NEWS DAL PARLAMENTO

Droghe e farmaci: cambiano le regole

Alla Camera abbiamo approvato la Disciplina degli stupefacenti e dell’impiego di farmaci meno onerosi per il Servizio sanitario nazionale, che si compone di 4 articoli diretti a fronteggiare situazioni di necessità e urgenza negli ambiti delle sostanze stupefacenti e psicotrope e dei farmaci offlabel, ovvero fuori indicazione.

Quali le novità? Prima di tutto si abbassano le sanzioni per lo spaccio di lieve entità: ora vige la reclusione da 6 mesi a 4 anni e una multa da mille a 15mila euro. Ma attenzione: il reato non distingue tra droghe leggere e pesanti e spetterà al giudice graduare l'entità della pena in base alla qualità e quantità della sostanza spacciata e alle altre circostanze del caso.

Vengono rimodellate le tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Ora sono cinque: la I e III raggruppano le droghe pesanti, la II e la IV quelle leggere, la V riguarda i medicinali. Tra le droghe leggere confluiscono tutte le cannabis, senza distinzione; tra quelle pesanti finiscono tutte le droghe sintetiche riconducibili al principale principio attivo della cannabis.

Per quanto riguarda il famoso “uso personale”, acquisto o detenzione non hanno rilevanza penale, ma solo amministrativa. Per determinare, invece, la “modica quantità” entreranno in gioco il superamento dei livelli soglia fissati dal Ministero della Salute, il peso e il confezionamento.

Nel caso di piccolo spaccio o altri reati minori commessi da un tossicodipendente, il giudice può applicare la pena del lavoro di pubblica utilità al posto di detenzione e multa. Scelta che va nella direzione di evitare il sovraffollamento delle carceri, problema annoso per l’Italia e che, come sapete, seguo con attenzione.

Infine segnalo l’articolo 3 sui medicinali utilizzati per una indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata. Previa valutazione dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco), queste medicine potranno essere erogate a carico del Servizio sanitario nazionale, purché l’indicazione sia nota e conforme a ricerche condotte nell'ambito della comunità medico-scientifica nazionale e internazionale, secondo parametri di economicità e appropriatezza.

Quei furti sospetti

Ho presentato tre interrogazioni, ad altrettanti Ministri, per capire come mai in Italia, soprattutto in alcune regioni, spariscono regolarmente 30.000 capi di bestiame ogni anno. Il furto viene denunciato, ma poi non si riesce a capire perché è avvenuto e chi può esserci dietro. Il mio timore è che siano dei tentativi di mascherare la vicenda delle quote latte, oppure macellazioni abusive o magari il mancato rispetto delle norme sul benessere animale.

Le interrogazioni sono rivolte ai Ministri dell’Agricoltura Maurizio Martina, dell’Interno Angelino Alfano e della Sanità Beatrice Lorenzin. A tutti e tre riassumo la vicenda, segnalando questi continui furti di capi bovini e bufalini. Un fenomeno che si sta trascinando da almeno 12 anni e che mette a rischio il nostro patrimonio zootecnico, come pure la tracciabilità degli alimenti di origine animale. Ma ciò che più mi preoccupa e che chiedo ai Ministri di chiarire, è se questi furti siano fatti artatamente per cercare di nascondere altro​. Il mio dubbio è che alcune stalle ricevano contributi senza avere realmente i capi​, mantengano la propria quota latte e poi l’affittino dichiarando i furti. Altra ipotesi è che questi animali vengano destinati alla macellazione abusiva. Infine, le norme sul trasporto degli animali “a terra” invita a dichiarare il furto piu ttosto che il rispetto delle buone pratiche di gestione degli animali​.

In ognuna delle interrogazioni chiedo quali interventi il Ministero faccia per quanto di sua competenza. Da Martina vorrei sapere se sono state fatte verifiche sui pagamenti della Pac e dei contributi sulla produzione di latte negli allevamenti che hanno dichiarato continui e costanti furti o smarrimenti, come pure se le aziende interessate hanno affittato o venduto parte della propria quota latte dal 2002 al 2013. Ad Alfano chiedo quali azioni sono state messe in atto da parte degli organi di polizia giudiziaria di fronte a casi così consistenti di danni al patrimonio zootecnico italiano e alla sanità e salubrità degli alimenti. Dalla Lorenzin vorrei informazioni su quali interventi siano stati messi in atto per garantire le buone pratiche di gestione degli animali e delle norme sul benessere animale, ma anche cosa sta facendo il Ministero per prevenire le macellazioni abusive.

E’ l’ora della Pac

“Applicazione della Politica agricola comunitaria 2014-2020 in Lombardia” è il titolo del convegno che si terrà venerdì 9 maggio 2014, a partire dalle 17, al Parco Tecnologico Padano (via Einstein, Località Cascina Codazza), a Lodi, organizzato dal Pd lombardo e al quale parteciperò in qualità di relatore, trattando delle prospettive per l’agricoltura regionale.

