CENTRI DIURNI PER DISABILI ATTIVI PRESSO L’ISTITUTO DON GNOCCHI E L’ISTITUTO SACRA FAMIGLIA

CENTRI  DIURNI  PER  DISABILI  ATTIVI  PRESSO  L’ISTITUTO   DON  GNOCCHI  E  L’ISTITUTO  SACRA  FAMIGLIA

Presso questi grandi istituti di riabilitazione e cura delle persone disabili sono attivi dei Centri Diurni che ospitano 109 disabili milanesi. ( 69 in Sacra Famiglia – 40 al Don Gnocchi )
L’estate scorsa la Regione Lombardia ha emanato una normativa secondo la quale, a partire dal 1° luglio 2007, le famiglie degli utenti devono concorrere al costo della retta per una quota pari a 15 euro al giorno.
Per molte famiglie tale spesa mensile è insostenibile ed i loro rappresentanti ci hanno chiesto di sostenere l’iniziativa di chiedere un intervento del Comune di Milano visto che gli utenti interessati sono tutti i cittadini milanesi.
Così dal settembre 2007 è iniziato un confronto serrato con il Comune di Milano, che ha visto anche la partecipazione della LEDHA, nel quale dopo una lunga trattativa si è giunti alla soluzione a lungo richiesta. Come consiglieri comunali abbiamo sollecitato più volte l’allora assessore De Albertis e l’attuale Landi di Chiavenna chiedendo espressamente l’intervento del Comune per garantire alle famiglie un trattamento uniforme e facendo sì che non fosse accollato loro il costo di un servizio necessario per sostenere i loro figli disabili. Ricordiamo che le famiglie già sostengono il costo del pasto e dei trasporti.  
La Giunta Comunale il 28 marzo scorso ha deliberato un protocollo d’intesa stipulato con i due Enti interessati secondo il quale la quota che la Regione Lombardia aveva messo a carico delle famiglie degli utenti sarà coperta interamente dal Comune di Milano.
A carico delle famiglie rimarrà soltanto la quota Mensa pari a poco più di due euro al giorno.
Nel prendere atto con soddisfazione di questo provvedimento tanto atteso vogliamo sottolineare:

·        quanto deciso dal Comune di Milano va nella direzione di considerare i Centri Diurni tra i servizi cosiddetti essenziali, per i quali è fatto obbligo agli enti locali sostenere in toto tutte le spese di carattere socio/assistenziale

·        questa decisione rende omogeneo il trattamento di tutti gli utenti disabili milanesi che frequentano i Centri Diurni, perché il Comune di Milano nelle proprie strutture gestite direttamente od in convenzione non fa pagare alle famiglie nessuna retta di partecipazione al costo del servizio, e di conseguenza un trattamento diverso per i centri di Sacra Famiglia e Don Gnocchi avrebbe creato una disparità di condizione inaccettabile

Marco Cormio, Consigliere Gruppo PD
Marco Granelli, Consigliere Gruppo PD

Via Monte Ortigara

Il Consiglio di Zona 4 del 3 aprile 2008 ha approvato un documento, che trovate in allegato, sulla situazione molto precaria di via Monte Ortigara come puoi vedere da questa foto.
I lavori nell'ex area di Porta Vittoria sono fermi per problemi economici della società IPI, questa situazione ha generato un forte disagio nei cittadini della zona che si trovano con tubi del gas a cielo aperto e i passi carrai chiusi o non asfaltati e di difficile accesso.
Le richieste del consiglio di zona tendono a risolvere in parte i problemi contingenti.
Resta forte il dubbio che i disagi proseguiranno per molto se non riprendono i lavori su tutta l'area.
Inoltre i lavori di riduzione dei parcheggi nelle vie circostanti accrescono nel breve e lungo periodo i problemi dei cittadini.
Speriamo di poter rivedere ,a breve, l'albero libero dalle strutture del cantiere.

Via Bovisasca gli sgomberi non sono la soluzione

Faccio mio questo editoriale pubblicato su Incrocinews

Via Bovisasca gli sgomberi
non sono la soluzione

 
La legalità è sacrosanta. ma l’impressione
è che si stia scendendo sotto i limiti stabiliti
dai fondamentali diritti umani Allontanare questi disperati, senza pensare a un’alternativa, cosa produce? Perché insieme alla dovuta fermezza
non si è vista nessuna forma di assistenza,
specie per i più deboli?
 
