export che ha raggiunto cifra record di 37 miliardi euro e stiamo studiando tutte le soluzioni valide per tutelare il Made in Italy… Serve aggiungere altro?

 

Paolo Cova

 

Latte, Carra e Cova (PD)​: “Abbiamo corretto la legge Zaia, Allevatori pagheranno solo le multe dovute alla UE”

“Siamo intervenuti ancora a favore degli allevatori: non dovranno più pagare 70 milioni di euro per le multe relative all’ultima campagna 2014/2015. È stato infatti approvato un emendamento del PD al decreto enti locali per correggere definitivamente le distorsioni inique della Legge Zaia del 2009 che al primo anno di sforamento ha creato i problemi applicativi che conosciamo. Dopo aver allargato, insieme al Governo a luglio dello scorso anno, la platea degli allevatori che hanno potuto beneficiare delle compensazioni (saliti di 1260 unità per 20 milioni di euro compensati), oggi stabiliamo che il prelievo da pagare si limita solo a quello dovuto all’Unione europea, ovvero 30 milioni. Un intervento giusto, soprattutto tenendo conto delle difficoltà attuali del settore.
Il Partito democratico ancora una volta dimostra quanto sia importante la filiera lattiero casearia, mettendo in atto scelte concrete che danno una mano a chi lavora tutti i giorni nelle stalle. Fatti come il piano latte da 130 milioni che ci vede impegnati in prima linea per tutelare il reddito degli allevatori, come il lavoro che il Ministro Martina sta facendo a Bruxelles e che proprio ieri ha portato a nuove risorse con misure anche strutturali. Testa bassa e lavorare, il nostro motto continuerà ad essere questo”.
Così in una nota congiunta i deputati del Partito democratico Marco Carra e Paolo Cova.

Roma,
​19 luglio​ 2016

Il Sicomoro

Carissime e carissimi,

invio il nuovo numero del Sicomoro che approfondisce argomenti sulla città e sulla nuova Giunta milanese oltre alle questioni legate alle recenti scelte inglesi . Se vuoi leggere clicca qui. Puoi trovare i singoli articoli anche sulla pagine noifuturoprossimo.it, aiutaci a diffonderlo.

News dal Parlamento

Vietato depistare

Con l’approvazione in via definitiva avvenuta, questa settimana, alla Camera, abbiamo introdotto nel codice penale il reato di frode in processo penale e depistaggio. La proposta di legge supera una lacuna del nostro ordinamento che non prevedeva un reato specifico di depistaggio, ma utilizzava una serie di disposizioni che punivano la condotta di colui il quale in vario modo intralciava la giustizia: falsa testimonianza, calunnia, autocalunnia, favoreggiamento personale, falso ideologico, false informazioni al pubblico ministero.

Questa proposta invece offre nuovi e incisivi strumenti di contrasto al fenomeno: basti pensare all’esempio per eccellenza, ovvero quello della scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino, in cui il Pubblico Ministero si è visto costretto a contestare il reato di furto aggravato proprio in mancanza di altre fattispecie.

La storia repubblicana è costellata di episodi di depistaggio e ostacoli alle indagini frapposti da pubblici ufficiali corrotti e servizi deviati nei tragici fatti di terrorismo, stragi e mafia. Oggi l’intervento non è di lieve entità: ora, nel codice penale si innalza da 6 mesi a un anno minimo e da 3 a 5 anni massimo la pena della reclusione per chi si rende responsabile del reato di frode processuale nell’ambito di un procedimento civile o amministrativo e cioè colui il quale nell’ambito del procedimento, al fine di trarre in inganno il giudice o il perito nell’esecuzione di una perizia, muta artificiosamente lo stato dei luoghi o delle cose o delle persone.

Confidi rafforzati e semplificati

Alla Camera abbiamo dato il via libera definitivo anche alla legge delega al Governo per la riforma del sistema dei confidi. Questi ultimi sono enti che svolgono l’attività di rilascio di garanzie collettive dei fidi e i servizi connessi o strumentali a favore delle piccole e medie imprese o dei liberi professionisti associati. La garanzia dei confidi è rappresentata da un fondo al quale contribuiscono tutti i soci che hanno aderito al consorzio.

