News dal Parlamento

Una Pasqua di riflessioni

L’immigrazione gestita con modalità più umane e anche più corrette. La situazione della Siria e la possibile soluzione, il lavoro per i cittadini italiani e la salute di tutti noi. Questi i temi della newsletter pasquale che ricalcano esattamente ciò che questi giorni di festa ci insegnano.

E con queste riflessioni auguro a tutti voi e alle vostre famiglie una Buona Pasqua.

 

Un nuovo modo di intendere l’immigrazione

A pochi giorni dall’approvazione definitiva della legge sui minori stranieri non accompagnati, alla Camera abbiamo dato il via libera al decreto sull’immigrazione che, per la prima volta, affronta la questione dei flussi migratori in modo strutturale. Il provvedimento è quello recante disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale, già approvato dal Senato. Non si tratta di soluzioni temporanee o emergenziali, dunque, ma di misure organiche e procedimenti efficaci per affrontare e gestire il fenomeno migratorio nella sua estrema complessità.

Il testo si muove su due binari paralleli: garantire l’accoglienza e l’asilo a chi ne ha effettivo diritto e rendere efficaci le espulsioni e i rimpatri di chi non ne ha i requisiti. Obiettivo di fondo: accorciare i tempi di entrambe le pratiche, nella consapevolezza che le lunghe attese non sono solo inaccettabili da un punto di vista della dignità umana, ma possono aumentare il rischio di comportamenti illegali.

Per il nuovo iter del diritto di asilo, il provvedimento prevede un potenziamento degli organi preposti: le Commissioni territoriali per l’asilo e i Tribunali che si occupano più spesso di immigrazione e protezione internazionale. Nei Tribunali sedi di Corte d’Appello sono istituite 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione, cui verranno assegnati magistrati dotati di specifiche competenze o formati tramite specifici corsi.

Il Ministero dell’Interno potrà assumere, tramite concorso, fino a 250 persone altamente qualificate per permettere alle Commissioni di fronteggiare il boom di domande di richiesta di asilo. E nuovo sarà il modello processuale. Ma soprattutto la legge prevede un percorso di integrazione dei migranti nel tessuto sociale. Ma nel contempo diverranno più efficaci le misure di rimpatrio e le espulsioni, grazie allo scambio di dati informatici, a un nuovo modo di intendere i Cie e a una reale effettività dei provvedimenti di espulsione.

Accanto a queste norme, viene rafforzata la sicurezza e l’operatività della rete diplomatica e consolare in Africa con l’incremento del contingente di personale locale impiegato e con l’aumento della spesa per l’invio di personale dell’Arma dei Carabinieri.

 

Cosa succede in Siria

Dopo quello che è successo in Siria, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Angelino Alfano, è venuto alla Camera per un’informativa urgente del Governo. E come prima considerazione ha detto che la risposta americana viene ritenuta proporzionata, motivata e comprensibile e che apre una finestra di opportunità da cogliere per perseguire la soluzione politica e rilanciare il negoziato sotto la guida delle Nazioni Unite.

Nel contempo è emerso dal G7, che si era appena tenuto, che occorrerà chiedere a Putin di esercitare pressioni su Assad affinché rispetti in maniera vera, effettiva e durevole “il cessate il fuoco” e ponga le condizioni minime per il rilancio negoziale.

L’Italia, tuttavia, continua a non credere in soluzioni militari del conflitto, tanto meno lasciando alla Russia la promozione di una transizione politica credibile e sostenibile in Siria. E se ogni crisi presenta qualche opportunità, in questo caso la migliore è rilanciare in maniera concreta il negoziato.

Alfano ha, inoltre, cercato di sollecitare l’Iran ad esercitare tutta la propria influenza sul regime siriano affinché siano evitati nuovi attacchi sui civili, eliminate completamente le armi chimiche e assicurato il cessate il fuoco.

Dal G7 i Paesi del mondo hanno portato casa anche una dichiarazione sulla non proliferazione, il disarmo e un’altra sul cyberspazio. E per quanto riguarda la Siria, sono stati ribaditi il sostegno al dialogo politico di Ginevra secondo quanto previsto dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza, la centralità del ruolo delle Nazioni Unite nel processo negoziale e il nostro impegno per garantire l’integrità territoriale. Sono stati, inoltre, esortati la Russia e l’Iran a svolgere un ruolo costruttivo e a usare la propria influenza per convincere Damasco ad adempiere agli obblighi internazionali in materia di uso di armi chimiche.

 

Meno liste d’attesa

In settimana abbiamo approvato una mozione in materia di liste d’attesa per le prestazioni del Servizio sanitario nazionale ed esercizio della libera professione intramoenia.

