News dal Parlamento

Senza muri è accoglienza

Quella di sabato 20 maggio è stata una manifestazione di un successo straordinario: una fiumana di persone, di tutte le provenienze, mille colori assieme, proprio come quelli dell’arcobaleno che idealmente si voleva rappresentare. A dire sì all’accoglienza non soltanto tanti cittadini milanesi, lombardi e italiani, ma soprattutto i tanti rappresentanti delle comunità che in città vivono da anni e si sono integrate perfettamente, a dimostrazione che un mondo plurale è possibile.

Una questione di civiltà che nel 2017 non può mancare in nessun caso perché accogliere la persona è attenzione a tutte le persone e l’egoismo chiude sempre ogni strada.

Il cyberbullismo si combatte con la prevenzione

E un’altra, imprescindibile questione di civiltà è stata l’approvazione, avvenuta in settimana alla Camera, della proposta di legge sulle Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Il provvedimento pone al centro la tutela dei minori, sia autori, sia vittime di illeciti, privilegiando azioni di carattere formativo-educativo rispetto a un’impostazione maggiormente repressiva e sanzionatoria.

Le principali novità consistono, innanzitutto nel prevenire e contrastare il cyberbullismo, inteso come qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on-line aventi a oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.

In secondo luogo, ciascun minore ultraquattordicenne, nonché ciascun genitore o soggetto esercente la responsabilità genitoriale può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito Internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato del minore vittima di cyberbullismo. Viene, poi, istituito un tavolo tecnico di lavoro, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il compito di redigere un piano di azione integrato per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, e la stessa presidenza promuoverà campagne informative di prevenzione e sensibilizzazione. In ogni istituto scolastico verrà individuato fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del fenomeno. A questi scopi, vengono stanziati 203mila euro per gli anni 2017, 2018 e 2019 per lo svolgimento di attività di formazione.

Infine, viene mutuata dalla disciplina dello stalking la procedura dall’ammonimento, prevedendo che il questore convochi il minore, unitamente a un genitore, e procedendo con l’ammonizione.

Hotspot decorosi e ospitali

L’evento di Milano sull’accoglienza trova radici in quello che continua a succedere nei nostri mari: nei primi mesi del 2017 si è registrata una netta crescita, con un incremento di circa il 30 per cento rispetto all’anno precedente, di sbarchi di migranti sulle coste italiane, lasciando presagire la possibilità che, per la prima volta, quest’anno si possa sfiorare il tetto delle 200.000 persone giunte via mare sul nostro territorio.

La complessa questione della gestione dei flussi migratori, e in particolare degli sbarchi, è stata oggetto, negli ultimi anni, di un forte impegno dei Governi in questa legislatura, con l’adozione di misure che garantissero anzitutto l’accoglienza, nel rispetto della dignità e dei diritti umani di ciascuno, ma anche efficaci modalità di espletamento delle pratiche di identificazione e gestione delle richieste di protezione internazionale.

Per questo abbiamo approvato una mozione relativa al funzionamento dei cosiddetti centri hotspot per i migranti che impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile per rilanciare una politica europea condivisa sull’asilo attraverso la revisione del regolamento Dublino III e l’adozione di nuovi e più efficaci accordi di relocation per un’equa distribuzione dei richiedenti protezione internazionale fra gli Stati membri dell’Europa; a proseguire negli sforzi intrapresi per rendere effettivi i rimpatri e le espulsioni dei migranti privi di titolo per restare nel nostro Paese, ferma restando la garanzia del pieno rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti; ad adottare ogni iniziativa utile a garantire che gli hotspot siano strutture decorose e ospitali; ad assumere iniziative per rafforzare i servizi di mediazione linguistico-culturale e di informativa legale all’interno degli hotspot; ad adottare ogni iniziativa utile a consentire un più rapido trasferimento dei migranti dagli hotspot alle strutture di accoglienza, garantendo il rispetto della dignità umana e l’effettivo accesso all’esercizio del diritto di asilo.

Imprese, il Governo salvaguarda

Al fine di salvaguardare gli assetti proprietari delle società operanti in settori ritenuti strategici e di interesse nazionale, con una legge del 2012 è stata disciplinata la materia concernente i poteri speciali esercitabili dal Governo nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, oltre che in alcuni ambiti definiti di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni. L’obiettivo del provvedimento era di rendere compatibile con il diritto europeo la disciplina nazionale dei poteri speciali del Governo. Per questo, alla Camera, abbiamo approvato una mozione concernente iniziative volte all’estensione dei cosiddetti poteri speciali del Governo al fine di salvaguardare gli assetti proprietari delle aziende italiane di rilevanza strategica.

Il testo impegna il Governo a valutare, per quanto di competenza, la possibilità di assumere iniziative per rafforzare i poteri speciali allo scopo di permettere una più incisiva azione governativa nella fase iniziale dei processi di cessione; introdurre un’apposita disciplina finalizzata a incrementare gli obblighi di trasparenza a carico degli acquirenti esteri di partecipazioni societarie in società italiane; a cooperare con i gruppi parlamentari per lo sviluppo di iniziative legislative che promuovano l’estensione della normativa sui poteri speciali dello Stato anche alle società nazionali operanti nel settore finanziario.

