News dal Parlamento

Una delega per l’insolvenza

Questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato, in prima lettura, la Delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, frutto dello stralcio di un originario disegno di legge che concerneva la delega al Governo per la riforma organica delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

L’oggetto della delega è la riforma organica della disciplina della amministrazione straordinaria, ovvero la procedura introdotta dalla cosiddetta Legge Prodi finalizzata all’individuazione di un nuovo assetto imprenditoriale per la salvaguardia dei complessi aziendali, della relativa occupazione, del potenziamento degli strumenti di tutela dei creditori, definendo l’amministrazione straordinaria delle imprese in stato d’insolvenza tramite la prosecuzione, la riattivazione o la riconversione dell’attività imprenditoriale.

Si tratta di una disciplina rilevante per il tessuto economico del Paese, se si considera che nei 15 anni successivi alla riforma del 1999 l’amministrazione straordinaria ha interessato circa 136 gruppi di imprese, di cui 115 ai sensi appunto del decreto legislativo Prodi bis  e 21 ai sensi dell’analogo decreto Marzano, per un totale di circa 121mila lavoratori.

Dunque, il provvedimento delega il Governo ad adottare una procedura unica di amministrazione straordinaria, modificando i presupposti di accesso alla stessa e attribuendo la competenza alle sezioni specializzate in materia di impresa presso i tribunali sede di Corti d’appello. È istituito poi l’albo dei commissari straordinari per l’amministrazione delle grandi imprese in stato di insolvenza, stabilendo dei requisiti puntuali per farne parte. Viene, inoltre, rivista la procedura per l’accesso diretto.

 

Nel nome dei migranti

Secondo quanto riportato dall’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, il 2016 è stato l’anno record per il numero di vittime nella traversata del Mediterraneo. Dai 3771 morti e dispersi nel 2015, si è passati agli oltre 5mila del 2016. La situazione risulta ancora più grave se si esamina la rotta del Mediterraneo centrale, ossia quella che mette in comunicazione il Nord Africa con il nostro Paese. In questo caso si passa dai 2913 decessi del 2015 ai 4527 del 2016. Al 9 marzo si contano già 522 vittime per il 2017. E purtroppo si stima che almeno il 60 per cento di coloro che perdono la vita in mare resti senza nome: l’attività di identificazione dei migranti annegati in mare è infatti un’operazione complessa, resa ancora più problematica dall’assenza di un’unica banca dati, nella quale far confluire e confrontare i dati relativi alle persone scomparse e ai corpi ritrovati e privi d’identità.

Ecco perché abbiamo approvato una mozione concernente iniziative volte all’identificazione dei migranti deceduti nella traversata del Mediterraneo che impegna il Governo a promuovere una comunione di sforzi tra gli Stati membri dell’Unione europea e del Consiglio d’Europa al fine di fronteggiare la tragedia umanitaria in corso nel Mediterraneo e la mancata identificazione dei corpi dei migranti deceduti, anche attraverso una rapida definizione di regole comuni per la ricerca, il recupero, l’identificazione e la gestione dei dati dei cadaveri senza nome; a valutare iniziative di riforma e potenziamento dell’ufficio del commissario straordinario per le persone scomparse e a sostenere le task-force inter-istituzionali da impegnare per un’ordinata raccolta dei dati post mortem e l’identificazione dei corpi ancora senza nome dei migranti; a favorire un efficace scambio di informazioni con i Paesi d’origine dei migranti; ad adotta re le misure necessarie per la riconversione del relitto del naufragio del 18 aprile 2015 in un monumento capace di richiamare la memoria e l’attenzione sui valori della solidarietà e della dignità umana che devono sempre ispirare e guidare le istituzioni nazionali e l’Unione europea nella gestione dei flussi migratori.

 

Fiscal compact e politiche europee

Tra le mozioni approvate questa settimana, una, piuttosto tecnica, riguarda la questione dell’inserimento del cosiddetto Fiscal compact – il coordinamento e la governance nell’unione economica e monetaria, accordo approvato da 25 Stati membri dell’Unione europea ed entrato in vigore il 1° gennaio 2013 – nei Trattati europei, nonché le politiche economiche e di bilancio dell’Unione europea.

Abbiamo, dunque, impegnato il Governo a sostenere in sede europea l’opposizione all’incorporazione del contenuto del Fiscal compact nell’ordinamento giuridico dell’Unione europea; a promuovere una riforma complessiva della governance economica europea; a proseguire il confronto con le istituzioni europee per la revisione delle metodologie di calcolo del prodotto potenziale e a sostenere che nella programmazione di bilancio sia conferito un maggior rilievo a indicatori legati all’evoluzione della spesa pubblica; ad adoperarsi in sede europea affinché si affianchi alla politica monetaria espansiva della Bce un maggiore coordinamento delle politiche fiscali degli Stati dell’Eurozona; a promuovere interazioni più sistematiche tra le istituzioni europee.