Per attività libero-professionale intramuraria (Alpi) si intende l’attività che la dirigenza del ruolo sanitario medica e non medica, individualmente o in équipe, esercita fuori dell’orario di lavoro, in favore e su libera scelta dell’assistito pagante. L’Alpi è però autorizzata a condizione che non comporti un incremento delle liste di attesa per l’attività istituzionale; non contrasti o pregiudichi i fini istituzionali del Servizio sanitario nazionale e regionale; non contrasti o pregiudichi gli obiettivi aziendali; non comporti, per ciascun dirigente, un volume di prestazioni o un volume orario superiore a quello assicurato per i compiti istituzionali.

Ecco perché con la mozione abbiamo impegnato il Governo ad approvare, in tempi brevi e certi, il nuovo Piano nazionale per il governo dei tempi d’attesa; ad attivarsi, in accordo con le Regioni, affinché in ciascuna di esse venga previsto un tavolo di monitoraggio che si occupi del controllo e del monitoraggio del rispetto dei livelli essenziali di assistenza, della riduzione dei tempi di attesa, della verifica continua della qualità dei servizi e delle prestazioni diagnostiche ambulatoriali erogate, nonché della garanzia di ricoveri appropriati; a verificare l’adeguamento delle Regioni che non hanno ancora provveduto ad emanare le linee guida regionali per l’esercizio dell’attività libero-professionale; a predisporre uno studio volto a mettere in evidenza il rapporto tra il numero dei dirigenti che svolgono attività libero-professionali e le liste di attesa.

 

Un sostegno alle politiche del lavoro

E le politiche attive del lavoro, con particolare riferimento al potenziamento dei centri per l’impiego, sono state, invece, al centro della seconda mozione approvata alla Camera.

Partendo dalla premessa che le politiche attive del lavoro rappresentano uno strumento fondamentale per ridurre la disoccupazione strutturale e per condizionare gli interventi a sostegno del reddito a una ricerca attiva del lavoro, la mozione sottolinea che il nostro Paese dedica risorse a questi obiettivi molto inferiori al resto dell’Europa.

Per questo si impegna il Governo ad attuare, in raccordo con le regioni, un forte coordinamento tra le politiche attive svolte sul territorio attraverso i centri per l’impiego e le politiche “passive”, di sostegno del reddito dei disoccupati e delle persone in difficoltà economica; a intraprendere ogni opportuna iniziativa per raggiungere in tempi brevi l’accordo in conferenza unificata sul piano di rafforzamento dei servizi per l’impiego ai fini dell’erogazione delle politiche attive; ad assumere iniziative per garantire un incremento delle risorse per il fondo per le politiche attive del lavoro; a valutare forme di sperimentazione dell’assegno di ricollocazione legate alle situazioni di crisi occupazionale.

 

Farmaci veterinari: serve la modifica

Sto di nuovo intervenendo sul tema della tracciabilità dei farmaci veterinari. Ricorderete la recente interpellanza con cui avevo denunciato il problema dei servizi di farmaco-vigilanza e farmaco-sorveglianza veterinaria negli allevamenti di animali da reddito senza scorte.

Ora ho depositato una mozione con cui impegno il Governo, proprio alla luce dei dati indicati nella Relazione annuale al Piano nazionale integrato 2015, a modificare le Linee guida per la predisposizione, effettuazione e gestione dei controlli sulla distribuzione e l’impiego dei medicinali veterinari, affinché sia prevista una maggiore tracciabilità dei farmaci veterinari a partire dalle aziende zootecniche senza detenzione di scorta, e come criterio di valutazione di rischio sia indicato almeno un controllo annuale, di tutti gli allevamenti senza scorta ad iniziare da quelli che detengono un numero maggiore di capi di bestiame o che non ci sia congruità tra i capi presenti e le ricette fatte nell’anno.

Inoltre, a prevedere l’obbligatorietà della richiesta di scorte di medicinali per quegli allevamenti che abbiano un numero di capi bovini e suini pari o superiore a 50 capi adulti; a regolamentare la tracciabilità di tutti i passaggi del farmaco veterinario per Dpa (Destinato alla produzione di alimenti) attraverso sistema elettronico nel portale del Ministero della Salute, interessando tutta la filiera a partire dall’industria farmaceutica, con grossisti, farmacie e parafarmacie; ad attuare urgentemente l’uso della ricetta elettronica per i farmaci veterinari per animali Dpa.

Voglio solo ribadire che nella Relazione appare evidente come gli allevamenti con scorte risultino in percentuale tra lo 0,5 e il 5 per cento degli allevamenti italiani effettivamente presenti sul territorio, con controlli quasi sempre al di sopra dell’80 per cento degli allevamenti/anno. Mentre gli allevamenti senza scorte, che risultano il 95-98 per cento degli allevamenti, vengono controllati solo nel 5-20 per cento dei casi. Questo dato indica che i controlli sulla corretta tracciabilità del farmaco veterinario e sull’uso corretto dei farmaci veterinari risultano estremamente deficitari, in quanto vanno ad interessare un numero ridottissimo di allevamenti e di animali da reddito.

 

Primarie PD

 

Domenica 30 aprile 2017 dalle 8.00 alle 20.00 si svolgeranno le primarie per la scelta del segretario del Partito Democratico e i membri dell’Assemblea Nazionale del PD.