Inoltre, l’atto impegna l’esecutivo ad assumere iniziative per aggiornare i decreti di individuazione delle attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e di sicurezza nazionale, delle reti e degli impianti, dei beni e dei rapporti di rilevanza strategica per l’interesse nazionale nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni.

Lega in passerella, ma da vent’anni non interviene

L’ho definita una “bella passerella”: è il sopralluogo che il presidente del Municipio 4 di Milano ha fatto con il presidente di Aler al quartiere Mazzini, in zona Corvetto, nelle case popolari. E cos’altro è se non questo? Un modo per mettersi in luce a scopo, forse, elettorale? Da vent’anni la Lega governa Regione Lombardia assieme al centrodestra, perciò è inutile che faccia finta di niente. Non posso credere che si accorga solo ora del disastro delle case popolari.

I leghisti vogliono fare un referendum consultivo per una presunta richiesta di autonomia, spendendo decine di milioni di euro, e non investono in un patrimonio abitativo che è dei lombardi, ma anzi lo abbandonano completamente. Il centrodestra ha avuto 20 anni per intervenire, risolvere i problemi e bloccare le occupazioni. I soldi li avevano, erano tanti ed erano dei cittadini, ma hanno preferito fare altro e lasciare nel degrado i propri inquilini.

E non è nemmeno la prima volta che si vedono queste passerelle, ma poi nessuno ha fatto mai nulla. Invece, Regione, che è il livello di governo responsabile delle case popolari, e Aler facciano finalmente partire i lavori e Maroni cominci a stanziare i soldi. Solo allora i cittadini lombardi crederanno che la Lega e il centrodestra hanno davvero a cuore il loro patrimonio.

Infiltrazioni mafiose: se ne parla al Corvetto

Nei prossimi giorni siamo a 25 anni dall’anniversario della strage di Capaci con la morte di Falcone di sua moglie e della sua scorta.

Come Circolo PD Corvetto vogliamo continuare a tenere viva questa memoria e questa lotta alla mafia con un incontro informativo e formativo sul tema della mafia.

Lunedì 29 maggio , alle 21, al Circolo Pd del Corvetto, in via Mompiani 10, a Milano (citofono 60), si terrà un incontro dal titolo “ Le infiltrazioni mafiose a Milano e al Corvetto” .

Relatori saranno Marco Satariano, estensore di una tesi di studio sulle infiltrazioni mafiose nel quartiere Corvetto, e David Gentili, consigliere comunale del Pd e presidente della Commissione antimafia del Comune di Milano.

Paolo Cova

“Municipio 4 e Aler al quartiere Mazzini: solo una bella passerella, ma la Lega non stanzia soldi da vent’anni”

Per l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, è stata solo una “bella passerella” quella che il presidente del Municipio 4 di Milano Bassi, con il presidente di Aler Sala, ha fatto al quartiere Mazzini, in zona Corvetto, nelle case popolari. “Da vent’anni la Lega governa Regione Lombardia assieme al centrodestra, perciò è inutile che faccia finta di niente​. Si accorge solo ora del disastro delle case popolari?​”, commenta caustico il parlamentare Pd.
 
“Vogliono fare un referendum consultivo per una presunta richiesta di autonomia, spendendo decine di milioni di euro, e non investono in un patrimonio abitativo che è dei lombardi, ma anzi lo abbandonano completamente – insiste Cova –. È inutile che il presidente del Consiglio di zona chiami adesso Aler: il centrodestra ha avuto 20 anni per intervenire ​e risolvere i problemi e bloccare le occupazioni​. I soldi li avevano, erano tanti ed erano dei cittadini, ma hanno preferito ​fare altro e lasciare nel degrado i propri inquilini​”.
 
Per Cova non è nemmeno la prima volta che si vedono “queste passerelle, ma poi nessuno ha fatto mai nulla. Invece, Regione, che è il livello di governo responsabile delle case popolari, e Aler facciano finalmente ​partire i ​lavori e Maroni cominci a stanziare ​i soldi​. Solo allora i cittadini lombardi crederanno che la Lega​ e il centrodestra​ hanno davvero a cuore ​il​ loro patrimonio”.
 
Roma, 16 maggio 2017

News dal Parlamento

Una delega per l’insolvenza

Questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato, in prima lettura, la Delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, frutto dello stralcio di un originario disegno di legge che concerneva la delega al Governo per la riforma organica delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

L’oggetto della delega è la riforma organica della disciplina della amministrazione straordinaria, ovvero la procedura introdotta dalla cosiddetta Legge Prodi finalizzata all’individuazione di un nuovo assetto imprenditoriale per la salvaguardia dei complessi aziendali, della relativa occupazione, del potenziamento degli strumenti di tutela dei creditori, definendo l’amministrazione straordinaria delle imprese in stato d’insolvenza tramite la prosecuzione, la riattivazione o la riconversione dell’attività imprenditoriale.

