On. Cova: “Il Ministero dell’Ambiente intervenga per tutelare il bosco di Vanzago rispetto all’ampliamento della cava”

On. Cova: “Il Ministero dell’Ambiente intervenga per tutelare il bosco di Vanzago rispetto all’ampliamento della cava”
Il parlamentare Pd presenta un’interrogazione e chiede provvedimenti al Ministro Clini

 

L’ampliamento della cava Bellasio, in prossimità del bosco dell’Oasi di Vanzago, e il no deciso del territorio su cui l’area insiste, approdano sul tavolo del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, grazie a un’interrogazione presentata dall’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, e sottoscritta anche dal collega Vinicio Peluffo.

 

Nel documento Cova chiede di sapere “quali provvedimenti intende adottare il Ministero dell’Ambiente, che è il garante dell’integrità dei siti di Natura 2000 come quello di Vanzago nei confronti dell’Unione Europea, affinché Regione Lombardia predisponga lo ‘studio di incidenza’, quell’elemento in più, cioè, che serve a prevenire eventuali danni alla fonte e a stabilire se un intervento come l’ampliamento della cava sia compatibile con l’habitat dell’oasi e del bosco Wwf – spiega il parlamentare Pd –. Bisogna, perciò, verificare se si tratta di cosiddetti habitat di specie, considerate le varie funzioni biologiche (migrazione, spostamento trofico, corteggiamento, fuga, volo territoriale, sosta, ecc.), e dunque siano sottoposti dal legislatore comunitario a una rigorosa tutela”.

 

Con le sue richieste Cova vuole stringere il cerchio attorno alle responsabilità degli enti locali lombardi, in primis la Regione, affinché l’oasi e le sue fauna e flora siano tutelate fino in fondo e nel nome della legge.

A questo scopo, Cova, nell’interrogazione, racconta al Ministro Clini la vicenda a partire dal 2006, “anno dell’approvazione del Piano cave della Provincia di Milano, fino a oggi, con Regione Lombardia, titolare dell’iter procedurale dell’ampliamento del piano cave, che non ha ancora avviato alcuna procedura prevista dalla normativa vigente: né la valutazione ambientale strategica, né, tanto meno, la richiesta valutazione di incidenza, necessarie per le possibili interferenze dell’ampliamento con il bosco”.

 

Cova fa presente che sull’area insiste anche il comune di Pogliano Milanese, situato a nord dell’oasi, che ha appena approvato il Piano di governo del territorio. “L’ampliamento della cava e il nuovo Pgt temo che comportino qualche rischio per l’integrità del bosco”. E poi c’è la cronaca che preoccupa Cova: “Nei mesi scorsi si sono verificati degli spiacevoli episodi: l’incendio nel bosco, che ha distrutto parte delle strutture e degli alimenti, la sparizione di alcuni animali, le minacce pervenute ai responsabili dell’area. Sono situazioni che fanno pensare”.

 

Roma, 18 aprile 2013

ELEZIONE DEL PRESIDENTE

Ho aspettato a scrivere queste righe e mi sono preso qualche ora dopo la serata di ieri. Scrivere di getto quando sei ancora travolto dalle vicende rischia di farti perdere lucidità. Ieri sera l'assemblea della coalizione non è stata facile. Tanti interventi carichi di preoccupazione e lo si è visto nella mancanza di serenità da parte di tutti al termine dell'incontro. Non c'è stato nessun vincitore.

Ho votato contro la scelta di votare ieri sera.

Ho votato contro la candidatura di Franco Marini.

Ascoltando prima gli iscritti, elettori, simpatizzanti e poi il dibattito in assemblea ho percepito come questa candidatura non fosse condivisa nel gruppo e nella coalizione. Mi sembrava difficile sostenere un nome che non univa il mondo di centro sinistra.

Vero che Marini è un uomo di sinistra e arriva "dalla nostra parte" come è stato più volte detto, ma in questo momento storico forse serve altro e ieri mi sono espresso in modo chiaro.

Come sono stato chiaro e trasparente ieri sera votando contro la candidatura di Marini, altrettanto devo dire che non è Rodotà la figura che interpreta una figura di Presidente condiviso. Se la scelta passa da un Presidente che non deve essere il baratto per la formazione del governo, questo non avviene né con il PDL né con M5S.

RIFLESSIONE SULLA PRIMA VOTAZIONE

Provo a fare una riflessione politica per spiegare cosa è successo oggi in aula.

Mi rendo conto che non è facile, visto anche il clima molto acceso.

La Costituzione prevede che nelle prime 3 votazioni si cerchi una scelta condivisa con la maggior parte dei parlamentari.

Bersani ha cercato questa soluzione ma ha trovato la porta chiusa da parte del M5S e non dalle altre forze.

Con queste ha cercato una soluzione condivisa anche per evitare che si dica che il Centro sinistra ha occupato tutti i posti.

La votazione di oggi è servita a dimostrare a Berlusconi e al paese che non è possibile questo nome condiviso in questo modo, ma serve altro modo e metodo.

