IL CONSIGLIO COMUNALE SI SOTTRAE ALLE PROPRIE RESPONSABILITA’

ADAMO, CORMIO – IL  CONSIGLIO  COMUNALE
 SI  SOTTRAE  ALLE  PROPRIE  RESPONSABILITA’
 E NON SI OCCUPA  DI  MALPENSA

Il  delicatissimo  momento  che  sta vivendo la questione ALITALIA/MALPENSA
avrebbe  bisogno  di un interesse maggiore da parte del Consiglio Comunale,
che però continua a sottrarsi alla discussione e al confronto.
E’  dal 18 gennaio che abbiamo inutilmente richiesto la convocazione di due
sedute  di  Commissione  Trasporti  nelle  quali  ascoltare  la  SEA  e  le
Organizzazioni  Sindacali,  anche per avere un quadro più dettagliato della
situazione sui possibili esuberi nel settore dell’Handling.
Solo il confronto costruttivo tra le diverse parti in causa può contribuire
a   costruire   proposte  di  lavoro  utili  per  affrontare  la  difficile
situazione,  nella  concreta speranza che il Tavolo Milano possa proseguire
sulla  strada  avviata  nei  giorni scorsi circa l’uscita graduale dei voli
ALITALIA  da  Malpensa  e  non  siano  messe  in  campo  nuove, avventurose
proposte, foriere di gravi rischi.

Marilena Adamo, capogruppo PD
Marco Cormio, Consigliere PD

Commissione a termine per Rogoredo

Nel Consiglio di Zona di giovedi 24 gennaio 2008 è stata affrontata la mozione presentata dall'Unione di Zona 4 e da un consigliere del gruppo misto.
La maggioranza ha ritenuto di non istituire una commissione apposita, ma di far affrontare gli argomenti proposti nella mozione nelle commissioni Territorio, Educazione e Politiche sociali.
Personalmente ritengo che non si sia agito in modo lungimirante e si sia persa un'occasione per dare delle risposte nella loro complessità e globalità.

Il governo Prodi in meno di 2 anni

La recente crisi del Governo Prodi ha scatenato una campagna mediatica basata sulla frase” Il peggior governo degli ultimi 50 anni”.Peccato non aver sentito mai una semplice motivazione per giustificare questo giudizio da parte di esponenti del centro-destra, .Vorrei analizzare alcuni aspetti importanti dell’azione di questo Governo.

·        il PIL dopo anni di recessione è salito al1,8-2,0%
·        riduzione del debito pubblico dopo anni in cui è cresciuto costantemente
·        diminuzione della spesa pubblica a livello dell’anno 2000
·        progressione delle aliquote fiscali
·        lotta all’evasione fiscale con maggior gettito fiscale
·        tasso di disoccupazione al 5,6%, mai cosi basso da 25 anni
·        approvazione del pacchetto welfare
·        intervento sul sistema pensionistico
·        riduzione dell’ICI
·        inizio di alcune liberalizzazioni
·        finanziamento di opere pubbliche inaugurate nei 5 anni precedenti ma mai finanziate
·        rientro dei militari italiani dalla guerra in Iraq
·        invio dei militari italiani in Libano sotto l’egida dell’ONU come forza di pace
·        proseguo della difficile missione umanitaria in Afghanistan
·        voto favorevole alla moratoria sulla pena di morte da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 

Si poteva fare molto di più in meno di 2 anni?

Non voglio nascondere le difficoltà esistenti a livello economico per le famiglie,le lavoratrici e lavoratori italiani, ma è stato interrotto un periodo di recessione e di spesa pubblica fuori controllo.
Sono stati fatti dei piccoli passi virtuosi per rimettere in cammino l’economia e per operare in modo duraturo.
Paolo Cova

Intervento Del Presidente Romano Prodi al Senato

L'intervento del Presidente del Consiglio Romano Prodi

Signor Presidente del Senato, signore senatrici, signori senatori, sono qui a riferire al Senato sulla crisi politica che si è aperta qualche giorno fa e sulla quale sono già intervenuto alla Camera ricevendo la fiducia.