Di sistema agroalimentare parlerà, invece, Fabrizio Santantonio, responsabile delle Politiche agricole del Pd lombardo, di scelte nazionali rispetto alla Pac Giuseppe Blasi, capo Dipartimento del Ministero delle Politiche europee del Mipaaf. Saranno presenti le associazioni di categoria, con cui si terrà una tavola rotonda, il docente universitario Roberto Pretolani, Angelo Zucchi

capo segreteria del Ministero delle Politiche agricole, i rappresentanti delle aziende del settore agricolo e i consiglieri regionali del Pd della Commissione consigliare Agricoltura.

Tutto il nostro discorrere ruoterà attorno a un tema ben preciso: il 2014 è un anno molto importante per il futuro della Pac. L'Italia è stata chiamata a prendere decisioni rilevanti e ora siamo alla fase finale: tra poche settimane ci sarà il decreto ministeriale che farà partire tutto il processo. E’ necessario un confronto tra i protagonisti di questo momento affinché diventi un punto di svolta per l’agricoltura lombarda, italiana ed europea.

Se vuoi leggere volantino clicca qui.

LA MIA NEWS DAL PARLAMENTO 27 APRILE


L’Europa secondo Morgano


Ci stiamo avvicinando alle elezioni europee e vi voglio invitare a un incontro organizzato per sabato 3 maggio 2014, dalle 15.30 alle 17.30, alla Fonderia Mercury, in via Thaon di Revel 21, a Milano, per parlare di Europa con Luigi Morgano, candidato al parlamento europeo per il Pd nella circoscrizione Nord-ovest.

Se vuoi leggere il volantino clicca qui.


Al lavoro con più diritti


Il 23 aprile il voto di fiducia, con 344 favorevoli e 184 contrari. Il 24 aprile l’approvazione della conversione in legge, con 283 favorevoli, 161 contrari e un astenuto. E’ così che la Camera ha dato il via libera al Decreto Lavoro, firmato dal Ministro Giuliano Poletti, per lasciarlo andare verso l’esame del Senato.

Travagliato come non pochi: l’alleato Ncd in un primo tempo sembra mettersi di traverso, Scelta civica si dice in dubbio, ma alla fine il decreto che nasce da una costola del Jobs Act, il piano di riforme del mercato del lavoro voluto da Matteo Renzi, vede la luce.

Ricordo i passaggi fondamentali del documento. Innanzitutto, viene alzata da uno anno a 3 anni la durata dei contratti a tempo determinato senza causale e il numero degli assunti con questo contratto non potrà superare il 20%.

I contratti a tempo determinato si potranno rinnovare fino a un massimo di 5 volte in 3 anni. Niente più obbligo di pausa tra un contratto e l’altro.

L’apprendistato avrà meno vincoli e la busta paga base degli apprendisti sarà pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento, mentre sarà nuovamente obbligatoria la formazione pubblica.

Importantissimo, poi, il fatto che le donne che rimangono incinta durante un contratto a tempo determinato possano conteggiare anche la maternità come durata del contratto e se l’azienda assume nei 12 mesi successivi, avranno la precedenza.

Segnalo, infine, che uno degli articoli garantisce la parità di trattamento delle persone in cerca di occupazione in uno degli Stati membri dell’Ue indipendentemente dal luogo di residenza: è un modo per rendere immediatamente operativa la Garanzia per i giovani.

No Ogm, please


Il Tar del Lazio per la normativa nazionale e quello del Friuli Venezia Giulia per la legge regionale, hanno bocciato lo stesso giorno il ricorso di un agricoltore friulano che contestava da un lato il decreto con il quale il Governo Letta, nel luglio 2013, aveva bloccato per 18 mesi ogni tipo di coltivazione transgenica in Italia, dall’altro analogo provvedimento assunto dalla sua Regione. Il divieto di coltivare il mais MON810, l'unico autorizzato in Europa, dunque, resta in vigore a tutti i livelli.

L’Italia aveva deciso questa sorta di moratoria che, da temporanea, potrebbe diventare definitiva, vista la linea che si sta prendendo a livello europeo tra i pro e i contro gli Ogm. Come dal Pd spesso auspicato, infatti, l’Unione europea pare intenzionata a lasciare liberi i Paesi membri di decidere se applicare la clausola di salvaguardia per bloccare le colture Ogm, soprattutto nei casi in cui la particolare conformazione del territorio comporti dei rischi di contaminazione, cosa che, ad esempio, in Lombardia, dove vige la regola dell’appezzamento, potrebbe essere possibile.

Il punto è poter lasciare delle fasce di rispetto, ma per il tipo di agricoltura che si pratica in Italia è piuttosto difficile. Dunque, tutti soddisfatti, per ora, dal Ministro alle organizzazioni dei coltivatori, biologico in primis, visto che è l’unico che non contempla per sua natura colture transgeniche.

