News dal Parlamento

Una Eredità per progettare il futuro

 

Sabato si è tenuto un incontro sulla vita politica di Aldo Moro e al termine di questo incontro vorrei fare alcune brevi considerazioni scaturite dal dibattito.

Nel secolo scorso in Italia e in Europa ancora adesso, una sconfitta politica non porta al cambio di partiti o a scissioni e la stabilità degli stessi è garanzia di mediazione tra la politica istituzionale e i corpi intermedi.

Quanto avveniva nella DC anni ’50-’60-’70 testimonia che il dibattito interno era motivo di confronto tra “correnti” o “famiglie” che avevano però una storia radicata di studi e approfondimenti, cosa scomparsa in questo nuovo secolo con i partiti e i movimenti che nascono e muoiono senza un retroterra culturale duraturo.

E’ tutt’oggi fondamentale e urgente indicare una strada lungimirante, come fece Moro con l’idea di costruire una democrazia matura,  che non si faccia travolgere da richieste immediate che trovano risposte semplici a problemi più complessi.

 

 

 

Crisi d’impresa, cambia il diritto

La riforma del diritto fallimentare è stato il provvedimento approvato questa settimana alla Camera. Il disegno di legge prevede esattamente la Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza e con esso si intende tutelare i creditori e ridare chance all’impresa.

Molti i profili innovativi. Nel generale quadro di favore per gli strumenti di composizione stragiudiziale della crisi, viene introdotta una fase preventiva di allerta finalizzata all’emersione precoce della crisi d’impresa e a una sua risoluzione assistita. Inoltre sono previste una facilitazione dell’accesso ai piani attestati di risanamento e agli accordi di ristrutturazione dei debiti, e una semplificazione delle regole processuali. Nei casi in cui si arrivi a un esito giudiziario della crisi, è prevista l’unicità della procedura destinata all’esame di tutte le situazioni di crisi e di insolvenza.

Altre novità sono la revisione della disciplina dei privilegi; l’individuazione del tribunale competente in relazione alle dimensioni e alla tipologia delle procedure concorsuali; l’eliminazione della procedura fallimentare e la sua sostituzione con quella di liquidazione giudiziale; una rivisitazione della normativa sul concordato preventivo; la sostanziale eliminazione come procedura concorsuale della liquidazione coatta amministrativa; la previsione di una esdebitazione di diritto per le insolvenze di minori dimensioni; modifiche alla normativa sulle crisi da sovraindebitamento; l’introduzione di una specifica disciplina di crisi e insolvenza dei gruppi di imprese.

 

Nuove regole contro le minacce cibernetiche

Il Ministro dell’Interno Marco Minniti ha illustrato alla Camera un’informativa urgente del Governo sulle recenti notizie circa la violazione di sistemi informatici utilizzati dallo Stato, da altri enti pubblici e da un ampio spettro di personalità istituzionali. È in corso un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma che ha già portato all’arresto dei fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero in relazione ai reati di accesso e intercettazione abusiva ai danni di sistemi informatici e telematici.
La Procura ha avviato una rogatoria internazionale al fine di acquisire il contenuto dei server utilizzati dai fratelli Occhionero e, quindi, accertare la qualità e la quantità di notizie da loro acquisite illecitamente. Un passaggio importante, ha detto Minniti, in quanto i dati finora ottenuti grazie alla decrittazione del traffico Internet sono serviti ad individuare gli obiettivi oggetto di intrusione, ma non i contenuti.
Inoltre, ci ha fatto sapere il Ministro, è stata elaborata una serie di interventi in grado di determinare un salto di qualità nella capacità di risposta del sistema Italia, sia sotto l’aspetto della prevenzione, che sotto quello della gestione di eventuali attacchi informatici. E ha aggiunto che il tema dell’innalzamento degli standard di sicurezza cibernetica del nostro Paese, sia nel settore pubblico che in quello privato, costituisce uno degli obiettivi prioritari del Governo. I contenuti del nuovo progetto nazionale di cybersecurity daranno luogo, a breve scadenza, all’aggiornamento del piano nazionale già esistente. Gli interventi previsti sono imperniati da un lato sull’affermazione del ruolo strategico del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica nelle crisi di sicurezza nazionale, e dall’altro nella semplificazione e razionalizzazione della catena di comando nella risposta alle minacce cibernetiche.
Altri punti qualificanti, ha detto ancora Minniti, sono costituiti dalla introduzione di meccanismi di certificazione della sicurezza e dallo sviluppo di tecnologie capaci di accrescere l’affidabilità delle reti e dei sistemi utilizzati per funzioni di interesse strategico. Previsto, infine, anche il pieno coinvolgimento di operatori privati titolari di infrastrutture critiche nell’attuazione di politiche di sicurezza informatica.

