NEWS DAL PARLAMENTO 15 SETTEMBRE

Finanziamento ai partiti senza relatori

La legge sul finanziamento pubblico ai partiti si è inceppata sulla nomina dei relatori. Per chi è fuori dalla politica, può sembrare una questione di lana caprina, ma anche questi passaggi risultano alla fine fondamentali per poter approvare una norma tanto attesa.

In sostanza, giovedì scorso l’Aula della Camera ha rinviato in Commissione Affari costituzionali la discussione del testo di legge, dopo che il gruppo ristretto dei 9 ha constatato che non c'era un testo unico delle diverse proposte di legge.

E questo è avvenuto perché la Commissione stessa non aveva nominato un relatore di maggioranza e uno di minoranza. Infatti, al termine di luglio, quando è iniziata la discussione, si è verificato l’ennesimo ostruzionismo degli M5S sul decreto di istituzione del Comitato per le riforme costituzionali, che ha travolto anche questo provvedimento.

Così, appunto, in Affari costituzionali non hanno nominato i relatori – in particolare quello di maggioranza è importante perché prepara un testo condiviso tra le diverse proposte – che dovevano istruire il testo. Dunque, l’altro giorno diventava difficile una discussione su più proposte e senza un testo unico. Infatti esistono differenze in almeno due punti: La necessità di un tetto massimo di finanziamento liberale( si ipotizza in 100.000€) con il PDL contrario e l’abolizione anche del versamento del 2×1000 con il PD unico a favore.

A questo punto, stemperato il clima acceso e l'ostruzionismo, mi auguro che la Commissione possa arrivare a nominare i relatori necessari e presentare finalmente il testo da sottoporre all’Aula.

Ilva, tuteliamo i nostri lavoratori

La reazione dei titolari del Gruppo Riva, quello dell’Ilva, sta colpendo pesantemente anche la Lombardia. Nella nostra regione verranno, infatti, chiusi cinque stabilimenti, tre a Brescia, uno in provincia di Varese e uno nel lecchese. In tutto 720 lavoratori lombardi.

Come deputati del Pd abbiamo detto a gran voce che queste chiusure vanno scongiurate con ogni mezzo, perché infliggerebbero un colpo durissimo alla già complicata situazione occupazionale della nostra regione. Per questo, anche con un'interpellanza parlamentare chiediamo che il Governo si attivi per riunire attorno a un tavolo di trattativa tutte le parti.

Ai nostri lavoratori e alle loro famiglie dobbiamo dare garanzie e tutele. Ma dobbiamo anche vigilare perché l'azienda non strumentalizzi le azioni della magistratura.

Non abbandoniamo i siriani

Questa settimana la Camera ha votato a maggioranza la mozione sulla situazione in Siria, auspicando una “soluzione politica” del conflitto da raggiungere “in ambito Onu”. La situazione siriana sta preoccupando tutta la comunità internazionale, ma anche i singoli cittadini. Con questa mozione è positivo che si chieda a gran voce di neutralizzare ogni arma chimica, che rende ancora più grave il conflitto, e che si affermi non debba più essere utilizzata.

In questo modo, sono convinto, si dia avvio a un cammino che deve essere di tutta la comunità internazionale, perché solo all'interno di un mandato ampio si riesce ad acquisire forza. Un percorso che coinvolga anche Russia e Iran, perché svolgono un ruolo importante in quella regione.

Nello stesso tempo, dobbiamo assolutamente andare in aiuto della popolazione siriana, attraverso interventi che abbiano una particolare attenzione verso i profughi e assicurino protezione alle minoranze presenti nel Paese.

Latte più giusto

Con una risoluzione che ho presentato in Commissione Agricoltura della Camera e che verrà discussa martedì prossimo, torno ancora una volta a parlare del prezzo del latte. Come ho già spiegato, è una questione che riguarda tutti: pagare il giusto, significa che a guadagnarci non sono solo i produttori, ma anche i consumatori finali. Nel documento chiedo che la Ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo convochi subito il Tavolo sul prezzo del latte per andare verso l’indicizzazione.

