VIABILITA’ VIA SULMONA-TOFFETTI E PAULLESE

Da giugno dovrebbero partire i lavori del Lotto 4 dell'immissione in città della Paullese. Questi lavori riguardano le vie Sulmona e Toffetti e porteranno alla costruzione del sottopasso che congiunge queste vie con via Varsavia all'Ortomercato.
I lavori dovrebbero durare poco meno di 3 anni e riguarderanno anche la chiusura di via Tertulliano a partire dal cavalcavia di viale Puglie fino a via Varsavia.
I problemi di viabilità riguarderanno via Sulmona e credo anche piazzale Bologna e viale Puglie.
Verrano anticipati dei lavori di superficie nei palazzi dietro a via Sulmona 27 per limitare i disagi ai cittadini e i loro spostamenti.

Il giorno in cui l’Italia si fermò

Chi il 16 marzo 1978 aveva più di vent’anni, ricorda con precisione quel giorno.

L’Italia si fermò, gli studenti uscirono dalle scuole, gli operai dalle fabbriche e tutti si trovarono, spontaneamente nella piazza della loro città.

Quel sequestro così clamoroso dell’uomo politico che disponeva di una «enorme autorità e pochissimo potere» (come disse Baget Bozzo), quanto bastava per essere riconosciuto da amici e avversari come l’architetto delle mappe del futuro del paese, prostrò in un attimo l’Italia intera in una sensazione di orfanezza smarrita e impaurita.

«Cosa succederà ora?», era l’interrogativo che trascinò tutti in piazza non tanto per manifestare contro chi ancora non capiva bene, quanto per ritrovarsi, per trovare forza dall’essere insieme, uniti e compatti.
L’assassinio poi dei cinque uomini della scorta di Aldo Moro, così tecnicamente perfetto, rivelò non solo la ferocia dei criminali ma anche la loro forza militare oltreché strategica.

«Questi non possono essere dei semplici improvvisati terroristi», ci si diceva.
La televisione ci offrì subito le immagini, in bianco e nero, di una tragedia colossale, perché colossale apparve subito l’intelligenza e la potenza di fuoco del nemico che si firmò poco dopo con la stella a cinque punte, non dissimulando peraltro il dubbio che la firma nascondesse una realtà ben più ampia e inquietante.
Non è facile ricostruire la psicosi collettiva e i sentimenti individuali di quelle primissime drammatiche ore.

I comunisti erano riuniti nelle loro federazioni provinciali, convocati direttamente dalla direzione nazionale del partito, per esprimere un parere sul voto da dare al governo Andreotti che proprio quel giovedì mattina si presentava alle camere per chiedere la fiducia. Personalmente ricordo con precisione che mi trovavo invece in una riunione della presidenza del comprensorio intercomunale a Reggio Emilia, quando una impiegata irruppe nella stanza per informarci della terribile notizia ascoltata alla radio.

Anch’io fui preso da grande sgomento, mi precipitai in piazza dove trovai mia moglie e tutti gli amici, ci abbracciammo piangendo senza parole. I terroristi un primo risultato lo avevano ottenuto: far precipitare il paese nella paura. Da Roma arrivò ben presto la notizia della fiducia rapidamente accordata al governo. Ma non bastò quella pure importante notizia a rassicurare di una piena «messa a controllo della situazione».
Così cominciò quel triste pellegrinaggio del popolo italiano nella invisibile prigionia che nascondeva Moro, durato 55 giorni, lunghissimi e drammatici, gli ultimi come i primi.

Le cronache, i comunicati, le piste e i depistaggi, le durissime lettere del prigioniero, i colloqui esili e incerti tra gli aguzzini e alcuni assistenti del professore oltre che diversi altri suoi amici fra cui un giovane sacerdote (oggi vescovo), l’afasia della maggior parte del ceto politico nazionale, non per viltà ma per obiettiva difficoltà a definire una strategia “di uscita”, la eco di alcune iniziative improvvisate, a volte anche estemporanee, di persone che sentivano comunque di “dover dare qualcosa” (le iniziative più serie, come l’offerta dei tre vescovi Bettazzi, Ablondi e Riva di offrirsi per scambiare il prigioniero si è conosciuta con precisione solo ora grazie al libro di Annachiara Valle, Parole opere e omissioni. La Chiesa negli anni di piombo (Rizzoli), o come quelle del coinvolgimento da parte della segreteria della Dc, della Croce Rossa internazionale, di Amnesty International, della Caritas International e dello stesso segretario generale dell’Onu per stabilire un contatto con i terroristi che non configurasse per loro il riconoscimento di uno status di combattenti legittimi, non vennero rese immediatamente note), tutto questo riempiva di ansia e attesa quelle lunghe interminabili giornate.

