INTERROGAZIONE MOD 4 TRASPORTO ANIMALI

Ho ricevuto la risposta alla mia interrogazione sul Documento di trasporto degli animali detto Mod IV.

Il problema deriva da una richiesta che viene fatta agli allevatori di specificare un eventuale trattamento con farmaci entro i 90 giorni prima della macellazione.

Questo anche se sono stati rispettati i tempi di sospensione. La risposta è insufficiente e non entra nel problema. Se vuoi leggere la risposta clicca qui e pag 2 . Ho presentato un'altra interrogazione per avere risposte più chiare, che puoi leggere se clicchi qui.

NEWS DAL PARLAMENTO 3 NOVEMBRE

 
 

Aria nuova a scuola

La Camera ha approvato in prima lettura il decreto Carrozza su istruzione, università e ricerca (195 favorevoli, 7 contrari). Ora il provvedimento passa all’esame del Senato per essere convertito entro l'11 novembre. Tra le novità più importanti, suddivise in disposizioni per gli studenti e le famiglie e disposizioni per le scuole, i fondi per la mobilità degli studenti, ovvero 15 milioni di euro in benefici per l'accesso al trasporto pubblico da parte degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado; portale web per l'orientamento, cioè tutta una serie di iniziative informative, cartacee e telematiche, destinate agli studenti della scuola superiore; il divieto di fumo esteso alle aree all'aperto delle scuole, comprese le sigarette elettroniche; la geografia generale ed economica per gli istituti tecnici e professionali; il regolamento per l'alt ernanza scuola lavoro; il contenimento della spesa per i testi scolastici, la cui adozione è ora facoltativa; la pratica sportiva per prevenire la dispersione scolastica; lo stage in azienda per gli studenti delle quarte classi delle scuole secondarie di secondo grado, con priorità per quelli degli istituti tecnici e degli istituti professionali; la durata dei permessi di soggiorno per corsi di studi, che viene estesa all'intero periodo del corso frequentato; un piano triennale 2014-2016 per l’assunzione a tempo indeterminato del personale della scuola e la rideterminazione della dotazione organica dei docenti di sostegno.

Insomma, non posso che essere d’accordo con il Ministro: dopo anni di tanti tagli, finalmente si ricomincia a investire. Se pensiamo che negli ultimi governi era stato uno dei settori più penalizzati, i 400 milioni di euro stanziati hanno un loro peso e significato: ridiamo aria e respiro alla formazione dei cittadini di domani.

 

Rilanciamo il manufatturiero

Nei giorni scorsi alla Camera abbiamo discusso e approvato alcune mozioni che intendono dare uno sprone al settore manifatturiero italiano. In sostanza, nei documenti approvati è stato chiesto al Governo di dare il via a un’organica azione di difesa e di sostegno delle imprese del settore manifatturiero, con particolare riferimento ai distretti industriali e al mantenimento delle aziende italiane nei luoghi d’origine, per tutelare la forza lavoro locale e assegnare semmai processi produttivi all’indotto, piuttosto che delocalizzare.

Tra le idee emerse per far ripartire il motore delle imprese e del lavoro italiano, alcune, fondamentali, riguardano il sistema del credito che deve riaprire i cordoni della borsa, studiando delle agevolazioni. La sburocratizzazione è il passo successivo, come pure la riduzione dei carichi fiscali e la concessione di contributi per gli investimenti.

Le altre misure chieste vanno da ristrutturazione e ammodernamento, soprattutto in campo tecnologico, all’allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità e trasporti agli altri Paesi europei, dalla tutela del Made in Italy alla promozione della ricerca e dello sviluppo.

 

La Form è salva

Finalmente una buon notizia sul fronte del lavoro: la Form di Cormano, che produce e commercializza getti in alluminio per il settore automotive, non solo non chiuderà, come era stato paventato a settembre dopo che l’azienda era stata posta in liquidazione, ma è stato addirittura già sottoscritto l'accordo tra il commissario straordinario, l’Albertini Spa e i sindacati che prevede un piano industriale di mantenimento della produzione nei tre stabilimenti di Cormano, Villasanta e Quero.