Su Schwazer intervengano i Ministri
Un organismo internazionale che si rifiuta di rispondere a una rogatoria di un giudice italiano. È quello che sta succedendo nel caso Schwazer. Per questo ho presentato un’interrogazione, rivolta al Ministro della Giustizia e a quello dello Sport, in cui metto sotto la lente il comportamento che sta tenendo la Iaaf (l’Associazione internazionale delle Federazioni di atletica)  nei confronti della magistratura italiana.
Nell’atto ricordo che al Tribunale di Bolzano si sta svolgendo il processo riferito al caso di doping di Alex Schwazer, dopo la positività riscontrata all’atleta poco prima delle Olimpiadi di Londra 2012 e alla successiva in occasione del test antidoping del 1 gennaio 2016. Nei giorni scorsi il giudice Pelino del Tribunale di Bolzano ha incaricato il Ris di Parma di effettuare l’esame del Dna del campione di urina di Schwazer del 1 gennaio 2016, attualmente conservato nel Laboratorio Antidoping di Colonia, indicando la data del 31 gennaio 2017. Secondo notizie giornalistiche il Laboratorio ha bloccato l’invio del campione di urina dell’ex marciatore italiano in quanto il direttore Geyer ritiene di dover aspettare l’autorizzazione dei propri legali e della giustizia tedesca. Nei giorni scorsi le richieste della Iaaf di effettuare le analisi presso il Laboratorio stesso sono state rigettate dal giudice Pelino. In questi giorni il Tas, il Tribunale arbitrale dello sport, ha diffuso le motivazioni della sentenza di squalifica per Schwazer, in cui dichiara che non ci sono prove concrete di complotto nei confronti dell’atleta.
Ai Ministri chiedo se siano a conoscenza di questo grave fatto e che il Laboratorio non stia rispettando quanto chiesto dal giudice con rogatoria internazionale per fare chiarezza nell’indagine sul fenomeno del doping, che vede coinvolti anche strutture internazionali dello sport. E anche quali passi intendano fare per il rispetto degli accordi internazionali sulla giustizia e per il rispetto delle norme sportive e dell’antidoping.

Tre anni di Governo da rivalutare: Perché?

Venerdì 10 febbraio 2017 alle ore 21.00 sarò al Circolo Pd Caponnetto via Gran San Bernardo 1 Milano a parlare di questi ultimi tre anni di governo.

Se vuoi leggere locandina clicca su.

Paolo Cova

News dal Parlamento

Ferrovie, dismesse ma turistiche

Ci siamo occupati di turismo e del suo sviluppo sostenibile, questa settimana, alla Camera. Abbiamo, infatti, approvato una proposta di legge sulle Disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, nel rispetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

In particolare, il provvedimento punta a valorizzare non solo le tratte ferroviarie di pregio intese come tracciati ferroviari, ma anche stazioni e pertinenze con opere d’arte e rotabili storici e turistici abilitati a percorrerle. Si prevede, tra l’altro, la circolazione sulle linee ferroviarie dismesse e sospese di “ferrocicli”, ossia una sorta di carrellino a pedali a 4 posti che in Francia conta quasi 4 milioni di passeggeri e 40 dipartimenti dove è possibile noleggiarlo. Grazie a questo particolare tipo di veicolo le linee ferroviarie possono essere trasformate in piste ciclabili, conservando l’infrastruttura senza smantellarla.

Le tratte ferroviarie ad uso turistico restano nella disponibilità dei soggetti proprietari o concessionari, che sono responsabili del mantenimento in esercizio, della manutenzione, della funzionalità e della sicurezza. Gli interventi da effettuare su queste tratte, sia di ripristino, sia relativi al mantenimento in esercizio, alla funzionalità e alla sicurezza dell’infrastruttura sono finanziate dallo Stato nell’ambito del contratto di programma con il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale o, in caso di tratta regionale, nell’ambito delle risorse destinate da ciascuna regione agli investimenti.

Inoltre, la gestione delle attività commerciali connesse possono essere esercitate da soggetti pubblici o privati.