Mentre la memoria del sacrificio di quei cinque servitori dello Stato arretrò inevitabilmente dalla scena verso il retro delle quinte.

Eppure domani mattina è giusto che ci ricordiamo soprattutto di loro, perché domani è il trentesimo anniversario del loro assassinio, e del dolore in cui precipitarono le loro mogli e i loro figli privati del pilastro-maestro della famiglia.

Di Moro avremo possibilità di parlare ancora nei prossimi 55 giorni sino al 9 maggio. Di loro abbiamo invece il dovere di parlare ora. E per loro pregheremo insieme ai familiari e ai dirigenti della polizia di Stato e dell’arma dei carabinieri cui appartenevano, domattina nella Chiesa di San Lorenzo al Verano.

La mia città, Reggio Emilia, ha dato i natali ad alcuni dei terroristi attori di quel 16 marzo, e si dice abbia dato i natali anche all’organizzazione delle Brigate Rosse. Anche per questo mi sono sempre sentito intrigato dalla possibilità di capire le ragioni che indussero un pezzo di quella generazione di estremisti a varcare la soglia della clandestinità e della criminalità politica più feroce. E capire con quali sentimenti e patologie mentali, prima ancora che politiche, avessero vissuto quell’esperienza.
Nel libro (Un contadino nella metropoli, Bompiani), uno dei quattro carcerieri di Moro, Prospero Gallinari, descrive in questo modo l’assassinio del presidente della Dc: «Uno scoppiettio, come quello del motore di una macchina ingolfata».

E dell’azione del 16 marzo dice: «Due metri o dieci chilometri costituiscono una misura relativa. Siamo in azione. Non c’è più ritorno, non c’è più spazio per il dubbio e ti accorgi che le decine, centinaia di volte in cui hai pensato e discusso i movimenti e le varianti possibili della sequenza delle azioni, hanno creato in te una dimestichezza con l’ambiente, i gesti, con le ipotesi immaginate, che ti fanno muovere come un orologio. La situazione è come prevista, il movimento è quello studiato dozzine di mattine. L’unico assente è il fioraio abitualmente piazzato nella via, che sarà incavolato come una iena davanti alle quattro gomme squarciate del suo furgone. Non può immaginare che i teppisti autori del gratuito sfregio abbiano ritenuto più conveniente fargli spendere soldi per le gomme nuove che obbligarlo a trovarsi sulla linea di fuoco di quattro mitra che sparano a raffica. Ora è l’attesa, quella di un movimento, di un mazzo di fiori in fondo alla via che segnali l’arrivo di una macchina seguita da altre.
In quei momenti la testa è troppo impegnata, fissata sulla sequenza dei movimenti, perché possa essere attraversata da valutazioni, da pensieri di ogni genere. I fiori si muovono, ci mettiamo in posizione di scatto, la strada è libera, vediamo sullo sfondo le macchine e cominciamo a uscire. È un attimo, un tempo non valutabile e partono le raffiche. Quello che temevo accade: a metà della raffica il mitra si inceppa, estraggo istintivamente la pistola che porto alla cintura continuando a sparare come se non fosse cambiato nulla.
Quelle povere persone, il “nemico” che mi trovo di fronte, lo vedo ma in realtà non lo vedo, il movimento è automatico. Accertare che non possano reagire e passare alla seconda fase è tutt’uno: Moro sembra illeso, si tratta di accompagnarlo alla macchina e cominciare la ritirata».

È impressionante la freddezza, la precisione, l’intelligenza militare, lo squallore emotivo.
Io resto convinto che ci siano ancora cose da capire e cose da conoscere di quei maledetti 55 giorni. Ma, non di meno, c’è da indagare e da conoscere con maggiore rigore storico e politico l’“anamnesi politica” di quel gruppo di giovani terroristi (erano stimati essere quasi un migliaio).

E a tal proposito mi viene alla mente il discorso che Aldo Moro fece a Bologna solo due mesi prima all’inizio di quel terribile 1978, in cui avviò proprio lui un tentativo di analisi sociologica e politica di un fenomeno che era già esploso e che – ritengo – non immaginasse, quantunque non potesse escluderlo, che lo avrebbe poi riguardato così drammaticamente.

Quel discorso, insieme alle sue lettere dalla prigionia riordinate e commentate con cura e intelligenza proprio ora da Miguel Gotor (Lettere dalla prigionia, Einaudi 2008), potranno aiutarci in questo lavoro, che a distanza di trent’anni oggi ha senso ed è doveroso fare.