Non potete immaginare la gioia dei lavoratori, degli amministratori locali, del Partito democratico che si era mosso in prima persona, organizzando un presidio davanti ai cancelli dell’azienda, quando era già in amministrazione straordinaria, a sostegno dei 266 lavoratori. Quel giorno c’ero anche io. E appena sono rientrato a Roma ho interessato il Ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato al caso.

Ecco, oggi da Cormano ringraziano me e il Ministro per come si è conclusa la vicenda, ma è soprattutto grazie a Zanonato se si è ottenuto un risultato che in molti casi simili potrebbe giungere. Ci vuole solo la volontà di rimettere sul mercato la propria azienda, soprattutto quando è sana. Il Governo c’è. Ci devono essere anche gli imprenditori.

 

Quote latte, il Governo faccia chiarezza

Della vicenda delle quote latte, di cui si sta occupando la Magistratura e sulla quale ho presentato un’interrogazione, ho parlato durante un intervento alla Camera. Ho inteso, in questo modo, sollecitare il Governo a occuparsi della questione chiedendo che venga fatta piena luce su fatti che per anni hanno sconvolto il mondo lattiero-caseario.

Come ho già avuto modo di dire, quella delle quote latte è una vicenda che va avanti da oltre 30 anni. In Aula ho ripetuto, perciò, la mia richiesta di sapere i numeri della produzione di latte in stalla perché sia il Presidente del Consiglio che il Ministero delle Politiche agricole devono avere e fare chiarezza su questi dati. Il punto, ho aggiunto, è che dalle relazioni svolte dagli inquirenti, ufficiali della Guardia di Finanzia e dei Carabinieri, che si sono preoccupati di verificare quanto avvenuto, potrebbero emergere le prove che il numero delle vacche da latte presente nelle aziende era differente rispetto a quanto dichiarato dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, e questo significa che potrebbe configurarsi un danno a carico dello Stato italiano per una errata comunicazione del quantitativ o di latte prodotto nelle aziende agricole.

In sostanza, ho invitato il Governo ad arrivare a una verità definitiva, non per tutelare l’una o l’altra categoria di allevatori, perché sia chi ha pagato sia chi non ha pagato, non doveva farlo, ma per capire realmente cosa sia successo in tutti questi anni e chi ci ha veramente rimesso.

 

Di corsa a New York

E, dulcis in fundo, ho partecipato anche quest’anno alla Maratona di New York. Mentre parte questa newsletter, io mi sto ristorando al traguardo della competizione più famosa, quella della Grande Mela, dove oggi, domenica 3 novembre, ho realizzato il tempo di 3 ore e 57 minuti. Una bella soddisfazione, considerato che devo alternare gli allenamenti all’impegno non indifferente del Parlamento. Proprio per questo rientrerò quanto prima, aspettando la prossima gara e intanto correndo tra Roma e Milano per fare del mio meglio per la mia regione e il mio Paese.

On. Cova: “Il Governo chieda la verit à sulla questione delle quote latte”

La vicenda delle quote latte, di cui si sta occupando la Magistratura, è stata oggetto di un intervento, oggi, martedì 29 ottobre 2013, alla Camera, dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd.

Nella fase finale degli interventi, Cova è intervenuto per sollecitare il Governo a occuparsi della questione chiedendo che venga fatta piena luce su fatti che per anni hanno sconvolto il mondo lattiero-caseario.

 

“Quella delle quote latte è una vicenda che va avanti da oltre 30 anni – ha detto Cova che sulla questione ha presentato un’interrogazione a risposta scritta –. Si vuole sapere i numeri e i dati della produzione di latte in stalla perché sia il Presidente del Consiglio che il Ministero delle Politiche agricole devono avere e fare chiarezza su questi dati. Dalle relazioni svolte dagli inquirenti, ufficiali della Guardia di Finanzia e dei Carabinieri, che si sono preoccupati di verificare quanto avvenuto, potrebbero emergere le prove che il numero delle vacche da latte presente nelle aziende era differente rispetto a quanto dichiarato dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, e questo significa che potrebbe configurarsi un danno a carico dello Stato italiano per una errata comunicazione del quantitativo di latte prodotto nelle aziende agricole”.

