On. Cova: “Sul doping il sistema di segnalazione non funziona solo per la Fidal? Qualcuno non ha fatto rispettare le regole”

All’indomani della notizia della ​richiesta di ​squalifica di 26 atleti azzurri, l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, da tempo attento al fenomeno, torna sulla vicenda e continua a porre delle domande: “Se il sistema di segnalazione dei ‘whereabout’ non funzionava per gli atleti della Fidal, come mai funzionava benissimo per gli altri sport? È una domanda che mi sorge spontanea in queste ore perché i vertici dello sport e alcuni atleti si stanno giustificando dicendo che il sistema era un colabrodo. Quindi, negli altri sport gli atleti erano tutti bravissimi e non sbagliavano mai? E le registrazioni avvenivano sempre correttamente?”.

 

Inoltre, continua Cova, “se il sistema non funzionava, perché non ci sono state segnalazioni di mancate consegne della reperibilità anche per le altre Federazioni? Perché il Coni-Nado non ha notificato queste mancate reperibilità anche per gli altri sport? Perciò, 65 atleti solo della Fidal?

Mi aspettavo altri interventi della Procura Antidoping anche per gli altri sport e invece non è successo niente. Questo certifica che gli altri atleti compilavano benissimo i ‘whereabout’ e non era un ‘sistema colabrodo’, anzi”.

 

Il parlamentare Pd ribadisce un concetto che ormai gli pare imprescindibile e che questo avvenimento ha sottolineato ancora di più: “Appare chiaro a tutti che chi doveva controllare non l’ha fatto e non ha fatto rispettare le regole. Il conflitto controllore/controllato presente in Coni-Nado e nelle Federazioni è la causa di quanto avvenuto. Solo una agenzia terza antidoping può sanare il problema”, ripete per l’ennesima volta Cova.

 

Roma, 3 dicembre 201 5