Chi intende assumere la gestione del servizio di trasporto può presentare domanda o al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti o alle Regioni interessate a seconda del gestore. L’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria dovrà provvedere alla definizione dei livelli di sicurezza.

 

Una Eredità per progettare

 

Ricordo nuovamente che sabato prossimo, 4 febbraio 2017, dalle 9.30 alle 12, allo Spazio K, in via Spalato 11, a Milano, zona Isola, si terrà il convegno su Aldo Moro dal titolo “Una eredità per progettare il futuro”, dove avrò il compito di introdurre il tema. L’incontro nasce dal libro di Guido Formigoni “Aldo Moro: lo statista e il suo dramma”. Tra i partecipanti, i colleghi parlamentari Maria Coscia e Michele Nicoletti, lo stesso Guido Formigoni e Fabio Pizzul che farà da moderatore.

Saranno presenti anche Simona Malpezzi, Ernesto Preziosi, Vinicio Peluffo

Se vuoi leggere la locandina clicca qui

 

La (lontana) verità su Moro

 

E proprio in settimana abbiamo terminato la discussione congiunta delle Relazioni sull’attività svolta, approvate dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

Nell’atto si ricorda che l’attività di indagine della Commissione ha evidenziato i limiti e le incongruenze della ricostruzione del delitto Moro che si è consolidata a livello giudiziario e nelle precedenti inchieste parlamentari. La vicenda Moro è tuttora oggetto di indagine da parte della Magistratura e l’acquisizione di documentazione di fonte interna e di fonte estera, rilevante ai fini della comprensione di questo drammatico evento, sia nei suoi aspetti storico-politici, sia in quelli penalmente rilevanti, non può dirsi conclusa, in quanto alcuni dei responsabili del rapimento e dell’omicidio non sono stati assicurati alla giustizia.

Appare auspicabile promuovere una adeguata conservazione e valorizzazione della documentazione relativa alla vicenda Moro, mentre è indispensabile giungere entro il termine della legislatura a un complessivo riesame della vicenda in tutti i suoi aspetti.

La Camera ha, dunque, impegnato il Governo a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di portare a conclusione le procedure di declassifica delle informazioni relative al caso Moro provenienti da servizi di intelligence stranieri, attivando le necessarie intese, e a garantire, per quanto di competenza, la migliore tenuta e la piena consultabilità della documentazione giudiziaria che rimane dispersa tra molteplici archivi e sedi di conservazione, nonché la valorizzazione culturale dei reperti del sequestro e l’adeguata conservazione in siti aperti al pubblico sia della Renault 4 nella quale fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, sia dell’Alfetta della scorta, che versa in condizioni di degrado.

 

 

Attenti agli antibiotici

In queste settimane di forti influenze sarà capitato a più di qualcuno di vedersi prescrivere degli antibiotici. Ma non tutti sanno che se la resistenza a questi farmaci è un processo naturale di selezione causato dalle mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri, è ancheil risultato di alcuni comportamenti: l’uso eccessivo e improprio degli antibiotici permette alle popolazioni resistenti di proliferare e prendere il sopravvento. Compaiono in questo modo i superbatteri resistenti agli antibiotici disponibili.

In Europa, si verificano annualmente 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti che causano oltre 37mila decessi e determinano un consistente assorbimento di risorse pari a circa 1,5 miliardi di euro l’anno.

Non è volontà di fare allarmismo, ma il contenuto della mozione che abbiamo approvato in settimana e che impegna il Governo a promuovere iniziative destinate a incentivare l’uso responsabile degli antibiotici in commercio, limitandone l’utilizzo; a favorire un cambiamento culturale nella popolazione e nella comunità medica che determini un impiego appropriato degli antibiotici in modo da ridurne l’abuso e prolungarne il più possibile la vita; a valutare la possibilità di promuovere incentivi finanziari per lo sviluppo di nuovi test diagnostici che possano evitare la somministrazione inutile di antibiotici; a sostenere la formazione del personale sanitario e a rilanciare la ricerca e lo sviluppo di nuovi antimicrobici; a intensificare le modalità di promozione delle vaccinazioni; a mettere in campo iniziative di monitoraggio per garantire il benessere degli animali allevati e per ridurre l’utilizzo di antimicrobici, tutelando la salute umana; ad accelerare le procedure per la redazione del piano nazionale contro l’antibiotico resistenza e per l’obbligatorietà della ricetta elettronica del farmaco veterinario per effettuare controlli e monitoraggi sul consumo di antibiotici.

