News dal Parlamento

L’attacco al Circolo e la verità che sta dietro

La notizia è nota perché, a differenza di altri casi analoghi ma meno gravi, è stata riportata su tutti i media italiani. Purtroppo, questa volta, ha visto protagonista il mio Circolo Pd: si tratta della vile aggressione di un gruppo di giovani, impegnati a far occupare case Aler, ai partecipanti al consueto incontro con il Sunia nella nostra sede di piazzale Corvetto. Sapete come è andata: uffici devastati, le persone, molte delle quali anziane, costrette a scappare dalla finestra, fumogeni e tanta paura e rabbia. Ho condannato pubblicamente l’attacco ad un circolo che ha sempre prestato attenzione alle persone che vivono nel territorio in situazioni disagiate e di difficoltà. E ricordare che in questi anni siamo stati costantemente a fianco degli inquilini delle case popolari, affinché le condizioni abitative potessero migliorare e la situazione di degrado venisse superata. L’obiettivo è quello di favorire la possibilità di avere una casa per tutti, ma la nostra posizione è ovviamente contraria alle occupazioni abusive e alle forme di illegalità. A differenza di chi ci ha colpiti così pesantemente, il cui scopo è quello di creare tensione nel quartiere e non consentire la legalità.

Ma devo dire dell’altro. Questo evento arriva dopo settimane in cui da parte di esponenti nazionali di partiti che hanno la responsabilità diretta sulle case popolari, si è acceso un faro sulle occupazioni abusive. Mi sembra opportuno precisare che la proprietaria delle case Aler è la stessa Aler, la quale è un ente gestito da Regione Lombardia, in mano, negli ultimi 20 anni, a centrodestra e Lega. È singolare che chi chiede di combattere le occupazioni abusive sia il partito che gestisce direttamente Aler. Voglio proprio dire che coloro che protestano sono i diretti responsabili dei mancati lavori e del degrado degli alloggi, ma nonostante ciò fomentano la rabbia contro chi non ha responsabilità.

E per essere chiari, vi informo anche che la sistemazione delle case del quartiere Mazzini è ferma perché Aler, cioè Regione Lombardia, non procede con i lavori e il presidente Maroni non interviene a risolvere questa grave crisi. Il rischio maggiore è che i fondi nazionali, fermi da 10 anni perché non vengono spesi, siano destinati ad altre priorità. Ma dalle parti di Palazzo Lombardia si continua a far finta di niente. Qui il mio intervento in Aula sulla vicenda

https://www.youtube.com/watch?v=6Cfcs4m4LfU

 

 

Via libera all’ambiente

Con 295 sì, 47 contrari e 89 astenuti, alla Camera abbiamo approvato il disegno di legge sull’ambiente collegato alla legge di stabilità. Il testo, che ora passa all’esame del Senato, contiene misure in materia di valutazioni ambientali, energia, acquisti “verdi”, gestione dei rifiuti, difesa del suolo, risorse idriche. Sono molti i punti che entrano nel dettaglio, ma cercherò di essere sintetico. E parto dalle nuove, più stringenti procedure per le autorizzazioni ambientali riguardanti lo scarico in mare di acque derivanti da attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi o gassosi, l’immersione in mare di materiali di scavo di fondali marini, la movimentazione degli stessi fondali per la posa di cavi e condotte. Un’importante novità è la predisposizione della valutazione di impatto sanitario (Vis), da svolgere nell’ambito del procedimento di Via, per alcuni progetti, tra cui le raffinerie di petrolio greggio, gli impianti di gassificazione e liquefazione, i terminali di rigassificazione. Sul fronte dell’energia, da un lato vengono inseriti nuovi sottoprodotti da utilizzare negli impianti a biomasse, dall’altro viene modifica la disciplina degli incentivi. Ma soprattutto viene promossa l’istituzione delle “oil free zone”, quelle aree territoriali nelle quali si prevede la progressiva sostituzione del petrolio con energie da fonti rinnovabili.