Come è stato più volte ribadito nel gruppo PD, se non si riesce a trovare un nome largamente condiviso, verrà votato dalla maggioranza degli elettori.

Spero che il prossimo passo sia questo.

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Domani iniziano le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica.Posso dirvi che è una esperienza importante e significativa, anche se sei solo uno degli oltre mille Grandi Elettori.

Nella mia News segnalavo alcuni punti ampiamente condivisi dal gruppo PD per giungere alla scelta del Capo dello Stato e tra questi c’era ”Nessuno scambio tra Presidente dello Stato e Governo”.

Resto ancora dell’idea che questa sia una condizione necessaria per eleggere una figura che sia condivisa da tutti e sia super-partes.Questo vuol dire che non ci sia scambio né con il PDL, cosa rifiutata da grande parte dei nostri elettori, né con il M5S.

Vero che quest’ultima prospettiva aiuta a trovare una soluzione ad un governo di cambiamento ma ora dobbiamo eleggere il Presidente della Repubblica e ribadire questo principio mi sembra necessario.

Stanno girando tanti nomi e di ognuno si pubblicano le caratteristiche che possono essere di aiuto all’elezione o alla bocciatura.

Mi permetto di segnalare alcune indicazioni personali sul candidato che possa essere di garanzia per tutti.

Sicuramente una persona già apprezzata dagli italiani per il suo operato e che abbia svolto anche un ruolo di rappresentanza di tutti gli italiani, che sia di garanzia anche per i membri della Comunità Europea e che possa anche giocare un ruolo di mediazione con altre forze politiche( PDL-LN-SC-M5S) senza generare il sospetto di “accordi” o “inciuci vari” negli italiani.

Quest’ultima caratteristica è molto importante perché verrebbe colta dai cittadini come la volontà di cambiare il paese e non di fare accordi di basso profilo.

Un forte segnale di recupero della Politica!

C’è qualcuno che può incarnare queste caratteristiche?

Secondo me si.

 

 

NEWS DAL PARLAMENTO

News dal Parlamento 
Informati su ciò che accade a Roma con Paolo Cova  

Commissioni: perché non è il momento
Un’altra settimana di passione si è conclusa, segnata da eventi di notevole importanza e che continuano a far discutere. Uno di questi è stata l'attivazione delle commissioni permanenti della Camera e del Senato. Una polemica innestata dal M5S che vuole iniziare a svolgere l'attività parlamentare anche in assenza del governo. O meglio del Governo, quello con la “g” maiuscola, consolidato e con tutte le sue piene funzioni. Attualmente l’esecutivo retto da Mario Monti svolge solo funzione di ordinaria amministrazione, ma non può mettere in campo una vera “azione di governo”, ovvero decisiva, anche da un punto di vista strettamente politico.In tutto ciò, le commissioni permanenti devono esprimere un parere vincolante sui provvedimenti e pertanto sono composte con una maggioranza di parlamentari che è simile a quella del governo in carica. Questo per il semplice motivo che i provvedimenti rischierebbero di essere costantemente bloccati nelle Aule e non riuscirebbero ad arrivare all'approvazione delle Camere. Oltre tutto, una volta elette, queste commissioni non possono essere cambiate o modificate. Definirne perciò ora la composizione, soprattutto al Senato, rischierebbe di bloccare ogni provvedimento e rendere ingovernabile – nel vero senso della parola – la situazione.Sono fortemente del parere che sia meglio aspettare e fare i passi giusti.

Tutti i criteri del Presidente
Un altro dei temi caldi – oserei dire bollenti, dopo il rimpallo di notizie di queste ore – è l'elezione del Presidente della Repubblica. Molte fibrillazioni tra i partiti sono dovute proprio a questo un motivo, come si può ben immaginare. Per informare, come è giusto che sia, tutti coloro che sostengono me e il Partito democratico, voglio riassumere qui alcuni criteri che sono stati identificati all’interno dei Gruppi parlamentari del Pd: intanto, non ci deve essere nessuno scambio tra carica del Presidente della Repubblica e formazione – e conseguente composizione – del nuovo governo. Le due questioni vanno assolutamente separate. Secondo il Pd, inoltre, è meglio risolvere prima la questione del nome del nuovo Presidente e poi decidere il nuovo governo.Sul fronte dei numeri, il Partito democratico vuole cercare il più possibile una soluzione condivisa, come previsto dalla Costituzione. Infatti, per le prime tre votazioni è richiesta una maggioranza dei due terzi degli elettori. Se arrivati a quel punto ancora non se ne fa nulla e diventa impossibile proseguire, si va avanti con la maggioranza relativa.Sul fronte dei candidati, il Pd cerca personalità che siano vere interpreti della Costituzione e si sentano parte di essa. Non si vuole, insomma, di sicuro qualcuno che pensa di avere quell’incarico per fare poi ciò che vuole a prescindere dalle regole e dalla carta che le sancisce. Inoltre, l’intenzione è quella di individuare un nome che sia in parte una novità, come i tempi richiedono, esplorando a questo fine anche mondi al di fuori della politica.Per quanto mi riguarda, ritengo che siano buoni criteri di scelta e che ci consentiranno di restare nel solco dello spirito costituzionale per la scelta del Capo dello Stato e del suo ruolo. 