 

Voucher sotto monitoraggio

Nel corso degli ultimi due anni, pur in una fase di faticosa fuoriuscita da una recessione epocale, sul piano dell’occupazione si sono registrati circa 656mila posti di lavoro in più, oltre due terzi dei quali a tempo indeterminato, e un calo degli inattivi di circa 665mila unità, determinando, rispetto al 2014, una riduzione di oltre un punto del tasso di disoccupazione generale e di oltre 4 punti di quello giovanile. Risultati ascrivibili al profondo intervento di riordino normativo in materia di lavoro e alle misure di decontribuzione per le nuove assunzioni.

Va detto che lo strumento del voucher – la disciplina del lavoro accessorio di carattere meramente occasionale è stata definita a partire dal 2003 – non è stato introdotto per flessibilizzare oltre modo il lavoro sino a sconfinare nella sua precarizzazione, quanto per contrastare la proliferazione del lavoro sommerso e irregolare. Tuttavia, l’impennata del loro utilizzo costituisce un ostacolo alla diffusione del lavoro stabile. L’uso distorto dei voucher, quindi, entra in contraddizione con gli obiettivi di stabilizzazione del lavoro, che il Jobs Act si è posto.

Per questo abbiamo approvato una mozione che impegna il Governo ad assicurare il massimo impegno nell’attività di monitoraggio, al fine di un costante confronto con il Parlamento e le forze sociali, necessario, per una verifica condivisa degli effetti del nuovo quadro normativo. E ad assumere iniziative sulle materie in discussione, a partire dalle questioni oggetto dei quesiti referendari, tenendo conto anche delle proposte di legge già presentate in Parlamento.

Paolo Cova

Il Sicomoro

Carissime e carissimi,

al seguente link trovate la nuova copia de “Il Sicomoro”, affronta le vicende politico-istituzionli nazionali ed internazionali di questo periodo incerto. Il tema delle fragilita’ e dei tentativi di risposta assume poi un particolare significato nell’attuale situazione di poverta’ e freddo che incontrano persone e famiglie.

Occorre uno scatto di ripresa anche della nostra societa’ e della politica: cercheremo di farlo a partire dall’incontro del 4 febbraio su Aldo Moro ” un’eredità per progettare il futuro” di cui trovate il programma a pag. 3

 

Paolo Cova

News dal Parlamento

L’eredità di Moro

 

   Sabato 4 febbraio 2017, dalle 9.30 alle 12, allo Spazio K, in via Spalato 11, a Milano, zona Isola, si terrà il convegno su Aldo Moro dal titolo “Una eredità per progettare il futuro”, dove avrò il compito di introdurre il tema. L’incontro, che nasce dal libro di Guido Formigoni “Aldo Moro: lo statista e il suo dramma”, vuole essere un’iniziativa ad ampio respiro per fare anche ragionamenti sul futuro del riformismo, del centrosinistra e del cattolicesimo democratico in questo nuovo secolo.

Tra i partecipanti sono previsti i colleghi parlamentari Maria Coscia e Michele Nicoletti, lo stesso Guido Formigoni e Fabio Pizzul che farà da moderatore. Tenetevi liberi per questo importante momento di confronto.

 

 

 

 

Mafia e gioco: nuove regole

 

Questa settimana, alla Camera, abbiamo discusso e approvato la relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, cui è seguita una nostra risoluzione.

Nell’atto abbiamo stabilito alcuni precisi punti cardine per combattere il fenomeno. Ad esempio, di introdurre barriere all’ingresso, sul piano dei requisiti per la partecipazione a gare o a procedure a evidenza pubblica e il rilascio, il rinnovo e il mantenimento di concessioni in materia di giochi pubblici, la disciplina del settore dei giochi, alla luce anche delle risultanze delle più recenti indagini della magistratura e delle forze dell’ordine. Una revisione dell’apparato sanzionatorio penale ed amministrativo, di cui appare indifferibile una puntuale e organica revisione. Un rafforzamento delle misure antiriciclaggio, attraverso la tracciabilità delle vincite al gioco; politiche antimafia e un nuovo ruolo delle autonomie locali; una nuova governance del settore con una vigilanza rafforzata e la riorganizzazione dei controlli; una politica per la sicurezza delle infrastrutture critiche del gioco legale, tenuto c onto che esiste una vera e propria minaccia del cyber crime; infine, l’adozione di misure armonizzate a livello europeo nel settore del gioco d’azzardo a distanza.