Sul fronte degli acquisti verdi, vengono introdotte una serie di misure che facilitano gli operatori con determinate certificazioni ambientali e marchi di qualità ecologica, e sono finalizzate a incentivare l’acquisto di prodotti derivanti da materiali “post consumo” riciclati. Il disegno di legge contiene numerose misure in materia di gestione dei rifiuti: dalla plastica compostabile inclusa tra i materiali per compostato misto, ai porti marittimi dotati di siti idonei per il raggruppamento e la gestione dei rifiuti raccolti durante le attività di pesca o turismo subacqueo; dagli obblighi dei produttori e degli utilizzatori a una nuova disciplina per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata; dall’autorizzazione al compostaggio aerobico domestico individuale alla applicazione, anche se in via sperimentale, del sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi di birra e acqua minerale da parte dei locali pubblici. Viene addirittura introdotta una disciplina sui rifiuti di prodotti da fumo e gomme da masticare. Molti e articolati gli interventi in difesa del suolo, volti soprattutto alla riorganizzazione dei distretti idrografici. Il collegato istituisce, infine, un Fondo di garanzia per gli interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche in tutto il territorio nazionale.

 

Ebola, questa sconosciuta

In settimana il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha illustrato in Aula un’informativa urgente che intendeva fare chiarezza sull’andamento dell’epidemia di Ebola. La responsabile del dicastero ha ricordato come in Italia vi siano state numerose segnalazioni, ma tutte si sono rivelate negative, e ha esortato a intervenire perché le conseguenze di un mancato intervento, anche a livello geopolitico, sarebbero incalcolabili. Lorenzin ha quindi avvertito che la dotazione medica degli Uffici di sanità marittima-aeroportuale (Usmaf), fondamentali per i primi controlli in relazione al virus Ebola, è inadeguata. E che quindi sta pensando a un’iniziativa normativa, come emendamento alla legge di stabilità, che garantisca un potenziamento degli stessi Usmaf.

Il Ministero, ha aggiunto, sta inoltre procedendo al riconoscimento dell’aeroporto di Pratica di Mare come aeroporto sanitario, al pari di Fiumicino e Malpensa, prevedendo la delega Usmaf ai medici militari. L’Italia resta comunque, dal punto di vista organizzativo, in prima linea in Unione europea, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità chiede di fare un accordo con il nostro Governo per il dislocamento all’Ospedale Spallanzani di Roma di eventuali casi di soggetti affetti da Ebola di rientro dai Paesi africani colpiti. Sono infatti pochi i Paesi in grado di effettuare evacuazioni mediche in sicurezza, disponendo di aerei e strutture di isolamento adeguati. Ma la Lorenzin ci ha anche rassicurato rispetto ai flussi migratori, spiegandoci che a oggi la possibilità che da questo canale arrivino soggetti affetti da Ebola è estremamente bassa. Ricordando, infine, il numero di pubblica utilità 1500 cui risponde personale appositamente formato per dare tutte le informazioni sul virus Ebola ai cittadini, Lorenzin ha assicurato il costante impegno a fornire elementi di informazione completa e comprensibile per tutti, per evitare che la paura di diffusione di malattie infettive costituisca il pretesto per comportamenti di vera e propria discriminazione anche razziale, come avvenuto in recenti casi di cronaca.


 

 

Paolo Cova

News dal Parlamento

Giustizia, parte la riforma

Con 317 favorevoli, 182 contrari e 5 astenuti, alla Camera abbiamo approvato la conversione in legge del decreto di riforma del processo civile veloce e la riduzione dell’arretrato. In generale, l’obiettivo al quale si vuole arrivare è una maggiore efficienza della macchina della giustizia. Il provvedimento rappresenta, infatti, il primo importante tassello del più ampio progetto di riforma della giustizia. Dunque, nella sostanza, cosa cambia? Intanto vengono introdotte norme finalizzate alla riduzione del carico del contenzioso civile pendente (sono 5 milioni i processi ancora aperti) e alla riduzione dei tempi delle cause civili. Questa prima parte della riforma si muove lungo due binari: quello della riduzione dei tempi del processo civile e quello di rendere effettiva la tutela del diritto di credito.

L’obiettivo della riduzione dei tempi delle cause civili viene perseguito, da un lato, attraverso la possibilità di trasferire in sede arbitrale i procedimenti pendenti, dall’altro lato, attraverso la promozione, in sede stragiudiziale, di procedure alternative come la negoziazione assistita da avvocati. È in questo frangente che vanno inquadrate le nuove, importanti norme che introducono la particolare forma di negoziazione assistita nelle controversie in materia di separazione o di divorzio: viene infatti prevista la possibilità, in casi di non contenzioso, di concludere, o modificare, un accordo con l’assistenza di avvocati oppure dinanzi al sindaco.
Altro aspetto importante di questa norma è che vengono disincentivate le liti temerarie o strumentali, attraverso norme più stringenti in tema di liquidazione delle spese legali e di soccombenza, e vengono introdotte disposizioni che aumentano di 8 punti percentuali gli interessi dovuti in favore di chi è costretto ad andare in giudizio per far accertare le sue ragioni.