01/04/2008

Editoriale

È giunta all’epilogo la situazione del campo rom abusivo di via Bovisasca. Da una decina di giorni le forze dell’ordine sono state quasi costantemente presenti nei pressi dell’ex area Montedison. Ripetuti e opportuni interventi di demolizione di diverse baracche hanno inizialmente “compattato” il campo, impedendo nuovi arrivi, mandando così un chiaro segnale agli occupanti per indurli a non ritenere definitiva questa situazione. Interventi nell’immediato positivi, che sono serviti anche a costruire una fascia di sicurezza intorno al campo, per evitare provocazioni dall’esterno (che non sono mancate, specie ad opera di qualche esponente politico in cerca di visibilità)Non si spiega invece la logica di quanto sta accadendo dall’alba di stamane, martedì 1 aprile: le forze dell’ordine si sono attivate per sgomberare tutti gli occupanti del campo. Nulla da eccepire sulla necessità dell’intervento: non era sostenibile il protrarsi di questa soluzione. Ma allontanare questi disperati, senza pensare per loro un’alternativa, cosa produce?Presto detto: alcuni nomadi (ma tra loro sono molti i rumeni non rom) hanno tentato di entrare nell’area dimessa in via Colico. Allontanati. Un gruppo più consistente, un centinaio di persone, ha lavorato tutta la mattina ricostruendo i propri miseri cubicoli di assi in via Poretta a Quarto Oggiaro. Tra loro molti giovanotti (rientrati precipitosamente dai cantieri dove lavorano per ricostruire la propria “casa”) ma purtroppo anche donne in avanzato stato di gravidanza, una ventina di bimbi sotto i dieci anni e diversi piccoli al di sotto di un anno. In tarda mattinata le ruspe hanno di nuovo demolito questa ulteriore sistemazione.
Ora queste persone (donne incinte e neonati compresi) stanno vagando per la città in cerca di un ulteriore spazio dove costruire un riparo e – probabilmente – attirare nuovamente le ruspe per l’ennesima demolizione. Perché insieme alla dovuta fermezza non si è vista nessuna forma di assistenza elementare per loro, specie per i più deboli tra i disperati?

La legalità è sacrosanta: ma l’impressione è che qui si stia scendendo abbondantemente sotto i limiti stabiliti dai fondamentali diritti umani che imporrebbero, insieme allo schieramento delle forze dell’ordine in atteggiamento antisommossa, qualche tanica d’acqua, del latte per i più piccoli, un presidio medico, qualche soluzione alternativa per i bambini, i malati e le donne in gravidanza.
Ci sono delle persone non in regola con la legge: occorre che la legalità prevalga nei loro confronti. Ma non si possono confondere i nomadi e i migranti che lavorano, con i delinquenti, oppure gli irregolari con chi è in possesso di regolare permesso di soggiorno. La maggioranza di loro lavora, tanti con un regolare contratto. Molti giovani uomini faticano nell’edilizia e in società attive dentro gli spazi della Fiera: 10 ore di lavoro al giorno, per sei giorni la settimana, per 800 euro al mese.
Una domanda allora si impone: a Milano questi immigrati servono o danno fastidio? Sappiamo che non stanno a Milano per turismo o per svago. La maggioranza di loro è qui per poter lavorare. Sanno che del loro lavoro Milano ha necessità. Cosa ne sarebbe infatti dell’imprenditoria ambrosiana e lombarda senza la manovalanza a bassissimo costo che rumeni (e non solo) offrono?
Non si vede traccia di un progetto a lungo respiro, di un piano condiviso: nessuno da solo può risolvere questa emergenza. Il volontariato da solo non riesce più a far fronte alla situazione. Don Colmegna e la Casa della Carità non possono farsi carico di altri ospiti, sono oltre le loro capacità ricettive. Non possono risolvere il problema da soli le forze dell’ordine (non è soltanto una questione di ordine pubblico), non è compito solo della politica e degli amministratori. Per uscire dall’emergenza e dalla logica dell’occupazione, dello sgombero, dell’ulteriore occupazione occorrono scelte condivise tra tutti gli attori prima citati e una progettazione a lungo termine.Ricordava l’Arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, nell’ultimo discorso alla vigilia della festa di S. Ambrogio: «Le attività della Caritas diocesana, della Casa della Carità, delle altre associazioni e gruppi di volontariato da sempre sono indirizzate a sviluppare percorsi di integrazione avvicinando le persone, cercando per loro un lavoro dignitoso e onesto, accompagnando e inserendo i bambini nelle scuole. Ma questa disponibilità operativa e tante volte faticosa ha bisogno di un maggior dialogo con le istituzioni, chiede di sentire le istituzioni alleate, ancora più presenti, autorevoli, capaci di far rispettare le leggi e solidali nel combattere la miseria».
È urgente la costituzione di un luogo istituzionale nel quale valutare come governare il problema. Così come è urgente tutelare i minori. Come il Tribunale dei minori può confermare, l’intervento a questo proposito delle Amministrazioni locali non è facoltativo ma obbligatorio.
C’è da augurarsi che il clamore e i festeggiamenti per la grande opportunità conquistata con l’Expo 2015 non diventino il paravento e il pretesto per nascondere o spostare un metro più in là, i drammi di questa città.