Come avevo detto nell'Aula di Montecitorio, questa doveva essere l'occasione per parlare di giustizia, tema al quale si è intrecciata negli ultimi giorni la vicenda politica che ha spinto una forza della maggioranza ad aprire la crisi. Su quella vicenda mi sono già espresso sia sul piano personale che istituzionale, assumendo l'interim di un Ministero che ha operato con grande competenza e correttezza nei primi venti mesi di questo Governo, ma è giusto ribadire anche qui davanti allo stesso ex ministro Mastella la solidarietà mia e del Governo verso il senatore Mastella e contro le strumentalizzazioni che si sono moltiplicate con vergognoso opportunismo.

La relazione sullo stato della giustizia, frutto del rigoroso lavoro del Dicastero e condivisa pienamente dal Consiglio dei ministri, l'avete letta ed è a vostra disposizione, ma lasciate che ribadisca ancora una volta, anche se brevemente, l'importanza di un testo che mette in evidenza le luci e le ombre della giustizia italiana nella difficile fase storica che stiamo vivendo, che dà forte sostegno ai giudici, ai quali come potere e come ordine va l'apprezzamento e la riconoscenza del Paese, una relazione che chiede alla classe politica e al Parlamento un eccezionale impegno. La relazione sullo stato della giustizia è a vostra disposizione, così come lo sono le mie comunicazioni dell'altro giorno alla Camera.

Vorrei però soffermarmi un attimo sulle ragioni politiche e costituzionali che mi hanno portato al Senato oggi. Si parla infatti molto e da molto tempo di riforma costituzionale ed è vero che le istituzioni della politica, nelle norme costituzionali, ma anche nella legge elettorale e nei Regolamenti parlamentari, sono tra le cause prime della paralisi dell'azione di Governo e del pericoloso distacco fra i cittadini e la classe politica.

Mi si permetta di osservare che è però prima di tutto necessario rispettare e applicare la nostra Costituzione e voglio dirvi di più: sarebbe necessario innanzitutto rileggere la nostra Costituzione con lo spirito con cui i padri costituenti la scrissero; non vi troveremmo, se la rileggessimo così, la debolezza dell'esecutivo che paralizza chiunque segga a Palazzo Chigi, non l'ammissibilità di voti di sfiducia individuali nei confronti di singoli Ministri, né la prassi delle crisi extraparlamentari, né l'asservimento dell'informazione pubblica al potere politico.

Torniamo dunque con rispetto alla Costituzione del '48, ecco un'altra degna celebrazione del sessantennio che ricorre in questi giorni. La nostra prassi costituzionale, la nostra stessa lettura della Carta del 1948 è rimasta infatti quella che si era affermata in un'epoca che va sotto il nome della prima Repubblica, vera sede del potere erano i partiti, la continuità indispensabile ad un esercizio efficace di potere era fondata sull'assenza di alternanza, i Governi erano scelti non dai cittadini, ma da strutture di partito sottratte al controllo e ai rischi del voto popolare, la composizione del Governo era stabilita dalle segreterie dei partiti. Oggi, in un'epoca di alternanza e di affidamento agli elettori della scelta del Governo, quelle prassi sono residui del passato, residui che impediscono al sistema politico di operare in modo efficace a servizio dei cittadini.

Tutte le istituzioni dello Stato debbono allora impegnarsi innanzitutto a stabilire prassi costituzionali e modi di funzionamento dell'esecutivo e del legislativo più coerenti con le esigenze dell'oggi e – ne sono convinto – più corrispondenti alla volontà dei padri costituenti.

Anche per questo, anzi soprattutto per questo, ho deciso di essere qui oggi e di chiedere un voto esplicito e motivato a ciascuno di voi: nessuno può sottrarsi, nel momento in cui si adopera per far cadere un Governo, al dovere di indicare, nella sede stessa da cui il Governo trae la sua legittimazione, quale altro Governo, quale altra maggioranza, quale altro programma intende istituire al posto di quelli che, in conseguenza di un scelta fatta dagli elettori, sono legittimamente in carica.

Un dibattito come questo deve essere, quindi, un momento di costruzione; non può e non deve essere solo un possibile momento di distruzione.

Sono qui oggi dopo il voto alla Camera, che ha riconfermato la fiducia al Governo, per assumermi di fronte a voi tutti le responsabilità che mi competono, ma anche per chiedervi di giudicare il lavoro svolto da questo Esecutivo con pari senso di responsabilità.