Vedremo come si comporterà l’Ue, ma intanto segnalo che il Gruppo del Pd lombardo ha già depositato un progetto di legge che punta ad un’ulteriore moratoria di 12 mesi, almeno a livello regionale.


Stamina, meglio la prudenza


La vicenda di Stamina mi ha accompagnato per tutti questi mesi di attività alla Camera, in primo luogo per la costante presenza del presidio in piazza Montecitorio, poi per gli interventi legislativi che abbiamo messo in atto.

Il problema si è mostrato subito nella sua complessità e delicatezza, al punto da non poter essere paragonato alla già famosa cura Di Bella. Infatti, mentre in quel caso si poteva almeno risalire a un protocollo terapeutico, con Stamina non abbiamo avuto nulla tra le mani da poter controllare, confrontare, verificare.

Ma sono stati il dolore dei famigliari e le loro preoccupazioni a rappresentare la carne viva del problema anche se non dovevamo perdere di vista la vera natura della soluzione.

Ha, così, prevalso il pensiero prioritario, cioè avere delle certezze scientifiche prima di arrivare a qualsiasi somministrazione. Per questo si è autorizzata la sperimentazione anche a carico dello Stato. Le vicende giudiziarie di questi giorni premiano la prudenza e la richiesta di una convalida scientifica.

On. Cova: “Cosa si cela dietro furti e smarrimenti di capi di bestiame?”

On. Cova: “Cosa si cela dietro furti e smarrimenti di capi di bestiame?”

Che cosa si cela dietro i furti di bovini e bufale nelle campagne italiane? Forse un tentativo di mascherare la vicenda delle quote latte? ​​Oppure macellazioni abusive? O ancora il mancato rispetto delle norme sul benessere animale?​ Se lo chiede in tre interrogazioni a risposta scritta l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, che da sempre segue la vicenda delle quote latte. E vuole vederci chiaro.

“Le interrogazioni sono rivolte ai Ministri dell’Agricoltura Maurizio Martina, dell’Interno Angelino Alfano e della Sanità Beatrice Lorenzin – fa sapere Cova –. A tutti e tre riassumo la vicenda, ricordando che in alcune regioni italiane vengono segnalati continui furti di capi bovini e bufalini. Un fenomeno che si sta trascinando da almeno 12 anni e che mette a rischio il nostro patrimonio zootecnico, come pure la tracciabilità degli alimenti di origine animale. Ma ciò che più mi preoccupa e che chiedo ai Ministri di chiarire, è se questi furti siano fatti artatamente per cercare di nascondere altro​. Il mio dubbio è che alcune stalle ricevano contributi senza avere realmente i capi​, mantengano la propria quota latte e poi l’affittino dichiarando i furti. Altra ipotesi è che questi animali vengano destinati alla macellazione abusiva. Infine, le norme sul trasporto degli animali ‘a terra’ invita a dichiarare il furto piuttosto che il rispetto delle buone pratiche di gestione degli animali​”.

In ognuna delle interrogazioni Cova chiede quali interventi il Ministero faccia per quanto di sua competenza: “Da Martina vorrei sapere se sono state fatte verifiche sui pagamenti della Pac e dei contributi sulla produzione di latte negli allevamenti che hanno dichiarato continui e costanti furti o smarrimenti, come pure se le aziende interessate hanno affittato o venduto parte della propria quota latte dal 2002 al 2013. Ad Alfano chiedo quali azioni sono state messe in atto da parte degli organi di polizia giudiziaria di fronte a casi così consistenti di danni al patrimonio zootecnico italiano e alla sanità e salubrità degli alimenti. Mentre dalla Lorenzin vorrei informazioni su quali interventi siano stati messi in atto per garantire le buone pratiche di gestione degli animali e delle norme sul benessere animale, ma anche cosa sta facendo il Ministero per prevenire le macellazioni abusive”.

Roma, 23 aprile 2014

 

FURTI E SMARRIMENTI DI CAPI BOVINI E BUFALINI

Ho presentato 3 interrogazioni a risposta scritta sul tema dei furti e smarrimenti dei bovini e bufalini in alcune regioni italiane.
Le mie interrogazioni nascono dal fatto che circa 30.000 capi spariscono ogni anno tra Calabria, Sicilia, Puglia e Campania. Queste regioni dispongono di un patrimonio bovino di circa 1.000.000 di capi. Mentre in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna vengono rubate o smarrite circa 1200 capi su un patrimonio di 2.700.000 capi.
Mi sembra strano che ci siano queste differenze ed inoltre dovrebbe accadere il contrario.
Se vuoi leggere interrogazione al Ministro Alfano clicca qui
Se vuoi leggere interrogazione al Ministro Martina  clicca qui
Se vuoi leggere interrogazione al Ministro Lorenzin clicca qui

LA MIA NEWS DAL PARLAMENTO 19 APRILE

 

Buona Pasqua

Innanzitutto voglio fare a tutti voi e alle vostre famiglie i miei auguri di una Santa Pasqua e che siano giorni di sereno riposo.