 

 

 

Cucino, ti invito, mi paghi. Ecco come

 

Alla Camera abbiamo anche approvato, in prima lettura, il testo unificato delle proposte di legge sulla Disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata, definita con un inglesismo home restaurant. Si tratta della prima normativa organica di regolazione del settore. Il provvedimento si propone di sistematizzare un fenomeno recente, ad oggi privo di disciplina, espressione della cosiddetta sharing economy: privati cittadini, nell’ambito di un’attività non professionale, ricevono nella propria abitazione ospiti con cui sono entrati in contatto attraverso piattaforme digitali, offrendo loro una cena, dietro pagamento effettuato, solitamente, mediante le stesse piattaforme digitali. In Italia il fenomeno, secondo un’indagine di Confesercenti, nel 2014 contava già 7mila cuochi in attività con circa 37mila eventi realizzati, con un incasso medio di 198 euro. Il testo approvato dalla Camera dei deputati pone degli obblighi in capo ai gestori delle piattaforme digitali attraverso cui avviene il contatto tra il cuoco operatore e l’utente finale. Stabilisce che l’operatore cuoco debba svolgere questa attività in modo non professionale, fissando un limite annuo ai proventi di 5mila euro. Fissa, inoltre, le caratteristiche che devono essere possedute dall’immobile in cui si esercita l’attività di ristorazione, nonché l’obbligo di rispettare alcune procedure igieniche.  Dispone infine delle sanzioni che vanno fino alla chiusura dell’esercizio per i soggetti che violano le norme.

 

Migranti, l’accoglienza che serve

Le iniziative in materia di gestione dei flussi migratori, anche alla luce di recenti circolari del Ministero dell’Interno sono al centro di una mozione che abbiamo approvato in questi giorni. L’atto impegna il Governo a proseguire lungo la strada della realizzazione di un sistema di accoglienza diffuso sul territorio, anche prevedendo ulteriori incentivi di natura economica che favoriscano la più ampia partecipazione dei sindaci e delle comunità locali nelle scelte di programmazione riguardanti il proprio territorio; ad adottare ogni iniziativa utile per rendere i rimpatri e le espulsioni davvero effettivi; a perseverare nel lavoro in seno alle istituzioni dell’Unione europea per rilanciare una politica condivisa sull’asilo e sulla revisione del regolamento Dublino III; a proseguire sulla strada del rafforzamento e dell’estensione degli accordi bilaterali con i Paesi del Mediterraneo; a incrementare la cooperazione internazionale con i Paesi africani di origine e transito dei migranti per creare opportunità di crescita e sviluppo che possano, in futuro, prevenire i flussi migratori verso l’Europa; ad adottare, anche in via d’urgenza, misure atte a velocizzare le procedure relative all’esame delle domande di protezione internazionale; ad assumere iniziative per una formazione specifica, sia del personale delle commissioni territoriali sia dei magistrati; ad assicurare la doverosa attenzione verso i minori non accompagnati, le vittime di tratta e le persone in condizione di vulnerabilità sociale; a favorire la partecipazione dei richiedenti asilo in attesa di risposta a iniziative di pubblica utilità, allo scopo di favorire nel loro futuro un eventuale processo di integrazione.

 