On. Pierluigi Castagnetti

SITUAZIONE PARCHEGGI SOTTERRANEI ZONA 4

Il Collega Aldo Dell'oro ha presentato questa interrogazione sui parcheggi sotterranei. Avevo richiesto in conferenza capigruppo di dicembre 2007 di verificare la situazione dei parcheggi, ma fino ad ora tutto tace. Abbiamo richiesto un intervento per aggiornare il Consiglio e i cittadini sui tempi dei lavori.

Partito Democratico

Consiglio di Zona 4

  

Al Presidente del Consiglio di Zona 4

Al Presidente della Commissione Territorio/Viabilità/Ambiente/Arredo urbano

 

INTERROGAZIONE

 

OGGETTO: aggiornamento situazione parcheggi sotterranei in zona 4

  

PREMESSO CHE:

           Da una decina d’anni, il Comune di Milano ha programmato in zona 4 circa 20 parcheggi sotterranei, alcuni dei quali realizzati o in via di realizzazione (per un totale di oltre 4.000 posti auto).
          Il 5 dicembre 2006 il Consiglio di zona 4 ha approvato ( con 3 astenuti) una mozione urgente sul riesame d’alcuni procedimenti in itinere relativi ad infrastrutture di parcheggio in zona 4, specificatamente riferiti a Piazzale Libia, Via Venosa, Monte Velino, Via Frapolli, Via Cipro, piazza Grandi.
          Il 22 marzo 2007 il Consiglio di Zona 4 ha approvato, all’unanimità, una mozione urgente riferita all’informativa del 9 marzo dell’Assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente sulle conclusioni della Commissione Tecnica di Riesame.

 
CONSIDERATO CHE: 
           Le informazioni ufficiali risultano parziali, frammentarie e datate
          E’ forte l’esigenza di valutare i risultati ottenuti con i parcheggi finora realizzati rispetto agli obiettivi del piano stesso
          Cresce la necessità di avere un quadro aggiornato della situazione in zona 4 sia per conoscere le decisioni della Giunta Comunale, sia per aggiornare l’analisi dei fabbisogni di parcheggio per residenti e su questa incardinare un nuovo piano. 


CHIEDIAMO CHE

 

          venga convocata con urgenza una seduta della commissione Territorio /Viabilità/  Ambiente/ Arredo urbano con l’Assessore competente per conoscere la situazione aggiornata del Piano Parcheggi in zona 4, con particolare riferimento alle situazioni indicate nella mozione approvata il 5 dicembre 2006, e per un confronto sui risultati ottenuti e sulle linee guida del prossimo piano parcheggi.

 

ALDO DELL’ORO                                                               Milano, 6 marzo 2008

Consigliere PD

                                                                                        

STRUTTURE SANITARIE A ROGOREDO

Con il collega Di Pasquale abbiamo richiesto l'intervento del dirigente del Distretto sanitario 4 per avere informazioni sulle strutture sanitarie del quartiere Rogoredo che sarà interessato da un grande afflusso di cittadini.

Partito Democratico

Consiglio di Zona 4

  Al Presidente del Consiglio di Zona 4
  Al Presidente della Commissione Politiche Sociali-Famiglia e salute   
 
INTERROGAZIONE 

OGGETTO:Interrogazione per situazione consultorio pediatrico e servizi sanitari di Rogoredo
  

PREMESSO CHE
 
-l’afflusso di nuovi abitanti nel quartiere di Rogoredo, previsto per la fine dell’anno 2008, comporta l’arrivo di una nuova popolazione in età da 0 a 14 anni
-la struttura e gli orari dell’attuale Consultorio Pediatrico sembrano essere insufficienti rispetto ai bambini in arrivo
-i piani vaccinali antinfluenzali vengono effettuati presso la sede S.P.I.-C.G.I.L.  Rogoredo in via Rogoredo 41 come sistemazione temporanea 
 
CHIEDIAMO CHE
 
    venga convocato il Dirigente del Distretto 4 per conoscere la situazione delle strutture sanitarie a Rogoredo e la loro recettività.                                                                        

                                                  Per il Partito Democratico                                                                                    
                       
Dr. Paolo Cova 
                             Giacinto Di Pasquale

QUARTIERE PONTI

Martedi 27 febbraio 2008 la Commissione di zona 4 Casa, Edilizia pubblica e privata era convocata per affrontare il tema del quartiere Ponti e con la partecipazione della Società Romeo Gestioni.