Il Paese ha più che mai bisogno di essere governato, ha bisogno di continuità nell'azione di Governo e non può permettersi un vuoto di Governo. L'Italia ha, infatti, di fronte a sé tre emergenze. C'è un'emergenza sul piano delle istituzioni, con la necessità innanzitutto di riformare la legge elettorale. Io ho più volte ribadito – e lo ribadisco ancora – il mio impegno affinché ci sia il tempo per evitare al Paese di ricadere in un voto che lo condanni all'ingovernabilità.

C'è un'emergenza sul piano della politica internazionale: pensiamo a cosa sta capitando a Gaza, che è uno scenario nel quale abbiamo finalmente cominciato a muoverci con coerenza e rispetto e nel quale siamo impegnati con alte responsabilità.

C'è un'emergenza sul piano dell'economia perché anche i grandi risultati ottenuti possono essere vanificati rapidamente se non si persegue con rigore e coerenza la strada giusta.

L'Italia ha un grave ritardo da recuperare e dopo due anni di crescita soddisfacente rischia di trovarsi in una congiuntura mondiale avversa nella quale tutto può farsi difficile. L'instabilità finanziaria e l'aumento dei prezzi internazionali, il rallentamento della crescita del mercato mondiale e le tensioni protezionistiche sono difficoltà che noi affrontiamo con strutture economiche ancora da irrobustire, con scuole e università non adeguate ai tempi, con il peso enorme del debito pubblico, con uno Stato sociale incompleto e con disuguaglianze inaccettabili.

In 20 mesi abbiamo fatto tangibili progressi nel porre rimedio a queste carenze. Arrestare per mesi l'azione di Governo è un lusso che l'Italia non si può permettere. Per questi motivi, vi chiedo la fiducia assicurandovi che sono ben consapevole che il Governo stesso dovrà rafforzare le sue capacità decisionali, snellire le sue procedere, migliorare la sua resa, forse ridefinire le sue strutture e la sua medesima composizione. In una parola, io chiedo a ciascuno di voi, onorevoli senatrici e onorevoli senatori, fiducia per riprendere con rinnovato slancio e con nuova consapevolezza un processo riformatore di portata amplissima di cui il nostro Paese ha urgente bisogno.

Assemblea Costitutiva dei Circoli del Partito Democratico

Domenica 27 gennaio a Milano e in tutta la provincia nasceranno i nuovi Circoli del Partito Democratico sul territorio, oltre 150.
Partecipa all’Assemblea costitutiva del tuo Circolo, e vota per l’elezione del Coordinamento per il quale potrai essere candidata/o o autocandidarti.Le Assemblee si terranno a partire dalle ore 9,30 fino alle 19,30 circa. Il seggio dell’Assemblea sarà aperto dalle ore 11,00 alle ore 19,00.

 

Per la zona 4 le assemblee ed il voto per l'elezione del coordinamento dei 5 circoli si svolgeranno in:
  1. via Archimede 13 – ex DS Carminelli
  2. via Tommei 3 – ex DS Calvairate
  3. via Mecenate 25 – ARCI
  4. via dei Panigarola 2 – ex DS Corvetto
  5. via Freikofel 1 circolo Mondini

Iscrizione alle scuole materne

La questione relativa alle iscrizioni

delle scuole materne del Comune

di Milano merita un chiarimento.

La questione si è aperta quando il

Comune ha emanato una circolare (n.

20 del 17/12/2007) che, trattando la

questione relativa alle iscrizioni dei

bambini stranieri, indicava: "Le famiglie

prive di regolare permesso di soggiorno

avranno la possibilità di iscriversi, purchè

ottengano il permesso di soggiorno

entro la data del 29 febbraio 2008. La

mancata presentazione del permesso di

soggiorno entro tale data non consentirà

la formalizzazione della domanda di

iscrizione" , quindi non solo l'iscrizione

ma anche la formalizzazione dell'iscrizione.

L’aspetto singolare è che proprio

l’Assessore Moioli, quando era Direttore

Generale del Ministero dell'Istruzione

dell'Università e della Ricerca, con

Ministro proprio il sindaco Moratti,

emanò una Circolare (n.24 del 1 marzo

2006) dove nell’allegato si diceva: “ In

mancanza dei documenti, la scuola

iscrive comunque il minore straniero,

poiché la posizione di irregolarità non

influisce sull’esercizio di un diritto dovere

riconosciuto. Il contenuto delle norme

citate nel precedente paragrafo esclude

che vi sia un obbligo da parte degli operatori

scolastici di denunciare la condizione

di soggiorno irregolare degli alunni

che stanno frequentando la scuola, e

quindi, esercitano un diritto riconosciuto

dalla legge”.