Lo stato della Giustizia

È stata lunga e articola la comunicazione del Ministro della Giustizia Andrea Orlando sull’amministrazione della giustizia, fatta questa settimana alla Camera, al termine della quale abbiamo approvato una risoluzione su tutto quello che ci è stato riferito. Sono diminuiti i contenziosi: i dati mostrano che il sistema giudiziario italiano si sta avvicinando a quello della media europea. Le cause civili pendenti nel mese di giugno 2013 erano circa 5.200.000 e nel giugno 2016 circa 3.800.000. Rimane stabile la pendenza degli affari civili presso i tribunali per i minorenni, mentre tutti gli altri uffici mostrano un decremento di circa il 5%, con la sola eccezione della Corte di Cassazione, che vede la sua pendenza crescere nell’ultimo anno del 3,2%, ci ha detto Orlando. Inoltre, nel 2016 le mediazioni civili sono state 196.247 (+10% rispetto al 2015), ma se si considera l’insieme totale, allora i tentativi nel 2016 sono stati circa 366mila. Sul versante penale, il numero complessivo di procedimenti pendenti è calato nel 2016 del 7%, attestandosi a 3.229.284 procedimenti. Il rapporto tra cittadini e cause continua ad essere elevato. In parte, è un fenomeno generale, caratteristico delle società a capitalismo avanzato; in parte dipende dalla stessa crisi economica, che amplifica il ricorso alla giustizia; in parte, è legato alla tradizione e allo spirito pubblico litigioso del nostro Paese. Per quanto riguarda il rapporto con l’Ue, l’Italia ha sostenuto con forza il progetto di istituzione di una Procura europea con un livello alto di efficienza che potesse avere in prospettiva competenza anche in materia di terrorismo e criminalità organizzata. Ma finora hanno prevalso le preoccupazioni miopi di quegli Stati che non rinunciano alle prerogative dei sistemi nazionali. Invece, la risposta a diversi fenomeni del nostro tempo, come la criminalità transfrontaliera, in ambiti quali il terrorismo, il traffico di stupefacenti e di armi, la tratta di esseri umani, il traffico di migranti, la criminalità informatica, la contraffazione, non può essere soltanto nazionale. Il Ministro ha sottolineato anche una nuova attenzione all’uso della rete Internet, ha ricordato la delicata questione della prescrizione, dettata da un lato dall’esigenza di assicurare alla giurisdizione tempi congrui allo svolgimento delle attività di accertamento dei fatti di reato e dall’altro dalla necessità di garantire la ragionevole durata del processo, ha reso noti i numeri della popolazione carceraria, diminuita di oltre 10mila unità in tre anni. Infine, un accenno alla Magistratura – l’obiettivo di mantenere e garantire la posizione di autonomia e indipendenza della magistratura si è contemperato con un quadro di tutele costituzionali per tutti i cittadini – e al disegno di legge delega sulla crisi d’impresa che contiene importanti misure di semplificazione ed efficientamento delle procedure concorsuali, e un cambio di passo anche culturale nella gestione delle crisi d’impresa.

Finalmente l’origine in etichetta

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che introduce in etichetta l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia, che scatterà dal 19 aprile 2017. Dovrà apparire su tutte le confezioni e si applicherà al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale. Ricordo che il decreto prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile. Le diciture utilizzate saranno le seguenti: “Paese di mungitura: nome del Paese nel quale è stato munto il latte”; “Paese di condizionamento o trasformazione: nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte”. Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei p rodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo di una sola dicitura: ad esempio “Origine del latte: Italia”. Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più Paesi, diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: latte di Paesi Ue, se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei; latte condizionato o trasformato in Paesi Ue, se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei. Se le operazioni avvengono al di fuori dell’Unione europea, verrà usata la dicitura “Paesi non Ue”. Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato. Per quanto mi riguarda, non posso che apprezzare un intervento che aspettavo da molto. Dop o anni di attesa questo Parlamento e il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina hanno fatto un passo importante per i produttori lattiero caseari italiani e a garanzia dei consumatori. E se il sistema è una sperimentazione, consente, però, di indicare con chiarezza la provenienza delle materie prime di molti prodotti come il latte Uht, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi e i latticini. Siamo finalmente sulla strada della tutela del vero Made in Italy, come ho auspicato per tanti anni, da quando siedo in Parlamento.

Paolo Cova

Dal 19 aprile indicazione di origine in etichetta per i prodotti lattiero caseari italiani. Successo del Parlamento e del Ministro

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che introduce in etichetta l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia, che scatterà dal 19 aprile 2017, dovrà apparire su tutte le confezioni e si applicherà al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale.

 

“Non posso che apprezzare un intervento che aspettavo da molto. Dopo anni di attesa questo Parlamento e il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina hanno fatto un passo importante per i produttori lattiero caseari italiani e a garanzia dei consumatori”, commenta l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd.

 

Il decreto, ricorda Cova, “prevede che il latte o i suoi derivati debbano avere obbligatoriamente l’origine della materia prima in etichetta in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile. E se il sistema è una sperimentazione, consente, però, di indicare con chiarezza la provenienza delle materie prime di molti prodotti come il latte Uht, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi e i latticini. Siamo finalmente sulla strada della tutela del vero Made in Italy, come ho auspicato per tanti anni, da quando siedo al Parlamento”, conclude l’esponente Pd.

 

Roma, 21 gennaio 2017

 

Una rettifica

Oggi sono intervenuto in aula alla Camera dei Deputati per rettificare una mia affermazione fatta nell’interrogazione sul doping. Come espresso in aula ho corretto riportando le frasi del dr Ricciardi che indicava il doping come causa dei tumori rari nell’età giovanile e delle morti improvvise sempre nell’età giovanile.