E’ una occasione di partecipazione democratica fatta direttamente dalle persone, ad ora ancora unica fra i partiti politici.

L’esperienza parlamentare e questi quattro anni di governo mi spingono a sostenere la candidatura di Matteo Renzi a segretario del mio partito e vi indico alcune brevi motivazioni.

Una caratteristica è stata quella di affrontare alcune delle criticità italiane con interventi strutturali.

Porre al centro le persone con alcune delle fragilità più gravi, penso ad esempio le disabilità e le malattie degenerative.

Valorizzazione del nostro patrimonio culturale e agroalimentare, risorse che non potranno mai essere delocalizzate.

Non inseguire il facile “tirare a campare” che ti consente di accontentare tutti ma non da risposte vere al paese.

 

Paolo Cova

Il Sicomoro

In uscita il numero de ‘il Sicomoro’, che in questo numero rivive -da diversi punti di vista- il passaggio di Papa Francesco a Milano. Non poteva poi mancare -in prima pagina- una riflessione sulla ‘morte dell’umanità’ in  Siria.

 

Troverete inoltre un’analisi della trasformazione dell’area metropolitana con l’ipotesi di un grande parco che circondi tutta la città, e come la realtà milanese sia sempre più un centro attrattivo rispetto alle città europee. Si conclude segnalando una ricerca in atto sul tema della religione in rapporto all’immigrazione e rispetto all’agnosticismo occidentale, e con qualche riflessione sulla politica che resta bloccata.

Se vuoi leggere clicca su Sicomoro_n.4_del_14_aprile2017

Il Governo modifichi il sistema dei controlli dei farmaci veterinari

La tracciabilità dei farmaci veterinari è da tempo al centro dell’attenzione dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, e veterinario buiatra. Con una recente interpellanza aveva denunciato il problema dei servizi di farmaco-vigilanza e farmaco-sorveglianza veterinaria negli allevamenti di animali da reddito senza scorte.

Dopo l’interpellanza, la mozione: Cova ha depositato un atto in cui impegna il Governo, proprio “alla luce dei dati indicati nella Relazione annuale al Piano nazionale integrato 2015 a modificare le Linee guida per la predisposizione, effettuazione e gestione dei controlli sulla distribuzione e l’impiego dei medicinali veterinari, affinché sia prevista una maggiore tracciabilità dei farmaci veterinari a partire dalle aziende senza detenzione di scorta, e come criterio di valutazione di rischio sia indicato almeno un controllo annuale, di tutti gli allevamenti senza scorta ad iniziare da quelli che detengono un numero maggiore di capi di bestiame o che non ci sia congruità tra i capi presenti e le ricette fatte nell’anno”.

Inoltre, “a prevedere l’obbligatorietà della richiesta di scorte di medicinali per quegli allevamenti che abbiano un numero di capi bovini e suini pari o superiore a 50 capi adulti; a regolamentare la tracciabilità di tutti i passaggi del farmaco veterinario per Dpa (Destinato alla produzione di alimenti) attraverso sistema elettronico nel portale del Ministero della Salute, interessando tutta la filiera a partire dall’industria farmaceutica, con grossisti, farmacie e parafarmacie; ad attuare urgentemente l’uso della ricetta elettronica per i farmaci veterinari per animali Dpa”.

Nella mozione, il parlamentare Pd ricorda che nella Relazione “appare evidente come gli allevamenti ‘con scorte’ risultino in percentuale tra lo 0,5 e il 5 per cento degli allevamenti italiani effettivamente presenti sul territorio, con controlli quasi sempre al di sopra dell’80 per cento degli allevamenti/anno. Mentre gli allevamenti ‘senza scorte’, che risultano il 95-98 per cento degli allevamenti, vengono controllati solo nel 5-20 per cento dei casi. Questo dato indica che i controlli sulla corretta tracciabilità del farmaco veterinario e sull’uso corretto dei farmaci veterinari risultano estremamente deficitari, in quanto vanno ad interessare un numero ridottissimo di allevamenti e di animali da reddito”.

 

Roma, 11 aprile 2017

News dal Parlamento

Il Governo e il Parlamento stanno lavorando?

Riprendo una affermazione che sento fare spesso in questi mesi sui giornali e nelle trasmissione televisive: il Pd è impegnato solo a vicende interne e non si preoccupa più del paese.

Voglio rassicurare i miei lettori che sia Il Governo che il Parlamento stanno procedendo con le proprie attività.

Un esempio sono l’approvazione delle Deleghe sulla scuola avvenute questo venerdì oppure le deleghe sul Reddito di Inclusione approvate qualche settimana fa.

E così tante altre iniziative svolte dal Parlamento e dal Governo.

Risulta curioso che chi siede anche nei banchi della Camera o del Senato possa fare queste affermazioni perché mente sapendo di mentire oppure non si rende conto di quello che sta facendo mentre è in Parlamento.

L’azione di Governo prosegue e il nostro lavoro nelle Commissioni e in aula si occupa, come sempre, del nostro paese.

