News dal Parlamento

Rito abbreviato, ma non per tutti

 

Questa settimana, alla Camera, abbiamo approvato la proposta di legge che modifica l’articolo del codice di procedura penale per escludere l’applicabilità del rito abbreviato per alcuni gravi delitti, testo che ora passa al Senato.

Ricordo che il giudizio abbreviato è un procedimento penale speciale nel quale non si procede al dibattimento: su richiesta dell’imputato il procedimento può essere definito nella fase dell’udienza preliminare e, in caso di condanna, la pena è diminuita di un terzo, mentre l’ergastolo è sostituito da 30 anni di reclusione.

Con questa novità, quando il procedimento penale riguarda alcuni specifici gravi delitti, non si potrà più chiedere il rito abbreviato. I reati sono sequestro di persona a scopo di terrorismo o eversione, strage, omicidio in occasione della commissione di delitti di maltrattamenti in famiglia, atti persecutori, sfruttamento sessuale dei minori, violenza sessuale semplice e di gruppo e atti sessuali con minorenne, omicidio commesso contro l’ascendente o il discendente, omicidio premeditato, omicidio per motivi abietti o futili o commesso con sevizie o con crudeltà verso le persone, tratta di persone e acquisto e alienazione di schiavi, sequestro di minore cui consegua la morte dell’ostaggio, sequestro di persona a scopo di estorsione cui consegua la morte dell’ostaggio.

 

 

Immigrazione: parte Eunavfor Med

 

Un’altra importante approvazione, votata nei giorni scorsi, riguarda la partecipazione italiana alla missione dell’Unione europea nel Mediterraneo denominata “Eunavfor Med”. I voti a favore sono stati 272, 100 i contrari, 11 gli astenuti. Contro il provvedimento hanno votato M5s, Lega e Sel.

L’obiettivo di questa operazione è contribuire a smantellare il business delle reti del traffico e della tratta di esseri umani, adottando una serie di misure sistematiche per individuare, fermare ed eliminare imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai passatori o dai trafficanti, in conformità con il diritto internazionale.

Questa missione rappresenta un primo passo per spingere l’Unione europea ad affrontare in maniera attenta, consapevole e responsabile il problema del Mediterraneo che ha nella Libia il punto nevralgico.

Eunavfor Med rappresenta il primo passo per colmare un immenso spazio vuoto nella politica e nella statualità in Libia: solo così si potrà cominciare a contenere e gestire la pressione che viene dal mondo arabo-islamico e dall’Africa e che si riversa sul Mediterraneo attraverso il fenomeno dell’immigrazione, dei rifugiati, di coloro che fuggono dalle guerre, dai conflitti, sia quelli arabo-islamici, sia quelli africani.

L’operazione, guidata dall’Italia, sarà condotta per fasi successive: inizialmente si procederà all’individuazione e al monitoraggio delle reti di migrazione attraverso la raccolta di informazioni e il pattugliamento in alto mare. La seconda e la terza fase, che prevedono la possibilità del fermo, sequestro, dirottamento e distruzione delle imbarcazioni, richiederanno il consenso dello Stato libico o l’autorizzazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

 

Tra gli obiettivi di Eunavfor Med ci sono quelli di affrontare le cause remote (povertà, crisi e conflitti), anche tramite il miglioramento delle situazioni della sicurezza, umanitarie e dei diritti umani e delle condizioni socio-economiche nei Paesi di origine; di svolgere cooperazione con i Paesi di transito per il controllo dei flussi e per un contrasto efficace dei trafficanti; di costruzione di capacità nei Paesi di origine e di transito che consentano alle autorità locali di affrontare la questione in maniera più pregnante.

 

 

 

Basta spose bambine

 