 

 Habemus membri

Alla fine ce l’abbiamo fatta. E, con il sostegno dei voti del M5S, siamo riusciti a eleggere Silvana Sciarra, nostra candidata alla Corte costituzionale. A lei sono andati 630 voti del Parlamento, riunito in seduta comune. Professore ordinario di diritto del lavoro all’Università di Firenze, Sciarra è nata a Trani nel 1948 e ha studiato e insegnato anche in Inghilterra e negli Stati Uniti.

D’altra parte, con l’appoggio fondamentale del Pd, è stato eletto, con 537 voti favorevoli, il candidato dei 5 stelle al Csm, il Consiglio superiore della Magistratura, quale membro laico. Si tratta di Alessio Zaccaria, nato a Ferrara nel 1955, ordinario di Diritto privato del dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona. Manca ancora un membro per la Corte Costituzionale e mi auguro che si possa arrivare al pieno funzionamento della Corte stessa in breve tempo.

Mi sembra opportuno fare alcune considerazioni: la prima è che con il processo in atto di modificazione della Costituzione e della legge elettorale servono dei contrappesi reali al Parlamento e la Corte Costituzionale può svolgere questo ruolo ma a patto che sia indipendente e non con membri che provengono dalla politica partitica. La seconda che è necessario raccogliere il massimo del consenso per l’elezione di figure che devono essere al di sopra delle parti come in questi cosi. Il fatto che anche M5S si sia reso disponibile al dialogo è un fatto positivo.

 

 Recuperiamo la “rimembranza”

Ho aderito a un progetto di legge sulle “Norme per la tutela e la valorizzazione dei parchi, delle piazze e dei viali della Rimembranza”. L’obiettivo del provvedimento va sempre nell’ottica delle celebrazioni per il centenario dell’inizio della Grande Guerra.

Per capirne il motivo, serve un po’ di storia. L’iniziativa di istituire questi luoghi prende le mosse, nel 1922, da una circolare del Ministero della Pubblica Istruzione che prevede la piantumazione di un albero per ogni caduto in tutti i comuni italiani, inaugurando così, di fatto, i cosiddetti parchi e viali della Rimembranza. Già nel 1924 erano stati istituiti in tutta Italia oltre 2200 di questi spazi, che furono sentiti dalla collettività come luoghi di grande sacralità. Con il trascorrere del tempo, inevitabilmente, viali e parchi sono stati parzialmente dimenticati, lasciati spesso all’incuria o radicalmente modificati. La proposta di legge vuole proprio avviare un processo di riconoscimento dei parchi, delle piazze e dei viali della Rimembranza, con un’opera di recupero e valorizzazione, in primo luogo per colmare il vuoto attuale della memoria collettiva, ma anche per permettere la completa restituzione dell’identità dei caduti di guerra.

 

Scuola e stabilità, i miei incontri

Anche la prossima sarà una settimana ricca di appuntamenti, per me. Prosegue il tour di incontri su “La buona scuola”, che mi vedrà parlare del tema lunedì 10 novembre, alle 21.00, nell’ex aula consiliare di Cornaredo, in via Imbriani. Assieme a me, in una serata organizzata dal Circolo Pd, ci saranno il consigliere regionale Fabio Pizzul ed Emanuele Contu, insegnante di scuola media e responsabile istruzione del Pd metropolitano milanese.

Invece, venerdì 14 novembre, alle 21.00, nella Sala degli Specchi di Villa Litta, a Lainate, parteciperò a un incontro, organizzato dal Circolo Pd locale, per illustrare i contenuti della Legge di Stabilità.

 

 

Paolo Cova

Casa: Cova (Pd), Attacco a circolo favorisce solo chi vuol creare tensione

 

“Condanniamo fermamente l’attacco di oggi al Circolo Pd di piazzale Corvetto a Milano. Si tratta di un circolo che ha sempre prestato attenzione alle persone che vivono nel territorio in situazioni disagiate e di difficoltà”. Lo dichiara Paolo Cova, deputato del Partito Democratico e appartenente al circolo colpito.