E il voucher non c’è più

Li chiamano voucher, ma tecnicamente, questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato la conversione in legge del decreto recante disposizioni urgenti per l’abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti. Il testo ora passa al Senato.

Il disegno di legge prevede la soppressione della disciplina del lavoro accessorio e un regime transitorio per i buoni già richiesti fino al 17 marzo 2017, i quali possono essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017. I dubbi circa la disciplina da applicare durante la fase transitoria sono stati chiariti con un comunicato del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali che ha specificato che l’utilizzo dei buoni, in questo periodo, dovrà essere effettuato nel rispetto delle disposizioni in materia di lavoro accessorio previste nelle norme oggetto di abrogazione da parte del decreto.

Viene, inoltre, modificata la disciplina della responsabilità solidale negli appalti al fine di elevare ulteriormente l’efficacia delle tutele in favore dei lavoratori, in coerenza con la recente evoluzione della disciplina dei contratti pubblici.

Vengono in sostanza abrogate le disposizioni relative alla possibilità, per i contratti collettivi, di derogare al principio della responsabilità solidale tra committente e appaltatore, nel caso in cui, attraverso la contrattazione collettiva, si individuino metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarità complessiva degli appalti. Inoltre, quelle relative alla preventiva escussione del patrimonio dell’appaltatore, ovvero la possibilità di intentare l’azione esecutiva nei confronti del committente solo dopo l’infruttuosa escussione del patrimonio dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori.

Di riso ce n’è in abbondanza

L’assessore lombardo all’Agricoltura è sempre pronto a lamentare presunte scorrettezze verso l’agricoltura regionale e in questo caso anche italiana. Stavolta, ha scritto al Commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan chiedendogli di contingentare gli stock di riso da importare dai Paesi meno avanzati. Ma forse l’assessore non sa che il riso di qualità italiano non teme la concorrenza di altre importazioni. Probabilmente, chi si è convertito a varietà ormai prodotte in tutto il mondo, soffre di queste importazioni.

Ma in questo caso l’assessore, invece che lamentarsi delle importazioni, dovrebbe preoccuparsi di dare ai risicoltori, tramite il Piano di sviluppo rurale regionale, gli strumenti per continuare nella produzione delle varietà di riso uniche lombarde e italiane. Va favorita, cioè, la coltivazione delle nostre varietà che sono ricercate in tutto il mondo e l’aggregazione della filiera dei produttori.

Paolo Cova

Strage in Siria

Ho aspettato un giorno prima di commentare la strage avvenuta in Siria.
Il dolore nel vedere persone inermi, soprattutto bambini, uccise in modo barbaro mi ha lasciato sgomento.
Il ruolo che ricopro non può lasciarmi indifferente e cercare di porre almeno l’attenzione su questa vicenda umana.
Le soluzioni non sono facili da trovare dopo almeno 4 anni di guerra senza quartiere, ma credo sia necessario ora mettere in campo ogni iniziativa europea e internazionale per arrivare alla pacificazione del territorio.
Credo anche opportuno che il parlamento e il governo si pongano seriamente la questione della fabbricazione e vendita italiana di armi ad alcuni paesi mediorientali o a paesi che triangolano queste armi.
Va incentivato sempre di più un altro sistema di difesa non violenta e di recupero dei diritti umani.

On. Cova: “Non servono dazi per il riso: bisogna incentivare le nostre varietà”

 
“Il riso di qualità italiano non teme la concorrenza di altre importazioni. Probabilmente chi si è convertito a varietà ormai prodotte in tutto il mondo soffre di queste importazioni”, lo dice l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, commentando la notizia che l’assessore lombardo all’Agricoltura ha scritto al commissario europeo Phil Hogan chiedendo di contingentare gli stock di riso da importare dai Paesi meno avanzati.
 
“Invece di lamentarsi delle importazioni, l’assessore Fava dovrebbe preoccuparsi di dare ai risicoltori, tramite il Piano di sviluppo rurale regionale, gli strumenti per continuare nella produzione delle varietà di riso uniche lombarde e italiane – conclude Cova –. Va favorita la coltivazione delle nostre varietà che sono ricercate in tutto il mondo e l’aggregazione della filiera dei produttori”.
 
Roma, 5 aprile 2017

News dal Parlamento

Più tutela per i piccoli stranieri soli

Dopo un lungo iter parlamentare, con la nostra approvazione, in settimana, alla Camera, giunge al via libera definitivo la proposta di legge che contiene le Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati. Il provvedimento introduce una serie di modifiche alla normativa vigente con la finalità di definire una disciplina unitaria organica, che al contempo rafforzi gli strumenti di tutela garantiti dall’ordinamento e cerchi di assicurare maggiore omogeneità nell’applicazione delle disposizioni in tutto il territorio nazionale.