 

Quel che sarà della robotica

Negli ultimi anni il progresso scientifico e tecnologico hanno favorito la crescita della robotica e delle intelligenze artificiali applicate, dando origine a una profonda innovazione nel mondo della produzione dei beni e servizi, con un ampio impatto atteso in molti settori, come la domotica, la medicina, la difesa, i servizi alle persone. E nel 2014 questo ha portato la crescita della vendita dei robot a un aumento del 29 per cento, quasi il doppio della media degli anni precedenti. Perciò, ci si attende che nei prossimi anni saranno venduti circa 35 milioni di robot personali in tutto il mondo, per uso domestico, per i veicoli senza guidatore, per l’intrattenimento, l’educazione, l’assistenza sanitaria.

Per questo abbiamo approvato una mozione in materia di robotica ed intelligenza artificiale che impegna il Governo a favorire una linea comune tra i Ministeri nell’approccio allo sviluppo sostenibile della robotica, dell’intelligenza artificiale e della sicurezza informatica; a promuovere attività di formazione, ricerca e sviluppo nelle scuole, nelle università e nei centri di ricerca italiani e a sostenerne le applicazioni nella produzione industriale e nei servizi civili in imprese consolidate e in start up innovative. Ma anche ad analizzare soluzioni alternative e innovative di welfare in merito agli effetti che lo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale avrà sull’occupazione.

 

In ricordo di Matteotti e Mazzini

Nell’ambito degli interventi per commemorare gli esponenti della nostra storia, cultura e arte, abbiamo approvato una proposta di legge sulle Iniziative per preservare la memoria di Giacomo Matteotti e di Giuseppe Mazzini, che ora va al Senato. Il provvedimento stanzia un contributo straordinario di 300mila euro da utilizzare per il finanziamento di iniziative, organizzate su tutto il territorio nazionale, relative allo studio e alla diffusione del pensiero di Matteotti. Potrà trattarsi di borse di studio, della digitalizzazione, del riordino, dell’inventariazione di materiale bibliografico e archivistico di rilevante valore culturale, di pubblicazioni inedite, di iniziative didattiche formative. I progetti potranno occuparsi anche della cura e del restauro di strutture museali. Il testo dichiara, inoltre, monumento nazionale la casa natale di Matteotti a Fratta Polesine, di proprietà dell’Accademia dei Concordi di Rovigo.

Il progetto di legge tratta, poi, la figura di Giuseppe Mazzini, in particolare della Domus mazziniana di Pisa, la casa museo dove Mazzini soggiornò e morì il 10 marzo 1872. L’istituto ha il fine di cooperare agli studi e alle ricerche sulla vita, sul pensiero, sull’opera di Mazzini, alla raccolta e conservazione di cimeli e documenti e a ogni altra attività che valga a diffondere la conoscenza del pensiero e dell’azione mazziniana.

 

L’originalità di Gramsci

Intanto, alla Camera, abbiamo commemorato Antonio Gramsci, morto a Roma il 27 aprile 1937. A parlare in Aula di uno dei fondatori del partito comunista, è stata la presidente Laura Boldrini che ha ricordato come Gramsci intervenne una sola volta alla Camera, nella discussione di un disegno di legge contro le società segrete che, a suo dire, non colpiva tanto la massoneria quanto le associazioni antifasciste.

La presidente lo ha definito un marxista originale, non dogmatico e mai prigioniero di schemi precostituiti che ha seguito l’ideale di giustizia sociale ed è ancora oggi tra autori più studiati nel mondo.

 

Traffico d’organi, ok alla ratifica

Tra le ratifiche approvata recentemente, questa settimana abbiamo dato il via libera a quella contenente la Convenzione del Consiglio d’Europa contro il traffico di organi umani, fatta a Santiago de Compostela il 25 marzo 2015, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno.

Il testo modifica il codice penale e introduce una ulteriore aggravante del delitto di associazione a delinquere quando è finalizzata, oltre che a commettere il reato di traffico di organi prelevati da persona vivente, a commettere il reato di prelievo di organi da persona vivente e di uso di organi prelevati illecitamente da persona vivente. Il reato aggravato comporta l’applicazione della pena della reclusione da 5 a 15 anni o da 4 a 9 anni, a seconda che si tratti dell’attività di promozione, costituzione od organizzazione dell’associazione criminosa, oppure che vi si prenda semplicemente parte.

Viene poi inserito il delitto di prelievo di organi da persona vivente con la reclusione da 6 a 12 anni per chiunque illecitamente preleva un organo, parte di un organo o un tessuto da persona vivente, e si punisce con la reclusione da 4 a 10 anni l’esercente una professione sanitaria che si presta al traffico illecito di organi. Alla condanna consegue l’interdizione perpetua dall’esercizio della professione.

Infine, abbiamo approvato la Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato di Israele in materia di pubblica sicurezza, fatto a Roma il 2 dicembre 2013.

Paolo Cova