 

Def, non solo numeri

Con il voto alla Camera, abbiamo definitivamente approvato il Documento di economia e finanzia del Governo Renzi. Ci sarebbe molto da dire sui contenuti di questo fondamentale provvedimento, ma mi limiterò a segnalare gli aspetti più importanti e soprattutto il senso del Def.

La novità più eclatante e attesa è il taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale su base annua che significa 80 euro in più nella busta paga di maggio per circa 10 milioni di persone, molta parte under 30. I tagli proseguiranno per arrivare a 17 miliardi complessivi nel 2015 e 32 miliardi nel 2016. In questo modo, assieme al Piano nazionale delle riforme, allegato al Def, il Pil dovrebbe risalire risultando maggiore dell’1,8% nel 2017.

Altra novità che ha fatto notizia: il taglio degli stipendi d’oro dei manager della pubblica amministrazione o delle aziende ad essa legate. Oltre una certa cifra non si potrà più andare. Il risparmio è stato stimato attorno ai 400 milioni di euro.

Inoltre, verrà ridotta l’Irap per le aziende del 10%, mentre partirà un programma di privatizzazioni che porterà nelle casse dello Stato circa 12 miliardi nel 2014. Gli introiti saranno utilizzati per ridurre il debito pubblico.

Inoltre, è previsto un incremento degli investimenti pubblici mediante l’allentamento del Patto di stabilità interno, l’uso più efficace dei Fondi europei, nuove opere nel settore idrico, la realizzazione di progetti piccoli e medi sul territorio, il miglioramento della competitività d’impresa, la riduzione del 10% della bolletta elettrica, la riforma della disciplina dei servizi pubblici locali, interventi per l’internazionalizzazione delle impresa, ulteriori 13 miliardi per il pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione.

Ma al di là dei freddi numeri, importantissimi, per carità, si deve guardare al significato di quanto abbiamo votato: il Def contiene una chiara linea di politica economica protesa al rilancio della crescita del Paese, basata sul binomio fondamentale fra politiche di bilancio equilibrate e una forte azione riformatrice. Ciò significa agire sulla fiscalità per ridurne il peso attraverso il sostegno ai redditi degli italiani con un’azione dai contorni di equità sostanziale. Una redistribuzione, insomma, tra chi ha pagato finora il prezzo maggiore della crisi, e coloro che invece non ne hanno risentito affatto, passando attraverso una riduzione dei centri di spesa e una mano a chi ancora crede nell’impresa.

E’ solo il primo passo, ma credo che sia la strada giusta per permettere all’Italia e agli italiani di rialzarsi e riprendere un cammino di sviluppo, equilibrato e sostenibile.

 

Basta scambio di voti

Il disegno di legge sul voto di scambio politico mafioso è stato ufficialmente approvato. D’ora in poi questo reato verrà punito anche se l’oggetto dello scambio non sarà denaro. Il nuovo testo colpisce l’accordo tra il politico e il mafioso e introduce le “altre utilità” come contropartita rispetto al solo denaro.

Tra le novità, che hanno fatto tanto berciare – tanto per cambiare – , una certa opposizione, la riduzione delle pene dalla forchetta di un minimo di 7 a un massimo di 12 anni di reclusione a quella di un minimo di 4 a un massimo di 10 anni.

Vado a spiegare perché. La legge precedente puniva lo scambio di voti con soldi voti od appalti, ma doveva essere dimostrato e provato. La pena era da 7 a 12 anni perché si trattava di un reato mafioso, assimilabile, cioè, all’associazione per delinquere di tipo mafioso. Il più delle volte non si riusciva a ottenere sentenza, perché diventava difficile dimostrare la reale esistenza di questa fattispecie di reato.

Ora viene punita “la promessa di scambio di voti”, ovvero non serve provarlo, non serve che ci sia un reale scambio: basta la promessa, che può essere individuata anche attraverso le intercettazioni. Chiaramente è un reato minore e non può essere punito allo stesso modo. Per questo è stato ridotto da 4 a 10 anni. Ma per lo meno si ha una discreta certezza che di fronte a questa grave macchia per le istituzioni e la democrazia, una pena prima o dopo arriva.

 

Immigrazione: da soli non ce la facciamo

L’Italia ha salvato 19mila migranti nei primi tre mesi dell'anno. Lo ha detto Angelino Alfano, Ministro dell’Interno, durante la sua informativa sull'immigrazione, tenuta in settimana alla Camera. Apriti cielo: sono volate parole grosse con la Lega, che, come è suo costume politico, fa del tema uno dei cavalli di battaglia per raccogliere voti, ma senza aver mai prodotto risultati concreti, dopo anni al Governo, oltre tutto con il suo leader Roberto Maroni alla guida dello stesso dicastero che oggi ricopre Alfano. E quest’ultimo non ha dimenticato di ricordarlo al Carroccio: siamo davanti a numeri paragonabili a quelli del 2011, ovvero l'anno seguente all'approvazione del reato di immigrazione clandestina che poi non ha rappresentato un deterrente, ha detto.