Ma come, quando era Direttore

Generale del Ministero, la Moioli indicava

agli enti locali una cosa di segno

opposto a quella che lei ha adottato?

In più, diceva anche all'attuale vicesindaco

De Corato, che ha minacciato

denuncie a chi si presentava nelle scuole

in condizioni di irregolarità, che gli

operatori scolastici non avevano l'obbligo

di denunciare le condizioni di soggiorno.

Inoltre all’obiezione di chi ci dice che la

scuola materna non può essere considerata

scuola dell’obbligo va segnalata

la Legge 53 del 28/3/2003 (detta

Riforma Moratti) per apprendere all'art.

2 (Sistema educativo di istruzione e di

formazione): “1. I decreti di cui all'articolo

1 definiscono il sistema educativo

di istruzione e di formazione, con l'osservanza

dei seguenti principi e criteri

direttivi:

a) è promosso l'apprendimento in tutto

l'arco della vita e sono assicurate a tutti

pari opportunità di raggiungere elevati

livelli culturali e di sviluppare le capacità

e le competenze (…).

d) il sistema educativo di istruzione e di

formazione si articola nella scuola dell'infanzia,

in un primo ciclo che comprende

la scuola primaria e la scuola

secondaria di primo grado, e in un

secondo ciclo che comprende il sistema

dei licei ed il sistema dell'istruzione e

della formazione professionale; (…)”.

Appare evidente che il Legislatore abbia

voluto inserire, nel Sistema educativo di

istruzione e di formazione, anche la

scuola dell'infanzia altrimenti non

sarebbe stata inserita all'inizio della carriera

scolastica.

Vi sono altre norme che regolano l’accesso

dei minori stranieri alla scuola:

come l'art.38 del DLGS 286/98 (detto

Testo unico delle disposizioni concernenti

la disciplina dell'immigrazione)

che al comma 1 dice: "i minori stranieri

presenti sul territorio sono soggetti

all'obbligo scolastico: ad essi si applicano

tutte le disposizioni vigenti in materia

di diritto allo studio: ad essi si applicano

tutte le disposizioni vigenti in

materia di diritto all'istruzione, di

accesso ai servizi educativi, di partecipazione

alla vita della comunità scolastica."

Questo articolo del Testo unico

non è stato modificato dalla Legge

Bossi/Fini e quindi è ancora in vigore e

si coordina con quelli sopra indicati.

Non solo leggi italiane ma anche altre

norme importanti regolano questo

diritto come la Dichiarazione Universaledei Diritti Umani (1948) che

all'art. 2 afferma: "Ad ogni individuo

spettano tutti i diritti e tutte le libertà

enunciate nella presente Dichiarazione,

senza distinzione alcuna per ragioni di

razza, di colore, di sesso, di lingua, di

opinione politica o di altro genere, di

origine nazionale o sociale, di ricchezza,

di nascita o di altra condizione" principi

confermati dalla Convenzione sui dirittidell'infanzia del 1989 (ratificata dall'Italia

nel 1991) la quale all'art.2 ribadisce:

“Gli Stati parte si impegnano a

rispettare i diritti enunciati nella presente

Convenzione ed a garantirli ad

ogni fanciullo che dipende dalla loro

giurisdizione, senza distinzione di

razza, di colore, di sesso, di lingua, di

religione, di opinione pubblica o altra

del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti

legali, dalla loro origine

nazionale, etnica o sociale, dalla loro

situazione finanziaria, dalla loro incapacità,

dalla loro nascita o da ogni altra

circostanza"

Le evidenti difficoltà che verranno

incontrate da chi straniero deve iscrivere

i propri bambini coinvolgeranno

anche i rinnovi, oltre che i nuovi richiedenti,

che sono la maggior parte, e

poche decine di irregolari su un totale di

circa 4737 stranieri. Oggi infatti a Milano

per rinnovare o chiedere un nuovo permesso

ci vogliono circa 6/8 mesi…

Perché addebitare alle persone questi

ritardi dovuti all'amministrazione dello

stato? Basti pensare alle persone straniere

che hanno fatto regolare richiesta

nel Decreto flussi del febbraio 2006: ad

oggi non sono ancora state chiamate

per il ritiro del regolare permesso di soggiorno.

