News dal Parlamento

L’eredità di Moro

 

   Sabato 4 febbraio 2017, dalle 9.30 alle 12, allo Spazio K, in via Spalato 11, a Milano, zona Isola, si terrà il convegno su Aldo Moro dal titolo “Una eredità per progettare il futuro”, dove avrò il compito di introdurre il tema. L’incontro, che nasce dal libro di Guido Formigoni “Aldo Moro: lo statista e il suo dramma”, vuole essere un’iniziativa ad ampio respiro per fare anche ragionamenti sul futuro del riformismo, del centrosinistra e del cattolicesimo democratico in questo nuovo secolo.

Tra i partecipanti sono previsti i colleghi parlamentari Maria Coscia e Michele Nicoletti, lo stesso Guido Formigoni e Fabio Pizzul che farà da moderatore. Tenetevi liberi per questo importante momento di confronto.

 

 

 

 

Mafia e gioco: nuove regole

 

Questa settimana, alla Camera, abbiamo discusso e approvato la relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, cui è seguita una nostra risoluzione.

Nell’atto abbiamo stabilito alcuni precisi punti cardine per combattere il fenomeno. Ad esempio, di introdurre barriere all’ingresso, sul piano dei requisiti per la partecipazione a gare o a procedure a evidenza pubblica e il rilascio, il rinnovo e il mantenimento di concessioni in materia di giochi pubblici, la disciplina del settore dei giochi, alla luce anche delle risultanze delle più recenti indagini della magistratura e delle forze dell’ordine. Una revisione dell’apparato sanzionatorio penale ed amministrativo, di cui appare indifferibile una puntuale e organica revisione. Un rafforzamento delle misure antiriciclaggio, attraverso la tracciabilità delle vincite al gioco; politiche antimafia e un nuovo ruolo delle autonomie locali; una nuova governance del settore con una vigilanza rafforzata e la riorganizzazione dei controlli; una politica per la sicurezza delle infrastrutture critiche del gioco legale, tenuto c onto che esiste una vera e propria minaccia del cyber crime; infine, l’adozione di misure armonizzate a livello europeo nel settore del gioco d’azzardo a distanza.

 

 

 

Cucino, ti invito, mi paghi. Ecco come

 

Alla Camera abbiamo anche approvato, in prima lettura, il testo unificato delle proposte di legge sulla Disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata, definita con un inglesismo home restaurant. Si tratta della prima normativa organica di regolazione del settore. Il provvedimento si propone di sistematizzare un fenomeno recente, ad oggi privo di disciplina, espressione della cosiddetta sharing economy: privati cittadini, nell’ambito di un’attività non professionale, ricevono nella propria abitazione ospiti con cui sono entrati in contatto attraverso piattaforme digitali, offrendo loro una cena, dietro pagamento effettuato, solitamente, mediante le stesse piattaforme digitali. In Italia il fenomeno, secondo un’indagine di Confesercenti, nel 2014 contava già 7mila cuochi in attività con circa 37mila eventi realizzati, con un incasso medio di 198 euro. Il testo approvato dalla Camera dei deputati pone degli obblighi in capo ai gestori delle piattaforme digitali attraverso cui avviene il contatto tra il cuoco operatore e l’utente finale. Stabilisce che l’operatore cuoco debba svolgere questa attività in modo non professionale, fissando un limite annuo ai proventi di 5mila euro. Fissa, inoltre, le caratteristiche che devono essere possedute dall’immobile in cui si esercita l’attività di ristorazione, nonché l’obbligo di rispettare alcune procedure igieniche.  Dispone infine delle sanzioni che vanno fino alla chiusura dell’esercizio per i soggetti che violano le norme.

 

Migranti, l’accoglienza che serve

Le iniziative in materia di gestione dei flussi migratori, anche alla luce di recenti circolari del Ministero dell’Interno sono al centro di una mozione che abbiamo approvato in questi giorni. L’atto impegna il Governo a proseguire lungo la strada della realizzazione di un sistema di accoglienza diffuso sul territorio, anche prevedendo ulteriori incentivi di natura economica che favoriscano la più ampia partecipazione dei sindaci e delle comunità locali nelle scelte di programmazione riguardanti il proprio territorio; ad adottare ogni iniziativa utile per rendere i rimpatri e le espulsioni davvero effettivi; a perseverare nel lavoro in seno alle istituzioni dell’Unione europea per rilanciare una politica condivisa sull’asilo e sulla revisione del regolamento Dublino III; a proseguire sulla strada del rafforzamento e dell’estensione degli accordi bilaterali con i Paesi del Mediterraneo; a incrementare la cooperazione internazionale con i Paesi africani di origine e transito dei migranti per creare opportunità di crescita e sviluppo che possano, in futuro, prevenire i flussi migratori verso l’Europa; ad adottare, anche in via d’urgenza, misure atte a velocizzare le procedure relative all’esame delle domande di protezione internazionale; ad assumere iniziative per una formazione specifica, sia del personale delle commissioni territoriali sia dei magistrati; ad assicurare la doverosa attenzione verso i minori non accompagnati, le vittime di tratta e le persone in condizione di vulnerabilità sociale; a favorire la partecipazione dei richiedenti asilo in attesa di risposta a iniziative di pubblica utilità, allo scopo di favorire nel loro futuro un eventuale processo di integrazione.