Lo scenario è però cambiato, ci ha fatto sapere il responsabile del Viminale: se, all’epoca, erano i tunisini in fuga dagli sconvolgimenti, oggi i migranti hanno nazionalità: arrivano dall’Eritrea, dal Mali, dalla Somalia, dal Gambia, dal Senegal e dalla Nigeria.

Dalla “primavera araba”, ha fatto sapere ancora Alfano, l’Italia ha adottato misure che hanno rafforzato la nostra possibilità di far fronte al fenomeno. Tant’è che, dall’avvio della missione Mare Nostrum il 18 ottobre scorso, sono state salvate oltre 19mila persone, con una spesa di 9 milioni di euro al mese.

Come affrontare quest’ennesima emergenza? Secondo Alfano occorre rafforzare la missione Frontex (l’istituzione dell'Unione europea il cui scopo è il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne degli Stati della Ue e l'implementazione di accordi con i Paesi per la riammissione dei migranti extracomunitari respinti lungo le frontiere) e di questo si è impegnato a farne tema centrale nel semestre di presidenza italiana dell’Unione europea.

Secondo il Ministro si deve arrivare a rendere i migranti rifugiati europei e permettere loro di spostarsi, oppure continueremo a essere penalizzati. Perché nessun Paese può reggere da solo la pressione migratoria se non è sostenuto dalla comunità internazionale. E il problema è ben di là dal risolversi: ancora per molti decenni dovremo misurarci con un’immigrazione tanto massiccia.

 

LA MIA ANAGRAFE PUBBLICA DEGLI ELETTI

Come negli anni scorsi voglio aggiornarvi su quanto ho fatto nel 2013 nella mia attività politica. Sicuramente non racconterà tutto, ma sono sempre a disposizione per chiarimenti.

ATTIVITA' IN CONSIGLIO PROVINCIALE

  • Da gennaio 2013 e fino al 15 marzo 2013 ho ricoperto la carica di Consigliere provinciale a Milano e ho presentato 4 interrogazioni.
  • In questi quasi 3 mesi ho percepito 7.641,22€ lordi, mentre le trattenute sono state 3.347,02€ percependo 4.294,2€ nette.


ATTIVITA' ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DAL 15 MARZO 2013 AL 31 DICEMBRE 2013

  • Ho sottoscritto 28 Proposte di Legge presentate da colleghi deputati, ho sottoscritto 1 Proposta di modifica del Regolamento della Camera. 
  • Sono stato primo firmatario di 11 interrogazioni a risposta scritta, di 1 interrogazione a risposta in Commissione, di 2 Risoluzioni in Commissione. 
  • Ho presentato 1 Ordine del Giorno, come primo firmatario, che è stato approvato e che sta cominciando a dare i suoi frutti e riguarda gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche sulla MM2 tra le stazioni di Gobba e Gessate.
  • Vi segnalo anche le mie presenze alle votazioni dal 15 marzo al 31 dicembre: ho partecipato a 2582 votazioni su 2810, se vuoi vedere lo specifico di ogni seduta puoi cliccare qui. Sono stato assente due giorni, in occasione della Laurea di mia figlia e per un impegno famigliare. Preciso che alcune votazioni sono senza registrazione per cui non compaiono.
  • Mi risulta difficile indicare le mie presenze totali in aula perchè sono senza registrazione. Potete leggere solo quelle dove sono avvenute votazioni con registrazioni di voto dall'allegato precedente.
  • Le mie presenze alla Commissione Agricoltura o alle Commissioni dove ho sostituito altri colleghi non possono essere rendicontate, in quanto non tutte hanno obbligo di registrazione. Infatti le audizioni e i comitati ristretti sono senza registrazioni e più convocazioni giornaliere di commissione vengono registrate solo nella prima occasione mentre per le successive non vi l'obbligo.


RETRIBUZIONI DAL 15 MARZO 2013 AL 31 DICEMBRE 2013

  • L'indennità parlamentare  è stata di 78.229,76€ lorda a cui vanno tolte 28.881,26€ di trattenute direttamente dalla Camera e che subiranno una ulteriore trattenuta con la presentazione del mio Mod. Unico 2013. 
    • Ho percepito 35.055,00€ come contributo per la mia attività politica, di questi soldi ho versato 14.250€ al PD nazionale+9.600€ al PD metropolitano+5.000€ al PD regionale+2.100€ ai Circoli PD+ 1.600€ ad associazioni di volontariato. Inoltre ho versato 328,74€ al PD metropolitano da Consigliere Provinciale.
    • La diaria  è stata di 32.159,96€ che ho usato per vitto e alloggio a Roma, sono alloggiato in albergo, e per la mia attività politica in quanto il contributo che ricevo viene dato quasi completamente al PD.
    • Ho ricevuto 7.275,21€ per spese di viaggio e spese telefoniche