Palazzo Isimbardi addio
C’è anche una notizia che mi riguarda direttamente, questa settimana. Venerdì 12 aprile 2013 mi sono dimesso dal consiglio provinciale di Milano, assieme agli altri due colleghi neo eletti in parlamento Ezio Casati e Matteo Mauri. Durante la campagna elettorale per le primarie dei parlamentari avevo preso questo impegno, nonostante le due cariche non siano incompatibili, e perciò, dopo essere stato proclamato eletto al Parlamento, ho lasciato il mio incarico in Provincia dopo averlo ricoperto per quattro anni. Un’esperienza che resterà per me indimenticabile e formativa e che ritengo starà sempre alla base del lavoro che farò a Roma.Al mio posto e di Mauri, che era capogruppo del Pd, e Casati, che ricopriva il ruolo di vicepresidente del consiglio provinciale, subentreranno, in ordine di elezione, Laura Miani, Costanzo Ariazzi e Valeria Molone (quest’ultima al posto di Marilisa D’Amico, già consigliere comunale a Milano e presidente della commissione Affari istituzionali). A partire dal prossimo consiglio provinciale, il nuovo capogruppo scelto dal Partito democratico sarà Bruno Ceccarelli, 37 anni, alla seconda consiliatura a Palazzo Isimbardi. 

Province sull’orlo del baratro
Questa settimana ho sottoscritto una lunga e articolata interpellanza urgente, indirizzata al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia, sul dissesto cui stanno per andare incontro proprio le Province, enti che ormai conosco a fondo. E appunto per questo non ho esitato a sostenere questo documento in cui si ricorda che la legge di Stabilità 2013 è solo l’ultima di una serie che, presentando norme per la “Riduzione della spesa degli enti territoriali", introduce tagli al fondo sperimentale delle Province, che passano da 1 miliardo a 1 miliardo e 200 milioni di euro per il 2013. Per come conosco queste strutture e ciò di cui si occupano, il rischio è davvero che affondino completamente.L’interpellanza chiede, dunque, al Ministro “quali provvedimenti urgenti intenda assumere per evitare che i tagli ai bilanci degli enti locali possano causare il prossimo dissesto finanziario delle amministrazioni provinciali, e per assicurare la corretta erogazione dei servizi attualmente di competenza delle Province, indispensabili per permettere alle comunità il mantenimento del welfare locale e la promozione dello sviluppo imprenditoriale e occupazionale delle imprese”. Infine, si chiede al Governo in carica cosa intenda fare “per inserire, nel processo di riorganizzazione dei dipendenti delle amministrazioni provinciali criteri capaci di salvaguardare i diritti e la professionalità dei lavoratori, le esigenze della collettività e il contenimento della spesa pubblica”. Mi sembra il minimo.  

Ultime News
Ho ricevuto la conferma dalla Presidenza del Gruppo alla camera del PD che sono stato inserito nella Commissione XIII Agricoltura. Se la vuoi leggere clicca qui 

Cova: “Corsa molto migliorata con la Giunta di centrosinistra. Meglio la chiusura al traffico”

La curiosità – Un parlamentare tra i runner della Milano City Marathon
Cova: “Corsa molto migliorata con la Giunta di centrosinistra. Meglio la chiusura al traffico”

Tra i maratoneti che hanno corso oggi, domenica 7 aprile 2013, la Milano City Marathon c’era anche un parlamentare fresco di nomina: si tratta di Paolo Cova, onorevole del Partito democratico, eletto alle recenti politiche dopo un periodo da consigliere provinciale, veterinario, cittadino milanese, ma soprattutto noto runner. Quella di oggi è la sua 58esima partecipazione a una corsa di questo genere. Cova ha infatti indossato più volte il pettorale in maratone importanti come quella di New York e di Berlino, delle principali corse italiane e persino delle ultra maratone come la 100 chilometri del Passatore.

“Non è certo la prima volta che corro anche la City Marathon milanese – commenta appena finita la gara – e anzi trovo che sia migliorata enormemente con la Giunta di centrosinistra. La chiusura del traffico ha risolto tanti dei problemi che avevano allontanato i runners italiani e stranieri. Ora si respira un’aria internazionale, pubblico lungo il percorso, nessun rischio per gli atleti e per i tantissimi volontari e gli agenti della polizia municipale. Bastava veramente poco: gli atleti erano costretti a correre in mezzo alle macchine con gli automobilisti inferociti. Inoltre questa scelta della Giunta comunale può solo aiutare i tanti commercianti che vedono arrivare quasi 13mila corridori con i famigliari al seguito”.

Per il futuro Cova si augura perciò che “la maratona milanese continui ad attrarre runner da tutta Italia e anche dall'estero. Quest’anno, grazie anche alle condizioni climatiche un po’ più favorevoli del previsto, lo spettacolo è stato tanto”.

E sulla sua prestazione, Cova ironizza: “Questa è la mia 58esima maratona: sicuramente non ho fatto uno dei tempi migliori, ma a mia parziale giustificazione posso dire che gli impegni istituzionali, il lavoro e la famiglia hanno limitato la preparazione”.

