NOI SOSTENIAMO FABIO PIZZUL

Carissima/o,

la democrazia si rinnova solo fornendole energie nuove. E’ quanto vogliamo affermare in questa fase

di disaffezione e di sconforto, perché non crediamo che lasciare il campo libero possa produrre beneficio al Paese.

Come cittadini impegnati nell’ambito associativo, culturale e socio-politico, noi il 28-29 marzo andremo a votare e voteremo scrivendo PIZZUL sulla scheda.

La disponibilità di Fabio Pizzul a candidarsi alle imminenti elezioni regionali assume infatti un significato particolare: nuove risorse per la politica e per le istituzioni, presenza qualificata in un contesto dove il sistema elettorale dei ‘grandi contenitori’ tende a diluire gli aspetti valoriali e le identità.
La candidatura
PIZZUL si muove nel senso delle sollecitazioni provenienti anche dall’ambito ecclesiale per un rinnovato servizio alla comunità («In Italia serve una "nuova generazione" di politici cattolici, che abbiano "rigore morale" e "competenza"». Benedetto XVI, 7/12/2008).
Richiamo rivolto anche ad ognuno di noi per
la coerenza nelle scelte, nel contributo alla presenza culturale, nel mondo dell’informazione e ora nella partecipazione alla scadenza elettorale.Concordiamo con

Pizzul quando afferma che la prospettiva oggi non può essere circoscritta in una lista omogenea, in un recinto che magari rassicura, ma che rischia l’irrilevanza politica. La sfida culturale e politica va giocata piuttosto in un contesto che sappia fare consistente aggregazione e riesca amuoversi

in campo aperto.


L’aspetto personale risulta allora indubbiamente rilevante, in particolare:

• Fabio è una persona seria e credibile, che nella sua esperienza si è sempre dedicato con impegno, generosità, competenza, sforzandosi di coniugare i valori e i principi cristiani – in cui anche noi crediamo– con la concretezza e le difficoltà della vita quotidiana, in una prospettiva di “bene comune”.

• Fabio rappresenta una candidatura che, se riuscirà ad affermarsi, indicherà una precisa presenza culturale in un partito che, come in tutte le polarizzazioni aggrega varie componenti.


Per risultare eletti non è però sufficiente essere capolista
, è necessario ottenere un elevato numero di preferenze (stimate in 10.000): obiettivo che si può raggiungere solo scrivendo sulla scheda il cognome

PIZZUL (si può dare una sola preferenza).L’impegno è rilevante -tanto più che Fabio non dispone di un apparato- e per questo chiediamo di convergere, di votare e di diffondere (per e-mail, facebook, telefono, sms, posta…) il nome di Fabio

PIZZUL.

Grati dell’attenzione restiamo a disposizione per chiarimenti e informazioni.


Un saluto.


*
Enzo Bianchi, Giulio Boati, Giuseppina Capra,MariaRosa Cazzaniga, Giovanni Castiglioni,

Luca Diliberto,Alberto Fossati,Elena Isacchi,SilvioMengotto,Simone Pizzi,Maura

Restelli,Amilcare Risi.

* Piergiorgio Acquaviva, Giorgio Bernardelli, Sergio Borsi, Alfredo Canavero, Paolo Lambruschi,

Margherita Lazzati,MarioMauri,PinoNardi,MarcoQuiroz,Paolo Sabbioni,GiorgioVecchio.

* Paolo Cova,Andrea Fanzago,LucaGhezzi,Linda Bergamini,Clelia Cosenza,DavideQuaglia,Paolo Danuvola.

23marzo 2010

PIZZUL CAPOLISTA PER IL PD

Ottimo incontro con Fabio PIZZUL, capolista del Partito Democratico, in zona Corvetto.
Diverse domande e su temi che riguardavano il mondo del lavoro, il territorio, la scuola, la comunicazione.

INQUINAMENTO FIUME LAMBRO

Martedi 2 marzo è stata convocata una commissione congiunta della Provincia di Milano sul Tema dell'Inquinamento del Fiume Lambro avvenuto nella giornata del 23 febbraio.
La fuoriuscita di materiale dalle cisterne è stata di natura dolosa e per questo ci sono indagini in corso per risalire ai colpevoli.
La Lombarda Petroli era un azienda soggetta alla legge Seveso 2 sugli impianti a grave rischio ambientale. Dallo scorso anno aveva autocertificato la propria declassazione ad azienda non pericolosa Gli idrocarburi fuoriusciti risultano essere circa 2600 tonnellate( cifra fornita dai dirigenti della struttura provinciale) Di questi circa 1200 tonnellate sono stati fermati presso il depuratore di San Rocco a Monza.
Il settore Ambiente della Provincia di Milano è stato allertato alle ore 10.00-10.30 dai vigili urbani di Milano che avevano notato la presenza di idrocarburi nel Lambro all'altezza di via Idro. Nessuna comunicazione, infatti, era pervenuta da Monza che era già in allarme dalle 8.00.
La Prefettura ha convocato il tavolo di crisi alle 14.00 del giorno 23. Stante questa la situazione mi è sembrato opportuno sottolineare
il grave ritardo degli interventi e delle comunicazioni. ritardo tanto più grave se si considera che il fiume  Lambro risulta essere uno dei fiumi lombardi con maggiore velocità. Non è un caso, infatti che la macchia di idrocarburi abbia, in meno di 30 ore, percorso più di 90km. Lascia , inoltre, perplessi che nelle prime ore di allarme siano state  messe delle barriere assorbenti solo nel tratto di fiume che attraversa il  Parco Lambro e che a Melegnano sia stata alzata la diga limitatamente per fermare lo strato superficiale di petrolio.
Intervento risultato, anche alla prova dei fatti, largamente insufficiente.
Ora, ad allarme superato, il problema resta comunque grave ed urgente si pone la necessità di mettere in atto interventi che prevedano  il recupero delle acque del fiume, soprattutto in vista  delle prossime irrigazioni nelle campagne del milanese.
Per questa settimana è stata convocata nuovamente, su questo tema la commissione provinciale nel corso della quale dovrebbero venire individuati i primi interventi e aggiornata la situazione ambientale.