Secondo le stime dell’Unicef nel mondo ci sono oltre 60 milioni di spose bambine a causa della pratica dei matrimoni di minori, precoci, forzati. L’Asia meridionale e l’Africa sub-sahariana sono le regioni in cui questa pratica è più largamente diffusa e sono anche i posti del mondo dove sono presenti altri gravi fenomeni, come la mortalità materna e infantile, la malnutrizione e l’analfabetismo. Purtroppo si registrano casi anche in Medio Oriente e Africa settentrionale, così come in Europa, compresa l’Italia, per effetto dei processi migratori, anche se il fenomeno è di difficile rilevazione, in quanto spesso queste unioni non vengono registrate. Questi matrimoni sono quasi sempre incoraggiati e promossi dalle famiglie come rimedio alla povertà, nella speranza di assicurare alle figlie un futuro migliore. Al contrario, comportano una serie di conseguenze negative che segnano per sempre la vita delle sp ose bambine: sono spesso soggette a violenze fisiche, psicologiche, economiche e sessuali, vittime di abusi e sfruttamento, impedite nelle opportunità educative e di lavoro, vivono esperienze che comportano conseguenze pesanti sulla sfera affettiva, sociale e culturale, considerato anche che al matrimonio precoce seguono quasi sempre gravidanze altrettanto precoci.

 

Questa premessa per dire che, per questo motivo, alla Camera, abbiamo approvato una mozione che impegna il Governo a dare attuazione alla risoluzione “Matrimoni di minori, precoci, forzati”, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2104, e alla risoluzione “Rafforzare gli sforzi per prevenire e eliminare i matrimoni precoci e forzati”, adottata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite il 2 luglio 2015; a contribuire a dare impulso e a sostenere a livello globale una rinnovata campagna per prevenire ed eliminare questa pratica che viola i diritti umani delle bambine, con l’impegno e la determinazione già mostrati per la campagna contro le mutilazioni dei genitali femminili; a sostenere finanziariamente programmi e progetti di cooperazione internazionale volti alla prevenzione e all’abbandono dei matrimoni di minori, precoci e forzati.

 

 

Il nostro impegno sul clima

 

E in tema di mozioni, ne abbiamo approvata una anche sulla questione dei cambiamenti climatici. Con il documento abbiamo impegnato il Governo a sostenere, durante la prossima Conferenza delle Parti di Parigi, il raggiungimento di un accordo globale vincolante di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, in vigore dal 2020, per contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli precedenti alla rivoluzione industriale; a promuovere azioni che favoriscano una crescente riduzione delle emissioni climalteranti nel periodo precedente l’entrata in vigore del nuovo accordo globale, dunque prima del 2020; ad adottare in via definitiva la strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e a definire un piano nazionale di attuazione della strategia nazionale di adattamento. Inoltre sostenere, nell’ambito della cooperazione internazionale, progetti di rinforzo delle economie dei Paesi in via di s viluppo che favoriscano lo sviluppo delle energie e, per quanto di competenza, promuovere l’impegno dei sindaci e degli amministratori locali nel trasformare i territori che amministrano in comunità resilienti, che attenuino e sopportino meglio l’impatto dei cambiamenti climatici, e in comunità intelligenti, smart cities and areas, nelle quali i servizi fondamentali di trasporto, illuminazione impieghino sempre più energia pulita e siano sempre più efficienti nell’uso delle risorse naturali; ad avviare una revisione della strategia energetica nazionale; ad istituire un servizio meteorologico nazionale con il compito di monitorare il cambiamento in atto; a promuovere politiche industriali che con incentivi mirati sostengano le attività economiche efficienti nell’uso delle risorse naturali e dell’energia; ad assumere iniziative per prevedere specifici cicli di approfondimento nelle scuole di ogni ordine e grado per dare agli studenti le informazioni c he meritano sui cambiamenti climatici in atto; ad avviare investimenti per la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico, l’uso di biocarburanti di seconda e terza generazione, in modo da conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione nel settore dei trasporti; a promuovere l’impegno del settore agricolo nel conseguimento degli obiettivi di contenimento entro 2 gradi dell’aumento della temperatura media globale e degli obiettivi di decarbonizzazione, puntando a garantire un’alimentazione sostenibile e di qualità, impegno tanto più rilevante nell’anno in cui Milano ospita l’Expo dedicato al tema “Nutrire il pianeta”.

 

 

 

Ok agli accordi

 

Come facciamo periodicamente, abbiamo dato il via libera a una serie di accordi. Si tratta della ratifica ed esecuzione dell’Accordo di libero scambio tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall’altra; della ratifica ed esecuzione dell’Accordo di associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Moldova, dall’altra; della ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Federazione russa sul riconoscimento reciproco dei titoli di studio rilasciati nella Repubblica italiana e nella Federazione russa; della ratifica ed esecuzione dell’Accordo di associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall’altra.

 

 Paolo Cova