In sostanza, gli obiettivi di questa legge sono: aumentare i controlli sui minori non accompagnati, evitare che questi finiscano nelle mani delle mafie e del racket, favorire gli affidi e tutelare, con un percorso separato dagli adulti, i diritti dei minori. La legge ha, perciò, il duplice obiettivo di rafforzare le garanzie per questi minori – secondo le stime del Ministero dell’Interno, nell’ultimo anno sono stati circa 10mila – nel rispetto delle convenzioni internazionali e assicurare maggiore omogeneità nell’applicazione delle disposizioni in tutto il territorio nazionale. Attraverso l’introduzione del passaggio della gestione dei minori stranieri non accompagnati allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali, si fornisce ai Comuni che vi aderiscono maggiore sostegno in termini di supporto finanziario e realizzazione dei progetti di accoglienza, evitando così il rimpallo tra Stato, Comuni e comunità.

Come è possibile evitare la dispersione di minori non accompagnati? La norma introduce la riduzione dei tempi di attesa dei termini nelle strutture di prima accoglienza dai 60 giorni attuali a 30; la separazione dei minori dagli adulti; la presenza di tutori presso ogni tribunale per i minorenni; le disposizioni per favorire l’affido presso gli istituti della tutela e dell’affidamento temporaneo, con preferenze per le famiglie; il rilascio di sole due tipologie di permesso di soggiorno, per minore età o per motivi famigliari; le misure specifiche per l’inserimento dei minori non accompagnati nelle istituzioni scolastiche.

 

Magistrati, regole chiare

Ed è stata approvata anche la proposta di legge sulle Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali. Testo che ora torna al Senato.

La proposta di legge, che interviene sulla candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati che abbiano ricoperto incarichi politici, è fondato sulla convinzione che le istituzioni rappresentative hanno bisogno di tutte le competenze, senza escluderne nessuna, compresi i magistrati (che nell’attuale Parlamento sono in tutto nove, di cui quattro in pensione). Ma, vista la loro particolare funzione, occorre che siano assicurati, e percepiti dai cittadini, principi di autentica indipendenza e terzietà.

Perciò sono stati rafforzati i criteri già esistenti: innanzitutto è stata ampliata la platea delle cariche elettive, che vanno ora dagli enti locali fino al Parlamento europeo; è stato poi alzato a 6 mesi per candidarsi e a 5 anni dopo il rientro, il periodo nel quale il magistrato non deve aver prestato servizio nel territorio di riferimento della circoscrizione elettorale per potersi candidare.

L’aspettativa è obbligatoria per l’intero periodo di svolgimento del mandato o dell’incarico di governo sia nazionale che regionale o locale, e comporta il collocamento fuori ruolo del magistrato. I magistrati in aspettativa conservano il trattamento economico in godimento, senza possibilità di cumulo con l’indennità corrisposta in ragione della carica e possono scegliere per la corresponsione della sola indennità di carica. Il periodo trascorso in aspettativa è computato a tutti gli effetti ai fini pensionistici e dell’anzianità di servizio. Sono “incandidabili” i magistrati che prestano servizio, o lo hanno prestato nei cinque anni precedenti la data di accettazione della candidatura, presso sedi o uffici giudiziari con competenza ricadente, in tutto o in parte, nel territorio della regione compresa, in tutto o in parte, nella circoscrizione elettorale. E chi viola norme perde due anni di anzianità.

 

Questione di torrenti

Per la cronaca, segnalo che abbiamo anche approvato la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Slovenia sulla linea del confine di Stato nel tratto regimentato del torrente Barbucina/Čubnica nel settore V del confine, fatto a Trieste il 4 dicembre 2014.

 

 

Vi segnalo il convegno “Evoluzione del sistema sanitario lombardo: la nuova organizzazione del dipartimento veterinario” che si terrà il 7/04 a Melegnano in occasione della Festa del Perdono, un mio intervento è previsto alle ore 11.00. Clicca qui per la locandina e per le informazioni.

 

Paolo Cova

Il Sicomoro

Carissime e carissimi,

il 25 marzo è una giornata straordinaria: a Milano Papa Francesco, a Roma la ricorrenza dei Trattati di Roma. Sono questi i primi pezzi del Sicomoro di questo mese. La delicata tematica europea viene ripresa nelle pagine successive, dove si riflette anche sul dibattito in corso a riguardo della manifestazione anticipata di volontà (fine vita). Il numero si conclude con l’iniziativa culturale a livello di Municipio e con qualche dato sul fenomeno dell’azzardo a cui consegue una pericolosa crescita di ludopatie.

 Clicca qui per la lettura.

 

 

Paolo Cova

La mia anagrafe degli eletti

Carissime e carissimi,

desidero mantenere il rapporto di trasparenza nei vostri confronti e come fatto da quando ho un impegno istituzionale, vi mando la mia rendicontazione di quanto fatto nel 2016 e la mia retribuzione come Deputato.

I limiti di questa comunicazione sono sempre tanti ma resto sempre a vostra disposizione per chiarimenti o per fare integrazioni o raccogliere suggerimenti.