Ciao Paolo Cova
consigliere provinciale Partito Democratico

DARE VOCE A CHI NON HA VOCE

In occasione della Giornata della Memoria ho partecipato alle iniziative organizzate presso  il "Binario 21" in stazione Centrale e il Carcere di San Vittore. Sono questi luoghi tristemente noti    nella storia di Milano di quegli anni come sedi di detenzione e deportazione di ebrei e dissidenti, luoghi che rischiano con il passare degli anni e con la scomparsa dei diretti testimoni di essere dimenticati se non trovano nuove persone disposte a fare memoria di quegli anni terribili.
Partecipando e ascoltando le varie testimonianze sono rimasto molto colpito dal fatto che nei ricordi di tutti ricorrevano  l'invisibilità di questi uomini e donne che  sembravano non esistere per molti milanesi: i camion  colmi di uomini e donne partivano dal carcere attraversavano la città, venivano caricati sui vagoni bestiame al Binario 21 nell'assoluta indifferenza e destinati ad Auschwitz.
Vi domanderete perchè queste considerazioni ora?
Ricordare questi eventi ci deve insegnare a non commettere gli stessi errori  , facendo in modo che oggi nella nostra Milano anno 2010 altre persone come allora restino invisibili agli occhi dei più.
Ti invito a vedere il video del mio intervento in Consiglio Provinciale del 18 febbraio che trovi pubblicato su you tube.
http://www.youtube.com/watch?v=koDW0Z1ApTI

Sono certo che questo  argomento  non pagherà elettoralmente ma io proprio non riesco a chiudere gli occhi.

SICOMORO FEBBRAIO

Care amiche e amici
nel nuovo numero del Sicomoro abbiamo affrontato il Piano di Governo del Territorio(PGT) di Mialano, temi fiscali e il 5 per 1000.
Un'interessante intervista a Fabio Pizzul.
Se vuoi leggere il Sicomoro clicca qui

PD, BINDI: NESSUNA STRATEGIA ANTI-CATTOLICI, SE NO IO VITTIMA

«Se questa fosse una strategia la prima vittima sarei io, la presidente dell'assemblea del Pd e con me molti cattolici che stanno convintamente nel Pd. E siccome sarei vittima non sarei certo artefice, anzi, se la scoprissi la combatterei con tutta la forza». Rosy Bindi commenta così, in Transatlantico, l'editoriale dell'Avvenire secondo il quale i vertici del partito avrebbero in mente «di lasciare fuori dal partito i settori moderati e cattolici per poi recuperarli “dall'esterno” con un'alleanza organica con l'Udc».

«È ingeneroso – afferma Bindi – parlare di commenti burocratici a questi addii che non sono stati tali sia per la qualità della riflessione sia per la partecipazione anche emotiva. Il mio commento, ad esempio, non era né burocratico né formale». Detto questo, «è evidente che insieme al rammarico per l'uscita della Binetti e, ahimè, di non pochi altri, la loro dipartita è legata a un equivoco al momento dell'ingresso nella Margherita e poi nel Pd: ovvero stare dentro il partito come una sorta di riserva indiana dei cattolici». I cattolici che stanno nel Pd, secondo la presidente del partito, «ci stanno certo da cattolici ma per costruire una sintesi plurale con tutti gli altri». Se, invece, «si vuol ricostruire la presenza identitaria dei cattolici, il loro posto non è nel Pd».

«È altrettanto vero – ammette Bindi – che ogni partenza rende più difficile la sintesi perché il partito si impoverisce ed è per ciò che c'è rammarico e preoccupazione per l'effettiva possibilità del Pd di realizzare questa sintesi e noi dobbiamo interrogarci con l'obiettivo di essere scuola perché i cattolici superino posizioni nostalgiche».

Quanto all'editoriale dell'Avvenire, «colgo con piacere – osserva il dirigente cattolico – che l'Avvenire è interessato alla presenza dei cattolici nel Pd. Chiediamo – aggiunge – di essere aiutati a realizzare la sintesi e anche capiti nella ricerca di una mediazione, magari circondati da meno incomprensioni. Non voglio fare paragoni, ma ricordo che alla Costituente i cattolici impegnanti nella sintesi con i laici e la sinistra non erano poi così compresi e apprezzati dal mondo cattolico del tempo. L'Udc non pensi di lucrare gratuitamente da questa sua posizione privilegiata di interlocutore del Pd e di alleati, anche se non dappertutto. Non abbiamo intenzione di regalarle la rappresentanza del mondo cattolico».

da ANSA