Milano, 7 aprile 2013

NEWS DAL PARLAMENTO

Informati su ciò che accade a Roma con Paolo Cova

Nokia, il Ministero dello Sviluppo sveli i suoi piani

Nella mia prima interrogazione a risposta scritta ho chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di rivelare quali sono le iniziative che intende mettere in atto per intervenire a favore del sito industriale Nokia Siemens di Cassina de´ Pecchi e per la ripresa delle sue attività imprenditoriali. Come prima azione da parlamentare della Repubblica italiana (segnalo che ha firmato la richiesta anche la collega Simona Malpezzi) ho deciso di sollecitare il Governo proprio su un tema sensibile come quello di Cassina de´ Pecchi.

Nel documento ricordo che “il 29 giugno 2012 il Ministero dello Sviluppo economico, Regione Lombardia, Provincia di Milano e il Comune di Cassina hanno sottoscritto un Protocollo istituzionale d´impresa per Iniziative a tutela della vocazione del sito industriale Nokia Siemens di Cassina de´ Pecchi”.

Nell’interrogazione aggiungo inoltre che “l’area industriale Nokia Siemens rappresenta una significativa risorsa per la competitività e l´occupazione della Lombardia e del Paese”. Inoltre rendo noto che al punto 2 del protocollo si dice che i sottoscrittori “condividono che la dimensione della crisi economica in corso e dei soggetti coinvolti nello sviluppo dell´area rendono necessario un pieno e responsabile coinvolgimento e coordinamento del Ministero dello Sviluppo economico e delle strutture di suo riferimento, per lo sviluppo di azioni tese ad attrarre aziende che partecipino allo sviluppo del polo industriale interessato”. In conclusione, credo fermamente che ora per Cassina de’ Pecchi servano azioni concrete e immediate perché rinviare le decisioni può essere dannoso per l’attività del sito.

I “disegni” che mi piacciono

Dopo attente valutazioni ho deciso di aderire a diversi disegni di legge che ritengo importanti e che investono vari campi, dall’ambiente al sociale, dal rispetto per gli esseri umani tutti al commercio. Per far capire meglio di cosa si tratta, eccone un breve elenco: “Norme per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio”; “Misure per favorire lo sblocco dei pagamenti alle imprese negli enti locali”; “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti”; “Norme per il contenimento dell’uso di suolo e la rigenerazione urbana”;“Disposizioni concernenti la ricognizione e la demolizione degli immobili costruiti abusivamente, le sanzioni penali e i procedimenti di sanatoria, nonché disciplina dell’attività dell’Osservatorio nazionale sull’abusiv ismo edilizio”; “Norme per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ferroviario in abbandono e la realizzazione di una rete della mobilità dolce”; “Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale”; “Norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità, nonché modifiche all’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228”; “Modifica dell’articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico mafioso”.

Fratelli d’Italia: ecco come è andata

In questi giorni molte persone si sono chieste perché è stata concessa una deroga alla compagine politica Fratelli d'Italia per costituirsi in gruppo unico all’interno del Parlamento, determinando dei presunti costi aggiuntivi. Per spiegare cosa è successo, faccio sapere che le deroghe vengono date dal Regolamento della Camera se sussiste almeno uno di questi tre motivi: essere almeno 20 componenti; aver partecipato alle elezioni politiche con il proprio simbolo; essere presenti su tutto il territorio nazionale.

Il gruppo Fratelli d'Italia poteva contare su due dei tre motivi di deroga ed era impossibile non concedere quanto chiesto. Inoltre, è corretto dare rappresentanza democratica anche a queste forze. Tutto ciò senza aggravio per le spese legate ai rimborsi elettorali, ma con una spesa aggiuntiva di circa 300mila euro per il personale.

Mi ha stupito però che chi ha chiesto di non dare spazio a questo gruppo – e mi riferisco al Movimento 5 Stelle – ventilando aumenti di costo, ha avuto un eccesso di rappresentanza nell’Ufficio di presidenza, obbligando gli altri partiti a integrare lo stesso Ufficio con costi aggiuntivi, anche in questo caso per il personale.

Economia, approvata la Risoluzione

L’Aula della Camera ha approvato una Risoluzione su Relazione del Governo al Parlamento Europeo che impegna, appunto, il Governo a emanare il decreto legge per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione in favore delle imprese e a “graduare il flusso dei pagamenti accordando priorità a quello che le imprese non hanno ancora ceduto al sistema creditizio”. Il documento è stato firmato da Pd, M5s, Pdl, Lega, Sel, Cd e Sc. Qui sotto potete leggere il testo nella sua interezza.