ATTIVITA’ ALLA CAMERA DEI DEPUTATI NEL 2016

 Ho sottoscritto 23 Proposte di Legge presentate da colleghi deputati, ho sottoscritto una Proposta di legge Costituzionale.
  • Sono stato primo firmatario di una Interpellanza Urgente sul tema del Bando di finanziamento delle società sportive da parte della FIDAL.
  • Sono stato primo firmatario di due interrogazioni a risposta scritta ed una interrogazione a risposta in Commissione.
  • Sono stato prima firmatario di una interrogazione a risposta immediata in Aula e una a risposta immediata in Commissione.
  • Ho presentato due risoluzioni in Commissione Agricoltura come primo firmatario.
  • Ho presentato 5 Ordini del Giorno, come primo firmatario.

Vi segnalo anche le mie presenze alle votazioni nel 2016:

  •  ho partecipato a 5347 votazioni (99,02%) su 5400, se vuoi vedere lo specifico di ogni seduta puoi   cliccare qui

 

  • Sono stato assente un solo giorno in occasione della laurea magistrale di mia figlia. In un altra giornata ho fatto meno votazioni in quanto dovevo recarmi ad una iniziativa con agricoltori/allevatori.

 

  • Mentre da inizio legislatura dal 15 marzo 2013 a dicembre 2016 ho partecipato a 19.521 votazioni (97,81%) su 19.958, se vuoi leggere lo specifico  clicca qui . Preciso che alcune votazioni sono senza registrazione  dei nomi  per cui non compaiono.

 

  • Mi risulta difficile indicare le mie presenze totali in Aula perché sono senza registrazione. Potete leggere solo quelle dove sono avvenute votazioni con registrazioni di voto dall’allegato precedente.

 

  • Le mie presenze alla Commissione Agricoltura o Uranio Impoverito o alle Commissioni dove ho sostituito altri colleghi non possono essere rendicontate, non avendo tutte obbligo di registrazione. Infatti le audizioni, i comitati ristretti e più convocazioni giornaliere di commissione vengono registrate solo nella prima occasione mentre per le successive non vi è l’obbligo.

 

RETRIBUZIONI nell’anno 2016

 

  • L’indennità parlamentare è stata di 98.471,04€ lorda da cui vanno tolte 38.145,35€ di trattenute direttamente dalla Camera per un importo netto di 60.325,69 che subiranno una ulteriore trattenuta con la presentazione del mio Mod. Unico 2017.

 

  • Ho percepito 44.280,00€ come contributo per la mia attività politica, da questa somma ho versato 18.000,00€ al PD nazionale+24.100,00€ al PD metropolitano+2.500,00€ ai Circoli PD+ 4.300,00€ ad associazioni di volontariato per un totale di 48.900,00€.
  • La diaria è stata di 40.481,16€ che ho usato sia per vitto e alloggio a Roma, sono alloggiato in albergo, e per le trasferte che compio in giro per l’Italia. Parte della diaria la verso anche al PD e per la mia attività politica in quanto il contributo che ricevo viene dato completamente al PD.
  • Ho ricevuto 14.494,80€ per spese di viaggio e spese telefoniche.
    Ribadisco che io e nessun parlamentare ha tessere gratuite o accessi gratuiti a cinema, teatro, stadio, museo o altro.
    Non ho auto blu! Ho un automobile acquistata di recente dalla mia famiglia dopo il furto di quella precedente. Mi sembra quasi inutile questa affermazione ma è bene precisare anche le cose ovvie, viste le bufale che girano quotidianamente.

Ricordo anche quest’anno che ho versato spontaneamente 48.900,00€. Quando sento dire e scrivere che ci sono bravi deputati che si sono dimezzati la propria indennità, vorrei far notare che hanno rinunciato a 30.000€. Credo che ci sia una notevole differenza con i 18.900,00€ che ho versato in più! Ognuno tragga le proprie conclusioni.

 

 

INFORMAZIONI PATRIMONIALI

  • Il mio reddito principale non è più dato dalla mia professione di medico veterinario libero professionista dei bovini da latte e da carne. Dalla nomina a Deputato mantengo solo una piccola parte di lavoro della mia professione per garantire una continuità di lavoro in caso di una mia mancata rielezione. Sono un libero professionista e non sono in aspettativa.

 

  • Non sono membro di nessun Consiglio di Amministrazione, la stessa cosa vale per mia moglie, le mie figlie, mia mamma o le mie sorelle.

 

  • Non possiedo pacchetti azionari, ugualmente mia moglie e le mie figlie.

 

  • Vivo con la mia famiglia in un appartamento acquistato negli anni’90 da privati ed è in proprietà al 50% con mia moglie.

 

  •   Allego documento con altre proprietà ereditate con la morte di mio padre e le relative quote di possesso. I terreni hanno destinazione agricola.  

 

Resto a vostra disposizione per ogni eventuale chiarimento. Vi ringrazio per le continue sollecitazioni, richieste e suggerimenti. Sono un arricchimento per me.