“In tutti questi anni – spiega Cova – siamo stati a fianco degli inquilini delle case popolari perché le condizioni abitative potessero migliorare, e la situazione di degrado venisse superata. L’obiettivo è sempre stato quello di favorire la possibilità di avere una casa per tutti, ma la nostra posizione è ovviamente contraria alle occupazioni abusive e alle forme di illegalità”.

“Queste azioni sono, invece, a supporto proprio di chi vuole creare tensione nel quartiere e non consentire la legalità”, conclude il deputato democratico.

 

Roma, 11 novembre 2014

News dal Parlamento

Mare nostrum, ripensiamoci

Come avevo già scritto, nei giorni scorsi il Ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva annunciato alla Camera che l’operazione Mare Nostrum sarebbe stata progressivamente sostituita da Triton. Da quel momento si sono levate numerose voci per chiedere al Governo italiano un ripensamento che porti a mantenere in essere Mare Nostrum. L’operazione Triton avrà infatti finalità e modalità assai diverse da quelle di Mare Nostrum e soprattutto non appare in grado di garantire il soccorso in mare dei migranti che attraversano il Mediterraneo, vale a dire la ragione fondante e determinante che aveva condotto il nostro Governo a intervenire dopo la tragedia di Lampedusa. Ho deciso perciò di sottoscrivere la lettera aperta, che vi riporto di seguito integralmente, con cui si chiede al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di valutare l’opportunità di mantenere Mare Nostrum e adoperarsi nelle sedi europee affinché si arrivi quanto prima a un sistema comune di accoglienza per i rifugiati.

“In data 16 ottobre il Ministro dell’Interno on. Angelino Alfano ha riferito alla Camera dei Deputati che l’operazione Mare Nostrum verrà di fatto sospesa il 1° novembre, in quanto progressivamente sostituita dall’operazione europea Triton, alla quale il nostro Paese parteciperà con un aereo, un pattugliatore d’altura e due pattugliatori costieri; i mezzi partecipanti all’operazione Triton si attesteranno a circa 30 miglia dalle coste italiane, ben lontano pertanto dall’attuale dislocazione dei mezzi del dispositivo Mare Nostrum; se è vero che il costo complessivo dell’operazione Mare Nostrum ammonta a circa 9 milioni di euro al mese, non appare chiaro quale sia il costo di utilizzo ordinario dei mezzi attualmente impiegati nella suddetta operazione; l’interruzione dell’operazione Mare Nostrum comporterà di fatto una fortissima limitazione delle capacità di soccorso in mare dei migranti che cercano di raggiungere le coste dell’Unione Europea, fermo restando che il numero delle persone che decidono di imbarcarsi si manterrà verosimilmente molto elevato a causa dei conflitti e delle violenze in Africa e in Medio Oriente; secondo quanto affermato dal direttore dell’agenzia europea Frontex, Gil Arias Fernandez, “la decisione di interrompere Mare Nostrum spetta solo alle autorità italiane e Triton comincerà indipendentemente da Mare Nostrum”.

Tutto ciò premesso, gli scriventi chiedono al Governo italiano di: valutare l’opportunità di confermare l’operatività di Mare Nostrum, affiancando tale dispositivo all’operazione europea Triton; operare con il massimo impegno, avvalendosi anche del semestre di Presidenza italiana dell’Unione, affinché l’Ue proceda ad un’immediata riforma del Regolamento n. 604/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013 (cosiddetto Regolamento Dublino III), per arrivare ad un mutuo riconoscimento della protezione internazionale tra gli Stati membri, in modo da addivenire ad un sistema comune europeo di accoglienza, fondato sulla solidarietà tra gli Stati membri ai fini di ripartire il flusso dei rifugiati secondo quote ancorate ad indicatori demografici ed economici certi e condivisi”.