Si tratta di una disciplina rilevante per il tessuto economico del Paese, se si considera che nei 15 anni successivi alla riforma del 1999 l’amministrazione straordinaria ha interessato circa 136 gruppi di imprese, di cui 115 ai sensi appunto del decreto legislativo Prodi bis  e 21 ai sensi dell’analogo decreto Marzano, per un totale di circa 121mila lavoratori.

Dunque, il provvedimento delega il Governo ad adottare una procedura unica di amministrazione straordinaria, modificando i presupposti di accesso alla stessa e attribuendo la competenza alle sezioni specializzate in materia di impresa presso i tribunali sede di Corti d’appello. È istituito poi l’albo dei commissari straordinari per l’amministrazione delle grandi imprese in stato di insolvenza, stabilendo dei requisiti puntuali per farne parte. Viene, inoltre, rivista la procedura per l’accesso diretto.

 

Nel nome dei migranti

Secondo quanto riportato dall’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, il 2016 è stato l’anno record per il numero di vittime nella traversata del Mediterraneo. Dai 3771 morti e dispersi nel 2015, si è passati agli oltre 5mila del 2016. La situazione risulta ancora più grave se si esamina la rotta del Mediterraneo centrale, ossia quella che mette in comunicazione il Nord Africa con il nostro Paese. In questo caso si passa dai 2913 decessi del 2015 ai 4527 del 2016. Al 9 marzo si contano già 522 vittime per il 2017. E purtroppo si stima che almeno il 60 per cento di coloro che perdono la vita in mare resti senza nome: l’attività di identificazione dei migranti annegati in mare è infatti un’operazione complessa, resa ancora più problematica dall’assenza di un’unica banca dati, nella quale far confluire e confrontare i dati relativi alle persone scomparse e ai corpi ritrovati e privi d’identità.

Ecco perché abbiamo approvato una mozione concernente iniziative volte all’identificazione dei migranti deceduti nella traversata del Mediterraneo che impegna il Governo a promuovere una comunione di sforzi tra gli Stati membri dell’Unione europea e del Consiglio d’Europa al fine di fronteggiare la tragedia umanitaria in corso nel Mediterraneo e la mancata identificazione dei corpi dei migranti deceduti, anche attraverso una rapida definizione di regole comuni per la ricerca, il recupero, l’identificazione e la gestione dei dati dei cadaveri senza nome; a valutare iniziative di riforma e potenziamento dell’ufficio del commissario straordinario per le persone scomparse e a sostenere le task-force inter-istituzionali da impegnare per un’ordinata raccolta dei dati post mortem e l’identificazione dei corpi ancora senza nome dei migranti; a favorire un efficace scambio di informazioni con i Paesi d’origine dei migranti; ad adotta re le misure necessarie per la riconversione del relitto del naufragio del 18 aprile 2015 in un monumento capace di richiamare la memoria e l’attenzione sui valori della solidarietà e della dignità umana che devono sempre ispirare e guidare le istituzioni nazionali e l’Unione europea nella gestione dei flussi migratori.

 

Fiscal compact e politiche europee

Tra le mozioni approvate questa settimana, una, piuttosto tecnica, riguarda la questione dell’inserimento del cosiddetto Fiscal compact – il coordinamento e la governance nell’unione economica e monetaria, accordo approvato da 25 Stati membri dell’Unione europea ed entrato in vigore il 1° gennaio 2013 – nei Trattati europei, nonché le politiche economiche e di bilancio dell’Unione europea.

Abbiamo, dunque, impegnato il Governo a sostenere in sede europea l’opposizione all’incorporazione del contenuto del Fiscal compact nell’ordinamento giuridico dell’Unione europea; a promuovere una riforma complessiva della governance economica europea; a proseguire il confronto con le istituzioni europee per la revisione delle metodologie di calcolo del prodotto potenziale e a sostenere che nella programmazione di bilancio sia conferito un maggior rilievo a indicatori legati all’evoluzione della spesa pubblica; ad adoperarsi in sede europea affinché si affianchi alla politica monetaria espansiva della Bce un maggiore coordinamento delle politiche fiscali degli Stati dell’Eurozona; a promuovere interazioni più sistematiche tra le istituzioni europee.

 

Quel che sarà della robotica

Negli ultimi anni il progresso scientifico e tecnologico hanno favorito la crescita della robotica e delle intelligenze artificiali applicate, dando origine a una profonda innovazione nel mondo della produzione dei beni e servizi, con un ampio impatto atteso in molti settori, come la domotica, la medicina, la difesa, i servizi alle persone. E nel 2014 questo ha portato la crescita della vendita dei robot a un aumento del 29 per cento, quasi il doppio della media degli anni precedenti. Perciò, ci si attende che nei prossimi anni saranno venduti circa 35 milioni di robot personali in tutto il mondo, per uso domestico, per i veicoli senza guidatore, per l’intrattenimento, l’educazione, l’assistenza sanitaria.