Un grazie ancora per la bella esperienza che voi avete reso possibile con il vostro voto e sostegno.

 

Ciao

Paolo Cova

 

News dal Parlamento

Sisma, acceleriamo la rinascita

Via libera, questa settimana, alla Camera, alla Conversione in legge del decreto recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017. Il provvedimento introduce regole più snelle e aiuti per i cittadini e le imprese delle zone colpite dal terremoto di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, con l’obiettivo di semplificare e accelerare le varie fasi della ricostruzione.

In particolare, sono stati affrontati alcuni nodi emersi nel corso della gestione dell’emergenza e dell’avvio della ricostruzione di questi mesi: il tema del personale; il sostegno agli enti locali impegnati nella ricostruzione; l’accelerazione delle procedure per la realizzazione delle opere di urbanizzazione necessarie per le casette, per le stalle e per le scuole.

Sono poi state potenziate le misure a sostegno dell’economia dei territori colpiti dal sisma, in particolare con la norma sul danno indiretto che vuole sostenere soprattutto il settore del turismo e del commercio, strategici per le regioni del centro Italia. Anche altre norme vanno in questa direzione: le agevolazioni per gli investimenti, la moratoria su mutui di imprese e privati, la priorità dei contratti di sviluppo per le regioni del sisma.

Sono stati inoltre chiariti alcuni aspetti per rendere le norme meglio applicabili e per arrivare ad una ricostruzione più veloce, trasparente e puntuale, anche per i tanti gioielli architettonici e culturali di cui sono ricche le regioni colpite: con l’approvazione di un emendamento, tutta la quota dello Stato dell’8×1000 sarà destinata, per 10 anni, alla ricostruzione e al restauro dei beni culturali distrutti o danneggiati dal sisma.

Si tratta di circa 150/200 milioni l’anno che garantiranno una fonte certa e sicura di finanziamenti, due miliardi in dieci anni. Inoltre vengono inseriti ulteriori 9 comuni dell’Abruzzo tra quelli a cui si applicano tutte le misure messe in campo finora per le aree colpite dal sisma.

 

Risarcimenti più equi

Questa settimana, abbiamo approvato, in prima lettura, la proposta di legge sulle Modifiche alle disposizioni per l’attuazione del codice civile in materia di determinazione e risarcimento del danno non patrimoniale (definito anche biologico, quello che tocca la persona e la sua salute e non solo le cose).

Il testo consta di due articoli che allegano alle disposizioni di attuazione del codice civile due tabelle che i giudici dovranno utilizzare come parametri per la liquidazione con valutazione equitativa del danno non patrimoniale. Si tratta delle cosiddette Tabelle di Milano, oggi adottate dalla gran parte dei tribunali d’Italia dopo la pronuncia della Corte di Cassazione che ha introdotto il principio della necessità di applicare su tutto il territorio nazionale un unico criterio di liquidazione, da ritenersi equo.

Secondo la proposta approvata, al giudice è consentito di aumentare il risarcimento fino al 50 per cento della misura prevista dalle tabelle, in considerazione delle condizioni soggettive del danneggiato. Il provvedimento è da considerarsi, quindi, un passo avanti importante, soprattutto se associato al disegno di legge “concorrenza”, attualmente all’esame del Senato, che interviene in materia di risarcimento dei danni da incidenti stradali, al fine di garantire, in forza degli stessi principi, la parità di trattamento su tutto il territorio nazionale dei cittadini vittime di questi tipologie di danni non patrimoniali.

 

C’è bisogno di Europa

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato ospite, alla Camera, in occasione delle celebrazioni del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma. E il suo intervento ha davvero fatto il punto di come la nostra Unione sta funzionando e su che strada dovrebbe andare.

Intanto, Mattarella è partito dall’importante avvenimento della Brexit, dicendo proprio che la celebrazione dell’anniversario richiede che sul percorso di integrazione europea si svolga una riflessione, la cui necessità è accresciuta dall’uscita, per la prima volta, di un Paese, il Regno Unito, membro dal 1973. Una riflessione che non può prescindere dalla storia che sta alle spalle della Ue: nel 1951 nasceva la Comunità del carbone e dell’acciaio, l’anno dopo il Trattato, arenatosi poi in Francia, del progetto di Comunità europea di difesa. Sarebbe stata l’Italia, prima con la Conferenza di Messina, nel 1955, poi con quella di Venezia del 1956, ad esserne motore traente, con Gaetano Martino, Ministro degli Esteri nel Governo Segni, fra i protagonisti.

Perciò, i padri dell’Europa, che dettero vita ai Trattati, con il consenso democratico dei loro Paesi, non erano dei visionari, ci ha ricordato il Presidente, bensì degli uomini politici consapevoli delle sfide e dei rischi, capaci di affrontarli. Uomini che hanno avuto il coraggio di trasformare le debolezze, le vulnerabilità, le ansie dei rispettivi popoli in punti di forza, mettendo a fattor comune le capacità di ciascun Paese e puntando a realizzare una grande società aperta, nella quale libertà, democrazia e coesione fossero reciprocamente garantite.