 

L’Italia riparte

Il disegno di legge di conversione del decreto legge conosciuto come Sblocca Italia è stato approvato alla Camera con i nostri 278 voti favorevoli, 161 contrari e 7 astenuti, e ora passa al Senato. Con questo decreto, il Governo ha inteso varare una serie di norme volte a rimettere in moto il settore produttivo del Paese, a sostenere la filiera imprenditoriale, a rilanciare la competitività e a sostenere la crescita. E in questo il Made in Italy, di cui tanto vi parlo a proposito dell’agroalimentare, rimane il punto nodale delle azioni del Governo per favorire le esportazioni e attrarre investimenti nel nostro Paese, creando prodotto interno e occupazione. Un po’ più nel dettaglio, il provvedimento contiene una serie di disposizioni riguardanti le infrastrutture, l’edilizia, l’ambiente, l’energia, oltre a misure destinate alle imprese e agli enti territoriali. Si tratta di norme finalizzate innanzitutto, anche attraverso l’introduzione di misure di semplificazione burocratica, al rilancio dell’economia, per uscire dalla crisi attraverso interventi di stimolo accompagnati da riforme strutturali. Una prima parte del provvedimento riguarda le misure in materia di infrastrutture, per la riapertura dei cantieri e la realizzazione delle opere pubbliche. Prevede un rifinanziamento di 3.851 milioni di euro del Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti volto a consentire nell’anno 2014 la continuità dei cantieri in corso o il perfezionamento degli atti contrattuali finalizzati all’avvio dei lavori. Altro punto importante, il decreto interveniva già nel testo base presentato alle Camere dal Governo con un articolo sulla mitigazione del dissesto idrogeologico: dopo i fatti tragici dell’alluvione di Genova è stato aggiunto lo stanziamento di 50 milioni di euro per il Fondo emergenze nazionali. Notevoli gli interventi in materia di edilizia, con misure volte a sostenere il settore delle locazioni.

Bonus non solo bebè

Dopo lo Sblocca Italia, tocca alla legge di Stabilità, ovvero la manovra finanziaria. E su questo provvedimento, che ha appena iniziato il suo iter alla Camera, ho una proposta importante. Chiedo, infatti, di ridurre la soglia dei 90mila euro di reddito per il bonus bebè e destinare i risparmi per le disabilità gravi e la non autosufficienza. Ritengo che gli interventi e il sostegno alle famiglie sono sempre un’ottima iniziativa per consentire di dare futuro anche al nostro Paese, ma che forse sia più opportuno rimodulare il contributo ‘bebè’ su un reddito più basso degli attuali 90mila euro previsti e ripensarlo tenendo presente anche le famiglie monoreddito.

Quindi, ricalcolare al ribasso il reddito ci consentirebbe di accantonare dei fondi da destinare alle famiglie che vivono esperienze di disabilità gravi e di non autosufficienza, riequilibrando gli aiuti verso chi oggi si trova in situazione di difficoltà.

Ast, una vertenza difficile

Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha riferito, alla Camera, dei fatti avvenuti qualche giorno fa a Roma spiegando come si è arrivati allo scontro fisico tra operai delle acciaierie Ast di Terni e polizia. In pratica, secondo il Ministro, il corteo ha deciso di deviare rispetto al percorso concordato con le autorità e questo ha comportato gli incidenti che sappiamo, con feriti, seppure lievi, sia da parte dei dipendenti che protestavano che delle forze dell’ordine intervenute. Ma l’informazione che ritengo più importante è arrivata dal Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi che è stata da noi, in Aula, a riferire sugli incontri per la vertenza Ast. Ha detto che gli obiettivi da conseguire sono il cambiamento del piano industriale e in particolare gli interventi sull’occupazione e il mantenimento dei due forni. Ma ha anche aggiunto che il Governo ha chiesto di ridurre al massimo a 290 gli esuberi da gestire in 24 mesi, utilizzando la mobilità incentivata.

Altri paletti posti dal Governo riguardano l’impatto economico sul lavoro, la periodicità dei turni di lavoro e il massimo risparmio dei costi dell’energia. D’altra parte l’azienda avrebbe confermato un piano di investimenti da 100 milioni di euro in 4 anni, aggiungendo 10 milioni di euro di investimenti in ricerca e sviluppo. Infine, Guidi ha convocato per giovedì prossimo nuovamente azienda e sindacati per il tavolo di crisi.

 

Stop ai cinghiali

In settimana abbiamo approvato in Commissione Agricoltura una risoluzione che mira a contenere i danni provocati dai cinghiali. Secondo le stime delle associazioni di categoria, infatti, la percentuale di danneggiamento da parte dei cinghiali ha superato la soglia di tolleranza fissata al 4-5 per cento di perdita di prodotto, e ha generato allarme sociale. Questo fenomeno è ormai aumentato a dismisura perché c’è stata una proliferazione incontrollata della specie, a causa dell’irrazionale introduzione a scopo venatorio di esemplari provenienti dal centro Europa, che hanno pressoché soppiantato o contaminato incrociandosi, le specie autoctone.