La delega al Governo ha l’obiettivo di valorizzare il ruolo dei confidi proprio per migliorare l’accesso al credito; semplificare gli adempimenti; contenere i costi di funzionamento che vengono ribaltati inevitabilmente sulle imprese; rafforzare patrimonialmente i confidi, anche alla luce della disciplina più stringente introdotta a livello europeo dall’Unione bancaria; disciplinare la raccolta di risorse pubbliche e private e i contributi degli enti pubblici verso i fondi di garanzia; razionalizzare la filiera di garanzia e controgaranzia; realizzare una maggiore sinergia tra il fondo centrale di garanzia nazionale e i confidi, evitando l’effetto spiazzamento del ricorso diretto del sistema delle imprese sul fondo centrale di garanzia, saltando il sistema di confidi; migliorare l’accesso generale al credito e utilizzare i confidi come strumento per un miglioramento dell’educazione finanziaria delle imprese e per l’attivazione di un sistema di consulenza soprattutto per il sistema delle microimprese.

Missioni internazionali: c’è la legge

La presenza italiana all’estero nelle missioni di pace ha avuto due momenti significativi, questa settimana, in Aula. Come prima cosa abbiamo approvato le Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali, ovvero un riferimento unico per i contingenti militari italiani coinvolti in missioni internazionali, provvedimento che ora torna al Senato. Si tratta di una disciplina quadro che regola le procedure istituzionali e il trattamento economico del personale, con l’obiettivo di snellire il lavoro parlamentare e concentrarlo sugli aspetti politici e strategici delle missioni. Una legge storica perché nel nostro ordinamento non esisteva una disciplina di carattere generale che regolasse le procedure relative alla deliberazione e all’autorizzazione di queste missioni e fornisse una cornice legislativa stabile e uniforme da applicare in tutti gli scenari internazionali.

Aspetti che fino a oggi sono stati gestiti, di volta in volta, con provvedimenti singoli e dalla efficacia limitata nel tempo, con misure che necessitavano di essere continuamente reiterate, rendendo più complicata l’armonizzazione del coordinamento operativo e normativo.

Con questo provvedimento finalmente si razionalizzano e si uniformano il trattamento economico, la normativa applicabile al personale, sia relativa a profili amministrativi che penali, si riordinano le disposizioni altrimenti sparse nei vari decreti di rifinanziamento. Si è così realizzato uno strumento legislativo capace di offrire una cornice normativa certa e unitaria per l’invio dei contingenti, sia nell’ambito di operazioni di mantenimento della pace (peace keeping), sia nell’ambito di operazioni di conseguimento della pace (peace enforcing).

E ora continuiamo

Poi, abbiamo discusso e approvato la conversione in legge del decreto sulla proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché misure urgenti per la sicurezza.

La linea di questo Governo è assicurare che l’impegno militare all’estero faccia parte di un disegno complessivo e articolato che includa parallelamente e coerentemente anche le attività civili e la cooperazione allo sviluppo. Abbiamo, infatti, anche stanziato 90 milioni di euro aggiuntivi per i programmi di stabilizzazione e di ricostruzione in favore delle comunità colpite dalle crisi e dai conflitti. In totale la spesa complessiva è di circa 168 milioni di euro per il sostegno ai processi di ricostruzione, di pace e di stabilizzazione.

Il provvedimento è strutturato suddividendo le missioni in 3 articoli sulla base della dislocazione continentale dei contingenti: Europa, per le missioni nei Balcani, Bosnia–Erzegovina, Albania, Kosovo, Cipro e le zone del Mediterraneo; Asia, per le missioni in Afghanistan, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Libano; Africa, per le missioni in Mali, Corno d’Africa, Oceano indiano, Somalia. La consistenza media annuale del personale impiegato è pari a circa 5.938 unità, per un impegno di spesa di circa 1 miliardo di euro.

In particolare, è rafforzata la coalizione contro Daesh, mentre, su richiesta della coalizione internazionale e d’intesa con il Governo iracheno, l’Italia si è resa disponibile a garantire la protezione dell’area della grande diga di Mosul. Continueremo, poi, a essere presenti in Eunavfor Med, l’operazione volta a contribuire a smantellare le reti del traffico e della tratta di esseri umani nel Mediterraneo centromeridionale.

In questo provvedimento, con un emendamento, come già anticipato anche dai mass media, è stata sospesa per ora la fornitura gratuita all’Egitto di ricambi per i cacciabombardieri F-16 a causa della crisi in atto con Il Cairo per il caso di Giulio Regeni.

Infine, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2016 l’impiego di oltre 6mila militari per il Giubileo e per altre specifiche aree del territorio nazionale, come pure l’incremento di 750 unità per servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili e nelle operazioni “Strade sicure” e “Terra dei fuochi”.