Nel dettaglio, la risoluzione impegna il Governo “ad attivarsi in tempi rapidi per convocare un tavolo tra industriali e allevatori per giungere alla definizione di un prezzo del latte bovino equo, in linea con quanto disposto dal quadro giuridico nazionale ed europeo”, ma anche a “garantire un prezzo del latte bovino indicizzato, combinando vari fattori che possono comprendere indicatori di mercato che riflettono cambiamenti nelle condizioni di mercato, il volume consegnato e la qualità o la composizione del latte crudo consegnato, i costi delle materie prime e il costo finale di vendita del latte”.

Ancora una volta voglio ricordare che l’Italia importa il 60% dei prodotti lattiero caseari dall’estero. E che attualmente gli industriali possono vendere il latte, acquistato a 0,38-0,41 euro al litro, a un prezzo di 0,50, con un guadagno di 0,10 euro/litro senza assumersi nessun onere. Invece, agli allevatori resta il rischio di impresa che significa, senza mezzi termini, anche la chiusura della propria attività.

I veterinari secondo la Lega

L’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, un leghista, se ne esce sempre con curiose novità, spesso non sapendo di cosa parla. Questa volta ha sentenziato che i veterinari pubblici dovrebbero passare sotto la responsabilità del dicastero dell’agricoltura, appunto, invece che di quello della sanità. Da professionista del settore, posso dire che è troppo semplicistico pensare di risolvere i problemi in questo modo. Perché non basta interessarsi di animali da reddito per essere destinati all’agricoltura. Il ruolo dei veterinari pubblici è sanitario e di controllo della salubrità degli alimenti.

Sicuramente all'assessore sfugge che negli allevamenti operano anche tanti veterinari liberi professionisti che quotidianamente assistono gli allevatori con il lavoro continuo di veterinari aziendali. Semmai è necessario ripensare al numero dei veterinari pubblici che attualmente è sovrastimato rispetto al numero dei capi animali enormemente diminuito in questi anni. Inoltre alcune competenze di istituto risultano superate e andrebbero riviste o addirittura tolte. Ma questo è un altro discorso.


Paolo Cova

 

INTERROGAZIONE QUOTE LATTE

Ho presentato una interrogazione al Ministro delle Politiche agricole e  forestali sui pagamenti delle quote latte.
Alcuni allevatori hanno avuto una sentenza del Giudice Unico favorevole e nonostante questo hanno avuto la richiesta, da parte di Agea, di prelievo della fidejussione.
Se la vuoi leggere clicca qui.

On. Cova: “Ok alla mozione: no alle armi chimiche e subito attenzione ai profughi”

La Camera ha votato a maggioranza la mozione sulla situazione in Siria, auspicando una “soluzione politica” del conflitto da raggiungere “in ambito Onu”. Tra i voti favorevoli quello di Paolo Cova, parlamentare del Pd, milanese, che commenta: “La situazione siriana sta preoccupando tutta la comunità internazionale, ma anche i singoli cittadini. Con questa mozione è positivo che si chieda a gran voce di neutralizzare ogni arma chimica, che rende ancora più grave il conflitto, e che si affermi non debba più essere utilizzata”.

Secondo Cova si dà avvio a un “cammino che deve essere di tutta la comunità internazionale, perché solo all'interno di un mandato ampio si riesce ad acquisire forza. Un percorso che deve coinvolgere anche Russia e Iran, perché svolgono un ruolo importante in quella regione”.

E a proposito della necessità di venire in aiuto alla popolazione siriana, il parlamentare Pd auspica che “gli interventi abbiano una particolare attenzione verso i profughi e assicurino protezione alle minoranze presenti nel Paese".

Roma, 11 settembre 2013

 

On. Cova: “Ministro De Girolamo convochi subito il Tavolo sul prezzo del latte. Una risoluzione impegna il Governo a ind

“La Ministro De Girolamo convochi subito il Tavolo sul prezzo del latte: dobbiamo andare verso l’indicizzazione. Gli industriali guadagnano troppo rispetto al lavoro e al rischio di impresa dei produttori”. E’ netta la presa di posizione di Paolo Cova, parlamentare del Pd e componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera: per questo, nei prossimi giorni, la risoluzione che contiene questo impegno e di cui è primo firmatario verrà discussa proprio in Commissione.