Per questo abbiamo approvato una mozione in materia di robotica ed intelligenza artificiale che impegna il Governo a favorire una linea comune tra i Ministeri nell’approccio allo sviluppo sostenibile della robotica, dell’intelligenza artificiale e della sicurezza informatica; a promuovere attività di formazione, ricerca e sviluppo nelle scuole, nelle università e nei centri di ricerca italiani e a sostenerne le applicazioni nella produzione industriale e nei servizi civili in imprese consolidate e in start up innovative. Ma anche ad analizzare soluzioni alternative e innovative di welfare in merito agli effetti che lo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale avrà sull’occupazione.

 

In ricordo di Matteotti e Mazzini

Nell’ambito degli interventi per commemorare gli esponenti della nostra storia, cultura e arte, abbiamo approvato una proposta di legge sulle Iniziative per preservare la memoria di Giacomo Matteotti e di Giuseppe Mazzini, che ora va al Senato. Il provvedimento stanzia un contributo straordinario di 300mila euro da utilizzare per il finanziamento di iniziative, organizzate su tutto il territorio nazionale, relative allo studio e alla diffusione del pensiero di Matteotti. Potrà trattarsi di borse di studio, della digitalizzazione, del riordino, dell’inventariazione di materiale bibliografico e archivistico di rilevante valore culturale, di pubblicazioni inedite, di iniziative didattiche formative. I progetti potranno occuparsi anche della cura e del restauro di strutture museali. Il testo dichiara, inoltre, monumento nazionale la casa natale di Matteotti a Fratta Polesine, di proprietà dell’Accademia dei Concordi di Rovigo.

Il progetto di legge tratta, poi, la figura di Giuseppe Mazzini, in particolare della Domus mazziniana di Pisa, la casa museo dove Mazzini soggiornò e morì il 10 marzo 1872. L’istituto ha il fine di cooperare agli studi e alle ricerche sulla vita, sul pensiero, sull’opera di Mazzini, alla raccolta e conservazione di cimeli e documenti e a ogni altra attività che valga a diffondere la conoscenza del pensiero e dell’azione mazziniana.

 

L’originalità di Gramsci

Intanto, alla Camera, abbiamo commemorato Antonio Gramsci, morto a Roma il 27 aprile 1937. A parlare in Aula di uno dei fondatori del partito comunista, è stata la presidente Laura Boldrini che ha ricordato come Gramsci intervenne una sola volta alla Camera, nella discussione di un disegno di legge contro le società segrete che, a suo dire, non colpiva tanto la massoneria quanto le associazioni antifasciste.

La presidente lo ha definito un marxista originale, non dogmatico e mai prigioniero di schemi precostituiti che ha seguito l’ideale di giustizia sociale ed è ancora oggi tra autori più studiati nel mondo.

 

Traffico d’organi, ok alla ratifica

Tra le ratifiche approvata recentemente, questa settimana abbiamo dato il via libera a quella contenente la Convenzione del Consiglio d’Europa contro il traffico di organi umani, fatta a Santiago de Compostela il 25 marzo 2015, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno.

Il testo modifica il codice penale e introduce una ulteriore aggravante del delitto di associazione a delinquere quando è finalizzata, oltre che a commettere il reato di traffico di organi prelevati da persona vivente, a commettere il reato di prelievo di organi da persona vivente e di uso di organi prelevati illecitamente da persona vivente. Il reato aggravato comporta l’applicazione della pena della reclusione da 5 a 15 anni o da 4 a 9 anni, a seconda che si tratti dell’attività di promozione, costituzione od organizzazione dell’associazione criminosa, oppure che vi si prenda semplicemente parte.

Viene poi inserito il delitto di prelievo di organi da persona vivente con la reclusione da 6 a 12 anni per chiunque illecitamente preleva un organo, parte di un organo o un tessuto da persona vivente, e si punisce con la reclusione da 4 a 10 anni l’esercente una professione sanitaria che si presta al traffico illecito di organi. Alla condanna consegue l’interdizione perpetua dall’esercizio della professione.

Infine, abbiamo approvato la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato di Israele in materia di pubblica sicurezza, fatto a Roma il 2 dicembre 2013.

Paolo Cova

News dal Parlamento

La legittima difesa

Sono stati espressi parecchi giudizi sulla proposta di legge di modifica all’articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa, approvata alla Camera e che ora passa al Senato; credo senza conoscerne bene i contenuti. Vediamo di spiegare meglio le novità. Intanto, si propone un testo che non stravolge l’attuale assetto normativo della legittima difesa, ma rende più espliciti i principi già elaborati dalla giurisprudenza. Si considera legittima difesa la reazione a una aggressione commessa in tempo di notte, ovvero la reazione a seguito dell’introduzione in casa, in negozio o in ufficio, con violenza alle persone o alle cose, ovvero con minaccia o con inganno. Inoltre, si precisa anche l’ambito di applicazione della fattispecie dell’eccesso di legittima difesa, prevedendo l’esclusione della colpa quando la reazione sproporzionata della persona offesa è causata dal grave turbamento psichico determinato da u n pericolo attuale per la vita, per l’integrità fisica, per la libertà personale o sessuale.