Dacca, Italia in prima linea

Il Ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni ha tenuto un’informativa urgente del Governo sull’attentato terroristico di Dacca nell’Aula della Camera. E dopo averci raccontato come presumibilmente sono andate le cose, ha fatto un’analisi più approfondita della vicenda. Rivelando quello che ora è chiaro a tutti: gli autori di questo massacro infame erano giovani istruiti, appartenenti a famiglie della classe media e, in qualche caso, dell’establishment del Paese. Se è vero, infatti, che la manovalanza del terrorismo può certamente attecchire tra i diseredati delle periferie del mondo o delle periferie delle nostre città, è anche vero che il fanatismo può spesso armare le mani – e non è la prima volta, basti ricordare l’11 settembre – di persone istruite e facoltose.

Gli autori di questo massacro, secondo le autorità locali, sarebbero aderenti al gruppo islamista Jamaat-ul Mujahideen, ma le prime valutazioni, condivise con le diplomazie e l’intelligence del Giappone e di altri Paesi con presenze storiche in Bangladesh, portano comunque a ritenere attendibili le rivendicazioni della strage fatte da Daesh in alcuni siti del sedicente Califfato.

Ma questo ci dice anche una cosa: ora dobbiamo avere la consapevolezza definitiva di trovarci di fronte davvero a una minaccia globale, quella del fondamentalismo terrorista. La risposta, ha detto il Ministro, deve essere altrettanto globale, e questa è una delle cose su cui l’Italia da mesi lavora per attuarla nella comunità internazionale.

Contro chi si rivolge questa minaccia globale? Ovvero, gli italiani erano il bersaglio? In questo caso, si può dire senz’altro che le vittime sono state in prevalenza italiane e giapponesi. In altri casi, più in generale, ci sono state vittime straniere, occidentali, comunque considerate infedeli dalla barbarie terroristica. Ma spesso il terrorismo colpisce Paesi a maggioranza islamica, colpisce nel mucchio. Quindi, è una minaccia che certamente colpisce gli italiani in quanto occidentali, in quanto infedeli, nell’assurda visione del mondo dei terroristi, ma che, in generale, prende di mira tutte le presenze occidentali e punta anche contro il mondo islamico.

E come rispondere? Il Governo, il Parlamento, tutte le istituzioni coinvolte, le forze sociali, culturali del Paese devono essere unite, in questo, ha detto il Ministro, e il terrorismo fondamentalista deve sapere che non avrà tregua.

Perciò, visto che sta perdendo terreno sia in Siria che in Iraq, la nostra mobilitazione militare deve essere crescente per la sconfitta definitiva, abbattendo il simbolo del sedicente Stato islamico.

Non basta naturalmente vincere sul piano militare, ha aggiunto Gentiloni, perché il contrasto alla radicalizzazione fondamentalista sarà un impegno di lunga durata e in questo sarà necessario rivolgersi alla comunità islamica e ai Paesi a maggioranza di religione islamica, offrendo solidarietà e chiedendo impegno, ha concluso il rappresentante del Governo.

Via libera agli accordi internazionali

Tornano in Aula le ratifiche. Questa settimana abbiamo dato il via libera all’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Tagikistan sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica; alla Ratifica ed esecuzione dell’Accordo aggiuntivo alla Convenzione di reciproca assistenza giudiziaria, di esecuzione delle sentenze e di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco e della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco sul trasferimento delle persone condannate.

Abbiamo poi approvato la ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sullo scambio di informazioni in materia fiscale; il Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica, riguardante la criminalizzazione degli atti di razzismo e xenofobia commessi a mezzo di sistemi informatici; la Decisione del Consiglio di sorveglianza recante modifiche all’Allegato IV della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana, il Governo della Repubblica francese, il Governo della Repubblica federale di Germania ed il Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord sull’istituzione dell’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti Occar del 9 settembre 1998.

E ancora, abbiamo discusso e approvato il disegno di legge di Ratifica ed esecuzione del Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Cile e di Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l’accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Cile. Infine, abbiamo discusso e approvato il disegno di legge di Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Cile per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali.

Sull’Uranio Impoverito un grande passo in avanti

La Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale militare italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli affetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e dalla dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dall’esplosioni di materiale bellico ed eventuali interazioni ha approvato la Relazione di metà mandato che puoi leggere cliccando su relazione di maggioranza Uranio
Al termine di questo lavoro iniziale abbiamo anche predisposto un testo di una proposta di legge per andare a sanare i problemi aperti da ormai 20 anni. Il testo lo puoi leggere se clicchi su PDL Uranio impoverito
Il lavoro svolto in questi mesi ha proseguito quanto fatto nelle scorse legislature ed è giunto a fare una proposta che vuole andare a risolvere i contenziosi in atto e futuri.
Inoltre vuole migliorare le condizioni della sicurezza sul lavoro e della previdenza dei lavoratori delle forze armate.
Un ottimo passo in avanti!