Occorre poi respingere anche la strumentalizzazione

adottata come risposta

dall'assessore Moioli ("se accolgo gli

stranieri irregolari devo escludere gli italiani")

perchè stando ai dati forniti dal

suo Assessorato su 21.517 posti disponibili

gli iscritti sono 20.978 con un avanzo

di 539 posti nel 2007.

Quindi nessuno verrebbe escluso se il

Comune accogliesse anche per il 2008 i

bambini stranieri “irregolari”. Per questo

abbiamo chiesto di ripristinare,

come già faceva da anni il Comune di

Milano, la possibilità di iscrizione con

RISERVA, che permetterebbe di accogliere

tutti i richiedenti e di valutare

socialmente e singolarmente i 20-30

casi di irregolari.

Andrea Fanzago

Incredibile e Inquietante

Il papa Benedetto XVI ha annullato la visita all’università di Roma “La Sapienza”. Comunque si considerino le resistenze opposte all’invito del Rettore da parte di un manipolo di docenti e studenti, il giudizio sull’episodio non può che essere lo stesso: incredibile e inquietante. Sotto il profilo del merito, il no all’incontro con il Papa è stato motivato dalle sue idee “conservatrici e reazionarie”: ammesso e non concesso che questo giudizio possa dirsi fondato, non si è mai sentito motivare in questo modo, da nessuna parte, un rifiuto a far mettere piede ad un collega in università! Non dovrebbe essere l’istituzione universitaria il luogo della ricerca libera, e persino spregiudicata, in cui questi giudizi sono elaborati e rimessi continuamente in discussione, anziché essere usati come armi improprie? Esiste forse qualcuno nel mondo universitario che possa ergersi a giudice insindacabile, autorizzato, in nome di un sapere chiuso e dogmatico, a dispensare attestati “progressisti” di ammissibilità?

Sotto il profilo del metodo, è certamente ancora più grave e incomprensibile motivare un divieto di accesso non per alcune affermazioni discutibili, ma in un certo senso “a prescindere”; come se un Papa che entra in università commettesse un abuso intollerabile, non per quello che potrebbe dire, ma per quello che rappresenta, un corpo estraneo dal quale l’istituzione si deve difendere. Proviamo a dire le cose come stanno: negli ultimi anni si sono sedute sulle cattedre universitarie, con astuti corteggiamenti mediatici, le categorie più bizzarre di docenti impropri: cantanti, giocatori, comici, attori, giornalisti… Pur di strappare due colonne sulla stampa si sono dispensate lauree “honoris causa” a man bassa: oves et boves et pecora multa. Perché mai qualcuno ha paura di invitare Benedetto XVI, che è nello stesso tempo pastore della Chiesa universale, vescovo di Roma, suprema autorità religiosa a cui guardano con rispetto e attenzione i credenti di altre fedi e confessioni religiose, nonché Capo di uno Stato estero? Verrebbe proprio da dire: perché mai qualcuno vuole farsi del male, infilando un autogol dopo l’altro?

Un’ultima considerazione potrebbe essere ancora più amara: negli ultimi anni il dibattito sulla natura e il senso della laicità in una società postsecolare ha conosciuto uno sviluppo straordinario, anche nel dialogo fra credenti e non credenti, arricchendosi di contributi di altissimo spessore. Si ha la sensazione, tuttavia, che quanto più alto e qualificato è il profilo scientifico e culturale di questa ricerca comune, in spirito di reciproco riconoscimento, tanto più sul piano della vita pubblica s’inaspriscono le aggressioni ideologiche e le esasperazioni mediatiche, sempre pronte a sceneggiare (e in qualche caso ad allestire) il conflitto. Che di quest’irrigidimento siano però protagonisti gruppi di docenti e studenti universitari, riuscendo a tenere in ostaggio un mega-ateneo, francamente è proprio avvilente.