Infine, le spese legali di chi dovrà affrontare un processo per legittima difesa saranno sostenute dallo Stato.

Partendo dal presupposto che il secondo comma dell’art. 52 del codice penale dà già una importante e significativa risposta all’esigenza di tutelare chi si trova nella propria abitazione o attività commerciale, l’obiettivo della proposta di legge è quello di dare a questo soggetto ulteriori garanzie. A questo scopo, dopo il citato primo comma dell’articolo 52 se ne inserisce un altro che specifica come si debbano considerare legittima difesa la reazione a una aggressione compiuta in tempo di notte, ovvero la reazione in seguito all’introduzione nei luoghi descritti dall’art. 614 del codice penale usando violenza alle persone ovvero con la minaccia o l’inganno. Restano ovviamente fermi i criteri fissati al primo comma, a cominciare dall’attualità del pericolo e dal rispetto della proporzione tra difesa e offesa. Inoltre viene aggiunto un comma in base al quale nella legittima difesa domiciliare è sempre esclusa la colpa della persona legittimamente presente nel domicilio che usa contro l’aggressore un’arma legittimamente in suo possesso se l’errore si verifica in situazioni comportanti un pericolo attuale per la vita, per l’integrità fisica, per la libertà personale o sessuale se l’errore è conseguenza di un grave turbamento psichico e se questo turbamento è causato dalla persona contro la quale è diretta la reazione. La valutazione del caso concreto spetta sempre e comunque al giudice, escludendo ogni tipo di automatismo. Il risarcimento delle spese legali è previsto per  chiunque venga prosciolto o archiviato nei casi di legittima difesa, cosa che avviene oggi  nel 90% dei casi.

Biologico vuol dire sociale

Per altri motivi è stata importante anche l’approvazione delle disposizione per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico. La proposta definisce la produzione biologica attività di interesse nazionale con funzione sociale, perchè basata sulla qualità dei prodotti, sulla sicurezza alimentare, sul benessere degli animali e sulla riduzione delle emissioni inquinanti. Il metodo di agricoltura biodinamica è equiparato al metodo di agricoltura biologica. Il provvedimento è volto a disciplinare la produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico; le autorità nazionali e locali e gli organismi competenti in materia; i distretti biologici e l’organizzazione della produzione e del mercato; gli strumenti finanziari per il sostegno della ricerca, le campagne di informazione e di comunicazione istituzionale e le iniziative per incentivare l’impiego di prodotti biologici negli enti pubblici e nelle istituzioni. Il provvedimento non affronta il delicato tema dei controlli, per il quale esiste una delega specifica nel collegato agricolo, ma prevede la costituzione di un tavolo tecnico per l’agricoltura biologica, con i principali attori della filiera e i rappresentanti del ministero e delle regioni. Il tavolo ha il compito di delineare gli indirizzi e le priorità per un piano triennale d’azione per la produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura effettuate con metodo biologico e finalizzato a incentivare il consumo dei prodotti biologici attraverso iniziative di informazione, formazione ed educazione al consumo; migliorare e semplificare il sistema di controllo e di certificazione; incentivare la ricerca e l’innovazione in materia. La legge introduce disposizioni innovative in materia di organizzazione della produzione e del mercato: imprese agricole, singole e associate, organizzazioni di produttori e soggetti pubblici e privati possono promuovere la costituzione di un distretto biologico per favorire lo sviluppo dei processi di preparazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti e per promuovere e sostenere le attività collegate, come la somministrazione di cibi biologici nella ristorazione pubblica, la vendita diretta di prodotti biologici, l’attività agrituristica, il turismo rurale, le azioni di tutela della biodiversità agricola e l’agricoltura sociale

 

News dal Parlamento

I nostri impegni per il Def

Consumi privati in ripresa dal 2014 e in crescita dell’1,3 per cento nel 2016; pressione fiscale scesa dal 43,6 nel 2013 al 42,3 per cento nel 2016; un numero di occupati che ha superato di 734 mila unità il punto di minimo toccato nel settembre 2013; una significativa revisione al rialzo della previsione di crescita del Pil per il 2017. Sono queste le premesse su cui il Governo ha formulato il ragionamento che sta alla base del Def, il Documento di economia e finanza 2017. Questa settimana, alla Camera, e contestualmente al Senato, abbiamo approvato la risoluzione di maggioranza con la quale abbiamo impegnato l’esecutivo su precise questioni e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