 

Una questione complicata e sulla quale Cova ha chiesto all’Aula della Camera, rivolgendosi al Governo, che “si arrivi a una verità non per tutelare l’una o l’altra categoria di allevatori, perché sia chi ha pagato sia chi non ha pagato, non doveva farlo, ma per capire realmente cosa sia successo in tutti questi anni e chi ci ha veramente rimesso”.

 

Roma, 29 ottobre 2013

 

UNA BUONA NOTIZIA: CRISI FROM CORMANO RISOLTA

La Form di Cormano ha vissuto mesi di difficoltà per il suo futuro. La gestione del Commissario Straordinario ha portato ad una proposta di acquisto da parte di Venica European Investment che prevedeva la dismissione del sito di Cormano.
La posizione del Comune di Cormano è stata chiara e netta da subito, nessuna speculazione sul sito industriale.
Con il nuovo governo e l'interessamento del Ministro Zanonato, il Commissario Straordinario ha provveduto a cercare nuove proposte.
Ieri è stato sottoscritto l'accordo tra il Commissario straordinario, Albertini S.P.A e i sindacati che prevede un piano industriale che mantiene la produzione nei tre stabilimenti.
Una buona notizia che dimostra la validità delle osservazioni fatte dai lavoratori di Cormano, hanno sempre detto che questa attività produttiva stava regolarmente "in piedi" e non andava chiusa.

NEWS DAL PARLAMENTO 27 OTTOBRE

Pubblica amministrazione: si cambia

Alla Camera abbiamo approvato, nella tarda serata di giovedì, il decreto legge in materia di pubblica amministrazione. Il testo ora torna al Senato. I voti a favore sono stati 208, 11 i contrari, 76 gli astenuti. Il provvedimento contiene norme per la riduzione delle spese, la mobilità e l’efficienza amministrativa e punta a razionalizzare i meccanismi delle assunzioni, favorire la mobilità e garantire gli standard e i livelli di funzionalità. L’obiettivo è la revisione della spesa pubblica potenziando l’efficacia e la trasparenza.


Ecco alcune novità: sono confermate fino al 2016 le graduatorie attualmente in vigore e destinate allo sfoltimento nei prossimi anni, per effetto delle nuove agevolazioni al rientro in organico di coloro che abbiano svolto almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5. Per favorire il rientro in pianta stabile dei vecchi dipendenti atipici verranno riservati il 50% dei posti nei futuri concorsi pubblici e si vedrà finalmente riconosciuto il diritto di accedere alla professione a questa categoria spesso sottoposta a proroghe continue negli ultimi anni. Inoltre, i concorsi esclusivi per i dirigenti verranno organizzati solo a livello centrale e non più dalle amministrazioni periferiche.

Latte in fiera

Si è svolto mercoledì 23 ottobre il Tavolo del latte convocato dal Ministro delle Politiche agricole e forestali con i produttori e le aziende di trasformazione e subito dopo, questo fine settimana, Cremona ha ospitato un altro evento importante per il settore lattiero-caseario: La Fiera internazionale italiana del bovino da latte e dell'agricoltura.


Per la prima vicenda mi permetto di indicare come aspetto positivo il fatto che si è aperto un tavolo che non vuole guardare solo alla situazione attuale, ma è interessato a dare prospettive a lungo termine. La fine delle quote latte e i nuovi scenari del mercato internazionale del latte e dei prodotti lattiero-caseari impongono al Governo una riflessione su come costruire il futuro delle nostre aziende produttrici.


L’aspetto negativo sta nel tempo a disposizione per fare le cose. L’agricoltura è un settore strategico per l’economia italiana e ha bisogno di stabilità, di contro, negli ultimi 5 anni il Ministro delle Politiche agricole è cambiato quasi una volta all'anno. Se questo Tavolo sul latte riuscirà ad avere il tempo di svolgere il proprio lavoro possiamo essere soddisfatti.