INFORMAZIONI PATRIMONIALI

  • Il mio reddito principale non è più dato dalla mia professione di medico veterinario libero professionista dei bovini da latte e da carne. Nei primi mesi dell'anno ho mantenuto la mia attività, mentre dalla nomina mantengo solo una piccola parte di lavoro della mia professione per garantire una continuità di lavoro in caso di una mia mancata rielezione. Infatti sono libero professionista e non sono in aspettativa.
  • Non sono membro di nessun Consiglio di Amministrazione, la stessa cosa vale per mia moglie e le mie figlie.
  • Non possiedo pacchetti azionari, ugualmente mia moglie e le mie figlie.
  • Vivo con la mia famiglia in un appartamento acquistato negli anni'90 da privati ed è in proprietà al 50% con mia moglie.
  • Allego documento con altre proprietà ereditate con la morte di mio padre e le relative quote di possesso. I terreni hanno destinazione agricola.
  • Chi fosse interessato trova lo stato del mio patrimonio e i miei redditi pubblicati sul sito della Camera dei Deputati, come richiesto dalla normativa vigente, e sui siti di monitoraggio dell'attività dei politici.

A tutti voi va il mio ringraziamento per le continue sollecitazioni e le numerose richieste di approfondimento. Questo mi permette di accrescere le mie informazioni e mi consente di ampliare il mio bagaglio culturale. 

Un grazie anche per la bella esperienza che sto vivendo e che è possibile con il vostro voto per me alle primarie.

NEWS DAL PARLAMENTO 13 APRILE

Europee: femminile, plurale

Come tutti sappiamo, il 25 maggio l’Italia sarà chiamata a eleggere i suoi rappresentanti al Parlamento europeo. I seggi sono 73 e vengono assegnati sulla base di un sistema proporzionale con soglia di sbarramento del 4%. E’ prevista la possibilità di esprimere da 1 a 3 preferenze e il territorio è diviso in 5 circoscrizioni elettorali: Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud, Isole.

In settimana abbiamo approvato definitivamente la legge per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, ovvero le norme finalizzate a rafforzare la rappresentanza di genere, similmente a quanto prevede la normativa introdotta nel 2012 per le elezioni dei consigli comunali.

Cosa significa? Il provvedimento non introduce un sistema di quote, ma lascia libero l'elettore di scegliere le referenze tra un uomo e una donna dando una nuova chance di ridurre la diseguaglianza di genere. E se avete fatto caso alle notizie riportate dai mass media, il Pd ha già scelto di dare spazio alla rappresentanza femminile nella composizione delle liste per le elezioni europee: è stato, infatti, deciso di candidare 5 donne come capolista nelle rispettive circoscrizioni.

Non solo per Roma

Dopo avere votato la questione di fiducia posta dal Governo, per scongiurare l’ostruzionismo delle opposizioni, e aver svolto l’esame degli ordini del giorno e dei numerosi emendamenti, giovedì scorso alla Camera abbiamo approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 16 del 2014 sulle “Disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche”. Ora il provvedimento è passato all’esame del senato.

Il decreto detto degli Enti locali contiene importanti e non rinviabili misure, alcune delle quali a favore di Roma Capitale, ovvero quelle tese a consentire alla città di superare una fase di emergenza ereditata dalla passata gestione. Le opposizioni lo hanno ribattezzato “Salva Roma” per questo motivo, ma il Pd ci ha tenuto a sottolineare che si tratta di un'operazione a impatto zero sui saldi di finanza pubblica. Non è cioè una regalia perché le risorse in discussione derivano, in massima parte, da entrate già pagate dai romani attraverso l'addizionale Irpef. E l’amministrazione Marino si sta già adoperando per un piano di rientro.

Tra le altre novità, vi è la possibilità di aumento della Tasi dello 0,8 per mille, ma solo a condizione che vengano finanziate detrazioni in grado di riprodurre la stessa geografia delle esenzioni totali e parziali della prima casa proprie dell’Imu. E spiego meglio: questa misura consente di esentare dal pagamento il 25% delle famiglie italiane che hanno come prima casa una unità immobiliare di valore catastale abbastanza basso da rientrare in quelle che furono esentate nel 2012 dall'Imu.

Altra misure importanti del decreto legge riguardano la gestione delle finanze dei Comuni, i piani di riequilibrio strutturale delle città in cosiddetto pre-dissesto e norme per l'edilizia scolastica.

Bel Paese, tanti vini

Nei giorni scorsi ho partecipato a un convegno sul vino e le tematiche connesse alla vitivinicoltura, organizzato in occasione di Vinitaly. Sono rimasto molto colpito dalla grande varietà di vini che vengono prodotti in Italia,

a conferma che esiste un’agricoltura incentrata sulla propria tipicità e aziende vitivinicole che producono varietà diverse di vini all'interno della stessa azienda. Inoltre ogni regione si caratterizza per produzioni proprie.