Il nostro atto impegna, perciò il Governo a conseguire i saldi programmatici di finanza pubblica in termini di indebitamento netto rispetto al Pil; a continuare a promuovere una strategia di riforma degli orientamenti di politica economica e finanziaria; a sostenere con maggior forza l’introduzione di uno strumento comune di stabilizzazione macroeconomica; a dare piena attuazione ai contenuti del Programma nazionale di riforma; a disattivare l’incremento delle aliquote Iva e delle accise sugli olii minerali; a rafforzare gli investimenti pubblici, con priorità per quelli riguardanti la cura del territorio e il contrasto del dissesto idrogeologico e per quelli delle aree del Mezzogiorno; a migliorare il percorso di programmazione, progettazione, effettiva realizzazione e valutazione delle opere; a favorire forme di reale autonomia e responsabilità finanziaria degli enti locali; a incentivare il ruolo attivo degli enti territoriali nelle attività di recupero dell’evasione fiscale; a garantire l’effettivo esercizio delle funzioni fondamentali da parte delle province e delle città metropolitane; a sviluppare politiche per una maggiore crescita inclusiva volta a ridurre le disuguaglianze; a rafforzare le politiche attive del lavoro, rendendo effettivo l’assegno di ricollocazione; a dare seguito agli impegni assunti nell’accordo del pubblico impiego; a promuovere interventi volti a rafforzare la presenza femminile nel mondo del lavoro; a favorire l’incremento dell’occupazione giovanile; a garantire l’universalità e l’equità del servizio sanitario nazionale; a proseguire la politica di sostegno alle famiglie e di contrasto alla prolungata tendenza al calo demografico; in materia fiscale, a proseguire nell’azione di semplificazione del sistema tributario, nell’efficientamento del rapporto tra l’amministrazione finanziaria e i contribuenti, nell’ulteriore riduzione della pressione fiscale; a proseguire nell’azione di riforma della giustizia già avviata; ad aprire una nuova fase della spending review; a proseguire nell’azione di rafforzamento della capacità competitiva delle imprese italiane; a valutare il processo di avanzamento del programma di privatizzazioni; a proseguire nello sforzo di messa in sicurezza degli edifici e dei contesti urbani; a proseguire nel percorso di sviluppo sostenibile del Paese.

 

È l’ora della Brexit

In vista del consiglio europeo straordinario sulla Brexit che si è tenuto nei giorni scorsi, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha fatto una comunicazione alla Camera sui contenuti dell’incontro. Dopo dieci mesi dal voto referendario nel Regno Unito, si avvia, infatti, formalmente il processo, previsto dall’articolo 50 dei Trattati di Lisbona, di separazione del Regno Unito dall’Unione europea.

In questi dieci mesi, dati economici e risultati politici hanno alimentato la speranza di poter conservare il progetto europeo, ma anche di poter lavorare per una Unione più forte, in grado di affrontare i problemi che ha di fronte e che sono all’origine della sua difficoltà. Non sarebbe, del resto, la prima volta nella storia dell’Unione europea che un momento di evidente, conclamata, crisi, si traduce in una capacità di reazione. Ma Gentiloni è stato chiaro: non siamo ancora a questo punto.

Tuttavia, l’incontro di Roma di un mese fa, per la celebrazione dei sessant’anni dell’Unione, ha avuto in quest’ottica un certo interesse per un paio di ragioni. La prima è stata il fatto che i 27 Stati membri dell’Ue hanno sottoscritto una dichiarazione comune impegnativa e non scontata per i prossimi dieci anni: per la prima volta, si introduce la possibilità di avere, nell’ambito della costruzione europea, una prospettiva di livelli differenziati di integrazione.

Cosa significa? Che dall’Austria all’Olanda e soprattutto dalla Francia, sono venuti dei messaggi chiari, non che negano l’esistenza di problemi, ma che registrano il fatto che le forze che ritengono che da questi problemi si debba uscire abbandonando l’Unione europea, sono delle minoranze. E questo è un segnale molto positivo e incoraggiante.

La maggioranza dei cittadini europei, cioè, tuttora si schiera per una società aperta e ritiene che, attraverso il dialogo, gli scambi commerciali, il confronto culturale e il dialogo interreligioso, ci sia la possibilità di costruire il progresso, il benessere, il futuro del nostro continente.

E nel documento approvato sabato ci sono proprio le linee guida per il negoziato con il Regno Unito, dentro il quale la Ue si muove con alcuni principi ispiratori: il primo è che noi siamo e restiamo amici e alleati del Regno Unito. Inoltre, siamo anche fermi sull’idea che si debbano distinguere due fasi: la prima nella quale si negoziano le modalità del recesso; la seconda nella quale si definisce il quadro nuovo dei rapporti tra Regno Unito e Ue.

Il Governo confida che si arrivi a un accordo positivo, nell’interesse del nostro sistema economico, delle nostre imprese, degli scambi che abbiamo con questo grande Paese. Come pure è interessato al fatto che tra le priorità di questo negoziato ci sia il destino dei cittadini dei diversi Paesi dell’Unione europea che attualmente risiedono nel Regno Unito: si tratta di 3.200.000 persone, il 15 per cento circa dei quali sono italiani. Abbiamo il dovere e il diritto di pretendere per questi nostri concittadini diritti e tutele amministrative certe, immediatamente applicabili, non discriminatorie e basate su un principio di reciprocità con i cittadini britannici, ha detto Gentiloni.

