Uranio impoverito, la Cassazione va nella direzione della Commissione: anche i militari nell’Inail come gli altri lavoratori

L’ennesimo caso in cui è stato riconosciuto lo status di ‘vittima del dovere’ a un giovane che aveva dedicato la sua vita alle Forze armate e a salvare quelle degli altri. “È quanto mai importante la strada intrapresa dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che nella sua proposta di legge individua nell’Inail l’ente terzo che può garantire i lavoratori delle Forze armate”, dice l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, componente della Commissione che si occupa di indagare sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale militare italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e dalla dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dall’esplosioni di materiale bellico ed eventuali interazioni.

 

Il caso cui si riferisce l’on. Cova è quello di Marco Riccardi, artificiere degli Alpini, originario di San Martino all’Argine (Mn), morto a 27 anni, nel 1999, per una rara forma di tumore, dopo aver effettuato due missioni all’estero, in Somalia e soprattutto in Bosnia, a disinnescare ordigni.

 

“Ora la Cassazione ha detto una parola definitiva sul fatto che anche questo genere di lavoratori possano essere vittime del dovere perché esposti a rischi per la salute – prosegue Cova –. Decisione che fa il paio con le conclusioni cui siamo arrivati in Commissione. Abbiamo predisposto, infatti, una proposta di legge per  sanare problemi aperti da ormai 20 anni e che procede al riordino dell’intera materia della tutela previdenziale del personale delle Forze armate, riconducendola nell’ambito dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, garantita alla generalità degli altri lavoratori. La nostra proposta individua nell’Inail il soggetto istituzionale effettivamente idoneo a questo fine. E conformemente a quanto previsto per tutti i dipendenti di ruolo dello Stato, suggeriamo che l’assicurazione del personale delle Forze armate venga attuata dall’Istituto con il sistema della gestione per conto dello Stato”.

 

In questo modo, per il parlamentare Pd, “si andranno a sanare tutte le situazioni, sfociate spesso in ricorsi, di coloro che hanno svolto negli anni missioni all’estero e si sono ritrovati con problemi di salute gravi o purtroppo mortali. Una sorta di giustizia risarcitoria per chi sta ancora pagando o per le famiglie di questi nostri cittadini”.

 

Roma, 23 novembre 2016