Ho portato a casa l'immagine di un settore molto importante per il nostro Paese, sia per la produzione che va al consumo nazionale, ma gran parte per quello internazionale. Un ambito produttivo che è in espansione e che ha ancora margini per poter lavorare.

Più sicurezza nel piatto

Ho sottoscritto un’interrogazione a risposta in Commissione Agricoltura presentata dalla collega Colomba Mongiello, che da anni si batte per la sicurezza alimentare. Anche in questo nuovo documento, come parlamentari chiediamo al Ministro quali iniziative intenda intraprendere affinché in Italia si possano fornire ai consumatori i dati e le informazioni relative ai prodotti agroalimentari e alle materie prime alimentari importate, con particolare riferimento alla sicurezza alimentare, alla qualità e all’igiene degli alimenti. Vogliamo informazioni, poi, sul rispetto della sicurezza nelle fasi della produzione, al fine di garantire la tutela della salute dei cittadini.

L’interrogazione chiede inoltre al Ministro se non ritenga di attivarsi al fine di rendere immediatamente operativa l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, affidandogli il ruolo di coordinamento di tutti gli interventi che attualmente fanno capo a vario titolo ai Ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e della Salute e alle Regioni. L’obiettivo è sempre quello di offrire garanzie ai consumatori e tutelare la nostra industria agroalimentare.

Meno cemento e più agroalimentare: il Parlamento approvi prima di Expo la legge contro il consumo di suolo

On. Cova: "Meno cemento e più agroalimentare: il Parlamento approvi  prima di Expo la legge contro il consumo di suolo"

"Basta consumo di suolo: meno cemento e più agroalimentare. E questa volta il Parlamento deve legiferare in fretta. Possibilmente prima di Expo", è un richiamo a tutti i colleghi quello dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, rispetto al provvedimento che è attualmente in discussione nelle Commissioni congiunte Ambiente e Agricoltura della Camera.

Cova spiega perché questa urgenza: "In Italia siamo costretti a importare una parte delle materie alimentari perché non c’è abbastanza territorio dedicato alla coltivazione di alcune di esse. Ma d’altra parte gli appartamenti vuoti e invenduti nuovi sono in eccesso e hanno occupato terreni che potevano essere liberi. Ecco perché è così importante promuovere un consumo di suolo agricolo pari a zero e accelerare i tempi per l’approvazione della legge".

Secondo il parlamentare Pd "questa è la priorità del nostro Paese, anche in vista di Expo 2015, che non per nulla è dedicato al tema dell’agroalimentare. Dunque, nutriamo il paese ed evitiamo di costruire case che non verranno mai abitate".

In sintesi, quello di Cova è un no alla cementificazione perché "siamo l’eccellenza dell’alimentare e dobbiamo mantenere questa nostra originalità".

Roma, 11 aprile 2014

 

NEWS DAL PARLAMENTO DEL 6 APRILE

Di Provincia e di Città

Come sapete, perché se ne è fatto un gran dibattito, questa settimana è stato approvato il Decreto Delrio, quello che va ad attivare le 9 Città metropolitane e la riorganizzazione delle Province e delle Unioni dei Comuni.

Lo ritengo un passo importante perché da più di 20 anni si è legiferato sulla costituzione delle Città metropolitane, ma solo ora queste possono iniziare il loro cammino. D’ora in poi cambierà il rapporto tra le amministrazioni dei comuni di area vasta: infatti, deve maturare una visione più ampia da parte dei singoli enti locali e una maggiore solidarietà nelle scelte di sviluppo per consentire di avere un territorio che cresce insieme.

In attesa dell'abolizione delle Province con legge costituzionale, il decreto le riorganizza come enti di secondo livello che vanno a gestire il territorio provinciale.

Carcere: c’è l’alternativa

Questa settimana alla Camera abbiamo definitivamente approvato la legge sulle misure alternative al carcere e di riforma del sistema sanzionatorio, conosciuta come “messa alla prova”. Come ho scritto più volte, il provvedimento prevede importanti misure di carattere strutturale e di sistema per ridurre il problema del sovraffollamento carcerario, fornendo però, al contempo, strumenti nuovi e migliorie complessive alla macchina giudiziaria, anche in termini di velocizzazione dei tempi. E tutto ciò che è stato fatto – le stesse misure alternative al carcere – non va interpretato come una sorta di “premio” per chi ha sbagliato, ma ha lo scopo di ridurre concretamente il tasso di recidiva, che è l’unico modo per contenere ogni tipo di criminalità ed evitare di avere carceri disumane e che scoppiano.

Ricordo brevemente che la legge introduce tre rimedi strutturali per porre fine al sovraffollamento carcerario: l’introduzione nel nostro ordinamento di meccanismi di probation (messa alla prova); la previsione di pene detentive non carcerarie; la depenalizzazione di un’ampia categoria di reati.

Voglio chiarire anche uno dei punti che sta facendo più discutere della nuova norma: viene depenalizzato il reato di immigrazione clandestina, ma preciso che resta penalmente sanzionabile il reingresso in violazione di un provvedimento di espulsione.