On. Cova: “Fava non vuole combattere il commercio dei farmaci in nero?”

On. Cova: “Fava non vuole combattere il commercio dei farmaci in nero?”

 L’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd e veterinario buiatra, risponde ad alcune affermazioni, su un’interrogazione da lui presentata ai Ministri della Salute e dell’Interno, fatte dall’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia:
“Fava non ha nemmeno letto la mia interrogazione sui farmaci in nero e la dimostrazione è che confonde i controlli nelle stalle con quelli della distribuzione illecita dei farmaci. Forse teme che si facciano queste verifiche? Con le sue affermazioni sembrerebbe far capire di non voler combattere un fenomeno che è il vero danno degli allevatori onesti che rispettano la legge e dell’agricoltura italiana”.

Roma, 17 gennaio 2017

 

 

News dal Parlamento

Sistema bancario: bisogna intervenire

Questa settimana i lavori alla Camera hanno visto all’ordine del giorno la discussione e l’approvazione di una mozione sulle iniziative relative alla crisi del sistema bancario.

L’atto impegna il Governo, per quanto concerne la disciplina europea e la tutela del risparmio, ad assumere iniziative per garantire la massima tutela dei risparmiatori, in ogni ambito, anche rafforzando, con il coinvolgimento delle autorità nazionali di vigilanza, la prevenzione e il contrasto delle condotte scorrette da parte degli amministratori degli istituti bancari nazionali, rinforzando i presidi normativi e regolamentari e l’incisività dei controlli, favorendo la corretta applicazione delle regole finalizzate a impedire il collocamento degli strumenti più rischiosi presso clienti al dettaglio non in grado di comprenderne l’effettivo rischio, e al contempo di meccanismi finalizzati ad assicurare una piena e consapevole informazione dei risparmiatori. Ma abbiamo anche chiesto l’impegno di promuovere nelle sedi europee la revisione della direttiva che può apportare le opportune modifiche al regime d el bail-in e a sostenere nelle sedi negoziali europee la più rapida introduzione del terzo pilastro dell’Unione bancaria, relativo alla tutela dei depositi.

Tra gli altri impegni, quelli di proseguire nell’azione negoziale volta ad ampliare gli spazi di compatibilità con la disciplina europea degli aiuti di Stato, e di promuovere la diffusione dell’educazione finanziaria. E, relativamente al sostegno del sistema bancario nazionale, la richiesta è stata di garantire il più alto grado di tutela dei risparmiatori coinvolti in procedimenti di ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato, assumere iniziative per assicurare un adeguato livello di liquidità del sistema bancario per ripristinare la capacità di finanziamento a medio-lungo termine, mettere in atto un programma di rafforzamento patrimoniale delle banche italiane mediante interventi per la ricapitalizzazione, discutere e approvare le misure di intervento nel quadro della massima condivisione con il Parlamento.

Si è deciso anche di istituire una Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta in merito al funzionamento del sistema bancario italiano e ai casi di crisi finanziaria che hanno coinvolto alcuni istituti negli ultimi anni, con particolare riguardo all’individuazione delle eventuali responsabilità degli amministratori, al corretto ed efficace esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo, nonché all’analisi delle insolvenze che hanno contribuito a determinare le crisi.

 

Ratificate difesa e dogana

Nei giorni scorsi abbiamo anche discusso e approvato i disegni di legge di Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e l’Esecutivo della Repubblica dell’Angola, fatto a Roma il 19 novembre 2013; la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sulla cooperazione e mutua assistenza amministrativa in materia doganale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam, fatto a Hanoi il 6 novembre 2015; la Ratifica ed esecuzione del Protocollo al Trattato del Nord Atlantico sull’adesione del Montenegro, fatto a Bruxelles il 19 maggio 2016.

