Pensieri Democratici

Povertà: non bastano i soldi

In occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà, la Caritas ha presentato il suo 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”. L’indagine mostra come la povertà, in questi ultimi anni, non solo non sia diminuita, ma come ci sia stato un aumento e una stabilizzazione delle persone che si rivolgono ai centri di aiuti Caritas.

Questo ci deve far riflettere: le misure contro la povertà messe in atto in questi anni non hanno ottenuto il risultato per le quali erano state proposte e il traguardo della diminuzione delle situazioni di povertà sembra ancora essere molto lontano. Tra i diversi provvedimenti penso al reddito di cittadinanza. Qualcuno può affermare che non è stato del tutto sbagliato attuarlo e che, anche se non ha raggiunto i risultati sperati, senza di esso la situazione sarebbe stata peggiore rispetto a quanto non sia ora. Io credo, invece, che gli stessi soldi usati in modo diverso e più appropriato avrebbero permesso di conseguire maggiori risultati. La logica che ha sotteso la scelta, infatti, mirava a dare un contributo a chi non aveva un lavoro senza, però, trovare modalità che permettessero a queste stesse persone di uscire dalla loro condizione di indigenza, provvedendo personalmente alle proprie necessità. Una massima piuttosto famosa dice più o meno così: “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.” Per restare nell’esempio abbiamo distribuito tanti pesci ma a nessuno abbiamo insegnato a pescare! Credo che agire su questo tema richieda una progettualità diversa capace, sì di intervenire sul presente, ma anche proiettata a modificare il futuro: formando le persone, riqualificando le loro competenze lavorative, inserendo in percorsi di studio e professionali i più giovani che magari hanno abbandonato gli studi o hanno una scolarità bassa.

 

Cosa ci dice il rapporto

Dal rapporto emerge che non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, acuite dai disastrosi effetti della pandemia, ancora in corso, e dalle ripercussioni della vicina guerra in Ucraina. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini.

Tra gli “anelli deboli”, vi sono i giovani, colpiti da molte forme di povertà: dalla povertà ereditaria, che si trasmette di padre in figlio, per cui occorrono almeno 5 generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito; alla povertà educativa, tanto che solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore riesce a ottenere un diploma universitario.

Solo nel 2021 quasi 2.800 Centri di ascolto Caritas hanno effettuato oltre 1,5 milioni di interventi, per poco meno di 15 milioni di euro, con un aumento del 7,7% delle persone che hanno chiesto aiuto rispetto all’anno precedente. Anche nel 2022 i dati raccolti fino a oggi confermano questa tendenza.

Non si tratta sempre di nuovi poveri, ma anche di persone che oscillano tra dentro e fuori dallo stato di bisogno. Il 23,6% di quanti si rivolgono ai Centri di ascolto sono lavoratori poveri. Questa condizione tocca il suo massimo tra gli assistiti stranieri: il 29,4% di loro è un lavoratore povero.

 

Liste d’attesa, riparte la campagna

Riparte la campagna del Partito Democratico per denunciare la lunghezza dei tempi di attesa in sanità in Lombardia e, con essa, anche la petizione con cui si chiede alla Giunta regionale di affrontare davvero questo problema che porta i cittadini a ricorrere sempre più a visite ed esami a pagamento, per chi se lo può permettere.

Il costo della sanità che i cittadini lombardi pagano direttamente è stato quantificato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nel suo ultimo monitoraggio sulla spesa sanitaria e ammonta a una cifra che varia negli ultimi anni tra i 7 e gli 8 miliardi di euro, con un picco nel 2019, l’anno prima del Covid di 8,08 miliardi. Una parte consistente di essi, intorno al 30%, è quanto i lombardi pagano privatamente per visite ed esami, e a incidere in modo significativo è l’impossibilità di prenotare una prestazione in tempi congrui.

Inoltre, con una elaborazione dei dati, si può desumere che i lombardi, per visite, esami e prestazioni sanitarie che non riescono a ottenere nel pubblico in tempi ragionevoli, spendano tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro l’anno.

Il Pd lombardo, assieme al Gruppo regionale, ha fatto diverse simulazioni con ricette vere e il risultato è presto detto: una visita allergologica per sospetta allergia alimentare, senza priorità (si prenota sul sito www.prenotasalute.regione.lombardia.it/), non ha alcun riscontro nell’Ats di Monza e Brianza e ha date possibili che vanno dai 117 giorni di attesa in provincia di Bergamo, ai 238 in Città metropolitana di Milano e addirittura a un anno in provincia di Varese.

Qui le proposte del Pd e il modulo per la raccolta firme: https://pdlombardia.it/sos-liste-dattesa/

 

Erp, si interviene in tre sedi

La Giunta comunale di Milano ha approvato i progetti definitivi per la riqualificazione degli immobili Erp di viale Omero 15, via Sant’Erlembaldo 2 e viale Monza 142. La cifra complessiva dei lavori è di 28,6 milioni di euro, messi a disposizione con finanziamenti europei dal Fondo per lo sviluppo e la coesione attraverso un bando del Cipe. Nel dettaglio serviranno 18,5 milioni di euro per gli interventi di riqualificazione dello stabile di via Sant’Erlembaldo 2; 6,6 milioni saranno utilizzati per i lavori previsti ai piani terra e la riprogettazione degli spazi in viale Omero 15; 2 milioni per il Parco Villa Finzi; 1,5 milioni per viale Monza 142.

L’immobile di via Sant’Erlembaldo sarà interessato da interventi di efficientamento energetico, superamento delle barriere architettoniche, frazionamento con ottimizzazione dei 184 appartamenti attualmente presenti con un aumento del numero complessivo di alloggi.

Al progetto è connessa anche la riqualificazione dello stabile di viale Monza 142, in cui 19 alloggi saranno destinati a un progetto sperimentale di social housing, e gli interventi nel Parco Villa Finzi, dove sarà garantito un miglioramento delle strutture interne e il potenziamento del sistema di accessi.

In viale Omero 15 sono previsti lavori di ristrutturazione e adeguamento degli alloggi inutilizzati e degli spazi al piano terra per migliorare e garantire l’accessibilità. Contestualmente saranno eseguiti i lavori per l’efficientamento energetico insieme alla riprogettazione degli spazi all’aperto ad uso semipubblico e di pertinenza del condominio con l’installazione di giochi per bambini.

Tutti i progetti permetteranno di migliorare gli immobili e la vita delle persone che li abitano, oltre ad aumentare il numero di alloggi a disposizione negli stabili.