SICURE, CONTRO GLI INFORTUNI

“Abbiamo pensato di fare un gesto semplice, di attenzione verso le tante donne che nel nostro Paese svolgono un ruolo fondamentale”. Un'assicurazione automatica e gratuita alle casalinghe contro gli infortuni domestici. E' questa la proposta avanzata dal leader del PD Walter Veltroni che ha incontrato a Roma un gruppo di casalinghe del quartiere Garbatella.

“La nostra proposta – ha specificato Veltroni – è quella di modificare la legge in modo da rendere automatica e gratuita l'assicurazione per le casalinghe contro gli infortuni domestici”. In buona sostanza, ha spiegato il candidato premier democratico, non sarà necessario presentare domande o fare versamenti, ma nel caso in cui una casalinga sia vittima di un incidente domestico che comporta una invalidità permanente (pari o superiore al 27%) potrà avere un risarcimento presentando un auto certificazione in cui dichiara, appunto, di essere casalinga.

“Solo nel caso in cui una casalinga diventa, purtroppo, vittima di un incidente domestico – ha spiegato Veltroni – che comporta una invalidità permanente, pari o superiore al 27%, e per gli incidenti che si sono verificati dopo il 1 gennaio 2007, si dovrà presentare un'autocertificazione
in cui dichiara appunto di essere una casalinga, di aver avuto un incidente. Da quel momento avrà un assegno per tutta la vita”. Nella proposta presentata dal PD si sottolinea che il costo stimabile è di 4-5 milioni di euro l'anno e che la rendita risarcitoria varia da 148,33 euro al mese (per invalidità al 27%) e 1.030 euro al mese (per le invalidità al 100%).

Le casalinghe della Garbatella incassano sorridenti la proposta, garantendo, secondo lo slogan della campagna veltroniana, che alle prossime elezioni 'Si può fare'. Gli hanno preparato un pranzo in una delle splendide case popolari con giardino (nel quale spunta addirittura un pavone) del quartiere diventato famoso, come sottolinea Veltroni anche per "i Cesaroni". Un quartiere "storico" di Roma, al quale il leader del PD ha dedicato tutta la mattinata incontrando anche gli anziani del centro 'Pullino'.

CONSIGLIO DI ZONA 4 DEL 3 APRILE

Oggi in Consiglio di Zona 4 è in discussione la mozione che ho presentato con il collega Di Pasquale sul FABBISOGNO SCOLASTICO A ROGOREDO.
Fa seguito ad altre richiste e interrogazioni su rogoredo che non sono state prese in considerazione.
Ritengo che chiudere gli occhi e aspettare gli eventi senza mettersi a gestirli in prima persona, non sia il modo più appropriato di fare politica.
Niente scuole, viabilità precaria, strutture sanitarie inesistenti, ma chi governa questa città? 
I proclami sono tanti, ma pochi fatti.

FANZAGO-BOVISASCA: IL PROBLEMA E’ STATO SPOSTATO

Apprendiamo  dai  toni  trionfalistici  del  Vicesindaco  che  il  problema
Bovisasca  è  stato  risolto. 
Infatti  le  persone  –  perché di questo si
trattava  –  sono  state allontanate  in altre zone della città non potendo
farle sparire completamente.
Bravo il Vicesindaco che ha spostato il problema, magari polverizzandolo in
tanti luoghi, senza un progetto complessivo di intervento.
E’  un  modo singolare e del tutto provinciale di affrontare e risolvere le
questioni di questa natura: De Corato è in vena di bugie elettorali come se
ne sentono in questo periodo!

Andrea Fanzago, consigliere PD

SENTIERI DI CONFRONTO E DI ESPERIENZE

Care amiche e amici,
le prossime consultazioni elettorali ci trovano con posizioni e stati d’animo differenti.
Alcuni  saranno chiamati a votare per  la prima volta e vivranno l’emozione di intervenire direttamente nella scelta del Governo della nostra Nazione. Diventare attori principali di un  diritto ormai acquisito, ma conquistato da altri, con grandi sacrifici e  fatica negli anni!
Per altri sarà, invece, l’ennesima elezione: a volte  vissuta  con delusione e stanchezza.
Diversi sono i motivi che inducono ad avere una visione pessimistica, non ultima la legge elettorale complessa e macchinosa con la quale andremo a votare,  che da un lato non permette un rapporto diretto con i candidati,  dall’altro  è stata pensata più per impedire la governabilità che per rendere stabile una legislatura.
Lo scenario politico è, tuttavia, completamente cambiato: le forze in gioco hanno dovuto rivedere le proprie alleanze dopo la nascita del Partito Democratico e con la decisione di Veltroni di presentare un proprio programma elettorale.
L’uscita dei centristi ha portato il Polo delle Libertà a Destra del panorama politico italiano e la sinistra radicale ha presentato un programma alternativo al PD. Niente è più come prima . 
Durante queste settimane ho ricevuto diverse sollecitazioni per riflettere insieme su questo nuovo quadro politico e sulla novità del Partito Democratico. Unico caso in Europa di partiti con identità e culture diverse che si unisco per ricercare un percorso comune.
Sollecitazioni nate sia dall’entrata nelle liste dei candidati del PD di otto radicali, sia da un’esigenza , sempre più sentita, di un confronto sui grandi temi etici.