Una breve nota sulla Fiera di Cremona: molte le persone presenti e ancora tanta la preoccupazione per il futuro, ma altrettanti alla finestra per capire cosa succederà nei prossimi anni per orientare gli investimenti. Mi sento di dare un suggerimento: la nuova Pac, la Politica Agricola Europea, è una opportunità da cogliere!

Agricoltura più digitale

Banda larga, agenda digitale, digital divide: è ora di risolvere il gap tecnologico che ci separa dal resto dei Paesi europei. E’ per questo che ho sostenuto e firmato la Risoluzione che impegna il Governo a completare entro le scadenze previste, coerentemente con gli impegni già assunti e gli investimenti già stanziati in sede comunitaria e nazionale, a partire dal Piano nazionale Banda larga e l’Agenda digitale, l’infrastruttura digitale su tutto il territorio nazionale. Lo scopo? Consentire anche alle zone marginali, rurali e agricole uno sviluppo sociale, economico e occupazionale compatibile con le peculiarità, le vocazioni e le risorse territoriali. E’ necessario, dice il documento, avviare con urgenza gli interventi necessari per superare il digital divide (praticamente il “vuoto” di conoscenze e strumenti della comunicazione digitale) nelle aree svantaggiate del Paese. Per questo, il Governo dovrà concertare, assieme alla Conferenza delle Regioni, gli indirizzi per utilizzare al meglio le opportunità previste nei Piani di sviluppo rurale per il superamento di questo vuoto.

Bussolati sfida Cavicchioli

Pietro Bussolati è il candidato in testa. Arianna Cavicchioli lo segue. E saranno loro a giocarsi, con il ballottaggio, il 4 novembre prossimo, la sfida per la guida della segreteria provinciale del Pd milanese. Il voto ha prodotto questi risultati: Bussolati 33,52%; Cavicchioli 30,12%; David Gentili 19,69%; Arianna Censi 16,66%.


Riporto volentieri il commento a caldo di Bussolati: “Questo dato dimostra che anche gli iscritti e non solo gli elettori del Pd vogliono cambiamento e innovazione”.

Se il razzismo è verso di noi

Una vicenda che ci ha raggelato il sangue e indotti a riflettere su come va il mondo, è il brutale assassinio del giovane di Nibionno, pestato a morte da un gruppo di coetanei inglesi, mentre si trovava nel Kent a lavorare e a studiare la lingua. Sul tragico caso la collega Veronica Tentori ha presentato un’interrogazione che ho sottoscritto anch’ io.


“Secondo le informazioni che sono giunte si tratterebbe di un’azione a sfondo razziale, in quanto la giovane vittima sarebbe stata insultata proprio perché italiana, con l’accusa di rubare il lavoro ai giovani del posto – recita il documento –. L’Italia, così come l'Inghilterra, fa parte dell'Unione europea, tutti i cittadini sono liberi di circolare e hanno il diritto di spostarsi in sicurezza nei diversi Paesi: simili linguaggi e derive, che sempre più spesso sfociano nel dramma, non devono e non possono essere tollerati”.


L’interrogazione chiede perciò “quali iniziative il Governo intenda assumere per fare immediatamente chiarezza sulla natura di questa tragica vicenda, con particolare riferimento al presunto omicidio di stampo razziale e quali siano le reali responsabilità rispetto al presunto ritardo, se confermato, nel dare immediata comunicazione dell'accaduto alle autorità competenti italiane”, perché così pare sia anche accaduto.

Milano-Venezia rimane a piedi

Molti di voi, pendolari disperati, mi verrebbe da dire, conoscono l’ultima, assurda novità in fatto di trasporti ferroviari: la decisione unilaterale di Regione Veneto di sopprimere, dal 15 dicembre prossimo, le quattro coppie di treni interregionali che collegano Venezia con Milano. Ovvero, gli unici treni che percorrono l’intera tratta con risparmi economici sul prezzo del biglietto, rispetto ai costosi Freccia Bianca, che vanno dal 50% al 70%.