Nel documento Cova non solo chiede al Governo di impegnarsi “ad attivarsi in tempi rapidi per convocare un tavolo tra industriali e allevatori per giungere alla definizione di un prezzo del latte bovino equo, in linea con quanto disposto dal quadro giuridico nazionale ed europeo”, ma anche di “garantire un prezzo del latte bovino indicizzato, combinando vari fattori che possono comprendere indicatori di mercato che riflettono cambiamenti nelle condizioni di mercato, il volume consegnato e la qualità o la composizione del latte crudo consegnato, i costi delle materie prime e il costo finale di vendita del latte”.

“Non possiamo dilazionare oltre i tempi per dare un equo compenso al comparto – aggiunge Cova –. Come ricordo nella risoluzione, il settore ha perso circa 500.000 bovine da latte negli ultimi 10 anni, con una riduzione drastica degli allevamenti, mentre l’Italia importa ancora il 60% dei prodotti lattiero caseari dall’estero”.

Cova sciorina i numeri, per dimostrare la discrepanza tra chi alleva e chi trasforma: “Attualmente gli industriali possono vendere il latte, acquistato a 0,38-0,41 euro al litro, a un prezzo di 0,50, con un guadagno di 0,10 euro/litro senza assumersi nessun onere dei rischi. Invece, agli allevatori resta il rischio di impresa che significa, senza mezzi termini, anche la chiusura della propria attività”.

Roma, 9 settembre 2013

Sui veterinari Fava ha torto: non basta interessarsi di animali da reddito per essere destinati all’Agricoltura

 “Troppo semplicistico pensare di risolvere i problemi spostando i veterinari pubblici dalla Sanità all'Agricoltura”, è la risposta, alle dichiarazioni dell’assessore Fava sui veterinari, di Paolo Cova, parlamentare del Pd, milanese e soprattutto veterinario di professione, specializzato nel trattamento dei bovini da latte e da carne e quindi a contatto quotidiano con il mondo agricolo.

“Non basta interessarsi di animali da reddito per essere destinati all'Agricoltura – spiega ancora Cova –. Il ruolo dei veterinari pubblici è sanitario e di controllo della sanità e salubrità degli alimenti. Forse sfugge all'assessore Fava che negli allevamenti operano anche tanti veterinari liberi professionisti che quotidianamente assistono gli allevatori con il lavoro continuo di veterinari aziendali”.

 Semmai, aggiunge il parlamentare che fa parte della XIII Commissione Agricoltura della Camera, “è necessario ripensare al numero dei veterinari pubblici che attualmente è sovrastimato rispetto al numero dei capi animali enormemente diminuito in questi anni. Inoltre alcune competenze di istituto dei veterinari pubblici risultano superate e andrebbero riviste o addirittura tolte. Ma questo è un altro discorso”.

Roma, 9 settembre 2013

NEWS DAL PARLAMENTO 8 SETTEMBRE

Costituzione, dubbi sciolti

Alla Camera è iniziata la discussione sulla formazione della Commissione per le riforme costituzionali. In Senato l’istituzione del Comitato è già stata votata e prevede che sia composto da venti senatori e venti deputati, nominati dai Presidenti delle Camere, in accordo tra loro, tra i membri delle Commissioni Affari costituzionali del Senato e della Camera. Oltre ai componenti nominati, fanno parte di diritto, i Presidenti delle predette Commissioni cui è affidata congiuntamente la Presidenza del Comitato.

Per quanto mi riguarda, ricorderete che qualche mese fa avevo anch’io sottoscritto un documento con le criticità di questo percorso assieme ad altri 44 parlamentari del Pd. Le preoccupazioni riguardavano un ampio cambio della Costituzione e un passaggio dalla democrazia parlamentare ad un presidenzialismo o un semi-presidenzialismo.