 

Lo stato della Giustizia

È stata lunga e articola la comunicazione del Ministro della Giustizia Andrea Orlando sull’amministrazione della giustizia, fatta questa settimana alla Camera, al termine della quale abbiamo approvato una risoluzione su tutto quello che ci è stato riferito. Sono diminuiti i contenziosi: i dati mostrano che il sistema giudiziario italiano si sta avvicinando a quello della media europea. Le cause civili pendenti nel mese di giugno 2013 erano circa 5.200.000 e nel giugno 2016 circa 3.800.000. Rimane stabile la pendenza degli affari civili presso i tribunali per i minorenni, mentre tutti gli altri uffici mostrano un decremento di circa il 5%, con la sola eccezione della Corte di Cassazione, che vede la sua pendenza crescere nell’ultimo anno del 3,2%, ci ha detto Orlando. Inoltre, nel 2016 le mediazioni civili sono state 196.247 (+10% rispetto al 2015), ma se si considera l’insieme totale, allora i tentativi nel 2016 sono stati circa 366mila. Sul versante penale, il numero complessivo di procedimenti pendenti è calato nel 2016 del 7%, attestandosi a 3.229.284 procedimenti. Il rapporto tra cittadini e cause continua ad essere elevato. In parte, è un fenomeno generale, caratteristico delle società a capitalismo avanzato; in parte dipende dalla stessa crisi economica, che amplifica il ricorso alla giustizia; in parte, è legato alla tradizione e allo spirito pubblico litigioso del nostro Paese. Per quanto riguarda il rapporto con l’Ue, l’Italia ha sostenuto con forza il progetto di istituzione di una Procura europea con un livello alto di efficienza che potesse avere in prospettiva competenza anche in materia di terrorismo e criminalità organizzata. Ma finora hanno prevalso le preoccupazioni miopi di quegli Stati che non rinunciano alle prerogative dei sistemi nazionali. Invece, la risposta a diversi fenomeni del nostro tempo, come la criminalità transfrontaliera, in ambiti quali il terrorismo, il traffico di stupefacenti e di armi, la tratta di esseri umani, il traffico di migranti, la criminalità informatica, la contraffazione, non può essere soltanto nazionale. Il Ministro ha sottolineato anche una nuova attenzione all’uso della rete Internet, ha ricordato la delicata questione della prescrizione, dettata da un lato dall’esigenza di assicurare alla giurisdizione tempi congrui allo svolgimento delle attività di accertamento dei fatti di reato e dall’altro dalla necessità di garantire la ragionevole durata del processo, ha reso noti i numeri della popolazione carceraria, diminuita di oltre 10mila unità in tre anni. Infine, un accenno alla Magistratura – l’obiettivo di mantenere e garantire la posizione di autonomia e indipendenza della magistratura si è contemperato con un quadro di tutele costituzionali per tutti i cittadini – e al disegno di legge delega sulla crisi d’impresa che contiene importanti misure di semplificazione ed efficientamento delle procedure concorsuali, e un cambio di passo anche culturale nella gestione delle crisi d’impresa.

Finalmente l’origine in etichetta

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che introduce in etichetta l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia, che scatterà dal 19 aprile 2017. Dovrà apparire su tutte le confezioni e si applicherà al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale. Ricordo che il decreto prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile. Le diciture utilizzate saranno le seguenti: “Paese di mungitura: nome del Paese nel quale è stato munto il latte”; “Paese di condizionamento o trasformazione: nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte”. Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei p rodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo di una sola dicitura: ad esempio “Origine del latte: Italia”. Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più Paesi, diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: latte di Paesi Ue, se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei; latte condizionato o trasformato in Paesi Ue, se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei. Se le operazioni avvengono al di fuori dell’Unione europea, verrà usata la dicitura “Paesi non Ue”. Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato. Per quanto mi riguarda, non posso che apprezzare un intervento che aspettavo da molto. Dop o anni di attesa questo Parlamento e il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina hanno fatto un passo importante per i produttori lattiero caseari italiani e a garanzia dei consumatori. E se il sistema è una sperimentazione, consente, però, di indicare con chiarezza la provenienza delle materie prime di molti prodotti come il latte Uht, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi e i latticini. Siamo finalmente sulla strada della tutela del vero Made in Italy, come ho auspicato per tanti anni, da quando siedo in Parlamento.

Paolo Cova