Questo provvedimento si allinea ad uno precedente che aveva già soppresso tutti gli Intercity della tratta, sostituendoli con i più costosi Freccia Bianca.


Cancellando anche gli interregionali, i viaggiatori si troveranno senza alternative. E non saranno pochi: su questa linea ferroviaria, la seconda per importanza del territorio nazionale, viaggiano ogni giorno una media di 36mila pendolari.


Da parte del consiglio regionale lombardo c'è stata disponibilità a impegnarsi a mantenere gli interregionali, mentre i colleghi veneti restano fermi sulle loro posizioni. La denuncia arriva dal Comitato dei pendolari indignati che ha lanciato una petizione e raccolto più di 25mila firme, e dall'Unione degli Universitari, il più grande sindacato studentesco nazionale. I due gruppi hanno organizzato una staffetta che è partita venerdì 25 ottobre dalla sede del consiglio regionale della Lombardia per arrivare fino al consiglio regionale

del Veneto, portando come testimone la mozione approvata all'unanimità, a settembre, dai consiglieri lombardi, a favore del mantenimento degli interregionali.


Una vicenda che non mi lascia indifferente: in un periodo di crisi come questo, non possiamo permettere che il trasporto pubblico sia tagliato andando a penalizzare ancora una volta i cittadini. E, più in generale, la politica deve decidere da che parte sta: se tutti parlano di spostare sempre più il traffico dalla gomma alla rotaia, non devono far diventare, però, quest’ultima un’esclusiva per pochi.

Ustica: è l’ora della verità

Sono passati quasi 34 anni e ancora non è stata fatta la necessaria chiarezza sulla strage che si è compiuta sopra i cieli di Ustica il 27 gennaio del 1980. Ho, perciò, firmato la proposta di legge per l’istituzione della Commissione bicamerale d’inchiesta sulla Strage di Ustica i cui compiti saranno ricostruire, anche sulla base delle recente sentenza della terza sezione civile della Cassazione, il corretto svolgimento dei fatti che portarono all'esplosione del DC9 dell’Itavia e alla morte degli 81 passeggeri; valutare le eventuali responsabilità di Stati stranieri nei fatti del 1980; accertare le eventuali responsabilità nel depistaggio delle indagini come accertato dalla Corte di cassazione.

Ritengo sia necessario e opportuno giungere definitivamente alla verità. Anche quella che guarda oltre e a monte dei fatti. Chiunque ne sia coinvolto.

SOPPRESSIONE INTERREGIONALE MILANO-VENEZIA

Soppressione Treni Interregionali Milano-Venezia

Il 9 Luglio scorso la Regione Veneto ha comunicato in via ufficiale la decisione unilaterale di sopprimere, a partire dall’entrata in vigore del prossimo orario invernale (15 Dicembre 2013), le quattro coppie di treni interregionali che collegano Venezia con Milano.
Gli unici treni che percorrono l’intera tratta con risparmi economici sul prezzo del biglietto, rispetto ai costosi Freccia Bianca, che vanno dal 50% al 70% a secondo del percorso.
Questo provvedimento si allinea perfettamente a uno precedente che aveva già soppresso tutti gli Intercity che percorrevano la tratta, sostituendoli con i più costosi Freccia Bianca.
Sopprimendo anche gli Interregionali i viaggiatori si troveranno senza alternative.

E' bene precisare che sulla linea ferroviaria Milano-Venezia, la seconda per importanza del territorio nazionale, viaggiano ogni giorno una media di 36.000 pendolari che prendono questi treni per recarsi al lavoro, a scuola e all' università. 
Da parte del Consiglio Regionale Lombardo c'è stata disponibilità a impegnarsi a mantenere gli interregionali, mentre il Consiglio Regionale Veneto resta fermo nelle sue posizioni.

La denuncia per questa drammatica situazione arriva dal comitato dei "Pendolari Indignati" che ha lanciato una petizione e raccolto più di 25.000 firme in meno di un mese, e dall'Unione degli Universitari, il più grande sindacato studentesco nazionale, visto l'alto numero di studenti pendolari e fuori sede coinvolti.