Ebbene, con soddisfazione posso dire che le modifiche per una reale riduzione del numero dei componenti delle Camere, l’abolizione del Senato per superare il bicameralismo perfetto,sono già state accettate ed è stata anche prevista una norma di salvaguardia dell’art. 138 della Costituzione, quello che parla dei referendum: la validità dell'articolo viene confermata dalla possibilità di svolgere il referendum popolare anche con la maggioranza assoluta del Parlamento. Questo consente di poter vigilare su questo percorso anche con un Parlamento eletto non più in modo proporzionale ma maggioritario.

Grilli sul tetto

Cosa diverse è il modus operandi dei grillini. Adesso si sono inventati di occupare il Parlamento, salendo sul tetto del palazzo. Sono 12 deputati del M5S che venerdì si sono piazzati in cima a Montecitorio per manifestare contro il disegno di legge sulle riforme costituzionali. Con pochi viveri, qualche coperta e uno striscione su cui campeggia la scritta “La Costituzione è di tutti”, pensano di fare il loro dovere.

Francamente stanno un po’ stancando: non solo è grave che questi parlamentari, eletti a rappresentare gli italiani occupino il Parlamento, ma non penso proprio che sia questo il modo per cambiare le regole. Dimostrino che si danno da fare realmente, in Aula, studiando e lavorando. E le proteste eclatanti le lascino fare a chi – come tanti lavoratori disperati – ne ha veramente bisogno e ragione.

Aziende in crisi: presidio alla Form

L’ennesima fabbrica che chiude e centinaia di lavoratori a casa. Si tratta della Form di Cormano che produce e commercializza getti in alluminio per il settore automobilistico europeo. Lunedì 9 settembre, a partire dalle h. 9.30, il Partito Democratico organizza un presidio davanti ai cancelli dell’azienda, già in amministrazione straordinaria, a sostegno dei 266 lavoratori che potrebbero perdere il lavoro in seguito alla crisi aziendale.

Il gruppo Form è in fase di liquidazione ed è gestito da un commissario. La situazione potrebbe avere risvolti drammatici per il piano occupazionale dell'intero territorio. L'azienda è attualmente sottoposta ad un piano di vendita attraverso un bando pubblico, che scadrà il 16 settembre. Dall'esito del bando dipenderanno le sorti del futuro dell'azienda e dei lavoratori.

E' importante e necessario che soprattutto ora tutte le forze politiche, sindacali e sociali si stringano attorno ai lavoratori che cercano di mantenere il loro posto. Ecco perché è prioritario esserci.

Crisi Form, Pd Cormano indice presidio a sostegno dei lavoratori

Lunedì 9 settembre a partire dalle ore 9.30 il Partito Democratico organizza un presidio davanti ai cancelli della Form di Cormano, a sostegno dei 266 lavoratori che potrebbero perdere il lavoro a seguito della crisi aziendale. Il gruppo Form, attivo nel campo della pressofusione, è in fase di liquidazione, gestito da un commissario. La situazione potrebbe avere risvolti drammatici per il piano occupazionale dell'intero territorio.
L'azienda è attualmente sottoposta ad un piano di vendita attraverso un bando pubblico, che scadrà il 16 settembre settembre. Dall'esito del bando dipenderanno le sorti del futuro dell'azienda e dei lavoratori.


"E' importante e necessario che soprattutto ora tutte le forze politiche, sindacali  e sociali si stringano attorno ai lavoratori che cercano di mantenere il loro posto", afferma il segretario del Pd di Cormano, Gianluca Bracchi, che aggiunge: "Il presidio di lunedì prossimo dovrà essere molto partecipato perché Cormano non può perdere uno stabilimento come quello della Form. sarebbe un vero dramma sul piano occupazionale e dello sviluppo del territorio. A maggior ragione se si pensa che gli ordinativi non mancano. La partita è apertissima e ci sono buone speranze che la produzione resti a Cormano, senza sacrificare posti di lavoro".


Nelle scorse settimane sulla vicenda è intervenuto anche il Consiglio Comunale di Cormano che, in un ordine del giorno votato all'unanimità durante una seduta aperta a tutti in lavoratori e ai cittadini, ha richiamato alla difesa dei posti di lavoro e dello stabilimento. Anche il sindaco di Cormano Roberto Cornelli ha chiesto l'apertura di un tavolo permanente istituzionale per affrontare la crisi della Form.