La Camera,

   premesso che:

    il Governo ha presentato una Relazione ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge di contabilità e finanza pubblica;

    la Relazione rivede al ribasso le stime macroeconomiche e di conseguenza quelle relative agli aggregati di finanza pubblica per gli anni 2012, 2013 e 2014, in particolare aumentando dal -1,8 al -2,4 per cento la stima del rapporto fra indebitamento netto e PIL nel 2013;

    l'Italia intende rispettare gli impegni presi con l'Unione europea in materia di bilancio;

    è necessaria una vera svolta delle politiche dell'Unione in direzione dello sviluppo sostenibile, come sollecitato ormai da tutte le istituzioni sovranazionali, a partire dalla costruzione di un vero bilancio federale, di strumenti anticiclici di livello europeo, anche aventi natura asimmetrica, di un rafforzamento della capacità autonoma dell'Unione di finanziare investimenti produttivi e politiche attive di sostegno all'occupazione giovanile, di un veloce completamento dell'unione bancaria, di una rapida verifica e messa in campo, come sollecitato dal Parlamento europeo, di strumenti di garanzia solidale di almeno una parte dei debiti sovrani degli Stati membri;

    in conseguenza del processo di risanamento della finanza pubblica italiana e dell'approssimarsi della conclusione della procedura di deficit eccessivo aperta a carico del nostro Paese, nelle sedi europee sono state di recente assunte decisioni che incoraggiano l'Italia nella direzione di una maggiore flessibilità delle regole di bilancio in materia di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni e di spesa per alcune tipologie di investimenti produttivi;

    il miglioramento delle condizioni di finanziamento del debito pubblico italiano e la maggiore fiducia dei mercati nel nostro Paese possono far ritenere sostenibile una emissione aggiuntiva di debito pubblico per pagare debito commerciale arretrato;

    a seguito di tali decisioni, il Governo ha dichiarato la volontà di avvalersi di tali margini di manovra per avviare un intervento straordinario che, nel restituire trasparenza e rendicontabilità ai bilanci pubblici italiani, consenta il pagamento di un'ingente quantità di debiti commerciali, nell'ordine di 20 miliardi di euro per ciascuna delle annualità 2013 e 2014, con benefìci rilevanti per il sistema delle imprese e per le condizioni di liquidità dell'intero sistema economico nazionale;

    tale intervento verrà finanziato con ulteriore emissione di debito pubblico nazionale, ma avrà impatto sull'indebitamento netto solo per la parte relativa ai pagamenti relativi a spese di investimento;

    l'impatto sull'indebitamento è previsto in 0,5 punti di PIL nel corso del 2013, comprensivi sia dei pagamenti arretrati delle pubbliche amministrazioni per spese di investimento già effettuate sia delle nuove spese per investimenti produttivi che saranno concordate con l'Unione europea, con ciò portando la previsione dell'indebitamento netto per l'anno in corso al -2,9 per cento, ovvero in prossimità della soglia massima consentita;

    il Governo ha manifestato l'intenzione di presentare in Parlamento, in seguito all'approvazione della presente Relazione, in tempi molto rapidi un provvedimento d'urgenza che contenga strumenti e modalità di intervento per il pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione;

    il saldo netto da finanziare, in ragione dell'intervento previsto, nonché dell'aggiornamento delle stime del quadro macroeconomico contenute nella Relazione al Parlamento, subisce complessivamente un peggioramento pari a 25 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014;

    la presentazione del Documento di economia e finanza, comprendente il nuovo Programma di stabilità e il nuovo Programma nazionale di riforma, consentirà al Parlamento un esame dell'evoluzione a breve e medio termine degli obiettivi e degli strumenti delle politiche nazionali nel contesto europeo e richiederà un approfondito ruolo istruttorio, anche attraverso una serie di incontri e di audizioni e con istituzioni ed esperti indipendenti,

impegna il Governo:

   a verificare che siano realizzate le condizioni affinché l'Italia, dopo aver ridotto il disavanzo al 3 per cento del PIL nel 2012, possa ottenere, nel corso del 2013, una valutazione positiva nell'ambito della procedura europea sui deficit eccessivi;

   ad operare affinché la nuova «mini» golden rule diventi permanente e sia utilizzata a vantaggio di tipologie di investimenti produttivi che abbiano particolare impatto sullo sviluppo economico dei territori e sulla cura e la manutenzione delle risorse e dei beni pubblici di livello locale;

   ad adottare un provvedimento d'urgenza per accelerare il pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni con un impatto sull'indebitamento netto previsto in circa 0,5 punti percentuali di PIL, ferma restando la necessità che il medesimo indebitamento netto per l'anno in corso non superi il 2,9 per cento del PIL;

   ad operare per una vera svolta delle politiche dell'Unione in direzione dello sviluppo economico e della costruzione di un vero bilancio federale;

   con riferimento all'imminente provvedimento d'urgenza in materia di pagamenti dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni:

    a predisporre un insieme di interventi di immediata eseguibilità, improntati a criteri di semplificazione e, ove possibile, automatismo, evitando il rimando a ulteriori fonti normative di carattere secondario, allegando al predetto provvedimento un'informativa da aggiornare periodicamente sulla base di tutti i dati che via via si renderanno disponibili in merito all'entità dei debiti commerciali, al loro riparto per enti e livelli di governo, alla loro classificazione fra spese correnti e d'investimento e fra funzioni di spesa, alle date della loro maturazione, all'entità dei debiti che hanno la natura di essere fuori bilancio;