Nello stesso tempo, tuttavia, il mondo cattolico non deve cadere nella trappola del muro contro muro: la denuncia di episodi incredibili e inquietanti come questo deve sempre mantenere quel carattere mite (e forse anche un po’ ironico) che non consente mai di rinunciare a tessere insieme, pazientemente, la rete del rispetto, dell’ascolto reciproco, del dialogo critico e costruttivo. L’Azione Cattolica Italiana, vicina come sempre con affetto filiale a papa Benedetto, vive quest’episodio come una dolorosa battuta d’arresto in un cammino che tuttavia non può interrompersi per colpa di una minoranza. Un cammino che intendiamo portare avanti con fermezza, denunciando ogni atto d’intolleranza che vorrebbe riportare indietro il paese, privandolo di quella cultura della convivenza civile e del bene comune alla quale, da sempre, i cattolici italiani hanno dato un contributo non proprio disprezzabile.

di Luigi Alici

Il Partito Democratico e l’area metropolitana milanese

I sottoscritti rappresentanti istituzionali nel confermare la propria adesione al Partito Democratico e l’adesione ai gruppi istituzionali già operanti in Milano a tutti i livelli istituzionali, nonché le persone votanti o candidate o elette alle primarie del 14 ottobre, dopo aver contribuito all’affermazione del Partito Democratico nelle primarie del 14 ottobre 2007, in ragione della rinnovata volontà di costruire un PD partecipato e aderente al territorio, intendono formulare le seguenti osservazioni e a indicare alcune proposte per attivare un vero processo costituente nell’area metropolitana milanese.

 Tenuto conto

Che il livello nazionale sembrerebbe aver indicato le date dei congressi a tutti i livelli territoriali entro ottobre 2009

Che secondo i principi costituzionali i cittadini si organizzano in partiti, che di fatto si conformano alla struttura  istituzionale equivalente

 Valutato

Che se si vuole realmente costruire un nuovo partito sia necessario valorizzare la partecipazione ottenuta dalle elezioni primarie del 14 ottobre 2007 ed in particolare in una città come Milano sia necessario costruire una rappresentanza territoriale del PD, non solo funzione dei livelli organizzativi preesistenti, ma coinvolgendo in modo aperto tutti i cittadini che intendono partecipare alla costruzione del PD e che quindi non si possa rischiare di compromettere quel risultato avventurandosi in scadenze troppo ravvicinate che metterebbero a rischio la partecipazione stessa

Che l’affermata costruzione di una realtà partitica partecipata richiede che le consultazioni siano vere e su contenuti reali, comprensibili all’elettorato e non solo agli addetti ai lavori

Che sia necessaria una forma partito che rispecchi la modernità e nuovi modelli organizzativi capaci di attrarre persone giovani e nuove forze della cittadinanza attiva, in un meccanismo non di contrapposizione ma complementare alla valorizzazione delle esperienze organizzative dei partiti preesistenti

 Ritenuto

Che le modalità che si stanno attuando per le decisioni non rispecchiano quell’ampia partecipazione delle primarie, né la qualità del dibattito politico sin da allora presenti

Che le decisioni sino ad ora assunte non possono escludere un passaggio democratico negli organismi preposti, adeguatamente rappresentativi e legittimati

 Considerata

La necessità di non pregiudicare con strutture organizzative rigide i contenuti dei lavori delle commissioni statuto e di prevedere una sperimentazione generale della forma partito che preveda la contemporanea rappresentanza dei livelli territoriali e di strumenti quali i circoli tematici.

L’importanza della corrispondenza del livello territoriale politico con quello istituzionale, soprattutto per il livello cittadino/circoscrizionale e che il PD deve anticipare il processo istituzionale dell’area metropolitana e in questa prospettiva le Zone di Milano devono essere valorizzate. La costituzione di circoli territoriali di quartiere, pur importanti, non deve inficiare un unico riferimento politico che resti interfaccia del livello amministrativo decentrato: una scelta diversa frantumerebbe la città.

Che con una simile organizzazione territoriale, indicata nel Regolamento discusso dall’esecutivo provinciale del 07.01.08 , si mortifica il ruolo politico primario della città di Milano dimostrando di non aver compreso il messaggio che gli elettori delle primarie del 14 ottobre hanno espresso con la loro partecipazione

 Per le ragioni sopra indicate chiedono al Segretario Regionale ed al Coordinatore Provinciale

         di rivedere le norme previste dal Regolamento attuativo per le Assemblee di Circolo licenziate dall’Esecutivo in data 07/01/08

         di prevedere l’immediata convocazione della Direzione Regionale per discutere tale argomento

         di costituire immediatamente la Direzione Provinciale e convocarla per lo stesso motivo

         di rinviare le procedure dell’UTAP, e tutte le scadenze ad esso collegate, ai dispositivi che verranno licenziati negli organismi sopra citati che dovranno prevedere anche un’adeguata rappresentanza politica della città.