E ancora: l’Europa che abbiamo conosciuto in questi anni è stata uno strumento essenziale di stabilità e di salvaguardia della pace, di crescita economica e di progresso, di affermazione di un modello sociale sin qui ancora ineguagliato, fatto di diritti e civiltà. Una risposta alle debolezze dell’Europa uscita dalla Seconda Guerra Mondiale e alla sua progressiva costruzione hanno preso parte ex nemici. Quindi, ha detto Mattarella, se guardiamo alla strada percorsa ci rendiamo conto di come non sia stato mai un cammino facile, sin dall’inizio. Tuttavia, la spinta all’unità europea si è sempre rivelata, comunque, più forte degli arroccamenti e delle puntigliose distinzioni pro-tempore di singoli governi o di gruppi di Paesi, giocando un ruolo significativo anche nel contributo alla evoluzione delle relazioni internazionali.

Il Capo di Stato vede però oggi un’Europa quasi ripiegata su se stessa. Spesso consapevole, nei suoi vertici, dei passi da compiere, eppure incerta nell’intraprendere la rotta. Come ieri, c’è bisogno di visioni lungimiranti, con la capacità di sperimentare percorsi ulteriori e coraggiosi. Perché nessun ritorno alle sovranità nazionali potrà garantire ai cittadini europei pace, sicurezza, benessere e prosperità, perché nessun Paese europeo, da solo, potrà mai

affacciarsi sulla scena internazionale con la pretesa di influire sugli eventi, considerate le proprie dimensioni e la scala dei problemi.

Qui il video integrale del bell’intervento del Presidente Mattarella

 

Lo squadrismo grillino e i vitalizi inesistenti

Avrete visto tutti le immagini di quello che è accaduto nei giorni scorsi a Montecitorio. Una sorta di protesta di piazza inscenata dai soliti che hanno assaltato l’Ufficio di presidenza della Camera e hanno impedito lo svolgimento delle question time. Ora, al di là della gravità del fatto in sé, c’è un principio di fondo che mi preme sottolineare: in democrazia si vota e chi ha la maggioranza vince. Altri metodi non sono democratici e pensare di assaltare la Presidenza e impedire di lavorare e intervenire, perché non si è fatto come voleva un gruppo eletto tanto quanto gli altri, non è democrazia, ma i primi passi di un ritorno al fascismo.

Per altro, avessero almeno ragione!

Sono persino in pieno torto: le due proposte all’esame erano completamente diverse. Quella degli M5s agiva semplicemente sulle pensioni contributive ancora de erogare – e non sui vitalizi che non esistono più dal gennaio 2012–, senza peraltro intaccarne gli importi in alcun modo, e avrebbe portato risparmi pari a zero nell’immediato e risibili tra qualche anno. Questo perché non avrebbe intaccato il grosso della spesa pensionistica, rappresentato dai trattamenti maturati prima della riforma del 2012, quella che, appunto, ha cancellato i vitalizi. In sostanza, chiedeva che i deputati che decadono dopo il gennaio 2012 non prendano più la propria assicurazione a 65 anni, ma a 67. Cioè, veniva semplicemente posticipata di due anni. Ma questa loro sbandierata scelta non avrebbe cambiato proprio niente, in quanto l’assicurazione sarebbe stata versata due anni dopo. Quindi, si sappia chiaramente che la proposta dei cinquestelle non avrebbe portato nessun risparmio per i conti della Camera. Anzi.

La proposta Pd, approvata, prevede, invece, che chi detiene assegni vitalizi e trattamenti previdenziali, diretti e di reversibilità, corrisposti ai deputati cessati dal mandato o ai loro eredi, cioè i deputati decaduti prima del gennaio 2012, versi un contributo di solidarietà per tre anni nelle eccedenze del 10% sopra i 70mila euro, del 20% sopra gli 80mila, del 30% sopra i 90mila e del 40% sopra i 100mila. Questo comporta un risparmio annuo di 2,4 milioni di euro. Preciso anche che non può essere continuativo non per nostra volontà, ma perché il principio è stato voluto dalla Corte costituzionale. Ma mi sembra, comunque, un bel passo avanti rispetto al nulla che proponevano i grillini.

Dei quali vorrei sottolineare l’assoluta malafede: ricordate i cartelli che sbandieravano? No ai vitalizi: ma i vitalizi, ripeto, sono stati abrogati, cioè definitivamente cancellati, dalla riforma del 2012. Cinque anni che i cinquestelle hanno volutamente ignorato. Altrimenti su cosa avrebbero basato la loro propaganda squadrista?

 

Non lasciamolo solo!

In questi giorni stiamo assistendo ad un attacco senza precedenti nei confronti di Don Luigi Ciotti.

Piena solidarietà a don Ciotti e la nostra vicinanza non sia solo con le parole, ma anche nell’attenta opera di vigilanza sui territori, delle persone nelle istituzioni e nel mondo del lavoro.

Paolo Cova