Doping: nessuna pietra sopra
Anno nuovo, nuove interrogazioni. Come sapete non cedo di un passo su alcuni temi. E altri se ne aggiungono. Dopo l’archiviazione del procedimento della Procura Federale del Coni contro il prof. Sandro Donati, qualcuno potrebbe aver pensato che sia stata messa per sempre una pietra sopra a quello che l’allenatore ha segnalato sul fenomeno del doping anche nei gruppi sportivi militari, durante le audizioni nelle Commissioni congiunte Istruzione e Affari sociali della Camera. Invece, non si pensi che ora tutto possa tornare come prima e si possa fare finta che i nostri gruppi sportivi militari siano esenti dal fenomeno del doping.
È questo il senso dell’interrogazione che ho presentato, rivolta al Ministro dello Sport Luca Lotti, al quale chiedo espressamente di guardare cosa accade proprio in quei gruppi sportivi, in particolare quelli militari, di cui ha parlato Donati.
Nell’atto spiego un po’ a che punto è la situazione. Le Commissioni Cultura, scienza e istruzione e quella Affari sociali della Camera stanno esaminando la risoluzione sull’istituzione di un’Agenzia nazionale antidoping. Nel corso della discussione è intervenuto tra gli altri il dott. Gualtiero Ricciardi, direttore dell’Istituto superiore di sanità, il quale ha affermato che il doping in Italia è ormai un problema di salute pubblica. Inoltre, ha sostenuto che non vi sono argini alla diffusione delle sostanze dopanti nello sport a livello sia giovanile e dilettantistico, sia professionistico. Rivelazioni agghiaccianti che, appunto, hanno trovato conferma anche nell’audizione di Donati, il quale non solo ha confermato quanto esposto da Ricciardi, ma ha chiamato in causa precise responsabilità degli enti nazionali preposti. Se ricordate, avevo presentato due interpellanze urgenti sul tema, nel corso del 2015, e, nonostante gli impegni assunti dal Governo, risulta che il fenomeno in Italia non stia arretrando e l’esposto presentato dal Coordinamento dei gruppi sportivi militari e di Stato nei confronti di Donati per il contenuto dell’audizione resa innanzi alle Commissioni riunite della Camera, e l’annessa richiesta alla Procura della Federazione italiana di atletica leggera di deferimento al Tribunale federale, sono un’evidente ammissione di incapacità di cogliere la gravità del problema. Invece di preoccuparsi di combattere il doping anche tra i propri atleti hanno pensato di combattere chi lotta da sempre contro il doping.

Nelle stalle farmaci in nero
La seconda interrogazione, a risposta scritta e rivolta al Ministro dell’Interno e a quello della Salute, tratta un argomento altrettanto scottante: i farmaci veterinari in nero usati nelle stalle, dichiarati distrutti e reimpiegati come normali medicinali. Il rischio è che chi controlla, non lo faccia con le dovute attenzioni.
Per spiegare un po’ come funziona, esiste l’European surveillance of veterinary antimicrobial consumption (Esvac) che, nella sua ultima relazione sul consumo di farmaci veterinari, indica l’Italia come terzo Paese europeo per consumo in Europa. Nella relazione annuale al Piano nazionale integrato (Pni) 2015 del Ministero della Salute sulla farmacosorveglianza vengono indicate tutte le attività svolte per verificare la tracciabilità del farmaco veterinario e l’uso corretto negli animali da reddito e da compagnia. La relazione indica un livello minimo di controlli annui diversificati a seconda delle strutture interessate per verificare la tracciabilità del farmaco prima di arrivare all’utilizzatore finale. In particolare, nelle attività di commercio all’ingrosso viene effettuata una ispezione annua; nelle farmacie e parafarmacie i controlli annui sono pari al 33%; nelle ditte produ ttrici di medicinali veterinari e nelle attività di vendita al dettaglio e all’ingrosso si fa una ispezione annua.
In questi anni i media riportano che diverse attività giudiziarie hanno mostrato l’uso di farmaci veterinari e umani in nero negli allevamenti da animali da reddito, mercato creato dalla complicità tra i diversi attori della filiera, ma soprattutto un punto di debolezza nella catena della tracciabilità dei farmaci è la loro possibile distruzione occasionale, se questa non viene realmente monitorata, in particolare nella fase di distribuzione, quando abbiamo grandi quantitativi di farmaci che transitano.
Dai Ministri voglio sapere se siano a conoscenza di attività di commercio all’ingrosso, ditte produttrici di medicinali veterinari e attività di vendita al dettaglio e all’ingrosso, farmacie o parafarmacie, segnalate per avere una anomala distruzione occasionale di farmaci. E se gli organi preposti alle ispezioni previste dal Pni abbiano verificato nelle varie strutture che distruzioni di confezioni di medicinali veterinari non siano anomale o siano superiori alla media e superiori alla distruzione occasionale di farmaci umani e possano configurare una possibile commercializzazione nel mercato del nero dei medicinali veterinari.

Paolo Cova