L'UDU si è mobilitato organizzando,con l'aiuto dei comitati di pendolari, una staffetta che partirà  venerdì 25 ottobre dalla sede del Consiglio Regionale della Lombardia per arrivare fino in Consiglio Regionale del Veneto portando come testimone proprio la mozione approvata all'unanimità il 10 settembre dal Consiglio Regionale della Lombardia a simboleggiare l'impegno nei confronti dei pendolari per il mantenimento degli interregionali Mi-Ve.
 
Non possiamo rimanere indifferenti davanti a questa situazione e alle sue conseguenze.
In un periodo di crisi come questo, non possiamo permettere che il trasporto pubblico sia tagliato andando a penalizzare ancora una volta i lavoratori, le famiglie e gli studenti lavoratori, ai quali un aumento nella spesa dei trasporti andrebbe a pesare ulteriormente sul reddito.

COMMISSIONE DI INCHIESTA PER STRAGE DI USTICA

Oggi ho firmato la proposta di legge per l'istituzione della Commissione Bicamerale d'Inchiesta sulla Strage di Ustica.
Mi sembra necessario e opportuno giungere definitivamente alla verità.
Qui sotto la puoi leggere.

PROPOSTA COMMISSIONE BICAMERALE

 DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.(Istituzione e funzioni della Commissione parlamentare di inchiesta)

1. È istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta, di seguito denominata «Commissione», al fine di indagare sulle vicende relative alla cosiddetta "strage di Ustica"

2. La Commissione ha il compito di:

a) ricostruire anche sulla base delle recente sentenza della terza sezione civile della cassazione,il corretto svolgimento dei fatti che portarono all'esplosione del DC9 dell'Itavia ed alla morte degli 81 passeggeri il 27 gennaio del 1980;
b) a valutare le eventuali responsabilità di Stati stranieri nei fatti del 1980;
c)ad accertare le eventuali responsabilità nel depistaggio delle indagini come accertato dalla corte di cassazione

Art. 2.(Composizione della Commissione)

1. La Commissione è composta da dieci senatori e dieci deputati, scelti rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento.

2. Il Presidente del Senato della Repubblica e il Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei suoi componenti, convocano la Commissione per la costituzione dell'ufficio di presidenza.

3. L'ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, è eletto dai componenti della Commissione a scrutinio segreto. Per l'elezione del presidente è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Commissione; se nessuno riporta tale maggioranza si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore numero di voti. In caso di parità di voti è proclamato eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.

4. Per l'elezione, rispettivamente, dei due vicepresidenti e dei due segretari, ciascun componente della Commissione scrive sulla propria scheda un solo nome. Sono eletti coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti si procede ai sensi del comma 3.

5. Le disposizioni di cui ai commi 3 e 4 si applicano anche per le elezioni suppletive.

Art. 3.(Poteri e limiti della Commissione)

1. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria.

2. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale.

3. La Commissione ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto.

4. La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia ai sensi del comma 3 siano coperti dal segreto.

5. Per i fatti oggetto dell'inchiesta parlamentare non è opponibile alla Commissione il segreto di Stato, né quello di ufficio, professionale e bancario. È sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato.

6. Per le testimonianze rese davanti alla Commissione si applicano le disposizioni previste dagli articoli da 366 a 384-bis del codice penale.

7. La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari.

Art. 4.(Obbligo del segreto)

1. I componenti della Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio sono obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti di cui all'articolo 3, commi 4 e 7.

2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, la violazione dell'obbligo di cui al comma 1, nonché la diffusione, in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, di atti o documenti del procedimento di inchiesta dei quali sia stata vietata la divulgazione, sono punite ai sensi dell'articolo 326 del codice penale.

Art. 5.(Organizzazione dei lavori)

1. L'attività e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla Commissione stessa prima dell'inizio dei lavori. Ciascun componente può proporre la modifica delle norme regolamentari.