Al presidio di lunedì saranno presenti anche  i parlamentari del Pd, Paolo Cova e Francesco Laforgia, da tempo impegnati nella difesa dell'occupazione nel territorio. "Si tratta di un momento determinante per il futuro della nostra zona – continua Bracchi -. Il Pd locale, che sostiene l'Amministrazione in carica, si impegna a promuovere politiche che vanno verso la valorizzazione dei comparti produttivi e la creazione di nuova impresa. Non a caso nel Piano di Governo del Territorio di Cormano, di recente approvazione, il voto del Pd è stato compatto nel mantenere le aree attualmente produttive, compresa quella della Form, impedendone l'impiego ad altre destinazioni.
E' una ferma determinazione che il centrosinistra cormanese, in accordo con sindaco e giunta, ha stabilito di sostenere".

On. Cova: “Lavoro: sbagliato orientare i giovani su veterinaria. Prima serve un rilancio della professione”

L’esubero di iscrizioni alle facoltà di Medicina veterinaria, le difficoltà conseguenti a trovare un impiego degnamente retribuito, gli errori dell’orientamento: Paolo Cova, parlamentare del Pd e veterinario di professione, componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, commenta i dati resi noti oggi dai mass media sull’accesso ai corsi a numero programmato, attraverso i test d’ingresso.

“Per quanto riguarda veterinaria, i numeri parlano chiaro: i professionisti sono già molti e, per converso, gli sbocchi professionali sono sempre più ridotti. Questo perché c'è stata una forte riduzione degli animali da reddito (in 10 anni circa il 25% in meno di bovini e suini) e la saturazione degli ambulatori dei piccoli animali – spiega Cova –. L’errore, però, è all’origine, ossia nella funzione che riveste l’orientamento che sbaglia a indirizzare su veterinaria. La presenza di 14 facoltà di Veterinaria in Italia, contro le 20 nel resto dell'Europa, invita a far lievitare le iscrizioni per non lasciare questi corsi senza studenti”.  

La conseguenza? “Giovani laureati senza lavoro – fa sapere il parlamentare –. Invece, dare maggiore informazione sulla situazione reddituale dei veterinari potrebbe aiutare chi si iscrive. Sapere che il reddito dei neolaureati, tra i 25 e i 29 anni, è di 6.847 euro annuali è un dato che cerca di essere congruo con gli studi di settore, più che rappresentare un reddito reale”.

Ma per l’on. Cova il ‘mea culpa’ va recitato anche da parte della categoria: “Le problematiche che impediscono nuovi accessi sono strettamente legate alla necessità di un rilancio della professione veterinaria che si è fatto urgente e che passa attraverso il miglioramento della professionalità”.

La proposta di Cova coinvolge anche il livello politico-amministrativo: “In una stagione di spending review, diminuire drasticamente il numero delle facoltà di Veterinaria andrebbe incontro alle esigenze del mercato del lavoro e migliorerebbe anche gli investimenti sulla ricerca veterinaria”.

Roma, 3 settembre 2013

Scuola, Deputati PD: “Gravissimo iniziare l’anno scolastico senza dirigenti”


Inizia oggi, di fatto, l'anno scolastico, un momento fondamentale per tante
famiglie e tanti lavoratori. Nel fare a tutti loro i migliori auguri, esprimiamo grande preoccupazione nel vedere che l'anno scolastico in Lombardia incomincia senza aver risolto la questione dei dirigenti scolastici.

Sappiamo che la ministra Carrozza è impegnata su questo fronte e a lei va tutta la nostra fiducia ma nello stesso tempo esprimiamo preoccupazione: il tema verrà affrontato solo nel prossimo Consiglio dei Ministri del 9 settembre. Riteniamo fin da ora necessaria e non più rimandabile una soluzione. 

Le enormi difficoltà che le scuole lombarde, e con esse famiglie, studenti e tutto il personale, si troveranno ad affrontare da oggi e nei prossimi giorni rendono indispensabile la presenza di un dirigente a tempo pieno, unico modo per garantire un vero ed efficace funzionamento dell'istituzione più importante del Paese, la scuola.

Deputati PD – Delegazione lombarda

Milano, 2 settembre 2013