Al Governo si chiede l’impegno a intraprendere urgentemente, secondo il principio che la tutela ambientale debba comunque conciliarsi con l’esercizio dell’attività d’impresa, tutte le iniziative tecniche, organizzative e normative, sia in sede nazionale che in sede comunitaria, per contrastare e prevenire con efficacia il problema dei danni alle colture causati dalla fauna selvatica e in particolare dai cinghiali prevedendo una maggiore sinergia con gli enti locali, ma anche applicando tutte le azioni di prevenzione che si conoscono.

 

Due volte buona scuola

“La buona scuola che vorremmo” è il titolo di due iniziative a cui parteciperò la prossima settimana: una si terrà venerdì 7 novembre 2014, alle 20.30, al Circolo Mondini di via Freikofel, a Milano, dove coordinerà l’incontro Federico Rappelli, segretario del Circolo Pd di Rogoredo; l’altro, sarà sempre venerdì 7 novembre , alle 18.00, al Circolo Calvairate, di via Tito Livio 27, sempre a Milano.

 

 

 

Paolo Cova

On. Cova: “Reddito più basso per il bonus bebè e risparmi a disabilità e non autosufficienza”

“Riduciamo la soglia dei 90mila euro per il bonus bebè e destiniamo i risparmi per le disabilità gravi e la non autosufficienza”, è la proposta dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, per la legge di Stabilità, che ha iniziato il suo iter a Montecitorio.

 

“Gli interventi e il sostegno alle famiglie sono sempre un’ottima iniziativa per consentire di dare futuro anche al nostro Paese – sottolinea Cova –. Ma forse è più opportuno rimodulare il contributo ‘bebè’ su un reddito più basso degli attuali 90mila euro previsti e ripensarlo tenendo presente anche le famiglie monoreddito”.

 

E ribadisce la sua idea: “Fare questo intervento ci consentirebbe di accantonare dei fondi da destinare alle famiglie che vivono esperienze di disabilità gravi e di non autosufficienza, riequilibrando gli aiuti verso chi oggi si trova in situazione di difficoltà”, conclude Cova.

 

Roma, 30 ottobre 201 4

News dal Parlamento

Roma o Leopolda

Sabato ero alla Fiera del Bovino da latte a Cremona, così rispondo, ai tanti che mi chiedevano dove sarei andato e cosa avrei fatto questo fine settimana.Ho scelto di essere nel posto che mi competeva di più come deputato e membro della commissione agricoltura.Certamente non mi chiamo fuori dallo spiegare perchè non ero né a Roma alla manifestazione indetta dalla CGIL né alla Leopolda.

Gli incontri, come quelli di Firenze, sono tantissimi e vengono organizzati da politici, da associazioni, fondazioni riferite al PD. Ognuno ha una sua caratteristica e un suo taglio particolare. Aperti a platee diverse e a volte simili, hanno un unico grande obiettivo: diventare occasioni per fare elaborazione politica e accrescere il senso di appartenenza di militanti, simpatizzanti e politici stessi. Non sono mai andato alla Leopolda come non sono mai mandato a Cortona o altri luoghi di incontro. Ritengo si debba vigilare su due aspetti: in primo luogo le proposte fatte, le osservazioni evidenziate servono a poco se non diventano patrimonio di tutto il partito. In seconda battuta vorrei fosse più facile capire chi finanzia tutte queste associazioni, fondazioni e altro. L’esigenza di trasparenza non è solo una peculiarità del nostro tempo, da sempre sarebbe stato utile dichiarare chi fossero i finanziatori o sponsor di tali fondazioni o associazioni, e chi ora reclama si deve domandare come si comportava negli anni scorsi e forse anche ora. Con una maggiore trasparenza forse tanti problemi non ci sarebbero stati.

La manifestazione di Roma, invece, è una iniziativa di una organizzazione sindacale che svolge compiti e funzioni molto diverse da chi fa politica. Il sindacato svolge la funzione di tutelare e fare richieste in nome dei suoi iscritti, il compito della politica è pensare e agire per il bene di tutti mediando tra i corpi intermedi del nostro paese.