Sano, di qualità e a chilometro zero

In Commissione Agricoltura della Camera abbiamo dato inizio, con l’audizione dei rappresentanti delle organizzazioni Agrinsieme (Confagricoltura, Cia, Alleanza delle cooperative), Coldiretti, Copagri e UeCoop, all’iter per la discussione e l’approvazione delle proposte di legge sulle norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità. Una delle proposte, quella presentata dal collega Ermete Realacci, è stata sottoscritta anche da me.

L’obiettivo della legge è quello di promuovere la domanda e l’offerta dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero, provenienti da filiera corta, e dei prodotti agricoli e alimentari ecologici e di qualità. Per chilometro zero si intende che questi cibi provengano da una distanza non superiore a 70 chilometri di raggio dal luogo previsto per il loro consumo o per i quali comunque è dimostrato un limitato apporto delle emissioni inquinanti derivanti dal trasporto.

Abbiamo, dunque, iniziato un percorso che rappresenta un passo molto importante per i consumatori e la qualità del cibo che ogni giorno arriva sulle nostre tavole. Da un punto di vista culturale, spero che per molti possa rappresentare la strada per cambiare stile di vita, in un senso più sano e salutare.

Riparliamo di quote

Questa settimana ho presentato nuovamente un’interpellanza urgente al Ministro, reiterando quella di gennaio per la quale non avevo ottenuto risposta, a proposito delle 1593 aziende da latte che erano assegnatarie di quote, ma che dal 2003 al 2010 non risultavano aver mai prodotto latte. Tali aziende sono però assegnatarie di circa 354.000 quintali di latte. Se ricordate, erano le stesse perplessità sollevate nella scorsa interpellanza, dove citavo anche le indagini dei carabinieri. E ora ci riprovo, perché mi sembra importante sapere se queste aziende hanno ricevuto anche i contributi Pac o se hanno affittato o addirittura venduto la propria quota e per quali motivi Agea non ha provveduto a revocare queste quote come dichiarato dalle sue stesse circolari. Inoltre mi sembra fondamentale conoscere il numero dei parti e delle vitelle e dei vitelli nati negli anni 2007-2008-2009. Entro una settimana, in Aula, riceverò la risposta del Ministro.

Troppo rumore per Trezzo

Mi sono preso a cuore i disagi che una parte degli abitanti di Trezzo sull’Adda vivono da quando è stata costruita la quarta corsia dell’autostrada A4 Milano-Venezia. Sto parlando del disagio provocato dall’ampliamento della sede autostradale: la nuova corsia è così vicina alle case che il rumore sta diventando insopportabile questo poiché le misure messe in atto per limitare l’impatto acustico non sono state realizzate bene: sono presenti fessure tra le barriere che non sono fonoassorbenti.

Ho presentato a tal proposito un’interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti in cui faccio presente che le indagini fonometriche svolte dall’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, rilevano rumori leggermente sotto la soglia consentita, ma per i cittadini l’impatto risulta ancora molto alto. Inoltre, i lavori eseguiti presentano alcune serie anomalie.

Anche dalle conclusioni del Politecnico di Milano a proposito dello stato di manutenzione delle barriere risulta una scarsa diminuzione della potenza sonora. Insomma, la realizzazione del manufatto non è stata eseguita a regola d’arte, le barriere dalla parte interna sono riflettenti anziché fonoassorbenti e manca un’idonea sigillatura sotto i cavalcavia 154 e 155 con effetto cassa di risonanza anche a causa del manto autostradale scarsamente fonoassorbente.

Al Ministro chiedo se non viene ritenuta necessaria la sostituzione delle barriere con la realizzazione di un’ulteriore idonea barriera antirumore.

Nuove regole per viti e pascoli

Lo chiamano il Testo unico del vino italiano e ha ufficialmente iniziato il suo iter parlamentare dopo che è stata depositata la proposta di legge sulla “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”, che ho sottoscritto anche io.

La proposta si pone l’obiettivo di uniformare e semplificare il panorama normativo del settore vitivinicolo e di raccogliere le indicazioni presentate dalle associazioni di categoria. Infatti, in un Paese come l’Italia, con un territorio così favorevole alla coltivazione vitivinicola, manca ancora una disciplina organica che riguardi la coltivazione della vite e la produzione e il commercio del vino. L’obiettivo è quello di avere la nuova legge quadro pronta entro l’inizio di Expo 2015.

Cosa prevede la proposta? Intanto, viene istituito uno schedario vitivinicolo, quindi si aggiornano le norme per la produzione dei mosti, dei vini e dei sottoprodotti per la vinificazione, si unifica la disciplina concernente i vini a denominazione di origine e con indicazione geografica, si disciplina la produzione degli aceti, si chiarificano le norme sulla commercializzazione e l’etichettatura. Inoltre, contiene il riordino della disciplina dei controlli e prevede un sistema sanzionatorio.