    a rendere impignorabili le risorse resesi disponibili per il pagamento dei debiti commerciali e a procedere, per quanto possibile, alla tempestiva erogazione di una prima tranche di finanziamenti alle amministrazioni debitrici, in anticipo sulla registrazione definitiva di tutte le posizioni debitorie che potranno essere coperte dall'intervento;

    a verificare la possibilità di graduare l'ammissibilità delle amministrazioni pubbliche al programma straordinario in relazione alla trasparenza e virtuosità dei loro bilanci, e quindi alla natura dei debiti commerciali maturati, in modo da evitare che l'intervento si configuri di fatto come una sanatoria di comportamenti negativi, quali ad esempio l'eccessivo accumulo di debiti fuori bilancio o di contenziosi con i fornitori, e a controllare allo stesso tempo che il programma in questione abbia un impatto territoriale il più possibile omogeneo rispetto alle spese effettive, pur tenendo conto della distribuzione degli stock di pagamenti in essere;

    a prevedere l'obbligo per le amministrazioni di predisporre e comunicare, con procedure semplificate e precise scadenze temporali, al Ministero dell'economia e delle finanze l'elenco dei debiti scaduti in ordine cronologico e a vincolare le medesime amministrazioni al pagamento degli stessi utilizzando le risorse che saranno rese a tal fine disponibili, anche prevedendo sanzioni per i soggetti inadempienti e salvaguardando comunque l'esigenza di evitare discriminazioni derivanti dalla collocazione territoriale delle imprese creditrici;

    a costruire schemi e soluzioni che tengano conto delle differenti situazioni contabili e di bilancio che convivono nell'universo delle amministrazioni pubbliche italiane, con particolare riguardo a quelle già in possesso di risorse bloccate, nel corso degli anni, dal patto di stabilità interno e a quelle, invece, che hanno bisogno per sbloccare i pagamenti di accedere a liquidità aggiuntiva con scadenze di ripianamento a lungo termine;

    a verificare la possibilità, in particolare per i debiti commerciali che derivano da spese correnti, acquisito l'avviso degli enti interessati, di istituire un sistema di pagamenti diretto alle imprese creditrici gestito dallo Stato e operante sulla base di elenchi delle posizioni debitorie predisposto dalle amministrazioni locali;

    a monitorare il rispetto degli adempimenti da parte delle amministrazioni beneficiarie, sanzionandone l'inerzia e inserendo elementi cogenti per rendere effettiva, da parte delle amministrazioni, l'adesione al piano straordinario di pagamento dei debiti commerciali;

    ad introdurre meccanismi di pubblicità, anche attraverso sistemi informatici, delle attività di certificazione dei propri debiti svolte dagli enti locali verso lo Stato, al fine di consentire un controllo diffuso da parte dei cittadini e delle imprese;

    a verificare se, in seguito all'intervento sui debiti commerciali, si possano aprire ulteriori spazi per un migliore utilizzo degli istituti già esistenti connessi al patto di stabilità verticale di regioni ed enti territoriali;

    a graduare il flusso dei pagamenti accordando priorità a quelli che le imprese non hanno ancora ceduto al sistema creditizio e a verificare l'opportunità, fermo restando il rispetto del criterio del pagamento secondo l'ordine cronologico, di tutelare le situazioni di crisi aziendale sulla base di principi di equità e di solidarietà;

    ad attivare adeguate convenzioni e sistemi di monitoraggio con il sistema creditizio, aventi la finalità di mantenere a disposizione del sostegno all'economia reale e alle imprese la liquidità che il sistema nel suo complesso verrà a recuperare per effetto del pagamento dei crediti già ceduti, ma anche per effetto, più in generale, del recupero dei margini finanziari da parte dei clienti imprese che hanno subito nel corso del tempo un deterioramento della loro posizione per effetto dei ritardi dei pagamenti pubblici;

    a verificare la fattibilità, ove richiesto dalle imprese interessate, di schemi di compensazione con i debiti tributari delle imprese creditrici, nonché ogni altra misura di semplificazione per l'accesso delle imprese al programma straordinario di pagamento, valutando altresì la possibilità di condizionare l'accesso al programma a impegni da parte delle imprese per i loro successivi, e rispettivi, pagamenti nelle filiere della subfornitura;

    a chiarire il perimetro di applicabilità del programma straordinario;

    a riservarsi ulteriori decisioni in merito a eventuali margini non utilizzati dal programma di pagamento dei debiti commerciali, in particolare di quelli che hanno impatto sull'indebitamento netto, previo accordo nelle competenti sedi dell'Unione europea;

    a rideterminare il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, il fabbisogno del settore statale e l'obiettivo programmatico di indebitamento netto in coerenza con quanto indicato nella Relazione al Parlamento.

VOTAZIONE RISOLUZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO

Martedi 2 aprile è stata votata all'unanimità la Risoluzione che potete leggere qui sotto su Relazione al Parlamento Europeo.