2. Le sedute della Commissione sono pubbliche. La Commissione può deliberare, a maggioranza semplice, di riunirsi in seduta segreta.

3. La Commissione può avvalersi dell'opera di agenti e di ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritiene necessarie.

4. Per l'espletamento delle sue funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere, di intesa tra loro.

5. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 50.000 euro e sono poste a carico dei bilanci interni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

Art. 6.(Durata)

1. La Commissione conclude i propri lavori entro sei mesi dalla data della sua costituzione ed entro i successivi due mesi presenta al Parlamento una relazione conclusiva.  

NEWS DAL PARLAMENTO 20 OTTOBRE

Contro tutte le mafie

Milano e la sua provincia hanno vissuto due vicende che ci devono far riflettere profondamente: Sedriano è il primo paese della Lombardia sciolto dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose; Lea Garofano, la donna che ha avuto il coraggio di denunciare il sistema mafioso che vedeva coinvolta la sua famiglia e ha pagato il gesto con la vita, sabato mattina ha finalmente avuto un funerale.

La prima vicenda certifica definitivamente che anche il nord Italia è interessato dalle infiltrazioni mafiose che trovano un ottimo terreno per sviluppare i propri loschi affari. Adesso anche la malavita tenta di appesantire la “locomotiva” della produzione italiana già fiaccata dalla crisi.

Il funerale di Lea Garofalo mi fa pensare che ci sono persone che non si piegano alla violenza della malavita ed altre che cercano di uscire da un mondo violento. Parlando con la sorella di Lea, ho colto la difficoltà di queste scelte, la lontananza dello Stato e anche di noi tutti.

Allora penso che i politici, gli amministratori e gli imprenditori devono essere particolarmente attenti, se non vogliono ipotecare il loro e il nostro futuro. Non possono essere solo il guadagno e il proprio interesse personale la bussola della vita.

Altro discorso è quello di formare un corpo unico e granitico contro la malavita per impedire che venga identificato come bersaglio da colpire quello più debole. Cosa che è avvenuta con Lea.

Finanziamento ai partiti: le novità

L’Aula della Camera ha approvato il disegno di legge sul finanziamento pubblico ai partiti (288 voti a favore, 115 contrari e 7 astenuti) e ora tocca al Senato esprimersi. Tra le novità introdotte, la possibilità per i soggetti politici di ricevere donazioni con gli sms e l’introduzione del tetto per donazioni di privati a 300mila euro. Sale, inoltre, la soglia delle detrazioni.

E’ evidente – al di là delle solite, plateali commedie dei M5S – che il disegno di legge del Governo mira a spostare dallo Stato ai privati il finanziamento dei partiti, principalmente con il sistema del due per mille e con la regolamentazione delle donazioni. Ad esempio, chi donerà soldi ai partiti, godrà di detrazioni al 37% tra i 30 euro e i 20mila euro, al 26% tra i 20mila e i 70mila euro.

Inoltre, alto punto che giudico importante, i partiti che non promuoveranno le quote rosa, saranno penalizzati nei contributi. E poi: aumentano le detrazioni per l’iscrizione a scuole o corsi di formazione politica e sono previsti più fondi per la cassa integrazione dei dipendenti dei partiti politici per il 2015 e 2016.

Non solo Imu

Stesso discorso per il decreto legge in materia di Imu: la Camera lo ha approvato con 326 sì, 121 no e 20 astenuti, e lo ha inviato al Senato che ha tempo per convertirlo in legge fino al 30 ottobre. Il provvedimento abolisce la prima rata sull’abitazione principale, rifinanzia la cassa integrazione in deroga con 500 milioni e facilita l’accesso ai mutui ipotecari agevolati per le famiglie numerose e i nuclei con disabili.

Nel DL vi sono anche una detraibilità più alta per le polizze vita, la cancellazione dell’imposta sugli immobili dati in comodato gratuito ai figli, la salvaguardia di altri 2.500 esodati e uno sconto più sostanzioso per i concessionari dei giochi che vogliano sanare pendenze fiscali in un’unica soluzione.