La politica:

– deve tenere presenti i giovani che chiedono la riduzione delle molteplicità dei contratti a tempo determinato e rendere favorevole quello a tempo indeterminato (art.1 comma 7 a-b).

– considerare le persone di mezza età che perdono il lavoro e con una famiglia a carico chiedono la riorganizzazione delle politiche attive che, per inciso, costano 77.000€/anno per lavoratore, ma che solo in minima parte arrivano a chi perde il posto di lavoro (art.1 comma 3 e 4). Rispondere a tutte le persone che non hanno tutela in caso di perdita di lavoro e che chiedono l’universalizzazione delle protezioni sociali anche ai lavoratori a tempo determinato (art.1 comma 2 b).

– farsi carico delle lavoratrici che attualmente non hanno tutele in caso di maternità o di licenziamento in bianco oppure del tax credit per incentivare il lavoro femminile (art.1 comma 9).

– ricordarsi che i diritti dei lavoratori vanno sempre tutelati quando ci sono discriminazioni, ma può essere che sia solo l’art18 a fare questo?

Rispetto chi ha manifestato per le sue opinioni, ma mi aspetto che la “piazza di Roma” offra anche alla politica una via nuova per garantire tutti i 22 milioni di lavoratori italiani.

 

Tutela archeologica, ok dopo vent’anni

Questa settimana alla Camera abbiamo votato una serie di ratifiche di accordi che da tempo aspettavano di diventare esecutive. La più significativa è quella della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, se non altro perché era stata scritta alla Valletta il 16 gennaio 1992, cioè quasi 23 anni fa. Si tratta di un documento che, nel frattempo, in molti Paesi europei ha già portato a importanti progressi nella tutela del patrimonio archeologico. L’Italia si è posta così in notevole ritardo rispetto agli altri Paesi nel dotarsi di una legislazione aggiornata in materia di ricerca, tutela e valorizzazione dei beni archeologici. Altrove, sono già nate importanti opportunità di lavoro e di crescita professionale per gli archeologi e si spera che altrettanto accada adesso da noi. Nel testo della Convenzione viene dato grande rilievo alla conservazione e al la valorizzazione del patrimonio esistente, ma anche alle modalità di tutela a fronte delle necessità urbanistiche moderne determinate dall’aumento della popolazione e dai nuovi standard di vita. Inoltre, una parte della Convenzione è dedicata alle modalità e alle operazioni di finanziamento delle attività connesse alla conservazione e allo studio del patrimonio archeologico e alla sua visibilità da parte del pubblico.

Abbiamo poi votato la ratifica e l’esecuzione del Protocollo aggiuntivo all’Accordo sulla sede tra il Governo della Repubblica italiana e l’Istituto universitario europeo; l’Accordo di cooperazione fra il Governo italiano e quello della Repubblica di Estonia sulla lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo e il traffico illecito di droga; il Protocollo di modifica della Convenzione relativa ai trasporti internazionali ferroviari (Cotif) del 9 maggio 1980, fatto a Vilnius il 3 giugno 1999, anche questo abbastanza datato; infine, l’Accordo di cooperazione in materia di navigazione satellitare tra l’Unione europea e i suoi Stati membri e il Regno di Norvegia.

 

Europa di valori, non di burocrazie

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi è stato alla Camera per le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. Al termine abbiamo votato una risoluzione di maggioranza con 279 favorevoli e 140 contrari.In pratica, Renzi ha anticipato quello che l’Italia sarebbe andata a dire nei palazzi europei nei giorni successivi. Il primo pensiero del premier è stato per l’energia e il clima: è difficile cambiare anche per gli altri Paesi, ha detto, visto che si affidano ancora al carbone, ma non abbiamo alternative, perché la scommessa è di investire su delle scelte ambientali che portino occasioni di lavoro e sulla riduzione della dipendenza dalle fonti tradizionali. In materia di rinnovabili l’Italia ha dato l’assenso a che si innalzi la quota al 27%.

E per quanto riguarda i 300 miliardi di investimenti, che sono un grande elemento di novità, la definizione e la declinazione di questi denari per il momento rimarrà sospesa, finché il neo presidente Juncker non assumerà l’incarico, ma vanno considerati come addizionali. Anche perché, per Renzi, il passo in avanti compiuto in Ue è indubitabile, ma dovrà concretizzarsi nelle scelte della nuova commissione.Il presidente ha insistito, poi, sull’importanza delle riforme, ma, ha aggiunto, l’Italia ha bisogno di uno scatto in più, ovvero la consapevolezza di ciò che siamo e rappresentiamo.