Gli interventi degli inquilini e dei Comitati inquilini, hanno sottolineato più volte i problemi in questi caseggiati; dalla manutenzione ordinaria dei pavimenti dei cortili degli stabili alla pulizia delle grondaie. Problemi con le canne di caduta dei rifiuti e la gestione del verde, il Call center che ha problemi di comunicazione con gli abitanti e poi crepe nei palazzi.
La qualità della vita passa anche attraverso una gestione dei semplici problemi in queste case.
Affidare a gare con ribasso la gestione di questi immobili comporta che chi si assume l’onere non riesca a garantire il servizio, ma l’Amministrazione Comunale che non vigila attentamente non si assume il proprio ruolo politico di tutelare i propri cittadini e il proprio patrimonio.

 
All’inizio della Commissione erano presenti anche degli inquilini di via Carlo Feltrinelli 16,case ERP con la presenza di amianto e in attesa di bonifica da anni.I soldi per la bonifica vengono inseriti a bilancio dal 2002, ma poi il Comune di Milano non si attiva perché si passi all’operatività.
Sono rimasto colpito dall’intervento di alcuni inquilini che hanno perso delle persone care per forme tumorali riconducibili all’amianto.
Il mio intervento ha richiesto un impegno diretto da parte degli Assessori competenti in Consiglio di Zona per indicare i tempi di questa bonifica.
Basta agli impegni presi dal Consiglio di Zona e poi ampiamenti disattesi dagli Assessori.
PAOLO COVA
 capogruppo PD zona 4

Rivalutazione per l’anno 2008 della misura degli assegni e dei requisiti economici per famiglie numerose

L'attenzione del governo Prodi alle famiglie passa attraverso iniziative concrete

l' assegno famiglie con tre minori e maternità si adegua all'indice Istat

Una buona notizia: é stata decisa dal Ministero la rivalutazione per l'anno 2008 degli assegni e dei requisiti economici dell'assegno per il nucleo familiare numeroso e dell' assegno di maternita

ADAMO, FANZAGO – PER LA MATERNE LA MORATTI NON SPENDA I SOLDI DEI MILANESI IN RICORSI

ADAMO, FANZAGO – PER LA MATERNE LA MORATTI
 NON SPENDA I SOLDI
DEI MILANESI IN  RICORSI  INUTILI

Apprendiamo dalle agenzie di stampa delle decisioni assunte oggi dalla
Giunta Moratti in merito alla vicende della circolare sull’iscrizione dei
bambini alle scuole Materne.
Siamo soddisfatti che finalmente si recepisce l’ordinanza e si modifica la
circolare nella parte discriminatoria: si faccia chiarezza su questo punto
e si comunichi immediatamente al Ministero tale determinazione affinché il
Ministro possa interrompere la procedura di revoca della parità.

Invece non riteniamo opportuna la decisione di fare ricorso all’ordinanza
per due motivi:
1) Per un puntiglio si rischia di far apparire Milano, attraverso
un’immagine distorta, come città poco accogliente
2) Perché si sprecano i soldi dei milanesi per un ricorso, solo per dare
una soddisfazione alle forze più retrive di questa maggioranza che hanno
condizionato negativamente  l’operato dell’assessore Moioli.

Si lavori infine per ripristinare serenità e si diano indicazioni chiare a
chi deve operare, alle famiglie e alle scuole, affinché i bambini possano
essere iscritti ed accolti senza  ulteriori intoppi.

Marilena Adamo, capogruppo PD
Andrea Fanzago, consigliere PD

CONSIGLIO DI ZONA 4 del 7-2-2008

Nel Consiglio di Zona 4 del 7 febbraio 2008 sono state fornite queste comunicazioni.

EMERGENZA SCOLASTICA A ROGOREDO
L'Assessore Moioli, dopo le richieste fatte al tavolo tecnico a maggio e ottobre, si è impegnata nuovamente a preparare gli studi di fattibilità per l'ampliamento della scuola elementare e materna di Rogoredo.
Mi auguro che oltre all'impegno ci sia la volontà di cercare di trovare una soluzione al gravoso problema dei bambini in età 0-14 anni di rogoredo.
Dopo un anno siamo ancora fermi e gli insediamenti abitativi dovrebbero avvenire intorno a settembre.

FERROVIA MILANO-MORTARA
La nostra zona è interessata per il tratto dallo Scalo di Porta Romana e poi fino a Rogoredo.
Le ferrovie hanno garantito che non passeranno treni merci su questa tratta, ma circa 135 treni passeggeri al giorno.
Per questo motivo sono stati pensati solo dei pannelli fono assorbenti per ridurre l'impatto di questa opera.