VALLACCHI E COVA (PD): “REGIONE IMMOBILE, SPETTA ALL’ASSESSORATO ALLA SANITÀ OCCUPARSENE. PROIBIRE IL FIENO: UN DANNO”

Partecipato e atteso l’incontro che si è tenuto l’altra sera, a Montebello della Battaglia, sul tema della peste suina africana e organizzato dal Pd. Sono intervenuti Simone Marchesi, segretario provinciale, e Giulio Torlaschi, segretario di Circolo di Casteggio, Milena D’Imperio, già vicepresidente provinciale di Pavia, e Paolo Gramigna, già assessore provinciale, e, come relatori, Roberta Vallacchi, consigliera regionale dem, l’on. Antonella Forattini, l’ex deputato Paolo Cova. “È stata l’occasione per fare il punto, parlando a cittadini, allevatori e a tutti coloro che sono in qualche modo coinvolti da questa epidemia”, spiega Vallacchi, che sta seguendo da vicino la questione.

“Ho fatto presente che già quando c’è stato il primo caso, a gennaio 2022, proprio vicino alla provincia di Pavia, si sarebbero dovute mettere in atto subito misure di prevenzione e protezione, quindi le recinzioni, un’azione di contenimento dei cinghiali, fatta bene con tutte le norme di biosicurezza per non veicolare il virus. Perché purtroppo permane per mesi nell’ambiente e si può portare in giro facilmente, è di alta diffusione e infettivo”, ha detto la dem.

“Regione Lombardia però non ha fatto nulla finché non c’è stato il primo caso nel pavese, quindi in estremo ritardo, e ha continuato a posticipare gli interventi perché siamo ancora allo stesso punto di mesi fa: gli allevatori non hanno ancora visto un euro di indennizzo, non sono stati fatti ancora i bandi per i finanziamenti per le recinzioni da dare a tutti, non è stata fatta una gestione dei liquami, non è stato progettato un contenimento dei cinghiali in sicurezza, la questione macelli rimane ancora aperta perché hanno trovato solo una parziale soluzione. Quindi i problemi sono ancora tutti lì e Regione continua a rimandare, con le persone che non sanno nemmeno dove inizia e dove finisce la zona rossa, perciò camminano senza sapere e applicare le norme di biosicurezza”, ha aggiunto Vallacchi.

Tra gli ospiti della serata Paolo Cova, ex parlamentare del Pd e oggi vicesegretario nazionale del Sivelp, il Sindacato veterinari liberi professionisti: “Innanzitutto non è chiaro, dopo mesi, che la questione non è tanto in capo all’assessorato all’Agricoltura, ma, trattandosi di un problema sanitario, seppure di ordine veterinario, è l’assessore Bertolaso con la sua Direzione generale che deve occuparsene – ha fatto presente il professionista –. Invece, siamo nella situazione in cui addirittura il numero dei veterinari pubblici dipendenti, che era stato pesantemente ridotto negli anni scorsi, anche in un’emergenza come questa non ha subito nessun aumento. Di conseguenza, diventa difficile un’implementazione dei controlli e delle verifiche con questi numeri ridotti. E il veterinario regionale non sta dando le giuste indicazioni”.

L’unico intervento realmente fatto dalla Regione “e che avevo sollecitato pubblicamente, è stato quello di vietare l’obbligo dell’uso della paglia come lettiera per i suini, perché può contribuire alla diffusione del virus all’interno delle aziende, considerato che, provenendo dalle campagne, può essere stata contaminata dal contatto con cinghiali, volpi o altri animali infetti. E questo è stato deciso con una recente ordinanza. Peccato che ci hanno aggiunto anche il fieno che con i suini non c’entra nulla, ma, nelle aziende duplici, cioè quelle che allevano sia suini che bovini, diventa un problema: gli allevatori cosa daranno da mangiare alle mucche se non possono più distribuire il fieno?”, si è chiesto retoricamente l’ex deputato.

Piuttosto, “andrebbe proibita la possibilità del pascolo dei suini, poiché possono essere loro stessi direttamente ricettacolo dell’infezione dei cinghiali o di altri animali selvatici. Ma per fare questi interventi bisogna intendersene e sapere che suggerimenti dare all’assessorato che si occupa di sanità, come già fatto in altre regioni. Un anno fa ho organizzato il primo incontro su questo tema, perché già si sapeva, già si correva il rischio. Ma nessuno ha fatto niente se non limitarsi a sperare che un contenimento stringente risolvesse il problema”, ha concluso Cova.

Milano, 21 novembre 2023

Laura Sebastianutti

Ufficio Stampa

Cell. 349 5575775

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