A tal fine riteniamo che gli organismi sopraindicati debbano impegnarsi nella realizzazione per l’area metropolitana di Milano di una sperimentazione di una forma partito che contemporaneamente preveda una organizzazione territoriale e un percorso per individuare la rappresentanza politica diffusa a partire dall’esperienza delle primarie e dei circoli aperti territoriali e tematici, come strumenti di partecipazione e di individuazione della classe dirigente. In particolare per Milano città questo dovrà declinarsi in rappresentanza del livello zonale e circoli aperti di quartiere e tematici.

Interrogazione Arcipalago Mazzini

Il quartiere Mazzini è destinatario del progetto vincitore del Bando di Coesione Sociale promosso dalla Regione Lombardia e approvato il 31 ottobre 2006, denominato Progetto Arcipelago Mazzini. Questo intervento ha l’obbiettivo di migliorare la qualità della vita nel quartiere con” la partecipazione attiva delle famiglie, della popolazione, delle realtà associative e aggregative locali, dei soggetti pubblici già operanti sul territorio”. L’intervento si propone di intervenire nella costituzione di “una rete aggregativa” fra le varie strutture esistenti e in cinque ambiti quali:  l’abitare, la prevenzione alla devianza, la lotta alla dispersione scolastica, l’integrazione tra culture e il lavoro. Come emerso nella Commissione Politiche Sociali-Famiglia e Salute di Zona 4 dell’11 settembre 2006, la ricaduta di questo progetto sul quartiere è notevole e l’investimento della Regione Lombardia in due anni è consistente.  Il Consiglio di Zona 4 è direttamente interessato alla piena realizzazione di questo progetto e anche alla verifica del lavoro svolto. Con particolare attenzione allo sviluppo del quartiere,  l’integrazione fra i suoi abitanti, l’attenzione alle fasce più deboli e  il miglioramento complessivo della qualità della vita . Chiediamo, pertanto, che venga convocata a breve la Commissione Politiche Sociali-Famiglia e Salute allo scopo di: 

  • verificare  il Cronoprogramma proposto nel progetto per il primo anno come da allegato;
  • Acquisire le relazioni sui “Risultati attesi” dall’Ente Capofila “la Strada “, dai Partner operativi e dai Partner attivi nella conduzione di progetto come da schede presentate nel Progetto per l’anno 2007, per poterne discutere in sede di Commissione;
  • Conoscere i problemi e le criticità incontrati in questo anno di sviluppo del progetto.
  • Conoscere la rendicontazione finanziaria del progetto in questo primo anno

             ALLEGATO 4.     Piano di lavoro del primo anno di progetto 

Tabella a) piano di lavoro e cronoprogramma primo anno progetto

 

codifica

titolo

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
PL  1 Area RETE                        
A 1.1
Conduzione e coordinamento
                       
A 1.2
Risorse di sistema
                       
A 1.3 Tavolo Tecnico Permanente                        
A 1.4 Sito Web                        
A.1.5 Ricerca Intervento                        
A.1.6 Azioni di scambio e confronto                        
PL 2 Area ABITARE                         
A 2.1 Giocacortili                        
A 2.2 Animacortili                        
A 2.3 Comunicazione sociale e culturale                        
A.2.4 Sostegno e sviluppo delle forme aggregative del quartiere                        
A.2.5 Sostegno alla cura di sé e dell’ambiente                        
PL 3 Area PREVENZIONE DEVIANZA                         
A 3.1 Ascolto e counselling sul territorio                        
A 3.2 Laboratorio espressivo e percorsi formativi  per le  famiglie                        
A 3.3 PARROCCHIA                        
PL  4 Area DISPERSIONE SCOLASTICA                        
A 4.1 Percorsi di recupero e di ri-orientamento per Drop Out – Sostegno alla genitorialità                        
A 4.2 Percorsi individualizzati di accompagnamento scolastico e personale                        
PL  5 Area  INTEGRAZIONE TRA CULTURE                        
A 5.1 Spazio incontro per famiglie straniere                        
A 5.2 Facilitazione e accoglienza per i neo arrivati nelle scuole                        
A 5.3 Percorsi formativi di riqualificazione linguistica e culturale                        
PL  6 Area LAVORO                        
A 6.1 Tutoraggio Individualizzato per il sostegno al lavoro