 

Negozio occupato, Aler non pervenuta

Il fatto di cronaca è noto a tutti coloro che vivono in zona: un negozio di piazza Gabriele Rosa, a Milano, di proprietà dell’Aler, a marzo è stato occupato, con due conseguenze: la persona che lo doveva prendere in affitto e gestire si è ritrovata in una situazione kafkiana – non è così semplice cacciar via gli usurpatori – e tutti gli abitanti della zona sono costretti a subire le intemperanze degli occupanti.

In tutto questo, Aler ci ha messo un mese prima di sporgere denuncia, rallentando così un auspicabile intervento delle forze dell’ordine.

Per questo, ho detto che è facile chiedere di riportare l’ordine pubblico, ma se chi è proprietario dell’immobile non denuncia che è stato occupato diventa complicato agire. Inoltre, Regione Lombardia, così attenta ai problemi di sicurezza, cosa pensa del proprio Ente e del comportamento che tiene?

Se Aler aspetta sempre così tanto prima di segnalare questi casi, è evidente che dopo è praticamente impossibile intervenire. È chiaro che Aler e Regione Lombardia non si rendono conto che si tratta di un patrimonio appartenente a tutti i cittadini e come tale va tutelato e preservato. Invece, sembra importi poco degli inquilini e degli abitanti di quei quartieri. Forse perché quel patrimonio non rientra nelle cosiddette eccellenze.

Paolo Cova

Negozio occupato al Corvetto: Aler denuncia troppo in ritardo. Patrimonio di tutti i cittadini lasciato a se stesso

Una denuncia presentata in ritardo e la conseguente difficoltà a intervenire. È quello che ipotizza l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, sulla vicenda del negozio occupato al Corvetto: “Apprendo dalla stampa che Aler ha aspettato praticamente un mese prima di fare la denuncia di occupazione e ciò non ha fatto altro che ritardare ogni forma di intervento. Facile chiedere di riportare l’ordine pubblico se chi è proprietario dell’immobile non denuncia che è stato occupato. Regione Lombardia, così attenta ai problemi di sicurezza, cosa pensa del proprio Ente?”.

 

Quello che preoccupa, poi, Cova è la situazione generale delle occupazioni in città: “Se Aler aspetta sempre così tanto prima di segnalare questi casi, è evidente che dopo è praticamente impossibile intervenire. Evidentemente, Aler e Regione Lombardia non si rendono conto che si tratta di un patrimonio appartenente a tutti i cittadini e come tale va tutelato e preservato. Invece, sembra importi poco degli inquilini e degli abitanti di quei quartieri, perché magari pensano che quel patrimonio non rientri nelle cosiddette eccellenze”.

 

Roma, 27 aprile 2017

 

Sicomoro

Carissime e carissimi,

esce il nuovo numero de “Il Sicomoro” con un mio articolo sull’incompiuta legge elettorale post referendum.

I risultati delle politiche francesi rappresentano un momento politico importante che coinvolge anche il nostro Paese. Essi si incrociano con le imminenti primarie del PD, che costituiscono uno strumento superiore ad un click sul ‘mi piace’, ed avranno un’incidenza su scelte istituzionali e politiche di un futuro prossimo .

 

Ma in questo numero trattiamo anche di temi impegnativi come “l’utero in affitto” e la “libertà religiosa”.  D’altra parte il ‘derby cinese’ e i nuovi progetti sulla città metropolitana indicano come Milano e la sua area vasta stiano velocemente cambiando.

 

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News dal Parlamento

Cos’è il biotestamento

Sta facendo molto discutere quello che viene definito biotestamento, che abbiamo approvato questa settimana alla Camera come testo unificato di diverse proposte di legge che vanno sotto il nome di Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.

Ma vediamo di capirne il contenuto, partendo dai principi cardine. Intanto il consenso informato, ovvero la base di legittimità del trattamento sanitario fino alle estreme conseguenza, cioè alla possibilità di chiedere l’interruzione delle cure. Non si legittima l’eutanasia come atto che porta rapidamente alla morte, né si prevede il suicidio assistito. Il testo, quindi, si basa sulla distinzione che rifiutare le cure non è eutanasia.

Inoltre, la relazione di cura tra medico e paziente intesa come processo dinamico in costruzione progressiva nella quale anche altri attori, familiari, amici, equipe sanitaria intervengono. Per questo insieme di ragioni il testo parte dal consenso informato e ne fa il suo cardine proseguendo poi con le Dat, le Disposizioni anticipate di trattamento, e con il nuovo strumento della pianificazione anticipata delle cure.

Quindi, riassumendo, nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata; ognuno ha il diritto di conoscere la proprie condizioni di salute riguardo alla diagnosi e alle terapie proposte; il rifiuto o la rinuncia del trattamento sanitario non comporta l’abbandono terapeutico; il medico è tenuto a rispettare la volontà del paziente ed è esente da responsabilità civile e penale; nelle situazioni di emergenza il medico assicura l’assistenza sanitaria indispensabile ove possibile nel rispetto della volontà del paziente; ogni persona maggiorenne, capace di intendere e di volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consen so o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali; in ogni caso, la pianificazione delle cure deve essere condivisa e può sempre essere modificato dal paziente.