E sull’Europa è stato chiaro: o sarà una comunità o non sarà, “perché se deve diventare una somma di burocrazie, ne abbiamo a sufficienza a casa nostra per innamorarci di altri approcci burocratici”. Per il premier l’Europa deve cambiare perché finché sarà percepita come matrigna genererà sospetti e paure; la speranza, invece, è che il giro di poltrone porterà anche nuove politiche, facendo andare i Paesi membri verso un’Europa dei valori e non delle burocrazie.

 

L’agroalimentare va garantito

In Commissione Agricoltura abbiamo approvato una risoluzione che intende andare a incidere sul settore durante il semestre europeo. Al centro del documento la tutela del Made in Italy, la valorizzazione del nostro agroalimentare e, di conseguenza, dell’appuntamento con Expo, che proprio di questo tratterà. Tra gli altri temi toccati dalla risoluzione gli Ogm, il biologico, l’embargo russo, le sementi, i nitrati.

Ma cosa chiede, in definitiva, il documento approvato? I punti sono molti; sottolineo quelli che ritengo più importanti. Innanzitutto, impegna il Governo ad assumere iniziative per ultimare la fase d’implementazione della politica agricola comune riformata nel 2013, attivandosi in sede di Consiglio dei Ministri Ue affinché si definisca entro la fine del semestre europeo una posizione comune rispetto alla proposta di regolamento relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici.

Quindi, a definire norme puntuali e incisive in materia di origine dei prodotti e ad assumere iniziative per portare a conclusione la questione degli organismi geneticamente modificati. Al Governo, si chiede anche di avviare concretamente una strategia programmatica per il settore lattiero-caseario, che da un lato possa traghettarlo nei prossimi mesi dopo la cessazione del regime delle quote produttive, dall’altro definisca misure non più rinviabili necessarie a gestire la volatilità del mercato e i rischi connessi.

In aggiunta chiediamo anche l’impegno a essere protagonista, durante il semestre europeo, nell’ambito delle attività negoziali del Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, una sorta di zona di libero scambio commerciale in corso di negoziazione tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America. Poiché è una deregolamentazione che abolirà i dazi doganali diminuendo anche il controllo dei singoli Stati, c’è il forte rischio di una riduzione delle garanzie e una mancanza di tutela dei diritti dei consumatori.

Ecco, la risoluzione impegna proprio ad assicurare standard agricoli e alimentari europei, proteggendo i consumatori e garantendo parità di condizioni per gli agricoltori, eliminando al tempo stesso molte delle barriere esistenti.

 

Proteggiamo l’olio toscano

Ho sottoscritto un’interrogazione sulla crisi dell’olio d’oliva toscano. L’intero settore olivicolo della Toscana è stato gravemente colpito, nel corso del 2014, da gravi problemi che hanno causato una perdita complessiva di prodotto stimata, dalle associazioni di categoria e dagli operatori del settore, non inferiore al 50 per cento rispetto alla produzione dello scorso anno, una cifra che potrebbe raggiungere, in alcune zone, anche il 70 per cento.

Le cause sono da attribuirsi sia ad attacchi ripetuti e aggressivi della mosca olearia, sia alla frequenza di fenomeni atmosferici avversi come la siccità e le alluvioni di particolare violenza. E non da ultimo alle contraffazioni alimentari.

Al Ministro dell’Agricoltura l’interrogazione chiede quali provvedimenti urgenti intenda assumere per contrastare la gravissima crisi; se non ritenga necessario individuare ulteriori strumenti normativi e finanziari per prevenire, nei prossimi anni, una così radicale perdita del prodotto; se non intenda mettere in campo interventi urgenti e straordinari per prevenire e contrastare con maggiore tempestività ed efficacia il fenomeno della contraffazione alimentare dell’olio d’oliva certificato.

 

Buona scuola al Carminelli

Si parlerà ancora di “ La Buona Scuola”, sabato 1 novembre 2014, dalle ore 17.00, al Circolo G. Carminelli di via Archimede, a Milano. Con me a trattare un argomento di cui non mi stancherò mai di parlare, ci saranno Marco Campione e Gabriele Villa, segretario del circolo.