Un emendamento introdotto dalle Commissioni affida ai prefetti la “graduazione programmata” del ricorso alla forza pubblica nell’esecuzione degli sfratti. È previsto inoltre un fondo per gli inquilini “morosi incolpevoli”, pari a 40 milioni di euro per il prossimi due anni, mentre il fondo per gli affitti arriva a 100 milioni nel biennio.

Riforme, si va a incominciare

Il Ministro per le Riforme costituzionali Gaetano Quaglieriello ha riferito, in Aula, l’informativa sulla Relazione finale della Commissione per le Riforme costituzionali. Per quanto mi riguarda, una prima riflessione positiva la spendo sulla fine del bicameralismo perfetto tra Senato e Camera, sulla riduzione dei parlamentari e sulla valorizzazione del Senato federale. Credo richieda una più approfondita analisi il passaggio sul semi-presidenzialismo. Ricordo che la Relazione dà conto dell’esito dei lavori della Commissione e indica una serie di ipotesi di riforma.

Quagliariello ci ha fatto sapere che per superare la crisi politica, economica e sociale la Commissione ritiene che i punti principali su cui intervenire siano questi: 1) il rafforzamento del Parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo paritario, una più completa regolazione dei processi di produzione normativa e, in particolare, una più rigorosa disciplina della decretazione di urgenza; 2) il rafforzamento delle prerogative del Governo in Parlamento attraverso la fiducia monocamerale, la semplificazione del processo decisionale e l’introduzione del voto a data fissa di disegni di legge; 3) la riforma del sistema costituzionale delle Regioni e delle autonomie locali che riduca significativamente le sovrapposizioni delle competenze e si fondi su una maggiore cooperazione e una minore conflittualità; 4) la riforma del sistema di governo, che viene prospettata in t re diverse possibili opzioni: la razionalizzazione della forma di governo parlamentare, il semipresidenzialismo sul modello francese, una forma di governo che, cercando di farsi carico delle esigenze sottese alle prime due soluzioni, conduca al governo parlamentare del Primo Ministro.

 

Quelle “quote” poco chiare

Ho appena presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo sull’udienza preliminare del processo riguardante le cosiddette “quote latte”, avvenuta mercoledì 16 ottobre. La vicenda interessa anche alcuni responsabili del Ministero delle Politiche agricole. Mi risulta, poi, che le relazioni di alcuni graduati, incaricati delle indagini sui fatti, segnalino errori nella quantificazione delle produzioni di latte bovino in Italia. Quindi, potrebbe configurarsi un danno a carico dello Stato italiano per una errata comunicazione del quantitativo di latte prodotto nelle aziende agricole.

Per questo chiedo al Ministro di sapere se il Presidente del Consiglio, in rappresentanza dello Stato, e il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali intendano costituirsi parte civile al processo. Vorrei anche conoscere se la mancata presenza dello Stato all’udienza preliminare già avvenuta è da intendersi come una rinuncia e, in caso, la motivazione di questa scelta. Se vuoi leggere l’interrogazione clicca qui.

Non facciamo scappare i cervelli

Come deputati del Pd lombardo siamo intervenuti sulla questione della crisi della Alcatel, i cui lavoratori hanno manifestato davanti a Montecitorio proprio in settimana, dando una visione diversa della soluzione. La compagnia ha annunciato per l’Italia tagli occupazionali per 586 lavoratori.

Dal nostro punto di vista, chiudere le sedi italiane di Alcatel Lucent significa uccidere la ricerca e l’innovazione, ovvero un settore strategico per il nostro Paese. Non possiamo permetterci di perdere competenze preziose. Per questo, stiamo sollecitando quotidianamente il Governo, che è impegnato anche sul versante della cosiddetta Agenda digitale e ci auguriamo di avere rassicurazioni già nelle prossime ore. Lì si capirà se saremo capaci di dare spazio a nuovi investimenti in questo settore o se invece lasceremo che i nostri cervelli e le nostre competenze, davvero di alto livello, anche internazionale, diventino risorse inutilizzabili.