 

Ok al parere sul Def

Nei giorni scorsi abbiamo approvato in Commissione Agricoltura della Camera il parere sul Def, il Documento di economia e finanza, che avevo preparato in qualità di relatore. Nel parere sono indicati alcuni aspetti positivi del Def e le ricadute sul mondo dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano.

Mi sembra importante sottolineare il nuovo indice Bes, il Benessere equo sostenibile, che vuole trovare nuove indicazioni sull’andamento economico e di benessere dei nostri cittadini e che non sia il solo Pil. Poi, va evidenziata la continua crescita del Prodotto interno lordo e dell’occupazione stabile.

Per quanto attiene all’agricoltura, ho indicato le riforme messe in atto, la riduzione del costo del lavoro agricolo e dell’Irpef. Accanto a questi interventi, nuovi processi come l’etichettatura del latte e dei prodotti lattiero caseari che dà maggiore impulso al settore primario e che deve essere da esempio per nuove norme anche per le altre filiere.

Nelle osservazioni che ho inserito e che devono diventare motivo di interventi futuri, ho sottolineato maggiori interventi per le aziende agricole e zootecniche dei territori terremotati, la necessità di favorire l’aggregazione per la conduzione aggregata dei terreni e per l’aggregazione di filiera.

Ho affrontato anche il tema del Durc, il Documento unico di regolarità contributiva, ovvero l’attestazione dell’assolvimento, da parte dell’impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti dell’Inps: ho detto che si ravvisa la necessità di intervenire affinché le imprese che hanno aderito alla procedura di definizione agevolata dei carichi iscritti a ruolo, la rottamazione delle cartelle esattoriali, possono veder rilasciato il Durc anche prima dell’estinzione del debito residuo.

E per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali nella pesca, ho ricordato che la Commissione Agricoltura è impegnata da tempo nel configurare uno strumento ordinario che garantisca un sistema di ammortizzatori sociali al comparto della pesca, con l’intento di affrontare in modo organico una questione che, di anno in anno, viene trattata in maniera episodica con lo stanziamento di fondi a copertura del fermo biologico. Per questo ho raccomandato l’introduzione di uno strumento ordinario che garantisca gli ammortizzatori, in modo da assicurare anche a questo comparto un’adeguata tutela sociale.

 

Primarie PD

Domenica 30 aprile 2017 dalle 8.00 alle 20.00 potete votare il segretario Nazionale del PD. Personalmente sostengo la mozione di Matteo Renzi con Maurizio Martina e la candidatura di Renzi a segretario del PD:

Se volete maggiori informazioni sulle modalità di voto e sul vostro seggio dove votare, potete trovarle su  https://www.primariepd2017.it/

 

Basta aggressioni ai veterinari:

Questa settimana sono intervenuto in Aula per sollecitare la risposta alla mia interrogazione sul tema delle aggressioni avvenute nei confronti dei veterinari pubblici dipendenti. E questo proprio perché, nei giorni scorsi, sono avvenute ulteriori aggressioni nei confronti di alcuni colleghi, adesso anche nelle Marche.

Ho detto che, secondo me, il Ministero – nell’interrogazione facevo riferimento sia a quello della Salute che a quello dell’Interno – si deve attivare in modo veloce, soprattutto per istituire l’osservatorio su queste forme di aggressione e porre dei rimedi. Ho ricordato ancora una volta che i colleghi, che sono a garanzia e a tutela della salute di tutti i consumatori, in questo momento e in questi ultimi periodi, sono oggetto di attacchi molto gravi.

Se vuoi vedere video del mio intervento clicca su https://www.youtube.com/watch?v=7fYxWd6af2U

Paolo Cova

Documento Economia Finanza

Giovedì 20 aprile abbiamo approvato in Commissione Agricoltura il parere sul DEF che avevo preparato come Relatore. Nel Parere che puoi leggere se clicchi su Proposta Parere Relatore DEF_2017 sono indicati alcuni aspetti positivi del DEF e le ricadute sul mondo dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano.

Mi sembra importante sottolineare il nuovo indice BES, Benessere Equo Sostenibile, che vuole trovare nuove indicazioni sull’andamento economico e di benessere dei nostri cittadini e che non sia il solo PIL. Poi la continua crescita del PIL e dell’occupazione stabile.

Per quanto attiene all’agricoltura, mi sembrava importante indicare le riforme messe in atto, la riduzione del costo del lavoro agricolo e dell’IRPEF. Accanto a questi interventi, nuovi processi come l’etichettatura del latte e dei prodotti lattiero caserìari che da maggiore impulso al settore primario e che deve essere da esempio per nuove norme anche per le altre filiere.

Nelle osservazioni che ho inserito e che devono diventare motivo di interventi futuri, sottolineo maggiori interventi per le aziende agricole e zootecniche dei territori terremotati, favorire l’aggregazione per la conduzione aggregata dei terreni e per l’aggragazione di filiera. Il tema dei DURC e degli ammortizzatori sociali nella pesca.