 
 Per questo Ti aspetto:

                                   VENERDI’ 28 MARZO 2008
                                           alle ore 20.45
                                  pressol’Istituto S. Vincenzo
                                      in Via Boncompagni 18.

 Parleremo di questi temi con:                                                  
                                                               
PAOLA PESSINA                                       
                                                                                                                                                                                                                                                        
Candidata al Senato-ex Sindaco di Rho
                                                                               

Sperando di vederti in questa data colgo l’occasione per farti i miei più cordiali auguri di una serena e santa Pasqua.
                                                                                                                                                                                Paolo Cova

FABBISOGNO SCOLASTICO NEL QUARTIERE ROGOREDO-PONTE LAMBRO-SALOMONE

MOZIONE
 
Oggetto: FABBISOGNO SCOLASTICO NEL QUARTIERE ROGOREDO-PONTE LAMBRO-SALOMONE  

PREMESSO CHE IL CONSIGLIO DI ZONA 4

·        con il “DOCUMENTO SUI FABBISOGNI SCOLASTICI NEI QUARTIERI ROGOREDO-MORSENCHIO-PONTE LAMBRO-SALOMONE-FORLANINI”, aveva  rilevato la criticità dei servizi scolastici a Rogoredo e la  necessità di conoscere i flussi demografici nei quartieri interessati.

·        aveva richiesto una mappatura degli edifici scolastici dei quartieri Rogoredo e Morsenchio

·        aveva individuato la necessità di avere degli studi di fattibilità tecnica e strutturale per l’ampliamento della scuola elementare di via Monte Piana e materna di via Monte Popera. In alternativa a quest’ultima la fattibilità di costruire una scuola materna sull’area adiacente attualmente destinata a parcheggio pubblico

CONSIDERATO CHE

·        il tavolo tecnico non si riunisce dal 13 ottobre 2007 e non si è avuto seguito alle richieste fatte

·        altri insediamenti abitativi sono previsti nel quartiere Ponte Lambro e sono iniziati i lavori lungo via Salomone

IL CONSIGLIO DI ZONA 4 CHIEDE

·        di conoscere i dati attuali delle pre-iscrizioni  alla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado per l’anno scolastico 2008-2009 in questi quartieri

·        di conoscere i flussi demografici a Rogoredo per poter programmare gli interventi scolastici

·        di conoscere i risultati degli studi di fattibilità sull’ampliamento della scuola dell’infanzia di via Monte Popera  e primaria di via Monte Piana

·        di convocare con urgenza il tavolo tecnico istituito presso l’Assessorato alla Famiglia,Scuole e Politiche Sociali

 

Milano, 18 marzo 2008

                                                                                                                       

                                                                             I Consiglieri di Zona                    
                                                                                
Paolo Cova              
                                                                            Giacinto Di Pasquale

FANZAGO – LO SGOMBERO ELETTORALE DI VIA BOVISASCA

La situazione del quartiere Bovisasca è il risultato degli sgomberi
eseguiti in questo ultimo anno: interventi che non hanno trovato uno sbocco
concreto, ma hanno di fatto spostato il problema di zona in zona.
L'intervento di oggi è la dimostrazione dell'incapacità della Giunta a
governare questo problema.
Hanno di fatto trasferito, in una zona dello stesso campo, le persone
presenti.
E' naturale che oggi l'intervento si presenta ancora più difficile da
gestire considerando i numeri (circa 600 tra bambini ed adulti).
Il campo rom della Bovisasca, abbandonato a se stesso, per di più in
un’area inquinata, ha visto così aumentare le presenze. La mancanza di
progettualità, in termini assistenziali, ha fatto il resto.
Dov'è finito il Patto di legalità?
Come mai ora non si chiede ai comuni della Provincia di aiutare Milano?
Forse perchè le Amministrazioni locali hanno cambiato colore politico nelle
ultime elezioni?

Andrea Fanzago, consigliere PD