La Camera,
   premesso che:
    il Governo ha presentato una Relazione ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge di contabilità e finanza pubblica;
    la Relazione rivede al ribasso le stime macroeconomiche e di conseguenza quelle relative agli aggregati di finanza pubblica per gli anni 2012, 2013 e 2014, in particolare aumentando dal -1,8 al -2,4 per cento la stima del rapporto fra indebitamento netto e PIL nel 2013;
    l'Italia intende rispettare gli impegni presi con l'Unione europea in materia di bilancio;
    è necessaria una vera svolta delle politiche dell'Unione in direzione dello sviluppo sostenibile, come sollecitato ormai da tutte le istituzioni sovranazionali, a partire dalla costruzione di un vero bilancio federale, di strumenti anticiclici di livello europeo, anche aventi natura asimmetrica, di un rafforzamento della capacità autonoma dell'Unione di finanziare investimenti produttivi e politiche attive di sostegno all'occupazione giovanile, di un veloce completamento dell'unione bancaria, di una rapida verifica e messa in campo, come sollecitato dal Parlamento europeo, di strumenti di garanzia solidale di almeno una parte dei debiti sovrani degli Stati membri;
    in conseguenza del processo di risanamento della finanza pubblica italiana e dell'approssimarsi della conclusione della procedura di deficit eccessivo aperta a carico del nostro Paese, nelle sedi europee sono state di recente assunte decisioni che incoraggiano l'Italia nella direzione di una maggiore flessibilità delle regole di bilancio in materia di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni e di spesa per alcune tipologie di investimenti produttivi;
    il miglioramento delle condizioni di finanziamento del debito pubblico italiano e la maggiore fiducia dei mercati nel nostro Paese possono far ritenere sostenibile una emissione aggiuntiva di debito pubblico per pagare debito commerciale arretrato;
    a seguito di tali decisioni, il Governo ha dichiarato la volontà di avvalersi di tali margini di manovra per avviare un intervento straordinario che, nel restituire trasparenza e rendicontabilità ai bilanci pubblici italiani, consenta il pagamento di un'ingente quantità di debiti commerciali, nell'ordine di 20 miliardi di euro per ciascuna delle annualità 2013 e 2014, con benefìci rilevanti per il sistema delle imprese e per le condizioni di liquidità dell'intero sistema economico nazionale;
    tale intervento verrà finanziato con ulteriore emissione di debito pubblico nazionale, ma avrà impatto sull'indebitamento netto solo per la parte relativa ai pagamenti relativi a spese di investimento;
    l'impatto sull'indebitamento è previsto in 0,5 punti di PIL nel corso del 2013, comprensivi sia dei pagamenti arretrati delle pubbliche amministrazioni per spese di investimento già effettuate sia delle nuove spese per investimenti produttivi che saranno concordate con l'Unione europea, con ciò portando la previsione dell'indebitamento netto per l'anno in corso al -2,9 per cento, ovvero in prossimità della soglia massima consentita;
    il Governo ha manifestato l'intenzione di presentare in Parlamento, in seguito all'approvazione della presente Relazione, in tempi molto rapidi un provvedimento d'urgenza che contenga strumenti e modalità di intervento per il pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione;
    il saldo netto da finanziare, in ragione dell'intervento previsto, nonché dell'aggiornamento delle stime del quadro macroeconomico contenute nella Relazione al Parlamento, subisce complessivamente un peggioramento pari a 25 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014;
    la presentazione del Documento di economia e finanza, comprendente il nuovo Programma di stabilità e il nuovo Programma nazionale di riforma, consentirà al Parlamento un esame dell'evoluzione a breve e medio termine degli obiettivi e degli strumenti delle politiche nazionali nel contesto europeo e richiederà un approfondito ruolo istruttorio, anche attraverso una serie di incontri e di audizioni e con istituzioni ed esperti indipendenti,

impegna il Governo:

   a verificare che siano realizzate le condizioni affinché l'Italia, dopo aver ridotto il disavanzo al 3 per cento del PIL nel 2012, possa ottenere, nel corso del 2013, una valutazione positiva nell'ambito della procedura europea sui deficit eccessivi;
   ad operare affinché la nuova «mini» golden rule diventi permanente e sia utilizzata a vantaggio di tipologie di investimenti produttivi che abbiano particolare impatto sullo sviluppo economico dei territori e sulla cura e la manutenzione delle risorse e dei beni pubblici di livello locale;
   ad adottare un provvedimento d'urgenza per accelerare il pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni con un impatto sull'indebitamento netto previsto in circa 0,5 punti percentuali di PIL, ferma restando la necessità che il medesimo indebitamento netto per l'anno in corso non superi il 2,9 per cento del PIL;
   ad operare per una vera svolta delle politiche dell'Unione in direzione dello sviluppo economico e della costruzione di un vero bilancio federale;
   con riferimento all'imminente provvedimento d'urgenza in materia di pagamenti dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni:
    a predisporre un insieme di interventi di immediata eseguibilità, improntati a criteri di semplificazione e, ove possibile, automatismo, evitando il rimando a ulteriori fonti normative di carattere secondario, allegando al predetto provvedimento un'informativa da aggiornare periodicamente sulla base di tutti i dati che via via si renderanno disponibili in merito all'entità dei debiti commerciali, al loro riparto per enti e livelli di governo, alla loro classificazione fra spese correnti e d'investimento e fra funzioni di spesa, alle date della loro maturazione, all'entità dei debiti che hanno la natura di essere fuori bilancio;
    a rendere impignorabili le risorse resesi disponibili per il pagamento dei debiti commerciali e a procedere, per quanto possibile, alla tempestiva erogazione di una prima tranche di finanziamenti alle amministrazioni debitrici, in anticipo sulla registrazione definitiva di tutte le posizioni debitorie che potranno essere coperte dall'intervento;
    a verificare la possibilità di graduare l'ammissibilità delle amministrazioni pubbliche al programma straordinario in relazione alla trasparenza e virtuosità dei loro bilanci, e quindi alla natura dei debiti commerciali maturati, in modo da evitare che l'intervento si configuri di fatto come una sanatoria di comportamenti negativi, quali ad esempio l'eccessivo accumulo di debiti fuori bilancio o di contenziosi con i fornitori, e a controllare allo stesso tempo che il programma in questione abbia un impatto territoriale il più possibile omogeneo rispetto alle spese effettive, pur tenendo conto della distribuzione degli stock di pagamenti in essere;
    a prevedere l'obbligo per le amministrazioni di predisporre e comunicare, con procedure semplificate e precise scadenze temporali, al Ministero dell'economia e delle finanze l'elenco dei debiti scaduti in ordine cronologico e a vincolare le medesime amministrazioni al pagamento degli stessi utilizzando le risorse che saranno rese a tal fine disponibili, anche prevedendo sanzioni per i soggetti inadempienti e salvaguardando comunque l'esigenza di evitare discriminazioni derivanti dalla collocazione territoriale delle imprese creditrici;
    a costruire schemi e soluzioni che tengano conto delle differenti situazioni contabili e di bilancio che convivono nell'universo delle amministrazioni pubbliche italiane, con particolare riguardo a quelle già in possesso di risorse bloccate, nel corso degli anni, dal patto di stabilità interno e a quelle, invece, che hanno bisogno per sbloccare i pagamenti di accedere a liquidità aggiuntiva con scadenze di ripianamento a lungo termine;
    a verificare la possibilità, in particolare per i debiti commerciali che derivano da spese correnti, acquisito l'avviso degli enti interessati, di istituire un sistema di pagamenti diretto alle imprese creditrici gestito dallo Stato e operante sulla base di elenchi delle posizioni debitorie predisposto dalle amministrazioni locali;
    a monitorare il rispetto degli adempimenti da parte delle amministrazioni beneficiarie, sanzionandone l'inerzia e inserendo elementi cogenti per rendere effettiva, da parte delle amministrazioni, l'adesione al piano straordinario di pagamento dei debiti commerciali;
    ad introdurre meccanismi di pubblicità, anche attraverso sistemi informatici, delle attività di certificazione dei propri debiti svolte dagli enti locali verso lo Stato, al fine di consentire un controllo diffuso da parte dei cittadini e delle imprese;
    a verificare se, in seguito all'intervento sui debiti commerciali, si possano aprire ulteriori spazi per un migliore utilizzo degli istituti già esistenti connessi al patto di stabilità verticale di regioni ed enti territoriali;
    a graduare il flusso dei pagamenti accordando priorità a quelli che le imprese non hanno ancora ceduto al sistema creditizio e a verificare l'opportunità, fermo restando il rispetto del criterio del pagamento secondo l'ordine cronologico, di tutelare le situazioni di crisi aziendale sulla base di principi di equità e di solidarietà;
    ad attivare adeguate convenzioni e sistemi di monitoraggio con il sistema creditizio, aventi la finalità di mantenere a disposizione del sostegno all'economia reale e alle imprese la liquidità che il sistema nel suo complesso verrà a recuperare per effetto del pagamento dei crediti già ceduti, ma anche per effetto, più in generale, del recupero dei margini finanziari da parte dei clienti imprese che hanno subito nel corso del tempo un deterioramento della loro posizione per effetto dei ritardi dei pagamenti pubblici;
    a verificare la fattibilità, ove richiesto dalle imprese interessate, di schemi di compensazione con i debiti tributari delle imprese creditrici, nonché ogni altra misura di semplificazione per l'accesso delle imprese al programma straordinario di pagamento, valutando altresì la possibilità di condizionare l'accesso al programma a impegni da parte delle imprese per i loro successivi, e rispettivi, pagamenti nelle filiere della subfornitura;
    a chiarire il perimetro di applicabilità del programma straordinario;
    a riservarsi ulteriori decisioni in merito a eventuali margini non utilizzati dal programma di pagamento dei debiti commerciali, in particolare di quelli che hanno impatto sull'indebitamento netto, previo accordo nelle competenti sedi dell'Unione europea;
    a rideterminare il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, il fabbisogno del settore statale e l'obiettivo programmatico di indebitamento netto in coerenza con quanto indicato nella Relazione al Parlamento.